Nuova Repubblica - anno IV - n. 14 - 1 aprile 1956

(104) · nuova repubblica 3 BA R·L ET T A: 14 MARZO 19 5 6. LA·. FAME SCHEDATA Questa di Barletta non è una fame "straordinaria", da scoprire. E' una miseria vecchia, -comune, silenziosa. Chi provvede a sanarla? Non i parlamentari. Non le Provincp. Non i Comuni. Le am.ninistrazioni cJericali com– piono sperperi criminali ·e abusi odiosi, fuori d'ogni legge, fuori d'ogni controllo. Tutti noi siamo colpevoli per la morte di Spadaro e di Di Corato. La classe dirigente inetta ed egoista, l'opposizione chiassosa e dissociata, gli amministratori ladri che godono 1 favori del governo, la burocrazia presuntuosa, sfaccendata, decorativa di BENIAMINO FINOCCHI ARO B ARLETTA: 6!).000 abjtanti, un agro di 14.000 ettari, proprietù, teniera: 13.000 ditte, agrari zero, disoc– cupazione- bracciantile: 1000 unità, disoccupati 3000. '.Amministrazione socialcomunista, bilancio deiicitario per 70 milio-ni, lavori pubblici in cinque anni di governo del Comune 106 milioni (60 milioni Case popolari, 21 mi– lioni UNRRA-Casas, 25 milioni per danni .alluvionali), fondi governativi pro-disoccupazione 750.000 lire. men– sili, aumentati negli ultimi mesi a 1.250.000 lire. Patri– monio comunale 100 ettari, reddito z·ero. Sindaco, Gio– vanni Paparella, un socialista ·aperto, ciei più prÒbi di tutto il Mezzogiorno. Interessamento del governo per le situazioni locali: una inch.iesta permanente sull'operato dell'amministrazione, anche questa. incartata fra le mi– gliaia di inchieste disposte dal governo Scelba in danno di tutte le amministrazioni socialcomuniste del Sud. · · I fatti: Le recenti nevi_cate, sommate al magro di una ·annata vuota, hanno dilatato il nucleo di bracciantato permanente, assolutamente impossidente, assorbendo in una condizione di comune miseria il bracciantato occa– sionale ed abituale che, nelle annate non funeste, si pro– cura condizioni sopportabili di vita non solo dalle pre– stazioni di lavoro per conto terzi, ma anche dalla ren– dita di piccoli appezzamenti di terreno, di cui esso brac– ciantato nella sua generalità è proprietario. Una situazione di fermento esasperata da. tre dati di fatto: a) l'impossibilità dell'amministràzione· comunale di dispo,re congrui stanziamenti straordinari, a causa delle bestiali forn1e di controllo che le autoritii tutorie eser– citano in danno delle amministrazioni di sinistra; b) il freddo disinternsse delle auloritii governative, che nel mese di febbraio ritennero di provvedere all'emergente e straordinaria condizione di fame, abbattutasi sulla mag– gior parte dei ;5300 braccianti, iscritti nell'anagrafe del locale Ufficio del lavoro, con uno stanziamento aggiun– tivo di 1.250.000 lite. Nella nostra provincia il. preietto ha il grandissimo merito d'essere il prefetto. Parlamentari ed amministra– tori di sinistra devono fermarsi nella sua anticamera. Solo il segretario provinciale de!Ja DC può ottenere il favore d'essergli configurante nelle foto celebrative di festic– ciole in onore, cli partenze e di arrivi di autorità gover– native o di surrogati direzionali del partito clericale; e) le curiose modalità in cui si svolgono, in questa nostra ancor più cnriosa repubblica monarchica dei preti, le mol- teplici forme d'assistenza. · Esistono istituti e provvidenze governative. Accanto a questi, organizzate e strutturate con analoghi ordina– menti, ma naturalmente sottratte a qualsiasi fç,rma di controllo statale, le provvidenze papali, impersonalmente siglate POA. Naturalmente nella stessa area di miseria operano l'a carità governativa e quella pontificia. Nei centri dove esistono amministrazioni democristiane il pro– blema si semplifica. La tessera DC dà diritto alla doppia concessione. Anche la fame, infatti, in Italia, è schedata per gruppi politici. ·Dove esistono amministrazioni· social– comuniste la carifa governativa si riduce spaventosa– mente, laddove quella pontificia si sostanzia generosa~ mente. E poiché la miseria non ricattata finisce col porsi a sinistra, mentre la carità governativa non riesce più ad assolvere ruolo alcuno, quella pontificia, per difetto di schedati impossidenti, di frequente. viene esercitata verso gli schedati possidenti. E' questa una moderna interpre– tazione della massima evangelica « gli ultimi· saranno i primi». Nella distribuzione cli pachi POA in molti centri del Sud i non aventi diritto, o gli ultimi ad averne, si indrappellano per primi nella. raccolta. A Barletta si dice che tale N. A., proprietario di 40 versure (all'incii-ca 52 ettari di terreno), tal'altro D. A., che ha acquistato di recente terra per 10 milioni, non àvrebbero disdegnato di ritirare pacchi e buoni, che poi hanno ceduto a loro dipendenti. Purtroppo da noi farina e fagioli - ed anche semplici pomodori morti, in isca– tola - fanno le elezioni e procurano medagliette. I co– munisti hanno consegnato ai l_oro parlamentari le pl'Ove di questa singolare assistenza ecclesiastica. E poiché la dignit~ e l'intransigenza ideologica hanno scarsa fami– liarità con la fame del prossimo, della carestia governa– tiva e della liberalità ecclesiastica gli affamati di Bar– letta pensarono di potersi larnentare. Q UESTE le « oc_ qasioni » degli incidenti del 14 marzo. Verso le 10 una moltitudine di circa tremila persone - presenti anche organizzati della QISL - prese a tu- . multuare davanti alla sede della POA. Si ·concludeva un ciclo mensile di agitazioni. I disoccupa,ti e gli affamati esigevano la distribuzione delle scorte di pacchi in gia– cenza presso la sede della POA. La violenza in uno stato d'animo esasperato - e non più controllabile neppure ( Foto Vesp0;siani) Tutto bene, onorevole Tambron'i? dalla ridicola autorità di quegli agitatori sindacali, i cui numerosi successi si registrano dal numero delle chiassate periodiche organizzate davanti alle sedi municipali - è una esplosione naturale. Quella di Barletta fu una rivoltR spontanea, non una esibizione manovrata di pochi disoccupati. La « sobilla– zione» in episodi come quello è solo un fatto margi– nale. Anche se da una simile esperienza i molti agitatori - e ve ne sono dovunque nel Sud, stipendiati - do– vrebbero ricavare ammonimenti sulla necessità di dibat– titi critici impegnativi all'interno delle sedi politiche .ed amministrative naturali (parlamento, amministrazioni pub– bliché, assise di partito, discussioni interconfederali), in sostituzione delle agitazioni «controllate», residuati di una mentalità massimalistica da seppellire anche nel Mezzogiorno. Lo spirito di sacrificio dei funzionari di polizia del posto e l'intervento generoso del sindaco Paparella che purtroppo in questa, come in tutte le amministrazioni socialcomuniste del Sud, non sempre riesce a. disciplinare preventivamente la tendenza faziosa di qualche compa– gno comunista - riuscirono a calmare la _folla e a di– strarla dal saccheggio. Successivamente il sopraggiungere · di rinforzi di po– lizia sbandata la moltitudine dei disoccupati, che si era radt;nata sotto il Palazzo di Città, riportò per reazione il tumulto nelle intenzioni precedenti. Il secondo assalto agli uffici POA provocò due mmti e decine di feriti. Tambroni riferì alla Camera, ignorando accuratamente il dovere di interpellare per primo il sindaco. Questi è so– cialista, quindi parente del diavolo; la stampa di de?tra dedicò ai morti tre righe di cronaca e scoprì satarnche sobillazioni comuniste; la stampa di sinistra ospitò edito– riali e cronache di centinaia ·di parole. I morti purtroppo 'non videl'O le migliaia di manifesti mu ·ali, d1e hanno por– tato i loro nomi agli onori dei commenti pubblici. Né videro Ie· c~ntinaia di bandiere rosse che ebbero · a se– o-uire i loro feretri; né si commossero per la presenza di :essanta deputati e senatori socialcomunisti, piovuti da ogni parte d'Italia, a scoprire le disgrazie di. un_a mi– seria che fa mo1·ire. Paparella è tornato a fare 11 srndaco con la pena di aver visto i suoi amministrati uccisi e con la certèzza di avere nuovi fastidi dai governativi e nuove noie dall'intemperanza, ridicola e trasformista, di molti comunisti, per non aver egli speculato sui morti. L'inchiesta rninisterialé finirà con lo scoprire che la folla ha sparato ·su se stessa. Il pref{ltto ha giit p1·ovveduto ad una nuova inchiesta per scoprire se è vero che ad una re• cente riunione della Commìssione ECA ha partecipato anche una delegazione di disoccupati. Spadaro e Di Co• rato, i due morti, ·sa.rannÒ presto dimenticati dal dolore degli uon-Ìini, ma. ricordati a lungo nelle diatribe elet• torali. · Gli indifferenti di• ieri e di domani resteranno gli eletti all'ombra delle parrocchie. C ONSIDERAZIONI inutili: 1) Questa di Barletta non ì, una miseria « straordinarià », da scoprire. E' una mise• ria comune, silenziosa, di quelle di cui il Mezzogiorno non può menare vanto. Oh.i provvede a sanarla? Non le ammi– nistra7,ioni comunali. Quelle clericali compiono misfatti amministrativi, sperperi criminali, abusi odiosi, al di so– pra della legge, fuori d'ogni 6 controllo. Le giunte prov.in– ciali diventano impotenti, sotto le pressioni politiche. l'. .a commissione centrale per la Finanza locale non assolve al suo ufficio, il ministero degli interni ha altre gatte da pelare. Le amministrazioni socialcomuniste subiscono la violenza d'essere impedite a fare guelfo che fanno le con• sorelle clericali. Ma i loro m~todi, di norma, sono quelli - ciel rinvio, del ripiego, clell'amministrazion~ « popolare», del paternalismo. E dove' qualche socialista tenta imposta– zioni integrali e risolutive dei .problemi delle comunità amministrate, sopraggiungono i compagni di carro.' a ri– mettere tutto nel canalone de-ll'it11provvis1tto è del prov– visorio. Non es.istono nel Sud gli «eletti», ma gli « eleg– gibili». Tutto viene subordinato a questa condizione per– manente di atfesa. Non i pa1:].lmentari. V'erano troppi c!Bputati ai fune– rali di Spadaro e di Di Corato. Non v'era nessuno quando migliaia di Spadaro e di Di Corato tentavano di venir fuori dallo stato di farne che li ossessionava. Presenti ai dibattiti di quei disgraziati v'erano solo altri. infel/ci come loro, la cui unica possibilità di assicurarsi uno sti• pendio, anch'esso di fame, dipende dalla capacità di sfrut– tare per fini propagandistici la fame altrui. Barletta ha un suo deputato, socialista, !.'on. Capacchione. Nelle crona.– che parlamentari e nelle iniziative legislative il suo nome appa.~-e con la ·rarità di una cinquina secca. La maturità di una classe dirigente, critica e respon– sabile è il vuoto che s'avverte sempre più duramente nel Sud. Ed in questo è da rinvenirsi la causa diretta ciel di– fetto di un'azione progiammata sulle basi di esigenze reali, particolari e generali, a fa.vore di 1;11oltisett~ri_ ~e!la vita meridionale; si continua a detern.unare ogm m1zia– tiva dall'a.lto, coll'appesantimento pl'Oprio di tutte le ini– ziative paternalistiche, e complementari pressioni eletto– ralistiche. L'abbando_no è la norma di vita fondamentale nel mondo meridionale .. 2) Esiste un problema di rapporti fra poli~ia e mi– seria, che va disciplinato 'non sulla base di accuse ir~e– sponsabili. Una folla che tumultua fa paura. La vio– lenza della massa atterrisce. E' facile per chi è in preda al panico difendersi, uccidendo. La ferocia della ·nostra polizia s'accontenta d'essere portata in gfro nei giorni cl~ festa da qualche faccia insulsa e impomatata, oppure dt scatenarsi sul ladruncolo di galline, sospettato d'omicidio. La paura orrenda cli chi sa che può pagare per colpe che non ha commesso. Bisogna disarmare questa paura. La polizia non devo più avere armi. Deve essere un atto logico, non la conse– guenza di minacce idiote. La polizia deve d~fen_dersi con mezzi che non uccidano. Acqua e sfollagenti d1 gomma. E soprattutto con la convinzione di servire co)oro che vanno contenuti nella loro violenz:., non giii il colonnello– comandante, il questore, il ministro degli interni in ca- rica, e la p,arte al governo: . . · 3) I morti non si pagano con le band~ere ed i di: scorsi o, peggio, coll'ignorarli. Si onorano. evi_tando nuovi morti, 1·imuovendo cioè le c.ause della miseria_ e del so– pruso, riprocurando il rispetto di tutti per la _vita umana. Noi siamo colpevoli tutti per la morte, d1 Sp~daro e di Di Corato. La classe dirigente inetta ed egoista, la opposizi011e chiassosa e dissociata, gli « scoprito~i » _del Sud in giacca di velluto, sigaro, pipa e contratti ~d1to– riali in tasca, gli amministratori ladri e sperperatori che godono dei favori del governo, ~ quelli. tri~ialmente __de– magogici che ne subiscono ingwstamente i soprusi,. la nostra burocrazia presuntuosa, sfaccendata e de~orat~va. Questi morti li abbiamo voluti tutti. Sono morti scluac- - ciati da una condizione di miseria morale e di fame, della quale essi erano i meno colpevoli. Se non accettiamo questa premessa, Di Corato e Spa– daro saranno due mmti inutili.

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