Nuova Repubblica - anno IV - n. 14 - 1 aprile 1956

(104) nuova repubblica (Dis. di Dino Boschi) 27 MAGGIO NEGLI OSPEDALI - 11 Lei ha fatto il suo dovere?)) DA BONN TEMP(l D' A T1~ESA P OCO PlU' cli un mese è· trascorso dalla clamorosa scissione liberale, spazio di tempo comunque pili che sufficiente per tentare un primo bilancio della frattura apertasi nel pa1tito Jiberaldemocratico e nella compagine govemutiva. in seguito ._alla rivolta dei depu– tati capeggiati da :Martin Euler. Dopo un primo momen– to di accesa polemica, comP- sempre accade· nelle scissioni di partiti, trn i ribelli e i fedeli di Ùehler, ~nonchè tra (}IICst'ultimo e il pa,·tito di Aclenauer, le cose-.si· Sono in– c:-1.rnminate per la via dell'ordinaria animihistrazione, aprendo una specie di tregua di cui tutti sernhrano volere approfittal'e per p1·ender tempo. Intanto queste settimane hanno confermato l'impressione del pi·imo mornent{?, os– sia che alla ribellione dei deputati no.n cor1ispondeva un analogo movimento alla base nell'organizzazione del par– tito liberaldelllocratico. I casi cl.i dfmissio~i dal pa1-tito 'sono rimasti isolo ti e, cosa molto significativa, in genere coloro che hanno abbandonato la FDP sono entrati sen– z'altro nell'Unione democratico-cristiana, la ·quale molto· J_)1·obabilrnente fini1·à per ·aSsprbire anche il gl'llpJ)o. d~i de– putati ammutinatisi a Dehler. Molte voci sono state fatte cil'colare subito dopo la scissione, evidentemente ad arte per disorienta.re l'avver– sario, sul ritorno all'ovile di alcuni dei ribelli, ma nè que– sti sono rientrati nella disciplina del partito, nè altri noti leaders poco teneri nei confronti di Dehler, come ::Middel– hanve, uno dei pili destrorsi esponenti dèl partito; o il be1·linese Schwennicke, lurnno raggiunto gli scissionisti, che al Bu.ndestag si sono riuniti in un gl'llppo parlamen– tal'e autonomo den.omiriato « Grnppo .di lavoro democrati– co» (Dem,okra.ti8che Arbeils(Jenieinschaft); è da notare a questo pi•oposito che l'artefice principale della ribellione Euler non è stato neppnxe eletto presidente di questo gl'llppo, in seno -al quale ~( trova anzi in certo senso iso– lato. Il partito· çlal canto suo non ha voluto drai11mati2,za– l'e la situazione nè gravare la mano sui ribelli, che for– nrnlmente· rimangono ancora qi_iasi tutti iscritti alla FDP, dichiarandÙsi an,-,i disposto a riaccogliere nelle sue file quanti si pentiranno del I.oro gésto; a dire il vero, il san– gue freddo con il quale il partito ha seguito la scissione ha trovato ulteriore conferma e giustificazione nel voto dell'elettorato del Baden-\1/Urt.temberg, che il 4 marzo si ò recato alle urne per il rinnovo del Landtag di Stoccarda. Salvo una leggern flessione, il partito liberaldemocratico, che in questo Land ha una tradizione di schietto e mo– derno libera1isnl0, è riuscito praticamente a mantenere ·· le sue posizioni. I.a prima votazione popolare svoltasi dopo }a scissione starebbe a indicare dunque che l'elettorato }jberaldemQcratico è solidale con Dehler. 1\'la l'ini~iativa pii:1· rumorosa per il ritorno nei ranghi della FDP dei ribelli è partita proprio da questi ultimi, i quali hanno inviato alla presidenza liberaldemocratica una specie di ultimatum contenente precise condizioni per il loro ritorno nel partito. Come condizioni principali i ribelli hanno poslo l'allonfanamento ·cli Dehler dalle ca- 1·iche diretti ve e la continuazione della collabornzione al governo con il i)n.rÙto di' Adenauer. 'l'ali condizioni, evi– dentemente inaccetta,bili per il partito, potrebbero far pensal'e anche che la mossa dei ribelli non fo'ise ispirnta dalla se1·ia intenzione di ricostituire l'unità della ].?DP ma mil'asse sòltanto a far ricadere su Dehler la responsabilità della frattura di fronte a.ll' opi1.1ione pubblica. E' un fatto petò che i problemi creati da\Ja scissione liberale sono tuttoi-a aperti. Il nuovo corso del pa1·tito di Dehler sulla via dell'opposi:-,ione non è ancora molto chiaro; finora i libernldemocratici hanno' espresso soltanto sfìducfa e disapprovazione _pe1· llf"!a ce1·ta pol_itica senza riuscire a {Jl'esental'e un chiaro-programma di opposizione; si capisce quello che non vogliono.-e in parte, ma soltan– t_o in par-te, anche quello che vogliono, ma non si vede come essj intende1·ebbero realizza1·e i loro Postulati. C'è :omun~ne cl.~ene_,,e pr~~en~e _che -I~ cautela con la qual_e il pai-tito 111.ì.l'b'Ve 1 suoi prnrn passi n·eI nuovo corso di– pende ce1·ta1~1ente anche dall'imminente riunione ciel con– gi-e.sso na:.r.ionale, che aVl'à luogo a fine marzo. Dch!er, fra l'altro, sa benissimo cli non avere troppi amici, nono– stante tutte le cir·costanze concorrano a fare di lui il sim– .bolo dell'unità del pa1·tito di fr'lnte sia alle prepotenze della CDU che agli scissionisti. Spetterà appunto al c0n– grnsso rinnovare o confermare le Cfniche direttive e so– pl'attutto dare chiare indicazioni sulla politica futurn delta FDP. Lo stesso Adenauer attende con ansia e curiosità il congresso libe1·ale per p1·en'd~re una .docisìone definitiva sulla, permanenza o meno al governo dei liberali ribelli. Sii1ora in proposito Aclenauer non si è pronunciato, limi– tandosi ad approvare tacitamente la decisione della dire– zione democristiana di continuare la coalizione con i de– putati liberali scissionisti. In realtà è molto difficile che Adenauer anivi a una riconcilia2,ione con Dehler, e non è neppure certo che essa gioverebbe a chiarire la situa– zione; ci sa1·ebbe anzi il rischio che servisse soltanto a perpetuare gli equivoci. :rvla il problema non è soltanto quello dei rappodi tra i vecchi alleati della coalizione di Bonn, in·imediabilmente andata in frantumi; è in gioco ormai la stessa posizione del cancelliere, che incomincia a preoccupare i suoi stessi sostenito\"l. Non è senza signifi– cato che perfino un grande organo «indipendente» come la conservatrice "Frank/urter Allgemeine Zeitung, non so– spettabile certo cli ostilità per Adenauer, abbia notato re– centemente che « oggi dei venti ministri non meno di sei, che non hanno il sostegno di un partito vero e proprio, s_éno soltanto satelliti personali del cancelliere». Il quo– tidiano di Francofo1·te allude ai quattro ministri libernli, i quali, come è noto, appartengono tutti al gn1ppo ribel– le, ~ ai due ministri usciti nella SC0l'Sa estate dal partito dei pl'ofughi e mantenuti al governo per espl'essa volontà di Adenauer. La frase citata della F.A.Z. illustra bene .la evoluzione della fignra del cancelliel'e in questa seconda legislatura federale, nel corso della quale Adenauer ha sempre più accentuato la posizione di assol·uta preminenza assegnatagli dall'ordinamento costituzionale della Repub– blica cli Bonn: Adenauer ha sfrnttato in ogni occasione fino all'ultimo la pienezza dei potel'i a lui attribuiti im– primendo all'azione del governo i tratti inconfondibili della sua pe1·sonalit.\ e del suo tempernmento, incurante nella maniera più assolut~ delle Cl'itiche rivolte contro questo suo modo -di agire non soltanto dall'opposizione ma da chiunque ha visto compromessa dagli atteggiamenti an– to1·itat·i del cancelliere la dil'ezione collegiale degli affa1·i politici. Ma non è tanto quest'ultimo particolo1·e che preoccupa la destra tedesca quanto il problema della suc– cessione: Adenaner non durerà eterno, un bel giol'no do– vrà pur cedere il suo posto; ma chi sarà in grado cli sostituirlo? MARTIN FISCIIER UNU.MANIST MESSICANO di 'VICTOR ALBA 5 E i9 lNCOMPRENSJBlLE come un intern continente, _. FArnerica latina, sia ignorato dagli altri. C fc., è vel'O, la trngeclia dell'intellettuale estone o cata– lano, per esempio, che rer;ta chiuso nel suo piccolo p,,polo r:>ervia della lingua che nessuno parla fuori del Bno paese; ma la tragedia degli intellettuali latino-amel'icani è an– cora più insopportabile: la loro lingtia, lo spagnolo, è par– lata da più cli 150 milioni cli persone, in moltissime scuole è la seconda lingua insegnata; tuttavia essi non i-iescono ad a,·ere un pubblico più numel'oso di uno scrittore e::t~ne o di uno catalano. Si ignOl'a tutto della letteratura messi– cana. nell'.Uniguay, tutto della. brasiliana nel Venezt1ela, tutto di tutte queste letterature fuori dell'.America latina. E ciò è tanto pili ingiusto in quanto i latino-amet'i(·ani. p11r avendo già superato lo stadio dell'imitazione della cui~ tura spagnola, francese e amet·icana, si interessano tuttavia vivamente alla vita intellettuale del vecchio mondo e de– gli Stati Uniti. E ·quel che si è detto per la letteratura vale anche per la pittnra, pe1· la music::i., perfino pe1' il folklot·e. Chi co– nosce, all'infuori degli .-:.peci_alisti, i nomi di Ch[l\·ez, il compositore messicano; cli O1·lando, il pitto,·e n1bano ;· del critico cileno A.lene; del poeta messicano· raz? Solo pochi nomi sono 1·iuscìti a 1:ompere l'indifferenza che ma$chera spesso l'igno1·anza. e la mancanza di fan– tftsia: F1·eyre, il sociologo brasiliano; il poeta ai-genti no Bo1·ges; i romanzieri Gallego::-, Astul'ias .. lita sopratt11tto Alfonso Reyes, l'umanista rnes:--icano che è cli tutti gii in– tellettuali di questo continente quello che piÌl merita cli essei-e designato come latino-arnel'icano. L'Ame1·ica latina ha festeggiato il cinquante~imo anni– ver·snrio della pubblicazione del primo libro cli Alfonso Reyes. N?n c'è una rivista di giovani che non pl'Csenti, nl suo p1·imo numero, Lll}O scritto di Reyes. Non 111"1_ cong1·esso letternrio che non gli chieda un discorso. Non un poeta nuovo che non desidei·i ima. sua prefa;,,ione. La sna ca.-::n. - in realtù consacrata interamente a biblioteca - è sern– pre apei-ta al vinggiatore CUl'io.~o,all'aspirante-nutm·e. Pel' tutto ciò ègli è diventato in certo modo un'istitu– :1.ìone della cu!t111·a latino-1-nne1·icana, così come, pe1· le sne prote.<;te contro ogni sorta di ingiustizie, egli è u110 dì co– loro, poco numerosi invel'O, che t·appresent-ano In .c{)scienza di· questo continente. R]:::YE:S, Aglio eh un generale del vecchio l'egime, prese parte ai pl'imi tentativi di emancipazione intellettuale del Messico, si formò nei gruppi dei giovani oppositori del positivismo, che sei·viva a giosti[ica1·e lo sracciato sfrutta– mento <lei paese da parte cli 1m'oligarchia. Egli inti-odusse Tlel Messico, e attraverso il Messico nel\'1\rne1·ica latina, I~ tendenze· moderne della lettt:i·atura e dell'arte. Fm1drt– torn dell'Univel'sità popolarn prima della 1·ivohnione mes– sicana, viaggiò in seguito come diplomatico. Le sne lun– ghe residenze a l\fadt·icl, Parigi e Buenos Aires sono tante tappe della sua produ:-,ione. Ma da un quarto _di secolo • Rèyes non esce dal suo paese che "per bi·evi viaggi. Ma– lato di cuore, ogni attacco fa sta1·e in angoscia i suoi col– leghi, giacché gelosie e pettegolezzi, così frequenti tra gli intellettuali, si anestano clinan;,;i alla porta di casa di Al– fonso Reyes. Da anni egli pubblica regolarment~ il suo archivio: le.ttere, ricordi, note di viaggio, intenrist-e. Via via, da que– sta massa di iriforrnazioni - 1·eclatte in 1111 piacevolis– simo stile, ma un po' faticose pel' i non specialisti - sorge un'opera notevole: la serie cli poesie Omel'o a Cuer– navac(,, redatte, come pe1· riposo, mentre lavo1·ava ali~ traduzione de,ll'lliacle, nella città tropicale cli Cuernavaca, o un volume ·di critica, o uno studio su qualche aspetto della letterntura greca, giacché Reyes è il pri1~10 ellenista latino-arne1·icano. Poeta? Ma le sue poesie sono dei saggi. Saggista? l\fa i suoi saggi sono quasi dei romanzi autobio– grafici, Erudito?·Ma la sua scienza è sempre alla poi·tata di tutti e sen)pre legata all'attualità, prodotto immeçlia-to del 1\-Iessico, dell'America latina, più che frutto di sedute in biblioteca. Egli è realmente nn umanista come non se ne tro– vario più, un uomo del Rinascimento, amico di Erasmo o cli Montaigne. E d'altronde a un nuovo Rinascimento egli crede t:on fermezza. •Fu lui che nel ]l)3"G, in un convegno a Bt1enos Aires oriani7irnto dall'Istituto di Cooperaz;ione intellet– tuale, àifermò che l'America latina era anivata alla mag- - gioi·e· età, e che all'America latina spetta,'.a il compito di fare la sintesi della cultura latina e sassone, cli i-icevere l'eredità intellettuale del vecehio mondo. « Vicino allo spi– rito unive1·salista latino-arne;·icano, l'eurnpeo fa la figura del l)l'Ovinciale, con i suoi nazionalismi e le sue ignoranze» egli dice, e i fatti non sernb1·ano dargli torto.

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