Nuova Repubblica - anno IV - n. 21 - 20 maggio 1956

6 N EL QUADRO generale. della crisi che ~gg_i trav11,gli.a l'UGI in campo nazionale, de,~e costituire oggetto di attenta meditazione quanto è accaduto recente– mente all'università di Sassari in occasiono delle annuali elezioni per l'OR. · . . Fallito il tentativo, capeggiato da elementi del partito sardo d'azione, ancorati ancora su posizio~i nettamente. centriste di tipo « lama.lfiano ~, di fare dell'A1'U (aderente all'UGI) un'as~ociazione chiusa agli ex-appartenenti. al disciolto CUOI, l'UCI si presenta.va alle ele:,,ioni con una Jista1in cui erano largamente l'appresentati i socia– listi ed i democratici di sinistra .. Non vi erano candidati comunisti, mentre er~ stato concesso l'ingresso nell'asso– ciazione anche agli studenti di quell'orientamento politico,. In seguito a questa inclusione, alcuni esponenti del- 1' ATU, rappresentanti le pili viete posizioni qualunquistiche e conservatrici, fallito il tentativo di Jormare una lista. autonoma, si sono presentati come indipendenti nella. lista dell'« Intesa>. I risultati delle elezioni hanno fugato ogni dubbio e superando ogni pili· ottimi!;tica. •previsione, hanno con– fermato l& giustezza. della posizion1r di coloro che si erano battuti per sostenere sopratntto la. inclusione degli stu– denti •socialisti nell'associazione prima ed in Usta poi. Le elezioni si sono svolte il 14 aprile. Erano presenti soltanto due liste: UGI-A'fU ed «Intesa>. La percentuale dei votanti, se raffrontata a quella degli anni precedenti e delle altre università italiane, è stata altissima, con circa il 70% degli isci·itti. Dei G70 voti validi, 412 voti sono anda.ti al FU Cl-A TU con 22 eletti~ 258 sono antlati ali~ «Intesa », con 13 eletti. Tutti gli elementi socialisti e quelli della sinistra democratica sono risultati eletti con un gran numero di preferenze. Gli scissionisti dell'A1'U, che sono i·isultati eletti nella lista dell'« Intesa,>, si battono ora per riontrtu·e nel g·ruppo goliardico. --~ ·c!a. mettere in evidenza l'alta percentuale dei vo– tanti, fatto n11ovo e significativo anche per la Sardegn~,. ove tutte le forme di qualunquismo e di conse1·vatorismo più gretto trovano fertile terreno. Indubbiainente a de– terminare quest.i risultati ha contribuito non poco l'at– tenta opera di sensibilizzazione della. massa studentesca~ 1·oalizzata attraverso varie iniziative unitarie, che hanno trovato la loro pili alta e concreta espressione nel primo, convegno universitario sardo, tenuto a Cagl.iari nel di– cembre del '54. . La grande affiuem:,a alle urne degli studenti sassa– resi, che ha poi· determinato la clamorosa vitt01·ia del– l'UOI, è anche da mettersi in .relaziono con un gene– ric9 sentimento di rivolta che serpeggia fra le. masse uni– vet'Sital'ie sarde contro l'integralismo cattolico, che dopo aver conqtiistRto tutti. i posti chiave delJ'economia iso– fana, ·minaccia ora .di ·soffocare la sua vita culturale. E· qui, appunto, stanno i limiti del successo dell'ttsso– ciazione goliardica. Se esaminiamo la sitnaziono universitaria in SardeJna ne ricaviamo subito un'impressione desolante. L'Univer– siti~ sarda ci appare come un organismo vuoto di qualsiasi contenuto, una palestra di aride esercitazioni accademiche~ inca.paco di nrrecare un qualsiasi contributo al processo di 1·inascita dell'Isola. Ecco alcune cifre che meglio di ogni discorso varranno a documentare questo asserzioni. Nel decorso anno accndernico si avevnno nei due ntenei (cont:intutz. da pag. 5) Si intende invece il passaggi() da una. !orma. di antono– m.ia «orizzontale» del movimento a una verticale, cioè il t.rasferirsi dell'impegno studefltesco dall'indifferenziata attenzione ai problemi della riforma, a una fase di stDdio e di soluzione dei problemi minimi affronlati nell'ambito dei singoli istituti. A nostro parern l'associazione ritroverà un suo mor– dente e una sua autentica vaUdità. quando dedicherà tutte le proprie energie ad impostare, dibattere 1 avviare a soluzione i problemi dell'istituto in cui è nata e in cui opera, e premere, con gli strnm·enti adeguati, sull'auto– riti\ scolastica locale perché si realizzino le soluzioni mi– nime indicate. Come strumento per l'avvio di questo lavo1'o, il gruppo di Azione Studentesca, ha proposto il metodo dell'inchie– sta., condotta dall'associazione sulla strnttura del proprio istituto, che permetta., da una parte, di formulare e im– postare i problemi relativi a tale stmttura, e determini contemporaneamente attorno ad essi (nel lav\1ro di in– dagine) una opinione che li dibatterà e che premerà. per la loro soluzione. Accanto a queste prospettive fondamentali la. (un– zione· dei giornali studenteschi (naturalmente solo di quelli che abbiamo defo1ito «.riformisti>) si giustifica e ritrova una validità nella possibilità di indica.re, grazie alla loro maggiore agilità strutturale rispetto alle asso– ciazioni vincolate alla base dal metodo ,democratico, ta– lune prospettive cultnrali ideologiche, taluni nessi tra scuola e società, che non si possono perdere di vista sonza ·gravi pericoli di deformazioni in senso corporativo. Tutta la prospettiva di lavoro qui indicata, ci sem– bra, ne] sno rigoroso limitarsi al campo della scuola ed all'impegno per la sua rifurma, anzi proprio grazie a questo) di notevole valore in senso educativo e democra– tico per vasti gruppi di giovanissimi. Ci sembra. quindi questo impegno omogeneo all'in– dirizzo generale della politica di UP fondltta. su presuppo– sti autonomistici e sul rifiuto di ogni schematismo di pal'– tito. Un'altra direttrice del lavoro di Azione Studentesca è stata poi rivolta a qualificare in un'aperta discussione Jw altre correnti politiche operanti nella scuola media, o in particolare i comunisti e i .cattolici, e a verificarne le reali posizioni sul terreno dell'impegno concreto. Uno strumento per la realizzazione di questa poli– tica è stato da i:1oi indicato nella costituzione, dovunque (1l·()VANI E UNIVERSITA.' IN SARDEGNA studi 7G4 iscl'itti nella facolti~ cli giul'isprudenza.; GGO nella facoltà di medicina e chirurgia; 502 nella facoltà di lettere; ll(i in ingegneria, 12G in agraria e 2G nella facoltà di vete– rintu·ia. Da rilevare inoltro, che mentre nell'ultimo qu.in- ~ quennio il nu.mero degli iscritti nelle facoltà di giuri spr{1- denza e lettere ha registi·ato dei continui sensibilissimi aumenti, impercettibili sono sta.ti invece gli, aumenti regi– st-rati per lo stesso periodo di tempo nelle facoltà ad indi– ri.z'l'.,otecnico-scientifico, mentre 8\ è avuto addirittura un reurea.,o per la- /a.colti,. di_ a.(Jraria. 01·a, se si pensa. che la Su·degna. hS un patrimonio ·zoo– t.ecnico che è propor~iona.lmente it più l'icco d'Italia e che il suo potenziale agricolo e minerario contiene in s6 Ja soluzione di mille;ari problemi, ci si potrà rendere conto di quale immensa frattura esista. in Sa1·degna fra. l'istituto tmive1-sitarid e la realtì1. economico-sociale che lo circonda. Qualcuno, a torto, ha sòstenuto che qnesta. eccessiva. affluenza degli studenti sardi alle discipline cfasSico– umanistiche sia il frutto cli una .naturale tendenza. Ma se è vero· che questa tendem·.a esiste, essa non è affatto frutto cli particolari qualità natu.rnli, bensì conseguenza diretta del disagio economico generale in cui versa tutta 13: popo– lazione studentesca nell'Isola. Non si dimentichi, infatti,; nella. valutazione del fenomeno, che le facoltà nmani– stiche (e, specificamente nel caso nostro, la facoltà di giu– risprudenza) sono le più economiche in senso assoluto, mentl'e le facoltà ad indil'izzo 'tecnico-scientifico, éol ri– chiedere la frequenza obbligatoria per la. durata di tutto l'anno accademico, con le maggiori spese pel' i testi e per le tasse, sulle quali incidono in maniera nolevolissima i contributi di laboratorio, rappresentano ancor oggi in Sar– degna (ed in tutta l'Halin meridionale) un privilegio ri- servato a pochi 'fortunali. · , A tutto ciò si deve ancor aggiurigere la pressoché totate rn1.1.nca.nzanell'Isola di scuole ed istituti medi ad indil'Ìzzo tecn.ico-j)rofossionale, e si éomPrendérà perché in Sardegna: se da un lato la disoccnpnY-ione intellettuale si fa. sentire con effetti drammatici, dalFaltro non, è raro il caso che determinate attività siano rallentate o arrestate IÌeJ loro sviluppo dalla mancan,,.a di tecnici e di maestranze specia I izza te. Quando, dunque, pal'iiamo della necessità di dare un contenuto politico al movi,nento studentesco in Sar– degna, intendiamo dire che bisogna. investire i giovani intellettuali sardi direttamente di Questi problemi con– creti; problemi la cui soluzione -può e deve costituire I~ pi c.aforma comune per una la1·g11azione unitaria. Ogg.i in Italia, ed in Sardegna forse pili che altrove, è profondamente sentita l'esigenza di una radicale riforma. fosse possibile, di « gl'uppi di ai'.ione studentesca», rac– colti inizialmente intorno al giornale e al la\ 7 0ro delle inchieste, e composti cli studenti medi di UP o conmn– que pa1·ticolarmente qualificati, i quali, esercitando una azione di àppoggio e di critica allo associazioni ed Èli giol'nali, giungessero a. form'a1·e quel personale dirigente cosciente e chiaramente indirizzato, la cui deficienza. è oggi uno dei più gravi limiti del movimento. Naturalmente tutta questa ·nostra impostazione, per la sua relativa originalitlL nel settore degli studenti medi e per la rigorosa serietil di impegno richiesta, ha incon– trato e incontra notevole difficoltà di assorbimento non solo alla base ma anche nei gruppi più qualificati. Se per la costituzione su vasta scala dei gruppi il terreno sembra effettivamente non ancora maturo, la stessa diffusione del giornale è notevolmente limitata, pur te1lendo conto che esso si rivolge soprattutto Ri gruppi già ùnpegnati e in qualche misura coscienti. Tuttavia non mancano ta– luni sintomi positivi 1 a Milano, dove è possjbile eserci– tare una pressione diretta {quella che altrove dovrebbero esercitare i gruppi), le associazioni stanno; sia pur len~ bunente, imboccando la stn1da indicata; e cos.ì in varie località diversi giornali trn i più sensibili. In particolare, il metodo dell'inchiesla sembra venire accettato come estremamente positivo. l)urtroppo al nostro lavoro è mancato finora in gran parte l'appoggio dei gruppi giovanili di UP e, crediamo, non solo per le difficoltà oggoltive di una penetrazione tra gli studenti medi, ma forse anche per una non ade– guata comprensione dell'importanza politica. della linea autonomistica e riformistica che noi sosteniamo. Sa~e\.be quindi opportuno che in seno al movimento, accanto alla discussione i.n atto sulla politica univerSita~ ria, se ne sviluppasse una anche su qui>lla ne11a scuola media; e' che da qnesta discussione uscisse la coscienzà dell'importanza di un nost1·0 i,npegno in questo settore, che, per essere estremamenl'e ftuiclo o plasmabile, si pre– sta' ad aecogliero quelle impostazioni di lavoro che siano organicamente proposte. A questo proposito non sarti. inutile accennare al pro– blema delle funzioni dello associazioni degli studenti medi in rapporto a quelle delle associazioni goliardiche. Dalla concezione dell'Università come momento di alta specializzazione professionale può conseguire una conce– zione della. scuola. media SHporiore co~e « scuola getlera.– le >, con compiti d.i indifl'eron;o,iata preparazione cultura.– lo. Questa impostazione, che ci trova. concordi, può. sot- dell'ordinamento scola.o;:tico..Ma non illucliii.moci cli pole-r risolvere il problema creando formulo astratte e generali, immediatamente applicabili a tutte le regioni) indif– ferenziutamente, senza it Tlecessario adeguamento alle prtr– ticolari realt.\ ambientali. Poter pensare di risolvere ll problema della scuola in Sardegna, ad esempio, invo– cando, sic et sùnpliciter, la istituzione di scuole tecnìcf10 e professionali e rendendo po,§:sibile l'acces.c;o alle facolt.it . universitarie ad indirizzo scientifico alla generalità dog,li. studenti, non ha alcun sens6': è come pensare di poter risol~,e,:·e il problema della fan:e. invocando pialli e posate .... Non si può, infatti, parlare né in Sal'degna né altrove. di una riforma. della scuola fine a se stessa. Una scuola in tanto è efficiente in quanto risponda - nelle sue ca.rul– teristiche essenziali - all'ambiente economico-socia.le in cui si trova. ad operare. ln Sardegna, Ja rifomia della seuula. non è che un aspetto di una più vasta generale 1i– forma., che modifichi .radicalmente le strutture economi,. che e socia I i della regione. Che senso volete che abbia, oggi, parlare di scuole ad indirizzo agr8rio, fin qua-ndo la riforma agra.ria continua 11, rimanere nel limbo delle buone inlenzioni e non riesce a diventare realtà viva ed operante; o di scuole ad indi– r.izzo industr·iale sin quando non sera;nno gettate le ba.si per una SP.ria industrializzazione delPlsola-! li problema della scuola e quello della trMfonna,-,ione economico-sociale della Sardegna ~ono, dunq11e, problemi connessi, aspetti di un'unica. realtà economica politica e sociale. Donde la necessità di inquadrare anèhe il pro– blema della scuola in questa. pili vasta prospettiva, peroht! soltanto così si può sperare di clifre ad esso una soluzione non meramente contingente, ma valida se non definitiva. Q UAL'E' quindi, il compito che ttl!!Segnamo al movi– mento studentesco in Sardegna? Non già c1uello cli. porsi come forza. politica autonoma, in contrnsto e soltanto in concorrenza con le foYhe politiche già esistenti, mtt. bensì quello di agirn come 1 elemento cataliz:~atore all'in– terno tli queste forze stesse Onde accelerarne lo sviluppo. Solo se lo si inquadra in questa. pili vasta prOspet– tiva, un movimento studentesco che propugni in Sa.r<le– gna una riforma della scuola altamente i~tonàta~ ai biso– gni ed alle esigenze ambientali, potrà avere un suo auto– nomo significato e contribuire validamente alla soluzione di una serie di problerryi concreti. I.a regione sarda hÌ.. strumenti propri - contemplati dall'art. 5 dello statuto speciale - che le permettono di adeguar6 alle sue parti 7 cola ri esigenze le disposizioni delle leggi della, .Repub– blica 1·igua1·danti l'istnw.ione di ogni ordine e gl'8do e l'ordinamento degli studi. Niente di tutto ciò è ~tflto ancont fatto, nonostante s~ avverta ogni giorno di pi1'1 11.1 esigenza di questo adeguamento. li movimento studentesco, nella misura in cui saprl, far propti questi temi di lotta, inserendoli ed inserendo1:1i nel processo di rinnovamento generale dell'J'solA, oltre ad aver dato un contenuto ed una prospettiva di svi– luppo alla propria azione politica, riuscirà anche Ad inse– rirsi come fattore altamente propulsivo nella dialettica delle forze politiche hadizionilli, 'troppo inclini a sacrifìctHe ai Joro inl('res~i la risoluzione di situM,ioni conci-ete. GIOVANNI ClllltONI tintendere, pel'Ò, Je associazioni degli studenti medi con obbiettivi culturnli-formativi generali, come p1·epar'iow,jone al più specifico impegno goliardico, instatu·anclo così un parallelismo ti·a gli ,,stadi del movimento studentesco e quelli dell'istruzione scolastica. Mi sembra che non. sussista una « zona' cultura.'le– e<lucativa » a se stante, astratta da una prncisa proble– matica di settol'e. E comunque, visto che cli fatto la scuola media superiore non si pone oggi come « scuola generale>, è fuori di luogo proporre alle 8ssociazioni degli studenti medi, data l'oggettiva e non superabile impreparazione culturale di questi, un'autonoma. ela.– })Orazione ideologica e formativa che supplisca. alle ca– renze della scuola. Si otterrebbero al più, come in Juga. misul'a si sta già verificando, dei conati culturaleg– gianti, condannati alla genel'icità ed ·alla dispersione. Un lavoro autenticamente fol'mativo e genuinamenla cultul'ale si identifica invece, a mio parere, con un im– pegn·n collettivo e ci't1otidi.a.1~0per migliorare le concrete strutture entro cui si opera - nel nostro easo quelle. della. scuola -, impegno quindi rigorosamente limitato a.- un particoh1re settore e ad esso organico nei suoi obbiettivi. Se si contesta così una. p1-aspettiva di formazione culturale generale per le associazioni, non va peraltro dimenticata l'esistenza ma,<:.Siccia. nel campo degli stu– denti medi a differenza di quello universital'io, cli una. stampa « privata.» e insomma indipendente dalle orga– nizzazioni di base. Ed è questa stampa, come altrove s'è detto, che a mio parere può utilmente fal'si portatrice di. una tematica culturale e sociale più vasta, in cui inqua.- drare rimpegno settoriale· delle associazioni. ,. Quanto al lavoro più propriamente politico da svol– gere in questo settore in funzione di un rafforzament;o & di un'espansione di Ul\ è chiaro che il problema va r:i– solto secondo la tattica suggerita dalle situazioni loca.li. Un esempio molto soddisfacente è costituito dai due cicli di conferenze, uno sulla ·costituzione, uno sulla sto– ria italiana conternpornnca, svolti negli ultimi due anni a Milano. Queste iniziative hanno qualifìcal:o ed avvi– cinato a · noi gruppi anche numericamenle notevoli di studenti medi, non pochi dei quali sono stati dil'etta– mente immessi nel movimPnto grazie alla partecil>azione a.1 lavoro organizzntivo delle conferenze stesse, a.Ila dir~ fusione di Nuove, Bevuh~lica., a cl'ibattiti più specifica– mento politici. MARIO VEGETTI

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