Nuova Repubblica - anno IV - n. 27 - 1 luglio 1956

6 DOPO I:L RAPPORTO IH I{UUSCIOV LERAGIONI DEL SOCIALISMO Riportare il socialismo al livello dell'individuo, del gruppo e dell'associa– zione è certo una fondamentale esigenza cli libertà ; ma occorre _insie– me ricercare il modo attraverso cui una concezione di socialismo libcrlario può conci,iarsi con le esigenze organizzative della produzione moderna di GIULIO ] - E DlSCUSSIONJ che si stanno svolgendo all'interno .J de_l movimento, ope~·aio italiano sul rapporto RTtt– sc1ov hanno un amp1ezz:i. ed una concretezza che non si ritrovano in a.ltri paesi. Mentre in l?rancia o in Inghil– terra si Sono avute dichfarazioni degli orga.ni Ufficiali comu– nisti o al massimo, p0lemiche, come quella recentemente suscitata da P. Hervé· sulle colonne di France-Observate1w, tra. ex-comunisti e comunisti ortodossi, in Italia c'è stata l'ampia. intervista di Togliatti a Nuovi argomenti, l'ultimo saggio di Nenni (sull'Ava.nti! del 24 giugno), mn, oltro a questi testi fondamentali, di<. :hian:i.zioni ed articoli dei due leaders discussioni negli orga. ni deliberati vi dei due pal'titi e sulla' stampa. E la r1rgione di questo è ovvia: in Italia )a sinistra non è solo il partito comunista, fiancheggiato da.i soliti gruppetti di « compagni di strada,, ma è anche un partito socialista, solidumente legato Alle masse. Un par– tito socialista che, nella sna tradizione e in parte dei suoi militanti e dei suoi quadri dirigenti è lo stesso partito so– cialista che aveva mantenuto. dal 1922, stretti rapporti con l'Internazionale comnnjsta, ~he aveva aderito all'Interna– zionale socia.lista quando questa accennava a spostarsi & sinistra, sotto la pres~ione del fascismo, che nell'esilio ?veva conchiuso il patto d'uniti~ d'azione con i comunisti, ma insieme polemizzato spesso con essi. Non è un caso che Nenni abbia ripubblicato sul n. 5 di Mondo opel'aio quattro articoli dedicati ai processi di 1\Iosca che erano apparsi la pri1na volta sul Nuovo Avant·i cli Parigi nel 5ettembre-ottobre 1938; non è un caso perché evidente– monte si è voluto mettere in evidenza la continuiti'~ di una tradiiione di cliFferenzinzione .ideologica che aveva potuto esse1·e messa in sorditH\, ma che non era rnni stata operta– ment.e sconfessata. Non c'è dubbio anche che una delle ragioni per le quali in Italia il dibattito non ~i è mantenuto sulle generali, m& ha toccato subito questioni molto scottanti, sia da ri– cercarsi nei prnblemi politici di urgente soluzione e nei nuovi dati che sono sul tappeto: ]e· elezioni amministra– tive, con il lieve regresso comunista ed il progresso socia– lista prima, le questioni concernenti la formazione delle giunte e una eventuale ci·isi di governo poi. E' un veto non politico, ma. ideologico quello che è opposto dal cosid– detto centro ad una collaborazione con i partiti di sini– stra i è quindi ovvio che questj si sentissel'O obbligati ad una. messa a punto su problemi di importanza essenziale: il rapporto Krusciov e, in relazione a questo, le loro ve– dute sul problema polit ic·o foncla;mentale: la conciliazione di uno stato socialista. con le libertà politiclw. E ' QUINDI intere~sante esaminare gli int~rventi di Nenni e cli 'l'ogliattj, metterne in eviden~a i punti di accordo e quelli di disaccordo; si può dire subito che di punti di accorcio ce n'è un6 solo: il riconoscimento che non è lecito spiegare tutto quello che è avvenuto nel– l'URSS dandone la colpa a Stalin ed a Beria; ma 1 da questa premessa. derivano diverse conseguenze: per To– gliatti « nono.Jto.nte gli e·rrori che commetteva,· Stalin aveva il conseruo di una grandissinia parte del paese, e prima di tutto dei su.oi quadri dirigenti ed a.nche delle ma.,se :to. I quadri del pa1-tito avevano accettato, durante il periodo di lotte interne seguito alla morte di Lenin, « tali modifica.zioni riel fimzionmnento del partito e dei suoi organi dirigenti, tale nu.ova /imz-ione degli. a.ppar(iti diretti dall' altO, per cu.i o non poterono più opJ)Or8iquando incominciarono a venire alfo luce l6 cose cattive, oppure non compresero nemmeno bene, all'inizio, che si trattasse di cose cattive». Per Nenni invece: .,: E' eviclent.e che le at·ragi rivelate da Kru.sciov involgOno responsabilità che furono non solo di Stalin, ma di tutto l'apparato direttivo. Il terrore, in condizioni di tempo e di luogo non giustifi– cate dalla necessitù, fu il prezzo pagato alla soppressione :di ogni vita democratica a,ffinterno del partito e dello -Stato>. E la scusa della impossibilità dell'opposizione non è presa molto sul serio: < Niun dubbio - egli continua - · che i fatti citat,i du Knutciov ... dovettero mettere i membri i dell'Ufficio volitico in una s·itua,zione ·molto difficile. Ma erano al loro posto cli 1·esponsabilità propri.o per questo, propr·io per far fronte· alle s1'.tuaz\-Onid-i:ffec.ili! >. Di qui derivano -gi~dizi assai confraSt8nti sulle ragiOni degli ultimi avvenimenti. Per TogHatt.i si tratta di una manifestazione di quella sostanziale Hpertà cho nell'Unione ~ovietica, mnlgrndo le degenerazioni, poliziesche, non sa– rebbe mai venuta meno, pe.r Nenni invece « tutto il p1·0- blema della società so-vietfra ( ...) si 'riduce alla es-igenza . della sua dernocr(itizzazione interna,' della circo'lazio"ne 1 delle idee, 'in un(, parola della libe1·tà politica (...) tma es-igenza che finalmente erompe incontenibile ». Il discorso diventa ancora più interessante quando si passa, dalle interpretazjoni generali 1 a indicare quale è 1a forma. di organizza:r.ione che si considera pili confa .. cente alla società. italiana. Togliatti, nell'intervista con .. cessa a Nuovi Argomenti, non dice nulla di ,preciso; men– tre è molto es~licito nella. relazione al CC del 24 giugno: SESTINI « A·mmettimno senza difficoltà, che i-n tm<, società dovt a♦ co8truiice il soca-0.lismo possano esserci diversi pMtiti, di cu·i alcuni collaborino a questa costruzione>. (Si noti l'alctmi, che ammette la presenza di partiti di opposi– zione). Ma. non indica invece i lineamenti generali del– l'organizzazione dello stato socialista. Nennj invee& - e questo è il punto più interessante del suo saggio - ac– cenna esplicit..:unente ad un socialismo che si Potrebbe definire libe1·tario: « Le riforme e i cmnbia·m,enti che i so– ci(llisti vogliono introdurre nello .Jtato e riella pubblica ammini.,trazione vanno nella di-l'ezione non già. del capi~ tali8mo atatale, ma del decentmmento amniinistrativo e dello sviluppo delle forme modenie d·i deniocrazia diret"ta e di democra.;:iu econmnica,, già entrate embrionalmente ' nelln fabbrica e nel villagaio e che sono fattori di libertà per l'indii.-idiw, per i gruppi socfrilisti, per la collettività n(lZionale >. E ciò che dà concretezza e -senso a ql_1esto programma è che esso non è stato ·inventato all'ultimo momento 1 né è una rimasticatura. di 1·11oghicomuni della socialdemo– crazia tradizionale; è invece il risultato delle elabora– zioni dottl'inali dei socialisti cli sinistra russi e tedeschi, svolte nel Yentennio 1918-1938, per correggere sia le espe– rienze negative dello stato centl'alizzato di tipo russo che l'impotenza della socialdemoc;·azia. occidentale. Oiù nel 19If,I Martov, in u1rn serie cli atticoli apparsi sulla ri– vista ftfysl di K1.ukov (e ripubblicnti, in traduzione fran– cese, nel 1934) chiedevi:\ che i Soviet, cioè i consigli degli operai, dei contadini e dei soldati, riacquistassero quel potere deliberntivo ed esecutivo che era stato confiscato dal partito bolsceyico. E ,·ecleva in questo, cioè in un co– munismo delle associazioni invece che in un comunjsmo di stato, secondo una fot·mula di V. Sel'ge, la salvezza della rivolm:ione cli ottobre dalle degenerazioni but'ocrntiche e poliziesche. Ed una « autoarnministl'azione :s, del prole– tariato esigevano anche i socialisti di sinistra tedeschi (ha~ta 11itare il Demol.:mtie tind So::.ialisnius, Amsterdam, 1938, di Arthur Rosenberg) ; ed infine non è inutile ri– cordate che in Jugoslavia si è riformato lo stato socia– lista. pì·oprio su questi fonclanwnti. e' E' PERO' un punto che nel saggio di Nenni andrehbe chiarito: cnme si effettuerà il t'rapasso dalla attuale forn1a di sor·ietù alla società socialista. cbo egli vagheggia! ] I problema non è di lana caprina pel'Ché dalla sua risolu– zione dipende la forma cli organizzazione che il movi– mento democrntico e socialista si darà .nei prossirni anni, e tutta la sua politica. Nenni ha rscritto che « Nella stessa poleniict, sui vergognosi fatti denunziati nelfo relazione seareta d·i /(. c'è 1m.(t indièa-zione àl movimento operaio a po1·si sen.z.a rù,erve sul piOlr/o della lotta democratica e socinlù,t(i, nulla cedendo delle sue fina.lità ed inipegnan– dosi o./mido verché le tl'asformazioni che sono necessm·ie avvengano riella dernocmzio e nel consenso,. Questa af– feJ'mazìone è importante, ma risolve solo un aspetto della questione; l'altro si potl'ebbe. formulare in questi termini: fuori delle .,:(o.-me embrionali> della fabbrica e del vil– laggio cofne si potranno orgnnizzare fin d'ora le forze de– mocratiche e socialiste? li partito non è evidentemente sufficiente: sia perché è nnn organizzazione politica, e non può essere quindi l'orgimizznziono delle forze pro– dntti,·e in quanto tali; sia perthé si è ripetutamente vi– sto che la burocra;,;ia di partito, qualora diventi troppo importante, può gioccll'e brutti scherzi; ma sarebbe pure ingenuo pensare che la soluzfone sin da ricercarsi ,in una sorta di confederazione di liberi comun·i: adesso q~1esto favo1ùebbe solamente oppot-tunismi di tipo -eorporat.ivo, e, dopo la presa del potere, porterebbe ad un caos econo– mico; l'organizzazione dell!l produzionè ha le sne esi– genze1 alle quali nessuno· stato, capitali'3ta o comunista~ può sottrarsi, e un decentnunento troppo affrettato può buttare tutto per aria, e rendere indispensabile una rigida dittatura. per ristabilire .condizjoni possibi,li di vita e di lavoro (che è in fondo quello che è successo in Russia tra il IDIS ed il 1928). Intendiamoci, non vorremmo aver l'aria di ·rimprp– verare a Pietro Nenni di non essersi occupato di questo problema i egli ha scritto nn lungo articolo, ina non un trattatò _nel quale tutte le· possibili questioni fossero esa– minate. Ha. anzi il merito di nvor detto chiaramente, con· l'autorità che gli de.riva dall'essere segretal'io del PSI, che sono necessarie nuove forme di azione del movimento operaio, più aderenti a.Ila si~uuzione e ai tempi. Ma ci è sembrato utile accennare a quel problema, che deve essero discusso e risolto al pili ph,sto, in senso negativo, o in senso affermativo, indicando allora le mÒdalità pratiche di realizzazione. Ed oltre a queste questioni ce ne .sono altre pili stret_– tamente politiche. Il PCI è in pieno movimento, e dallo discussioni cho prec0deranno il congresso e dal congresso stesso potranno uscire inclicazioni molto interessanti; ma· non ci si pt!ò aspettare che i di-fetti, cfonunzia:ti da P.aietta (117) nuova repubblica e da Toglit\lti, cli caporalismo, settari::imo, o bl1rocrati– cisrno scompaiano da un mese a.ll 'a\tro. E, per quanto ri– guarda il PSI, gli articoli di Nenni non possono bastare & risolvere i problemi di un partito che ha avuto un note– vole incremento èlettorale, ma che ha deficienza di quadri, un reclutamento di giovani molto limitato ed il Clli appa– rato soffre -in molti luoghi degli stessi difetti dell'a.ppa– r-alo comunista. l I movimento ope.raio italiano, per affrontare o Tisol– vere tutto quel complesso cli problemi ideologicì, orga– nizzativi e poliLici, che Sono stati sollevati in apparenza dal cong.resso di l\:1osca e dal rapporto Rrnsciov, ma cho • in verità sta.vano maturando nei fatti o nelle coscienze, dovi:l\ fare uno sforzo quasi sovrumano; se non riu"sciril, la pagherà m olfo car amente, e con lui tutto il set.toro de– mocratico del nost.ro paese. Q UI APPARE di nuovo l'importunza determin1.1nte, di gran lunga superiore alla sua consistenza numerica, di un movimento come il nostro, del movim"ento cli UP. E a questo proposito va subito detto che vanno la.sciate ca– dere le formule che qualche compagno ha usato durante gli ultimi mesi, del tipo di quella che noi < condizione– remmo il PSI a destra >. Insistervi vuol dire non veder& pjà in là del proprio. naso, yuol dire non capire che sono in gioco cose molto più grosse di un consiglio comunft.1& o persino di un governo. Ci siamo battuti fin. dalla nostra costituzione per un pili lsrgo schieramento democratico o socialista, che of– rrisse una reale e democratica alternativa di governo. I fatti ci ha.nno dato ragione, perché le vittorie del 7 giu– gno 1953 e del 27 maggio 105G sono state un elemento determinante nell'impedire cho il movimento operaio si rinchiudesse in se stesso sotto la pressione dei governi reazionari, della triplice padronale e della triplice Fan– fani-Malagodi-Saragat. Bisogna continuare coraggiosa .. mente su questa strada: C'i siamo resi conto, tutti, della la,·ga simpatia popolare dalla quale il nostro movimento ed i nostri uomini sono stati accompagnati, e che si è manifestata nei voti pi·eferenziali, molti dei quali veni– vano, certo, non da nost.ri elettori del 1953, ma da elet ~ tori socialisti, che s ono stat i attribuiti ai nostri candida.ti. Di fronte al ricatto dei pal'titi. governativi dobbiamo riaf– fermare clìe ci sentiamo legati come non niai alle sort.i del movimento operaio, dobbiamo .partecipare alle di– scussioni che si svolgono nei _due grandi partiti di sini– stra, propone eventualmente temi e problemi che' non sono stati posti dai loro organi direttivi, non per lo stn– pido gusto di mettere qualcuno in imbarazzo, ma per allargare ed approfondire il dibattito. Questa. è l'unica strada. per rafforzare il nostro movimento, la cni auto– nomia organizzativa non va evidentemente messa in cllusn. E su questa base dovremo invitare le forzo della sini– stra italia·na, non ol'ganizzate nei partiti di massa, nd nn dibattito ~ulla situazione e sul futuro politico del no– stro paese. Su questi temi tutti gli aderenti ad Ur aspettano unl:i chiara l'ispostn dal Comitilto centra·le. N o· V I T À Economisti di Puglia di GIOVANNI CARANO DONVITO Presentazione di UMBERTO ZANOTTI BIANCO In questo volume. che viene pubblicato per dcsJdc– rio della vedova e dei discepoli, rA. desiderava of– frire ai suoi allievi un quadro dell'opera scienliftca svolta da tutti gli economisti della sua Puglia. Questo quadro è rimasto incompleto: stanco e ma– lato negli ultimi giorni della sua vita. di alcuni di questi economisti, come ad esempio Nicolò Losavio, J' A. non ha tracciat~. che lo schema del capitolo da sviluppare: di altrii e tra i maggiori, come Antonio Dc Viti-De Marco, ha appuntato solo il nome. Il volume tuttavia, è cosi ricco d'infonnazioni e di c~tazioni' sui vari economisti studiati - a comin– ciare dai grandi Ferdinando Galiani, Giuseppe Pal– mierl, Filippo Briganti. ecc. - che siamo sicuri verrà ;.ccolto con memore affetto da quanti han– no aegulto l'Uomo che per éarattere e Jucidltà di insegm1mento ha altamente onorato il suo Paese. * « COLLEZIONE MERIDIONALE "'"· n. 21 Pagg. IV--160'- L. 3000 FIIUO:NZt: LA NUOVA ITALIA EDITRICE QUADERNI DI UOVA REPUBBLIC Imminente: 6) Autonomia slndcntcsca

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