Nuova Repubblica - anno III - n. 30 - 2 ottobre 1955

4 PROBLEMI DEL SINDACALISMO AFFARI E IDEOLOGIA Tutti gli clementi caratteristici e distintivi del sindacalismo d'affari si spiegano e si risolvono ncJl'atteggiamento di conservazione dell'ordine sociale costituito. In Italia la tradizione del sindacalismo è socialista e quindi cJassista. L'ideologia non è un }leccato, ma è 1' unico mezzo per dare un senso ed una guida all'azione pratica di ANTONIO S OVENTE ci si po11edi fronte all'altemativa di un sin– dacalismo politico e di un sindacalismo d'affari. Qual– cuno per di più rifiuta ambedue le altemative per nna terza soluzione legata alla.« tradizione e agli ideali socia– listi» (v. P. Tagliazucchi: « Elezioni alla Olivetti>, in Nuova Repubblica, nn. 20 e 21 del 24 e 31 luglio 1!)55). La problematica tuttavia resta aperta, non solo in quanto le manifestazio11i concrete del sindacalismo non offrono una s·oluzione, ma perché gli stessi termini usati e i riferimenti impliciÙ sono nebulosi. l'erciò mi propongo di po1•tare un contributo di chiarimento in questa proble– matica, partendo dall'analisi del sindacalismo cosiddetto d'affari (business unionism). Robert Il'. Hoxie clava questa defìni7.ione cli sindaca– lismo d'affari ( « Tracie Unionism in the United States >, Appleton, New York, 1017) « ...è sostanzialmente con.,cio della professione viù che della classe... E' conservativo, nel senso che professa il credo nei diritti nattirali ed accetta co·,ne inevitabili,, se r1on conie giusti, l'esistente 01·aanizza– zione capital-istica (anoninia o meno), il sistema dei sala,·i, gli esistenti dii-itt·i della vroprietà vrivata e la forza vin– colante del cont,·atto. Considera ;z sindacato princivalmente co·m.e un'istituzione contrattualistica e cerca di raggiun– gere i suoi fini attraverso ;1 contratto collettivo, appog– giandosi ai metodi che, come l'esperienza indica man mano, so.stengcino l'efficacia e il peso della sua forza contmtt,wle. In armonia con questi scopi, esso tende a valorizzare la d'isciplina en.t.,·ol' o·rganizzazione, a sviluppare una gu;cla forte ed a diventa·re quasi autocmtico nel suo governo, 11er quanto governo e capi siano ritenuti dei vuri e semplici P ER L'OPINIONE PUBBLICA lo sciopero dei profes• sori - cimato quattro giorni e sospeso per dar corso agli esmni ai primi di giugno - è stata una sor– presa. Tra i connotati per cui la gente suole distinguere un professore di istituti medi di istruzione quest o dato di scio– perante virtuale non c'era. Ce n'erano inve.ce altri che per pigrizia mentale YeniYano attribuiti alla t radizione e che indicavano ·qualiti, o difetti di segno nettamente contra– rio: ritrosia. e mansuetudine, non disgiunte forse da una certa dose di conformismo. La sorpresa è stata naturalmente sgradita alla stampa reazionaria pi,, che allo stesso governo Scelba che, con la consueta ottusa di involtura, si preparava a sostituire i professori con impiegati e poliziotti. Per i 1·eazionari di tutte le cotte scandaloso e riprovevole era il fatto che una classe di cittadini in giacchetta (sia pm lisa) abbia fatto ricorso ad un'arma il cui uso si vonebbe restasse pre– rogativa della classe operaia. Seenclendo in sciopero i pro– fessori non solo si sono con.fusi con gli operai - questo passi! - ma han fatto qualcosa cli peggio: hanno esteso la solidarietà operaia all'i,iterno ciel cosiddetto mondo bor– ghese, hanno sottratto un territorjo al l'odio di classe ri– conoscendosi essi stessi dei proletari. Di qui gli accigliati richiami all'ordine da parte della stampa reazionaria, mascherati con appelli al dovere e alla «missione, dell'insegnamento, untuoso e ipocrita omaggio cli chi vuol badare ai propl'i affari: ché se qual– cuno s'è messo a correr dietro a qnelle fanfaluche do– veva pur saperlo prima che avrebbe fatto la fame! Do– potutto per questa stampa il pubblico insegnamento deve attendere· ad inculcare obbedienza a verità bell'e fatte; e non guasta affatto che siR miserabile e schiavo chi deve insegnare a obbedire. Colol'o, invece, che non pensano a questo modo sono inclini a riconoscere nello sciopero il rinnovarsi di una co– scienza sociale, l'auspicato risveglio di un ambiente opaco che la ragione economica spinge innanzi ed immette nel circolo attivo della vita del paese, la dose d'urto ne– cessaria a scuotere l'opinione pubblica dalla sua colpevole insensibilità e !I 1·ichiamarla ai clove1·i che la collettività ha Ye1·so la scuola. All'inizio del secolo furono i maestri elementari socialisti a capire che le sorti della scuola erano legate alla conquista cli un adeguato riconoscimento in termjni economici dell'opera educativa dei maestri e della loro importanza sociale. La scuola elementare e l'istrnzione popolare fecero allora grandi passi avanti in Italia. In questo dopoguerra le reti·ibuzioni della .classe inse– gnante in generale sono state lasciate cadere comparati– vamente più in basso di quanto non fossero nel 1914 e nel 1938. Ogni confronto con le retribuzioni in vigore nei paesi stranieri risulta sfavorevole, a volte umilian'te. Non si può quindi non salutare con simpatia l'inizio cli una lotta per l'fonalzamento sociale e l'intrinseco migliora– mento della funzione del pubblico insegnamento in Italfa. Le difficoltà cli bilancio non esistono in linea assoluta: esi~tono solo in rapporto con l'orientamento cli politica CARBONARO esecutor·i di ,ma 1,mmmatica orma·i de(init" nelle sue caratteristiche essenziaz.i >. Riassumendo, abbiamo i seguenti elementi distintivi del sindacalismo d'affari: l) jdea della professione e non della classe; 2) posizione co nserv ativa rispetto all'o1·dine sociale att11ale, basato sul di,· it.to della proprietà privata e s111la libera impresa.; 3) accettazione del contratto collettivo come mezzo p,·incipale per risolve,·e, di volta in volta, i conHitti in– dustriali; · 4) conversione delle organizzazi·0ni sindacali in pic– coli stati autocrnlici, in cui la situazione cli monopolio, derivata dalla forza n11merica, impedisce ulteriori sviluppi autonomi del sindacalismo e manifestazioni di indipenden– za nei gruppi e nei settori periferici. Un'analisi più circostanziata ci permette di vedere co– me tutti gli elementi caratteristici e distintivi del sinda– calismo cli' affa,·i (che è la forma di sindacato predomi– nante negli Stati Uniti) si spieghino, e si risolvano, nel– l'atteggiamento di conse1·,·11zione dell'ordine sociale rosti– tuito, ad eccezione dell'ultimo elemento - aspetto auto– cratico del gruppo sindacale - che è derivato da. uno sviluppo storico verso la formazione ciel monopolio della manodopera per acquisire una maggiore forza contrattuale. Il legame professionale, anziché di classe, definisce una posizione di difesa più che una posizi-0ne di rottura. La rot– tura si ripropone sempre, in realtà, a volte an.che in ter– mini .drastici; ma il contratto collettivo ne rappresenta una saldatura efficace, non tanto in quanto istituzione, bensì LA TRAPPOLA NASCOSTA generale del governo. Tutto dipende dal posto che si vuol assegnare alla pubblica istruzione nella graduatoria delle pubbliche necessità: se prima o dopo l'esercito, la polizia, il cinema. · L'insensibilj_tà del partito dominante è una insensibi– lità per così dire attiva. Esso vorrebbe che lo Stato, invece di aumentare comparativamente le spese della pubblica istrnzione, le diminuisse, sollevandosene in gran parte col dare in appalto ai privati il compito di aprire e gestire lo pubbliche scuole; e poiché si sa qual'è in Italia il grosso. appaltatore della pubblica istruzione, è presto eletto che il partito di maggioranza vuol sostit.uire la Chiesa allo Stato, l'educazione e la cultura di ispirazione ecclesiastica a quella di ispitazione civile e moderna. Tutte le rh·iste cattoliche ripetono in Italia con esa– sperante monotonia le soUte capziose argomentazioni snl principio della libe,·tà organizzativa delle scuole dipen– denti da enti ecclesiastici, gabellata per « libertà d'inse– gnamento» e sugli « one,·i dello Stato> cacciati dalla porta e rientrati giustamente dalla finestra, fanno col medesimo fìlisteismo i conti del danaro del contribuente e quelli dei giorni che guadagne,·à nell'altra vita, a.ntepongono alle li– bertà civili e politiche la libertà dal peccato - la Libertas clellQ scudo crociato; ma ben poche sono le forze orga– nizzate non confessionali che con alt1·ettanta insistenza. si adoperano a smontare le impalcature propagandistiche del– l'avversa1·io (che· è un avYeÌ·sario nella vita civile prima ancorn che nella vita politica) e a rendere attive le mi– noranze dissenzienti. N ATGRALMENTE ci si chiederà quali sono le forze po- litiche disposte a battersi oggi per evitare il danno di domani. Ebbene, sta a noi sceglierle, stimolarle e impegnarle su questo terreno. Anche i giganti si lasciano qualche volta condurre per -mano se trovano una mano· sicura. Si denuncino gli scandali delle inte,·feren;e pontificie e del sottogoverno nel ministero della Pnbblica Istrnzione, dove imperano i Centri didattici «nazionali», ver!\ consorterie cattoliche, che si sostituiscono all'azione responsabile ciel govemo e del Consiglio Superiore della P.I. e che il pre– sidente del Consiglio, on. Segni, si è recentemente van– tato cli aver creato subito dopo lo scioglimento della « Con– sulta didattica», decretalo dal Parlamento. Sottraendo alla scuola di Stato insegnanti e danari, i Centri didattici « na– zionali» impongono alla scuola italiana le direttive dei vescovi, creano e dirigono organismi di parte, pubblicano a spese dello Stato e divulgano· nelle scuole della Repub- (78) nuova repubblica jn quanto determinante econon1ica di natura n1onopoli– slica - il monopolio della manodopera ·o della forza-lavoro l'igida o quasi rigida. ' Nel nostro paese che, politicamente ed economicamente è sotto l'influsso degli Stati. Uniti, ci sono dello correnti sindacali che vonebbe,·o 1·ipetere l'immagine del s.indaca– lismo prevalente negli US,\. Precisamente la CISI; e la UIL sj caratterizzano con gli stessi elernenti, salvo picco4 lissime differenze. Per la ClSL c'è la differenza del m0tivo c,·istiano della « collaborazio 0 ne cli classe> o coll~borazione ti-a « capitale e lavoro», col ,·iconoscimento .implicito che, in questa alleanza, il lavo,·o deve avere una parte subordi– nata, per quanto essenziale; e che essa devo realizzarsi enti·,;> la strnttura sociale presente, con tutte le modifi– cazioni d'equilibrio possibili, senza tuttavia ledere i diritti fondamentali st1 cui poggia l'attuale societì\. E' solo una differenza di tono. In Italia la tradizione ciel sindacalismo è socialista e quindi clci,sistc,; pertanto la classe è ricono. sciuta anche dai c,·istiano sociali; i quali però le danno· una funzione cli collaborazione. In USA la classe non esiste, in quanto non se ne è avuta n1ai coscienza~ esiste invece la vrofessione, il mestiere, come tipo particolare di « proprietà privata » da di fendern, vendendola al mercato, al prezzo più alto po:sibile. Questa è l'11nica differenza. Si dice che il sindacalismo d'affari sia· un sindaca– lismo non ideologico. ll'ra gli argomenti d;accusa della CISL e della UIL conti-o la GCIL c'è anche questo peccato cli cui si macchierebbe la CGIL: l'ideologia. · E' realmente nn peccato'/ ed è essa una manifestazione propria della CGIL? e v01·amente i sindacati USA ne sono esenti? A queste domande rispondo negativamente. L'ideo– logia, che è una particolare visione della società come vorremmo che fosse, e che guida l'azione della realtà del– l'oggi, non tant,i per giustifìcarla, quanto per darle un senso, una direziane, è costituita anche dall'idea che sia giusto e conservabile - a parte modifiche parziali l'or~line attuale. Quando i sindacati USA, pa,-ticolarmente il CIO, con– d,rnsero la campagna contro l'infiltrazione dei comunisti nelle loro ,irganizzazioni finché riuscirono a espellerli, agi. l'Ono illuminati da una loro ideologia. La stessa cosa fecero le correnti sindacali dissidenti in seno alla CCJ.L, quando provocarono la scissione, in seguito a una scissione politica a li,·ello governativo tra partiti collaborazionisti, e si co– sl,tuirono in ol'ganizzazioni autonome (CISL e UIL), Il peccato di ideologia è solo un peccato cli fede. Se ri– tenete che il diritto della proprietà privata dei mezzi di produzione non è funzionale nella società modema e pro– voca ingiustizie e p1·iva di lihertà, mentre arma il privile– gio e gli dà tutto il potere nelle mani, voi peccate di eresia. ( continua) blica manuali di cultura generale che a stento si potreb– bel'O immaginare esistenti per i sudditi della Città del Vaticano. Se ne veda un saggio nella « Guicla dei Geni, tori » pubblicata. dal Centl'O didattico nazionale di Brescia. Qu~l che possono fare gli insegnanti della scuola di Stato è difendere e· migliorare dall'interno la loro scuola, rialzandone il tono e il prestigio. Anche in questo sforzo però essi hann,;> bisogno dell'appoggio di rorze esteme, che sappiano cogliere il legame tra le rivendicazioni econo• miche e le rivendica;iioni civili e moraU, che vedano l'abisso che si prepara togliendo dal circolo della vita italiana quel flusso di tradizioni è cli sentimenti che, bene o male, discende dal Risorgimento e dalla Rivoluzione francese, e reimmettendovi quello della Controrifom,a, ciel lassismo gesuitico e del temporalismo ecclesiastico. Non sappiamo a che cosa metterà capo l'agitazione dei professori degli istituti medi. Essa ha di fronte a sé l'frrigiclimento burocratico, la sordità del governo e l'osti– litù della maggior parte della stampa italiana. llla è certo che se il Fronte della Scuola non è ben deciso ad. otte– nere, oltre le l'h·endicazioni economiche, tutte le garanzie di indipendenza e cli libertà per l'esercizio individuale della funzione docente nell'ambito della scuola di Stato, anche una vittcida conseguita sul tel'l'eno economico po– trebb'essere pagata con una restrizione della libertà. Il fatto stesso che l'attuale agitazione sindacale sia im– postata nell'ambito dell'applicazione· della legge-delega non può non rendere estremamente accorti gli uomini del Fronte della scuola. Come non rico1·clare infatti che la legge-delega contiene una clausola limita!Tice della libertà nel campo dell'insegnamento? :Mentre la Costituzione afferma che « l'al'te e la scienza. ~ono libere e libero ne è l'insegna– mento» (art. 33), la legge-delega svuota ciel suo contenuto e del suo significato morale quel diritto cli libertà sosti– tuendolo con una « .tut~la » del go,·erno intesa a dosare la libertà « con riguardo ai singoli gradi dell'istruzione». Questa interpretazione è oggi confermata dai nuovi pro– grammi delle scuole elementari, grosso onrnggio deposto clfd ministro Ermini ai piedi del clero quando già si sa– peva che il ministro Scelba cadeva. In vi,·tù di quei p1:o– grammi, che vanno in vigore dal l .o ottobre cli quest'anno - consule Paolo Rossi - le scuole elementari; le scuole di tutti gli italiani indistintamente, sono trasformate in pic– coli seminari, dove non vi sar,, altra Jjbertà all'infuori cli quella cli professarsi cattolico, leggere le vite dei santi e recitare le preghiel'e, maesl,·i e alunni in coro. A suo tempo noi fummo contrari all'approvazione della legge-delega, soprattutto perché · conteneva quella clausola libei·ticida (vedi N.B., del 25, IX, l!J54). Una volta approvata la legge_-delega, non si può non riconoscere che la lotta per la libertà e l'indipendenza della scuola di Stato deve passare per quella strada, a condizione però di allar– garne i fianchi e rovesciarne gli angusti parapetti, oltre che rassodarne la massicciata. Se se ne ha coscienza fìn d'ora, la forza per questa lotta ulteriore verrà dall'av~r vinto la prima. LUIGI RODELLl

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