Nuova Repubblica - anno III - n. 30 - 2 ottobre 1955

(78) nuol'a repubblica 3 MISERI.A IN SARDEGNA ANALFABETISMO STUDICLASSI . I In Sardegna, dove esiste quasi il cinquanta · per ·cento di analfabeti, la sca:rsezza di tecnici e operai specializzati, reca grave danno all'economia isolana. Predomina invece la ·tendenza agli studi di indirizzo classico - umanistico, incoraggiata dagli organi governativi per soddisfare meschini interessi elettoralistici di GIOVANNI CHIRONI II L A LOTTA CONDOTTA contro l'anallabetismo nel Mezzogiorno d'Italia ha dato i suoi f~ntti. a~che i~ Sardegna. Ma si è ancora ben· lontani da, risultati ottimistici sbandierati dal governo. Uno studioso obiet– tivo e appassionato dei problemi sardi è l'avvocato Go– nario Pinna (4) che ha fissato la percentuale degli analfa– beti ancora esistente nell'isola in un buon 40 o 45 per cento. Le statistiche ufficiali, invece, fissano questa cifra nel 20-25 per cento, che è semprn una cifra eno_r1~e.Tanta difformità è derivante dal fatto che queste stabstwhe « ad usum delphini » considerano analfabeta solo chi non ha mai frequentato la scuola, mentre vien considerato fre– quentante qualsiasi bambino iscritto alla prima elementa– re! (5) Considerato che fra 1a prima e la quinta ele– mentare si calcola una percentnale media di dispersione di circa il 65 per cento, non si è troppo lontani dal vero nell'affermare che in Sardegna la percentuale degli anal– fabeti è più vicina al 50 che al 40 per cento. . Ad ovviare a questa situazione si è parlato da di– verse parti cli un inasp1·imento di sanzion~ .a carico .dei genitori degli alunni inadempienti. J\fa poiché la prima causa dell'inadempimento dell'obbligo scolastico è qui la miseria, si vuol forse porre delle sanzioni alla miseria? _(6). E' la stessa miseria che spinge uomini e bestie a dormire sotto lo stesso tetto, è la stessa brutale miseria che costringe i fancinlli innanzi tempo a piegar la schiena sulla zappa o a seguir le greggi sulle montagne, la causa prima dell'inadempienza scolastica. La prima con~egn~nza di tutto ciò è la enorme diffusione del lavoro mmor1le e la costante presenza in tutta l'isola di fanciulli macilenti, abbrutiti nel corpo e nell'animo dalla fatica, denutriti. La miseria abbiam detto, la causa prima, non la sola. A que– sta son'o da aggiungersi le disastrose condizioni in .cui si trova l'edilizia. scolastica e la totale mancanza o msuffi– cienza di assistenza per gli alunni bisognosi. La situazione dell'edilizia scoiastica era, a tutto il 1950, la seguente: aule occorrenti > esistenti Tot. > mancanti n. 5625 > 2344 > 3281 Calcolando una popolazione scolastica di 174.988 unità '(ma il numero dei frequentanti era di 15G.31!l), si otte– neva una media per aula di 74 alunni (7). E qual'è la situazione attuale? . Secondo una recente dichiarazione dell'ex assessore a1 LL. PP. on. J\furgia (8) gli edifici costnùti ed in corso di costruzione (sic) - soprattutto ad opera della regione :_ fornirnnno complessivamente 1080 aule. Per soddisfare al fabbisogno occonono dunque, ancora 2201' aule. Ma qual'è la condizione delle aule esistenti? Per esplicita am– missione dell'attuale Presidente della Regione prof. Brotzu, allora assessore all'Istruzione, al Congresso Internazionale di Studi sul problema delle aree arretrate (.Milano, ottobre 1954) una buona percentuale di queste (circa un terzo, secondo l'avv. Pinna) si trova in condizioni antigieniche. Che cosa poi s'intenda per condizioni antigieniche è presto detto: trattasi per lo più di locali umidi, seminterrati o cantine, pagliai con porte sconnesse e finestre senza vetrÌ' e banchi rudimentali. Essendo tali le condizioni della scuola ~lementare ci rendiamo conto di quanto sia difficile affron– tare il problema dell'istruzione tecnico-professionale in Sar– degna. La scarsitì, di tecnici ed operai specializzati, comnne a larghe zone clell'Italia. centro-meridionale, arreca grave disa– gio ad alcuni settori dell'economia isolana. Le ca.use di questo fenomeno sono varie e complesse: alcune sono ripor– ta.bili direttamente a. quanto abbiamo già detto a propo– sito dell'istruzione elementare, altre meritano un partico– lare esame. In Sardegna c'è una tendenza quasi esclusiva agli studi di indirizzo ,classico-umanistico: tendenza che seppnr risponde alla particolare natura del sardo, trova un notevole incoraggiamento da pa1·te dogli organi del go– verno centrale, che per soddisfare meschini interessi elet– •toralislici hanno istituito in molti picéoli centri tutta una serie di scuole medie che portano direttamente al liceo classico e all'istituto magistrale; e di qui, alle facoltà di giurisprudenza e di lettere. Tutto ciò fa sl che in Sardegna ~ia profondamente sentito il problema della disoccnpazione intollettuale, mentre non è raro che ·,lo svolgimento di determinate attività sia ostacolato dalla ·deficienza di tecnici e di operai specializzati. E questa situazione è destinata ad aggravarsi ulteriormente nel futuro,. man mano che la isola procederà sulla. via della meccanizzazione ed indu– strializzazione di ctù sono evidenti i prinù passi. Ma ciò può essere evitato se si pone fin d'ora il p1·oblema nei suoi giusti termi,ù e si studia osni possibile soluzione, in modo Locomotiva della Soc. Ferrovie Complementari in servi zio sulla linea Nuoro-Macomer da evitare che si produca questa paradossale situazione: che si imporli della manodopera specializzata mentre si alimenta la disoccupazione locale. Il problema riguàrda innanzitutto lo scuole di avvia– mento professionale nei suoi due indirizzi: agrario ed indu– striale. Le scuole cli avviamento a tipo agrario ra.ppresentano un'esigenza attuale per l'isola e, articolate in tre anni di studi, dovrebbero costituire il naturale proseguimento delle scuole elementari soprattutto nei centri ad economia preva– lentemente agricola. Dette scuole, inoltre, dov,·ebbero ren– dere possibile l'accesso agli istituti tecnici agrari, mentre ai diplomati di questi istituti dovrebbero essere senz'altro aperte le porte della. facoltà di agraria senza il corredo di quegli inutili esami integrativi che non sono richiesti, d'altra parte, ai possessori di licenza media e di maturità classica. Giova avvertire che finora i progressi in questo campo sono stati assai limitati (9). Il numero delle scuole è assolutamente inferiore al fabbisogno e quelle esi– stenti soffrono dei mali comuni a tutte le scuole: man– canza di mezzi adeguati. Si pensi che fra le scuole di avviamento a tipo agra– rio attualmente in funzione nelle tre province solo una o due sono in possesso di un trattore, mentre l'attrezzatura delle rimanenti consiste, per lo più, in un aratro a chiodo, qualche zappa e qualche vanga! Non parliamo poi dei campi sperimentali, ridotti ad un orticello in cui il cnstode ... dell'edificio (quando esiste) coltiva la verdura. per la pro– pria mensa. Ciò che si chiede in questo campo è, oltre la creazione di nuove scuole, che quelle esistenti siano messe in grado di funzionare, fornendole dei mezzi tecnici neces– sari e di un personale insegnante che abbia una· specifica preparazione didattica. e tecnica.. Se tutto ciò viene a man– care vien meno anche l'efficacia dell'insegnamento, l'inle– ress~mento degli· studenti e il favore delle famiglie. D ISCORSO ANALOGO potremmo fare per quanto ri– guarda le scuole cli avviamento a tipo industriale, av– vertendo che .se qui non si tratta forse di un problema che richieda immediata soluzione, tuttavia esso rfreste una notevolissima importanzi. per i riflessi che potrà avere in un prossimo futuro. In Sardegna. esistono due istituti tecnici agrari - a Cagliari e S'assari - ed un solo istituto tecnico industl'ial_e a Cagliari: un numero troppo esiguo che andrebbe molt1- plicato. La loro istituzione si impone soprattntto nei grossi centri, già sede di licei classici e di istitnti magistrali, per svolgere nei confronti di questi una efficace concorrenza. L'intervento della Regione nel campo dell'istruzione tecni– co-pl'Ofessionale è stato diretto finora prevalentemente alla attrezzatnra delle scuole statali già esistenti. Ma si è ancora ben lontani dall'aver raggiunto risultati soddisfacenti. Tut– tavia nel campo dell'istruzione più propriamente a carat- tere artigiano sono state realizzate due notevoli iniziative, che - se estese ad altri campi e ad altre località - potreb– bero dare un· vigoroso impulso a quell'enorme riserva di forze economiche costituita dall'artigianato sardo. Ad Ori– stano è stata creata una scuola della. ceramica, che inco– raggiata con larghi contributi ha già dato degli ottimi risul~ tati. E così ad Alghero dove si è dato vita ad una scuola del corallo, con lo scopo di valorizzare i notevoli banchi coralliferi esistenti lungo tutta la costa occidentale sarda. Ln Regione ha anche organizzato diversi corsi speciali della durata variabile da h-e a nove mesi, che hanno dato però risuHati assai scarsi e per la durata dei corsi stessi (troppo limitata nel tempo) e pe1· la deficienza di mezzi e la. impre– parazione ciel personale insegnante. Anche in questo campo sono mancati gli interventi massicci dello Stato che ha svolto invece una politica di tnmponamento. Dove si nota una deficienza pressoché assolutà sia da part~ dello Stat.o che della Regione, è nel settore delle scuole e degli istitut.i marinari. L'isola - con u;.,o sviluppo costiero pari ad un sesto di quello italiano - ha una popolazione dedicata ai lavori marittimi che è appena l' 1,90% della popolazione totale. Come si vede, i compiti dello Stato e della Regione nel settore dell'istruzione sono compiti delicati e parti– colarissimi che esigono, per essere affrontati e risolti, scriotà di studi e larghezza di mezzi. A nessuno infatti sfugge che pe1· una buona valorizzazione su basi industriali di tutte le tisorse dell'isola - dal settol'O agricolo-pastorale a quello delle industrie estrattive e marittime - non è sufficiente, di. per sé sola., la. creazione e la diffusione di impianti ind,i– striali, ma occorre altresì che siano apprestati gli stru– menti per la. preparazione di maestranze e tecnici specia– lizzati. Purtroppo in ogni contadino o pastore sardo c'è la segreta speranza di far ciel proprio figlio un «dottore,. (il più delle volte in legge) e questa tendenza va corretta, innanzitutto, con una efficace politica scolastica, necessario complemento di una seria politica. economica. Per ottenere tutto ciò è necessario che i rapporti fra Stato e Regione siano improntati a maggiore solidarietà e non ad antago– nismo come è sempre accaduto. L'on. Segni, in una sua recente sosta a Sassari, ad un giornalista che gli chiedeva quale fosse il modo mjgliore perché Stato e Regione andassero d'accordo, rispondeva: « Semplicis&imo, basta osservare lo Statuto e la Costitu– zione :.. E' quello che finora non si è fatto. (4) v. G. Pinna « Analfabetismo e delinquenza» - Sassari. (5) v. Joyce Lussu, in« Il Ponte» anno VII, n. 9-10, pag. 1198. (6) Il rapporto fra indki. di consumo e popola.z1one. pone le tre province sarde - Cagliari, Sassari, ~uoro .- rispettivamente al 69o 72 o 92 o posto della graduatoria nazionale. (7)' 11 . computo è stato !atto dall'attuale presidente della Giunta Regionale, on. Brotzu. , (8) v. « L'Unione Sarda» del. 2 novembre 54. , (9) v. la relazione « P~bbl1ca Istruzwne r. dell on, Brotzu, pubblicata a cura della Re111one.

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