Nuova Repubblica - anno III - n. 7 - 10 aprile 1955

NUOVA REPUBBLICA 15 c·iorni nel niondo POLITICA .ESTERA-DEL PSI L A causa prihcipale, dalla quale discendono tutte le altre, cl.ella scissione socialista in Italia e della rottura fra comunismo e social– democrazia in Occidente, è la di– versa valutazione delle prospettive internazionali in seno al movimento operaio europeo. La semplice lettura delle dichiara– zioni sqcialiste dell'immediato dopo– guerra, o anèhe delle motivazioni dei primi patti d'unità d'azione fra so– çialjsti e comunisti nello stesso pe– riodo, permette di. vedere che le forze dèlle quali i socialisti italiani contavan·o essenzialmente, per rinno– vare il mondo dopo la vittoria contro il nazifascismo, erano la nazione emersa dalla rivoluzione d'ottobr.e, il laburismo. britannico e i sindacati americani. La scissiont! fra la Russia e queste ultime forze costituisce il motivo cen– trale della scissione ·socialista in Ita– lia e della divisione del mondo in due blocchi, Mentre, però,· in tutti gli ahri paesi dell'Europa occidentale la li– nea di divisione del mondo operaio passò fra comunisti e socialisti, in Italia, invece, passò nel bel mezzo del partito socialista, dando vita a due partiti socialisti e a parecchi mclvi– menti socialisti di punta, intenti a sa– nare gli effetti della scissione nel– l'autonomia dell'intero movimento socia.lista. Il clima di distensione generato nel mondo dalla fine della ·guerra di Corea e dalla formazione di un nuovo governo in Russia ha per– messo al PSI da ormai tre anni di riavviare un discorso con forze poli– tiche con le quali non aveva più . .nessun rapporto dal 1947, ma fino al recente Congresso di Torino que– sto discorso era rimasto allo stato di speranza, senza mai assumere, salvo in un paio di occasioni, e anche al– lora in modo sfumato, una reale concretezza nei fatti. Le elezioni siciliane hanno offerto al PSI una nu.ova occasione di pre– cisare una propi:ia politica cd esso lo ha fatto nella realtà concreta decidendo di porre fine, in Sicilia, al Blocco del Popolo rimasto in vita in tutte le elezioni regionali dal 1947 in ·poi, per presentarsi con liste pro– prie aperte a tutti i· democratici e socialìsti anche non aderenti al PSI. Il Congresso di Torino ha tradotto quest'indi,rizzo in tcrmìni concreti anche sul piano della politica ge– nerale del paese, non sfuggendo agli inter_rogativi che poneva il nucleo centrale della politica socialista, os– sia l'atteggiamento del PSI davanti ai problemi internazionali. I vari inter'venti di Nenni e il c!isc.orso di Ricca,rdo Lombardi, che convergono in politica estera su una unica, prospettiva, anche se con sfu– mature importanti, mostrano che il PSI ha affrontato per la prima vol– ta à. Torino, dopo molti anni di ca-. renza in questo settore, il tema di una sua politica 1 stera.' L'avversione dei socialdemocratici tedeschi alla CED e ' all'UEO, la forza crescente della corrente bcvani– sta in Inghilterra su posizioni intèr– nazionali di ·progressiva autonomia, da entrambi i blocchi, i fermenti nel socialismo francese, il rinvigorimento di un socialismo asiatico, e, anche se nessuno lo ha detto esplicitamente, l'esistenza di un socialismo iugoslavo non troppo dissimile da quello asiati– co, hanno permesso al PSI di co– minciare il discorso ~ulla politica estera senza temere, a Occidente, di parlare nel deserto, e, a Oriente, di suscitare qualche preoccupazione. Senza , dubbio, questo discorso è ancora legato all'evoluzione dei rap- . porti internazionali, che il PSI su– bisce come una calamità esterna, sen– za essere ancora ben co'nvinto di po– ter contribuire a modificarli per pro– pria iniziativa, sostanzialmente, sia pure in collaborazione con altre for- ze socialiste occidentali. « Coloro che... vedono (nei problemi della· politica estera) il più serio ed• ele– vato ostacolo ad un riavvicinamento dei socialisti al movimento catto– lico avrebbero ragione se la situa– zione internazionale dovesse volgere al peggio», ha, detto Nenni nella sua relazione introduttiva. Ma· non per questo il PSI rinu.ncia ad una prospettiva ottimista e a formulare la sua politica estera nell'ambito di questa prospettiva, La relazione introduttiva di Nenni, . i cui termini 1 sono riprodotti nella dichiarazione finale del Congresso di •Torino del PSI, per quello che ri– guarda la politica estera, contiene a questo propE>sito importanti indi;:a– .zioni che ,va.le la pena di riassumere: 1. Se un conflit;o dovesse pro– filarsi, il PSI si batterebbe con tutti i mezzi per ·la, neutralità dell'Italia, attaccandosi disperatamente agli ar– ticoli stessi del Patto Atlantico e del trattato dell'UEO che almeno for– malmente escludono l'automaticità dell'inter.vento, nonché all'art. 78 del– la· Costituzione che riserva al Parla– mento ogni. decisione sullo stato di guerra. · '- 2. Nel caso in cui l'intervento italiano in un conflittQ dovesse essere deciso e imposto, l'opposizione del PSI alla guerra sarebbe anch'essa to– tale ed intransigerlte, salvo il caso di una guerra di legittima difesa contro una aggressione diretta. 3. Il PSI f~ affidamento, secon– do Nenni, sulle forze che, a prescin– dere dai « Partigiani della Pace », hanno lottato in questi anni per la fine della guerra in Corea e in In– docina e per mettere in crisi la CED: si tratta dei laburisti inglesi, dei socialdemocratici tedeschi, di alcune correnti interne della SFIO, dei so– cialisti asiatici e giapponesi, dei po– poli dell'America Latina, delle forze cattoliche di sinistra. ' 4. Il PSI non chiede a un nuovo governo la revisione delle nostre al– leanze, ma solo di attenefsi ad una interpretazione genuinamente difen– siva e geograficamente ben delimitata del Patto Atlantico e ilei trattato del– UEO, invitandolo a prendere cd ap– poggiare tutte le iniziative su.scetti– bili di riavvicinare l'Ovest e l'Est, di favorire la riunificazione delle due Germanie fuori dai blocchi contrap– posti, di promuovere la riduzione· degli armamenti, di prendere Pini– ziativà di una conferenza della si– curezza in Europa e di condannare l'impiego delle armi termo-nuc)cari. 5. Sul piano più specifico dei vari problemi internazionali, il PSI chiede che l'Italia non s'impegni in nessun caso in Asia, se non in ini– ziative d_L...pace,· che riconosca la . Cina, stabilendo con essa normali relazioni diplomatiche e commerciali, che non si frappongano ostacoli po– litici allo sviluppo degli ·scambi. con l'Oriente e che riprenda in termini realistici la questione dell'ingresso dell'Italia all'ONU. ' 6. « Nessuno di questi punti, di– ce Nenni, è formalmente inibito alla iniziativa italiana ...(e)... ognuno di essi, e il loro complesso, richiede uno spirito nuovo, una capacità di ini– ziativa che finora è mancata, una grande prontezza nel· cogliere tutte le occasioni favorevoli per disinca– gliare l'Italia, l'Europa e il mondo dalla contrapposizione dei blocchi di , potenza che in sè portano la minac– cia per-01anente della guerra ... ». A questi punti, Riccardo Lombar– di ne ha aggiunto altri due, pre-· cisando la definizione data da Nenni della -posizione socialista Verso i trat– tati internazionali approvati dal Par– lamento italia~o e ~mpostando in termini nuovi il problema dei rap– porti con gli Stati Uniti. « Il Partito socialista, ha deqo Lombardi, non penSa ad un rove– sciamento delle alleanze, reso impos– sibile dall'alto costo .che esigerebbe BibliotecaGino ·s,anco l'inserimento dell'Italia nell'economia del blocco orientale (a parte 'l'insu– perabilità delle condizioni - strategi– che)., ma ad una revisione realistica dei rapporti con gli Stati Uniti, che esercitano l'egemonia, in modo da consentìre sul piano politico di ero– dere e sterilizzare gli elementi esplo– sivi di guerra del patto atlantico e dell'UEO e sul piano economico di instaurare nuovi rapporti non· di ser– vitù e di accattonaggio ma di col– laborazione ». Su qµesto particolare problema dei rapporti economici con gli Stati Uni– ti, secondo il resoconto dell:Avanti!, stranamente breve per un discorso importante come questo, Lombardi esclude la priorità e l'inevitabilità di una politica di investimenti esteri, patrocinando invece ùna politica di credito commerciale a breve scadenza per le materie prime e per gli ali– me·nti necessari a Colmare il deficit intercorrente nei primi due o tre .anni del piano. La semplice elencazione di questi punti ne indica · l'importanza. Ma vale la pena sottolineare il signifi– cato di alcuni di loro. L'incontro fra le posizioni di Nenni e quelle di Lombardi, più sostanziale di quanto non sembri a prima vista, è non so– lo l'incontro delle posizioni di due esponenti socialisti, ma anche di due fasi della vita del PSI. Nella nuova ·fase del suo sviluppo politico e della vita politica nazionale e internazio– nale, il neutralismo lombardiano del 1948 e la politica nenniana della distensione s'incontrano in un connu– bio che p,;ò essere fecondo, pur an- · dando incontro a molti ostacoli ester– ni e interni. Con la dichiarazione approvata al– la,fine dei lavori del Congresso, tutto il PSI prospetta oggi una posizione internazionale ben diversa da quella dei comunisti, pur non avendo nulla in comune con quella della mag– gioranza socialdemocratica: il PSI riconosce infatti gl'impegni interna– zionali approvati dal Parlamento ita– liano· e decide di lottare per la neu– tralità. Il discorso è ben diverso da quello che tenevano i comunisti due anni fa, quando Thorez e Togliatti dichiaravano di non riconoscere que– gl'impegni e di lottàre, nell'eventua– lità di un conflitto, perché i lavora– tori comunisti aiutassero l'altra parte . In caso di conflitto, poi, la posi– zione del PSI si avvicina più a quella che fra il 1915-18 assunsero ·i so– •cialisti italiani che a quella che in quella stessa occasione assunsero i bolscevichi russi, pur. non escluden– do una posizione diversa in caso di guerra difensiva contro un'aggres– sione dire,,tta. Il PSI, d'altra parte, comincia a guardare ·con fiducia anche verso le altre forze socialiste !nternazionali e, pur n0n escludendo, nello svilup– po della su~ azione internazionale, l'a,ppoggio che può venire dalle for– ze dei « partigiani della pace », es– so punta verso ohicttivi · che nulla hanno a che vedere con quelli delle forze comuniste o legate ai comuni– sti, quando si propone di disinca– gliare l'Italia, l'Europa e il mondo dalla contrapposizione dei blocchi' di potenze, favorendo ,ogni iniziativa cl-i. distensione. Le dichiarnzioni di "Lombardi, pur essendo ancora espressione di un pensiero in formazione, condiviso so– lo da pochi esponenti, indicano tut– tavia chiaramente, uoitamente a quelle di Nenni sui blocchi, che il PSI considera la contrapposizione dei blocchi come un fatto oggettivamente nefasto, quale che. sia il contenuto dj quei blocchi, senza rinunciare a_ pren~ere atto~ sia pure con molto rammarico, dell'attuale inserimento dell'Italia nel blocco occidentale. Il PSI si rende conto, cioè, che· per sot– trarre l'Italia e l'Europa alla pres– sione dei blocchi contrapposti, è assurdo poggiare sul blocco avverso a quello di cui fa parte l'Italia, ma occorre invece allontanare dall'Ita– lia e dall'Europa la pressione di en– trambi i blocchi. Abbiamo affermato iniziàlmery.te che jl PSI· ha solo cominciato un di– scorso di politica estera: i fatti po– trebbero concluderlo in sua assenza. Ma è già un grande passq avanti che il PSI abbia trovato la forza di avviarlo seriamente per conto suo. Spetta ,9ra alle altr<' forze politiche italiane non lasciarlo cadere nel vuo– to. ~'occasione potrebbe· non ripre- sentarsi. l'AOLO VITTOltELLI e- ' ' E stato un bel viaggio: il tem- po era eccelle~te, il mare calmo, le accoglienze festose, · Vitto ottimo, alloggio sontuoso, tutte le spese pagate. Che volete di più per un presidente del con– siglio e per un ·ministro degli este– ri italiani? I risultati politici non ci sono stati, almeno non si co– noscono, in realtà non si capisce ne.ppure lo scopo di tener lontani tanti giorni dalle pressanti cure di governo due uomini politici del caìibro di S celba e di M.arti– no. Non che Se ne sia sentita la mancanza, anzi i due potevano benissimo riman-ere in America tutto il resto dei loro giorni con nostra piena soddisfazione, tutta– via, più per curiosità che per ve– ro interesse, non avremmo dispia– cer~ di conoscere· la ragiorte del lungo soggiorno. Per ora le noti– zie che abbiamo S?no tutte di fon– te americana e non appaiono par– ticolarmente' ricche; un grande quotidiano che ospita la penna il– lv.stre. di Walter Lipmann ha pub– blicato'. la fotografia di Scelba, Martino, la Luce ed altri i~sieme (ld Eisenhower, nella didascalia era riportato un giudizio di que– st'ultimo: << speriamo che almeno questa fotografia rappresenti per voi un successo ». Comunque per quel manipolo di italiani temporaneamente al– l'estero il viaggio in Ameri~a ha costit~ito un itidubbio arricchi– mento della loro cultura. 'Hanno imparato. che laggiù il pane si chiarna « bread », i quattrini « money », la faccia « face », mol– to simile perciò alla corrispon– .dente parola italiana, e· che <e lin– gua» si dice addirittura in due modi: « language » per signifi– care f.l linguaggio, )'espressione dei propri pensieri e dei propri spropositi e « topgue » che vuol dire la lingua di carne, proprio quella che, al pari di ogni mam– mifero, l'uomo tiene nella propria bocca: l'America è indubbiamen--, t~ un gran paese. Siamo veramente molto lieti di un tale ricco increm.ento nella cuJtu1"dJiuguist1:cadei nostri mi~ nistri. Generalmente essi non co– noscono molto bene le lingue stra– niere. L'anno scorso il · m_inistro degli esteri di turno dovette re– carsi in Belgio per una conferen– za internazionale di straordinaria importanza (si trattava di discu– tere la· possibilità di · attuazicme della CED, che proprio in quella occasione esalò l'ultimo respiro) e non conosceva una Jwrola di fran'cese. Fino allora questa la– cuna gli era sembrata del tutto t'Yascurabile, ma all'improvviso cambiò idea e decise dì cOlmarla . nel breve J?eriodo di tempo che correll~ dalla convocazione della conferenza all'inizio della mede– sima. Siccome anche il suo capo di gabinetto ignorava del tutto il francese, ministro e funzionario decisero ·di studiarlo insieme, im– piegando proficuamente il viag– gio Roma-Bruxelles a leggere una vecchia grammatica su cui, un tempo, aveva studiato lo zio di uno di essi. Il profitto fu ùnmedia– to e copioso, tanto che allt; vigilia d.ella conferenza i due, senten– doi completamente padroni della lingua, decisero di parlare fra loro usando seinpre il linguaggio d'ol– tralpe, L'a mattina dello grande riunione il capo di gabinetto an– dò a svegliare Sua Eccellenza bat– tendo con le nocche alla Jiorta della camera dove costui dor– miva. « Qui busse?» urlò sveglian– dosi_il ministro. « J e » rispose il funzionario. « AvaTit » riprese -il ministro, poi- si vestì e insieme al fedele subalterno si recò al palazzo dove erano radunati i capi di governo di sei paesi europei. Per quanto questi ultimi parlassero solo in francese, i Nostri non capirono 5 · unà parola e firmarono i docu– menti del tutto ignari di quello che contenevano. Non ebbero pe- • rò a pentirsene, anzi al loro ri– torno i capi responsabili del paese decretarono ai due la commossa riconoscenza della nazione per tanto sforzo e per tale proficuo· servi~io. l'AOl,O PAVOLINI

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