Nuova Repubblica - anno III - n. 6 - 25 marzo 1955

8 PLAUSI e botte ~ Si sa che /'on. Ermini è un buon padr; di famiglia; cosi almeno è stato definito in seguito alla ,sua 'brillante' idea di ridurre l'o'nere fa– miliare per l'acquisto dei testi sco– lastici. Mà Ermini, prima che· un brav'uomo, è ministro della P.I., e sotto le sue deliberazioni fd capo– lino piuttosto spesso la coda del dia– volo. Adesso l'ha fatta grossa.- Alcuni uÒmini di scienza del nostro paese avevano chiesto e ottenuto dalle Au– torità competenti il passaporto per il Giappone, al fine di partecipare alla Conferenza Internazionale per lo studio degli effetti delle esplosioni atomiche (Tokio 16 febbraio 1955). Interviene all'ultimo momento l'on. Ermini con un sorprendente divieto, a cui replicano prima il prof. Fa– villi e successivamente i prof!. Bu– sinco, Favilli, Redae/li con un espo– sto - datato 9 febbraio 1955 - che qui riprod~ciamo: Signor Ministro della Pubblica htruzione, I Magnifici Rettori delle nostre Università ci hanno comunicato il divieto fatto dalla S. V. Ili.ma a ciascuno di noi di partecipare alla Conferenza internazi0nale che si ter– rà a Tokio il 16 febbraio per lo studio degli effetti delle esplosioni atomiche sopra i soggetti che ne sono stati colpiti .. Sulla nostra intenzione di parteci 0 pare a questa Conferenza noi fum– mo interrogati nello scorso settembre dal Segretariato Generale del Con– gresso Mondiale dei Medici per lo studio delle attuali condizioni di vita. Era nostro dovere di uomini di scien– za ·rispondere dichiarando, 'Come in– fatti facemmo, che era per noi del più alto interesse una simile parte- cipazione. · In seguito, il Dottor Hideo Kuma– be, direttore dell'Istituto Giapponese per ricerche sulla tubercolosi e pre– sidente della Società Medica Giap– ponese contro le bombe A e H, e il Professore Emerito Masao Tsuzuki, direttore dell'Ospedale della Croce Rossa di Tokio e già rappresentante del Giappone nel Comitato d'esperti che sotto gli auspici della , Croce Rossa· si è adunato a Ginevra nel– l'aprile del 1954 per studiare gli ef– fetti delle esplosioni atomiche, ci mandarono l'invito ufficiale a parte– cipare, insieme con altri scienziati di varie nazioni europee e ~on eu– ropee, alla conferenza che sarà pre– sieduta appunto dal Professor. Tsu- zuki. _ Era questo uno dei più alti onori che potessero venir fatti in campo internazionale al nostro paese, alle nostre tradizioni scientifiche e a noi personalmente quali cultori di scienza. Accettammo l'invito per questo suo significato onorifico, ma molto più ancora per l'importanza dell'ar– gomento posto a soggetto della Con– ferenza, per la possibilità delle osser– vazioni dirette offerte al nostro stu– dio e alle nostre conoscenze, per l'insperata fortuna di poterne trat– tare col fior fiore degli scienziati di numerosi Paesi. Accettammo! E per le vie rego– lari chiedemmo alle autorità del no– stro paese il permesso di recarci a quella Conferenza, che si terrà in ,una nazione, dove esiste una nostra regolare rappresentanza diplomatica e dove a cittadini italiani non viene negato di recarsi nemmeno per sem– plice turismo o per affari. Le nostre autorità di pubblica si– curezza vagliarono ·con tutta cauiela e prudenza la situazione personale di ciascuno di noi ai fini delle "nostre richieste di permesso,. e per quelli di noi che a tempo debito lo avevano chiesto avevano già concluso favore– volmente le pratiche iniziate. Quando tutto pareva condotto a termine nél modo più tranquillo e rassicurante, ecco giungere per cia– scuno di noi il Suo vetamente inat– teso e immotivato divieto. Questo divieto, Signor Ministro'. lede la nostra libertà di cittadini, limita e impediscç il progresso delle L 'opinione che esprimo qui o in altra sede (p. e. sul « Calendario del Popolo ») non rispecchia per nulla la · posizione del Partito Comunista _Jtaliano, quella posiziofie del P.C.I. da cui - come il Tassinari ritiene - « dipenderà la chia-rificazione del pro– blema del Birth C~ntrol in Italia». Non lo rispecchia, per la semplice ragione che tale posizione non esiste; infatti il P.C.I. fino ad oggi non ha elaborato una posizione sua sul pro• blema del _Birth Contro!. Ogni CO· munista militante .che, adoperandò il marxismo-lenismo come guida della sua azione, formula un'opinione sua sul problema in questione (come iÒ ho tentato di farlo), contribuisce - semmai - all'elaborazione di una po– sizione del Partito tutto, se a tale si dovrà addì veni!e. E però mio parere, che il P.C.I. non prenderà mai posi– zione sui problemi del Birth Contro! né agiterà mai la questione del con– ·irollo delle nascite in sede politica, perché nella sua lotta per i suoi gran– di obbiettivi tattici e strategici e per i suoi obbiettivi storici, questi proble– mi so~o marginali o « non.essenziali ». Tali obbiettivi sono, com'è noto a tutti, amici e avversari, la salvaguar– dia della pace, la realizzazione dei dettàmi della Costituzione della Re– pubblica Italiana. del 1947, la demo- nostre conosçenzc di studiosi, con– danna all'ignoranza le nostre possi– bilità di scien'ziati, offende le nostre figure personali degradandole al di · sotto del rispetto che si acc'òrda me– ritamente a turisti e a uomini d'af– fari, e infine ci tronca nelle mani ogni possibilità di giovare al nostro paese con l'esercizio della nostra professione di medici nelle prove più tremende a cui essa è chiamata a rispondere. Noi perciò riteniamo nostro dovere innalzare la più seria e la più acco– rata protesta contro il Suo divieto, che, immotivato come ci è giunto, siamo costrCtti a considerare quale un atto di sfiducia assolutamente im– meritata da noi, che abbiamo sempre servito con lealtà il nostro paese, ,ossèrvandone pienamente le leggi co~ mc cittadini e desiderandone pro– fondamente il bene come figli. ARMANDOBusrNCO (Professore or-· dinario di Anatomia patologica nella Università di Bologna); GIOVANNI FAVILLI (.l;'rofessore ordinario. di Pa– totogia generale nell'Università di Bologna); PIRRO REDAELLI (Profes– sore ordinario di Anatomia patolo– gica nella Università di Milano). )fJll//ltDopo un mese, l'on. Er1]'lini invia al Prof. Favilli la sua risposta: Caro Collega, il Rettore di codesta Università mi ha inviato copia della Sua -let– tera in data I febbraio; successiva– mente mi è pervenuto l'esposto Suo e 'l:!ei colleghi Businco e Redaelli. In proposito, tengo a farLe pre– sente che dal provvedimento adot– tato esula qualsiasi considerazione di carattere personale: esso è stato determinato, soltanto, da ragioni di carattere generale. Con cordiali saluti• (Firmato ERMINI) Oh, stile tacitiano! oh, mirabile concisione della Minerva nostrana! Però: quali mai saranno le ragioni di carattere generale? Forse anche qui. si è manifestata la sensibilità del buon padre di famiglia, timoroso che padri madri e figli siano atterriti da una più precisa conoscenza degli ef– fetti spaventosi delle bombe A e H. Dev'essere così, perché non· sappia– mo trovare altra spiegazione; tanto più che la sua avversità alle bom-be A e H non è discutibile, anche per un motivo di (apprezzabilissima) fe– deltà alle parole del Pontefice, il quale, fin da Hiroshima, elevò la sua ferma protesta contro i micidiali ordigni atomici. In compenso noi possiamo fin da ora constatare sulla nostra pelle gli effetti della bomba G, made in ltaly by 'Civiltà Catto– lica', volgarmente detta Bomba Ge– suita. OGNVl'IO 810110 e o ts1anco NUOVA REPUBBLICA TEMA PROIBITO COMUNISTI EBIRTH CONT crazia popolare e la società socialista. La .teoria e la pJassi del leninismo c'insegnano, che nella lotta quotidia– na per gli obbiettivi· tattici, strategi– ci e storici bisogna saper individuare gli argomenti, .i temi, gli strumenti, i colpi « essenziali » e sapere scar• tare quelli «non-essenziali». Quest'è un'arte che debbono imparare diu– turnamente i marxisti militanti per trovare e afferrare « l'anello es– senziale della' catena », quello che in un dato momento e in una deter• minafa situazio~e « muove la catena tutta». Parliamo ora dell' A.I.E.D. Sono, naturalmente, d'accordo con i due modi i_n cui l'« Associazione Ita– liana per l'Educazione Demografica » si propone di svolgere la sua azione: promuovere l'abolizione dell'art. 553 C.P., e fare opere di istruzione sul concetto della generazione volontaria; ho reso chiara la mia approvazione nei miei articoli su pagg. 1727 e 1751 del « Calendario del Popolo ». Nell'ultimo di questi però ho mes– so in rilievo anche tutto quanto mi fa dissentire dal programma del– l'AIED, e cioè essenzialmente la pre– messe. su cui questo programma si basa. Infatti: io non ravviso affatto « fra le cause più gravi >> dei nume• rosi mali sociali elencati nella !)rima parte del programma, né « l'alta den– sità di popolazione del nostro paese commisurata ... soprattutto con l'esten– sione del suolo coltivabile», né « l'in– controllata prolificità ... ». Desisto dall'esposizione sistematica di tutti i numerosi argomenti che si oppongono alle premesse del program– ma dell'AIED. Ne formulo solo bre– vemente e un po' alla rinfusa i pri– mi chè mi vengono alla mente. Come si può parlare seriamerAe di « alta den• sità di popolazione.:. commisurata ... con l'estensione del suolo coltivabile» in un paese, in cui vivono nella mi– seria milioni di contadini senza terra, proprio àl cospetto di immense distese incolte, di' suolo coltivabile ma non coltivato perché proprietà inviolabil\ di latifondisti a tipo medievale? Non è evidente che, di fronte a tale realtà economico-sodale, è essenziale lottare per togliere il suolo coltivabile a co– loro che ne ·impediscono lo sfrutta– mento e per darlo a coloro che lo lavorano, e non è essenziale agitar~ la questione della ptolificità di questi sfortunati contadini? :8 essenziale in questo caso, come in altri, quella lotta che serve a rimuovere le « vere· cause dei... mali». E le vere cause sono economiche e non biologiche. Ebbi occasione di conoscere e di studiare un paese sud-americano cfotato in strab– bondanza delle più svariate ricchezze minerarie ed agri,ole che .la natura possa offrire - ricchezze latenti,_ rion sfruttate né elaborate perché nelle ma– ni inerti di proprietari privati; la densità media della popolazione in quel paese è di 3,3 anime per chilo– metro quadrato; eppure il 98% degli abitanti, ossia più di tre milioni di · esseri. umani, vivono in una miseria ancora. più profonda di quella che affligge le contrade più povere della nostra Lucania. La causa, Jà come qua, è il medesimo assetto economico, e non la densità della popolazione. La Cina, dieci anni fa, secondo tutti i . testi seri e benpensanti della geogra– fia borghese, era il pae!e classico eh.e « non riusciva a nutrire la sua popo– lazione in eccesso colllmisurata con l'estensione del suolo coltivabile»; og– gi, nel medesimo paese, non solo non si muore di fame,· ma per •la prima volta nella sua miJlenaria storia si ·producono cereali in eccedente vendi– bile sul mercato mondiale; si esten– dono le aree coltivate . e -si e<\ifi– ca una gigantesca industria nazionale. Perché? Forse è diminuita la popola– zione cinese? Nient'affatto: la nata• lità in Cina ·è anzi in aumento. La vera ragione è che si è mutata la struttura economica, si sono cambiati i rapporti di proprietà e di produ- zione. · Dissento dalle premesse ~ram– ma del!' AIED, perché rigetto la tesi di queste premesse non solo come er– rata affermazione teorica, ma perché ritengo che esse son atte - nella prassi dell'azione ideologica e politi– ca - a distogliere l'attenzione d·alle vere cause dei mali della nostra so– cietà e dalla lotta necessaria per la loro vera e definitiva eliminazione. DO.ll} JNICOCARBONFJ * * I I Pa,·tito Comunista aspira in Ita– lia alla conquista legt1/e del po– tet'e e preferisce non impegnarsi ufficialmente nella difesa di p,·incipi che, a mio avviso, possono urtare la suscéttibil,ità dei suoi membri, contem– poraneamente cattolici e marxisti: la di. fesa delle minoranze religiose, /' isti– tuzione del divorzio, la propaganda per la limitazione delle nascite. Ma pe1' l'argomento che inte1·essa, è sufficiente constatare ( e ce ne ralle– griamo) ·che il P.C.l. lascia i suoi t1dep– ti liberi sia di giudicare e affronJare ognuno a suo modo il problema del Blrth Contro/, come di partecipare al– i' attività del/' A.l.E.D. Il doti. Carbone è dunque d' accor– do con noi sulla necessità di abrogare l'a,·t. 553 C.P. che ostacola in Italia qualsiasi se1'ia diJcussione sulla que• stione; e approva a/t,-esì il principio umanitario e ·squisitamente libfrale del– /t1, ' 1 generazione consapevole". Da parte mia non ho difficoltà a precisare ch·e non ritengo il Birth Con– tro/ la panacea di tutti i mali che affliggono' il nostro /1aese. Sarebbe troppo semplicistico. Ma anche i cie– chi, e non pochj cattolici, additano nel– la sovrapopolazione 11110 degli ostacoli più• g,·avi t11la ,·ip,·esa del /Jaese. JI doti.· Carbone aggiunge però a questo proposito: basterebbe mutare il regime politico e automaticamente avremo ,-j. solto i problemi che ci affliggono, No-fl. sono cosi ottimista, e qui rias– sumo alcune 1·agioni per non esserlo. Noi diciamo che c'è sovrapopolazione quando manca /' equilib,-io fra il nu– mero di abitanti e le possibilità /m· essi di conseguire quel livello di vii" chè la comunità ritiene giusto ed uma– no. (li mero· rapporto: popolazione– territorio è insufficiente: ci sono nazio• ni ad alta densità di popolazione più ricche di alt,·e poco popolate; e vice– versa). Saremmo soddisfatti se lo stan– da,·d di vita delle popolazioni del Sud fosse identico a 'fjUel/o de/Je zone in– dustria/i del Nord, per quanto questo ci appaia già insufficiente ,·ispetto allo standard ame1·içanoo inglese. Ora in Ci– na posso concordare col mio intei1ocu. to1·e che siano cessate le con-uttele e le diseguaglianze sociali di un Jempo; ma il teno,·e di vita di quelle popo– lazioni non si è pe,- ciò stesso alzato di colpo. Riporto per esteso da un rnppo,·to di Attlee dopo il suo ,-eceizte Piaggio. in Eslt'emo O,-iente (Nuova Stam)?a, 11 seJtemb,·e 1954). « ... Sµ vm·ie questioni ci venivano t/-ate risposte ispirate alla più rigidt1 01·todouia comunista. Per esempio, tr proposito del tenor di vita, essi so– stenevano che il nostro benessere stt• periore è dovuto allo sfru11amento delle colonie. Quemdo io li invitai et spie• gt1re perché mai· la Danimm·Cet, tt,• Svezia e la Norvegia siano così pro– gredite in questo campo, non poterono rispondere. fio consh1tato che l'atteggiamento del governo cinese sul p,·oblema de– mografico si fonda· su/l'opinione che l'accrescitnento nume1'ico sia di per se stesso una cosa buona~ Essi p1·evedono un armiento di .dodici milioni.• di JtO· mini all'anno; interrogati sui mezzi . di sussistenza che possono offrire a questa popolazione crescente, rispon~ dono che c1 è ancora molta. terra non sfruttata. Quando facemmo osse1·vare che' questa è una risposta. valida solo a bréve scadenza, e citammo l'esperien– Ztt di cdtre nazioni, come l'India, ci disse1'o che bisogna cercare un aumento della produzione. Poiché noi obiette1mmo a nost;·ct 1iol• la che· la cosa davvero importante è il ,·appo,·to f,·a la produzione e il numero dei conS1miat01·i, e che è so– prattutto desiderabile rm migliÒ1'amen• · to del tenore di vits., essi non pote- 1'0110darci una veret risp0sta e si ac• contenta,-ono di t1ffemzare che la Cina giudica la potenza demografica non meno desidernbile che un. inc1'emento di consumi. Essi sembrano jJensare che una certa riduzione delle nascite sJa o/)JJOrtunanelle città, ma. non in cmn• pagna. Gua,-dando t1! solo problemr1 edilizio, forse è così; però essi stessi ricono.rcono che cl vo1Ta11nodei de– cenni Jn:ime, che le abitazioni 1'U1'ali 11g1u1glinola medit1 delle abit,1zio11i cittadine, quantunque la qualità di que– ste sia ancora, dal nostro punto di visia, deplorevolmeute bassa >>. . Ancora: in tutti i paesi del mondo, 1 1 r1umento della meccanizzazione agri• colei po1·ta ad una costante diminu– zione di memo d'opera ag,ricola. Lo stesso discorso vale pe1· la Cina e per qualsiasi alt1'o paese che !!2.glia elevare il benessere della sua pof,olt1- zio11e; /'esempio dell'URSS ci dice quali sforzi e quanti eumi e quale in– flessibile dittatura siano necesulfi per qur1lificeffe in industriale unct popola• zione attiva agricola; quel/' URSS che, badiamo bene, si vide per ragioni eco– miche costretta fino al 1936, ossia per quasi vent'anni, a legalizzett'e l 1 C1borto. L'Italia poi, in· parngone all'URSS, è meno ricca e più popolaJa; e in)r;ltt'e ha già un carico enorme di manova– lemza 11011 qualificatrt e di disoccupati, c1'esce ,ti ritmo di 400.000 anime al– i' anno, si vede chiudere tutti gli sboc– chi de/l'e11iigrazione e infine possiede une, classe dirigente - politica ed ecònomica - che eccelle in mediocrilcì e corruzione. C,·ede il doti. Carbone che 1111 regime conum'i.rta risolverà questi dilemmi an– nosi, ignornndo il Jn·oblema del co11- 1t·ollo delle nascite? GUIDO TASSI, RI NUOVA REPUBBLI j!IIINDICINALII POLl'l'ICO Esce il 1 Oeil 25 diognimese in ottoopiapagine Comitato Dir,uivo: P, CAL!ffl • 1. CODlfiNOLA • P. VITTORELLI S•1ntar~ di redasion,: G.fAYATI R,dadon•• Fireue, Piuza della Libertà, 15 (50998) Àmmini•tra•iori•: Firenze, Piana Indipendensa, 29 (483207-08) Abb. annuo (Italia e Francia): L. 850, semestrale L. 450, trimestra1e L. 250 (Estero, rispettivamente, U00, 600, 300), Abb. sostenitore: L. 5000. Sottoscrizione mensile: L. 200. Un numero ordinario: L. 35 (Estero, 45) Un numero arretrato: L. 4-0 (Estero, 55) Un'annata arretrata: L. 1000 (Estero, 1200) a/a poetale 5/6261 (L• NuorJ• Itali•) Fireoae ALlttrlu, del Trib. dl ftr1nu n. 178 del 80.-12~1852 Stabilimenti tipolitografici Vallecchi. Firenze, Viale dei Mille, 90 Responsabile: TristanoCodignol~

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