Nuova Repubblica - anno IV - n. 27 - 1 luglio 1956

Comitato direttivo: TRISTANO COOIGNOLA (direttore, iesp-:)". PIERO CALEFFI,FERRUCCIOP~RR1, PAOLO-VIT-TORELLI. Segr. d'i. "redazione, GIU~EPPE FAVATI. Oirez.' _e !edaz.: Firenze; __ Pi_azia libertà 15, tel. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, tef. 483-20718. Autoriz. ·Trib. Firenzi, del· 30 dice'mbte 1952. Print•d in ft•ly, St. Tij:i, 0 de «La Nazione», Firenze, Vi~ Ricasoli 8. 117 • ANNO IV • N. 27 ED ORA? . di TRISTANO CODIGNOLA- A LLA FINE di questa settimana Unilù. popolare terrà. il suo Comitato Centrale ,--- allargalo ai consiglieri eletti e ai delegati di gnippo - per fare il punto <l"'I lavoro svolto fin qui dal .Movimento e pet· discuterne le pro~pettive avvenire. ·11 bilancio della nostra azione può 1·itonersi 1 nel com– ple,.i:-w,soddiSfacente. Co,ne nel 1953 ingaggiammo la bat– taglia pe1' portare sullo schiernmento di sinistra quel tanto cli fot·ze democratiche che sarebbero riuscite decisive in quelht memoranda vittoria, così nel 1956 abbiamo tempe– sLivttrnente identificato il punto sul quale l'azione di Unità popolare avrebbe dovuto r-oncentrarsi, e gli avvenimenti poljtici seguiti in questi mesi ci banno dato 1·agione. At– tnwer$O un dibattito aperto da questo giornale, e poi at– t r·aver~o nna paziente azione politica, abbiarno portato fol'z.e crescenti a riconoE:cer·e che il problema di un nuovo schier·>unento, capace cli dare .efficace iniziativa e maggior t<wreno cli espansione alla sinistra democratica italiana, noh !'ii risolv<:va né sul piano del frazionismo socialista né su quello astr·attamente democratico, ma soltanto attra– vf'1•:-10 una larga intesa ed una effettiva convergenza poli– ti<·a frn i utti i soci.:dj-:ti e tutti i demooratici, fttcendo pemo so quel partito che per la sua tradizione e la sua forza co,;tituiva necessariamente il punto' focale di questa ope-· rnzione. Ricorderemo che si dovettero superare tre ordini cli pregiudizi, e quindi di ostilità:_ il pl'imo ·rignal'dava. l'atteggiamento di molti socialisti dispersi, fubri del 'PSI 'e del l?SDI, orientati piuttosto verso una terza formazione -so1..:ialista., e comunque contrari a quell'alla.rgamento pro– _spettico verso Je forze democratiche· di sinistra non socia– Ji,.;te da noi vivamente auspicato; il secondo consisteva in ·un ce1·to « complesso di supe1·iorità » di rnolti demOcratici italiani, persuasi (per la. latente crisi ideologica ch'essi •esattamente avvel'tivano in profondità nel tradizionale _mo~clo socia.lista) di potet· fare da sé, di avere la possibilità di presentare una propria alternativa distìnta e diversa da quella del socialismo (questo ostacolo si aggravò al, mo– n1ento in cui una minoranza usciva dal partito liberale .e, Don 1-1.bbastanza cosciente dei termini reali del processo dì :riqualificazione politica in atto, si affrettava a. costituire un 1l11ovo partito, il partilo radicale); il ter,:;o s'identificava piuttosto col diffuso scetticismo, spesso anche nelle nostre •file, circa l'effettiva volontà, e quindi la capacità, del PSI, ·di uscire dalle secche di una politica angusta e senza, ri– lievo e di porre coraggiosamente le premesse politiche ed ideologiche necessarie ad una sua rinnovata iniziativa, condizione per farne lo strumento essenziale del nuovo ·schieramento. Ci sembra di poter dire oggi che, nonostante inevitabili incertezze ed errori anche da parte nostra, la linea da noi seguita si.a stata giusta. Ci occorreva la 1·iprova 1 la grande ripJ'ova costituita dal giudizio del corpo elettorale. Essa è vonutn ancor· più nitida e precisa di quanto fossè possibile sperare. La. realtà stessa dell'evoluzione politica dal set– tembre dello scorso anno alle eleiioni amministrative s'in– ctu·icq intanto di eliminare pregiudizia'lmente ogni residuo cli « tei·zaforzismo socialista:,_ Il gruppo dell'USI, che ne era stato in passato il banditore, si trovò ad un certo punto di fronte ad una scelta obbJigata, fra i due partiti ·soC'iali;.;ta e socialdemocratico: Ja scelta fu fatta, dalla .rnaggioranza, nel senso che ci parve giusto; ma il fatto stesso cli dover scegli(;l1·e e cli non essere in grndo di fare una campagna elettorale non dico autonoma ma neanche ·prospetticamente distinta da quella del PSI, era la prova ·che le esigenze autonomistiche, sul tel'reno prettament'e socialista, espresse da questo gruppo stavano perdendo una propria distinta ragione di essere via via che venivano fotte proprie, sia pme in forme e limiti diversi, dallo stesSo 'p»rtito socialista·. Per la prima volta, dal '4 7 in poi, si liq11idava nei fatti la posizione e l'aspirazione del « vero pu1·tito socialista~, del pal'tito socialista autonomo fra i .socialisti_« sovietizzanti :t e i socialisti « clericalizzanti », po~i:1,ioneed aspirazione che erano state alla base un tempo del PSU. La distensione internazionale, i nuovi orienta– nwnti ,·ia via più espli<:iti della politica russa, e la cre– scente assunzione di responsabilità prop,•ìe da parte del P8.C (anche se non se,npre del tutto esplicita) contribui– vano ovviamente a vanificare qne~ta posizione polemica, filc('ndola rientrare enlro l'ambito della o clolle organizza.– r.ioni sociaLlste già in atto. S A · ·Un numero L. .CO. Estero L. so'. Un numero arretrato l. SO. « Nuova Repubblica• è settimanale politico e di-cuh.... e• •ncha AbOOnamentir annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con· decreto trim. L. ~50. Ester0: L, 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.000. n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni im- C/C post. 5/6261, «la Nuova ltallu, Fiienze. Gli abbonamenti de- che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi• tutti I Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a nlstrazione. Tal'iffa ! L. l 5.000 ·per Inserzioni di mm. 7_0_o_e_,c_o_lo_n_n,_. _ _ ch_;u_n-'q_u,_n_e_f_,_cc_;,_,;_,h_;e_s_ta_. _S'--p'-ed ;,_,_;_n ..;;•..;.bb;;,;o;..n..;.•m..;;;... ::cPO:..:':..:" c.:'•c...G;:;,r;,;, • .;c."·, ESCE LA DOMENICA 1 LUGLIO 1956 - L. 40 (Dis. di Dino Boschi) Una politica per le Giunte difficili Il secondo ostacolo si presentò, sotto certi aspetti, come ancor più pericoloso. Ricordiamo che Unità popolare era. nata. dall'affermazione della necessità di determinare Ùn ampliamento stabile e non puramente tattico dello schie- 1·amento socialista, nel senso di trovarvi un pl'Oprio posto pieno e distinto anche per le forze e le correnti socia– liste non conformiste, o addirittura democratiche non so– cialiste. L'impossibilità per queste ultime di condurre una seria battaglia politica che non fosse organicamente pre– disposta insieme col maggiore partito socialista, l'illusione, l'errore ed anche il pericolo che si nascondevano sotto la parola « laicismo> (enore consistente nel mantenere, in una astratta e sterile autonomia, fuori dalla concreta lotta di libertà. condotta sul terreno socialista, forze comple– menta1·i necessarie a questa lotta; illusione, derivante dalla persuasione che la nozione di « laico> costituisse di per sé una distinzione politica. sufficiente, mentre non po– teva che identificare il metodo di una battaglia politica di ben più vasti confini; pericolo, infine, connesso alla ri– costituzione di posizioni meramente anticlericali, che avrebbero ritardato il necessario pr'ocesso storico d'isola– mento dei clericali veri dai cristiani politicamente impe– gnati), furono e restano ostacoli non indiffe1·enti ad una consapevole riorganizzazione di tutta la sinistra democra– tica italiana. Il momentp· più grave di questa crisi fu quello della costituzione del partito radicale, che determinò un arresto del processo in atto, una ripresa di velleità « isola– zioniste» di alcune fo1~1;edemocratiche, altrettanto dan– nosa quanto l',t,. isola:tionismo », in alti·i fompi, della cor– J"ente socialista autonoma. Le elezioni hanno dimostrato a;1che qui che la nostra Cl'itica e la nostra linea erano giuste: lo hanno dimosti-ato anche col sacrificio del riostro Movimento in alcuni casi. Poiché non tanto importa che il neo partito radicale non abbia potut"o presentar·si quasi in nessun luogo e che, dove si è presentato, si sia dimo– strato politicamente inconsistente: ma importa molto di più la constatazione che la somma dei voti riportati dall8 concentrazioni UP - PR - PR[ è stata dovunque inferior!3 ai soli voti UP del '53. La tattica elettorale seguita dal Movimento nelle amministrative, di adottare alleanze lai– che o (in prevalenza) alleanze socialiste, sl11la prospéttiva unita1·ia di un allargamento della sinistra. democratica'ita– liana, era una tattica sperimentale, che voleva dimostrare prima di tutti a noi stessi quale dovesse essere la via pra– tica di effettivo sviluppo àvvenire del ni.1ovo schieramentO. La risposta delle t;rne non poteva essere pili esplicita. Il paese sente le esigenze laiche, le esigenze dem·ocratiche, le esigenze radicali non corne qualche cosa di avulso dal so– <'Ìalismo, ma come 11,nmodo di essere del swcialisrno, come una delle sue facce di m.ovimento politico moderno. Le conseguenze da tral"!le sono più che evidenti. Infine, il PSL Abbiamo chiaramente e, diciamolo puro, ançhe con un pizzico di temerarietà, puntato sull"evoluzio– ne di questo partito fin dalle politiche del '03, On dalle eler.ioni regionali S:iciliane. Possiarno dire cli aver vislo giusto. Il PSI di oggi è qualche cosa. cli radicalmente di– verso dal PSI di soli due anni fa. E non lo è divennto attraverso la. via delle scissioni, delle rotture, dello ci: vjo– lenze , organizzative, ma.. attraverso la Yia maestra di una 1·inata coscienza politica. Poiché non siamo le balie di nessuno, ci guarderemo bene dall'affermare una solenne sciocchezza, che cioé questa· evoluzione vada ascritta a nost1·0 merito. Nostro unico merito è stato quello dì aver « sentito» tempestivamente che al di ]iL delle diffidenze, delle cautele, degli scetticismi, 'c'era qualche cosa. di nuovo nel mondo socialista italiano che stava sia pur faticosa– mente ed imperfettamente emergendo alla supei-11cie; e di aver 'dato il nostrn ,nodesto conl!·ibuto perché il processo di chiari1nento si accelerasse. La dichiarazione corn11ne PS[ - UP alla vigilia delle elezioni amministrative non è stato un piccolo espediente tattico della battttglia eletto– rale, ma il punto d'al'l"ivo d'una difficile evolu;r,ione, i cui sviluppi sul pià.no politico generale Pono esplosi subito dopo come sappiamo. Eppme, stn1tturalmente, organizza– tivamente, come uomini, come possibilità teorica di ricam– bio interno, il PSI non è mutato (e questo mostra anche quanto cammino debba ancora essere percorso): ma ne è cambiato lo spirito, il tono, il livello della responsabilità politica; si è rotto il ghiaccio; l'antica eresia ha fallo breccia in una fede diventata stanca e convenzionale, e mostrn per palesi segni di poterla ormai rinverdire e rin– giovanire .. Il battesimo elettorale del 27 maggio ha dato l'avvio decisivo a questo pl'ocesso: ma bisogna dare atto a Pietro Nenni e ad altri pochi compagni intorno a lui di averlo favorito in ogni modo, di averlo anticipalo, di averlo infine pubblicamente espresso con franchezza e con coraggio. La recentissima presa di posizione cli Nenni sulla prospettiva ideologica oltreché politica del socialisn10 in Italia può essere, come deve, discussa e cl'iticata in molte parti: ma è un avvenimento decisivo nel segnare il p~s,– saggio da un hmgo e grigio pe1·iodo di tor'Pore ad una rm– novat-a vitalità ed ini:tiativa del socialismo italiano . Ed o,·a? A· questa scarna domanda dovrlL appunto ri– spondere il nostro Comitato Centrale. E non soltanto per– ché alcune fasi tattiche della nostra battaglia si possono consideral'8 provvisoriamente conchiuse ed ocCOl'l'e appre– sta,·e quindi le condizioni delle fasi successive, ma anche perché esconÒ ora. alla ribalta, con l'urgenza dei problemi politici, due questioni nuove: la prima, quella dell"unitii. socialìstn. i. la seconda, quellJJ della qualificaziono dei cat-

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