Nuova Repubblica - anno III - n. 10 - 15 maggio 1955

B 6 nuova repubblica ILCONVEGNO I V1\NILE DI UNITA' POPOLA P ER INIZIATIVA dei giovani milanesi cli U.P. si è s,·olto a Milano nei giorni 30 aprile e I.o maggio un primo Convegno nazionale dei giovani, e in tnodo particolare degli studenti di Unità Popolare. Che un programma così ambizioso potesse esse,· con– CPpito lo dimost1·avano la vitalità e la maturazione di di– versi nuclei giovanili di U.P. iu molte citti1 italiane; che fosse addirittma necessario attuarlo era imposto da diversi ordini di ragioni: la precisazione dell'azione politica da svolgere nel mondo giovanile, la puntualizzazione dei prin– cipi informatori di U.P. in grup{li formatisi in modo ete– rogeneo, ma con un comune e chiaro bagaglio ideologico, la preparazione di una nuova classe dirigente politica che garantisca il più sicuro ricambio democratico e infìne la precisazione di una politica studentesca. P1·oprio dalla discussione di quest'ultimo problema ha preso avvio il Convegno, al quale hanno partecipato gio– vani p1·ovenienti da Firenze, Torino, Pisa, Roma, Bologna, Mantova, Verona, Siena, Montebelluna, Venezia, Trieste, Parma, Sarzana, Valdagno, Como, Varese, Padova, Torre Pcllice, Ivrea. In apertura Alberto Ciorli di Milano ba illustrato bre– vemente gli Organismi Rappresentativi universitari e. l'UNURI, dopodicbè Marco Consalez, pure di Milano, ha svolto una 1·olaziono sul tema: « Significato politico delle organizzazioni studentesche esistenti e nostri rapporti con esse~- Il relatore ha esaminato distintamente il settore universitario e quello della scuola media, illustrando nel primo l'attuale schieramento di forze e considerando con favore fra queste l'Unjone Golia1·dica Italiana, pur con al– cuni cliletti o pericoli che la sua attuale caratterizzazione p,·csenta, mentre nel settore degli studenti medi ha sotto– lineato il valore positivo del movimento studentesco ai fini della Iorma-,ione democratica dello studente. Dal dibattito assai vivo che ne è seguito sono subito emerse la necessjtà cli quest'incontro, in virtù delle assai di– verse posizioni assunte dagli studenti cli U.P. delle varie sedi nei confronti delle associazio1ù studentesche, il biso– gno di un chiarimento di fondo e l'urgenza di una di– chiarazione conseguente alla comune ispirazione. Il chiarimento è stato veramente sostanziale: si è rilevato infatti che non diverse impostazioni avevano gui– dato l'azione degli studenti di U.P. e, comunque, non dub– bie, bensì differenti giudizi sulle varie associazioni- go– liardiche in conseguenza del loro comportamento presso le singole sedi universitarie. In un giudizio negativo insiste– vano pa,·ticolarmente i giovani di Torino, Siena, Pisa, Ve– nezia; in senso opposto quelli cli Milano, Trieste, Roma, Montebelluna. · La mozione che ne è uscita, approvata all'unanimità, esprime in modo abbastanza esatto i principali terni su cui s'era 01·ientata la discussione e le conclusioni con– cordate. Ugualmente vivo, seppm·e più concorde, è stato il di– battilo aperto da una relazione cli Gioyanni l\ferzagora di Milano sul tema: « Azione politica cli U.P. fra gli studenti e nel inondo giovanile in generale: prospettive e stru– menti». li relatore ha indicato le ragioni cli diffidenza che tut– iorn i giovani nutrono nei confronti della vita politica e in particolare ha svolto una critica del partito come tale, corno struttura burocratica, come macchina elettorale, co– mc esptessione di un certo sistema gerarchico estraneo alla sonsil>ilitiì, al desiderio cli autonomia e di spregiudicatezza dei giovani; ba poi delineato alcune dfrettrici secondo cui orientare l'azione politica cli U.P. nel mondo giovanile che sono state riprese e perfezionate dalla discussione che ne è seguita. E' stato particolam1ente rilevato il bisogno di uscire dall'ambito studentesco per avvicinare senza false adula– zioni e demagogie il mondo operaio: i giovani cli Siena, reduci dall'esperienza di lavoro in Sicilia al « Borgo di Dio» di Danilo Dolci, hanno svolto in proposito la tesi del contatto diretto dello studente con la più cruda realtà so– ciale del paese, come mezzo più immecliato per stabilire cli fotto un legame permanente col mondo del lavoro da parte degli studenti. Una mozione di ca,rattere organizzativo approvata dal Convegno stabilisce nelle loro linee essenziali le principali diretLivo concoJ"date daj giovani di U.P. pe1· la loro azione politica. Al termine del Convegno, Tristano Codignola ha svolto la sua relazione sul tema: « I giovani e le scuole nelle pro– spettive di U.P. ». Diamo qui sotto il te– sto delle -mozioni approvate. Politica g io~anile Il l .o Convegno Nazionale Studentesco di Unità Po– polare premesso che i giovani sono impegnati nel Movimento di Unità Popolare in funzione della politica generale che questo persegue ed a.Ila cui determinazione essi deb– bono attivamente contribuire e ritenendo altresì che i loro particolari problemi richiedano una autonomia puramente funzionale; prende atto della necessità cli stabilire contatti per– manenti tra i vari gruppi giovanili di Unità P0polare, affinchè una comune impostazione dei problemi che si pre– sentano permetta soluzioni che per la loro uniformità rafforzino le iniziative locali e valorizzino la politica gio- Yanile di Unità Popolare; · ,·itiene pertanto che l'azione dei gruppi giovanili di Unità Popolare debba ar·ticolarsi secondo quattro direttive: · a) azione a vasto raggio di qualificazione democra– tica aperta a la,·ghe masse giovanili, mediante la promo– zione di iniziative al di foori degli schemi angusti di par– tito, e la trattazione di temi di più comune interesse; b) azione di qualificazione politica più prop1-iamente in senso UP, mediante l'esposizione del programma poli– tico di UP, anche in relazione alla soluzione dei problemi impostati con !'atti viti\ cli cui al punto a); e) azione di preparazione ideologica e politica dei giovani di Unità Popolare (seminari-corsi cli specializza– zione e corsi residenziali ecc.) al fine di assolvere ai compiti loro derivanti dalla funzione di gruppo dirigente; d) azione diretta al collegamento, su base pro– vinciale e regionale, dei vari gruppi giova.nili cli Unità Popolare in modo da permettere in particolare la vita– lizzazione politica della provincia. Invita infine i giovani di Unità Popolare a prendere contatti ed iniziative con partiti, movimenti e gruppi cul– turali politicamente vicini. Politica studentesca Gli studenti di Unità Popolare hanno concorde– mènte app.rovato la seguonle mozione: 1) Settore degli studenti medi : constatato il valore positivo dél movimento studen– tesco nella scuola media ai fini della formazione democra– tica dello studente, invitano gli studenti medi di UP a collaborare atti– vamente a.Ile associazioni di istituto e ai giornali studen– teschi; 1·ilevano la necessità di trasformare i vari centri di collegan1ento della stampa studentesca media in sedi di dibattito culttll'ale e politico necessat:iamente dedicato a interessi formativi. 2) Settore degli universitari: 1·iconoscono negli Organisnù Rappresentativi gli stru– menti idonei ad inserire gli studenti nella vita U1Ùversi– taria e nella problematica democratica ad essa connessa; ritengono pienamente valido il principio dell'a.uto– nornia studentesca, essendo preciso dovere civico oltre che politico dello studente di occupa.rsi dei problemi della scuola e della sua trasformazione in senso democratico, nel quadro della trasformazione delle strutture sociali; ritengono giustificata l'azione associazionistica studen– tesca in quanto si esplichi nell'ambito che le è proprio, ed esprima dovunqne una qualificazione democratica anti– fascista sufficiente; con~iderano necessario, çh,;,,:ogni organizzazione che si proponga di diffondere prihw; dli tutto l'uso degli stru– menti della democra,,ia, debb"' necessariamente dar luogo ad un effettivo ricambio democratico dei suoi qnadri di- l'ettiv.i • . p~r riconoscendo che' l'Unio~·e Goliardica Italiàna si . ispira a taluni cli questi prinoìpi, rilevano tuttavia che non sempre e non dovunque essà ha saputo e sa attene.rt •isi nella pratica politica, dando talvolta pericolos i indizi d i pretese corporativo nell'ambito professionale, pretese che · potrebbero portare l'UGI a pol'Si come unica fol'Za poli– tica rapp1·esentativa degli universitari nel paese, rinun– ciando eosì ai princìpi di autonomia della politica univer– sitaria che permettono la coniluenza in questa associazione di conenti politiche altrimenti contrastanti. E' purtroppo la scarsa attinenza delt'UGI a quei princìpi informatori, che impedi ce talvolta la collabomzione dei giovani di· UP, costringendoli a cercare altre vie, a formare altri schieramenti. Affermano cli essere disposti a. lavorare nell'ambito delle associazioni goliardiche, per le associazioni golia1·– diche, sempre che queste risponda.no ai requisiti sopra ri– chiesti, non per fare op era di pr oselitismo specifico a vantaggio di U,ùtà Popolare ma, avendo accettato il prin– cipio dell'autonomia studentesca, per collaborare lealmente all'opera intrapresa sia di tutela degli interessi degli stu– denti, che di elaborazioDe e di attuazione del progrcmm::i di riforma doll;, scuola e, in ogni caso, per una maggioro qualificazione politica e aperta in senso democrntico delle associazioni stesse. Richieste giuridiche li convegno Jogli studeuti acltl,·ei,ti a Unità Popc,Ji.r<', considerata la sempre maggiore attiYità degli uniYersi– tari· nei vari campi degli Organismi Rappresentativi locali, auspicando al tempo stesso un pronto riconoscimenio giuridico dei medesimi Organismi Rappresentativi, dà mandato ai rappresentanti degli studenti in seno ai detti· Organismi Rappresentativi di battersi, affinchè u:1 ulteriore passo venga fatto sulla strada dell'inserimento e della maggiore partecipazione alla direzione delle Univer– sità degli studenti trniversitari italiani con la presenta– zione al Parlamento di uu emondumonto aggiuntivo al– l'articolo 2 del RDL 25 febbre.io ID37, n. 43!> dopo la voce «e», così formulato: « f) di una rappresentanza di tre stuùrnti co:1 pariù di diritto in sede deliberatiYa e di voto a tutti gli dtri componenti di detto Consiglio di amrnini:,lrnziorc :·. BIBLIOTECA .ORDINE Q DESTO VOLUME, il nono delle opere di Antonio Gramsci, contiene gli articoli scritti negli anni 1919- 1920, quasi tutti pubblicati sull'Avanti! e sull'Ordine Nuovo. Questa raccolta è importante non soltanto per lo storico del movimento operaio italiano, che può seguire il delù,earsi delle tesi cbe p01-teranno alla fo1·mazione del partito comunista, nel 1921, al' congresso cli Livorno; anche il politico vi può trovare molti motivi di meditazione e cli studio. Perchè si tratta ve,·amente, come può vedere chiun– que conosca, anche superficialmente, la letteratura socia– lita e comunista degli anni segueDti la prima guerra mon– diale, di scritti di rango eu1·opeo; avversal"i come Tu.rati e Serrati erano uu po' poco per un polemista come Gramsci : per collocare i suoi sc1·itti sul piano che ad essi compete bisogna pe nsare a Lenin e Trotsky da una. parte, a Kautsky e a l\fartov da.ll 'altra. Col s enno cli poi è facile criticare la diagnosi che G1·amsci dava della situazione italiana di quegli anni; è facile dire che « la nuova psicologia creata dalla vita comune in trincea » ( pag. 2) non avrebbe portato alla « unificazione di classe degli operai e dei coDtadini » ma al contrario alla violenza organizzata delle bande fasciste. Però, bisogna ricordare che la valutazione del significato di questa nuova « psicologia » era proprio lo spartiacque che divideva, in tutta. Europa, i socialdemocratici dai co– munisti. I primi non avevano alcuna fiducia nelle masse che la crisi del dopoguerra aveva per un momento portate alla ribalta della storia. Per essi, anzi, come doveva scri– vere l\fartov in un libro composto dopo il 1922, le nuove masse, in gran parte formate da contadini inurbati, che .ignoravano tutto della tradizione del movimento operaio, non avrebbero mai potuto dar vita ad UDOstato socialista. Ad esse mancava troppo il senso di quella disciplina co– sciente che il sindacato socialista aveva dato alle masse operaie di prima del 1914. E' inutile ricord~re quanto attivi siano ancora questi schemi critici. La affermazione che la mancanza di tradi– zione democratica delle masse, dovuta al fascismo, sia la causa dell'aumento dei voti dei partiti di estrema sinistra si ritrova, anche oggi, sotto la penna di scrittori che non sono affatto maccartisti. Nè è detto che sia infondata. E, per tornare a Gramsci, è estrema.n1ente interessante ve– dere come egli, che critica vigorosamente il sindacato socia– lista tradizionale («lo sviluppo normale del sindacato è NUOVO segnat.o da una linea cli decadenza dello spii-ito rivoluzio– nario delle masse: aumenta la forza materiale, illanguidi– sce o svanisce del tutto lo spirito di conquista, si fiacca lo slancio vitale, all'intransigenza eroica succede la pratica dell'opportunismo», pg. 45), tenti poi di qualificare quella democrazia dei consigli cli fabbrica nella quale si inca.ma la dittatura proletaria che « distrugge il dominio di clas– se>. Lucidissimi gli articoli sui rapporti tra sindacalismo e consigli di fabbrica (pg. 44-48, 123-127, 131-135, ecc.). E vorremmo dire che acquistano ancor più significato se messi a confronto con gli sforzi dei decenni seguenti, dei bolscevichi come dei laburisti, di dare alle mpse organiz– zate un posto determinante nella vita dello S'tato. Il pro– blem~, teorico e politico, rimane aperto. E non si può prescindere, se ci si vuole dedicare seriament,e, da uno studio accurato di questi scritti di Gramsci. Importanti anche gli articoli sul partito, sul potere, sullo stato. Gram– sci vedeva con estrema chiarezza che la macchina repres– siva dello stato borghese, momentaneamente inceppata, stava rimettendosi in movimento. E sperava che la rivo– luzione avrebbe potuto b atterla sul tempo, e prendere il potere. E' facile accusa.re Gramsci, come del resto anche recentemente è stato fatto, di essere « antidemocratico»; ma di fronte alla impossibilità che lo stato di diritto ba, almeno in alcuni paesi, cli continuare a vivere sotto la dittatura della borghesia, può un dirigente socialista accon– tentarsi di « discorsi dell'espiazione»? Non è possibile dare in breve tm'idea di tutte le que– sioni trattate in questo volume; ci siamo limitati ad alcuni cenni molto esterni, che vorrebbero però indicarn qual è il contesto storico e politico nel quale vanno esaminate. Per Don rischiare di imitare quel recensore liberale che, sulla Stampa, ha notato, scandalizzaDdosene, in questo volume una sola cosa: che si parlava male di Giolitti ... * Antonio Gramsci, Ordine nuovo. Torino, Einaudi, 1!)54, pp. 500, L. 1200. RETTIFICA - Per ùno spiacevole equivoco, l'a·rti– colo « Un atto di forza» (N.R., n. 9 dell'B maggio u.s.) è stato firmcito Ettore anzichè Mario Gliozzi. Preghiamo l'amico professor Mario, come pure suo fìg_lioEttore, di accettare le nostre scuse.

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