Nuova Repubblica - anno III - n. 20 - 24 luglio 1955

Bi 8 LECRAVATTE DELL' ON. LEONE I A DlSCUSSIONE sulle dichiarazioni programmati– _j che del govei·no, è durata, alla_ Camera, esaUamcnte cinque g,orm. Se s, fa cccez10ne per tre o quat– t,o interventi, tutti gli altri peccarono clii di super– fìcialitit, chi cli fretta. Ad alcuni è parso che lo stesso Se– gni abbia posto poco impegno nei suoi discorsi; né in qnel– lo d'apartura né in quello di. replica egli toccò mai grandi altezze, mantenendo dell'aquila solo il profilo del volto. l<'orse fu una tattica parlaméntare, ma si do,·e tener pre– sente che le sue parole non raggiunsero mai la lode nep– pure per il tono con cui furono pronunziale. La sua, più che paèatezza, sintol)1o di volontà distensiva, fu scmpli– cen1ente mancanza di· voce. Risnltò palese quando, il pri– mo giorno delle discussioni, venne meno la 001Tente elet- trica ed egli [u cosh'etto a parlare senza microfono. · Tnttavia la posizione politica che il nuovo presiden– te del consiglio espresse con la sostanza e col tono dello sue parole fu Jalvata dai suoi amici. Così veementi cli mal represso integrnlist'no cli partito furono, infatti, i discorsi . prima di Oui, poi di Bucciarelli Ducci e di Fanfani, che alla fine, per quanto poco confortanti fos:ero stato le pàrole di Segni, esse brillarono come un. serio tentativo di evasione dagli schemi politici del quadripartito. Potri, ap– parit-e incredibile, ma di qnest'aYviso si è dichiarato anche l'on. Saragat il quale, per il resto, dentro e fuori dell'aula, nel Transatlantico o per i corridoi ai Montecitorio, ha os– sei·vato nel modo pii, completo la regola del silenzio. Non ha detto mai una parola. Non ha, neppure risposto ai saluti dei giornalisti· ~cl ha continuato a passeggiare, le mani in tasca e la giaccR sbottonata, dalla biivette alla·« po– stà »; qnai·per tuttÒ il. tempo del dib~ttito. Una sola vol– ta ci si è resi conto della sua pr~senza in. aula ed è stato quando Nenni si dichiarò contento_ della suR politica per– ché mette i,; grado ii PSI di portar via al PSDI fin l'ul– timo elettore. Dall'alto delle tribune si vide allora il lea– de,· sociàldémocratico contorcersi sulla sedia in un vano tentativo di·. alzarsi per uscii-e. Uno· spetta·cofo nello spettacolo,. infine, è stata la pre– sidenza dell'on: Leone.' Molti l'hanno criticata, quasi tutti ne hanno· parlatò. :Le_ critiche non sono state tutte catti– Ye,: M" I:episodio che ha riconciliato Leone con deputati e. giornalisti: facendogli perdonare I~ lepidezze e le di– strazioni della sua presidenza, è stato qnello delle cra– vatte. Si cle,·e sapere che il nuovo presidente della Ca– rnera., di tempora;,,ento bonario e mite e purtuttaYia auto– ritario, mal sopportava che i deputati si presentassero in auÌ\I senza cravatta. Se non proprio diminuzione !lei pre– stigio parla/nent;.re gli pa1·e,·a una ostentazione cli scorte– sià o, qunrito meno, una manifestazione che ·mal s'addice– va alla solenniti, della funzione parlamentare. Non sa– pendo come e,>itàre il perdurare della «deplorabile. abitu– dine», dopo 1·ipetute consultazioni col vic~presiclente D'Onofrio e col segretario generale Piermani, avendo per di pii, saputo che i commessi si sarebbero rifiutati cli muo– vere appunti ai parlamentari, rinunciò al « metodo diret– to». Fu così che commissionò ad uno dei pii, quotati « cra– vattal'Ì » di Roma due dozzine di prngiate e multicolori cravatte. La sua sommessa battaglia agli « scamiciati :o ebbe il suo momento di celebrità nella giornata di lunedì scorso. Parlava Segni, ma Leone non aveva occhi che per l'abbi– gliamento dei parlamentari, scrutando di qnando in quan– do in direzione dei due ingressi dell'aula. Il primo depu– tato çhe gli si presentò senza la cravatta fu un deputato comunista di Frosinone, !'on. Silvestd. Ad nn cenno del presidente, un altissimo commesso si presentò a Silvestri rècando, su un elegante vassoio, il miglior /ot1lard color vinaccia che i camiciai di Roma potessero offrire. Il depu– tato capì al volo, ringraziò e declinò l'offerta. Preferì in– dossare la cravatta che aveva in tasca. Analogamente si regolarono sette o otto altri deputati, tra socia.listi e co– munisti. Ad uno di questi, !'on. Malagugini, toccò però la ventma di farsi presentare le scuse del presidente. Si deve sapere che l'on. J\'Ialagugini, per invetemta abi– tudine e nonostante i frizzi di Nenni, porta la barba. Una barba quadrata che gli scende sino all'altezza del secondo bottone della camicia, cominciando a contare da quello del collo. Non parve vero a Leone di vedere, oltre il limi-. te dell'onor del mento, il candido sparato èlella camicia. Altro cenno ed altra missione del mastodontico commes– so. Malagugini, lì per lì, non capì; chiese spiegazioni e, avutele si volse verso il presidente della Camera che ri– dacchia~a contento. Poi, dalle tribtine, lo si vide afferrar– si la barba dal fondo e sollevarla verso Talto, simultanea– mente alla testa. Leone aveva commesso una gaffe ma– dornale. Il deputato socialista, non potendo rinunciare al– la tradizione del « fiocco » alla· repubblicana, portava il «cravattino». Naturalmente anche ai democristiani toccò il dono del presidente. Si penserà che essi l'abbiano accettato. In– fatti; ma quello che lasciò tutti piuttosto perplessi fu che, ·sul finire della seduta, non meno cli sessanta deputati DC sfìlarono senza cravatta sotto gli occhi di Leone e, quel che è bello, il presidente dispose che ·le cravatte residue fos– sero date in regalo al personale pii, meritevole della Camera. MASTRANTONIO nuova repubblica · ( All'o1wrevole GoneUn è slnto afficlulo l'iucal'ico clella riforma amministrativa) Nuova Repubblica LE'rTERE AL Consorzi volontari SONDRIO, giugno Caro d-irettore, ciò che sta · accadendo in provincia di Sondrio in materia di acque e di sfruttamento dei bacini imbriferi testimonia ad usura della moderna e dinamica conce– . zione della democrazia dei nostri amministratori e, insieme, della loro capaciti, di «pianificare>. Una recente circolare del prefetto cli Sondrio ( il dottor Ugo Morosi) ai sindaci dei comuni della Valtellina, richiama l'attenzione dei predetti sulla « provviden11a » che il gove1·no ha in animo di elargire ai comuni che siano compresi in tutto o in parte in bacini imbriferi montani; si tratta della legge 27 dicembre 1953, n. !)59, la quale stabilisce che detti comuni - qualora almeno 3 1 5 di essi ne facciano esplicita domanda - vengano costitniti in consorzio qbbligato,-io 01 fini della utilizzazione e ciel ri– parto dei fondi, derivanti dal sovracaAone che le società idroelettriche delle varie zone montane erano finora te– nute a versare ai singoli comuni interessati, in forza del T. U. delle leggi sulle acque e sugli impianti elettrici ap– provato con R. D. dcli' Il dicembre 1!)33, n. 1775. Il solerte prefetto, dunque, illustra nella circolare, con tono ora suasivo ora intimidatorio, come e qualmente le. sorti dei poveri comuni della Valtellina (e anzi proprio dei pi,'t poveri) possano essere miracolosa.mente risollevate dal lo.ro «spontaneo» costituirsi in Consorzio, dal momento che l a legge - preparata per esclusiv·i 'fìni sociali - dii facoltà al Consorzio stesso di impiegare il fondo a sua di– sposizione « esclusivamente a favore del progresso economi– co e sociale delle popolazioni, nonché ad opere di siste– mazione montana che non siano cli competenza dello Stato». Inoltre il dottor Mol'Osi si preoccupa di fugare ogni timore degli amministratori eventualmente ancora racchiusi nel loro « pa1·ticulare >, facendo noto che la no– mina degli organi del consorzio e quindi, in definitiva, ogni delibera sarà di competenza della assemblea generale dei rappresentanti dei comuni stessi, né vi sarà ombra cli dubbio che le finalità stabilite dalla legge (la n. 959) pos– sano essere tradite con decisioni favorevoli ai centri più gra.ndi o a particolari zone, poiché « le anzidette precise di– sposizioni di legge non potranno mai essere eluse». Così si invitano i consigli comunali a deliberare d'ur– gènza sulla loro « volont?t » di costitnirsi in Consorzio, possibilmente entro il 20 maggio '55. E mentre si afferma che « ogni discussione appare oziosa e perniciosa », si la anche noto che, benché alla adesione debba seguire l'appro– vazione di uno statuto del Consorzio, « non si ritiene 'cli dover ora subordinare l'adesione al Consorzio all'esame dello Statuto' per non frapporre indugi o 1·itardare la qnestione di principio ». Infine, esclusa la « dannata ipotesi» (sfo!) di una, opposizione dei comnni, ed espressa la certezza che i Con– sigli comunali « risponderanno all'unisono», si allega ad– dirittura « a.pposito schema di verbale, nel qnale la vo• (Dis. di Dino Boùhi) _ tazione i, prevista in forma palese, per appello nominale, essendo ovvio e legittimo - sono sempre pa.role del pre– fetto - che in questione di sì estrema importanzll, cia– scun consigliere comunale assuma in mÒdo non cquivo• co la. responsabilità della pro1n~a decisione». Ma ben pii, alto intervento si è avuto a lavore elci «volontario> Consorzio fra i ·comuni valtellinesi; quello dell'on. Vanoni. Il ministro ciel bilancio ha pubblicato sul Coniero della Valtellina (organo della DC locale) un articolo assai tranquillo e paterno, imbastito tutto sul dilemma che si pone agli amministratori fra il passato e l'avvenire. « De– cidersi in favore del Consorzio signifìca scegliere per l'av– venire... Saper scegliere oggi per il domani, pone oggi le condizioni di svilnppo dell'economia ciel domani, deci– dersi per il benessere delle· nostre popolazioni sacrificando ad esso una forse sperata maggiore tranquilliti, dei bilan– ci delle Amministrazioni, è opera saggia, che gli ammini– stratori illnminati devono sentire l'onore e l'o.,·goglio di compiere». E' prezioso l'articolo del ministro, perché, ben pii, efficacemente del prefetto, indica i compiti e il raggio cli azione del costituendo Consorzio: dice infatti che questo dovrebbe « attuare e coordinare tutte le iniziative capaci di incrementare l'economia rurale», migliorando la pro– duzione, aiutando gli allevatori, promuovendo attiviti, a carattere industriale ed artigiano, preoccupandosi dello sviluppo tmistico delle valli, intervenendo per la sistema. zione stradale, per la bonifica e i migliornmenti fondiari, per la soluzione del problema della casa del cittadino, ecc. Tntto questo perché, « ayendo a disposizione somme con– siderevoli, potrà intervenire, certe volte, in forma risolu– tivi, nei settori delht no.\ltra economia particolarmente bi– sognosi cli aiuto ». Ora, non si riesce a vedere molto bene con1e un'attività così ampia e così determinante per tutti gli enti interes– sati, possa conciliarsi con qnelle che, per legge, sono le attribuzioni delle singole amministrazioni locali. Perché - ed è problema ben grave - se esso Consorzio ha il potere di coordinare tutte le spese che lo Stato e gli enti locali !anno, la sua direzione effettiva non starà - come si af– fannava a precisare il sig. prefetto - nei rappresentanti dei singoli comuni, ma nei funzionari centrali - forse nella Prefettura stessa - che il governo incaricherà alla biso– gna. Il che mi parrebbe un affare tanto vantaggioso per i comuni quanto quello che il cavallo Ieee quando, per aver assicurato un po' cli fieno - come racconta la favola - acconsentì a farsi cavalcare dall'uomo, con la conseguen– za imprevista, ma reale, di morso, briglia e... bastonate. Il vantaggio maggiore di una simile «trovata» lo avrébbero le società idroelettriche, le quali potrebbero così vendere ai comuni anche quella parte di energia elettrica che altri– menti i· comuni potrebbero prelevare gratuitamente. E pare anche che, proprio per questa via, le società idroelet– triche 1·ealizzebbero un guadagno di 7-8 lire per Kwh sulla quota di energia elettrica. Non sarebbe per ca.so più appropriato in questo preciso S!)ttore un autorevole inter– vento dell'on, ministro o. di chi per lui? M-arcello '.l'rentanovtJ

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