Nuova Repubblica - anno III - n. 7 - 10 aprile 1955

8 NUOVA REPUBBLICA PLAUSI e botte IJ(r Durante il periodo dell'invasio– ne tedesca e della rcsistcffta al ne– mico e ai suoi schcrani fascisti, ...un giovane universitario di Parma, Pier– luigi Paliàsso, s{ mise in luce a taf punto che ancora oggi le sue gesta sono vive nella memoria di tutti, è" particolarmente degli abitanti di Tor– tona. Sicché il 25 novembre 1954, il Rettore dell'Università di Parma, prof. -Giorgio Canuto,. nel ·corso del– la cerimonia per l'inaugurazione del– Fanno accademico, conferiva la lau– rea « ad honorem » alla memoria dello studente, che venne fucilato a Tortona nel maggio I945. Come si sa, 1a laurea « ad honorem »- è con– cessa agli s.tudenti universitari « ca– duti sul campo dell'onore o per la difesa della Libertà» ·(D.L.L. 7 set– tembre 1944 n. 256). Orbene i me– riti dell'ultimo beneficiario si rias– sumono brevemente nell'aver militato come ufficiale della Guardia Repub– blicana di Salò durante quel triste J)criodo e nell'aver. perpetrato gr~vi crimini e crudeltà ai danni dei par– tigiani o patrioti. ~o, non stiamo scherzando. « Nel biglietto d'invito con il pro– gramma della cerimonia --1 si legge in una lettera del sindaco di Parma e del Presidente dell'Ammi"nistrazio– nc provinciale, inviata al pròf. Ca– nuto e successivamente resa di pub– blica ragione •- iion figurava il n·o– minati vo » del Paliasso. « Il nomi– nativo è stato reso noto dal Resto del Carlino del 25 novembre e quin– di portato a conoscenza degli invi– tati soltanto qualçhe momento o tut– talpiù qualche ora prima della ceri– monia>>. Con molta dignità il sin– daco e il presidente dcll' Amministra– zione provinciale, allorché il prof. Canuto accennò al conferimento fa– migerato, se ne uscirono dall'aula. E, poco dopo, i rappresentanti del Co– mune e della Provincia in seno al ·Consiglio d'Amministrazione dell'Uni- versità, rassegnavano le lo'ro dimis– sioni. Le proteste 110n si sono fermate qui. In data 8 marz3 u. s. i partiti della coalizione governativa, in una lettera aperta al Ministro della P.I., hanno definito l'episodio « Ì,)1tollera– bile » e hanno chiesto « i necessari provvedimenti ». Quello che,si è chie– sto e si continua a chiedere, da più parti, è la revoca del provvedimento cli concessione della « laurea ad ho– norem ». · Come risulta dai giornali locali, i familiari di alcuni partigiani caduti hanno restituito al Rettore, in segno di protesta, le lauree « ad ho– norem » concesse ai loro. congiunti. Ma... Ma se ta.nta è l'unanimità dei consensi - dissensi, se così il sena– tore Terracini come il sen. generale Cadorna hanno rivolto al solito Er– mini vibranti interrogazioni, quale è, amici lettori, il famoso nocciolo del– la questione? Siamo sempre lì: il lupo vien stanato dal freddo, e quan– do ha-divorato le pecore, tutti i pa– stori piangono sullo scempio. Ma chi si è dato pena di impedire che il lupo raggiungesse l'ovile? Tutt'al più, i pastori dormivano alla grossa. Il tremebondo fascista è ridiventa– to lupo al soffio gelido delle ventate clericali; se prima se ne stava ben chiuso nella sua tana, adesso osa sfi– dare apertamente gli istituti e le leg– gi repubblicane. A Roma alcuni stu– denti incendia.no dei libri, a Parma un Magnifico Rettore conferisce la laurea ad uno studente Ghc assassinò .e torturò. Chiarissimo Rettore, non abbiamo il dispiacere di conoscerL 1 a; forse Lei è canuto di fatto, oltre che di nome. A ogni modo la venerabile e saggia « senectus » noo Le si addic1·; anche nel caso, molto discutibile, di igno– ranza crassa. Un comunicato del Ret– torato avverte infatti- che « si è prov– veduto a richiedere ai competenti Mi– nisteri i necessari chiarimenti sul va– lore intrinseco di alcuni documenti militari in base ai quali era stata fat– ta la concessione ». Nientedimeno. Chi ha fornito quei documenti militar-i in base ai quali un criminale fucilato per i suoi cri– mini diventa un eroe caduto « per la difesa della libertà »? Interrogativi su interrogativi. Si Q UESTO volume, pubblicato ora in bell'edizione italiana, pochi mesi dopo che ne era uscita l'cctiz·ionc francese, non perde d'im– portan~a per la sconfitta parlamen– tare del gioyanc e audace presiden– te, perché è evidente l'interesse di conoscere il pensiero economico di un uomo dcslinato, secondo ogni probabilità, ad avere ancora una parte importante nella politica del suo paese: pensiero che viene indub– biamente rispecchiato -i'n questo vo– lume, nonostante la collaborazione di Gabriel Ardant, commissario ge– nerale alla produttività. Dopo un breve cenno sui rapporti tra scienza e politica economica, in cui gli A. affermano la immediata di– pendenza della seconda dalla prima, dopo due capitoli, molto obbiettivi, dedicati alla teoria classica dell'equi– librio e alle sue lacurie, essi riassu– mono con una chiarezza veramente cristallina la notissima, ma spesso sVisata, teoria keynesiana dell,occu– pazione, dimostrando di consentire quasi totalmente con essa, e cli rite– nere che la dottrina classiè'a si adat– ta benissimo ai periodi di pieno im– piego, ma non a periodi di crisi gra– vissima e di lunga durata, contro la quale quella dottrina non può sug– gerire alcun rimedio efficace. aspetta la risposta dei ministeri com– petenti. X Apriamo un giornale. In quar– ta pagina, un articolane per soste– nere i commei:-cianti che non voglio– no saperne della « liberalizzazione » delle· licenze di esercizio annunziata dal goxcrno, a base di parole di fuo– co contro la· libera concorrenza, da cui sicuramente « deriverebbe una autentica .invasione di nuovi com-. mcrcianti, mentre il mercato è ormai così saturo da non consentire senza danno generale l'apertura indiscri– minata di nuovi negozi ». In quinta pagina, un soffietto per la rivista Il Pensiero Nazionale, ove scrivono Giorgio Pini, il comandante, Ferr"li, Stanis Ruinas ed altri signori del me– desimo stampo, definita nientemeno che « rivista laica e risorgimentale». .Quale può essere il quotidiano roma– no che in un solo numero accoppia cosi brillantemente la difesa degli in– teressi costituiti e del sistema corpo– rativo all'apologia dei repubblichini? Qualche ingenuo potrà credere che sia url giornale di estrema destra rea– zionaria e nostalgica. Niente affatto. È Il Paese del 27 marzo u. s. Una cliffusa espressione ha definito come gli « utili idioti » coloro che, senza essere comunisti, sposano ciecamente la causa del comunismo. Come do- · vremo definire, da ora in avanti, i filo-comunisti che sposano la causa del corporativismo e dei 4 fas'cisti? IJ Il comm. Campi "di Foligno ci ha fornito una raccolta dc « I canti d'Italia». · Potremmo citare abbondantemente. Vi sono le canzoni dei «legionari» italiani in Spagna: · « una volta an– cora, in virtù del ·braccio italiano, troveranno atto (sic) i dogmi della Civiltà Latina »;. e .vi sono •passi di •intermezzo tra le canzoni di guer– ra: « ... caddero sui monti di Grecia gli Alpini della Julia facendo scudo con i loro petti ai sacri confini della Patria» (in Grecia???); e v'è un commento agli avvenimenti successi– vi a_ll'8 settembre: « figli contro fi– gli di una stessa Madre offrono al ludibrio. delle genti l'infame spetta– colo della guerra fratricida... ci si illude che con l'abbattimento delle vecchie insegne si possa Cancellare l'onta della sconfitta»; ma, vedi un po', ci sono anche gli inni dei parti– giani e dei proletari, perché « in un ambiente democratico, tutte le opi– _nioni sono egualmente rispettabili ». Forse quesfo estremò e goffo compro-· messo non è piaciuto ai faziosi. Ma è piaciuta a chi tutto puote l'idea di riunire tutte le, canzoni ispirate da << un ideale di Patria», perché l'i– struttivo libretto si trova in vendita al modico prezzo di L. 80 negli spac– ci interni delle caserme della ReJ?ub– bliea Italiana. OGNUNO Bibllotec 1rio Bianco LIBRI E PROBLEMI I '-----------------------~ TEORIA ECONOMICA e • azione p o lit • lCa .. .Essi mettono in evidenza i danni rccat.,i all'economia i~glesc dal ritor– no al tipo aureo e dallo sforzo com– piuto per ottenere in breve tempo il pareggio e anzi un'eccedenza delle entrate statali sulle - spese, mentre aumentava ·paurosamente la percen– tuale dei disoccupati, già molti an– ni prima che si iniziasse la grande crisi; e che sorte non molto diversa subirono quegli stati (Belgio, Olanda, Francia, Italia, Svizzera), che si ma~tcnnero più a lungo fedeli al ti– po aureo; ma sopratutto essi insi– stono sugli effetti disastrosi causati in Germania dalla politica di rigide economie finanziarie e di diminuzio– ni coatte di prezzi e salari, in modo che in due soli anni, dal '30~'3 l al '32-'33, il numero dei disoccupati sali eia 3.483.000 a 5.577.000. Ma non· tengono conto, secondo noi, del fat– to che in Germania era ancora vivo il ricordo degli orrori dell'inflazione, e che perciò la politica, forse ecces– sivamente prudente,· di Bruning trova una giustifiéazion.e nel timore che, cessati completaments gli investimen– ti esteri e anzi ritirati quasi to~al– mcnte · i capitali americani, il peri– colo di una nuova inflazione si ri– presentasse come imminente. Forse pi_ù giustificate ·sono le critiche mos– se alla politica di Lavai che tra il I 935 e il '36 procedette a una ridu– zione del 10% dei salari e stipendi dei dipenden_ti statali, degli interessi del debito pubblico, degli affitti, dei prezzi dei prodotti e dei servizi mo– nopolizzati, determinando con ciò un raHentamento nella ripresa della pro– duzione industriale e nell'aumento del numero dei disoccupati. Contrapposta alla politica di que– sti paesi è invece quella seguita dal– l'Inghilterra dopo il 1931 e dagli Stati Uniti dopo l'avvento di Roo– sevelt alla presidenza politica, che gli A. non esitano a considerare sot– to l'influenza delle idee keynesiane, sebbene essa si sia iniziata sei anni prima che fosse pubblicata la << _Furia generale ». In Inghilterra essa si ma– nifesta con la svalutazione della ster– lina e con Ìa forte diminuzione del tasso di sconto; negli Stati Uniti coi provvedimenti a cui si dà il_ no– me di « New Dea!» e che si posso– no raggruppare in due categorie: quelli che mirava.no a limitare la produzione, e quelli che avevano per fine l'aumento degli investimenti e dei consumi. Coi. premi concessi agli agricoltori che s'impegnassero a diminuire la loro produzione, si riu– scì in pochi anni a ristabilire· l'equi– librio tra i prezzi doi prodotti agri– coli ed industriali,· mentre con la sval_utazione del dollaro e con il con– seguente rialzo dei pre~zi interni, si mirò ad incoraggiare ·gli· investimenti privati, riuscendovi però solo in pic– colissima partf:, mentre si dette una · forte spinta agJi investimenti pub– blici. I risultati si videro negli aumenti dei salari ·e nella diminuzione del numero dei disoccupati discesi da )2.744.000 nel 1933 a 6.372.000 nel I937, ma risaliti nel 1938 al disopra dei 10 milioni. ' In Svezia alla svalutazione mone– taria, all'aumento della circolazione e all'abbassamento _del tasso d'inte– resse si accompagnò una politica di lavori pubblici, distinti in due cate– gorie: quelli da eseguire immediata– mente, e quelli da riserbare in pe– riodi in cui la disoccupazione ac– cennasse ad auinentare. Circa la politica monetaria gli A. non si sognano, come accade invece a qualche keynesiano da strapazzo, di negare gli enormi danni dell'inflazio– ne; ma .mettono in guardia contro gli errori a cui può portare un'appli-· Cazione letterale e rozza della teoria P. -~NDÈS-FRANCE e 'G. lRDANT Teoria economica e azione ll)olitica UNESCO SANSOII, 1955 quantitativa, la quale non tenga con– to della variazione nella velocità del– la circolazione, e sopratutto dell'esi-. stenza contemporanea di due circo– lazioni, della moneta, cioè, fiduciaria (biglietti cìi stato e biglietti di ban– ca), e della moneta scritturale, deri– vante dalla messa in circolazione dei depositi bancari, che in molti casi sono alla loro volta· ere.ati da aper– ture di credito fatte dalle banche. Per combattere l'inflazione, special– mente in periodi di penuria, non è sufficente, e forse nemmeno necessa– rio, ridurre la circolazione moneta– ria e ristabilire il pareggio fra en– trate e spese dello stato, ma ci si può valere di altri rriezzi più efficaci, quali il razionamento, attuato con criteri intelligenti e razionali, il ri– sparmio forzato, nelle sue varie for– me, il cambio della moneta, e un si– stema di imposte inteso sopratutto alla riduzione di alcuni consumi. Con questi correttivi, un aumento della circolazione può ottenere l'effetto di frenare la discesa dei prezzi senza determinare le rovine dell'inflazione. Come avviene per la circolazione .monetaria e per la politica finanzia– ria, così tutta la politica economica è diversa nei periodi di. pieno im– piego o di sotto occupazione. Di qui la necessità di conoscere la situa– zione della congiuntura e di prevc~ dere la sua tendenza; di qui prin– cipalmente la grande abilità clei bi– lanci economici, che gli stati meglio organizzati hanno cominciato a pub– blicare dopo l'ultima guerra. I L punto più discutibile dell'op~ra degli A. è quello in cui, dopo aver esposto con molta 'obbiettività le obiezioni che vengono mosse con– tro la politica dell'impiego, essi ten– tano - non senza Una certa esita– zione - di dare una risposta. Alla prima serie di obiezioni, per cui si t_eme che la politica fiscale intesa a togliere i dislivelli dei redditi ed a aumentare con,..ciò i consumi, ·l'ab– bassamento del tasso d'interesse, e la pòlitica dei lavori pubblici estesa ad un campo molto più vasto di quello tradizionale, possano scorag– giare l'iniziativa privata, gli A., pur riconoscendone la fondatezza, rispon– dono che in fondo si tratta di sa– pere se -le potenze capitalistiche ac• ccttcranno una necessaria riduzione dei loro profitti: questione, essi ag– giungono, a cui la scienza economica non fornisce una risposta, la quale spetta alla sociologia e alla scienza politica. Ma ~nche più debole è il loro tentativo di rispondere all'obiezione, éh'essi dichiarano incontestabile, che cioè l'abbandono del tipo aureo la– séerebbe il sistema monetario dei sin– goli paesi all'arbitrio dei loro gover– ni e opporrebbe un ostacolo gravissi- . mo agli scambi internazionali. Con– tto questo pericolo gli A. auspicano un sistema monetario in cui le varia– zioni sarebbero determinate da ac– cordi internazionali; ma essi stessi sono costretti a riconoscere che i tentativi fatti finora in questo campo col fondo monetario e con la banca internazionale non hanno potuto da– re i risultati che se ne speravano. In ogni caso, riconosciuta la ne– cessità dell'intervento dello stato, specialmente nei periodi di crisi eco– nomica, gli A., dopo aver trattato della tendenza al monopolio o, più spesso, alla concorrenza "imperfetta anche in regime di libertà, \lopo aver mostrato - in senso contrario - che anche in regime collettivista si è ar– riva\i alla persuasione dell'utilità della moneta e della necessità di dare ad ogni singola impresa l'auto– nomia, e un sistema di gestione che si avvicini il più possibile a quello dell'impresa ·privata, arrivano alla conclusione, che è poi il motivo ispi– ratore di tutta l'opera, che la politica economica non deve. essere guidata solamente da presupposti teorici, ma dalla conoscenza intelligente dei fat– ti, da quella ch'essi chiamano l'ana– lisi economica, guida indispensabile e preziosa di ogni azione di governo. \ In complesso un'opera che può la– sciar; qualche dubbio e prestarsi a discussioni, ma che rivela in ambe– due gli autori una larghissima cono– scenza dell'evoluzione economica Jni– ta a chiarezza d'idee, e in Mendès– France un dirigista che vuole evitare però tutti i pericoli di una burocra– tizzazione dell'economia. GINOLUZZATTO NUOVA REPUBBLIC fllJl!WDICl!WALII "pOLITICO Esce il 1O e il 25 diogni_ mese ioottoopiù pa,ioe Camit■lo Dir,uioo: P. CllEFFI - T. COOIGNOLI - P. VITTORELLI S•Jrd■ri• di r~dodan,: G.fAYATI R,dasion,1 FlrenH, Pinza della Libertà, 15 (50998) Ammini•trosion,: Firenze, Piana Indipendenza, 29 (483207-08) Abb. annuo (Italia e Francia): L. 850. semestrale L. 450, trimestra1<" L. 250 (Estero, rispettivamente, 1100, 600, 300). . Abb. sostenitore: L. 5000. St>ttoscri:r:ione mensile: L. 200. Un numero ordinario: L. 35 (Estero, 45) Un numero arretrato: L. 40 (E,tero, 55) Un'annata, arretrata: L. 1000 (E1tero, 1200) e/e po1tale 5/62'1 (L• Nuo.- ll•U•) Jo'ireaae Auterln. dli 1,111. di FJr,nH n. 171 dli 80-12-1'162 Stabilimenti tipolitogralici Vallecchi Firenze, Viale dei Mille, 90 Rospoosahile: Trillano Codignola

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