Nuova Repubblica - anno IV - n. 31 - 29 luglio 1956

6 DlSCUSSIONl SUL lll'OVJMENTO STUDENrrESCO TRAMONTO DELLA GOLIARDIA A DIPFERENZA di Parodi, io sono d'accordo col compagno Uolzio che non è il caso per noi socia~ listi di ass11me1·e altri nomi vuoti, come quello d1 goliardico (cfr. N.R. del 22 luglio: Giordano Pal'Odii Mediazione reale). Credo siamo tutti d'acCOl'clo che non si può parlare dell'Univc1'Silà italjana sonz;a tener conto della sua fun– zione nel quadrn della socieUL italiana nella quale ha rap– pl'esentato stol'icarnente la lucina della cl_asse di.ri?e ~te. Solo così infatti si può capire come gh studeni1 1 che erano all'avanguardia durante il Risorgimento, nella fase ascendente della borghesia, siano tornati in mism·a tanto maggiore a concezioni di tip~ corpor_ativo qnan_to_ pi? la borghesia si ripiegava nella chfesa de, propn pi-1vdeg1. E' tm fatto che golial'do signifjca ancora nella nostra società un p1·iyilegiato, un « clerc », nn figlio cli potenti che si sente ca.ndidato a Jj08izioni di potenza, superuomo svincolato dal clovcl'e al lavoro quando non addìl'ittura dalle norme del ,·iw•.rn civile valide pel' i comuni mortali. Signifka anche un tipo particolarissimo di studente per il quale lu SlH\- ( ;ondi:r.ione non costituisce nn mez:r.o, m<:· in ce1ta mist11·.:t"un fine: in connessione all'asscn:r.a cli problemi Pconornici di una· certa urgenza. D'altra pai·te i goliardi che non sono figli dei « ba– roni» ma. della piccola borghesia (e sono i più), conser– vano di questa la volontà di « salvare il pennacchio» e perciò si accordc-1no coi pl'imi nel non confonçlersi cogli. operai. Verso i quali, nel migliore dei casi, i golùu·di non possono che vedetsi funge·re da dll'igenti. Non h1rnno ancora capito, pel· 11s1:nele ptu·ole cli Cmiel, che nessuno è chiamato per superio1·e predestinazione o per vantaggi cornunq\1e con~eguiti, pe1· nascita o pe1· censo, a cli1·ige1·e, nei difficili sentieri della vita politica, gli uom.ini cui il Cjelo non lia ritenuto opf.lortuno offrire predestinazione .... o cui la Società ha ritenuto oppmtuno negare i vantaggi del censo e della consegnente 'relativa istruzione. dere atto era che, in una «unione» genericamente « go– liardica», coloro che conoscevano ed accettavano la nuova accezione di «goliardia» erano nna minoranza T\ei con– fronti di coloro che rimanevano all'antica significante ge– rarchia di anzianith, bolli, matr-icole, bisbocce rituali, cap• pelli rnulticolori ed altre sin,ili medioevali istituzioni: in posizione cioè se non di reazione, certo di disinteresse pel' quel movimento studentesco· che - fuori non rneno che alt'interno dell'UCI - va maturando una coscienza de– mocratica e Ja volontà cli contribuire ad una 1·iforma della scnola nell'ambito della nostra società. Di contro a questi studenti che difendono religiosa• mente la loro vocazione goliardica val'iamente jntesa, altri studenti la ,·e:-:pingono non solo nella. vecchia superata ac.c..eziolle ma altresì nella nuova e velleitarja, Avendo superato la concezione che quel ten11ine mitico esprime, non vogliono con:;;el'Vl:\re neppure il termine; tanto più quando lo vedono usato in fun:r.ione aprioristicamente di. sc1·iminatoria nei confronti dei non-goliardi; per esèmpio di cattolici apci·ti che. propongono \111 fronte comune di 1·innovamento, i! cui l·ifiuto apparirebbe fondato solo sn ragioni l_)l'ecisee concrete di dissenso e nei limiti di queste. Jnsornrna, rnentrn le poi-te dell'Università stanno per essere apel'te di fotto, e non so!o di diritto, alle classi finora csclusr-, mentre crescono ogni anno gli studenti che lc1vo1·1rno,in questa situa:r.ione agli studenti più p_rogres• sivi la goliardia (sia nella acce;,,ione tradizionale ancora resistente, sia in q11ella delle élitcs illuministe la quale tuÌ:tavia non va. esente, come si è visto, da un· cel'to si– gnificato cerporativo) non può che apparire qualcosa cli anacronistico e supert1.to dfllla coscienza: ]a goliardia è morta, viva il movimento studentesco! Ad accentnare queste rise1·,·e doveva contribuire la storia successiva dell'UGL Essa si era ambi:r.iosamente pl'oposta di non riprodune nell'ambito uni,·ersitario lo schieramento politico come si era venuto configurando nel pRese {«fuori j. pflrtiti dall'Unive.i·sità ») e di -òon fare (121) nuova repubblica di scrirnina:r.ioni verso chjunque chiedesse di far parte dell'associazione. E' chiaro che in tal modò si sarebbe identificata tel').denzialmente coll'OR. l\Ia fra jl dire e il fare stava di mezzo la l'ealb.ì: da una parte la presenza n1assiccia dei cattolici che, anche dove erano t.a.nto laici da esser capaci di a:<;sociarsi con nn vincolo non religioso, non si sentivano. minimamente rappresentati dai dirigenti dell'UCJ; dall'altra. la dipen– den:r.a economica dell'UGI dai partiti minori, il cal'rieri– smo politico nell'ambitò di questi partiti da parte di gio– vani dell'UGI, e il condizioni.I.mento rappresentato sn di essi dagli scodin:r.olaruenti di autorevoli esponenti di questi partiti per le posizioni più settarie che l'UGI assumeva. Questa realtà e altri fattori contribuil'Ono a rendere dif~ ficile l'attua7,ÌOne di quel!'« autonomia» e fecero sì che l'UCI assumesse un carattere sempre più vicino a quello degli altri gruppi universitari t:he godevano l'ispetto ai Joro partiti di un'autonomia limitata. Anche l'UCI, ri– nunciando - costrettavi dalla realtà. - a rappresentare tutti gli studenti, si venne configurando sempre pi,\ come una terza fol'Za fra cattolici e democratico-marxisti. Ma anche la conclamata «apertura» dell'UGI doveva l'ivelarsi più verbale che reale: alla prima occasione of– ferta dalla realtà, Jo scioglimento del CUDI, l'UCI subl una serie di pl'essioni da parte di Orsello e C. che ne ri-· baclivano il Cà.rnttere partito {tripartitico). Era logico che - davanti -alla prospettiva di ammettere i comunisti - i vassalli di quei partitini che credevano d,i cop,·ire colle lùro misere entità tntto il terreno consentito alla vel'a democrazia, escogitassel'O sottili distinzioni per negare l'ir– rilevanza delle opinioni politiche di chi chiedeva cli far pai-te dell'associazione. Venivano così via via alla supe-dì– cie gÌi equivo~i costituzionali dell'UGI, le sue organiche jr,capacità, le Slle connaturate contraclizioni. La storia della goliardia volge al termine. Abbando– nato tacitamente Jo slogan « fuori i partiti dall'Univer– sità» a favore dei partiti minori, l'UCI, corne si è vb:;to, ne diventò il feudo. Senonchè, col decadere cli qnelli, l'UC[ vid0 crescere la sua importanza e la sua autonomia nonc·hé l'ambizione dei suoi dirigenti. E mentre alcuni, trnclenclo i lol'O vecchi signori, proponevano l'omaggio al nuovo Pa1·tito Radicale, altri cominciarono a non ricono– sce1·e più superiori e a parlare cli organizzazione del ceto ·me-dio attraverso la commissione lanreati e di altre Yel– leità. Le ultime vicende dell'UGI, Jegate come sono al!e biografie 'di alcnni singoli esponenti, non lntel'essano or– mai più il movimento studentesco. CARLO PINCIN Da. q11ando il ffieclioevo è finito anche nelle Uni,·e1·• sità, la goliardia ~i è svuoteta di ogni· contenuto, l'idolta -ormai a· cornpl<~sso di manifestazioni folklor.istiche espr·i– rnenti nient'altro c·hQ Llna sosta1w,ia'Je volontà di cliiusurn. Si capisce quindi co1~,e da. una parte per tale prngressiv11. van .ifica:r.ione, clnll'alfra pel' il fatto che quella «chiusura» non era che Ja. manifesta:r.ione nel campo universitt.l..-io di un più generale atteggiamento della boi-ghesia, la go– Jiardia si trovò esposta alla « contamjnatio » con idee pro– prie della pal'abola storica della borghesia. FUNZIONI E PROSPE'fTIVE DI UP Dopo il fascismo e la ResisteJ1za si tentò con l'UCI un recupern della goliar-clia su un piano moderno, diu,~ dole un contenuto nuovo, frutto della civiltà borghese e liberale, com.e s,.i può vedere nella .famosa definì,r,ione. Nella quale, peraltro, la .goliardia è vista come « aspelto eterno 1>, n-ientr-e del suo significi:tto storico non sernbl'à restare ;:tltrn che quell'accenno finale alle « libere uni,·e1·– sità. di scolal'i ». Vonebbe dir· moltò quell'accenno -Ai go~ ]ia,,di che rnppi-0sentavano una concezione umanistir·a e pagana della vaa in seno al medioevo ci•jstiano che esclu– deva dalle scuole lo studio delle lettere classiche. Jn malte\ con quest'accenno i nipotini della borghesia risorgirncn~ tale non vanno olt.-e una pl'Ofessione sentimentale e pla– tonica di laicisrno, di fronte al pi-epotere di quelle forze che del medioevo rappresentano la storjca soprnvvive1w.a. Oggettivamente la formula appare• atta, nella sua du– plice acce:r.ione nuova e antica, a comprendere « illumi– nisti» e «qualunquisti», escludendo i cAttolici. Alcune manovre delfUCl in tal senso potrebbero fa1· pensare ad• djrittura che la formula fosse stata.intenzionalmente esco– gitata ·in vista di tale p1'0Spettiva. Comnnque sia, ciò che conta è- il fallimento di tale piano: ovviamente j q11alun– quisti o votarono per i cattolici, opplll'e, quando questi non gli apparivano il'.'lclizionalisti abbastanza, fecel'o liste separate, in arnbedt1e i éAsi lasciando soli gli illuministi ad arzigogolare sul ,notivo del distacco dell'UCI dalla bnsfl. La realtà dì c11i gli «illuministi» non volevanQ pren• (continuazione dalla 5.a pag.) a1 più nella cronaca cli una vivace sessione pal'larr1entarn. In definitiva il congres8o di Monaco non ba rise1·vato sorprese. li pi-ogramma della socialdemocrazia rirnane quello ben noto: favornvo!e alla distensione, la SPD pro– pugna l'accordo tra le grandi potenze per l'unil'.icazione tedesca, il disarmo controllato, e la sospensione degli esperjmenti con anni _atomiche e termonucleari. Al pl'o– cesso di de. ~taliniz:r.azione, che ha messo in moto tntto il fronte del movimento operaio e socialista, il congresso non ha prestato forse la dovuta attenzione, nonostante 1e sollecitazioni contenute nel messaggio invirito a l\fonaco dal comitato centrale del partito comnnista sovietico. Ma in proposito poco ci si poteva aspettare dalla SPD, i cui rnpporti con i cornunisti e in partiçolal'e con la SED della Ge!'mania Ol'ientale sono vincolati in gran parte a.I pro– blema dell'unificazione. Del resto la conferma in blocco di tutti 1 vecchi dir·igenti, con alJa testa 01lenha.u Mellies, dimostra che gli umori del congresso hanno t,,o vato piena rispondenza nell'impostazion,.. e-1.,lrnvori data da Ollenhauer nella 811A h111et1., moderata e in certo senso abile relnzione. Da Monaco la SPD, che con i snoi 580 mila iscritti, il 53 per cento dei quali reclutato tra la classe operaia, rappresenta il più forte partito tedefJCO, è uscita consolidata sia nella ·sua strnttnl'a organizzativa che neHa linea di sinistra moderata. MARTIN FISCHER U1V IMPEGNO QUOTIDIANO SIENA, 23 luglio 1956 Caro Codiauola, Beninrnino .Finoc·chiaro, nell'ultimo articolo cli Nuova H..epubblù:a, ha dipi11to, con quattro pennellate di co– lore locale, una situazione tutt'altro che allegra, che non si limita soltanto al l\iezzogiorno. Non ho argomenti ra– gionevoli per dichiaral'rni più ottimi:::;ta: la càpitaie è cor– rnl-la e la na.zione infetta. La vita politica italiana,--è inquinata dalla ful'bi :r.ia e f1101·viata. dal provincialismo. Tutti fui-bi in Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Così le pat·ole che si diconO non hanno senso, i pi·ogramlni sono pezzi di carta, e gli accordi sol– tanto delle manovre tattiche; ma l'uonw che non è ini• ziato ai 1·iti delle ~egrete1·ie politiche non sa che pesci prendere: paventa l'imbroglio da tutte le pal'ti e si sente furbo come gli alti·i, se non abbocca all'amo e rimane lontano dai r.iti. I non iniziati sono pal'ecchi milionj e minacciano di i·addoppial'e. Adesso ci si è messo anche I<rnsciov a confondel'fl le ca1fe in tavola! E Ja paura cli Anire vaso di coccio tra due vasi di ferro moltiplica Je· tessern della democrnzia cristiana. mentre i partiti così detti laici si sono han1utati in pag~1ri e vivacchiano dentro la conchiglia crociata. L'intolleranza, intanto, fa il suo gi11oco e lancia la sua offensiva contro le basi cli sinistra: chi non è con noi è contrn cli noi. Chi non è con noi non trova llll lavoi-o. non ha un passaporto, 1ion riceve un Sussidio e così ~-ia. Tutte cose spiacevoli che alla lunga COl'l'Ompono l'anima ...,.suggei-iscono soluz-ioni altrettanto spiacevoli, a tutto danno della democrazia repubblicana. Ha. ragione Beniamino Finocchiaro: cominciamo su\:>ito a rimboccarci Je maniche e a mettere tlll po' d'ordine. E qnesto facciamolo tutti in bitti i settori, a costo di mettern tutta l'Italia sotto processo. Ma non basta! Non rjsolve nulla chi si mette a gridare dalla finestra, che i campi sono invasi dalle cavallette e il raccolto è in peri– colo. Bisogna che scenda in mezzo ai campi e si dia da fare con gli altri ;mimosi, per arginare in tutti i modi il pericolo. E a que8to punto sono meno pessimista dell'ami– co Finocchiaro. Il partito socialista ò un partito vecchio e anchilosato, i:na è un partito che accentra su di sé l'at– tenzion · · · · · · · · on ini:r.iati. E' un p~rtito c 10 1a una tradizione di democrazia alla quale le masse popolari fanno credito. In Italia non Si fa una politica socialista, senza le forze popolai-i! Basta vedere che cosa è diventata la riforma agraria sotta la guida del MSI e della DC! La polibca è sempre una scelta del meno peggio, che devo fare i conti con una situa7,ione di fatto · . · degli strume . . . o ulare ove tll'a orte il vento della corrn:1.10n_e,_del_compromesso, dell'intolleranza diabolica, e conere a1 npar\ con i mezzi a clisposi7.ione, senza troppe riserYe nlentali. La scelta, in questo senso, mi sembl'a facile. Non ho nessuna fiducia nelle formule ideologiche. imbottigliate nei progrnmmi dei pal'titi, ma ho fìduùia negl.i uomini di buona volontà e di buon senso che accettano una posi:r..ione di lotta, pel'ché la giu$1izia sociale non sia un mito e· la libertà non sia 11n'i!lu~ione. Ho fiducia negli uomini che la\"01·anO coi1 ~alari .inadeguati, consapevoli dei loro dil'itti e dei loro doveri. Non a caso i partiti cli sinistra hanno assunto J'anacl'Onistico compito di difendere- le libertà borghesi e sono gli unici disperati paladini della Costituzione. Fin quando questa esigenza si rivela e questo im– pegno è mantenuto, Unità popolare deve muoversi a sinistra per favorii·e quel processo dì deqrntazione che è gii1 in atto nell'estt·erna sinistra; per sollecitare nella via dell'autonorniE.1- il PSI; per aiutarn i pciguri laici a<l 1..1scir·eInori dalla conchiglia democristiana, comoda ma soffocante. Una, azione di c1·itica ed insieme di con– Neto impegnò, pel'ché la· critica sia costruttiva. I non ini:r.iati devono sapore che Malagocli difende -soltanto là li~ bertà cli t1·affìco della Oonfindnstria, e che la politica eco• nomica. della clemocrn:r.ia cristiana è assel'vita. agli inte• ressi dei gro.:isi complessi industriali. C'è tempo per con• vincerli che per votat"Jl contro la corru7.ionc e contl'O il conformismo, bisogna votare contro i partili di destra e i loro i11concl11clenti satelliti. Non a caso Don Zeno e Danilo Dolci hannO trovato aiuti e simpatia soprattutto ha le foi·ze di sinistra. Ma anohe lo schieramento cI•isi– nist:r·a. deve compiere ll suo processo di evohnione e ri• nunciare alla sua furbizia tattica e al suo provincialismo. Unità popola1·e non ha tempo da perdere: deve rima– nere nn movimento cli avanguardia (non un club cultn• rale !), capace cli asRumel'si Ren:r.a reticenze le responsabi– Jitù pubbliche che l'elettol'ato gli arfìda e, ne11o· stesso tempo, sen:r.a pl'ecostituite collusioni social-comuniste: con lol'O finché è possibile difendere insieme la giustizia e la democrazia, con chiarezza e con onestà; ma consape• vole che il suo compito è quello di sollecitare, a breve scaden:r.a, l'incontro delle forze socialiste: non un incon– tro sentimentale, concluso tra una bicd1ierata e l'altra nell'atmosfel'a della nostalgia unitaria, ma un incontro effettivo su concreti problemi politici. L'ho scritto altra. volta: non vorl'ei cone,·e il rischio di collaborare alla « sari1gatti;,;zBzione »· del l'lSl: .l'endedo autonomo, per ren– derlo inefficiente. Unità popolare ha in questo senso una gl'ande responsabilità, e il PSI ha bisogno della sua leale collaborazione, anche per evitare le secche dei fron · po– polai-i. Questa collabor-a:r.ione è possibile so o rima– nendo al di .fuori: giu~te d'intesa sì, fus· no. E d'alha. parte Unità popolare deve osserv · a frana che minac– cia. cli havolgere il centro, · a ad accettare le ereditù liberali, repubblicane . ·i~l-democrntiche che è possi- bile accettare. 17 P 1to unmenso da concretare nella • fatica deo- · · ~?ni. qti?t~diani, per denunciare un abuso, pe, · .re un mg1usb~1a, pei· difendere nn pl'incipio: -_ conquistare la fiducia dei nbn jniziati, stanchi ormai eh compromessi e di co1·1·uzion(!. BRUNA TALLURI

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