Nuova Repubblica - anno III - n. 10 - 15 maggio 1955

B 8 I passatempi .del vicepresidente (Dis. di Dino B1Jsc/Ji) PAESE CHE ·v AI Oratoria di piagnone L E AUTORITA' UFFICIALI di Ancona hanno fatto cli tutto per sabotare la manifestazione del 25 ap1·ile. In programma, solo: 1) una messa al monumento dei caduti; 2) un discorso dell'onorevole Marinelli. Ma nep– pnre questo pl'Ogramma è stato reso pubblico con un· ma– nifesto, e se un manifesto del comune si è potuto leggere sui muri cittadini, ivi però i termini resistenza e parti– giano erano stati accw·atamente eliminati. Quale zelante solidarietà con il pudo1·e prefettizio. I partiti sono riusciti a ottenere un corteo per le p,·incipali vie del centro, dopo molte insistenze, soprat– tutto da parte del1e sinistre e del gruppo cli Unità Po– polare. Ma le fo.1•zea.rinate lo hanno ignorato; erano pr.e– senti solo alla messa. Infine il discorso dell'onorevole l\1arinelli, gia presi– dente del CLN marchigiano e iscritto al PRI.' Anche per I ui gli anni non sono passati invano, perchè la sua è stata una grigia e triste oratoria di piagnone.'« Siamo tutti fra– telli »; « errori ci sono stati da entrambe le parti»; « en– trambe le parti hanno avuto i loro mucchi di morti». Di questo passo, nessuna meraviglia se l'onorevole non è giunto all'esaltazione dei caduti di Ascoli; Chigiano, Cin– goli, Arcevia, Fabriano, Ostra. Ha ritenuto opportuno fer– n1arsi verbalmente alle soglie del cil!)itero. Invece i fa– scisti vi sono entrati baldanzosamente e hanno completa.to il discorso con un omaggio floreale sulle tombe dei sol– dati tedeschi caduti nella zona. La federazione repubblicana non aveva affisso nessun manifesto per il discorso del suo esimio parlamentare. Ostilità per l'uomo o non piuttosto indifferenza per la manifestazione del 25 aprile? Se i repubblicani ancora iscritti sentissero la. vergogna di quei loro rnderi confor– misti, saprebbero subito tirarne le conseguenze. Parroco o portiere? Roma, aprile 1955 Cari parrocchiani, è con vera gioia che posso finalmente offrire in omag– gio a tutte le famiglie della pal'l'occbia una copia dell'im– magine della Madonna, Mater Gratiae, venerata nella no– stra chiesa. Mi permetto nello stesso tempo di rivolgerVi una viva preghiera: tenetela sempre e degnamente esposta nelle Vostre case. La Madonna invocata con quel bel titolo è la Protet– trice narticolare della nostra parrocchia: quell'immagine esposta dovunque sarà come il segno tangibile semp,·e pre– sente della sua protezione e ci aiuterà a conserva.re nel nostro cuore in tutti i momenti la. più filiale fiducia e la più tenera devozione. Servirà anche, lo spero, a. farci sentire più uniti tra noi. La parrocchia deve essere come una. grande fa.miglia. Ci 1·icorderemo sempre che c'è tra noi anche un vincolo tutto speciale.: la devozione alla Madonna. invocata con lo stesso titolo e venerata nella. stessa immagine. So benissimo ohe per questa unione di cuori sarebbero assai utili frequenti incontri tra il parroco ed i suoi par- rocchiani. Purtroppo non saranno possibili con tutti di persona, data l'ampiezza della panocchia. Ho pensato per– ciò di riparare a.Imeno in parte con incontri attraverso lettere circolari che cerchino di mettere al corrent,; tutti del lavoro, dei prohlemi, delle difficoltà, dei progetti, ecce– tera della parrocchia, Sarà la voce del parroco ohe giun– gerà a voi quasi con le sue ansie, le sue preoccupazioni, i suoi. cl_esideri per il bene di quelli che sono i suoi figli spirituali. · Sa1·ò contentissimo se potrò ave.re a mia volta la Vo– stra voce con proposte, osservazioni, magari a.nche cri– tiche. Tutto e _sempre a gloria di Dio e per il bene di tutti. Intanto la Madonna Vi benedica e Vi assista sempre. Vi benedico anche e con tutto il cuore. Il Vostro Parroco LUIGI PESCE P. S. Chiedo troppo se, unendo a questa mia un mo– dplo a stampa, prego vivamente di ,·imanda,·melo al .più vresto riempito? So benissimo che dò una molestia, ma è tanto utife avere aggiornato lo schedario p-arroccbiale specialmente in vista cli quegli «incontri» -che sono nei desideri! Dovo la Liberazione, fii1·ono aboliti gli inca,ichi di po– lizia già assegnati ai po,·tieri. Il rev. varroco di piazza Unghe,·ia <• Roma ha , ·itenu.to necessario colmcire questa loc·u.nci. Abilitati' a Nord N ELLA GRADUATORIA di merito del concorso na– zionale per titoli a 146 posti di RST per l'insegna– mento della Filosofia e Storia nei Licei e Istituti magistrali (classe V), indetto con D. M. 5 luglio 1949, sono stati compresi fra gli abilitati .alcuni candidati i quali non erano in possesso del titolo di abilitazione legalmente e debitamente riconosciuto e convalidato. Si tratta. di can– didati i quali conseguirono l'abilitazione nell'esame di stato bandito al Nord e figurano infatti nelle relative gra– duato1-ie a loro tempo pubblicate. Le abilitazioni suddette furono convalidate con D. M. 7 settembre 1948 con la espressa menzione che esse avrebbero avuto « effetto da.Ila data di app1·ovazione dei risultati dei corrispondenti esami di stato indetti con D. M. 4 luglio 1947 ». Le abilitazioni conseguite in quést't1ltimo concorso (le cui graduatorie divennero esecutive nel 1949) non potevano essere compu– tate per il concorso R.S.T. e difatti non lo furono. Ora la. strana incongruenza. sta appunto in questo: come mcii i suddetti candidati, V"r non essendo forniti del titolo di abilitazione computabile ver il conco,·so in varala, figumno tra gli abilitciti (e precisamente davanti a moltissimi candidati fo,·niti del presc,itto e valido ti-· tolo di abilita,zione) e sono sta.ti dichiarati perfino vin– citori, e gli altri sono rimasti cori 'te mani in mano, per quanto abilita.ti? Il tratta.mento di favore, na.tma.lmente, è stato ri– servato solo ad alcuni degli abilitati del Nord, mentre gli a.ltd sono stati regolarmente e a. 1·igor di legge esclusi da siffatta clemenza. Achille D'Ari nuova repubblica ALL'OMB DELLE BANA di PAOLO PAVOL.INI L A SCUOLA DI STATO deve tener conto del peccato originale? I maggiori pedagogisti lo negano. La Moa– tessori, per esempio, dava pochissima. importanza a quel pecca.to sostenendo che pedagogia, dida.ttica e psico– logia scolastica fossero tutte cose serie, moderne, scienti-• ficamente rilevabili e applicabili senza dover riccr-rc,e agli astri, alle madonne pellegrine, al diavolo, ai' riti propi-. ziato1·i e all'aldilà. Naturalmente i cattolici sono di parere · contrario, per essi la scuola senza un po' di peccato origi– nale non funziona: la storia di Adamo e Eva, del serpente e delle mele appare importantissima per inscgnnre a sc1i– vere, a. leggere e a. far di co!lto. Concediamo piena libertà a chiunque di pensare come vuole e di nutl'Ìre tutte le convinzioni che gli sembrino prn opportune, non ammettiamo che nella scuola di stato, ,!al maestro elementa.re fino al ministro dell'Istruziono, si ap– plichino norme e provvedimenti in contrasto con le leggi, le disposizioni e le consuetudinj dello stato stesso. Pur- . troppo queste ovvie norme di correttezza amm.inistmlivn, i clericali sono lungi dal condividerle, specie nel settorn della scuola; per molti di essi rispettare le regole del gioco, stare ai patti, vivere nello stato di cui accettano 10 leggi e di cui molti godono benefici cospicui, è un errore, peggio un'iniquità, perchè lo stato è iniquo, il mondo mo– derno malvagio, la democrazia. politica un'istituzione Juci– ferina da combattere non apertamente, cercando cioò di sostituire attraverso il libero consenso popolare un nuovo stato pontificio alla 1·epubblica costituzionale, ma appro– fittando maliziosamente di qualsiasi spiraglio che .Ja li– bertà concede per affermare le proprie dottrine e i propri pruriti ovunque esista l'opportunità. Il « caso Ma~z~tti » offre una dimostrazione esauriente di questo stato di cose. La vicenda è nota: un provvedi– tore agli studi « montessoriano » fàceva a. Parma il proprio dovere con molt'o impegno, solo si rifiutava di mettere la scuola a disposizione del grnppo parlamentare dei mae– stri cattolici e del clero parmense. Qnando il governo Scelba decise di affronta.re in provincia i comunisti con misure persecutorie e il -ministro clericale Ermini pqtè re– gnare sulla Minerva, i clericali di Parma si avventarono sul provveditore chiedendo perentoriame1tte che questi si sottomettesse o se ne anelasse. Dalla. parte dei vescovi e preti di Parma si trovava il nuovo prefetto scelbiano del– la. città, persuaso come il suo ministro e capo che tutti coloro che non fossero «ultra» erano da. considerare con sospetto - pensieri identici a quelli di Racletsky -, anche il provveditore quindi era da stimare un reprobo. In una questione amministrativa, riferentesi alla no– mina di un consigliere ciel patronato scolastico, il professor Mazzetti non fu neppure consultato e avendo protestato verso il prefetto gli fu da questi risposto che la. protesta., evidentemente più che legittima, era in realtà un grave atto d'« insubordinazione». Il provveditore, costernato per l'evidente sopruso del prefetto (dal quale in nessun modo dipendeva), corse a Roma sicuro di ricevere giustizia. A Roma lo trattarono nel modo in cui Azzeccagarbugli si condusse con Renzo: alcuni non lo vollero nemmeno· ascol– tare, altri lo invitarono ad avere piè, « senso della realtà», cioè a. comportarsi da codardo e non da galantuomo, altri infine lo esortarono a mettersi l'animo in pace: E-rmini aveva deciso, Scelba era concorde, quelli erano vasi di ferro, lui era di coccio, quindi ecc. ecc. Mazzetti non si volle dare per vinto e fu trasferito d'urgenza a Cremona con una. procedura quasi infamante. In coro i preti di Parma celebrarono il loro successo, par– lando dal pulpito o scrivendo sui giornali articoli che esaltavano la vittoria della chiesa sullo stato e aggiungendo ai cori trionfali tutti gli apprezzamenti più acidi di cui li sappiamo capaci contro il risorgimento, l'unità d'Italia, la democrazia e la libertà. Mazzetti era un montessoriano, credeva che il peccato originale fosse una bubbola, igno-. rava il serpente, mangiava mele: eccolo sistemato. In realtà il serpente aveva vinto. Finora proteste pubbliche, segnalazioni sulla stampa, soÌlecitazioni influenti sono rimaste lettera morta e il po– vero Mazzetti è sempre a Cremona: amò la giustizia, odiò l'iniquità perciò vive in esilio. Non si perda. d'animo, per parte nostra cercheremo cli aiuta.rio ad ottenere la meritata 1·ivincita. Da un po' di tempo pensiamo che forse non è stato un errore conserva.re iI dominio sulla Somalia.; se un giomo, al posto di Ermini, il sottoscritto siederà con eguali poteri alla Minerva, creerà larghi organismi scola– stici· all'ombra delle banane, inviando tutti gli insegnanti faziosamente clericali nella. zona ·compresa tra Mog_a.discioe l'oltre Giuba.

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