Nuova Repubblica - anno III - n. 40 - 11 dicembre 1955

(88) m,ova repubblica 3 LA. RIFORMA. FON DIA.RIA. IN.SICILIA. CASE, STRADE E MULI La trasformazione fo1ìdiaria dovrebbe provvedere al decentramento della popolazione agricola, tt·asfcren• dola in prossimità dei terreni coltivati. Si dovrebbe accelerare il ritmo deUa costruzione di fabbricati nelle campagne, sparsi o raggruppati a seconda delle condizioni di igiene, viabilil~t o disponibilità d'acqua di GIUSEPPE GESUALDO Hl I A STRADA 1·otabile ò premessa necessaria a.lla mec– _J canizzazione di una regione ed in Sicilia le strade costituiscono la base del rinnovamento economico e sociale. Nell'isola le strade comunali esterne che uniscono il carx,luogo od il grosso borgo rurale alle varie località delle can,pagne oggi sono 1·appresentate da imp,·aticabili sen– tieri e mulattiere senza massicciata dove appena passano i muli a Jìla indiana. La deficienza cli strnde l'Otabili rende indispensabile la persistenza degli equini come mezzo di trasporto e come mez,-o di lavoro. Senza l'equino (mulo od asino o cavallo), il co11tadino siciliano non può esercitare la sua attività la– vornt.iva, giacché non può eseguire il trasporto dei prodotti e dei me,,zi impiegati in agricolturn, dalla sua casa, posta in 11ttese, alla tena che dista spesso 8 o più chilometl'Ì. Non esiste azienda contadina, sia essa di piccolo p,·o– priet.u·io coltivatore diretto gabbeloto o tteratichiei-e o mi– tatiere, che possa fare a meno cli uno o più equini; men– tre 1·arissimi sono i contadini dell'Isola che usufruiscono per i lavol'i agricoli e per i trasporti cli una macchina o di bestiame bovino. La prnvalenza del bestiame equino nell'economia ag,·i– cola contadina in Sicilia è una delle cause della mise,.ia prove,·biale del contadino siciliano. L'equino consuma e non produce n~ carne né latte; mentre il letame, per man– canza cli stalle- nell" campngna, Yiene disperso e non è utili,-,-ato. Jn tutta la Sicilia, secondo i dati pubblicali dall'DiS, si avo,·a al 31 dicembre J!J5 I un complesso di strade ria– e.ion,di, 1>1·ovinèiali e comunali di km. 8.GJO che rappre– Mnl'itvario il 5,05% della lunghezza. delle strade pubbliche n~,-ionali (km. li0.562). Si veda qui in calce la tabella J. J n complesso la lunghezza dPlle sti-ade nn>,iont\li e pro– vinci>\li in Sicilia manii('.he 1111 ,·apporto qutud 11orrnale con ht rcto naz·ionale; n1onlro al disotto d€'1 minimo ~i trova la rnle comunale. La disponibilitìi di tale rele in Sir·ilia è nppena di 84 chilometri per ogni 10 n,ila ettari di ten·cno, n1entl·e la. media nazionale è di ben 35i km., cioè oltre quattro volte rnaggioJ'e. ~la una ca1·enza assoluta si risf'ontra. nella via– bililìi privata. a>1iendale, non esistendo in Sicilia. quella l'elo p1·ivata carreggiabile inlerpodernle e poderale che nelle >1oneprogredite d'Italia unisce i campi coltivati alle ca.scine, le fattorie con le case coloniche e queste con la relo stradale pubblica. Tn Sicilia si troYano nPlle ca1npagne rori casan1enti. o « masser.ie » che a stento si possono raggiungere a dorso di mulo. Ci si tl'Ova spesso di fronte a vastissime zone uber– tose estensivamente coltivate nelle quali è impossibile ac– cedere con un mezzo n1eccan ico. Essendo pochissimi i km. cli nuovi tronchi straclalÌ di TABELLA N. 1 bonifica costruiti in1 questi uHimi anni ed essendo sca– dente Ja manutenzione di moltissime strade pl'Ovinciali e comunali esistenti, risulta subito evidente la. deficienza della viabilità rispetto alla vastità del territorio ohe è di kmq. 25.704. Troviamo infatti in Sicilia per ogni kmq. cli superficie appena 335 metri di strada 1·otabile ! Al fine di un orientamento esatto sulla situazione della viabilili, dell'Isola, diamo a pàrte (v. tabella 2) un qua– dro statistico sullo sviluppo della rete stradale su 6 delle 9 province siciliane. Da quei dati si rileva che la provincia meglio dotata di strade rotabili è Catania con uno sviluppo cli m. 4i5 per kmq., mentre i territori più sforniti sono quelli delle province latifondistiche: Pa– lermo, Caltanissetta, Enna con un rapporto rispettivamente di m. 310 per le prime due e di m. 250 per Enna. Ora, se esaminiamo gli sviluppi delle rispettive cate– go1·io di strade che concorrono a formal'0, in queste pro– vince, il rapporto unita,·io e medio, si rileva che la pe1·– cent1mle minima spetta alle strade comt1nali e di bonifica. Infatti, mentre nel tel'J'itorio di 'Catania, vasto kmq. 356i, troviamo km. !JlG di strade rotabili secondarie (comunali e di bonifica), nel te1·1·itorio cli Enna, vasto circa i due terzi del t~rritorio di Catania, tl'Oviamo uno sviluppo comples– sivo di strnde secondarie appena di 73 km.! Occor,·e,·ebbe che le auto,·iti, locali delle singole pl'O– vince e, per e$sere più precisi, gli illTtministr·atori dei co– muni dell'Isola, l'Asse ·sornto alle Opere Pubbliche, e l'Asse~:orato dell'Ag,·icoltnra prendessero, con la massima. sollecitudine possibile, l'iniziativa coordinata di affrontare il problema primo dell'anelratezza generale di quei terri– tori, impostando un piano generale di progellazione stra– dale r·he, nel limite massimo cli un decennio, possa final– mente eliminare le attuali irnprnticabili mulattiere e per– mellere ai mezzi meccanici moderni cli giungere in tutte le lòcHliti1. dPi singnli t~nitol'i con1unuli. C.:011 la co.,tn1zione cli una rete stl'8clale .,·otabile secon– da.ria ra>1iona1· · v,•rrebbe ad aprire un vasto campo cli ultiviti, produttiva fornendo la,·oro, in modo capillare, a centin11ia di ni.igliaia di disoccupati e si spez,.e1·ebbe uno. tlei potenti ostacoli al progresso dell'lsola. J,e ·condizioni edilizie, ~ia. dei fabbricati tll'bani sia cli q11elli rurali, sono deficienti ed in gran pa1·le inadatte ad ospiture nmanarnenle una. civile popolazione. Chi per– corre città o centri rnra.li del l'interno o si addentra nelle vie secondarie aHacciandosi all'ingresso delle molle mi– gli,,ia di « catoi >, si fa subito un'idea di quello cho sono le abita,-ioni della maggioranza della popola>1ione del- 1'.Tsola. " La recentissima pubblicazione dell'Istituto C'entrale di St,1listica sulle condi>1ioni delle abitazioni in Italia al 4 novembre 1951, conferma che la Sicilia si trova in testa al resto d'Jtalia nella densitù. cli ·Rbitanti per vano; infatti mentre la media. cli tutto il ter·ritol'io nazionale risnlta cli , LUNGHEZZA CHILOMETRI CHILOMETRI DI STRADE Per 100.000 abitanti di superficie terrestre CATEGORIA STRADALE Per 100 kmq. Si e i I i a I t a I i a % . Si e i I i a 1 t a I i a Siti I i a I t a I i a i::Hatali 2.133 21.735 9,8J 83 7ì,2 47,8 4G I •rovi nei a I i 4.333 42.0i5 10.::0 lG8,5 J3f!.8 !17,1 8!1.2 (kun11ni-\li 2.153 lOfi.753 ~ 83.8 354.G 48)1 22H,5 ] n com plesso 8.619 l i0,5G3 :33;,1,3 \ UGG,G l!l3,2 3Gl,8 u TABELLA N. 2 Sviluppo della rete secondo la classifica Rapporto unitario km. Sviluppo totale Superficie PROVINCE della rete per kmq. in km. metri Statale Provinciale Comunale km. espresso in C'utania 207 571 !HG ]6!14 35G7 475 'l'rapani l!ll 360 47!1 1030 3507 410 .\~rig<-nto 308 335 315 97G 3038 32l C'i<ltanissella 143 300 149 654 2106 310 1•,,t10nno 434 5(i0 1!17 ]543 4fl77 310 1 1 :nnn. 2(;2 303 7·> ,, 643 2551 250 ulOÌ V V abitanti l ,30 per stanza, in Toscnna risulta cli 1,07 per stanza, e in Sicilia. di l,74. La quasi generalità dei contadini vivo nei grossi cen• tl'i, in un unico ambiente dove giacciono insierne uomini) bestie e scorte; i nonni, i figli, i nipoti, i muli e qualcl,e volta una capra e le galline. Dai fascicoli pubblicati dall'Istituto Centrale di Sta– tistica per le province cli Caltanissetta ed Enna rileviamo che su n. 299.000 abitanti in provincia di Caltanissella so– lamente 20.000 vivono in case sparse nelle campagne, cioè appena il 6% del totale, e in pro,·incia di Enna su n. 243 nrila abitanti solamente 10.000 vi\'Ono in cnmpngna, cioè appena. il 4% del totale. Dalla stessa fonte si rileva che nelle province cli Cal– tanissetta e dj Enna oltre il 30% delle abita>1ioni sono prive cli qualsiasi servi>1io igienico: acqua, latrina, ecc, 11 problema della manCRnza dei fabbricati rurali nelle campagne di Sicilia è molto conosciuto, e presenta un doppio aspetto, produUivo e sociàle. Mancando il fabbricato rurale dei necessari ambienti per espletare una razionale ~gricolturn (stalle, fienili, silos, concimnie) non sarìi pos– sibile un incremento produttivo; mentre il contadino è costretto a vivere in an1bienti insufficienti, cioè nei « catoi » del grosso centro, ove non gli è possibile allevare 1111 pollo! Se si tiene pl'0sente che 'circa 60.000 la\'Oratori giorno]. mente sciupano cirça 3 ore per portarsi sul posto cli la,,or-o si comprende l'import11n>1a che il problema dell'nbitazione 1·iveste. Senza la ca~i~ nelle vicinan:,.e della. terra jl contadino continuerebbe ad essere un nomade sempre all'uffannqsa 1·icerca della terra, sulla quale verrebbe ad operare per un troppo bre,·e pei·iodo di tempo, con conseguente azione di sfruttamento, ed il lavoro di una famiglia contadina re– stere!>be dispe,·so in diversi appezzamenti cli terrn lonl'ani l'uno da.H'a,ltro molti chilometri. JI tipo precario d'impresa aguria fra,:onula e di:.persa nello spa,.io, basata sulla monocollma cerealicola ed eslen– ~ivA, ro~terebbe in Sicilia a domina1·e, e con es.~o la povertà della m,,ssa contadina continuerebbe ad accrescersi. Con la casa in can1pa.gna sarà. possibile riunire l'azien– da contadina. nello spazio e sostituire gli ·antieconomici equini con i bovini, e con il rinnovan,ento zootecnico tuUa– l'agricollnra riceverà un formidabile impulso proclnllivo, Una famiglia contadina. abitando nella ca111pagna sa cli poter fare affidamento su nitri cespiti: pollaio, porcile, occ., che sono sorgenti cli cospicuo reddito. Q CA;l/00 avremo c1·eato 1,. casa colonica od 1111 numero adegualo di fabb1·icati rurali in cui alloggiare i la,·o– ratori ngricoli sal'à. possibile instaurare un nuovo razionalo ordinainento produttivo z.ootecnico. Bjsogna. evitare, in tutti i modi, di costruire poche case in punti eccentrici 0. lontanissimi fra di loro in località senza strade e sen,,a acqua, comé avvenne nella prima. fase « dell'assalto al lati– fondo; ordinato da Mnssolini, giacchè le famiglie dei con– tadini, come tutte le famiglie di questo mondo, hanno bi– sogno a.nch'esse della scuola, clell'a.ssisten>1a fisica, morale, eccetera. Egualmente, bisogna in tutti i modi evitare di cosi ruir0 altre case per contadini entro e nel perimetro dei grossi centri urba11i dell'Isola. E' veramente incrndibile la legge· 1·ezza con la quale vengono consent.ile costru>1ioni di fab– bricati tipo rurale entro o in prossimit-à dell'abitato (come si è verificalo a Gela, Caltagirone, Mazzarino ecc.), mentre si lascia deserta la campagna. Costruendo le case in campagna il contadino si tra– sferirà sulla terra. Non si deve ulteriorme1\te insistern nell'abusala leg– genda di un contadino siciliano « stra.zzale11>1uola >, cioè che ri/11gge da.Ua vita di campa.gn" prefe1·endo a.mmassarsi in vaese. Viene spesso r ipetu.to che il contadino sicil-im10 .,i è urbanizzato e non è dispos to a trasferi,-si in campagne,. E' possibile provare piuttosto che il contadino siciliano non ha. altra scelta nell'atluale situazione, giacché per man– canza di fabbricati rurali nelle campagne non può abitarvi; ma dove e quando questi. fabbricati sono costruii.i, il con– tad·ino è ben felice di trasferirsi in campa.gna. Nessuno ha mai offerto al contadino sicili,rno le con• dizioni cli vita di un contadino toscano. Ebbene, molti nostri contadini di Monte S. Giuliano (E,·ice), Sciacca, Caltanissetta, S. Cataldo, J\fa>1zarino, ecc .. pur non aYendo nelle loro case cli campagna le comodilit. di vita delle caso colonici,e toscane, si sono clefì11iti,·amenle trasferiti nelle campagne e vivono in condizioni cli tranquillilit. superiore a quelle dei compagni che Yivono nei grossi borghi rurali. La trasformazione fondiaria dovrebbe operare con for– midabile incentivo al decentramento della popolazione agri– cola, trasferendola in prossimitìi dei teneni da essa, colti– vati, cioò si dovrebbe accelerare il ritmo della. costrnzions doi fabbricati n,rali nelle campagne, fabbricati sparsi o

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