Nuova Repubblica - anno IV - n. 29 - 15 luglio 1956

4 clet<'nninare snlrinsieme della legge. Il problema è que– sto: l'ENl per adempiere ai suoi compiti ha necessiti\ di accre.-.;cere l'arninontare dei propri investimenti. Ha, quindi, bisogno di una dotazione ingente di capitali. L'a1·ticolo 34, così come è stato concepito, esclude che possa valersi dell'appol'to di CA.pitali da parte di privati. Dovrebbe provvedel'e lo Stato, mediante finanziamento obbligazionnrio. Questa è la tesi dei socialisti, dei co– munisti, dell'on. La Malfa e, per ragioni diametralmente opposte a quelle dei citati rA.ggrnpparnenti, delle destre e dell'on. Malagocli. I democristiani e i socialdemocratici sono invece dell'avviso che PENI possa attingere capitali dall'apporto dei privati, mediante la costituzione di so– cietà nelle quali questi ulti,ni siano però dominati dal– J'ENI stesso che, in qualsiasi caso, dovrebbe rappresen- tare la maggioranz.à azionaria. - S OFFERMIAMOCI a valutare le due tesi. Prima di tutto appare shano il connùbio involontario, sulla questione, fra desti-a e sinistra. E' dete1·minato da preoccupazioni opposte. La p,·ima ha il tirnore che si possà verificare un effettivo apporto di capitale autonomo che rafforzi, con– t1·0 il rnonopolio, l'ENI e la sua politica, provocando - ciò che sarebbe invero una novità per la nostra econo– mia ~ un capovolgimento dei criteri, di fatto in vigore, nella politica delle pal'tecipazioni miste. Le sinistre ri– tengono che, con trn apporto di capitali privati, l'ENI, p1·esto o tardi, finirebbe col cadere sotto il dominio dei grossi gn1ppi finanziari del cartello. .. La seconda tesi, quella dei socialdemocratici e dei clernocristiani, si basa sul fatto che lo Stato non può fi0stenere l'Ònere di Contribuire al fondo di dotazione del– l'Ente nazionale degli idrocarburi che, d'altro canto, per dìvenil'e un efficace strume11to della politica italiana del petrnlio, deve del pari divenire, piaccia o no, un gigan– te economico. La te~i delle destre si sa dove tende ed è fin troppo scoperta. Ogni commento è quindi superfluo. Le altre due sono enb·ambe serie. Non c'è dubbio che la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi non si possa fare che me– diante investimenti colossali. Come promuoverli? In li- 11ea di principio ci sembra~ che la soluzione del problema. dovrebbe ricercarsi nell'impostazione data dagli onorevoli La M11lfS: e Foa. In linea pratica - e solamente pra– tica - anche l'altra soluzione, quella della partecipazione dei privati, è accettabile e può agevolmente raggiungere lo scopo. Ma accogliendo quest'u)tima tesi non si può pre– scindere eia garanzie molto precise, affinchè il capitale privato non venga a, trasformarsi (in questo caso la legge non offre di per sé valide garanzie) in capitale monopo– listico, il quale, a. sua volta, ai fini degli interessi del monopolio, si avvalga del capitale dell'ENI che è pur se111p1·ecapitale dello Stato. In Italia ~e espel'ienze di siffatta natura non mancano. L'IRI è uno scottante e 1n·eoccupante « precedente» d,i capitale pubblico domi– nato dalla Confindustria. E se l'IRI non bastasse, altri esempi si possono· ricei•care nella Larderel10, sof!ol'!ata da <s: ~a Centrale», e nell'ESE, che tante spel'anze aveva su– scitato, nel primo dopoguerra, per una moderna indu– strializzazione della Sicilia, assetata di energia. Riteniamo che l'on. La Malfa, quando difende l'integrità. dell'arti– colo 34, non -sia mosso da ragioni di prinripio, ma pro– prio dal dubbio che la tutela della legge, a favore della maggiol'anza EN.[ in società miste, non valga a difen– dere le finalità anbmonopolistiche per le quali l'ENI è s0rto e si è affermato come serio esempio di• dirigismo economico. Secondo quanto apbiamo appreso negli ambienti par– Jarnentari, pare che si addivenga ad un compromesso fra 1c due tesi, nel senso che l'ENI, senza far ricorso al cRpitale privato, avrebbe la facoltà di « avvalersi anche della col– laborazione di imprese specializzate nella ricerca e nella coltivazione petrolifera:.. Il che l'appresenta un compro– mcss:o felice nella sua enunciazione (dà anche un' mi– Jlimo di garanzie il fatto che sia stato elaborato dalle sinistl'e) ma, a nosti·o avviso, potrebbe nascondere non po– che insidie, e, forse, anche più p1·eoccupanti di quelle che Ja tesi socialdemocratica e democristiana non nasconda, giacchò non ci vuol molto a capire che le aziende attrezzate per la ricerca e la coltivazione petrolife1·e saranno fatal– mente quelle del cartello. E' vero che ad esse non ver– i·cbbe riservata che una prestazione tecnica, ma quando si trntta di monopoli, si incomincia con la tecnica e poi non si sa dove si vada a finire. O lo si sa anche troppo bene .. GIULIO SANTORO Come it nostro collaboratore aveva previsto, la Camera 1w approvato it progetto governativo, con la stessa mag– gioranza delineatasi in sede di conimissione. L'art.< 34 è ~tato emendato nel senso di consentire aU'ENI di avvalersi det concorso di società specializzate · Ì,er ta ricerca. E' da augurarsi che t'Ente di Stato vorrà riservare anclie te pre– stazioni puramente , « tecniche » ad aziende non legate at «cartello» internazionale. Esistono, ad esempio, te compa. gnie americane così dette « grandi indipendenti», che di. .'>pongono largamente di mezzi e di esperienza; e, sempre sut mercato statunitense, ditte specializzate unicamente nella ricerca e disposte ad offrire al mi.gliore offerente i propri servigi. La nuova formulazione deH'art. 34 darà risultati positivi soltanto se l'ENI se ne avvarrà per svi– luppare ai massimo le proprie capacità di ricerca, in rela– zione ai compiti vastissimi che il ,Legislatore, molto oppor- tunamertte, ha inteso assegnargli. · (n d. r.) L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA GIÒRNALI E RIVISTE Direttore: Umberto Frugiuele Milano, Via G. Compagnoni 28 Corrìsp. Casella Postale 3549 Telegr. Ecostampa (119) nuova repubblica I LAVORO.E SIND.AC.ATI I SCIOPERO AGR:ICO L'agil~zione dei braccianti, sacrosanìa nelle ragioni che i'i.anno pro– vocata, è caduta però in un momento tatticamente poco opportuno a causa delle condizioni di disagio seguite all'ultimo terribile inverno dì FRANCO VER-RA S CRIVEVO la volta sco1:sa che si stava. assistendo _•<l un fatto insolito: la OlSL voleva ad ogni costo. che i brnccianti scendessero in sciopero, mentre la OOIL cercava di gettare acqua fresca sui bollori sinclacÉtli del– l'on. Pastore, al quale Bitossi rivolse, nel corso delle di– scus:sioni fra sindacati operài, questa domanda: « Ma come pensate, voi della C.IS~ , di far sciope~·are i lavoratori agri– coli dopo la crudele invernata eh.e hanno passato e che li ha costretti, per mesi e mesi, alla disoccupazione?». i\lla fine la CGIL che non avrebbe saputo recitare la parte df)Jla «crumira,, ha ceduto alle insistenze dell'organizzazione cattolica.. E' incominciata così l'agitazione dei c·onladini: braccianti, mondine e mezzadri. E dura, ormai, da due settimane. Che cosa v0gliono i braccianti? Il rinnovo dei contratti nazionali e provinciali scaduti, un congrno aumento degli assegni familiari e, nelle zone ove c'è, la continuazione dell'assistenza extra legem,, strappata con accordi partico– lari, nel '47 e nel '48, agli agrari. Vogliono, quindi, delle cose giustissime e sacrosante. D'altl'a parte, una categoria come quella bl'acciantìle, nelle sue rivendicazioni, no'n si sbosta mai dai motivi elementari dell'esistenza. I patti cli lavoro sono scaduti e, nelle more, gli agricoltori minac– ciano di rifare ovunque, a ritroso, il cammino sociale che, dalle lotte sjndacali del pl'Ìmo dopoguerra, sono stati co– stretti .a per901Te1·e. La tendenza a diffondere, an9he nelle regioni noto1·iamente più progredite, il· sistema del rap– porto ..di fatto, imponèndo 1a rinuncia alla libera contrat– tazione, non può legittimamente non preoccupare i sinda– cati, i q'uali, quando si verificano fenomeni di siffatta na– tura, non possono rimanere inerti. Gli assegni familiatì sono rirnasti al livello fissato nel– l'otto):ir/ del 1952,_mentr,. quelli ciel settore inclustriale, dfl' allol'a, sono notevolmente aumentati. Per il lavoi·atore agricolo sono ben poca cosa: 60 lire al giorno per ogni figli<:~1:a., sostengono gli agrari del fascistissiruo conte GaetàM:;· J'impl'esa non. può sostenere nuovi onori in ma– teria di contributi unificati. « L'àgricoltura è in crisi :i-, essi affermano, Ed è perfettamente vero, come è vel'O insieme che la politica della Confida non è volta ad elimi– narne le cause, ~a a trame profitto per chiedere che lo Stato tolga all'agricoltore i « troppo pressanti gravami so– ciali»: riduzione dell'imponibile, «alleggerimento» della scala mobile, sussidi. Ma la Confida si gual'da bene dal p1·omuovere un'azione che renda meno pesante .il prezzo d'uso della tena: la rendita Jo~diaria non si tocca! I grandi pl'Op1·ietari, che non. gestiscono l'impresa agricola, che non danno ad essa nessuna attività e ne1~suna preoccu– pazione, soffocano ogni iniziativa pri~1ata seria, compri– mono il tenol'e di vita delle masse bracciantili. La rendita fondiaria, quindi, deve essere ridimensionata, altro che la scala mobile o l'iniponibile ! E ancora che cosa fa la Con– fida per rendere strumenti efficaci dell'agricoltura, i grossi t!'llsts, come l'Ente Risi, la Fede1·conso1·zi, ecc.? Questi sono un cappio per ogni vera rinascita nella campagna, un cappio le cui estremità sono trattenute da mani, che, in Italia, siamo soliti veder conficcate in ogni faccenda: le mani abili del monopolio, che, per i concimi ed i trattori, passa dalla FIA~r e dalla Montecatini, a.ttra.verso i con– sorzi agra1·i. DI FRONTE alle cause profonde, strnttul'ali della crisi della nostra agricoltura, gli agra.i-i non trovano niente di più intelligente da fare (lhe rivolgersi alle vittime mag– gio1·i di quelle cause, alle vittime veramente innocenti: i contadini. Anche sull'assistenza extra legem, cioé quella che in caso di malattia viene data, secondo gli accordi stipulati nel recente passato, in aggiunta all'assistenza insufficiente _e inadeguata dell'INAM - agonizzante per un deficit co– lossale - grava la minaccia dell'eliminazione. Ecco quindi, le ragioni dello sciopero, ragioni giuste, ragiopi sacrosante. Ripetuto questo, perché non sorgano equivoci, dobbiamo dire che se la strategia di esso è esatta, assai più dubbia è 1a sua tattica. I braccianti, aveva ra– gione Bjtossi, hanno passato un inverno tremendo di stenti e di miseria. Per loro, la mietitura rappresentava, nono– stante tutto, la possibilità di accumulare un pd di fru– mento per l'invernata ventura, di guadagnare il grdzzo– Jetto tanto agognato. Lo ~ciopero 'è stato accolto, in gene- 1·ale, con freddezza, nelle venti provincie padane, ove è stato proclamato Rd oltranza; per di più è stato deciso un po' fuori stagione, poiché, pili opportunamente, per colpire l'agrario, avrebbe dovuto avere inizio ai primi di giugno. Cosicché non ha grnn concorso di partecipanti, si regge male, ed ha proYocato, ~e si fa ec('ezione per le risaie, pochi danni. Naturalmente, a sostenerne tutto il peso 01·ga– nizzati,·o, sono gli attivisti e i lavol'Stori della COIL, mentre la ClSL, scatQrn~ta la bufe!'a, è ota sonnecchiante e la UH. è attiva- e p1·esente solo in Romagna. La Confida che co::;a fa? Non cede! Si sente forte! An"-i, non nasconde di Yoler piegare i braccianti. Gli interventi di Vigorelli, di Colombo e dello stesso presidente del consiglio, rnossi da intendimenti cli since1·a ed onesta conciliazione, sono ca– dnti nel disinteresse degli ambienti della dirigenza agra1·ia, legati quest'a~no alla. <triplice» e, quindi, sostenuti. e spronati anche dagli industriali. Que.,,;ta è, obiettivamente, la situazione. Intanto l'on. Pastol'e s·è fatto prondere dall'esaurimento ne1·voso e Se n'è andato, per tre mesi 1 in Valsesia. Corre voce però che la malattia gli sia stata suggerita da Fanfani. L'on. Pa• store erodeva di poter fat· da solo: a,·eva incominciato a votare da isolato nel suo partito, ha voluto - forse per dimostrare alla DC Ja sua forza - lo sciopero dei brac– cianti, r;iustissimo e sacrosanto in teoria, quanto meno inopportuno - da un punto di vista delle possibilit1\ sin– dacRLi - in pratica. E dopo tanto spirito d'indipendenza pa.1·e che Fanfani gli abbia consigliato di farsi venire ... · l'esaurimento net'\"OSO. Fra tre mesi, si vedn\ se sarà gua– rito o se dovrà continuare ad essol'e «malato>. Quest'ul– tirna. ò un'ipotesi - ci si a.-;Sicma cht parte di amici Cislir:ii - non impl'obabile'. Unità Popolare. nei consigli comunali Diamo it terzo etenco dei consiglieri UP usciti dalle eie– zioni del 27 maggio. FERRARA .Antonio .Rinaldi Enea Piricolomini (inclip.) Bondeno Luciano Zambon Cento Antonio Zuppelleri (inclip.) Codigoro Ventul'ino Ventul'i11i Egidio Agnelli (indip.) Migliarino llloriano Sani LUCCA Ernefito Guidi RAVE'.'INA B-risiohella Giuseppe l">arini Faenza Alfredo Visani ROMA S. Anoelo Romano l\I.'lrio Dellaguzzi Giovanni Micolonghi Cius('ppc Candido Noaro ;\i'..ENEZJA Ceggili Giovanni,Gonella Concol'dia Sagittaria Giuseppe Flaborea. Mirano Gianci:u·lo Tonolo Renzo Tonalo Po1· toor-ua.ro Eugenio B ittolo-Bo1i Agosti no Codotto Aldo Naclalin iVlCENZA Valdagno Giuseppe 'Ace1·bi (indip.r Sergio Perin Giuseppe Zan?Lelli NEI CONSIGLI PROVINCIALI SlENA Giuseppe Bettalli

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