Nuova Repubblica - anno IV - n. 12 - 18 marzo 1956

2 Hcuola atlu~,lc. 1.::\ lavo validitil, grancUsF:;ima. pOI' un CCI'to })13I'iodo, dorivavtl dalla idoneilc\ ad accogliere le fol'y.c pill ViVf~ e. dinRlllif·he della societ;" nazionale, servendo loro da, stnITncnto j)CI' g\1idal'c lo sviluppo del paese. 1\ 11(.:110 lo odierno scuole arnericana e soyielica, alle quali troppo ~pCS80 illUll1inisticam('nte ci si l'i,ferisce, sif1n iric~no qHu!co:-;a come espl'es8ione delle [orzo 111 mo· vi~llenlo nelle r ispetti\'c società naziona li. Così la vecchia sCLLoia italiana Cl'a vulida pCI' via di quell a « claSSe genc– "lodo » che p OI' lo p i ù CI'6. classe politica, economica e CI d– tll l';l,l~ in~ierne, c che nllora simbolizza,va la dil'c:done della Hocieh\ llaziollHle o ri univa. tutte lo migliori enel'gie .intel– JottllHli, La kCtlOla media cla.<.:sica, altamente sclettivu', cl'a tutt'llLlO con l'un ivcrsitit di él.ite umanii:itica, destinata soltanto jn \'ia ind iretta e se('onda l'ia alla pl'cpll.I'a.;t,ione , pl'ot'e~~ionale, e \'olt.a innrtnzi tutto alla formazione cultu– l'aie necessal'ia por << l'unzione>> ad entrill'O nella clas~e di rigelll'o, Lo altl'e scuole el'ano separate perché accoglie– vano (;f'ti unicarnont.e snballerni, L'insegnamento clcl'ieale f~I'a anch'esso con fi nato ai ma~gini della società. nazionale dell'opocA, Tali ol'dinmnenti decaddero pinttosto l'a pida– ,monto Jlol'cllé (Issai presto nuo\"i fel'menti, di varia origine e nabll'H, si produssero nella societ~l e in\'cstil'Ono subito ' )a ::;cuola. l / iIHJ ust l'ializ.zazione, con la nascita di grandi fOl~.le nconollliche e di un moderno proletariato, il l'eingresso dei cattQlici ol'ganizza.t;i nellR società civite prima e in quella politica poi, il l'a pido aumento demogl'a[ico, il dival'io nella stNli;a « classe generRle» h a attitudini e interessi poliiil'i, economici e culturali, la formazione di nuovi ceti j'mprenditoriali" pl'ofessionistici e tecnici; t utti questi mo– tivi intrecciandosi tra 10 1'0, detcrm inal'ono la decadenZA, ,che' pot.eva anche avviarsi \'el'SO una evoluzione feconda, AOHlCntò il numero degli stlldenti, nei licei e ncUe ullivel'sità, comp l'omettendone la funzione di élite. F iOl'i– .TOllO le scuole tecniche che, se plll' parzialmente, dettel'O ai ceti subalterni la possibilità. di proseguire gli, studi fino ' a.i pill alti gl'adi. SOl'sero, accanto a!runiv'el'sit(\., istituti ' super'iori di ingegneria, economia, ecc. mediante i quali le nuo\'4~ fOI'ì'.e industria li e finanziarie cominciarono a in– ted e",il'e nella scuola. In fi.cial'oilO il pl,jncipio stesso 'del– )'llllità della. scuola gli istituti cattolici, ottenendo sempre 'più Itll'gamente la pal'ificazione. Anche la cultura più mo– dcl'lll.\ e viva cominciò ad abbandonare le università, ct>,ùe '(Iilnostl'Ò il caso del Cl'oce, impensabile ai tempi del De Sanctis o del. Ca.rducci, 'D ... '\.'1'0 CHE fa CI,jsi della scuola liberale ~ol'l'ispondeva , al vivilce moto e'span::;ivo della società nazionale, 'j vulori meno caduchi di quella scuola si sarebbel'o po– "t~lii salvaglllH'dare soltanto in una scuola di tiPo. nuovo, 'dove con la eHettl va pad ficazione sociale fossero presenti enel'gia nuove, al posto d i una «classe generale:) che non poteva dirigere più niente perché non esist~\'a pill. E solo in tal modo sarebbe stato possibile fermare e l'espingere l'offensiva clericale m ediante un accostamento dei ceti ~attolici socialmente pill" apel,ti all'iniziativa dei- « laici :) 'pCI' ulla scuola pill aderente ai bisogni di una nuova ,societit. La rapida in\'oluzione dei ceti borghesi intorno alla prima guen a. mondiale, congiunta. alla insufficienza poli– tica e culturale dci socialismo italiano, fece rapidamente svanil'e ogni possibtUtà di l'innovamènto, ~la anche i mas– simi esponenti de] laicismo scolastico dell'epoca, il Salve– mini e il Gentile, non per'cepÌl'ono la reale ' portata del p'r'oblema e si attaccarono alla difesa. o alla J'estaura.z.ione di forme il cui contenuto era ormai diverso dà quelJo originale. n Ralvemìni si batté brillantemente contro l'offensiva clor'jcl\le, d ellicendosi però alla stretta elifesa, senza pOBsi– .bilitù, alcuna di diffel'Ollzial'C tra 101'0 i cattolici in una .,panjera q ual!Oiiasi e configUl'andosi, lui socialista, in pro– poste di rinnovamento di ordine tecnico e didattico che non scendevano alTe radici politiche e sociali dell'ordin a– lIIento scol;)stico, e non el'3no quindi capaci di chiamare } II]OV-e cnel'gie per Ja difesa dei valori fondamentali della Jaici!";), A sua volf'a il Gentile si 11111056 sulla possibilità di l'e· stitui l'e Sii ceti bOI'ghesi la funzi01le di «classe generalo» dil'ig~nt'e, al pllnto di volere rest.aurare «gli studi dei pochi, de-i migliori ... cui l'ingegno destina di latta, o il ,:en80 e l'alletto delle fatniglie », fino al punto di abo1il'c Je scuole tecniche pel'ché i 101'0 alunni « non sono nat,i ~lgli studi, ma a Il'1tges constunere : sono numero e non h~.\n di,'jtto di fare i med.ici o gli avvocati » ! 'l'aIe ideale, tanto al'ÌstoCl'atico quanto anacronistico, gil/use alla J'eazione più idealizzata e peJ'ciò più spaven– t.osa, come d imostrò Jo stesso iter . politico dell'uomo. Oltre a tr'oncal'e per UII tl'entennio ogni possibilità evolutiva e a configul'31'e le n uove scuole pl'Ofessionali corne « ghetti t)colastici ::t d i d.iscrim inazione sociale, per conseguil'e l'a p– poggio politico necessa r'io a fare approva l'e la J'iforma del 1923, compromise la laiciti\. e la libel'tà di insegna– mento, non solo di honte al fascismo s ma anche di fronte al clel'iculislllo, Così, tm UH « franco tirato1'e::t, se non altro integel'l'imo (e che pel'ciò ha lasciato con.tributi ancor oggi validissimi) e un reazionario disposto ad andare fino in lundo nella discriminazione sociale, la disfatta della J:.licit:\ scolastica· e della adel'enz;a. della scuola alle nuove esigenZie del tempo, non poteva essere piil completa - tanto che si giunse sino al distacco definitivo delle facoltà dalle p"oressioni, mediante l'imposb',ione dell'esame d i Stato di8tinto dalla lalll'ea. ' Le propo,ste del Gologel'o, plausibili in sé, l'ischiano di J'ipropol'I'e il p iano di azione del Salvemini, trasportando SIII tel'J'eno t'ecnico o didattico un problema che ò anzi– tutto politico, ]~e « I,ifonne senza spese », attuate da. sole come impegno }Jl'incipale, rafforzernnno con dei palliativi didaU ici 1'~lttllalc sistema d idattico j e < non spostando (juesti problemi n é sul terreno ' ideologico né su quello degli ~chiernl11enti par'lamentari », affidandosi a un iii\)– m inì,-;tico « fronte dell'intelligenza » (,~lic!), mai si rag- (102) Il IJllWl rerJUbblica ,I 'f A IJ I A P O L 1 'f I C A I - - : - - - - - LA LEZIONE DI GRONeH) , , E ceo conchiusa la 1l1 il';::;ione ' nm~:,n'i('flna elci p l'csidente Gl'onchi. I:)e si vuole appl'PY,Y,a.I'11C lo spirito 'e la l'iu- 1:icita, bisogna l'icol'dal'c ch~ . nemmeno \In mese era tn-.1scorso, a l momento della parten'za, da ll'incidente della pl'eslmta. intervista Ste\'ens, e pochi gio1'ni appena da qllelle considemziolù non betwvolc degli ambienti ~me­ l 'ica.ni di Roma, d.i cui si era fatto cco, dopo il Corr·ie,'e della Sern, il settinM.nale del signol' Luce, Ul'onchi avrebbe cortl.mes.':iO il più gra\'e eI"l"OI'(', so ~i fos::;e lasciato intinli– dire dagli avvertimenti di qw):-;t.i ambienti e di queste persone j m a per quanto il sno temperamento sia intre– pido,. occoel'eva, in q uesta occa:sione, accentual'e lo slan– cio della partenza, per contrapporre, all'attesa fredda– mente p l'edisposta d i lIna pUI'te dell'opini01le americana, una impr'essione d 'm'lo, L'effetto, possiamo d ire ora, non è mancato in nessun momento, La. prima bravura ,di , Cronchi ù consi8tita nel 'dare agli ' americani le più ,arnpie assiell l'ay,ioni di atlantismo. Si badi che, se non elTiamo, il suo hr1l10CO è stato assai più complesso di qnanto quelle p rofessioni di scelta po– litica non lasciassero suppone; COl'to esse hanno sorpreso gli americani, che credevano Gl'oneLli neutl'alista e ariti– atlantico, e han sOl'preso un poco andle noi, che non ,cono– sceval~l.o Gr'onchi sotto -l'aspetto doll'eurppeista, che egli ba esibito all'opinipne degli Stati Un iti, Il secondo aspetto della 4: diplomazia» di Gronchi è stato però, subito, quello di chiedere un'interpretazione ·meno militare e più ecollOlnico-politica del patto atlan– tico. In fondo, Groncbi non diceva nulla di straordina. l'iarnente a.udace. L'insistenza sugli sviluppi dell'art, 2 del patto faceva già parte del bagaglio diplom·atico d i De Gasperi; oggi, in regime di coesistenZia competitiva, fil. ver'sione atlantica di Gronchi' poteva uddirittura con· sidcl'al'si un luogo ' paciCico dogli indil'izzi occidentali. ~fa bisogna soggiungere che, richiesto da De Gusped, l'art. 2 del patto faceva. parte di una cel'ta tattica propàgandi– stica senza concrete speranze, mentre in bocca a Gronchi questa richiesta ..l'Ìentl'ava in quella sua nota -e: accentua– z.ione dcH'urgenza» deg;i sviluppi st.rutturali italiani, che da anni con tl'add istiol'c IlJtt~iu scpo alla. d,emo ra·zia cri- ... sti~na, la sua "(;'ri~ lsogna pòi aggiungere. a vanto di GI'OnCm , che l'opinione govel'nativa americana (solo eh' i l'affronti, nel bilancio, la dimensione della spesa deiIa difesa con quella dell'assistenZia alle zone depresse) è ancora tutt'altro c'he persuasa di dover dirottare l'indi– riz.zo atlantico dalla sicul'ezza alla concorrenza con l'OR8 8 vel'SO il mondo non comunista. Q uasi che avesse, con un (juto davvero notevole, pl'esentito l'attualità del suo di– scorso, Gronchi anticipava così di p"Ochi, giorni le cl'itiche e le l'ichieste di rifol'ma atlantica di P ineau, e apriva la stl'ada a. quel chial'imento o a q uella. scopel'ta dei difetti dell'alleanza, che ci par'e sia oggi l'l'ancamente in corso. Ne è discesa la, tel'z::\ fnf:e delh, missione di Gl'onehi. Qua.nto più si pl'econÌzzn l'interpretazione economica del- giungel'à quel n uovo equilibl'io di fo rze intel'ne ed ester'ne alla scuola, unjc~ premessa po::;sibile a mutamenti reali. Accenna lo Scalfari ad una « a la sinist ra» Calogero, con~ tJ'apposta ad una «ala destra » Morghen che si batte per il rinnovamento inter'no della scuola. di Stato, che chiede semplicemente misure esterne di protezione. La d iffel'enza J'isulta, sul piano politico, estl'CmAl11ente tenue~ essendo tutt'al più il Calogero destinato, come gii\. il S~lvemin'i, a suggel'il'e vasta mole di con tl'ibllti tecnici, rnentI'e il :Mor'ghen sembra si l'ichiami ai tempi del Casati per fer- mar'si lì. ,., l,e posizioni dei « I:lici ad olb'anza » sono sembrate piuttosto deboli di fronte a un mal'xista come l'Alicata, ql1ando ha chiesto per la scuola un contenuto ispirato ai principi costituzionali, pensftndo evidentementò alle forze poljtiche e sodali che possono viviricoJ'e una 'scu'ola nuova. P arimcnti, di fronte - a un cattolico come il 'Gozzér, che avanzava fllluosi l'iferimenti ad una «socia1itit '» non me– glio precisata, non sembra comunque cent,rata la. 'risposta d i La Malfa, ' opponente tllla « lnicitA» rigidamente })fe– giudiziale a.d ogni asp iraz.ionc ~Ii l,innovamento sociale, Scuola ispil'ata al metodo laico nell'inscgnarnento, e scuola ugn08tica, asociale o apolitica, Ilon sono esattamente la 8tessa cosa. Rispetto al Calogel'o, a bl10n ti tolo il Ros8i Doria ha lanciato lo slogan. « l'addoppiate il bi lancio dell'istrllZi,ione in dieci anni », quando il BOI'ghi molto oppol'tunamente ha p r'oposto di riprendere la. l'i for'n~a scolastica 'al punto in c\li l'ha seppe1Ji ta. il Gentile, punta ndo risolutamente sulla scuola unica orientaliva fino ai ]4 anni. P ii! consapevole nel raggillngimento di fin i politici e sociali il Piccardi, del quale l'nanca pUl'tl'OPPO la relazione sed tta, Riassumendo evidentemente il concetto della «classe generale », egli propone rid imensionamenti e nu- 111431'i chiusi. Non ci troviam o di fronte, almeno in lJectore, a un tentativo di conservazione illuminata, destinata a rin– vel'dil'e 'gli allori dcl Gen.tile? Si potrcbbc,'~ soddisfare, (h\ parte del )~iccardi, molto pill sensibile del Centile circa le r allca nz.a atlanticn, tanto piò si scolol·jsce la sua l'igidezza di- dogmati~mo hniicoll1l1nii-;tu, Eta quanto serviva a Ul"onchi pel' scuotere la sfiducia tl ulf' .rica.na in un'Italia 1'3ppr'csentata spesso all'opinione occidentale come rH'eda dell'insidia comunista, Su questo plfllto, cioè sulle ri8erve f n;~lCc3 rtiste nei nostl'i rigua rdi, Oroncui è ~tato COI'~"{;gi~~o e spregiudicato. Da qllE'8t.O mornento, i l Presidente poteva intavolare il dialogo con gli uomini di industria e (inanza degli 8tati U niti, E' qmUlto abbiamo sa.puto degli ultimi giol'ni cd Ol'e ciel S'li o soggiorno americano, scbben~ sia difficile apprezzame per ora i risllltatL C~ l'en– diamo conto cho essi sono, o potrebbero e8sel'e, di due c'ategorie : prestiti al settore pllhblico, inve::;-tirnenti in quello p l'Ìvato. [ prim i, cioè in concreto qualche nuovo a pporto da.lla Banca Tntel'nazionale, possono da.vvcl'o es· serc favo l,iti dalla felice presenza. di GJ'onchi. Per i se· cond i, non oser'emmo d al'e PCI' l'i uscito lo sforzo del P re· sidente, prirna di COlloscem e maggiol,i particolari. L A RAGJ.ONE di qnesta cautela risiede, secondo noi, ancora. questa. volto, nellà legge petrolifera, Gronchi ha vixto, prima di lasciare gli St~lti Uniti, i pl'eside~ti della GnlC e della Esso ; sicUl'anwnte non h •. \ ceduto 10 1'0 nulla d i quanto l' [talia de\'e custodirc, cioè il controllo dello Stato sulla speculazione del capitale sb-aniel'O suJJe risorse endogeno. P uò anche a\'or' giovato, a l"estaUl'ill'e una. nost:J-a più tranquilla digllltù in questa m!ltel'i~, la abilib\ di Gl'onchi nello spoliticizz<lre una tensione, che la temerarietà. della critica amel·ieans ha reso anche pii'1 spinosa di quanto forse non sal'ebbe stata in concreto. T utta.via non illudiamoci ; gli amel'icani attendono certa– mente, a compie1'e in Italia. in\'esti menti signi ficativi, di conoscore le nostl'C conclusioni paJ"ial1lental'i in fatto di legislazione petrol~fel'a, Non v~J'J'enJ mo 01'0. clH~ il governo, tentHto di p6I'COner6 con successo la. via. spianata dalla mission-c . di Gronchi, finisse con il C'edel'e impondel'ata· n'lente rispetto all'attuale p l'ogetto: ora soprattutto che non c'è più Va noni a difendere strenuamente il settore E~L D'altr'a. parte, sarebbe altrettanto pericoloso che, per un malinteso l'Ìgol'ismo antipl'esidenzia-lc, i c-uj. n.b.– biamo tl'oppe volte pel'cepito i segni, il governo rjnt1n~ ziasse a mantenere all'attuale li\'ello di calOl'e la più chial'a e dignitosa impost.azione dei rappoJ'ti italo-ame· ricani istituita dal viaggio di Gl'onchi. In complesso, il viaggio di Gl'onchi ha da.to una, scossa alla nostra politica estera, ed è certo un evento l'ilevante di politica internazionale. Il Pl'e.';i~ente ha dimostra.to che sal'ebbe stato un ministro degli est.~J'i di prima statu)'8-, pur'ché Ile avesse avuto i poteri costituzionali; speriamo che le figure a lui inferiori, che questi poteri detengono, non lascino depel'il'e i [rutti di un lavol'o sicuramente po– sitivo e fecondo. ALADINO e:sigemr.e eh nUll modern a societi~ industriale, gli inte– ressi delle grandi fOl'ze economiche in un fecondo con– nubio t.'a umanesimo latino .per lo. formazione di una classe dil'igente e managentent americano per ristl'lIY,ione dei tecnici subalterni necessari a l complesso pl'oduttivo. 11 l"liccal'di potr'Cbbe diveni l'e l'alfiere di un ol'iginale ten– tativo di qnesto generc, un vel"o e proprio Gentile, m'utat1-s tnutandÙl, della civiltà delle macchine, Anche il contributo degli studenti ,Amici del Mondo non i.; andato molto al di 1ft, l .'Ongal'Ì ha ribadito Ja pl'Opl"Ìl.\, nvvcl'sione alla valid ità p"ofessionale del titolo d i lau r'ea, confermando di concepire l'Universitil conie unico modo di formazione della classe dirigente, e non come singolo punto nodule connes..'3O alle professioni. 11 suo l''itesso prevalente interesse, come presidente del– l'UNURI, al problema dci collegi universita.ri, pure ri– levantis::;jmo ma non cel'to unico né pl'incipale, confelma la. concczione aristocratica che egli ba dell'u niversità. In b'o('ca ~i sostenitOJ'i dell'esame di stato post-laurca, che sul piano dell'attuazic\l1e costituzionale p uò benis– simo e~sere portato a coincidere con la laurea stesso, llon ~ndgono certo 'le preoccupazioni, fo~'malmellte « democra· tiche », di consentire anche ai non laureati la possibilità di accedere alle p l'ofessioni. Ci si i::;pil'a ad un concetto (la libel'tà corne ,pura e semplice facoltà ) ,de] tutto supe– r ato dai tempi, come dimostrano le osservazioni, tanto lucide e bl'iIIanti I}llanto astratte e inattuu.li dell'Einaudi in « Scuola e libertà.:). Peggio poi il Roccella che, per t,utto contl-ibuto, h a accennato con fllsamente a « qualcosa che è matUl'ato nell'Università », adombl'ando prospettive politiche che la scuola avrebbe in questi anni suggerito al paese. I! « P roces.'So alla SCl1ola» può essere archiviato come un ut.ile contrihuto tecnico, srasato sul piano politico e sociale quanto passibile di involuzioni r'e('Ziionarie. Rimane effettivamento valida la relazione del Borghi, che giustifica bene un C01\\'egno ancbe da sola. GIULIO CIlIARUGI

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