Nuova Repubblica - anno III - n. 13 - 5 giugno 1955

B 8 nuova repubblica PAESE CHE VAI Appetito di Gonella f / / SI E' SVOLTO A FJRENZE il Hl congresso per« la li- 1/ L bertà clell"insegnamento», con la partecipazione cli r~p- 11--:~iù"'~}~;;,,;i;;;;~~ presentanti cli vari paesi europ'ei e, fra gli altri, del-- ~ l'on. Gonella, che ha tenuto il discorso cli apcl'tma. Avrete J già capito: l'on. Gone\la si è guardato bene dal difendere ~ \' ::,.~i::•:~:,:e;~i,::~:~~;::::o, i~:~it:;::~ ::\:~i;ro~:.',:n::~ \· per le scuole private la libe1·fa: a) di moltiplicai·si a pia– cer·e; b) di rilasciare titoli pari a quelli dell't scuole statali, inferiori medie e si badi bene, universitarie; e) di aver quattrini {più quattrini che sia possible) dallo Stato. L"on. Con<Jlla pensa forse cli fro,·arc i rondi per sovven– zionine le scuole private (tenute in gntndissin1a maggio– ranza eia ordini religiosi) con la stessa facilità con erri li trovò, senza appl'Ovazione del parlame«to e senza controllo della Corte dei conti, per quella consulta didattica che do– veva elabora·re i nuovi programmi: lì riposano in pRcc, a te: stimonianza delle somme ingenti richieste per la loro sepol– tura. Lungi da noi il sospetto che l'on. Gonelln voglia i quattr-ini dei contribuenti italiani per elevar·e gli stipendi dei professori delle scuole private: stanno così buoni, sono così compr·esi cli spirito nazionale e patriottico! Come i, noto la fauna erminiana li ba additati a esempio a quei ragazzacci dei professori statali. Un 15-20.000 lire meneili per un insegnante p,·i,·ato sono qualcosa, meglio che nnlla, e se non lavorasse? CINEMA E CENSURA • Arrivano i nostri (Vis. rii Dillo Boschi) Per il sullodato onorevole lo Stato non può pretendere cli arrogarsi la formazione spirituale del cittadino a.ttraver·so le sne scuole. E perciò, si conclude, lo Stato provveda a sovvenzionare chi tutto puote e tutto sa., lasci soprnttutto ai clericali il diritto e il dover-e di controllare quella prepa– razione e di rilasciare i documenti che tale preparar.ione attestino: e che non si tiri fuori la Costituzione, tanto si sa bene che noi ce ne infischiamo. ARI A DI MILANO FISCHI ALPICCOLO TEATRO I L MIO AMICO GOFFREDO B. ha un sacco di soldi. ~on vi sembr·i str·_ano che io abbia un amico r·icco: 11 ha fattr, r sold1, dopo che arnvamo sfangato in– sieme la vita pr·ima d~lla guerra, poi i nostl'i destini hanno avuto un diverso corso. Bene, domenica scorsa mi ha tele– ronato perchè lo accompagnassi al Piccolo Teatro, dove si teneva la riunione dei professori cli scuola media in scio– pero e dei genitori. Goffredo ha due figli, entrambi al liceo, ed è preoccupatissimo. Non aderisce alla ANGAST (Asso– ciazione nazionale genitori alunni scuola media) perchè so petta sempre che gli vogliano far fare politica, e la politica, come è noto, è una cosa sporca; ma stavolta gli premeva sentir-e come andava.no le cose. - Capirai - mi disse -; se si mettono a fnr poli– tica anche i professo1·i, dove aneliamo a finire? ' - Ma i pr·o.fessori non fanno poHtica, v~gliono n1an– giare - gli risposi. - Giì,, br-avo; ma or·a stanno facendo il gioco dei co– munisti. Fare il pi-ofessore è una missione, come fru·e il prete, e non si può mettere in agitazione le !amiglie in questo modo. ' - Tu cosa Faresti se guach,gnassi su per gil1 cinquanta mila lire al mese?, e se chi deve proprio proteggere la funzione missionaria del tno compito non ascolta ragioni, e trova i miliardi per ciarli alle scuole dei preti e non li tr·o,·a per darti da. mangiare? - Oh, sai - disse Goffredo -. E' perchè i m1e1 ragazzi non ne vog1 iono sapere, rna fosse per rne li n,an– clerei al « Leone XIlI » o in qualche altro istituto del ge– nere. Non ci sono sorprese, insegnano bene e costa rela– tivamente poco. - Ma non sej n,assone? - chies.i stupito. - E cosa c'entra? La religione fa sempre bene ai r·agazzi. Dopo hanno tempo cli scegliere la loro stl'8dn. - Sì, quando hanno cinquant'anni. Basta, andammo al Piccolo Teatro. La sa.la era affo]. latissima. Il prof. Gasparetti, preside del Liceo Beccaria, fece una precisa e accurata relazione' della quale inutil– mente cercherete il sunto o un cenno sul Corrie,·e della sera. Rifece la sto1·ia degli emolumenti ai professori dal Ull4 ad oggi, mise in luce la mortificante pazienza alla quale sono stati costrntti in questi ti·ent'anni, propose pa– ragoni fra lo stipendio cli un professore e il salario di uno spazzino municipale. Goffredo smaniava.. A un certo momento mi sussurrò all'orecchio: « Fessi, ma perchè non cambiano mestiere!». Parlò il prof. Vicinelli, segretario del Sindacato Na– zionale Scuola media. Non si capì bene se era per lo scio– pero o contro, se solidarizzava con Ermini o coi professori. Poi parlarono alcuni pacl1·i cli famiglia, tutti solidali coi professori, tutti concordi nel respingere il progetto go– vema.tivo delle promozioni in massa o degli scrutini ed esami fotti da fnnzionari. - Cosa. vogliono, disse nno, n1andare i « celerini ;; a far gli esami! - Il « cultmame » non meriterebbe altro, interruppe ironicamente una voce. Fu letto un ordine del giorno ffrmato da quaranta professori cleÙ'Università cli Milano, nel qua.le era espresso il lor-o sdegno per il capornlismo di Ermini, la. loro piena soliclarietit. con i colleghi della scuola media, il loro rifiuto a sostituirli nelle prove d'esame. La lettura fu molto ap– plaudita. Poi avvenne l'incredibile. Un padre di famiglia lesse u n ar ticolo ciel-Corriere della se,·a, che suonava biasimo e a.rn) 'nonimento ai professori in sciopero; e tutti quei fe– deli lettori del Corl'iel'e della sem ( eccettuato il mio prn– dente amico) urlarono e fischiarono all'indirizzo del so– lenne organo di via Solferino. Una vecchina. tremolante e malferma sulle gambe chiese cli parlare. La issarono sul palcoscenico. - Non sono alla vostra intelligenza - disse espri– mendosi arcaicamente -. Mia 111101·a è in cielo, mio figlio, pl'Ofessore, è a Garbagnate (Garbagnate è l'ospedale dei tubercolosi), e io non so come tirare avanti con la mia nipotina. La vecchina p.ianse e gj sentì male. Nella' sala c'era un gran silenzio. Poi qualcuno disse che bisognava far qua !cosa. Goffredo mise mru10 al portafoglio e voleva fare subito una sottoscrizione. - Non è questo che ci vuole, animale! -gli mor– tnoraj furente. Fu letto un 9rdinc del giorno della •AN GASI, col quale i familiari chiedevano di « far giungere direttamente {al ministro) la voce cli oltre 60 mila famiglie rappre– sentate nella fiducia cli poter svolgere opera di collabo– razione nel trovare, attraverso Ja comprensione e l'armo• nizzazione dei diversi interessi, una soddisfacente tem– pestiva soluzione a prestigio della S9uola italiana». Acclan,a.zioni. Uscendo, ci imbatten11110 in un an1ico, professore e sciopemnte. Goffredo era piuttosto scosso, ma non voleva arren- dersi. · - Ci farete aumentare le tasse, disse rivolto all'amico professore. - Quanto paghi per i tuoi due figli al liceo? - chiese l'altro. - Non so, i conti cli questo genere li tiene mia mo– glie. Credo sulle quindicimila all'anno. Per tutti e due. - E pensare - disse il professore rivolto a me -, e pensare che il nostro caro ministro ha pronto un pro- / getto per lo stanziamento di 20 miliardi per la scuola privata. E che ora il governo non si accontenta più delle scuole parificate, ma le vuole paritarie. Che vuol dire? - chiese Goffredo. - Vuol dire - intervenni - che poi verrà, secondo i sogni dei clericali, l'abolizione della scuola di stato. Ciò del resto avrebbe la sua: logica, se è vero, e perbacco è vero, che !'on. Ermini è presidente della Associazione Scuole dipendenti da Enti ecclesiastici. - E l'Italia del Riso1·gimento, dove è anelata a fi. ni ré? - chiese Goffredo che non è abbastanza ignorante per ignorare la recente storia d'Italia. • - A difenderne la memoria - rispose l'amico pro– fessore - hastano i partiti minori. ~ Amen - conclusi mestamente. PIC La ritirata di Tolentino A NCHE A TOLEN'rINO, il 23 maggio u. s., il de– cennale della Resistenza. è stato celebrato con una manifestazione partigiana e un discorso cli Fer1·uccio Parri. Del comitato promotore av1·ebhero clon,to far parte le· formazioni politiche antifasciste; ma breYe purtroppo fu la speranza. di ritrovare un clima cli unitù, al di sop1·a dei risentimenti e delle ambizioni cli politica attuale. La DC cli Tolentino, dopo molte incertezze e riserve, pensò ch'em meglio disinteressarsi della cosa; il PSDI, che ave– va espresso per bocca dei suoi partigiani una adesione calorosa, pensò che la DC aveva opportunamente ripen– sato per h1i; il PRI, invece, a 01101·del vero, ripensò per suo conto la faccenda del 7 giugno e con molta fierezza rispose sì alla Resistenr.a, no a Parri. Il sindaco e gli assessori del comune di Tolentino sug– gellarono lo sdegnoso rifiuto. Si era assicurata, è vero, l'adesione, e perfino promesso un maniresto di saluto, con tanto di bollo, ma quando n:rai è possibile rispettare tut.ti gli impegni? La Resistenza è una c~sa, la politica (domo– -cristiana) è un'altra. Perciò che quel Parri discol'l'a puro sulla Resistenza - conclusero il sindaco e gli assessori - noi ce ne andremo a passeggio. A loro dispetto, comunque,, la manifestazione è riu– scita. in modo esemplare; e molti partigia.ni iscritti alle formazioni govemative non hanno mancato cli stigmatiz– zare la faziosità delle loro segreterie provincia.li . Punt e mes L'on. Bianco, monarchico, assessore all'inclusti·ia. e al commercio della ,·egione siciliana, ha dichiarato in as– semblea che un. Ente regionale idrocarbtiri è cosa assurda e irrealizzabile: non ci sono in Sicilia uomini prepara.ti per la direzione e l'organizzazione delle ricel'Cbe. La verità è che i nostri tecnici devono lavorare e gli speculatori stranieri ricavarne i frutti. Il patriottismo è un alfa.re, ma con le dovute riserve e correzioni « prov– videnziali», secondo quanto suggerisce anche l'ineHabile prnte di Caltagirone. * Un maresciallo delle SS si è recato a piedi da Stoc- carda. a Milano con una statuina. di Madonna sulle spalle, C'era di mezzo un' voto. « Chiedo anche perdono - ha soggiunto il maresciallo - per tutti i "contrasti" che ebbi eventualmente con· 1a popolazione ». * «Noi» beviamo « Punt e mes » di Carpa.no l'ape- ritivo degli italiani (pubblicitcì di un giornale fascista).

RkJQdWJsaXNoZXIy