Nuova Repubblica - anno III - n. 6 - 25 marzo 1955

6 UOVA REPUBHLlCA ---------------------------------------------·--------------------------------------- LETTERA AGLI ELETTORI DEGLI ON. MELLONI E BARTESAGHI (;RlJPPI al lavor,, FIBBNZB Si è svolio, sabalo 19 marzo, nella sede della federuzione fioren– tina, il Convegno regionale tosca– no di U. P. I compagni Giampaoli e Gigli (Maosu), Cbericoni (Curraru), Corsi e Menicori (Siena), Pierac– cini (Grosselo), Zerboglio, Di Be– nedeno, Favali e Giampieri (Pisa), Gori e Mecaeci (Pistoia), Bianco– ni (Livorno-Piombino), Lagorio (Firenze) hanno svolto, nel corso della mallinata, le relazioni locali. Nel pomeriggio il comp. 0 Codi– g11ola ha tenuto una relazione po– litica e organizzativa. E' scguitu una ,•h•uce discussione. Il conve– gno hu ntesso in luce lu prornel– tcntc siluaziene del Movilnento ai1che in Toscana, e l'uffiusso di forze nuove, in ispecie di giovani. I compagni Chericoni e Bian– coni sono stati scelti per svolgere un intenso lavoro di coordina- 1nento delle iniziutivc regionuli e locali. TRENTO A cura della Federazione Nazio– nale lnsegnanli I cuole Medie (FNISM), sabato 2 e domenica 3 aprile si svolgerà a Trenlo, nella sala della Filarmonica (Via Ver– di), un Convegno Triveneto su problemi della Scuola. I nostri compag1ù hano dalo la loro ade– sione e collaborano attivamente al successo dell'iniziativa. Ecco . il programma del Convegno: Sabato 2 aprile • ore 20,30: Apertura dei lavori con la prolu– sione sul tema « La Scuola nella Costituzione Italiana » del prof. avv. P. Culamandrei. Domenica 3 aprile • ore 9: Prof. V. Palumbo (Milano): « Libertà nell'insegnamento, dell'insegna– mento e dell'insegnante». Prof. G. Contarello (Padova): « Scuola statale e Scuola privutu ». Prof. D. Cullegari (Genova) e prof. D. Molignoni (Bolzano): « Scuola e Regione». Ore 15: Riapertura dei lavori, co1nunicuzioni, discussioni. MILANO - Il compagno Veneziani è s1a10 incaricato del coordinamento di tul– ti i gruppi della regione lombarda, anche allo scopo di organizzare ma– nifestazioni locali. I singoli gruppi interessati possono mettersi in contat- 10 con Arch. Guido Veneziani, scgre– leria di U.P., Via Cerva 22, Milano. - Il 28 febbraio, per il Centro Giovanile di Studi Socialisti, il prof. Renato Treves ha svolio presso la sede di U.P. la seconda conversa– zione del corso sul Movimento ope– raio parlando dc ~« Le ideologie so– cialisie dal 1793 al 184·9>- La sera del 7 rnai-,o il Gruppo gio– vanile di U.P. ha invitato giovani simpatizzanti c amici ad ascoltare una relazione del com1>agno Calzini sull'orientamento di Unità Popolare e a discuterne la funzione e le pro– spettive. Al termine della riunione alcuni giovani hanno aderito al Movimento. - Il gruppo giovanile sia orga– nizzando per domenica 17 aprile un Convegno Nazionale degli universi– lari di U.P. Daremo nel prossimo numero tutti i chiarimenti del caso. SIENA L'Amministrazione provinciale ha chiamato la compagna dott. Bru– na Talluri a far parie del Comitato provinciale Assistenza. - Il compagno doti. Leonida Biagi è stato eletto in rappresentanza del comune nel Consiglio d'Ammi– nistrazione della scuola Tecnica In– dustriale. BOLOG~A Il direuivo del gruppo di U.P. ha votato un o.d.g. jn cui e esprime nel ricordo di migliaia di morti, tortu– rati e scomparsi in nome della li– bertà, il proprio sdegno per le re– centi gesta dei risorti squadristi .... richiama le autorità governative al dovere di opporsi ad ogni manifesta– zione di violenza e di intolleranza>- B1b1otecaGino VERONA - Per iniziativa del gruppo locale si sono riuniti più volte alcuni espo– nenti del P.S.D.I., del P.S.I. e di U.P. per discutere i ·rcc;,iproci rap– porti e per individuare i problemi politici, rispetto ai quali poteva sus– sistere concordanza di vedute. Restiarnoin parlamento Con questa dichiarazione, i due deputati espulsi dalla D. C. chiariscono i motivi di un dissenso ed esprimono un giudizio generale sulla situazione politica alluale. Pieno accordo fu constatato, an– zitutto, sul problema della riforma dei contratti agrari, e perciò fu "de– ciso· di invitare esponenti del P.R.I. e del P.C.I. ad associare le loro correnti sindacali a quelle del P.S. O.I. e del P.S.I. e al nosiro Movi– mento in una comune azione volta a sosicnere il progcllo Segni-Sam– pietro e diretta a divulgare la cono– scenza dei progetti legge per la ri– forma dei contratti agrari e del com– promesso del Viminate. Fu così possibile indire il 20 marzo u. s., una pubblica manifestazione a Cologna Veneta, nella quale il com– J>agno Dean, per consensuale desi– gnazione, tenne la relazione ufficia le. Portarono quindi l'adesione delle ri– spettive correnti sindacali il social– democratico rag. Anselmi, che parlò anche a nome dei repubblicani, il socialista on. Albarello, che ribadì i principi fondamentali del progetto Segni-Sampietro, il consegcetario co– munista della Camera del lavoro cli Verona, Romano Calzolari. Dopo la manifestazione, a cui ave– vano preso parte i fittavoli, i mcz• zadri ed i braccianti della plaga, fu inviato alla presidenza della Camera dei deputati un ordine del giorno au– spicante l'approvazione senza cmen• <lamenti del progetto Segni-Sam– pietro. - Nella piccola riunione del grup– po veronese, il 4 marzo, Alfredo Pel– lizzari parlò dell'elezione del Presi– dente della Repubblica; il IO marzo Alessandro Ghclfi trattò il tema della riforma dei contralti agrari. CAMPOBASSO Il 20 febbraio u.s. si è costituito ufficialmenle il gruppo di U.P., che si propone di svolgere un'azione po– litica e organizzativa nel Molise. La sede provvisoria è presso il comp. Lalli, Via A. obile, 31, Campo– basso. Abbi<1modeciJo di 1piegare ai 11011ri de11ori le ragio11i per le quali, dopo la 1101/ra e1p11/Jio11edalla D.C., 11011 ci siamo dimeui da dep111ati. A11e1•a1110, fi11ort1 1 ri111111cia10 a p,.endere la pm·olt1 111q11e1lo argo111e1110, perché l'uffro11- 1arlo pubblicame,11, i111plica1•a la 11e– cenilà di e1primere 1111 git,dizio gene• raie 1111/,,1i111azio11e Jiolilica t1//11,de, e 110/ev,11110 evitare di farlo, se 11011 ,·01/reJtivi, data la 1101traapparteueuza (11/COrtt rece111eall" D.C. Er,i 1111 r~serboi1110111111,1 1 che ci parc,·a doveroso: ma a A1e/Joui, in un ordine del giorno approv,110 a 111aggiormrz11 d"I romilalo provinciale della D.C. di Sondrio, e pubblic"to Jlfl 1e11im,111tde del par1ilo, è 11a10,-i,,0110,m e1/1licùo i111,ùo a dimellersi da Deputato; a Bttrlesaghi, in 11110 uri/lo appar10 111 « li la1•oralore t1cliJ1a », men1ile delle A.C.L.l. del Circo11dario di Leuo, è s1,1ta chie1Ja, Je pure 11011 a/J,-ett,mlo es/1licit11menle, la J/eSStl co1t1. In q11e11e co11dizio11i 1 pensiamo che 11011iti più il caJo di tacere: e poiché crediamo di avere qualche buona ragio11e du e1por,·e, lo facciamo unza ulteriori indugi. L A espulsione dalla Democrazia Cristiana, decisa dalla dire– zione del partito il giorno 23 dicembre 1954, subito dopo la vo– tazione alla camera sull'U.E.O., ci ha posto di fronte ad alcuni problemi, tra i quali, primario, quello relativo alla continuazione o meno del mandato parlamentare, anche in relazione agli impegni assunti all'atto della accettazione della can•didatura. Premesso che appare fondata– mente e seriamente sostenibile d1e, a norma di statuto, il provvedimen– to di espulsione non poteva es- L'ON. PIGORELLI TACE... La sezione triestina di U.P. ha emesso la seguente dichiarazione, che naturalmente sottoscriviamo: li dott. Luigi Toaldo, direttore delfo sede di Trieste dell'INAM, reo di aver apposto, all'O1tello della Gioventù di Villa Gairinger, di cui era presidente, delle scritte, indicative dei servizi, in cinque lingue, una delle quali slovena, è stato, dopo un~ chiassata orgar1izzata da alcur1i « figli di papà» e irna lur1ga campagna diffamatoria, trasferito, in questi gionii, dalla direzione del suo lslituto, dalla sede di Trieste o quella - di minore importanza de La Spezia. Non sarà inutile aggiungere che esistevano contro di lui rancori per altri «crimini» commessi qui a Trieste: Luigi Toaldo avel'a difeso gli interessi dei contribuenti contro quei datori di lavoro che non vogliono pagare e contro quei medici che considerano l'INAM creato a. comodo s profitto proprio e ,wn dei moluti, così come aveva difeso gli interessi dell'Istituto co11tro il Comu11e che pretende accettazione ad occhi chiusi di ogni sua esigenza e contro abusi di assicurati. Inoltre, e anche questo fu considerato un «crimine», egli s'era 1empre opposto a che, 11ei rapporti d'ufficio, si face1sero di1crimina– zioni tra organizzazioni sindacali. Un largo settore della stampa, dalla Giustizia allr, Voce_ Repub– blicana, dal Mondo all'Uni1à, dall'Avanti a Nuova Repubblica, da Risorgimento Socialista al Corriere di Tricslc, aveva replicatamente denunciato all'opinione pubblica la campagna inscenata contro il Toaldo e gli ambienti da cui e11a partiva e, qui a TrieJte stessa, uomini delle più diverse te11denze (ecc,zion fatta per i democristiani), da Francesco Co/lotti ad Ugo Volli, da Lucio Lo11za a Michele Mianti, da Nino Voleri ad Ernesto Radich, da Emanuele Flora ad Aurelia Gruber Benco, da Fernando Gandusio a Salvo Teiner, avevano chiesto al Governo di intervenire contro queste manovre fa.sciste. Il provvedimento perucutorio, preso ora nei confronti di Luigi Toaldo, uomo della Resistenza e coraggioso antifascista, convinto europeista e perciò stesso contrario ad ogni razzismo, dimostra, in maniera evidente, in che mani sia la direzione centrale dell'JNAM, ma, anche, di quali forze sia succube l'attuale ministro dell'A1si– stenza Sociale, il socialdemocratico on. Vigorelli, con la cui com.pli• cità il Toaldo è stato allontanato da Trieste. Oggi che il Governo, costretto dall'.indignazione popolare, annu11- cia tardivi provvedimenti contro le troppo clamorose manifestazioni squadristiche, la Segreteria triestina di Unità Popolare de11u11cia al paese la complicità di uomi11i del Governo con i fascisti, com– plicità che si· verifica quando, come nel caso Toaldo, si spera che ciò possa am1enire in cnmera rharitatis e Jenza troppo pubblico scandalo. 1anco sere adottato dalla direzione del partito, abbiamo cominciato col considerare, sulla base del comuni– cato emesso dalla· stessa direzione, le seguenti circostanze di fatto: 1. - Non si può fondatamente affermare che « lr1 linea che i11 fem,1 di politic,1 e,ler" il parli/o htt ass1111/o e ripe!11/(l!llell/e rnnf er– !ll(J/0nei co11gressiJMZÌOllfdi, nelle ri11nio11idei comigli nazionali, de/1,1 direzione del par/ilo e del gmppo parlamentare del/" i-ame– -ra » si identifichi effettivamente con il contenuto degli accordi di Parigi, e cioè con l'U.E.O. Infat– ti il ·congresso di Napoli si ten– ne nel giugno 1954, quando, es– sendo ancora da ratificare la C.E.D ., all'U.E.O. non avrebbe potuto pen– sare nemmeno un indovino. La direzione del partito non ha mai adottato decisioni esplicitamente impegnative sull'U.E.O. Il gruppo parlamentare della camera non è mai stato riunito (ripetiamo: mai) per discutere dell'U.E.O. Soltanto il consiglio nazionale, nella ses– sione tenuta a Trieste il 2 e 3 no– vembre 1954, si occupò dell'U.E. O., insieme ad altre materie, ap– provando un ordine del giorno di generica adesione. 2.• Bi ogna tener presente che il gmppo parlamentare sempre si riunisce per discutere e decidere, impegnando la totalità dei suoi componenti, quando si trova di fronte a problemi gravi. Così ha fatto recentemente per decidere il proprio comportamento riguardo alle sanzioni da applicarsi al de– putato missino De Marzio, per l'in– giurioso atteggiamento da lui as– sunto nei confronti dell'on. D'Ono– frio, vice presidente della camera. 3.. Poiché non è mancato chi ha tentato di farlo, affermiamo nel modo più categorico che non è assolutament~ lecito né possibile (e non è• serio) sostenere che l'U. E.O. costituisca il naturale e ne– tcssario sui-rogato della C!E.D. Questa e quella sono due cose pro– fondamente diverse, cosicché non si poteva legittimamente preten– dere che dall'adesione alla C.E.D. discendesse necessariamente, senza neppure discuterne, l'adesione al– l'U.E.O. 4. - Noi non abbiamo _e_roposto di rigettare l'U.E.O., ma soltan– to di ritardarne l'esecuzione di tre mesi; ed esprimemmo voto con– trario soltanto quando tale pro– posta moderatrice fu respinta. 5. - Tenuto conto di tutto quan– to sopra, e anche del modo respon– sabile e riguardoso (crediamo di poterlo dire) in cui la proposta fu illustrata, era per lo meno natu– rale che Ja direzione del partito, nei confronti di due deputati, ri– tenesse di far precedere qualsiasi prov\!edimento da un incontro di contestazione e di chiarimento. In– vece è accaduto questo: che pochi minuti dopo il volo, la direzione si riuniva appositamente per deci– dere sull'istante la nostra espulsione dal partilo, e ne faceva dare im- mediata comunicazione attra,erso la radio e la stampa. Q u ESTE sono le circostanze di fatto prese inizialmente in esa– me, le qual i ci dispensano, a nostro giudizio, dal dovere di ri– !rnnciare al mandato parlamentare. Ma non è tutto: esistono altre ra– gioni, a nostro giudizio di gran lunga più importanti, più gravi e più generali, le quali non solo ci confermano nel nostro diritto di non andarcene dal parlamento, ma addirittura ci persuadono che è nostro dovere restarvi. Come si presenta oggi la situa– zione della democrazia italiana sul piano interno e sul piano inter– nazionale, e quali sono, in questa situazione, la re ponsabilità e i doveri di un democratico conse– guente, che non voglia tradire il suo mandato di rappresentante del popolo? Il rifiuto opposto dal governo, per l'U.E.O., ad ogni proposta moderatrice intesa a favorire un estremo tentativo di distensione internazionale, e il compiacimento espresso dallo stesso presidente del consiglio, che l'approvazione di quel Trattato fosse avvenuta con una maggioranza comprendente la destra, fascisti inclusi, arrivando addirittura a definire «nazionale» una tale maggioranza ( ~ome se le parole, a somiglianza degli uo– mini, non avessero un pas ato), rappresentano manifestamente, in politica estera, quella scelta a de– stra, che è insieme (e non poteva non essere) causa ed effetto di una corrispondente scelta in politica interna. Occorre ricordare che il con– gresso di Napoli aveva solenne– mente e categoricamente negatç> la possibilità di una qualsiasi « aper– tura a destra », e per contro, pur non accettando una « aperh1ra a sinistra» come intesa parlamen– tare o di partiti, aveva reclamato una politica nettamente e coraggio– samenle orientata a sinistra. Con– tro questa nettissima, indubitabile indicazione, rigorosamente vinco– lante per la D.C., il comportamen– to del Governo e quello prevalen– te nella maggioranza non solo ci fanno assistere alla incapacità di attuare la « politica di Napo! i », ma giungono persino all'abbandono di posizioni già affermate, addi– rittura in sede legislativa, dalla D.C.; e mentre questa incapacità ·e questo abbandono ogni giorno più si- manifestano, ncii assistiamo ad un corrispondente, progressivo avvicinamento alla destra e alla estrema destra, con una sempre più frequente concordanza di. voti e di atteggiamenti. Così, mentre la camera, nell'ago– sto 1954, a stragrande maggioranza aveva richiesto il distacco delle Aziende I.R.I. dalla confindustria, e il governo aveva accettato l'im– pegno, nulla se ne è fatto, dando in pratica soddisfazione a quell'in– fima minoranza di destra che aveva volalo contro.

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