Nuova Repubblica - anno III - n. 40 - 11 dicembre 1955

se applicato con cdteJ'io non rigorosa1nente restrittivo, po.. trebbe portare alla elusione della legge costitt)Zionale. Ma è ragionevolmente a ritenersi che il magistrato or– dinm·io faccia un nso molto parco della sua facoltà di ne– garn l'inoltro dell'esame della controversia al supremo or– gano costituzionale, attuandola veramente solo di fronte a nna macroscopica défatigatorietà dell'eccezione. D'altra parte, contro l'eventuale difettoso uso del po– tere del magistrato, concretante un arbitrio, la parte tro– verebbe pur sempre una buona garanzia nelle impugnative che le spettano avanti alle comuni gerarchie giurisdizionali. Si avverta che, quando il cittadino si dolesse, per ille-· gittimità, anche nella specie aggravata di incostituziona– lità, cli un atto o 'provvedimento di un'autoriti, del po– tere esecutivo o amministrativo, non alla Corte dovrebbe rivolgersi, ma al magistrato ordinario, qnalora egli lamen– tasse la. violazione di un di1·itto, o al magistra.to ammini– strativo, ove si trattasse di una lesione di un semplice in– teresse. Solo quando nel giudizio instaurato venisse affac– ciata. la questione sulla _costituzionalità della legge, posta a base dell'atto impugnato, venebbe in consiclemzione la competenza. della Corte Costituzionale. Ad esempio, se la emananda legge sul passaporto con– tenesse delle disposizioni restrittive, rimesse a 1111 apprez– ,-amento discrezionale del potere esecutivo e uffici clipen– çlenti sconfinanti dalla lettera e dallo spirito della riserva « salvo gli obblighi di legge» contenuta nell'art. lG della Costituzione, a limitazione della libertà di principio cli ogni cittadino di uscire dal territorio della Repubblica e cli rientrarvi, il cittadino, che si sentisse menomato nel suo diritto, potrebbe riYolgersi, o al magi ,stra.to ordinario, per far dichiarare la responsabilità dell'amministrazione pubblic11-a.I risarcimento dei danni, o al Consiglio di Stato, per ottenere la condanna dell'amministrazione stessa al i·ilascio del passaporto. E, ·quando la convenuta in giudi– r,io opponesse di aver agito in virtù di una legge, questa potrebbe essere, dal cittadino, impugnata per incostituzio– naliti, avanti. alla Corte Costituzionale. Quanto ai ricorsi, per illegittimità costitrn<ionale, delle Regioni, sarà il caso di parlarne quando queste siano per– fezionale giusta le disposizioni della Costihw.ione. D. RICCARDO PERETTI GRIVA • Note romane ·IL NOSTRO minist.ro degli Esteri è trnnsitato per Roma giusto a tempo per scortare il presidente della Re– pubblica in Vaticano e per farsi' rimira.re in consiglio dei ministri in, lrak, panciotto nero e decorazioni vaticane al· petto. I diplomatici, ma soprattutto i giomalisti - i qua.li, grazie al cielo, quanto a malignità ed a spirito di os-e,·vazione non la cedono a nessuno - lo hanno risqua– drato attentamente, soppesandone ogni atteggiamento ed ogni manifestazione. L'inchiesta è stata così minuziosa ed approfondita. che poco è mancato che non gli fossero rove– sci11te le tasche per vederne il contenuto. Il resultato non è stato dei pi,, confortevoli. Sembra che l'incontrn con le 111illena1·ieciviltà dell'Oriente ·asiatico non l'abbia neppure scosso. Sicuramente non gli ha creato alcun nuovo pro– blema né gli ba suggerito qualche .soluzione a quelli di prima. Appena sbarcato all'ae,·oporto di Ciampino, l'uomo $i è ricordato agli immemori. Si maligna che una delle sue prime preoccupazioni sia stata quella di appurare se a Ron,a si prnielta.va qualche « buon western ». Poi ha con– vocato a casa il sarto per una messa a punto del guar– daroba ed infìne, se le nostre informazioni sono esatte, aVJ'ebbe trascorso un buon paio d'ore col maestro del ce– rimoniale di _Palazzo Chigi pe~ studiare l'etichetta pre– scritta per la visita al Santo Padre. Il contatto col «mikado» e con gli altri divini mae– stri della diplomazia e dei governi asiatici non ha mi– gliorato il plat-fond politico-diplomatico dell'on. Martino. J,'o,.se egli ha migliorato il cliché, acquistando, per così dire, un po' più di mestiere, ma quanto alla sostanza, ahinoi, sia.mo ·un punto peggio di prima. Di questo passo, andrà a finire che Martino riscatterà il povero Sforza il quale, almeno, del difetto di farsi sempre influenzare da– gli altri confidava, in cuor suo, d'averne fatto un gran– dissimo pregio. Lui, Ma,-tino, invece, no. Non tollera né consigli né consiglieri e disdegnando anche il più vago J'ichiamo alla saggezza dei' padri, ha fatto sì che « la ·sua lingua diventasse leone» perché, una volta la:ciata libera, per poco non ·'è fatto divorare. Da Tokio in qua non ha tralasciato occasione pe1· met– tersi in mostra con dichiarazioni ed interviste. Non spet– tando al suo grado uno solo dei colpi cli cannone con i quali i generali del Pentagono hanno accolto in America il ministro della Difesa, 'l'aviani, Martino si è fatto pre-, cedere da un vero e proprio bombardamento di parole. Nelle sole ventiquattr'ore a cavallo dello stol'ico istante in cui rimetteva piede a Roma rilasciò una serie 'cli clichia- 1·azioni e due interviste al Messaggem ed all'Ansa, i cui concetti furono, poi, fedelmente amplificati dalla Rai e dalla catena dei giornali governativi. Non ci Iu schermo _diplomatico che valesse: la sua, era politica estera della JJiù bell'acqua antisovietica. A mezza bocca anspicò il collega.mento tra Nato, Sea.to e Patto di Bagclad, facendo così ripensare al « cordone sanitario» d'infausta memoria per la cni realizzazione si adoperarono a tutt'uomo, tra il 1920 ed il 1926, gli Hof!man, i Focb, i Mannerh_ein, gli Hortly e i Barry Domvile. Le tesi di Lord D'Abemon (« nulla andrà per il suo verso finché tutte le vòtenze ci• vili dell'Occidente non -si associeranno per imp-iccare il go– verno aovietico ») !~cevano capolino qua e l,,., in una forma assai ,meno vio1enta ecj allargata anche alle nazioni civ\li B,u v LJ (88) nuova.repubblica ITALIA POLITICA I LO SPECCHIO FRANC P ERCHE' questa settimana i titoli degli avvenimenti francesi, sulla .-tarnpa italiana, gareggiavano d'im– portanza e di esibizione con quelli dei fatti nazio– nali? Perché i giornalisti italiani già parteggiano: la Starnpa ha ormai iniziato il su6 «tifo» mendesiano, e la Gazzetta del poz>olo strizza l'occhio a Edgar Faure? Ci sembra abbastanza chiaro. Ancorn una volta, guar– diamo a.Ila Fi·ancia come ad ona terra che non ha paura cli anticipare un'e perienza europea. La decisione che at– tendiamo, cli centro destro o di centro sinistro, lo sap– piamo, non potrebbe ripetersi tal qual.e, evidentemente, fra noi. Faure ha .alla sua destra uomini come Reynaucl e Pinay; un Malagodi, ha alla sua destra mona1·chici e fa. scisti .legati in unità d'azione. Me,:idès ha alla sua• sini– stra un partito socialista notevolmente indipendente, molto pièt che non il PSI dal PCI. Quale che sia la scelta fran– cese, risulte,·à formalmente di più sicura democrazia di quanto non avverrebbe da noi. E tuttavia,· anche gl'ita– liani, come i tedeschi (accenniamo a questi due casi, dei· paesi cioè che a non molta distanza seguiranno Ja Francia. sul cammino delle elezioni), attendono dall'esperimento del 2 gennaio una chiave, un simbolo per ra.,·yeni1·e. Un si~bolo o un accenno di chè cos<t? , · ~ ~, , Se non errian10, il problema è quello dei nostri regimi democratici al di là della guerra fredda, Non ci si ri– prenda per questa defìnizione del momento politico. La guerra fredda non è del tutto conchinsa, lo sapi,iamo per primi, e non siamo di quelli che abbiano gabe.llato le due conferenze dr Ginevra per sicuri e candidi successi di– stensivi. Ma un elemento della guerra fredda, essenziale, cade, nel momento i-n cui una cosa diventa sicura, l'im– possibilitit di < riscaldarla» a segno che essa divenga guerra guerreggiata e gene1:alizzata. Da quel momento, nei dell'Oriente, nella prosa piatta e .stinta delle solite inter– vistè martinia.ne. Jl corsivista della Voce Rev,. bblica.na accusa .il mm1- st1·0 degli Esteri cli aver delegato i suoi pote,·i ai fun– zionari di Palazzo Chigi. Si vorrebbe crederlo perché spia– cerebbe vedere uno dei più noti fisiologi del mondo spor– carsi le mani con i rifiuti dei « briganti imperialisti». E' vero, però, che !'on. Martino non ha tratto soverchio pro– fitto dalla « Conferenza degli Ambasciatori» che si tenne tempo addietro e ch.,,....in pa,·te, si sv.olse alla presenza del ca.po dello Stato. Nella mezza luce dei corridoi del mi– ni ero degli Estel'i si nana un episodio che non metterebbe contò d'essere riferito se non contenèsse un'importante in– dicazione di politica estera. Sedevano, dunque, gli ambAsciatori al Quirinale al co– spetto del capo dello Stato e pi·esenti Segni e Martino. Parlò prima Brosio e poi intervenne Zoppi. L'atmosfera ern gelida e l'impaccio gene,·ale manifesto: il presidente della Repubblica - a quapto è stato riferito - era ri– masto immobile per tutto il tempo senza dire una sola pa.rola e dando così a vedere cli non concordare con quanto s'esponeva. Si levò, allora, Quaroni: conversatore amabile, anche se superficiale, egli prese a dire col sorriso sulle labbra, indulgendo frequentemente a battute di spirito con l'evidentissimo proposito cli fare bon ton e riscaldare l'am– biente. Il capo dello Stato avrebbe allora cominciato ad agitarsi: prima tamburellando con le dita sul tavolo, poi prendendo a scuotere energicamente la testa in senso di diniego e l'avrebbe !atto con tanta voluta ostentazione che a.Ila fin~ il sorriso sco111parse da.Ila bocca dell'ambascia– tore e la parola si spense, « essendo palese - spiegò Qua.– roni con molta alterigia - che l'espo,sizione non incon– trava il gradimento del Presidente». RiguÌ\rclosa. o no, la. battuta avrebbe provocato una replica di Gronchi im– prontata a grande severità: cioè che non poteva apprez– za.re un ol'Ìentamento di politica internazionale in contrad– dizione, nella sostanza e nella forma, con gli indiriz.zi del suo messaggio a.Ile Camere e che, senza voler tirai·e in ,discussione lo spirito di Ginevra, esso gli pareva in evi– dente e grnve contrasto con la « mozione Giavi, appro~•ata dal parl;11nento e tuttora vincolante per il potere esecu– tivo non essendo intervenuto alcun altro voto parlamen– tare a contradirla »: Tutto ciò si narra sottovoce ~egli ambienti diploma– tici romani: può ben darsi che si ti·atti di una discreta fantasia, ma il 1·esoconto parrebbe attendibile nel senso che esso 1·iproduce concetti mutuati da quelli noti del messaggio; ed è proprio alla luce di siffatta attendibilità che si spiegano e trovano la loro validità i severissimi giu– dizi che sono stati dati sulle intenzioni diplomatiche del ministro degli Esteri. Il presidente ciel consiglio, Segni, avrebbe in programma una revisione dell'équipe ministe– riale. Si vedrà se questa diceria che corre nei circoli de– mocristiani di piazza del Gesù sarà destinata a· trovare confei:ma nei latti. In ogni caso, al ministro Martino, che lo si lasci nella sua poltrona o ne sia allontanato, con– verrebbe appuntare questa indicazione bibliografica: Le · massime cinesi, a cura di Giacomo Prampolini, che per il formato microscopico dell'edizione si prestano ad ess,ere. portate nel taschino del panciotto, per essere consultate a tutte le ore e senza dar nell'occhio. In mancanza di· me– glio, egli potrà trovarvi guida, conforto e, magari, se non avrà paura di smontare da.Ila tigre che con troppo disin– voltura cavalca, anche un briciolo cli politica estera. * regimi rappresentativi dell'Occidente i partiti co,nnnisti cessano il regime «separatistico» che essi stessi hanno troppo spe ·so ,·ol nto lungo le orni'e staliniane, e ne con– sentono uno che non chiame1·emo dì. convivenz.a, 111a di giustapposizione. Di eh~ si tratta? Da· parte dei comunisti, evidentemente, la giustapposizione consente sollecitazioni frontiste mai prima così apparentemente giustificabili; da parte dei fautori della democrazia. mppresentativa, la. giu– stapposizione ha. ancora da essel'e interpretata. In Francia, _ad es., Faure ha accettato, senza fare una piega, i voti comunisti: lllendès stesso era. stato, in materia, più 1)1'1-'· . de. In Italia siamo un passo più indietro: questo passo, volendo definirlo, è « il passo Jaeger »: quello di un giu– dice costituzionale votato dai cornuni~ti e dai ]oro avver-– sari, senza che si possa infine sapere di chi il pro[es. Òre milanese fosse candidato. In Francia. si affronta ora l'in– terpretazione della giustapposi,-ione, non tanto attraverso gli apparentamenti, quanto ad elezioni compiute; ma già in fase apparentista, i diparlill)enti e le circoscri,,ioni dove socialisti è comunisti si a.lleeranno, imporranno al- paese una analisi cli situazi~ni cli strultma, che sfuggono alle soprasll'utture ideologiche della guerra fredda, e restitui– sceno ai suoi ·te1·n-1ini propri, na,,ionali e sociali, la lotta politica. Vaeri, anche la prnva contraria.: laddove, e sarà Ja maggiol'an,,,a dei casi, i socialisti, e a fortiori i n1ende~ siani, ricuseranno ogni approccio o parvenza di fronte popolare, si vedrà sino a qual punto la democrazia rifor– mista o borghese sia capace di risonanza, nella sua buona. volontà di progressismo. L'analogia, ovvian1entf:, si fern1a. qui, per quanto ci interessa. Un passo, un risultato della Francia in questa decisione verso il co1nunis1no 1 recherà senza dubbio, anche tra noi, conseguenze notevoli. Non già., s'fr1tende, nel far digerire, ad esempio, alla democrazia cristia.na una pros– sima cpllabornzione coi comunisti; ma. nel renderla meno perplessa, e insien1e n1.eno rigida,nente schernatica, o n1eno tacitamente ambigua, nei suoi rapporti con il PSI; per ·converso, nessuno si attenda ·che da un successo della SPIO oltre o contrn le profferte comuniste il nennismo si senta sollecital'e ad un più clichiarnto autonon~ismo; ma esso può essere spinto a. maggiore indipendenza. di inizia– \ive, se è vero che 1\Tenni non si è 1nai ]asciato sfuggire l'esempio e l'avallo di risoluzioni dei partiti sociali.-ti occi– dentali, di quei partiti .-tessi che lo mettono al bando come ·ospetto o pestifero. C'è ancora un settore nel qu.sle .le elezioni .Irances~ sono. riuscirci a-nticipatrici, se non esemplari: que o del.– centro laico. Non ignoriamo, qui ancora, le differenze: un llfa.lagodi che non si stanca di r.ipetere certe perorazi·oni laicistiche è ben più insistente, in questo caso, cli Edgar Faure, che non sdegna, oggi, di allearsi ai fautori della legge Barangé. Ma il punto di riferimento è un a !l.ro. Quale che sia il successo (maggiore o minore, un successo non mancherà) del mendesismo, esso darà fiato alle forme e alle voci del radicalismo italiano; ed è sperabile che l'esempio mendesiano lo sosp'foga a chiarire le sue posi– zioni verso il socialismo, che, presso i nostri neoraclicali, resta il 1>unto meno esplorato e pit1 sospeso. Chi non ha invece nulla da apprendere direttamente dalle elezioni francesi è forse, invece, la democrazia cri– stiana.. L'MRP 1·iproduce in formljtO troppo ridotto l'anti– nomia del cattolicesimo politico italiano tra modei·atismo politico _e volontarismo sociale; ovvero, esso presenta già risolte le difficoltà che questo non può a!frontare; perché l'MRP ha la possibilità di additare !uori di se stesso un conservatorismo costituzionale, che la nostr~ democrazia cristiana deve, se vuol n1antenerlo in vita, continuare ad alleval'si in seno, anche se in Francia la dernocrazia cat~ tolica rinserra altri pesanti contraddizioni, che la. nostra già può, per la sua forza massiccia, scuotersi cli dosso. Ep– pure anche la DC si tl'Overà nella occasione di meditare, comunque, l'interpretazione che queste elezioni, e la pros– sima Legislatura francese, daranno del comunismo oggi. Perché non si c-reda orma.i cli eludedo: « distaccato> dagli apparentamenti, il comunismo in Francia. potrà dfrentare un appoggio non evitabile del centro sinistro. Ne matura forse anche in Italia il momento? · ALADINO CONVOCATO .A ROMA IL e.e. DI UNITA' POPOLARE Domenica 18 dicembre, alle ore 9,30 precise, è convocato a Roma, presso la sede di ·Unità popolare (via Arenula 41), il Comitato centmle del Movi– mento, per discutere il seguente o,·din~ del gio·rno: 1) Posizione pol-itica del Movimento. 2) Rapporti con altri gr-uppi. S) Elezioni amministrative. 'Alla seduta sara.nno invitati, a titolo consultivo, anche rappresentanti dei giovani, e di quei gruppi del Movimento che non abbiano già, una propria voce nel Comitato centrale. I gmppi sono invitati a di8cutere vreve,itiva– mente nelle assemblee locali il medesimo ordine del giorno, ti·=nettendo i relativi documenti (I/la Se-· grete,·ia organizzativa (Firenze, piazza della Li– bertà 15) in temvo utile.

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