Nuova Repubblica - anno IV - n. 21 - 20 maggio 1956

8 stico. Neppure la Repubblica di \Veimar, per ottime che fossero ]e intenzioni dei suoi dirige'nti, riuscì a rovesciare, come pure sarebbe stato necessado, questa assurda strut– tù·ra della società tedesca; chè, anzi, si logorò nell'inane tentativo di immettere uno spirito nuovo in un corpo che si dimostrava assolutamente refrattario. Non per -questo, tuttavia, si possono far recitare in un unico atto gli onesti, benchè spesso ingenui, uomini di ,veimar e i criminali na– zisti, come fa il Vermeil; bisogna almeno distinguere fra coloro che nei principi di \Veimar veramente credetterO, un Rathenau per esempio, e coloro che invece consideravano la Repubblica uno st-rumento per restaurare la potenza te• desca, tipico Jo Stresemann. E ancora, fra questi· e un von Papen 1 solo per fare un nome rappresentativo, corre un abisso, di intelligenza e sopL·atlutto di moralità. Furono infatti gli uomini dell'or• dine, i ciechi e ottu~i conservatori, che aprirono le porte della debole Repubblica ai campioni del disordine, ai sov– versivi nazisti; non senza, inutile dirlo, ·complici là attive e passive le più diverse, di cattolici, socialisti e comunisti, che qni è impossibile ricordare partitamente. Ed è altresì superfluo ripetere come i generali, i diplomatici, gli uomini d'affari, partiti dalla speranza di servirsi di Hitler, ne di– vennern ben preSto i pavidi servitori, fino alla catastrofe del « Reich millenario». Schematizzando all'estremo, risulta indubbiamente va– lida la tesi che scorge in tutto ciò Ja riprova eloQ'nente del mancamento storico d'una borghesia inesperta e fragile, mancante di una qualsiasi tradizione liberale. Per scrutare quale pÒssa essere lo svolgimento del terzo atto, oggi in corso, occorre pertanto stabilirn se questo vuoto, nella Re– pubblica di Bonn,, è finalmente colmato oppure non. A questo pnnto, però, si arresta la disamina storica del Ver– meil e cede il posto all'indagine deli'osservatore politico. ERASMO (ltaly's News Photos) L'uomo della cattiva provvidenza· DUE LETTERE DA BOLOGNA NOI, DOSSETTI L'ESPRESSO Co..roCod·ignola, BOLOGNA, 10 mc,ggio. 1956 sul « fondo> di Nuova Repubblica del 20 aprile, in– titolato « Italia elettorale», c'è un punto che, riguar– clu.ndo l'on. Dossetti, capolista DC nella nostra città, tocca il clima della polemica, intorno a.Ila competi– '.{;ione che si sta svolgendo qui a Bologna. Non ti qa• scondo che ci ,siamo sentiti un poco parte in causa, e per· q~rnsto vorremmo aggiungere alcune chiose a quanto è detto in quel luogo. In quel «fondo» si dice che il giudizio di Dossetti sulla Confintesa « è di una severità che finora non era Stata raggiunta dalla polemica comunista>; dunque: « si è visto alla prova che quando egli diceva al Mondo e al Giorno di sapere e voler sempre risolversi secondo coscienz.a, non cianciava». Anche noi non Cl'ediamo di dover mettere in dubbio - la buona fede dì Giuseppe Dossetti, ma ci sembra ugual– mente legittimo, più ~ncora. che rendere palesi ce.rti dubbi, rilevare quelle che ci sembrano le fondamentali lacune e incoerenze d'impostazione del «leader» dc.' E' indubbio che i modi e i toni di Dossetti non sono Quelli già predominanti nella DC di Bologna (anche se 'troppo spesso dai nuovi si dimenticano le responsabi• lità della trascorsa politica), come è vero che l'équipe dossettia.na ha. ben altri atteggiamenti e interessi, ben altra statura e serietà d'intenti da quelli del benl}ensan- tisrno destrorso. · Ci sembra. tuttavia, che l'impostazione sociologico– ~ç,munitaria dei colloqui e delle inchieste, ancora una ,volta eluda i problemi reali e attuali di ·una politica clemçicratica, nei termini necess8.ri d~lle opposizi_oni e distinzioni di forze, e su questa base degli incontri, delle scelte e delle 'intese, ponga il dossett!smo ultima maòiera nelle stesse condizioni che già ebbe - e a cui ·poi lo ·vediamo condannato, al di là di un ipotetico sue~ Ge~so immediato - di intrinseca contraddizione· e debo– Jeiza, ·e legato ~ un destino, che si presenterà prima o poi, ancora una volta, di disperata rinuncia.- Dossetti ha detto di volere dimenticare il suo pas– sato politico, i suoi sforzi culturali, i vecchi obiettivi tjel suo lavoro: il suo ultimo intento è quello di una ~estimonianza cattolica, legata a un'assoluta obbedienza, più ancora che ispirazione, teologica, la quale, se ·non s'iriquadra nei termini dell'attuale ·politica naziona.le DC .(e ne fa fede 1a diversa voce e la differente· impostazione che si sono rivela.te nel suo discorso e in èiuello di Fan– _fani, che a Bologna ha ribadito i principi di una poli– tica. diciottoaprilistica e ricattatoria), pensiamo che in ·fondo non si riduca àd a.ltro, almeno sul piano politico (e si- pensi al particolare significato delle consultazioni bolognesi), che a un contributo indiretto a quella pro– vinciale politica dei trasfori-nismi e dei compromessi im– mobilistici, che attualmente contrassegnano la direzione dc. Vonemmo che i nostri giovani amici cattolici e della. flemocrazia cristiana bologn ~se non si fissassero su di un mito che riteniamo scarsamente fondato, e che dovrà in ogni caso compromettersi con le for.te politiche non solo bolognesi, ma nazionali, per eludere quella che riteniamo la strada su cui necessa.riamente deve inserirsi 1a. loro testimonianza. Non vogliamo disconoscere il diritto e la validità dell'opera di chiunque, e dell'apporto quindi che il mondo cattolico deve recare i:dla convivenza cittadina e nazionale e agli sviluppi civili e sociali della comunità italiana: crediamo però che la testimonianza religiosa. e cristiana, che ci sta profondamente a cuore, non possa non cimentarsi nel confronto attivo e, perché no?, in una. confftlenza di sforzi verso le prospettive del mondo mo– der~d, 'per l'elaborazione di una cultura e di una politica democratiche e socialiste, che rispettino• e ancor più fac– ciano propri i valori dello spirito. E' il problema, che anche noi sentiamo, dell'inc3:rna– zione storica dei m.otivì cristiani; proprio il significato altamente umano e liberante di dottrine come quella Ji. ber:ale, quella democratica. o quella sociaJista, al di. là dei motivi di una legalistica condanna (quella che astrat– tamente si compie, quando si. pone su uno stesso piano di errore classista e di materialismo cOnfintesa e mar– xismo), pensiamo attribuisca..._ai cristiani la responsabi– lità di comprenderle, di pa.rteciparne, di viverle. Cordialmente, Vittorio Telmon * * * BOLOGNA, 15 maggia 1956 Caro· Codignola, perdonami qu_esta seconda frettolosa lettera, ma dopo le stravabnti notizie su Bologna, come già sul Giorno, ora comparse sull:Espresso ad opera di Cesare Zappulli, evidentemente male inlormato (da chi non è dato sa• pere, poiché i radicali di qui affermano recisamente di non entrarci), vorremmo che anche dalle pagine di Nuo• va Repubblica si contribuisse a. recarè un po' di luce. A leggere Zappulli pare che_ noi dirigenti di UP bo• lognesi fossimo stati presi da un furore frontista, e tutto per unire· la nullità dei voti che « è probabile che non ci seguano» con quell'altra nullità che dovrebbero andare al PSI, « che a Bologna non c'è». Vero è che in conclusione l'intesa coi radical-repub– blica.ni non· è' stata possibile per l'inaccetta.bilità riscon– trata dai nostri interlocqtori degli accordi tra le tre for– mazioni a Milano come base .di incontro. Sai che non cer_chia~o chiusure, ~a che deside.riamo la verità, alla quale attribuiamo un vi\lore di chiarezza politica; poiché non ci importa. nemmeno di una con- . correnza leale, vorremmo solo che l'unione edero-radicale si impegnasse ufficialmente (non l'un esponente o l'al– tro) a quella posizipne cora.ggiosa che pare, volere ora vantare, magari proprio sulla base. di quegli accordi mi• Jane!;,i che prima parevano inaccettabili. · Cosl l'elettore sarà meno inéerto e non si ingannerà; ma fino a quell'impegno ufficiale, vonemmo consiglial'e i democratici stanyhi dell'immobilismo politico a votare per noi. (Fra parentesi, se a Zappulli e all'Espresso importa di svolgere una politica radicale, perché si mettono a ·denigrare e ad avvilire i socialisti e quei democratici che a Bologna sono solleciti della loro iniziativa ed at– tiva presenza? E poi, se Zappu1li ci ha trovati tanto interessanti da nominarci per tutto l'articolo, perché non ci ha -gentilmente consultati? Sarà per un'alti·a volta!) .. Grazie, tuo Vittorio '1.'elmon (111) nuova repubblica PAESE:CHE VAI Il sole d' Italia N EL N. 3 della rivista Il Ponte di quest'anno R. L. riporta il testo di una corrjspondenza del Cor·riere della Sera da Bruxelles, apparsa il 10 febbraio, 'e cosi concepita: « Una certa perplessità ha destato la notizia che un funzionario del nostro servizio emigJ'azione è stato inca– ricato dalle autorità italiane di eseguire una indagine per .stabilire quali siano le miniere pericolo.sé, onde evitare che in esse vengano impjegati_ minatori italiani. La portata. del provvedimento non è ancora chiara; comunque, d:J. parte delle autorità belghe s.i fa rilevare che una dis.tin– zione tra miniere « pel'icolose » e « non pericolose» por– terebbe inevitabilmente a una diserzione in massa dalle prime. (U. Stè.) ». Fin qui dal Con·iere della Sera. Continua R. L.: «:Re– stiamo trasecolati: non c'è interesse di capitalisti negri~ri, non c'è livore di reaziorie politica che possa giustificare il cinismo di questo commento, riprodotto senzà ribrezzo dal giornalista 'italiano,. ~on ponosce R. L. questo signor U. Ste. al secolo Um- berto Stefani? • Ebbene, questo cinico difensor_, degli interessi dei ca.• pitalisti negrieri è, semplicemente, il direttore del gior• nale stampato a Bruxelles in lingua italiana Il Sole d'Italia. La· redazione e direzione di questo giornale è osp~te della. Confedérazione dei Sindacati Cristiani, e ad esso fanno capo ACLI, CISL, O~ARMO e quanto di cattolico è stato gettato in Belgio_ per una. siffatta difesa dei lavoratori italiani. Si dice, anzi, che esso sia finanziato dalla Nun– 'ziatura Apostolica di Bruxelles. E' pt'obabile che quel funzionario del servizio emigra– zi'one, rielltrando in Italia, troverà. un 1.1vvertimento « cri– stiano, di non occùparsi dei minatori italiani nel Belgio. Luce e consiglio da Dio Riproduciamo senza commento: COMITATO CIVICO PARROCCHIALE B. V. del CARMINE UDINE, 26 aprile 1956 Caro Amico, per la prima volta, Lei eserciterà il 27 M8..ggio la pienezza dei suoi diritti di cittadino, concorrendo col Suo . voto a designare i nuovi amministratori del Cornune e della. Provincia. Siamo certi che Lei è consapevole della rsponsabilHà di cui la investe la Nazione e lo Stato; per questo riteniam0 opportuno invitarLa ad una riunione di amici che come ·Lei, ese1·citano per 1a prima volta quest'anno il diritto di voto per un franco scambio di vedute che valga a renùere ancor più consapevole l'esercizio del voto, per implorare da Dio luce e consiglio per noi e per tutti i cittadini, affinchè prevalgano le forze sane, ama.nti della libertà e del pro– gresso materiale e spirituale del popolo. Ecco il programma della manifestazione: Lunedì SO aprile, ore 21 nella sala delle ACLI (g. c.): Conversazione sul terna:- « Obiettivi della competizione elettorale amministrativa>. :Ma.rtedì 1.o .maggio, ore 8 : S. Messa; . ore 9: Agap€l fraterna. nella. sala delle ACLI. Cordiali salutt IL CONSULENTE IL PRESIDENTE ECCLESIASTICO (rag. Giovanni $pizzo) (Mons. Felice Spagnolo) Buongiorno e tristezza A PISA abbiamo letto il seguente manifesto <lei S-Ocialdemocratici: « LASCIA 0... RADDOPPIA, Chi vota Nenni raddoppia Togliatti. Il Buon– giomo (B maiuscola) si vede dal...» e qui il simbolo del sole nascente .(=mattino). La TV che presta un briciolo della sua fantasia alla propaganda soCialdemocratica, nonché a quella degli ape– ri.tivi. Il· fronte del più badia.le e melanconico provin- 'cialismo è al completo. · Li schiacceremo U N CANDIDATO ·di Unità popolare che fa parto della lista del PSI per il comune di Savona ha ricevuto in questi giorni due opuscoli di p1·opa– ga.nda · delle ACLI: incollato su questi opuscoli era un foglietto scritto a macchina, del seguente tenore: « Ci permettiamo di inviare il plico allegato accioccl1é il compagno, presentatore del compagno Greppi ai com– pagni intervenuti al Cristallo, mediti. Mediti su tutto e in pa.rticolare che due sono le nostre vite; e più importante di quella terrena è l'altra èhe il compagno si sta giocando». Al suadente ricatto «spirituale» si è accoppiata Ja minaccia terribil del ministro della difesa, on. 'J.'a,. ,,iani. Nei suoi comizi in provincia di Savona, egli ha additato al pubblico disprezzo gli alleati del PSI, iuo– nando: « Noi li conosciamo molto bene e ce li siamo annotati. Al momento buono ·ci ricorderemo di loro e li schiacceremo»- Dio mio, un po' di carità, on. 'l'a– viani: per se stesso, intendiamoci, per ,.Ja sua anima. Sappiamo che lei, come ministro democristiano della. difesa, potrebbe disporre dei carri armati e schiac– ciare tutte le pulci che V,Hole, ma il vangelo dove lo mette?- non pensa. che così si sta giocando l'altra vita, quella che seguirà j successi politico-militari di questa sua transeunte vit.a mondil.na?

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