Nuova Repubblica - anno IV - n. 27 - 1 luglio 1956

(117) nuova r_e~pu_b_b_l_ic_a_- _ _ _ ___________________________________ 5_ QUESTO VIAGGIO NELL'URSS _ E' peccato gra\.·e, figliolo L SETTE GIORNI NEL ltlONDO ] ILGIOCO. DEI TRE «SAGGI» Q UA~DO il ministro degli éSt~ri I.i·ances~, Cl~1·istian l:>ineau, -si è recato la settimana. scorsa a fare 1m breve discorso al Senato ameriçano, porne è ormai. consuetudine per gli ospiti stranieri di riguardo, egli si è trovato davanti ai banchi vuoti. Nonostante una rapida e·~Cll!'Sione dei snoi accompagnatori al bar del Senato, dove si hovavano p"arecchi parlamentari, non fu possi– bile raccogt'iere il quorum di se.natori Occonente per· con– senii1;e al ·;11inist1·0 socialista francese di parlare a un nume1;0 non insit,\nificante di r11ppresentanti quali(icati dP-1 popolo ame1·icano e il disco1·so al ·Congresso fu per– ciù soppresso cli:tl pl'Ogmmma. Questo episodio, attinente alla recente visita del col– Jabol'ato,-e di Guy Mollet negli Stati Uniti, permette di ca– pi.-e Ptttmosfora distratta nella quale· cadono oggi in quel paese -tutte le iniziative eur·opee che si propongano di 1·ei:;htuirn all'Occidente ln sua funzione nella pacifica com,– pei iY,ione frf\ le clemocr·Azie' occidentali e il mondo co-. m11nisti\. ·Una delle r1:1gioniper le quali la. clttsse clir-igente ame- 1·ica11a non Yuole essere tur·bata in questo momento da ini;;:;iHlive nuo,·e è !"imminenza della carnpagna elettorale 1 w~siclcn:,,,iale, sulla quale si conCentra interamente Ja sua altcmzione; ma l'altra. ragione, che è assai più profonda, e Che purtroppo vale in parte'·anche •per i dirigenti del partito democratico, è che non ci si vuole convince1·e, di fronte ai radicali mutamenti che ···stanno avvenendo nel mondo comunista, che una politica estera occidentale che poteva forse esse1·e valida, anche •Se non buona, nel pe– J'io'do staliniano e immediatamente successivo, è oggi ra.-' pidamente superata dagli sviluppi. ,quotidiani della situa– zione, non solo nelPUnione Sovjetica., ma' in tutto il niovi– m~nto operaio internazionale e j~ parte anche in tuttO il blQcco ùelle nazioni neutl'ali, co,...;erisulta dal recente viag– giò in Egitto del nuovo ministr,o degli esteri sovietico, Sc~pilo,·. . . J l'i•r questa ragione, qllando Christian Pineau si è sfor– za~o di fnr capire a Dulles che ·anche dal suo viaggio nel– l'lÌnione Sovietica egli ave,Ta ·;:i6avato rimpres$ione che (jo;tlcosa stesse cambiando, iJ ministro frances~ _a quanto rifèrisCe il comunicato finale' !mgl'incont1·i franco-a1neri– ca1_1i, t! stato semplicemente ascoltato <con interesse> dal scgrnliHio di stato ame1·icano, frase garbata, questa, per cel·a1·e l'indiffe1·enza Alllel'icana · di fronte ai })J'Oblemi sol– levati da Pineau, indifferenza Chè è alla l'adice della c8.l'enza di tutta la poJjtica· estera occidentale. Di questa cal'enza sl è avuta un'altl'a prova nell'at– h.l8o incontro a I'arigi dei tre «-saggi», -Che è stato pl'e– sieduto dal nostl'O ministro degli esteri, on. Gaetano :Mal'– tino. Mentre Pineuu, pur rencJ~ndosi conto delri.ndiffe- 1·tmza degli americani di fronte ai temi che preoccupano gli, europei, h~, avuto il coraggio di andare a dire loro che occone, non tanto « condurre una politica indipen- dente» da loro, quanto < com·incol'e i nostri alleati (ame– ricani) a rnodific.ue la, loro polilipa >, i tre saggi si sono. limitati i.rwece cautamente a rinvial'e ogni decisione a dopQ le elezioni amel'icane. L'on. Ma,'~, prima di recarsi alla riunione dei tre «saggi>,· avenl. fatto sape1·e di avere elaborato un impor– tante documento sulla rifor·ma dell'o1·ganizzazione atlan– tica. Ma poi il piano è sfumato e, anzich0 comunicare alle altre nazioni atlantiche i lol'O 1wogetti ò i loro suggeri– menti, ì tre «saggi» h8nno ritenuto fosse più savio man– da1·e 1<;>1·0 un lu.ngo qnestiona,·io per sapern p1·ima che .idee avesse ciascuna di loro su ben hentasei problemi~ Con <1uest0:giuoco a .l'impiattino, i tre hanno così offerto a Dulles la possibUità di non fare nulla fino a dopo le ele:,,;ioni americane. LA RAGIONE fondamentale di questo immobilismo occi- dentale; al quale il nosho ministro degli esteri ha bene– volmente prestato:" il concorso seTlza risen·e del nostro paese, deriva forse da un concetto assai ca1·0 alla co1·- 1·ente conservati-ice della diplomazia occidentale, anche se non nuovo, dal quale il ministro Madino aveva preso le mosse per elaborare il sup documento rientralo, ossia il concetto che < la NATO ha al suo attivo la creazione di una influeQza decisiva sui 1·a1_)po1·tiEst-Ovest». Questo concetto, che è spesso invocato dai difensori del patto atlantico, è inesatto nella sua sostanza intrin– seca e non tienè conto degli sviluppi estrinseci al mondo occidentale. Esso è intrinsecamente inesatto perché, come vanno ripetendo senza stancal'si i maggiori cicitici mili– tari occidentali, Ja NATO non ha mai raggiunto i suoi obieUi~,i militari, in quanto nessuna •delle nazioni ade– renti ha mai mantenuto i suoi impegni in questo campo, neppure la Germania occidentale. L'equili1Hio Est-Ovest, d'Rlt1•a. parte, si. è realizzato solo a seguito del!& crescente consapevolezz~, . .in entrambi i campi, della minaccia universale rapp!·es~ntata dalla guerra atomica; si tratta dunque, non di un· equiljbrio propriarnente militare, ma sop,·a~tutto cli un equilibrio politico e psicologico che risulta essenzialmente non già dal peso militare dell'alleanza atlantica, bènsì d811a morte di Stalin e dalla conseguente crisi politica ancora in corso di sviluppo nella clas8e dil'ig~nte dell'Unione So– vietica e dei paesi comunisti, cni j di1·ige'nti occidentali non solo non hanno anecato uno stimolo positivo ma lia'11no SpPSSO frapposto l'ostacolo della' loro lnc01npren– sione. Walte1· .Lippmann aveva. dunque ragione, in un ,·ecenle articolo sulla carenza delle diplorna:,,,ie occidentali, quando gillngeva a q;1esla conclusione, che l'alleanza atlantica si sbJ:iciolenì « se sarà diretta. da. uomini che ritengono op– po,·tuno di r'imanere immobili in una situazione mobile :t. PAOLO VITTORELLI -LE'l''l'ERA -HA, PARIGI I MBAl{l\'ZZO A SINISrfl{A di GIUSEPPE ANDRICH P l~EAU è andato in America per com·incere Fo.-.tPr Dulles e gli ::unericani in genere che la Francia rP!--t'a fedele all'alleanza atlantica, ma spera -di polet· ria,·.~ Yif•inare la politica dell'Occjdente a quella orientale. Ott,i111i propositi, ma che lasciano sceUici, non tanto perché la voçe della Francia non è più quella di una volta, ma perché iJ t ..agico (>tp1i,·oco- possiamo chiamarlo così? - dell'Africa del· No1·d dlt nn suono folso a tutte le dichiarazioni fran- cesi, anche le pili generose. . Tutto ~uona fM.li-:o ggi in Frnncia, dal patriottismo· sfrenato dei vecchi 1Hnesi nazi:-1ti di Vichy alle parole di pt1ce cli Guy Mollet, mentre i co11,ul1isti si trovano imba– ra:,,zatissimi di non avere più il solito padrone che dava gli ordini netti e preci8i, che non si discutevano. ]n attesa del suo congre-sso, il pal'tito comunista francèse pafo colpito anche nella sufi or·ganizzazione, i ,-e suoi quotidiani cli pro– Yineia. ce:-1i-:ano le pubblicazioni e altri tre riduco110 li n.u– mel'o delle edizioni . .I I pa1-tito sarebbe dunque già ridotto a vivel'e esclusivamente delle sue risorse interne? Per in– hinto è cei-to che il partito si trova in estremo disagio a dovei· discutere ptoblemi a cui non era abituato, a crear:-ii un programma, una linea sua propl'ia che non sifl più quella rigorosE1me11te fìssatA. a Mosca. li pa1·tito com11nista frnncese era. fin qui 1111aminionetta manon·ata coi fili cl{' Mosca, e oggi fa fatica a di,·enin•, d'improvviso, un e:--se1·e pe~ante e tesponSAbile della propria esistenza e ck•lla propria attività. Le figure <lei suoi capi politici tradizionali, :à•.faurice Tlio1·ez e Jacques Duclos, non hanno nepplli-e Li levatma del no8tro 'J.'ogli1-1Uipe1· poter tental'e di darn ]oro ste.-(si le direttive al partito. Il malessere è fol'te, e con gente da clec,enni clisabiltrnta a ogni discussione, c'è il riM: schio di restar immobili oppure cli precipitare in ecccs:-1i polemici con risultati di~astroi:-i. I soeiali:-;ti non R.i trovano in migliol'i condizioni, sia pu .. e per motivi differenti. ·11 partilo freme, ma frena· le sue proteste, mentre :Mollet cli\ il colpo al cerchio del!e pMsihilità di colloquio con i «:ribelli:., alla condizione che nt>lle trattative non e~trino gli uomini del Cairo, e· il · colpo Rollabotto, rinfol'znnclo il dispositivo militare in Al– gm·ia. Qhe Mollet abbia osato, sia pure con h1tte le 1·iserYe, ammettel'e le possibiliti\ di un dialogo con i <ribolli>, è gi:".t• qualcosa, ossia è un prirno sintomo di buon ~enso. ?Ila il governo o~a giìt pAr-lare di elezioni, sia pure limitate a' qualche zona «:pacificat11 >, mentre le notizie, anche ufìi– ciali, ammeltono un aggra,·amento costante dell'atti_viU1 guerresca, e pnrn ormai accertato che la famo.3a armatH marocchina della Liben,~ione combatta con i follaga8 'n t~rritol'io alge1·ino. M~ndès-France ha ragione quando po,·•· come esempio Ja SUiJ.- soluzione del problema. tunisino. La J.'nrncia ha perduto molto jn Tun.isia, ma almeno non vi è' cosli'etta a sosten~re nna guerr.a. I.'ol'a di Menclès-France non pare tuttavia ancort1. suo– nata. E Hamadier puntn sui miliardi - non molti, in \>O-. rilà - che devono permettere un miglioramento dellè pen– sioni tti vecchi lavorato1·i; nel che consisterebbe tntto il so– cialismo cli qnesto povero governo < soc~alista >. In realtù, per il momento, non li ha t ..ovati. Questa duplice ci·isi dei due partiti proletari francesi non è certo fatta per 1·ial1.are il morale del proleia.~iato. T.e proteste contro rinvio delle reclute e dei richiamati in Africa sono tanto più spontanee, in quanto i due partiti non osano app1·ovarle apertamente, uno per necessità mi* nisteriali, l'altro perché è costr·etto a non rompel'e i ponti. o,·a specialmente che non sa se ,dovrà andare avanti o indietl'O. ·All'assemblea.nazionale si sono dette molte cose, gene-. ralmente con voce forte, ma inconcludenti. rrutti sanno che .la l◄'rancia non è pit'1 una grande p<1tenza, ma quasi tutti padano come se l,o fosse ancon.l.O potesse tornar-lo. A pili di dieci anni dalla fine di una guer1·n:. che ha visto - in 1·ealtù - la disfalla. di tutti i paesi del cont-inente antico, tornano a galla certi nazionali8mi che non hAnno coscienza del loro ridicolo. I.a politica comu– nifita fin qui seguita vi ha ·Ja sua parte di responsabilità. Comunque·, prima o poj, le conseguenze del mota.mento della. politica rossa. Saranno profonde anche in Francin, · E I\OÌ'l è voler fare i profeti affermare c:he la- politica europea fìnil'à per esserne totalmente sconvolta: noi pensiamo, é speriamo, in meglio. L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA, GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto FrugiueJe l\lilano, Via G. Compagnoni 28 Corrisp. Casella Postale 3549 Telegr. Ecostampa

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