Nuova Repubblica - anno III - n. 20 - 24 luglio 1955

·nùova :np1d,blica (Dis. ,li Di110 /Joschi) l\lERCANTI DI CANNONI - « E liberaci dal bene, cosi sia». SET1'E GIORNI NEL MONDO GRANDI E PICCOLI Q /1:\"DO ROOSE\.ELT di,se a Chmchill che l'incontro di Yalta avrebbe clon,to cimare non più cli cinqu~ o sei giorni, il vrem·ier britannico espresse i suoi clubl,i 1·icol'clando che anche il Cr<'alore aveva avuto bisogno cli s~tle giorni per fare il mondo. A parte quest'ultima piccola imprecisione rispetto al ksl~ biblico, era evidente che in cinque o sei giorni fosse difficile risolvere tutti i grandi prnblerni che allora si ponevano. nel mondo. J.o stesso può dirsi a proposito delle ecccssi,·e attese suscitate dalla Confe1·cnza cli Ginevra, della quale non cono. scian10 aneora, n1ontre scr-ivian,_o,i risultati, dove in pochi giorni era impossibile spe,·al'e la soluzione di lutti i grandi problemi che agitano il mondo. Ma era cli estrema impor– tanza ristahilire un contatto, fare un bilancio della situa– zione in cui si trova il n1onclo a dieci anni dagli ultimi incontri fra i «grandi>, partii-e di nuo,·o da dovo si sarebbe dovuti pa1"ti1·edieci anni fa. Sen1bra del resto strnordinario che, confC'rr-ndo una in1pol'tanza. così notevole agli inconh-i internazio,uili « ad altis.,;imo li,·ello », gli esponenti delle grandi potenze non si siano riuniti da dicci anni: poiché l'ultin10 incontl:o cli q11Psto tipo si ebbe a Potsclam, a meti, cloll'estate del 1!)45, poco tempo p,-irna della fìne della gue!'ra contro il Ui>1ppone e subito dopo la capitolazione tedesca. · A I'otsclam non e1·a nnrora rappresentala la Francia, nonostante le venisse poi aJlidato il contrnllo di una delle c1uattro zone d'occupal<ione in Cern1ania. Vivaci discussioni aveva del resto suscitato fìn dall'incontro di Yalta la pal'te f11tu1·ache avrebbe doYulo spettare alla Fmncia nell'orga– nizzazione del' mondo, essendo stati, sia Roosevelt che Stalin, abbastanza male imprcs ionali dalla fìgura del generale de Gaulle, allora capo del goYeroo provvisorio francese. Oggi la Francia è rappresentata da uno dei. quattro ~grandi» è, nonostante il posto cli rap.pl 'esentante- della Frnncia non. sfa .oc~11palo dall'uomo che più di ogni altro, con la sua 'politicu, con lo .sforzo per condurre in porto la precedente c_onferenza di Cinevl'a sulla pace in Indo– cina, contribuì "' creare le premesse cli questo incontro di Cine,·1·a, nonoMante Mendès- F,·ance•sia sostituito in questa ,,~~te da J~dgar· Faur<l, il [il'Psiclcnle del consiglio f.rancese h11 ,-ipl'e;o · a sùo contò nn ·Ycè~hio prngetto dei beva_nisti inglesi 11,·oponenclo che i fondi sottratti agli a,·man1enti siHno consacrati alla c,·caz°ione cli un fondo internazio'nale r~r- contribuire allo sviluppo economico delle zone:clepresse. Del resto, tutta questa (accenda delle «grandi, potenze comincia ad essere piuttosto slàsata, lontana dalla realtà. Di potenze che da sole 1:iòss,;n~ ciascuna ~catenare u,na n110Yaguerra mondiale-Ve ne .-,p.nosolo clue,,gli Staçi .l;rQ-iti e l'Unione SoYietica, e qu~sto non è certan1enle un titolo di «grandezza» ma caso mai di pel'icolosità internazionale. Ché se ci .-i mette a contare gli abitanti delle vnl'ie potenze o la loro supe1·fìcie territoriale, non si ,·ecle p~•·ché la Cina, l'Tndia, l'Australia, il Canaclà, il Drasile o l'Argentina non debbano e8sere considerflte anch'esse «grandi>. A maggior ragione qu ~9.do, oltre che la potenza demografica e l'esten– sione del tenitorio, si consiclo1·i, di una Cina o cli un'J nclia, il noloYole peso politico sul piaiìo cli rinnon1li rapporti intel'nazionali. Alla Confe1·en1,a cli Yalta, in un inc-ontrn bilaterale fra britannici e americani, ci [u un battibecco fra Chur– chill e Eden a p,-oposito di questa questione. Cbmchill voleva garnntil'e i cli,·itli delle grnncli potenze nella futura organizzazione delle Na½ioni Unite, n1cntre Eden si preoc– c11pa,·a anche delle piccole. ] I fotto che l'ultimo supel'stite dei « grnncli » cli dicci anni fa, Churchill, sia stato recen– temente sostituito propl'io da Eden, segna Yel'8monte la fìne di un'Ppoca, sul piano dei rapporti internazionali, e l"inizio di un'alt1·a, che con1inciò veramente a spuntn.,·e - nessuno sto,·ico futnrn lo conteste,·à anche se molti politici odierni si ostinano ancora por ragioni di pRrte a noJarlo - con 1a morte del maresciallo Stalin. Occorr<'va p1·oprio che la generazione politica che aYeYa f11tto la guerra fosse definitivamente scompal'sa dalla scf'na politica 1nondiale perché in,·ece cli parlare di guel'l'a, fredda o calda che [osse, si cominciasse a pal'lare di pace, anche se ancora un po' fredda. Certo, in questa classe poli– tica del clopoguena, vt sono ancora molti generali che hanno diretto le ope1·azioni e che possono far nascere p1·eoccupazioni non infondate. l\Ia basta pensare ai dissidi fra Eisenhower e Dulles po,· rendersi conto che, qnanclo i consP1·,·atori sono al potere in un paese, milital'i non sono sempre più guerrafondai dei ch·ilf. l 1 generale Lee, comandante delle truppe sudiste cl11 rante la Gue,-ra cli Secessione ame,-icana, tliceva per esempio gna l'dando i cada veri cli cui era cc;,spnrso un campo cli battaglia: « E' bene ,·cdorn cose cli questo genere perché altrimenti la guerra ci piacerebbe troppo». Può da1·si che cl>1ll'inconl1·0 di Cinena csc11no deci– sioni di gl'ande peso per l'av,·enire del mondo (in tema cli disa1·mo per lo n1eno, se non in tenia di unificazione te• clesca). l\fa anche se Cincv,·a non forni,·,, risultati sorpl'Cndenti, dovrà, almeno, segnare hl 1·ip1·m;8, cli chi ha ,·isto queste cose e non le vuole più veclo,·e, la ri– pr<:>sacli chi, consiclcrnto piccolo dai grandi cli dieci anni fo, sa l'iprendere il proprio posto, dimostrando che, piccole o grandi, le nazioni, con,e i cittadini, hanno ugnalc dfritto all'indipendenza, alla liberti,., alla pace. P. V. 5 iETTEUA DA ·_n:ONN MILITARI ·CONTROLLATI L A PRl MA IMPRESSIONE suscitata in Germania dal– l'inYito a recarsi a Mosca ,h,·olto al !ancelliere Acle– ·nauer è che nella polemica tra est e ovest, e quindi cli l'iflcsso sul problema tedesco, sia subentrata una bat– tuta d'arr<'sto; in realll\ la mos. a soYietica significa che la parola spetta adesso alle cancellerie e non più alle oppo– ste prnpagande. Tutti avevano intuito, che la rapida con– clusione della pace ausb-iaca e il viaggio & Belgrnclo rlei n,ussimi eRponenti sovietici rientravano P,Vldontemonte in tÌna nu,novra a. pil1 an,.pio l':iggio della diplomazia sovie• t1ca, rna ne~suno poteva prevedere che i so,·ietici avrebbero puntato sull'obiettivo p,·incipale con tanta rr.piclità; la l'ela– tiva sor-p1·csa proY0ca.ta nel 111ondo occidentale dall'annun– cio di Mosca spiega almeno in pal'te il riserbo con il quale è st11to accolto a Bonn l'invito Rovictico, ,:rrche se 1n rispo– sta wrbalc finalmente inviHtn dal governo fpderale sembra oltrcpa-t-:FHtre,nella sua laconicit;t, i ]in1iti cli una olen,ell– tal'e pn,clenza. Naturalmontc intorno alla p,oposla SOYic– tica si è ape1·to subito il solito gioco delle , . evisioni, dom·i– nato però dalla opinione unanime nei ~:,·coli tt"cleschi; e della quale si è fatta po,-tavoce prnlic41.1e11to tutta la stampn teclPsca, che all'invito di l\losca non si poteva non dare una ,·isposta sia pure cautamente affern,ati,·a. E in questo senso la nota cli Bonn non si può •!ire che rispec– chi esattamente gli umori dell'opinione publ1liea: essa, piut– tosto, sembra tenclel'e a raffl'<'dclaro la diffusa atrnosfcm di tiepida nttesa. Nella peggiol'e delle ipotes1. pt"nsano i tede– schi, il Yiaggio di Adenaue,· a l\fosca serv:rebbe sempre a sonda1·e le 1·eali intenzioni dei sovietici. N,111si cleYe sotto– valutare neppure la soddisfazione di certi ambienti per questo implicito ricono. cimento di Mosca, <'he, fl'a l'altrn, mosll'Rnclosi disposta a b-atla.-e di,·ettamen•·e con Bonn, sca– valr-ando le g.-andi potenze occidentali, dC<;are,.za l'orgo– glio nazionale di non pochi tedeschi. Kon meno diffusa, tuttavin, la pl'eoccupazionc che Mosca, pl'oponendo cli nol.'rnali?.zare. le relazioni con Bonn, lungi dal porre le pre– inesso per l'unifìcazione della Cm·mania, tendA invece a consolicla,·e lo status quo. L'animo dei tedeschi è sospeso oggi ti-a questa p,·coccu– pazione e 111 speranza ,-ho l'an·icinan·10nlo con l\Iosea possa 1·11pprescntare un buon passo innanzi sulla ,·ia cl<'ll'unifìca– zionc, anche so nessuno si fa illnsioni sulla possibilità cli una .·odclisfazione immcdiat11 delle supreme nspil'ar.ioni tedesche. Ma il fatto pii', impo,-tante em<'1·soin questa occa– sione è che tutti ormai :-:embrano finalmrnte convinti che la viR. dell'unificazione dovo passare anche JJt::.r 1\los,·a, e a qursto proposito si fa notare pu1·e che la nr<'senza al dic.a– stNo degli esteri cli Y0n J31'entano, di un 1101110 cioè relati– Yan,ente nuo,·o. potrebbe fayoi-ire un Ol'ie-nhm1Pnto n1eno rigido e clogrnalico nei confronti di l\Iosca cli quanto non sia stato qu<'llo seguito sinora eia Aclenaue,-. T>i(,difficile sa– rebbe clire quanto e <·he cosa Bonn è clis.posta a conceclf't·e all'Unione i'ìo,·ietica ccl entro quali limiti la libe,t.\ cli movi– mento della Repubblica l'odorale è Yincolnta dalle condi– zioni rhc gli alleali occiclontali PPrtamente '" hanno posto o le ponanno. Pur in tanta incerte½za J'ini½iath·a sonetic·a una. cosa aln,eno sen1b1·a confe1·1nare, ossia l'inagjont: ..YOle fl'ctta cli Adcn~uer nel ,·oler attua .-e più rapidam<'11le possibile il pl'evisto riarmo tedesco. A chi abbia S<'gnito il dibattito snl riarmo e i continui scontri al rigua1·do tn, governo e opposizione non può essere sfuggito che il cl:haltito 1·ischia– va cli e~nurir.-i neila polemica snl pro e il contro ciel ria,-rno stes.-o, e se il governo questa volta non ha potuto imporre al parlamento il progetto della lèreiwilligengesetz prepa– mto di suo pugno dal cancelliere si deYe propl'iO in primo luogo all'infelice ispirazione dello stesso /\c[('nauor, il quale, nella fretta di stringere i tempi del rial'mo, è riuscito, una volta tanto, a suscitare le i-eazioni concol'dl non solo del– l'opposi½-ione, il cui atteggiarnPnto era scontato in partenza, ma anche della stessa coalizione governati,·a. Infatti è bastala la presentazione alle Came1·e ciel hreve. progetto sull'arrnolamento dei primi nuclei cli volontari del nuovo esercito tedesco per condurre la discussione su un terreno più concreto. Già respinto dal Bundesrat, <'110 si era fatto interprete delle preoccupazioni dei Liinder, al Hundestag il progetto hn dato occasione a un ampio dibattito, non pro– prio esaul'iente, ma tale tuttavia da consenti1·c una rassegna abbastan1,a completa dei diversi punti di ,·istn. Al centro della discussione è stato naturalmente il p1·oblema del controllo pa!'iamentare sulle future foi·ze ann11te e il fatto J)iù significativo è che ~i sia riusciti. a~tròva1e 11na n,aggio– ranza p<lr bloccare una pericolosa inie,iàtivn tendente a scavalcal'e il parlamento in· una così dehcnta matel'ia. l n conclusione Adenauer, contra1·iamente Rlle sue abi– tudini autol'itar'ie, questa volta ha clon,lo Ledere e il suo progetto ha subito in seno alle competenti commissioni padamcntari una completa trasformazione. ('crtnmente Adena11er ha battuto in ritirata. pe!'ch~ ha c11pito che sol– tanto a questa condizione avrebbe potuto ,p<'ra,·e in una rapida attuazione delle prime misme per i, ,·iarmo tede– sco, che costituisce, come è ben noto, uno cki cardini della sua politica, ma tutto il dibattito sul riarn,o fa prevedere che questo sa,-à ancho nei prossimi mesi. nei quali si do,·,-à affrontare la regolamentazione cli tutta la complessa . materia, uno dei temi fondamentali della l,•tla politica in Ccl'rnania. "MARTIN FISCHER

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