Nuova Repubblica - anno III - n. 18 - 10 luglio 1955

nuova repubblica 3 SILENZIO E TERRORISMO NELLA. PROVINCIA VENETA. IMMAGINE· DI L A RADIOSQUADRA (complesso-mobile della RAI) sta facendo un gi ,·o di propaganda por i paesi della provincia e forse la sera del 30 u.s. qualcuno, avendo 9oraggiosarnento rinunciato a chiudere la radio, avi·à sen– tito una trasmissione della sei·ie « il microfono trevigiano» ,.'Jeclicata a Montebelluna. In questa trasmissfone si è par– lato delle glorie del passato cittadino, della fortuna toc– cata al nostro popolo di vivere nei campi e lontano dal pro– gresso e dalla civiltà, e cli conseguenza di esser felice, ca– noro, estremamente competente nelle imitazioni degli ani- mali eia cortile, eccetera. . A dire il vero si cle,·e riconoscere che due vm·ità sono emerse: l) ohe non è morta la passione per il melo– cil'amma; 2) ohe la musica da ballo fa fremere i garretti ( n,a. lo speaker ignorava che a Montebelluna non si balla pe,-ché lo autorità ecclesiastiche vi si oppongono con una tenacia degna dei tempi di :P. L. Courier?). · Ma, a parte questo, l'immagine ciel paese data dalla Rai è risultata quanto meno parziale. Tralasciamo cli parlare ciel feudo vescovile, come pure del mercato favorito cli privilegi della Serenissima, che si teneva nel borgo medievale sorto sul cocuzzolo di una collina, ai piedi ciel « Casteller ». Si può cominciare a par– lare della storia di l\Iontebelluna dal momento in cui l'at– taccamento alle casupole e alle botteghe di legno, carat– teristiche, artistiche, pittoresche, ecc. (nonchè agli inte– ressi costituiti) del vecchio mercato non bastò più a im– pedire il trasporto del merca.to al piano. Il borgo si avvia allora a diventare t1n grosso pa ese di fervide iniziative de– 'inocratiche. Siamo al tempo dell't1nità. Il ceto borghese più progressivo si t1nisce agli operai nella « Società Operaia cli Mt1tt10 Soccorso». I reduci dalle battaglie del Risorgimento fondano nn « Circolo politico popolare:. del quale, come recita lo statt1to, lo scopo era di « prm,movere il benessere materiale e morale del cit– tadino, ed educarlo alla vita politica e sociale, cooperare al compimento dei destini della Nazione, svilupp~re le li– bertà sì interne che esterne, e specialmente: a) discutere sulle elezioni; b) diffondere e rafforzare nel popolo l'amore e lo spirito delle libere istitt1zioni; e) combattere ogni reazione; d) informare la coscienza del paese sulle qt1e– stioni più gravi d'interesse generale e locale». Lo sviluppo economico del paese, con le nt1ove esi– genze, trova espressione nella autonoma « Banca Popo– lare», la quale si propone nel st10 statuto « il fine preci– pt10 di favorire lo sviluppo dell'agricoltura, del commercio, dell'indt1stria e dell'artigianato, con particolare preferenza alle attività proclt1ttive minori ed alle imprese cooperative». E tuttavia ben presto quella che sarà la deficienza fon– damentale del paese si manifesta nella borghesia. Se in– fatti la decadenza cli alct1ne istitt1zioni locali come il tram' e la banda civica appaiono legate alla comt1no condizione della provincia la qnale, col progresso, importa dalla città forme più economiche cli trasporti (pt1llman) e di ct1ltura (radio, cinema), la decadenza più generale e organica del paese è intimamente legata al carattere della borghesià. Il paese era ancora giovane che già i migliori disertavano la vita &ttiva del comt1ne: non solo i grossi proprietari, ma anche il ceto medio tende a trasferirsi in città rinun– ciando alla direzione delle aziende. Manca una borghesia economicamente e ct1ltt1ralmente progredita e dinamica, ca– pace di una certa at1dacia e spregiudicatezza cli ini~ia– tive e manca,.,di conseguenza, un complesso urbano ac– centrato. Perciò, accanto allo svilt1ppo per così dire « ve– getativo» (case e negozi, collegamento ferroviario con le vicine città) si assiste ad un rattrappirsi della vita demo– cratica (in meno cli due lustri l'affluènza allo urne nelle elezioni amministrative cade dal 45 per cento al 23 per cento). -Questa decadenza non poteva non riflettersi poi nell'economia, rallentando o pregiudicando lo· sviluppo del paese. Soprattutto nocque il paternalismo e la paura del– l'aUaboto della borghesia; paternalismo clericale e borbo– nica paura che trovano adeguata espressione in tm sindaco che poi fu eletto deputato e fu ministro di Giolitti. Al– l'inizio del secolo la borghesia fonda anche qui un circolo sociale a carattere « chiuso », col motto « Concordia nobis haec otia facit », « per iscopo di dare trattenimenti in ge– nere e di promuovere nei migliori modi possibili riunioni di soci e di famiglie >. Le istituzioni culturali, soprattutto le scuole, languivano indecorosamente. Ma dopo la guerra, che fece andare profughi quasi tutti gli abitanti e risvegliò. nuove aspirazioni sociali, il famoso «liberale» fu finalmente battuto da Guido Ber-. gamo, « repubblicano sociale ». Gli scioperi che organizzò da giovano, le battaglie parlamentari per l'autonomia re– gionale, il giornale La Riscossa, l'opera in favore del movi– mento cooperativo (delle organizzazioni che ne nacquero si salvò solo la Cooperativa di Consumo): tutto questo ha . fatto passare alla storia la figura di Bergamo. Ma essa è già leggendaria, e richiama alla memoria la indimentica– bile canzone « Bandiera rossà ti-ion/erà -· W Guido Ber– aamo e la Società». La « Società » ebbe un ruolo di primo piano fra le associazioni sorte al tempo dell'unità. Sono creature sue la « Scuola di Disegno Applicata alle Arti e Mestieri :1> e la « Biblioteca eh-colante A. Fogazza-ro » che poi passò al– l'OND con lo scio,g_limento della. società operaia ad opera di CARL.O PINCIN MONTEBELLUNA - Propaganda elettorale del fascismo. La cultura della classe dirigente non seppe in quel tempo anelare oltre l'esaltazione dei contadini « prolifici, miti e laboriosi>, del loro· «tenace e silenzioso lavoro:,,, nonchè la descrizione delle ville ricchissime nelle quali la nobiltà veneta Yeniva a passar l'estate «in villa». La ·Resistenza non ha lasciato tracce profonde; una sola inizia.ti va fu presa dal CLN: la ristampa. dell'opera di un tipico « studioso locale>» ottocentesco. Poi la imme– diata, «schiacciante», vittoria DC si inserì naturalmente nella tradizione antirisorgimentalo ,e antioperaia. DIAMO ORA UN'OCCHIATA alla situazione attuale. L'economia della zona resta essenzialmente agricola. La maggioranza della popolazione è costituita da piccoli proprietari, che occupano il 70 per cento della terra: il resto è occupato da affittuari (enfiteusi e fitto misto). Da più di mezzo secolo è scomparso, salvo casi sporadici, il. bracciantato, e da parecchio è scomparsa la mezzadria. Ciò inHùisce consiclerovolmento sulla situazione poli– tica perchè isola la zona da qnel vasto movimento di ri– vendicazioni che è in atto nella provincia fra i mezzadri. Ognuno sa invece quanto sia consei·vatore il piccolo pro– prieta.rio. Ciò che dà il tono al paese è ancora la campa– gna circostante coi suoi pregiudizi, le sue abitudini, la sua cultura fatta di beffe e cli fole che si 1·aooontano « a filò», a veglia, nelle sere d'inverno. Il fatto più importante della vita del paese è ancora costituito dal settimanale mercato. A causa .del mercato si sono aperte moltissime osterie, quasi una ad ogni porta, ma manca assolutamente un luogo comune di ritrovo. La sttuttura economica della campagna, poi, contribnisce all'isolamento e alla ri– sti-ettezza di orizzonti del contadino, ohe vive chiuso in quella specie di monade incomunicabile e autarchica ohe è la sua proprietà. L'influenza del clero è grande. Le feste canoniche esercitano ancora forte suggestione e le proces– sioni godono cli un'affltienza di tipo sudamericano. L'industria, minore ohe negli alt,·i centri all'intorno, non incide ancora in modo rilevante snlla vita ciel 'paese, in quanto le fabbriche non si pongono ancora come cen– tri di fusione della popolazione che vi oonfl uisce dalla campagna. Inoltre l'insufficienza delle fabbriche ad occu– pa.re la manodopera che si offre, rende possibile il• fa– scism o nelle fabbriche, nelle quali la disunione politica è assoluta. In una sola fabbrica, dove peraltro il «padrone» è ·uomo della Resistenza, gli operai hanno potuto eleggere la maggioranza CGIL; altrove non esiste neppure commis– sione interna perché gli attivisti véngono licenziati. Le or– ganizzazioni sindacali sono inibite eia -un terrorismo quasi senza pari. Oltre agli stabilimenti della llfontecatiJ1i por la fab– bricazione di concimi e ad alcune industrie tessili, esiste un'industria tipica ciel luogo: quella delle calzature da sci e da m'.mtagna (le scarpe di Zeno Colò, quelle per il K 2, eccetera vengono tutte eia Montebelluna). Ma le condizioni dei lavoratori non sono certo adeguate alla bontà ed alla fama ciel prodotto. Anzitutto la specializzazione della pro– duzione fa dei calzaturieri dei lavorato,·i stagionali (si co– mincia appena ad estender~ la produzione ad altri. tipi che potrebbero dar lavoro per tutto l'anno). Così, passato il periodo cli maggior lavoro, i padroni hanno tutto l'inte– .ressè a chiudere le fabbriche e far lavorare gli operai a domicilio, senza assicurazione e con s11lari cli fame. Nelle fabbriche la violazione dei contratti di lavoro e delle leggi assistenziali e previdenziali è la norma. Il presidente· del– l'Associazione Industriali calzaturieri della provincia cal– cola che le evasioni al contratto collettivo di lavoro ab– biano sottratto, in dieci anni al mercato locale, qualcosa come 500 milioni. Se si pensa che gli attuali impianti in– dustriali sono capaci di occupare circa 3000 unità di ma- - nodopera altamente qualificata, si può avere una idea_ di cosa significhi per il paese una crisi come quella in atto. Così il J'imedio per gli pperai licenziati, per i disoccupati, PAESE pei· gli affamati ecc. è, tradizionalmente, l'emigrazione. I benpensanti del paese conducono un'anodina vita di caffè. Il naturale disinteresse della borghesia ve.rso uha cultura accessibile a più larghi strnti cli popolazione si è tradotto, nel campo culturale, in un peggioramento della stessa situazione fascista. La biblioteca della Società ope– raia fu infatti conservata efficiente durante il ventennio mentre om sta ammuffendo in non si· sa che magazzin~ e non si ricostituisce per lasciar libero il campo ad un'al– tra costituita ex novo per interessamento di monsignor p1·evosto secondo i dettami del Santo Uffizio. Tale biblio– teca ha la sua sede nella « Casa del Giovane Monsignor Furlan » che sarebbe poi la palestra dell'ex GlL. Qui i giovani possono tmvare quotidianamente ping-pong, sa– lette accoglienti, radio, TV e 1/Avvenfre d'Italia. Nel paese non esiste alcuna circolazione cli C!Jltura. Si leggono pochi lib,·i. I giornali preferiti sono Grand Hotel, Soano, Bolero film, Sorrisi e canzoni e tutti i cine– romanzi a fumetti. Fra i settimanali si preferiscono Oggi e Cand-iclo. Fm le l'iviste Selezione. Fra i quotidiani il Gazzettino, di proprietà De Gasperi-Campilli, nel quale si tl'Ova una minuta cronaca locale. Il cinema, ohe per gran parte della popolazione costi– tuisce l'unico s,·ago domenicale, è ben lontano dall'espli– care una funzione culturale. Le pr.eferenze vanno a « ùa– tene >, « Tormento», « I fìgli di nessuno». La classe magisti-a.'le è numerosa ma inerte. Cosl gli studenti, quasi isolati dal resto del paese, soprattutto ~e frequentano le scuole in città; in ogni caso incapaci por mancanza di credito e cli me7,zi. Inoltre, per esse1·e figli cli quella bo,·gbesia di cui s'è detto, sono «vitelloni>, quando non sono acldi1·ittura chiusi fra le quattro pareti domestiche, davanti ai loro testi scolastici. La televisione, che moltiplica sui tetti le suo antenne, sembra indicare il modo nel quale' si passano le serate nell'i.;olamento. I di.-tributori di benzina, che crescono corno i funghi, sembrano im,itare il forestiel'O malcapitato a for subito il pieno ed andai·sene. Chi può, infatti, so ne va; e chi non può evadere stabilmente cerca almeno di farsi la motocicletta. MUTUALIT CARITATEV A SUO TEMPO venne :i,resentato al Senato un pro– getto di legge pe1· estendere l'assistenza malattia ai pensionati pe1· vecchiaia o per invalidità do~i– v,inte da causa professionale od extra professionale. Il pro– getto, all'art. 3 disponeva che per il primo quinquennio sa– rebbel'O stati stabiliti con apposito decreto « la mjsura ed i limiti delle prestazioni farn1aceutiohe > e che l'elenco dei prodotti farmaceutici amri1essi alla prescrizione (suddivisi in gratuiti, a rimbo1·so parziale o totale), sarebbe stato aggiornato anno per anno e pubblicato sulla Gazzetta Uffi– ciale. Tale elenco doveva valere per tutti gli enti mutnali– stici. li progetto sottoposto alla approvazione della com– missione del Senato in sode deliberante, dopo numel'OSe o lunghe discussioni, è stato ,emendato con l'introduzione cli un art. 4 che, anzichò uniformarsi a]. principio dell'alto de– legato, contenuto nel citato a,·t. 3, disciplina dirottamento la concessione dell'assistenza farmaceutica. Questi continui interventi degli organi ministeriali nel funzionamento p-egli enti mutualistici si dimostrano, a no– stro avviso, in aperta antitesi con i princìpi sui quali si basano l('>leggi istitutive d~gli enti ste ·si, primo fra tutti l'INAM. Senza volerci soffermare sulla denominazione di quest'ultimo istituto, denominazione che fra l'altro clofìni– sce cbjaramente gli scopi che esso persegue, sta di fatto che l'ente in oggetto è un vero e propl'Ìo istituto a fine· assicurativo. La limitazione delle sue prestazioni ne è la dimostrazione più evidente nonostante si vada sostenendo che osso abbia una funzione sociale. Ai sostenitori di tal11 assurda tesi, vorremmo chiedere come si concilia questa funzione sociale con la sospensione dell'assistenza al 181.o giomo di malattia anche se l'iscritto è in condizioni di sa– lute tali eia richiedere un intervento cli urgenza. Ora, noi avremmo immaginato che il sullodato ministero solamente a questi fini avesse indirizzato il suo intervento, anziché pe1· pol'l'e jn atto limitazioni in aggiunta a quelle che gli enti già praticavano per pl'Oprio conto. Che gli istituti siano enti. di diritto pubblico non si– gnifica cbe il ministero possa arrogarsi le funzioni dei vari consigli di amministrazione, consigli che fra l'altro hanno nel loro seno i rappresentanti ciel citato clicastoro. La sua sorveglianza è limitata al solo accertamento che l'ente per– segua i fini per i quali venne creato Per cui, con la pro-

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