Nuova Repubblica - anno IV - n. 12 - 18 marzo 1956

(102). "nuova r epubblica 3 CRITERI E STRUJlENTI PER. UN LAVORO "DECENNALE P O L I T I C A ' D ' ·· I N C E N T I V I Solo nel quadl'o unitario d i una politica rifOl'lllalt'ice a luogo termine e ad obieuivi defi niti posso– n o trovare i mpiego efficace e ·coerente gli str umenti di direzione e contl'OlIo c he un govcrno di ccntl'o non sa e non può adoperare. Solo su questo p iauo trova gim.tificazione la cr eazione dcl– l'ENI e a cquista valore economico, e ' non pole mico, lo sga nc iameoto dell' IRI da lla Confindustri,l d i In occasione del con(J're,'180 della CG1L è a.l)parSo, sul per·iodico Rassegna S indaca.le , un articolo di t"'errucd"o Pal'·ri. Ne diamo ql/i un la:rahi~fliu/'o est1'atto. L A CGIL ha dimost ,'ato in varie occasioni di saperE1 e voler inqH8Chs1'6 gli interessi pa-rticolol"i e sezio~ nali delle cat.egorie organizza.te sul piano di una po– Jjtica, economica c ~ocii\.1e rispondente alle necessitì~ della collettivitù, na.zioTHde. Ho )iimpression6 che questo indì– J'izzo e PI'oposito si sia venuto meglio a.ffel'mondo e chia– rendo in questi ultimi anni, e me ne sono io stesso viva– nlente compiaciuto. Non nascondo che l'impulso a sottoporre ai Jettol'Ì di Ras8egna Si1}da.c(1/e le Il"lie :riflessioni d i osservatore ed amico mi è venuto ehdlo studio de «Lo sviluppo dell'occu– pazione e la lotttl contro; monopoli» elabprato ds.II 'Ufficio economico della CGI.L e pubblicato nell'ultimo numero (novembre ]955) del Notiziario. Ottimo studio, che fa onoro agli autori- ed all'organizzazione. Non è che io non abbii.\ motivi di dissenso .e eli critica. nei riguardi sia di al. cune impostazioni generali, sia di lacune, valnts7.ioni e proposte particolari. Ma, da. un lato, la organicità della conC6'l.ione, la se– )·ietà della documentu:t.ione , la logica. del ragionamento economico, testimoniano, oltre alla preparazione ed acut.a intelligenza dei redattori, la. coscienza del1'organizzazione di dorival"e la. sua politica da· diagnosi d'insieme concrete, non fittizie & non prop~g~ndisticho, D urissime ipotec he 'sociali lo voglio restare -sul piano del semplice democratico, sen?ia nessuna amhignib\ eli sottintesi politici. Posso par– Jare senza reticenze perché seguo alcune chia re e ferme direttJ'Ìci: lo Stato cosiddetto liberale deve essere sostituito da uno Stato democratico moderno, capace di organizzare la difesa contro le concentrazioni di potere; uno Stato si P~lÒ definire democratico solo se è capace di assicurare a tutti i cittadini lln sufTiciente tenor di vita e lavoro; le correzioni e trasf01'mtlZioni di politica e struttura econo– mica implicate in que~t.i obiettivi sociali sono realizzabili stabilmente solo con il peso e il controllo sull'azione go– vernativa degli intel'essi delle masse lavoratl'ici e conSIl– matrici che vi sono più interessate. Non pretendo e ,non mi permetto di da1'e dall'esterno consigli ed ammonimenti. Può essere cbe possa esser lltile un confronto tra le di l'cttive e gli schemi di lavoro della CGIL ed alcuni rÙievi, deltati sempre da un proposito di oggettivitù e chiarez;f,8. Il primo di questi rilievi riguarda le difficolH~ pecli lial"Ì di un'azione riformatl'Ìce in Italia, non sempre tenute effi– cacemente presenti: se la scarsezza del suolo sufficiente– mente produttivo non è rimediabile, la procreazione irre– sponsabile di cel·te l'egioni potrebbe esser correggibile · in tempo minore di qwmto non richiederà la riduzione della mentalità quil'itaria consolidata dal fascismo e dalla invo- 111J'.ione I malthllsiana del regime produttivo che in esso ha avuto compiuto sviluppo. L'incidenza della, componente demografica nell'equili– brio nazionale non mi semb.ra normalmente ben valutata. Ridotta fOl'temente l'emigrazione, l'addensarsi 'progressivo della popolazione crescente ha peggiorato, nonostante il generale prog"esso economico, nelle zone più disgraziate del Mezzogiorno, il rapporto tra i mezzi di sussistenza e ]e bocche da sfauHu6, 1"11\ promosso le colture di fame e quindi di rapintl. denudalo il suolo e degraclato il terreno agrario, Rev isioni c r'iliche necessarie E bisognerebbe che la politica dei sindacati non al i– montasse iJ1usioni sulle difficoltà e complessità de.l più gl 'a.ve aspetto del cosiddetto problema della disoccupazio. n e-sottoccupazione, che è quello di Iibel'are la terra il'ri· mediabilmente povel'a dall'eccesso di abitanti che non potrà mai mantenere, Ed è problema che tocca. non solo brga parte deUe zone intern~ del Mezzogiorno, e delle Isole, ma qllar.;i intcgralmente la montagna appenninica, e buona parte dene vallate alpine. l~'acciarno quanto si può per migliorare la pl'odtlttivit;.'~ del suolo, e diamo maggiori mezzi a quella Cassa per la moÌi.tagna., che eia cd è non meno necessaria della Cassa per il !l.iez.zogiol'l"Io. Ma vi ò un discl'imine fatale, ed è il costo unitario di trasformazione per ettaro, o, meglio, per sistemazione !amilial"e, che obbliga a puntare dccisamente sulla politica del miglioramento fondiario, rinviando a tempi più agiati le bonifiche che debbono ancora · iniziare dalla Iase idraulica, cho limita o ticn sospeso il giudizio s ulla convenienza nazionale della l"if,\>rma agraria così come è stata compiuta nello zone di stralcio; che consiglia cautela nel1e promesse di redenzione del suolo. Un ol'dinamento pill ra'l,lonnle ed il progresso tecnico della economia agruria potranno accrcsccl'e il prodotto, e .' I ',., FERRUCCIO P A R R I quindi la. capacità di sostentamento dell'agricoltura, ma forse soltanto quanto bosti per compensare l'effetto defla~ zionatore ed inevitabile della. mecca.nizzazione. Migliori patti agl'ari avvantaggeranno la condizione del contadino, non estendera.nno l'occupazione. E così 1ft riforma agraria generale avrà un significato prevalentemente politico e so– ciale, e solo in modo limitato occupazionale. Le 'l,one di disoccupazione e sottoccupazione braccian– tile potranno essere ridotte, non tota.lmente assorbite da.Ila tena, l..'imponibile di ma.no d'opera può avere incidenze economiche parzia.lmente posit:ive, ma ha nat.ura. preva– lente di provvedimento assistenziale, ed ha in essa. la ra– gione deUa sua generalizza7.ione. Ai margini degli aggregat.i urbani, non solo meridio– nali, permangono folle disgrazia.te di lumpenproletariat, sposta.ti e residua.ti di guerra., eserciti Iamelici di aspiranti– manovali ed aspiranti-fattorini, generalmente senz'a.rte né parte, di lenta e stentAta occupazione. Annoto queste ovvie osservazioni d.i comune esperienza. solo per avanzare l'impressione - diranno i 1ettori se gillsta od errata - d·una. concezione, corrente nel normale linguaggio sindacale, piuttosto semplicistica della nostra questione sociale ridotta. ad un problema di moltiplica– zione di posti di lavoro, runzione di una determinata poli. t.ica d'investimenti. La. nostra. politica. di pÌtma òccupazione è dunque assai l>lll complessa e diffici le di quella. realizzata da alcuni paesi europei in regime laburista. Una forte d isoccupazione industriale ed agricola specifica; una vasta zona di sottoc- , cupazione agricola incurab.i1e; una ampia corona di dere~ litti che ha bisogno dolla prima assistenza. i ca.use perma.– nenti di disordine di base. Una. limitata d.lsponibilità di ricchezza, sempre troppo lenta. ed insufficiente rispetto al fabbisogno di una. efficiente politica occupazionale e di una efficace e sistematica opel'a ùi qnalificazione civile. Ed una dura crosta di conCl'ev.iooi.......;poJ)opof.1stiche che b loc– cano, dirottano 10 svitnppo natura.le dell'economia. Investi m~'n ti e ince nti vi Non è nn quadro sen7.Q. speranza, altrimenti non ne scriverei. E ' un quadro di difficoltà da accertare ed a.ffron– tal'e con spregiudicato realismo. E sarei ben lieto se la CGlL, possibilmente d'accoT'do con le a.ltl'e due organizza– zioni sindacali, p.l'cndesse l'iniziativa di convcgni oggettivi e ql1a.IiHcati per unp.. revisione c.ritica del cosiddetto « Piano Vanon.i :. e dci progmrnmi della Casr-:a per il Mez– zogiol"no, cbe del Piano è stata un'anticipazione un poco unilaterale, Lasciatemi ancora aggiungcJ·e alcnni avvertimenti snl piano delt'« avvocato del diavolo :. che crede utile mettere in guardia. da. ottimisrni ed eccessive facilità propaga.ndl– stiche. La spesa in termini d'investimento per opcraio occu– pato ipotizzata dal «Piano Vanoni» mel'ita. di esser rive– duta con qualche sevedtà critica, Nessuna possibilitù. d'in– vestimenti statali veramente massicci per un paio di eser– cizi: bilanci rigidi; possibillt~~ d'economie limitate, a meno di non quasi~sopprinlere le spcse militat'i; cl·isi di Teso.re– ria severa ed ormai pericolOSA-; ridotte possibilità d'indehi– tamentoj lento gettito delle angurate riforme e revisioni fiscali. Ciò· non esclude, naturulmente, anzi rafforza. ]" ne– cessità di una.. sterzatn della politica, generale, e della poli– tica economica dello Stato in particolare. I n questa qnaresima della, finanza pubblicu vi è neces– sità di una rigorosa clisct"Ìminazione degli investime':'ti scelti in relazione ad una produttività effettiva e pronta, cd a.lla utilità occupazionale, Quindi attenzione li certa po– litica bonificatoria, autostradale, stradale, turistica, etc. E concezione più lIperta ed elastica. della cosiddetta politica d'investimenti. Sono investimenti, i contributi e le facilitazioni di cred ito. Sono investimenti gli sgravi fiscali S11 certe imposte eH fabb ricazione, o sall'imposta sull'en– trata, suscettibili di detenninare nnovi incrementi di atti– vità economica, Pa.rliamo qnindi più correttumente di po· litica d'incentivi. Tutti Sii incentivi utili ad accelerare la Inarcia della macchina economica. L'increme nto de lla produzione D'ftccordissimo con gli alltori del rapporto sopra. lodato perché investimcnti ed incentivi siano convogliati ed ap– plicati nei settori effcttivamcnto propulsivi, che sono quelli che comandano e condiy.ionano le successive h asrorma– zioni ; pcrché sia cvitato ch'essi finiscano per aggravare i processi di anemizzazione della. vita economica; perché la politica d'industrializz8?iione nel Mezzogiorno non sia fatta a. casaccio o secondo inteross;i particolari, c soprattntto se– condo gli schemi di quell'econom ia controllata privatisti– camcnte che i cartelli dominanti hanno organizzato e cer– cimo di consolidal'e. E non dimontich ino i S indacati di ~o~re ~n. p'l'!mo ~ia~q .\1118 raz:ional~ politica . dcn'ar~igia.- nato, che nelFIt.alia meno {ndustl'ialiZiz;at.a ha 8oocon .. Ima la,l·ga. funzione da svolgcre sia ·in sede occupa'l.ionale, sia in sede produttiva.. Che le aspre contese sindacali, che la difficile battaglia nella quale è impegnata non abbiano oscurato nelle tosi economiche della Confedera.zione llt preoccupazione pro· duttivistica., mi è sembrato sintomo tra ·i piI) inco1'aggianti di questi tempi. Rilevo, come osservato·re, 1ft necessiU~ di IIna· coscienza forse più chiara ed operante della necessità preliminare e felTea della nostra econornia. Risorse praticamente limita,te possono dare i rnaggior.i contribnt.i da }'ichiedel'e, per ragioni di giustizia, ai ceti agia.ti, se contenuti in limiti economici non negat.ivi. E' l'incremento costante del nusso dei ben.i reali Inodotti nel paese che può dar base sempre pitl ampia a.gli investimenti ed agli inccntivi, 1)eve eS8er soltoJinento come da. noi questo aumento della. torta da. d istribuire del)ba. essere accelorato quanto più si possa pOl'ch'; è esso che deve sostenere il duplice peso sia, della. opera di as.'iiisten 'i.ia e riqualificazione civi"le . che deve integrare la polit ica cIi occupazione, sia ç1i una larga pa.rte di disoccupa;f,ione che esso deve g:1'adualmento ma diretta.mente assorbil'e. 1.e possibilità di moltiplica7.ione di posti di lQ\70ro da pELl'te del1e imprese industl'iali vere e propl'ie mi sembra':' no, ad un esame an alitico, pilt lirnitate di quanto il « l'iano Vanoni ::. preveda e si mos~ri di solito di credere. Ciudizio naturalmente confermato, se non aggravato dalla. introdu– zione dei nuovi procedimenti automa.tici: introdnzione ch() può e deve preoccupare, ma non può essO l'e Rconginrata con maledizioni e disCOl"~i, e dovl'ebbe es.'":Iero Attentar:oent~ vagliata. " C'è il piano, non la politica Se cos1 è, bisogna f/jl' pill ampio conio slIl progt"es.'K} del paese e sulle lnaggiol'i schiero di tnacstl"Ì, infermieri, etc. che il suo attrez1.1-\lnonto civile riclliedet'ù. Se così ò. se il segreto di una. polit iC!l intensiva di l'eddito e di di~ striblizione è un'ol'ganici.\ e coerente azione incentiva, oc· corro - mi sembra - nei paditi di s inist,·a e nei sinda.. cati una vigila.nza piit aS8idua ed efficace Stilla politica. Quotidiana. dei Coverni, che, manco a farlo a ppos·ta, aveva. ed ha correntelnente, sul piano fiscale, degli tl.pprovvigio– narnent:i, dei pl'ou;i, della politiCi), industrillle, dello n'la– llOVnt doganale, del commol'cio estero, segno opposto al- l'indirizzo ed alle esigonze del « Piano Vanoni >. I Grande merito del molto compianto \fa.non i avei· và.~ l'ato tal'divamente ma, finalmente uno schema di pl'ogntlll– ma sociale ed economico. E' mancata sinOl"<l Ima politiCi" ad e8r-:o coerente. Dovrebbe essere frutto dclla cosiddetXa, «scelta' a sini!St.ra. :. Itl. inslaurazione di IIna politica. da. piano Vanoni. Una tale politica è per la sua natura lihel·atrice esseli– ....ialmente anti-Inonopoli.<.:tica., Ma libel'azione antimonopo– listica significa eSf;en;f,Ìahnente·svÌncolamelito dei prezzi eli ba~o - dci prez7.i dal! delle matet"Ìe pI'Ìme, dei semilavo– rati che dominano le industrie derivate, dolie delTat" . fonda.mentali - dNlla l"Ilanovra dei gruppi dominanti, I) loro ';:idu7.ione al livello del confronto internazionale, e co– mnnque a.l tninimo livello. I p.'ezzi .anzi,lutto Non occon'e dire che si tratta. non solo dei prezzi dei prodotti-base delle cor-:tnt7.ioni e Javol'azioni meccaniche. eùili c chimiche, ma tlllcite della politica degli 8'PPl"Ovvi– gionnrnenli, degli ammassi, "dei mel'cati cittadini. Grossi~ti ed aecapa.rratol"i non sono meno pericolosi dei tnl.8t:1' in– dustriali. Accanto all'ammodernarllcnto delle tecniche produttiVI) (investill....enti ed incentivi) questo è lo sb 'umento della ri– duzione dei costi, clre è lo pl·~messa di IIna pl"Odnzione più intens.a e più esportabile, di un allargamcnto del mercato interno. Ed è anche garallzia. deHa stabilitit del metro monetario. E questa può essel·e la ragione economica della nazlo. ntlli'l,'l.azione o del controllo pubblico di un servizio o di una. produzione di basc. Se questa manca, se unmono– polio pubblico, se un'azienda di Stato~ se una industria. seminata artificialmente - sia pure «estensiv8.mente:t,. come vuole il rapporto citato - regolano la 101'0 condottr,– economica cd il 101"0 p.·CZ;f,O sul metro dei monopoli privati, può restare solo IIna ragione politica. Consigliel·ci di va– gliarc attentamente) qtlP~te r-:ituazioni, scegliendo le forrne più idonee di controllo e sblocco d,>1 mcrcnto. Alclln\} na:r.ionalizzazioni possono ~postaTe o ridurre 1'al'ea di azione BlonopolisticH: non sono ancora, com~ l'esempio francese din1o~tl"al IIna politica antilllOnopolisticl.l . . l)erchè solo nel ql,lHdl"O Il nitario di una poliLicà I·ifol'– mat.'ice a lungo tCi"l1lille o ad obiettivi dofiniti 1)0880no t'1;oval'e impiego efficHce e COI'ente gli stl'llll"lCnti di dire~

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