Nuova Repubblica - anno IV - n. 21 - 20 maggio 1956

(111) nuova·repubblica CONVEGNO STUDENTESCO DI UP IMPEGNO NEtLA SCUOLA MEDIA Alla rel.:Ìzi9ne introdu1tiva di Ciurli e Spazzali pubblicata nel numero precedente· facciamo quì seguire. il docun'!ento, di Vegeui sui proble– mi .della scùola media e .l'intervento di Chironi sulla situazionç sat'da Q UELLO che .gene·ricamente e impropriame 0 nte viene definito i'nòyirnento degl. i studenti med}, risòlve ·in s~ l'impegno di larghi gl'nppi· di giovani in una seri~· di' iniziative spe.sso· not.evoli', e giunge a determina.re J'a.tteggi_a·mento di an1pie zo_ne _di opinioi:ie· .studentesca. Per il stio attuale carattere di estrema fluidità, che bre-~ vern~nte esamineremo, è.apert9 all'influenza di qualunque mJnoranza omogenea, la quale sappia usci~e dagli schemi· di pa-~·iifo e ·pròport:e concreti indirizzi di politica ·studen– tesca al di fuòri di ogni qualificazione in senso partitico. Si diceva improprio ·n termine di « ffiov,imento >, per– ché questo porta a pensare 9:d un ti~' di stru~tur~ e di organizza'z.ione (per es. quella del•mov1mento gohard1co) che è del tutto assente nel settore degli studenti medi. C'è, in effetti, solo ~una geoçrica ed indetey~inatil. convergenza di obbiettivi, Ìmpr~CÌ$a quanto i_mpi'ecisi sono gli obbi~t– tjvi, e una ceda somigli;mza esterna tra Je_ forme,: ~.i: iniziativa (giornali,, associazioni): ma, tra queste, s!esse~ fom1e la differ!3nza , è poi tale, da rendere n,.ecessarja-; men.te approssimati_vo ogni discorso che voglia esser~,' sintetico. · , ,,.,. Tentiamo, comunque, di stabilire alcuni termini di riferimento generali: e bisognerà. innanzitutto porre la di– stinzione ·tra associazione e giornale. Nelle zone dove il movimento è più maturo ed- ha più solide tridizioni (alcune grandi città del nord e del centro) si è afferrnato il tipo dell'Associazione di istituto, che orgaÌiizza gli studenti di una singola scuola e si ar– -ticola nelle forme democratiche; pubblica in genere un giornaletto rivolto soltanto agli studenti dè"lla scuola, che· ne costituisce l'organo ufficiale. Inutile insistere sulla su– periorità di questo tipo di o;·ganizzazione, per l'imme– diatezza dei corlta.tti democratici con la base, per la con– cretez:,;a dei problemi cui si trova nec_essariamente di fronte, pei· la permanente solidità strntturale. In ·alcune località dove il movimento è meno effi– ciente .. ·(pe1· es. Bologna e Palerrn.o) esistono associazioni studentesche intcrnittadine: i loro limiti si ritroVano nel pericolo di bur'ocratismo cen'tralizzato, nella mancanza _di contatti ·con le esigenze ed i problemi delle singol.e scuole, e nei conseguenti rischi di genericità culturale e di devia– zione in senso partitico. Conh'apposti a queste organizzazioni di base, struttu– }'ahnente democratiche, sOno i giornali <privati», espres– sioni cioè di ristretti gruppi indipendenti che operano nell'ambito del movimento, pur esulando spesso comple– tamente dalle sue caratteristiche, dai suoi limiti e dai suoi obbiettivi. A parte l'importanza che ebbero agli inizio del movimento, come momento di rottura necessa– riamente di élite 1 8 la funzione positiva che tuttora possono ricoprii-e, come più oltre cercheremo di indicare, i giornali < privati » ci sembrano un fenomeno sostanzial– mente qualunquistico, negativo. Il gruppo dirigente di un giornale, per la mancanza• di ogni contatto e- controllo da •parte della base, è aperto ad ogni dispersione qualun– quistica ed• a ogni suggestione- partitica. Non a caso, come ved-remo più· avanti, la formula del giornale, in contrasto con quella ·dell'associazione, è ,stata specialmente so– stenuta dai comunisti e dai monarchioo-!ascisti.• • Naturalmente, per l'estrema immaturità della base e la scarsezza di' quadri «·intermedi» nel movimento, la. formula del giornale è ancora quella quasi ovunque pre– valente, e soprattutto nel Centro e nel Sud. Esiste un numero di giornali e giornaletti non 1;1.ccertabile, ma certo non lontano dal migliaio. Grosso modo i giornali degli studenti medi Si divi- dono in quattro categorie: _ I) gli organi delle associazioni di istituto, o comun– que i giornali espressi da una certa basè organizzata nel– Fambito della scuola: pur presentando notevoli limiti e difetti 'che derivano cl.ali& mancanza di una chiara pro– spettiva di lavoro (ne parleremo a proposito della situa~ zione delle associazioni), sono, oggettivamente, il feno– meno antoÒomo più positivo. Il loro numero è piuttosto r,istretto; 2) i gioma.Ii of·privati » in mano a studenti appar– tenenti a un preciso g1·uppo politico, che trasferiscono all'interno della scuola i problemi politici generali, ten~ . tando di determinare tra gli studenti una opinione a van– taggio- del proprio gruppo (questa politica è seguita so– prattutto dai fascisti, dai monarchici e dai cattolici nel ·nord;· nel centro•sud, a quanto -mi consta, anche dai comunisti). Anche questi giornali sono numericamente pochi, per quanto spesso ben diffusi per la ..forza delle organizza...– :-,ioni che li sostengono (-vedi Corriere Studentesco 3 catto– Jico, con oltre· 2000 copie in Lombardia); , 3) la gran massa dei giornali qualunquisti. Quelli cioè che J"ispondono al desiderio degli studenti di rac– oontar barzellette sui professori, all'ambizione di vedersi pubblicati raccontini e poesiole, al· tentativo, più serio ~·1a a i:iostro giudizio necessariarnen.te dispersivo e gene– l'ico, di assumere certi atteggiamenti culturali, che ven- VEGETTI g.ono· affrontati con evidente Ìmptepa.razione ed astrat– t~ ~z.fl ~ portano ad elQd~re i i.emi -con·creti di un impe– .gno studentesèo per Ja. riforma della scuola .. Assecondano le te"ndenze deteriori ·di un Pubblicp· impreparato, sono di gran lunga .i più numerosi e i più diffusi, anche questi sopi-8.ttutto, nel Centro-Sud, ma tuttora in modo massic– cio anche nél Nord. Non a caso l'espréssione più elabo– rata e raffinata di questa stampa deteriore, che si è de– finita <qualunquista>, è Ore 12, giornale lnilanese a Jarga diffusione (3000 copie in Italia), attorno a cui si raggrt.ippano i figli della borghesia reazionaria e conser– vatrice (v. Il. Borghese); 4) i giomali «riformisti», quelli cioè che più chia– ramente vedono le p~ospettive di lavoro del mçivimento stud~ntesco, e rispondon·v alla .Ndgenza di indicare in ~~9do :~èo1Ìcreto ed 0~1ogen;o ·ali'"intero. movimento queste i:rro>~p~ttive .• E' ·Chiaro· che questi giornali « ideologi'ci > 110~1 -s,;;10 neppur essi stnittm:almente · del'nocratici. ed au• io,ìomi, e solo l'a'.ttuale situazii:me caotica, e dispersiva ne giustifica l'esigenza.. . a Tra essi va naturalmente citato Azione studentesca, pubblicato dagli studenti medi di UP di Milano, la cui impostaiione è la stessa che si ritrova in queste conside– razioni, e ohe, a nostro giudizio, andrebbe non solo di(. fusa, ma discussa, ed elaborata dai nostri compagni im• pegnati tra gli studenti medi. J N SINTESI e valutando le singole situazioni ·alla stre· _gua dei criteri sop1'aesposti, il movimento degli stu– denti medi ci offre una notevole capacità di « presen– za» di tipo quantitativo, cui si contra,ppone però la più assoluta mancanza di omogeneità e scarsezza qualitativa negli strumenti e negli obiettivi. Esistono ancora zone morte, in cui non· si manifesta in alcun modo una presenza studentesca cosciente: tali in gran parte· tutte le regioni autonome, tali, un po' do– vunque, le località di piccola provincia, tali c'erte• zone dell'Italia centrale (Abruzzi, Marche) e m,el'idioiiale (Lu- cania). ..~ Molto frèquenti invece le zone in cui, per quanto il movimento vi· disponga di un peso quantitativo rimar– chevole, la sua azione. si esercita su direttrici a nostro avviso non valide, specie nella forma di gio'rnali qualun– quistici o di partito, senza un adeguato sviluppo della forma associativa. Questo è verificato dal casò di Roma, dove pullula una gran quantità di giornali e di comitati cittadini- o regionali, ma le prime esperienze associative si stanno facendo strada solo ora. Ma anche nelle zone dove il movimento si è più soli– damente strutturato, la situazione attùale denuncia una stasi che non si può ulteriormente prolungare senza gravi conseguenze. ·A Milano, per esempio, dove quasi in ogni istituto esiste "Un'associazione con una sua tradizione di vitalità democratica, le associazioni stesse si sono iste– rilite in forme di contemplazione della propria struttura ed in formalismi democratico.parlamentaristici, senza riu– scire ad animare di un contenuto di iniziativa. questa struttura. Si verifica un progressivo distacco tra élites dirigenti, che indulgono sempre più a tentazioni di tat– ticismo di pat·tito, ecc., e base, la quale impone d'altra parte · attività di tipo qualunquistico. Rischia così di spezzarsi quel legame diretto tra associazione e_base stuw denteséa, in cui si era ravvisata la caratteristica più positiva di questo tipo di esperienza. Più oltre accenneremo alle iniziative assunte dal no– stro' gruppo di Azione studentesca per superai;e tale si– tuazione di formalismo e di inerzia: per adesso è suf– ficiente aver additato un pericolo generale: non basta battersi per la _forffia associativa là dove essa non esiste, è necessario elaborare un gruppo di contenuti e·· di ob. biettivi da perseguire Con tale strumento: Cosa· questa di 0:ui l'UGI, q'uando si è occupata della politica. tra gli studènti medi, ha sempre stentato a. rendersi conto. A sanare questa situazione che presenta sintomi di crisi, nOn iri~erviene l'azione delle correnti politiche or– ganizzate, le quali anzi a.pportar\o spesso elementi di bonfusione ~ talvolta tentativi di sfruttament9 per fini p~.rticolaristici del movimento degli studenti medi, sem- pre nocivi anche se in genere infruttuosi: . I cattolici, che in genere dispongono di organizza– zioni numericamente forti e ricche, hann·o sempre eluso un impegno autonomo e coerente tra. gli studenti per la riformt\ della scuola. Disponendo di numerosi e no. tevoli giornali (basti citare il Corriere Studentesco a Milano, Quattro Meno a. Bergamo, Sette in condotta a Bologna_) prefei-isoono portare su di essi nna tematica genericamente sociale, ispirata a una certa linea « acli– stica », unita ad affermazioni di principio antifasciste e progressiv.e: manca peJ"Ò la volontà di comprendere che un lavoro genuinamente democratico e progressivo può consistere Solo in un impegno coerente' nell'esperienz;a !) aut-onomjstica e associativa;, i-i.volto agli obbiettivi or– ganici a tale esperienza, e cioè, ai témi d~lla riforma della sçuola. Infatti, nei casi mig)iori (per esempio a Milano), essi si limitano a sostenere alcuni candidati cat– tolici nelle elezioni P~! i dfrettivi delle associazioni 1 con•. tentandosi poi di un'affermazione di prestigio. Così- i comunisti stentano anco1·a a superare la fase che li vedeva impegi1ati soltanto, da un lato, a un _la– voro di reclutamento (vedi le cellule di scuola tuttora esistenti a Milano), e, dall'a.ltro, ad uno ~terile rivendi– caiionisino sindacalistico rivolto, in sostanza, anc,.:na al primo obbiettivo (~ampagne ~per il voto palese, col';tl'o Ja circolare Ermini, ecc.). Questo atteggiamento ha; sem– pre portato gli studenti comunisti a preferire,. p1\Jprio~ per i ·suoi lati da noi denllnciati come negativi, la for. mula del giorqale, come quella che permette a de.Ile mi-• noràrw.e politicam~nte attive di impadronirsi di certi stÌ-u- _ menti d'opinione e di. sèrvirsene per un lavoro incoil– trollato, in -'Un•luogo della fornìulà dell'associazione che. coi:npoi'ta · il l'ispetto di. cerie "garanzie democratichè •e ,-.di controllo della base. • Sotto la pressione dei gruppi laici di sinistra, e per la st~rilità di ùna simile Politica, i comunisti si. stanrio avviando a rinùnciarvi (dopo il 101-0 convegno a Roma, in cui le posizioni dègli studenti di Milano sono riuscite a preva.lere su quelle, tuttora notevolmente chiuse e ·set– tarie, dei romani) e si delinea un loro migliore impegrlo autonomo nelle .associazioni. Tuttavia la nuova politiéa degli studenti medi comunisti è ancora lungi dall'essere chiara (e si vedano anche a Milano, la giA denunciata · sopravvivenza· delle cellule dì ·scuola, e manovre Ccinie quelle tentate al recente convegno della stampa studen– te·sca e operaia, contro ct.1i i nostri compagni di Azione Studentesca hanno preso decisamente posi:{.ione). I ~ruppi monarchici e fascisti, sempre fedeli alla for– mula giornale, anche perchè nettamente isolati in seno ·alle associazioni, Si muovono su due direttrici. La prima è a carattere dichiaratamente di pai·te, e punta alla galvanizz~zione d~l se'ttore, tuttora notevole, degli studenti medi di destra (vedi a Milano la Frusta, ora scomparsai La G-iOva.ne_ Italia, 01·gano dell'omonima associazione intercittadina fascista, il ~I.'ricolore, degfi studenti monarchici, Il tna,ppamondo, foglio fascista ere• mo"neso ma diffuso in varie· città Jombarde). La seconda direttrice su cui si muovono· altri gruppi di destra meno politicizzati~ in genere monal'chici e libe1·a\.conseniatori, è quella di un qualunquismo a ca– rattere genericamente cultmale e sostanzialmente dise– ducativo e reaZionario, sul modello de Il Borghese, la cui massima espressione si trova nel g.ià citato 01·e 12. . Di fronte agli accennati elem.enti di stasi e di di. sgregazione, non appare del tutto sufficiente l'azio_ne delle minQranze laiche, facenti ge.neralmente capo all'òr. ganizzazione dell'UGI tra gli studenti medi diretta in questi ànni da Alberto Ciorli e Cesare Colombo di M:i. làno. La linea condotta da queste minoranze fu, ed è tal– volta tuttora,· altamente positiva nel rivendicare. la prio– rità dell'esperienza associativa su ogni altra, e nel non risparmiare sforzi per realiw:arla. Tuttavia non sempre si è inteso il valore in buona parte strumentale dell'associazione; non si è riusciti a elaborare per essa un cçmtenuto Concreto <li lavoro; si è dunque, come già abbiamo indicato, caduti nel vizio del formalismo democratico e dell'autocontemplazione: e tutto questo specialmente nelle zone, che, per dispone di un'efficiente tradizione associativa, avrebbe1\J dovu.to essere la guida dell'intero movimento. E SAMINlAMO ora l'esperienza -compiuta negli ultimi due anni a Milano, la quale peraltro, a mio giudizio, può assumere un· soddisfacente valore indicativo ai fini di una. più ampia discussione. Nel '55 fu c·ompiuto un prip10 tentativo a.ttorn-o al piccolo foglio Il Portico, il quale riuscì a insel'irsi con un certo successo nella situazione locale. ll Portico non e,;itò tuttavia la tentazione di trasformarsi in orgario giovanile di UP: promosse tra gli studenti medi dibat– titi sul comunismo, o « sulle prospettive di una poli– tica. socialista»: il che, se gli attirò l'attenzione di una certa· oi;>inione, rese sostànzialmente sterile la sua pre– senza nel movimento studentesco milanese,, in quanto non riuscì a indicare prospettive di lavoro autonome e - di impegno concreto. All'inizio dell'anno scolastico in corso fu fondato a Milano, dal nostro gruppo operante nella scuola med_ia, il foglio a pretese nazionali Azione Studentesca. Valen– dosi anche dell'esperienza.• de Il Portico, e di una più ma– tura elaborazione dei temi autonomistici, Azione Studen– tesca è riuscito o sta tentando di esprimere la sua po– sizione a mio giudizio or~ginale ·e positiva. Le scelte fondamentali di Azione Studentesca srono sintetizzate nel fondo del suo terzo numero. Qui basti accennare.· che il gruppo milanese che ha dato vita ad Azione Studentesca, indica al movimento degli studenti h1edi un impegno rigoroso. ed esclusivo nella scuola per la sua riforma, cioè un'azione sulla struttura sia. ideolo– gica che tecnica, senza indulgere ad alcuna dispersione di carattere ge1le1·icamente culturale e politico. Ne deriva una scelta prioritaria per la formula dell'associazione di istituto, come quella' che meglio garantisce la possibilità di contatto e quindi di azione verso la scuola nel suo concreto e si1\golo strutturarsi. Ma Azione Studentes"ca si è .a.nche sfornata di elaborare per le a.ssociazioni delle prospettive di impegno che le sbloccassero dalrattuale fase statica.' Prospettive riconosciute da una parte in uno sforzo di studio e di autonoma elaborazione del.la tema• tica generale della riforma, dall'altra nel passaggio alla pressione diretta sulla struttura della scuola, cioè in un momento di azione. Con qne.sto non si intende natqral– ment~ il superato e negato moment'? rivendicazio~~stico. (segue a pag. 6, 1.a col.)

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