Nuova Repubblica - anno III - n. 40 - 11 dicembre 1955

♦ 4 RITORNO AI CONSIGLI • < DI GESTIONE? STRUMENTI POSSIBILI di PINO X,AGLIAZUCCHI F ABRlZlO Onofri, su Il Contempornneo, ha scritto qualche tempo fa una lettera aperta agli operai · della RIV a proposito di relazi..oni umane, conclu– dendo che « di fronte all'offensiva delle relazioni umane non ci si può limitare a scrollare le spalle e a denunciare l'inganno. Bisogna-oltre tutto riuscire a dar vita a _un mo– vimento (o un o,·ganismo o un ist.ituto?) in cui si· esprima • nella fabbrica la lotta degli operai per il progresso tecnico e il benessern generale e dunque prenda forma al tempo ·stesso l'alleanza c·on tecnici, impiegati e ceti laboriosi anche· esterni alla fabbrica; un movimento insomma che s;a reale espressione cli quella ispirazione sana è genuina che le human relations tendono demagogicamente a sfrut– tare svuotandola di sostanza e mòrtificandola ». Risponde un operaio della RIV, Aris Accornero, con una rapida ed esatta analisi della. situazione economica e con l'affermazioné che non si tra.tta· tanto di· « inven– tare o ricercare ntiove ·forme strumeritàli-tattiche ... quanto cli saper dare agli enti. che già esistono,· anche solo •<em– b,·ionalmente, un impulso deciso a lavoì-a're fn questa dire– ziorie ». Quali? Accornero pone l'alterna_tiva tra un raffo'r– zamento delle sezioni sindacali d'azierida e « una ripresa ciel movimento dei Consigli di Gestionè ormai " fatti fuori" dagli· industria li ». · Mi pare- che l'a.lternativa non esista, ·in quanto i _due organismi dovrebbero se mai coesistere nel quadro di una maggiore autonomia delle organizzazioni di zona.; comun– qne é interessa.nt 'e not~re èhe alle relazioni urna.ne, come partecip&zione psicologica degli operai a.Ila vita aziendale, si rispo~cÌa· non· rifi~1tando l'intera questione, ma contra.p– ponendo la richiestà cli tina· partecipaziòne strutturale. Ed è interessante notare che .si ripropongono quei Consigli di Ce.-tione ··che parevano eliminati non soltanto dalla volontà degli industriali, m_ii anche dà! disinteresse dègli operai e dei sindacati:. Bisogna però precisare che ·cosa' intendiamo pe,· CdG; che cosa possiamo ottenere in questo 'senso; che cosa implica una richiesta del genere; nonché che cosa. ci pos~ono dare i CdG. Accornero non ba t,·atto tutte le conseguenze dalla sua analisi della situazionè nel settore industriale. Non ·ha cioè indicato che lo sforzo espansionistico di alcune industrie si accompagna al tentativo di formare dei sindacati coa– diuvanti. Tentativo che mira al distacco dal corpo della classe o()eraia ii1. una aristocrazia privilegiata economica– mente, inquadrata in sindacati collaborato·ri, da opporre !fl l'esto della classe, come l'industria dinamica si oppone, in ·un certo senso, al resto dell'economia italiana. Il fenomeno non sarebbe ancora sufficientemente valu– tato ·se non· si tenesse conto delle tecniche ~oderne di pro– duzione e dellà ·politica del lavoro SMuita dalla indu_stria dinamica. E' indubbio che le tecniche moderne tendono a trasfor– mare -il rapporto uomo-ma'cchina e perciò anche il rap– porto salariale e di lavoro; e che esse richi_edono un grado cli partecipazione operaia al processo produttivo che la compravendita di forza lavoro non può prevedere. Da c\ò i problemi di direzione scientifìca del personale, le rela- • zioni urna-ne, ecc. In altre parole, più le aziende si razio• nalizzano, più avviene una integrazione di fatto dei lavo• ratori nel qua.dro aziendale, reso più complesso e delicato. Ciò è riconosciuto dagli industriali che cercano di ottenere la pa1-tec_ipazione cosciente, deviandone le conseguenze sul piano psicologico, assistenziale, e para-ideologico. Non è invece riconosciuto a sufficienza dai lavoratori e da.Ile loro organizzazioni, abituate a considerare l'azienda con occhio politico, anziché economico•sociologico, e a vederne la con– quista come un atto dall'esterno a.I quale ogni interesse immediato per la vita aziendale - che non si traduca in 1·_ivendica,-ioni economiche - è sòspetto per definizione. raggruppati in coppia od in più unità a seconda delle con– dizioni particolari di igiene, viabilità e disponibilità di acqua. Una forte aliquota di case popolari, Ina-Casa, ecc. che si costrniscono attualmente ne? grossi centri rurali dovrebbe e. sere costruita nei pressi dei nuovi villaggi rurali, in mo– do eia assegnare a ciascuna di queste· nuove abitazioni una certa supe,·ficie di te!'l'eno in cui gli operai ed i braccianti agricoli che le abitassero potessero coltivare alcùne piante eia frntto ed impiantare un pollaio. Se a ciascuna di queste nuove casette di campagna si annettesse un mezzo etta.rp di terra., si darebbe la possi- . bilità di allevare anche un sui,ìo ed un vitello od una n1ucca. Se nei pressi di ciascun nuovo villaggio agricolo si costruissero, con opportuni Cl'iteri tecnici, una. ventina di casette popolari provviste cli orti con superficie variabile dai 2000 ai 5000 metri quadri, certamente fa~iliteremmo il tra.sfeJ·imento. delle popolazioni dai paesi alle campagne. . Evidentemente questo. sforzo di volontà realizzatrice non può essere sostenuto solo dallo Stato e dagli Enti di diritto pubblico. · . A questi deve essere affidato il compito di progettare e costruire nuovi villaggi. agricoli, centri sociali indispen– sabili nella nuova fase di .trasformazione, con .Ja chiesa, -la ·scuola, l'ufficio -postale e telefonico, circolo 1·icreativo- p1·ov- A~biamo così osservato l'imp1·ovvisa 1·i:valutazione cli organismi aziendali come le Commissioni lnte!'ne - alla Fiat, ad esempio .:_; e il fatto che questa rivaluta,-,ione conisponcle ad una politica precisa, tanto che si può ra– gionevolmente snpporre. che si facciano eia parte indu– stria.ise altte mosse wwso la castituzione di organismi eh~ rafforzino' l'azi~ndalit'à del nfovimento \operaio, diretta:- 1nente e indirettamente conti-o organismi sindacali na- zionali. ' . La proposta di formazione di CdG - o di organi si– milari - deve essere posta in questo quadro e deve es.sere accompagnata da una linea d'azione che corrisponda alla natura dell'organismo proposto. In altri termini bisogna decidel'e se si .vuole un otg8nisn10 rivoluzionario in senso politico, e allora è meglio scarta.rn il CdG; o, invece, se vogliamo tin organismo che - tutt'altro ·che riformista - .si· adegui alle ·esigenze della situazione trovando in ess!Ì gfi elementi di sviluppo e di superamento. La· scelta ·def CdG ~ comitato ·per sua ·natura pari– tetico ....:. pone infatti il . problema di una· integi·az'iòhe aziendale in termini classisti, anziché. in termini inter– classisti. L'espressione « i'ntegrazione aziendale> è normal– mente usata dai « rei azionisti umani» e d~li psicologi di fabbrica a significare il senso di appartenenza al grupp9 e quindi a.ll 'azieri.cla e la «fedeltà» (loyalty) ad essa.. Interpretazione ineccepibile, se non giocasse sull'equivocò per significare, in realtà, una specie di trascendenza del~ l'azienda, secondo la quale que~ta - come lo Stàto etico ~ si ·prese,~ta come ·sintesi degli interessi dei lavorntori, dei tecnici e degli imprenditori, interessi in contrasto solo a.pparen'te è marginale. Da ciò una· specie· di « democra– zia industriale », che ripete, in scala., il quacho della de– mocrazia politica; partendo dal concetto della fecondità dei conflitti, purché ·questi rimangano ·nel sistèma e non ne forzino i limiti. Il vii,io di questà concezione,.-• qtù esposta grossola– namente - è chiaro. E sarebbe da rigettare in una fase di rottura rivoluzionaria, politica ed immediata. Poiché ciò non è, non si. pone nemmeno l'alterna.tiva della co– stituzione di organismi politicizzati o unilaterali, che non funzionerebbero se non in modo velleitario; c'è invece la necessità di sfruttare la ·1ogica interna degli a.rgoine' i e della tattica industriale per spingerli sino· alle· uitirne con– scguénzè è impedit·e che si arrestino Su bir\a~·i '"mo_rti o dietro paraventi vei·bali. $tnw alla. ·partecipazione psicologica •si oppone una par– teci~azione stl'Utturalé, · bisogna oppor1:e alla visione del– l'azienda etica il concetto dell'azienda come funzione so– ·ciale. Niente cli nuovo, dunque. La novità però st,< nel fatto che·, anziché considerare la fabbrica come un terreno di battaglia politica, 1a si dovrà vedere cogli occhi del• l'economia e délla sociologia. Che, anziché ·considerare il gn_1ppo operaio a·ziendale come valido in quanto parte di · un grande schieramento ine,·itabilmente politico, lo si do– Vl'à vedere come valido in sé; non isolato, ma legato a condizioni locali irripetibili altrove. Che, anziché C\onside– rare i problemi nettamente eèonomici .con diffidenza, .vi si dovrà trovare la soluzione che fo,'za il sistema secondo linee naturali. E si dovrà seg~ire la politica del « poco, oggi» o del « tanto, domani>, cioè del compromesso o dell'int1·a.nsigenza, caso per caso, però nel quadro di un orientarnento preciso. V ENÒONO dunque a proposito le elezioni· del CdG alla Olivetti, il solo CdG funzionante in Italia. Che cosa esso sia può essere indicato da alcuni passi dello statuto. « Il CdG è un organo di consultazione su– gli argomenti di cui all'ai-t. 28, con poteri vincolanti nelle materie di cui all'art. 29 del presente statuto». vistO di acqua, luce, ecc.; n1e11t1·e i priva.ti dovrebbero es– sere obbligati dagli enti di riforma a costruire, senza ulte– riori indugi, nelle loro nude e desolate terre un congruo numero di fabbricati rurali idonei finalmente a trasferire i cont~dini dal paese alla. campagna. Sarebbe a.uspicabile che almeno per ogni 20 ettari di terreno il proprietario provvedesse alla costrnzione di un adeguato fabb,-icato rurale, dove fosse possibile alloggiare decentemente una famiglia contadina per poter espletare razionalmente le necessarie att(vità agricole. Il programma di massima per l'attuazione delfa legge sulla riforma agraria in Sicilia p,·evede una spesa di 33 miliardi per costruzione di fabbricati rurali. Rileviamo che tale cifra dovrebbe a.Imeno triplicarsi se si vuole raggiun– gere l'obiettivo. auspicato. Di fronte all'urgenza della co– struzi9ne di almeno un centinaio di borghi rnrali e di almeno 50.000 case coloniche, .sono state realizzate o pro– gettate appena una ventina. di borghi e 1330 case coloniche. Qualora ·si voglia insistere nel mantenere il contadino in paese, ogni piano di trasformazione agraria sarà s·em– pre destinato al .fallimento, e le condizioni di disagio si aggraveranno, gia.cchè con il· crescere delle popolazioni crescera.nno i bisogni; mentre la produzione continuerà a subìre ristagni deprimenti che si ripercuoteranno sulFjntera economia dell'Isola. · GIUSEPPE GESUALDO 61u IU u (81?)· '110011,a ,.repubblfoa A,t. 28: « I poteri consulti,·i del CdG si riferi.,cono ai seguenti argomenti sui quali il -/JqG, do,,rà ElSSe're !sentito dalla dii-ez;one: · ; « a) orientamento e indirizzo del programma produt– tivo, impostazione della produzione e ,relative realizzazioni; . . « b) miglioramento q\ialitati'vo ·e,. quantitàtivo della pioduzione, dei metodi ·e mezzi produttivi; « e) pianificazione degli i,;npianti industriali; « d) p1·ogettaaioni-; a.ttuazion.i, trasforn1azioni in rna– terie di impianti e di nuovi lavori il_l,; quanto intPi-essino cli,·ettamente la vita dei lavora.tori'; e « e) politica. genernle circa le materie prime e il co- sto 'dei se1·vizi; - · • · « I) miglioramento delle condi,,ioni· di vita dei lavo- ratori dentro e fuori la fabbrica; · _« g) 1·isparmio sullo sfo1·zo operaio e mig_lioramento dell'efficienza produttiva; « h) varie fonne dei servi:.r,i sociali di assisten;,;a; \ « i) organi~zìtzione dei servizi, razionalizzazione clel lavoro, quadro dell'organizzas,ione del personale, addestra– mento ciel personale. « La direzione' inoltre potri,, a sua discrezione, dare in~ formazioni sui piani di finanziamento ». A:,·t. 29: « Il parere dei CdG è vincolante per quant_o concerne: « a) il proprio funzionarriento (purché n'on conti .. astl con il presente statuto) ; · « ·b) la ripartizione delle somme destinate per ·tutti i servizi sociali di assistenza di cui al· par. h)' dell'art. 28 », Il ·cc1G è composte; da ~m presidente, che è il presi– dente della società; tre consiglieri eletti· dagli operai; tre cònsiglie1·i eletti dagli impiegati; un consigliere eletto con– giuntamente dagli operai, impiegati e dirigenti; sei con– si·glieri nominati dal' presidente della società (art. l}. Inoltre esso. è appoggiato da una consulta eletta. con vo– .tazione di ·primo grado, la quale esprime i consiglieri eletti e 1i.1na.ne in .carica due a.nni. I consiglieri eletti invèce ri– m~ngono in carica un anno e vengono sostitnit.i o rieletti alta s~àden~a ciel terrnir',e della consulta. Iri ·bréve, il CdG della Olivetti non è un organismo ri·– voluzionàrio: Benché esso si proponga di « rendere i lavo- 1·atori p.J!rtecipi coscientbmente all'indirizzo ge·nerale del– l'azienda», ciò non sòio è espresso in n1odo vago, -ma è reso difficile dall'-art: 23, ,troppo vincolante (riguarda il do– vere del segreto p1·ofessionale), e dall'art. 28 ·che, prati– camente, limita l'attività· del CdG 'ai soli servizi assisten– ziali. E anche in questo campo esso può soltanto ripa.rtfre le somme stanziate dalla direzione, non decidere sulla loro entità e sulle forme di servizio. Oltre a ciò, tre sono i latti rilevanti a proposito ciel CdG della Olivetti; il disinteresse sostanziale dei lavo,·ato-. rie ·dei sindacati; la possibilità, tl·amite la gestione anche ·parziale dei servizi sociali, di evitare che questi divengano strnmento pate,·nalistico; il fatto che, almeno sino ad oggi, il' CdG è stato sostenuto eia. una politicà direzionale che ha precorso di alcuni anni 1a moderna politica inclustt·iale del lavoro. Si dovrà evidentemente approfondire i primi due punti. Basta qui accennare: -,- al fatto che il CclG ha funzionato in un ambiente sindaca le politicizzato; - che i membri ·eretti hanno continuamente temuto di riunire la Consulta o di avvalersi anche dei mezzi previsti dallo statuto·_per informare i 1_,woratori, interessarli e far– sene un sostegno; - che la possibilità di sfruttare a fondo i servizi so– ciali non è stata valutata se non nel quadro di « provvi– denze» benefiche, nel cui ambito la· mensa e altri pa1-ti– colari sono sta.ti praticamente i soli punti di interesse. Tuttavia è l'ultimo punto che interessa .ora. Infatti Comunità di Fabbrica - o Autonomia Azienda.le - non ha preso posizione, aiutata in questo dall'irresolutezza e miopia di tutti gli altri sindacati, nei confronti della ·apar• titicità delle elezioni, nell'intento di ocGupare il CdG come forza ben precisata politicamente e di assorbirne le fun– zioni nel proprio seno. Essa infatti pretende di rappre– sentare un compiuto sistema di « democrazia aziendale» e precorre in questo senso di qualche anno la politica del lavoro di altre aziende. Si avrà così un altro colpo all'unità operaia.; non ci si rende conto infatti che, con il CdG in mano, Co.ml!– nità di Fabbrica può largamente intervenire nelle st,·utturn aziendali e specialmente farlo _con la esclusione degli al– tri sindacati. E del fatto che in questo modo il CdG può anche assorbire o annullare molte delle funzioni della. OI, ributtando perciò i sindacati ai margini dell'azienda. Si tratta ancora cli sviluppi probabili ·che non sarebbe il caso di rilevare, se in a.ltre industrie dinamiche non si avessero i segni pren1onitol'i che una polit.iCa del genere può essere - e non tra molto tempo - adottata e poi'• tata a frmdo con la costitnzione di sindacati aziendali, filia– zioni della CISL-UIL o ciel tutto autonomi. Potremmo cioè trovarci di fronte ad una svolta della situazione nelle_ fabbriche pe,· cui, smorzate ma non lì.pente le pressioni dirette, si passa al secondo tempo ...:... costi– tuzione di sindacati aziendali - e al terzo tempo - for– mazione di organismi tramite i quali il s_indacato azien– dale monopolizza la massa dei dipendenti e stabilisce una politica di immediata e sicura cooperazione con la dire– zione: la quale paga prelevando da utili sempre più vasti. Il CdG - o un organismo analogo - non è più, in questo quadro, un, ripiego tattico, .ma una precisa parola d'ordine unitaria. E come all'Olivetti uno sta.tuto trascu– rato presc,·ive el~zioni indipendenti ·d~ pa:rtiti ~ sinda~aÙ - fornendo perciò proprio lo stl'umento. di difesa se lo sì volesse usare -, si dovrà ben precisare che,. qualunque sia la maggioranza sindacalé e la situazione relativa, il CdG risponde ·ai lavora.to~ i come .tali e non come tesserati. E che ogni attacco a questa' norma è un attent~to alla s9li– darietà. dei lavorato1·i.

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