Nuova Repubblica - anno III - n. 13 - 5 giugno 1955

Bi 6 i\dcnauer sarà. capace di fronteggiare Je situazioni nuove che, più o meno, tutti sentono nell'aria. La· stessa intran– sigente ostinazione con la quale il Cancelliere ripete Ja sua fedeltà agli schemi politici sin qui seguiti sembra l'e– strema difesa di chi teme di essere superato dagli eventi. l'oicl,è non c'è dubbio che anche tra i sostenitori e gli al– leati del cancelliere (vedi i cinque punti dei liberali per l'unificazione) si fa sempre più strada la sensazione che sta pe1· scoccare il momento buono per l'unificazione. L'ac– cordo per l' Aust1·ia ha provocato a Bonn un certo nervo– sismo, il cui segno più appariscente è rappresentato forse dalla nota stonata della. protesta a Vienna per la sorte dei beni tedeschi in Anstria., che un quotidiano socia.ldemo– crntico ha commentato con queste parole: « C'ò da chie– d'!!·si. con disperazione se 'i tedeschi - e .specialmente qnelh che sono chiamati a fare politica - irnpareranno mai le più semplici regole del gioco di quest'arte». Ma è comunque significativo che perfino la Frnnkfurter Allge– meine, che è sempre stata tra i più strenui sostenitori di Adenauer, auspichi un avvicina.mento nella politica este– ra tra governo e oppozione. Tale auspicio non racchiude certo un'approvazione del programma socialdemocratico ma semplicemente il monito che l'unione fa la forza, ed è perciò nn invito -ai tedeschi per un maggior attivisn10 a.i fìni dell'unificazione. Questo stato d'animo, quali che siano poi in concreto i piani che ciascuno propone per raggiungere la mèta., è ormai generale ed è bene espresso da una vignetta facil– mente allusiva di un giornale assai vicino alla socialdemo– crazia, raffigurante il carrozzone della politica estera te– desca a un bivio, mentre un agente dell'Interpol consegn·a H un austriacotto 1 come ricompensa per un <<corretto» comportamento nel traffico tra est e ovest, il trattato di Stato. La situar,ione della Germania, è già stato detto in tutti _i modi, è diversa da quella dell'Austria, ma il trattato austriaco conferma che è possibile risolvere pacificamen– te e cçm generale soddisfazione i maggio1·i problemi inter– nazionali sul tappeto. :MARTIN FISCHER VITA .DI AUTOCBITICA DELI1A CGIL I L BOLLETTINO Ji'IOM dell'aprile 1955 riporta le risultanze della riunione del comitato direttivo della CCIL, tenutasi tra il 26 e il 28 dello stesso mese. La. prima pa,·• · della. risoluzione riguarda la situazione all'interno delle fabbriche: . oppressior.e padronale, siste– mi discriminatori, interventi diretti e indiretti nelle ele– zioni di CI, tel'l'o1·ismo bianco e la lista, ormai solita, cli atti di '--hmi•lazione e ...,presa.glia c'. 1 conòsciamo. L'n 1 tin-rn parte riguarda invece l'autocritica, che ini– zia: « Il fatto che il padronato sia riuscito in numerose a,,iencle ad irnpol'l'e ai lavoratori il predominio assoluti– stico dimostra che. nell'impostazione della politica sinda– cale, e nell'azione· svolta élalle organizzazioni della CGIL vi sono stati errori, debolezza, lacune». Giustis•·'•"A T - "~'·'"'· ~•,·te dello stesso bollettino è riprodotto un elenco dei risultati delle elezioni di. CI in diverse aziende, eia cui risulta: a) che su 35 aziende elen– cate, in 20· il numero dei votanti è aumentato rispetto al 1954; b) che in ·uno solo di questi .casi (lo Orsenigo di Lecco) la Ji'IOM ba migliorato la propria posizione in CI mentre in altri () casi ha perduto dei seggi, special– mente in complessi notevoli (come l'llva); e) che invece in 6 casi la CISL ha guadagnato seggi; d) che la UIL ha migliorato in diversi casi le proprie posizioni; e) che in almeno 10 casi su 35 si sono presentate altre formazioni con alterna fortuna.. E, evidentemente, l'elenco è appena indicativo cli una situazione n1olto più seria. L'autocritica ha dunque carattere di urgenza e deve essere approfondita. Ma quali sono i temi di autocritica pl'Oposti dal comitato direttivo? - necessiti, di rinnovare radicalmente i metodi di la- BIBLIOTECA La guerre des Papillons_ L A. STORIA. _del partito comunista francese attraverso 1 mamfestini ed i volantini clandestini diffusi dal 1940 al 1944 (A. Rossi [Angelo Tasca], La Guerre des Papillons. Parigi, Ediz. des Iles d'<Jr, 1954). E' l'ul– timo uscito dei libri dello stesso autore, con lo stesso p1·scuclonirno, sulla politica estera sovietica e snll'a.tteg– giamento con1unista durante l'ultima guerra. Dal punto di vista tecnico va apprezzata l'accurata e non certo facile opera di ricerca dei documenti svolta dal– l'a,1tore, anche se rivela alcune lacune dovute ad un in– completo appi'ofondimento delle ragioni di certi compor– tamenti politici. L'autore ba infatti commesso l'errore di conside1·are l'atteggiamento comunista non solo prescin– dendo dalla considerazione delle condizioni politiche in cui s1 trovava -la Ji'rancia negli ultimi mesi della Terza Re– pubblica e nei primi mesi del governo Pétain, ma anche prescindendo dalla considerazione dell'atteggfamento delle altre forze di estrema sinistra e di estrema destra nello stesso periodo. · Il grado di co1-ruzione al quale erano giunti i quadri della Terza Repubblica era tale da spiegare le esi<>enze di radicale ritmova.mento delle istituzioni, che trova 0 vano la loro espressione nei movimenti di esti·ema sinistra e di estrema destra: la protesta contro una società in gran parte marcia e corrotta aveva portato al pullulare di par– titi e movimenti rivoluzionari o s9vversivi. Tracciare, nel 1939-40, una linea di divisione fra i partiti democratici e gli antidemocratici, fra i partiti di sinistra ed i partiti di destra era non solo di:fficile, ma impossibile. Il Parti Po– pulaire Français di Doriot, il Pa,·ti Franciste di Bucarci, l'« Oeuvre » di Déat, univano ai lol'O appelli alla rivolu– zione « antiplutocratica > un linguaggio anticomunista non dissimile da quello dei trotz),isti, dei comunisti internazio– nali, di certi fogli anarchici o anarcoidi come !'ancor vivo « Crapouillot », che pur al termine « antiplutocratico » pre– fcr1va.no , come i comunisti staliniani ed i socialisti della Sli'IO, quello di « anticapitalistico ». Il « culto del capo » univa al di sopra delle sinistre e delle destre PP!i' .PCF' PSI? e Francistes, e le scritte di « Thorez ai1 pouv~ir » si confonde~ano sui mll:i con quelle di « Do,-iot ai, pouvoi,· ~ o di « Deat ai, pouvoir ». Il disfattismo durante la dn5le de guer'.·e del 1939-40, l'adesione all'armistizio di Vichy, univa, al d1 sopra delle differenze di linguaggio e delle etichette di partiti, i comunisti staliniani, internazionali trotzkisti i . libertari e i pacifisti ad oltranza: cioè for~e genuin~ dell'estrema sinistra ai fascisti di estrema destra, ai ·Do– riot, ai Bucarci, ai Déat, la cui classificazione all'estremis– sima destra ~vrebbe potuto sembrare forse, nel giugno '40, anco1·a prematura. La parola d'ordine dell'estrema sini– str?: «Non partecipiamo alla guerra capitalistica», non dif– feriva molto dalla varola d'ordine dell'estrema. destra: «l'\on combattiamo per i plutocrati inglesi». Uno studio del cosiddetto « fascismo di sinistra » non è ancora stato fatto; pure non è possibile studiare il com– portamento di un qualsiasi partito rivoluzionario in Ji'ran– cia senza: tenerne alcun conto. Il fascio di speranze di rin– n~va_mento oltrechè di sovversione, suscitate dal governo P_etam e dalla cosiddetta « Révolution Nationale », l'ade– s,one del parlamento e del paese, non si possono com– p,·en?ere se non t?nendo conto di tutti questi fattori: cons1de1·are l'atteggiamento del partito comunista senza inquadrarlo fra le altre forze di sinistra estrema, che adot– tarono un atteggiamento analogo, ricollegare pura.mente e semplicemente il disfattismo comunista durante la guerra 1939-40 e la sua. non-partecipazione alla Resistenza nel _1940-~l al principio generale della cieca sottomissione agli ordrn1 d, Mosca, come fa l'autore de La Guerre des Pa– pillons, mostra una certa unilateralità di giudizio storico. L'autore mette in rilievo l'impegno comunista nella lotta antinazista dopo l'aggressione hitleriana all'URSS: Egli però non ci dice nulla dell'atteggiamento che adotta– rono, nella stessa circostanza, le altre forze dell'estremis– si •a sinistra, che fino a quel moment~ erano sta.te assenti dalla lotta di Resistenza. Egli vede uno stretto nesso ca.u– sale _fra l'organizzazione· del servizio obbligatorio in Ger– mama (STO) e la. nascita dei maquis, ma sembra convinto che tale nesso non ci sarebbe stato senza il presupposto dell'aggressione ciel .22 giugno 1941. GUIDO FUBINI Disegno della Liberazione U N L!~RO s1~lla Resistenza sc~i!t? da clli vi ha avuto pos1z10ne cl, alta responsab1hta, ed ha ingegno e . ,cultura pe: una valutazione storica degli eventi .di cm e stat~ testimone, è un contributo del quale, partico– larmente, rn questo momento, noi apprezziamo tutto il si- gnificato. , Carlo Raggbianti ha compiuto opera meritoria pubbli– cando· i_sa.~gi scritti, nel suo primo intendimento, solo per fiss_ar? 11 r1cordo di vicende alle quali aveva partecipato. Ch, h l~gge, oggi, riuniti in volume sotto il titolo: Disegno ~ella liberazione italiana (Pisa, Nistri-Lischi, 1954) non nscontra in essi la natura originaria di n1en1orie o di diario, ma neppure vi vede la sintesi storica di un grande momento della vita italiana. Questo è forse, il limite ciel libro. L'autore è sempre al centr~ degli eventi dei quali egli stesso è par.te operante: manca .quindi? del di~tacco necessario per valutazioni dalle quali t?tt~via non s1 astiene,. e il lettore non sa se il Ragghianti r1fer1sce apprezzamenti che si riconnettono con immedia– tezza ai fatti, o cli quelle vicende sono il ripensamento a distanza di anni, al ·lume degli eventi che ne seguiro~o. !3asandos_i, inoltre, sui ricordi personali l'A. rinuncia per 11 suo Disegno ad altre fonti, e poichè non è possibile la conoscenza diretta di tanti fatti, fatalmente incone in om!ssioni ed inesattezze. Chi ha agito in settori più limi– t?t,, e_d entro c:iuell'ambito più ristretto conosce meglio le s1tua.z10111 locali, nota le lacune del Disegno che emergono tanto di più in quanto l'A. considera anche aspetti mi– nuti ed eccede in citazioni di nomi. La breve segnalazione del libro, intésa soprattutto ad indicarne l'opportunità ed il valore,' non permette l'analisi dei singoli saggi tutti di grande interesse. La nostra inter– pretazione dei fatti non sempre coincide con quella del Raggbianti, nè sempre concordiamo sulla loro stessa rico– struzione o sulla valutazione delle posizioni assunte da co– loro che ebbero parte attiva in quelle vicende· tuttavia consigliamo la lettnra del Disegno della libe~azione a chi voglia avere elementi di giudizio su un periodo dram– matico della nostra storia, attraverso la intelligente testi– monianza di chi ba dato ad essa il contributo coraggioso del proprio ingegno e delle proprie energie. nuova repubblica FABBRICA voro e di direzione, eli111inando ogni schematismo e ogni genericiti, nell'ju,postazione dei problemi sindacali; . - te~er conto dei mutamenti avvenuti nell'orga.nizza– z1one tecmca e nella struttma dei salari e nell'instaurazio– ne di nuovi metodi scientifici cli conh·ollo e di oppressione contro i lavoratori; .· - ristabilire rapidamente un legame diretto e vivente tra la direzione delle organizzazioni della CGIL e la n1assa dei lavora,tori; - proposta-, rivolta ai lavoratori cattolici e socialde– mocratici e di ogni altra corrente di « costituire delle con• sulte delle tre organizzazioni sindacali, su scala locale pr?vinciale, _di settore, di categoria, confederale, affinchè: sui problemi del lavoro più delicati ed importanti si ri– cerchi e si ritrovi, fra le confederazioni una linea comune cli indirizzo e di azione, anche solo su ~ingoli problemi» o RA, DOPO AVERE per anni chiesto che la CGIL rivedesse la propria politica, dichiarazioni autocritiche non possono che far piacere. Ma, tenuta in questi limiti e su questo tono, l'autocritica minaccia di diventare una mea culpa e niente più. 'La maggior parte 'dei pm1ti riportati sono afferma– zioni ovvie per ogni organismo sindacale funzionante: quasi nessuno di essi scende, in realtà, al fondo dei pro– blemi e, benchè una risoluzione non sia un programma, è chiaro che la situazione della CGIL e del sindacalismo italiano non si risolve con espressioni generiche. Non si t,·atta soltanto di « schematismo e genericità d'impostazione dei problemi sindacali »; ma delle solu– zioni stesse o acldit-ittura dei pl'Oblemi affrontati, cbe sono troppo spesso di ordinaria amministrazione e di raggio estremamente limitato. Bisogna ristabilire i contatti con la massa, ma per arrivarci è necessario rivedere a fondo strutture e funzio– namento dei sindacati e delle rappresentanze operaie, riam– mettere nella vita. sindacale larghi strati di lavoratori si– stematicamente esclusi da funzionari boriosi e autoritari. Bisogna affrontare il problema delle masse non iscritte, dei gruppetti indipendenti, nonchè quello delle consulta– zioni interne. E' necessario infine articolare in una serie di problemi e di solnzioni, l'atteggiamento della CGIL di fronte ai mutamenti dell'organizzazione tecnica della produziono e delle vendite· e dei nuovi sistemi scientifici, di fronte ai quali, sinora, la CGIL ha mantenuto o un atteggiamento passivo o un atteggiamento ostile. · In Italia stanno avvenendo mutamenti della struttura e dei metodi produttivi e di distribuzione - primi tra i quali la pianificazione aziendale e l'introduzione di mac– chine utensili automatiche - di fronte ai quali non ci si può gingillare con richieste salariali. Lo stesso problema dei monopoli è troppo importante e carico di sviluppi per giocarci con slogas come << controllo democratico ». Struttura interna del sindacato - che minaccia di diventa.re anacronistica -, rapporti tra sindacato e par– tito, struttura delle rappresenta.nze operaie di azienda e loro rapporti con il sindacato; orario di lavoro; educa• zione dei lavoratori; rapporti tra sindacato ed, economia nazionale. I problemi sono questi. PAOLO TASCATO Charle~ A. Lindbergh, Spi• rit of St, Louis NOVITÀ « Nuova• Atlantide»; pp. 463 con 36 illustrazioni; edizione rilegata. L. 3500, EINAUDI Strand-Zavattini, Un paese ,i Itali a mia »; pp. 105 con 88 illustrazioni nel testo. L. 3000. Volti, personaggi e parole di un pic– colo paese padano attraverso le stu– pende immagini di un grande foto– grafo americano e !' originale com" mento « parlato » del nostro u01no di cinema. La storia della fa• mosa transvo!ata New York-Parigi çhe ne! 1927 con– sacrò !a maturità dell'aviazione, nel– la diretta testimo– nianza del prota– gonista: un volu– me illustrato da fotografie dell'epo– ca, che ci riporta al mondo pittore– sco e avventuroso dei primi piloti, delle 'J?rime e gid rnerav-zgliose mac– chine volanti. GIULIO EINAUDI EDITORE S. p. A. Lettera 22 Inautoe intreno Inaereoe inalbergo sulleginocchia, sultavolo.d'un ba,. esatlae leggera scriverà lavostra corrispondenza gliappunli diviag9io t ricordi dellevacanze, olivetti

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