Nuova Repubblica - anno IV - n. 27 - 1 luglio 1956

(117) nuova repubblica (Di3. di Dino Bo,chi) I Catoni con le code di paglia UNA NUOVA IUVISTA: "OPINIONE,, SINIS1~RA APERTA H. A VJ.STO 1·ccolllcmenle la luce a Bologna, dopo lunga ge,:;bzio!1e, la rivista Opinione, mensile dì politica e cultura.: il p1·ogramma dell'iniziativa è quello di un contributo alla dì~cussione sulle forme or– ~ani~zative e sui compiti della. cultura marxista nel– l'attuale momento. li numc1·0 J., a parte qualche saggio 'c1·itico in chiave marxista su argolllenti di culttua (A. Guidl1ccì, L'ulti111o~lO,_ll teq:,_· fro ittilio-no deJ- dopoguerra; Nemi D'Agostino, L'Ame– rica di Simone de /Jea1ivoir; A. Pescarini, Lo fùJica so– t:it::tica), è per il resto occupato dalle discussioni ed cnuncinzioni redazion!)..li sn nuove prospettive della cul– tura di sinistrn e sul problen1a dei suoi rapporti con la JJOlitica e i pa1titi. l L manifesto pl'Ognunmatìco indicato da tale discus– sione-enunciaz.ione conisponde indubl;>iamente all'esigenza di rinnovamento, p1·oposta dal disgelo, e alla consapevo– lm~za, che si fa strada, della attualità di un pili attivo e cornggioso atteggiamento dei quadri politici e intellet– tuali della sinistra italiana, che voglia., corne osServa Pan– Y.ieri, « procedel'e alla demolizione di ogni interna ,, ideo– logia.", restituire l'aziono compiutamente alla Yèrace dia– Jettica critica, spezzal'e tutti gli schemi cristallizzati>. Jt significalo positivo di simili iniziative è indubbio: ci sernbra tuttavia opportuno e dove1·oso esprimer·e il nostro punto di vista Cl'itico sui modi in cui que,sta si è configurata, se non altro per propol're quelle che ci fJaiono ptospettive più valide della. cultura di sinistra, proprio quali strumenti più' efficienti, i·isposte pili ·ade– guate all'urgenza. de!Fora. L'autocritica in seno all'ideo– .logia., inf,1tti, che il disgelo e la destalinizzazione hanno recato nel mondo delrintellettualità marxista, non ci semb1·a essere altro che un importante presupposto al çompito che è chiamata .ad as:;olvere la cultura di si– ni~tra e socialista: ci pare che sia nelle cose un'esigenza sempre più chiaramente espressa, per cui la politica. e fa cultu1·a socialiste rispondano alla richiesta, ben pil1 che di un'impegnativa acqui~i:;,,ione di responsabilità de– mocratiche o della consapevolezza. della necessaria lega- 1it.\ dei mezzi, di affrontarn e di propone la soluzione dei problemi ape1·ti nella socieU~ italiana. Per tA.le ragione. riteniamo urgente che l'intellettua– Jit:). di sinistra. non si limiti a quella prospettiva intro-. versa, ancora. eccessivarne_nte legata alla dottl'ina, ai testi, ai principi, ai classici, atteggiAmento che nel prossimo r11turo, con tutte le sue espressioni autocritiche e di au– dacia inventiva, vedremo fiorire in un pullulare di con– Simili iniziative; voncmmo che essa, al di là dei circoli e delle disquisizioni nncora tl'Oppo, per i più, estranee e<l esoteriche, si aprisse alla voce e all'esperienza del «laico:, nel significato più ampio ed •origina1·io del ter– mine, nel !'endersi permeabile all'espressione di più ampi settori, sociali e culturali, nel confronto con tradizioni ed jdeol<>gie progressive extramarxistiche, si ispirino "esse a Cattaneo, a Gobetti o a Dewey, a motivi di tradizione :religio~a- e cristi8.na. Crediamo che• solo un atteggiamento Clmi.:;imile-. sia. in grado di va}od~za,·e più ampiamente i motivi etjci della. tradizione socialista, Ja stessa ideolo– gia di classe, nel suo significato operante e non meta– fi.<.:ico,Ja sua. capacitù di attl'azione nella sua coerenza ai motivi di. una situo.zione conc1·eta, nel suo stesso va– J'ore liberale e liberante. Solo questa apertura dell'ideo– J'egia socialista, fuori d'ogni pericolo di adulte,·azione o di tradimento, ma senza i «complessi> legati al timore di- tale eventualità,. pensiamo possa costituire il punto basilare per l'uscita del socialismo dal pericolo delle sec• chO, per l'assunzione di compiti cli direzione, cui le con– lfo,,ioni storiche lo chiamano, nel la coel'enza con lu sua vocazione cli sensibilità storica. · Se ci 1·iferiamo a quelle che considetiamo le enu1lcia– zioni più impo1·tanti e più nuove, fra quante compaiono nella nuova rivista, ci sembra di ::;corgel'e in esse il punto dì partenza per un 1:1tteggiainento che si faccia parte– cipe delle esigenze da noi proposte: così quando I,an• zierìosserva Che « il coraggio cli guardare a fondo nella ~ilrn,zione, 1 la forza di condurre avanti obietti,·amente, plll' sotto il Forsennato attacco nv,·e!'sario, l'esame. della propria situa~<;>ne e delle p1·opi-ie prospetl.i,·e, la piena a~sunz.ione, i:~on.1ma, in termini nwral-i e politici delle responsabiliti\ attualj, condizionano l'efficacia e le possi• bilità di affermaziòne delle sinjst1·e »; così ancora quando Uuiducci sì fa banditore di una « sociologia organica>, mirante a un'c: autentica partecipazione della. grande mag• giorunza della popolazione alla ricerca» per r·eali7,za1·e « la possibiliti\ (da studiarsi con estrema cautela, s'in– tende) di un rapporto moderno di attivitll., di pianifica– ;,.ione clemocrntica, di scientifidtà (e non cli semplice ade– sione psicologico-mOl'ale o fiduciaria) fra gruppo dire- zioni=de e base >. · Ma i motivi che ci paiono pili vicÌi,i alla preoccupa– zione che sentiamo pl'Ofondamente, sono quelli che troviamo nello scritto di I'i:i.zomo, pet· una sociologia scienza, « che sia dialogo al tempo stesso che rice1·ca, che sia aUiviz- 7,azione di tutte quelle zone umane con cui entri in con– tatto, che sia aperta ad ogni osser,·az..ione, ad ogni ve- 1·ifica, ad ogni conclusione imprew•dibilè, ma pur non sia il neutro, ·meccanico procedel'e di calcolatori a schede pedorate >. li Pizzorno pone il compito agli intellet– tuali italiani « di entrare in dialogo con tutta la. cultura non intellettuale », perché oggetto di una nuova socio– logia ~iàno fatti « quegli atteggiamenti deWnomo, che si situano fra. la società politica e la societù civile, fra la vita pubblica. e lA vita privata, fra la pa1-tecipazione e l'isolamento.·.. quegli atteggiamenti e quei valori in– somma che fanno s1 che la vita politica sia diserta.t3, che il potere e la compl'ensione di essa siano delegati con scetticismo, chl gli interessi che sembrerebbero più es.ig~ nti vengano trascu1·ati ». . - Se al limite tale esigenza può sbocNu·e nel mito di nna: politicità comunitaria., non possiamo non condivi• dori.a in quanto proponga un atteggiamento cultura-le 4' che voglia. illwninarBi al momento stesso che illmnina >, - che non si limiti al dialogo fra i già arrivati o anche ai soli quadri del mondo politico e ai « n01Yli» della. cul– turn, ma che si cimenti, su un J)iano di apel'ta collabo– razione coi giovani e coi non qual·ificati della politica. e della cultura, si per o,·ientarli, ma nello stesso tempo meglio orientandosi, superandosi solo in tale modo il pe– ricolo del dottrinarismo. Una cultura modema e coei·ente pensiamo si costituisca nella. consapevolezza. e nella re– sponsabilib\ di una- sua concreta politicitll., ma altresi nella salvaguardia da ogni chiusura al concreto umano, una. cultura. che, come dice Pizzorno, si costituisca in un'ideologia., «: che voglia riconoscere la realtà nell'impe– gnarsi di trasformarla, e che accetti senza fine i valori che essa propone ». Non nuovi disco,·sì chiediamo ad iniziative come Opi– n-ione, ma un atteggiamento coel'Cnte che, invece di 1·ipc– tersi nelle denunce e negli enunciati, si faccia ricercatore e promotore di iniziative e strumenti pratici conseguenti ad essi. · VITTORIO TELMON. 7 * B I B L I Ù 'l'E V A * IPOClUTA 1945 ·I-, REDTAMO non -~eb~)8.~ervfre 1-1gl_i esclusivi interessi \..J della cronaç,_a hnd1ca,,;ione che Ipocrita 1949 di Ce. sare Zavattini (Milano, Hornpiani, 1955) vide luce, sotto forma di anticipazione, nel I !)54 nella serie dei « Pro– sat9r,i » del « Pesce d'oro» con i I titolo di Ipocrita 1950. Qualche ragione fu certo alla bàse del ritiro del volumetto edito da Scheiwiller e alla base dellà sua retrodatazione. E .~I motivo, a n9stro a.vvh:;o, non va _t.anto (o non soltanto)_ cercato nel fatto che la stesurn delle pagine dell'Ipocrita ri– sale agli aniù tra il H)40, '43 e '47 (e anche per ciò solo il ·nuovo titolo »vrebbe la sna. piona e legittima giustifica– zione), quanto n61 fatto che per Zavattini il 1943 segna una data fondamentale nella storia italiana e nella storia. di ciascuno di noi. Quell'anno, in definitiva, sancisce la. fine 1 la morte doll'ipocrisia. Chiarito ciò, va delto subito d1e questo libro ha un ,·alore capitale nella stessa ca niel'a dello scrittore, se è vero - come è vero - che dopo il 1943 abbia.mò assi– r-i,tito a.Ila nascita d'un «nuovo~ 7.avattini: lo ZavatOni, tanto per addurre un esempio probante, di Un paese (Einaudi, To1·ino, 1955), libro che in poche mobilissime e sbalorditive pagine offre la misura e l'immagine precise della sua temperie umana e letteraria. Anzi, fra Ipocrita 1943 e Un paese giove1·à st~bilii-e senz'altro un confronto, per dedume che il primo costituisce l'atto di morte del– rasocialità, laddove il secondo hn. tutte le carte in perfetta .regola per documentare nel modo più fermo e più alto ]a nascita della soc_ialità zavattiniana (e il discorso, qui, si limita allo scrittore; non investe minimaniente l'uomo di cinema). L'lvoc-rita, insomma, è da porre subito dopo i 'l're libri dell'anteguerra (« l'arliamo tanto di me>, « I poveri sono matti:,, « lo ~ono il diavolo:,), e non SOitanto agli effetti della Cl'onologìa: chè lJlocrita 1949 è il termino estremo dell'esperienza «individualista» di Za.vattini, se~ gna di essa il punto clefiniti\'o di chiusur·a. E' perciò che queste pagine vanno riguardate come il libro fondamenta1e, forRe, dello sc1·ittore emiliano. Esaminiamolo, dunque, que;.;to Tpocrita 1949. E' la. con– fessione (una. confessione persino spietata, lucidissima nel suo affanno) d'un uomo che li;\ etetto come un altare a se stesso e non conosce alt-ernative al proprio« io> (« Non pal'lerei che di me che di rne cho cli me»: pag. 13; « Nella pl'ima stazione si conte1npla 111e,nolla seconda stazione sl contempla me, nella te,·za stilzfone si contempla me»: pag. 65). che non pone neppure dialetticamente la presenza d'un «non-io:, per riusci me vincitore e così affermare ]a, J)l'Opria individualitll., che è aprior·istica, condizione dell,i sua na.tm· a. Siamo· di fronte a un personaggio che del proprio « io» fa il C('ntro dell'universo, tesse l'apo1ogia dell'« io» sino a sfidare lddio, t1•ntarlo, cercare di muo– verlo dalla sua sorditù, ( Una po~i,,.ione rovesciata, insom– ma, e che ....:... è persino :-:;upPrf-1110 dirlo - si risolve in una condanna dell'uomo: non clell'1101110 in sè, si badi bene: 111adell'uomo idolatra di sé, del!'« ipocrita»; perché Dio, appnrentemente non-buono con l'uomo, Yuol trarre le crea– lu1·e fuori della « bontù » e delr« innocenza.> egocentrica, 1:endere attiva e opel'ante lo bonth umana. Ed è, quest~ di Zavattini, ci sembra, una qnanto mui pl'Ofonda e stimoJanto religiosità: ché dalla fustigazione d'un tipo di umanità nasce, per contrnpposto, una forma di solidarietà e d'amore che non può non richiamare le parole indirizzate da Edoardo Persico a Dino Canone nell\anunonimento che « andare incontro agli uomini non può essere né errore né peccato»). Questo libro è la liquidazione, dunque, d'una mentalità solipsistica. e d'una g1·etl11-posizione spfritua]e: e, insieme. il processo a un'etù e a una condi7<ione politico-sociale. Ma c'è un altro aspetto Che di Tpocrita 1943 non va sottaciuto: l'impegno dello stile cli Zavattini, l'esempio della sua scr·ittura. Quanto nelle lre prove dell'anteguerra. era. un puro gioco dell'intelligenza, un'abile e ben calcolata previditura linguistica., qui cede .il pa1$SO a una prosa. tutta fratture, in cui il gusto dell'arcaico si cela. dietro Ja « species > d'una modeJ"nitù che si dirnbbe d'avanguardia. e che è invece la fedele iiradu:,,.ione sulla pagina. d'un inte– riore stato d'inequietudine e cli repulsa. Repulsa per un personaggio ·che s'è staccato da Zavattini, cbe si allontana da noi, per proporci la contromisura dell'uomo nuovo d'un nuovo tempo: jt « tempo d'uomo:,, appunto, del post-1943. DINO MENICIIINI LA CINA D'OGGI NUMERO STRAORDINARIO FUORI SERIE DE .. IL PONTE» nl PAGG. 12s - 100 TAv. r. t. E ILLUSTRAZIONI NEL TE– STO RIPRODUCENTI DISE– GNI DI ERNESTO TRECCANI Prezzo ài vendita al J)ttbblico: L. 2.700 C011dizioni special-i agi-i abbonati di t1 Nuova Repubblica» •

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