Nuova Repubblica - anno III - n. 6 - 25 marzo 1955

L. 35 • Spedizione In abbonamento poatale (Gruppo Il) A pag. 2: Portare nel paese la lotta contro i monopoli •IN ' - CESACLAUDIO Via Risor~imento,3 -presso Terreni p I s _, Anno III - N. 6 (54) QUINPICINALE POLI,TICO Firenze - 25 marzo 1955 OLIVIERO ZUCCARINI: Portare nel paese la lotta contro i monopoli (pag. 2) - PAOLO CORAZZA: I miracoli tedeschi (pag. 2) - SEMPRONIUS: Profilo pratico dell'E11te Ma– remma: Assegnatari senza codino (pag. 3) - CLORINDO PAVAN: Tries(e llolia11a: Il g;oco delle parti (pag. 3) - PAOLO PAVOLINL Crepuscolo degli dei (pag. 5) - L'on. Vigorelli tace ... (pag. 6) - Lettera agli elettori degli on. Mello11i e Bartesaghi: Restiamo in parlamento (pagg. 6 e 7) - DOMENICO CARBONE e GUIDO TASSINARI, Comunisti POLITICA UNIVERSITARIA L 'UGI sta conoscendo un n10- menlo di favore nel paese. Il recente scioglimento del CUOI, or– ganizzazione universitaria comuni– sta, e l'invito ai suoi aderent-i a confluire nell'UGI, hn prodotto una serie di dkhiarazioni favorevo– li '\'erso l'Unione goliardica, sia da parie dei con1unisti che vi vo– gliono entrare, sia da parte degli unticon1unisti che vi vedono la for– za che ha sconfitto sul piano uni– versitario i con1unisti. Erano note, inoltre, le simpatie « ugine » di 1nolta grossa stan1pa d'inforn1azio– ne, così co1ne di tutto ((uello schie– ran1ento politico laico sostenitore della cosidetta politica governativa di ceritro. Cli osservatori politici più acuti avevano a loro volta rile– vato come le istanze autonomisti– che dell'UGI e In sua stessa in– terpretazione del laicismo andas– sero parecchio al di là delle formu– lazioni politiche dei Ire partili lai– ci governativi, ed aprissero corag– giose prospetth·e di rinnovan1ento a tutta la realtà politica nazionale. Proprio questo concorrere di in– teresse e di simpatie verso l'UGI fa sorgere tuttavia il /Problen1a se e fino u che punto si tratti di fidu– cia non dico ben riposta, ma piut– tosto suscenibile di produrre nel– l'UGI stessa un approfondimento cd una quaJifi.Cnzione in senso ve– ra1nente positivo. E; facile, infatti, osservare che molte delle simpatie riscosse dal– l'UGI sÒno basate sull'equivoco o sulla speranza di dare a tale for- 111.azione universitaria un contenuto che essa non ha o non ha in mi– sura determinante. Ed è altret– tanto evidente che c'i: nell'UGI una certa costitutiva a1nbiguità che, se da un lato pcrmene !li operare e di avere successo, dal– l'altro lato la hloccn e la isterilisce pericolosamente. L'UGI ha parlato di insufficienza di partiti, li ha accusati di vedere nell'università un'occasione di pro– paganda e d'influenza e non un luogo di for1nazione autonon1a, e ha cercato le proprie radici nella tradizionale goliardia degli « Or– dini » e della liturgia carnasciale– sca. Di qui è nata una terminolo– gia e una « visione del n1ondo » vera1nente parlicolare ed interes– sante, anche se, co1ne si è da varie parti ossen•ato, sostanzialmente astratta ed astorica: una visione, cioè, per la quale gli studenti deb– bono rinunciare a tutti i contenuti politici e culturali che non rien– trano in tutto e per tutto nell'am– bito universitario e debbono inve– ce vivere « gon1ito a gomito» fra di loro, in una sorta di integrali– smo goliardico per cui i più 1na– turi e preparati agiscono conte ... apostoli nei confronti di chi bada solo alln discussione dei problemi strun1entali con cui garantire (1ue– sto « vivere insien1e » degli stu– denti. L'arnta polen1ica dei goliardi dell'UGJ verso gli altri gruppi universitari è perciò fornita dal– l'accusa di ron1pere l'unità goliar– dica, e di essere cattolici o con1u– nisti o socialisti pri1na che « go– liurdi »: accusa che ottiene un fa– cile successo laddove può lusin– gare l'insopprimibile qualunqui- smo della maggioranza degli stu– denti delle nostre università, ma cl.te si rivela a lung11 scadenza del tutto incapace di definire una linea 1>olitica autentica. Pertanto, la caratteristt'ca che a noi sembra ·più evidente della situazione prodotla dall'UGI nelle università è quella di una base qualunquistico-goliardica e di un vertice tecnicistico-politico total– mente assorbito dai problemi spe– cifici degli organismi rappresen– tativi. S'intende che l'UGI non è tut– ta in questi rilievi, e che in essa sono fern1enti e prospettive vitali ed importanti; ma quello che a noi sembra, e quello che in so– stanza temiamo, è che questi fer- 1nenti e queste prospettive nascano oggi proprio contro l'impostazio– ne fondamentale dell'UGI, e non trovino n1odo di esprimersi più validamente proprio a causa di t1tle impostazione. Si parla, oggi, dell'intenzione di alcuni dirigenti dell'UGI di da– re alla loro organizzazione ]a ve– ste di n1ovimento giovanile, dotato quindi di estensione extrauniver– sitaria; ma proprio nel tentativo di profilare quella che sarebbe questa estensione e gli aspetti in cui si potrebbe caratterizzare, emerge ltttla l'impossibilità di dare una validità più che universitaria a un movimento che ha per unico contenuto il mito dell'università co1ne integra]ismo goliardico. , Si tenta, da nitre parti, di dare vita a gruppi di universitari so– cialisti dell'UGI, dimostrando così In coscienza che l'UGI in quanto tale non accontenta né esaurisce le più anlentiche possibllità di esperienza degli studenti; ma non a caso si rivela contrastatisshna la nascita di questa « corrente » socialista dell'UGI, proprio perché ciò significherebbe In morie del– l'UGI come negazione di ogni cor– rente. Dopo questi rilievi, c'è vera1nen– te da domandarsi che cosa signi– fica il fallo che l'UGI rappresenti oggi- circa il 40 per cento degli universitari volanti (di. ques_ta lo– ro rappresentatività gli « ugini » si fonno forti contro coloro che essi giudicano· incapaci e impo– tenti per una presunta vocazione nll'isolamento ed alla condizione di ·minoranza). Se l'UGI rnppré– sentasse il cento per cento degli universitari, potrebbe giustificare certe sue affermazioni e la sua stessa terminologia (anche se ciò ci sembra ben poco augurabile se l'UGI è quélln che abbiamo deli– neato); ma il fallo che rappre– senti il 40 per cento. degli uni– versitari significa che essa non può continuare sulla sua strada at– tuale, significa che oltre ai goliar– d.i ci sono nell'università i catto– lici ed i comunisti, i socialisti ed j fascisti. Ciò non vuol dire che non sia rnlidn l'istanza dell'autonomia nel– le università: ma quello che oc– .corre, è che questa autonomia di– Yenti scelta politica autentica, e non si limiti ad essere un motivo di folklore goliardico. L'autono– mia si difende oggi sulla base di esalle consapevolezze politiche e di autentici contenuti culturali; e non si difende nelle università perché esse siano luoghi privile– giati o con1unque particolari ri– spello al paese, ma si difende nel– le università come nelle fabbri– che, nelle amministrazioni comu• nati come nel Parlamento. LVDOVHO i.CTH PERINETrt 1bt10 eca Gino Sia.neo SOMMARIO e Birth .Contro! (pag. 8). - RASSEGNE: /talia, oggi: Situazione mcnclcsiana? (pag. 4) - Cose di Francia: Ciarlatani a parte (pag. 4) - Lavoro e sindacati: Questi patti agrari; Che faccia, on. Bonomi, de il CAPOLEGA (pag. 4) - )5 giorni nel mondo: Caso Bevan, gra– vissimo, di PAOLO Vn70RELLI (pag. 5) - Gruppi al lauoro (pag. 6) - J>agi,ie di cullura con– l~mpora.nea: II movimento sindacale in Italia, di L. REPOSSt (pag. 7) - Plau.ri e botte, di OGNUNO (pag. 8). AN·C'ORA SULL'INIZIATIVA L MALFA DOPO ILQUADRIPA S CRIVEVO, il 10 febbraio scor– so, in questo stesso giornale, quello che Unità Popolare aveva fatto, e quello che poteva pretendere, con tutta l'umiltà con– sigliatale 1 da Salvemini, e con guai– che fiducia nell'umiltà degli altri in più, che si fosse disposti a ri– conoscerle di aver fatto. « Abbiamo segnato un punto » dicevo « attraverso il quale è ne– cessario passare ». Mi aspettavo naturalmente che il primo riconoscimento ci venisse dalle cose, e l'acuirsi della crisi governativa, e di ogni partito al governo, dopo i risultati del Con– siglio Nazionale del Partito Libe– rale, la rivolta della sinistra di que– sto partito, l'iniziativa di La Mal– fa, la provvisori";. del compro– messo Fanfani-Scelba, confermava– no infatti l'urgente esigenza di quell'accordo duraturo tra demo– cratici e fra democratici e sociali– sti, che noi avevamo dimostrato possibile, e del guale àvevamo dato · l'esempio con la costituzione di Unità Popolare. Dungue è giusto che le cose, se pur contrarie o diverse rispetto ai nostri desideri ma non alle nostre previsioni, ci vadano per la mente, e la riempiano di scientifica soddi– sfazione. Ma non vorrei che ci ral– legràssimo troppo di guesta scien– za o p9litica obiettiva di cui parla il Nenni, e di cui parlava in un certo senso anche Giordano Bru– no: non vorrei, come diceva ap– punto il Bruno, che la mente ci andasse essa per le cose, e che ci capitasse come a guella fantesca, che cercava l'intelletto con la lan– terna. Perciò mi sembra almeno altret– tanto giusto accogliere con soddi– sfazione un altro tipo di riconosci– mento: guello che ci è offerto da– gli uomini : da altri uomini, che avranno anche loro le loro scienze o politiche oggettive e le loro· og– gettive ed allegre certezze, ma che in gueste allegre certezze non cre– dono evidentemente di dover esau– rire la propria intelligenza e la propria volontà. Ho letto, per esempio, in g_u:• sti giorni, un editoriale della nv1- sta C om11n it à sulla « Crisi del guadripartito e nuove prospetti– ve ». In risposta a La Mal fa, e in perfetto accofdO con noi, Comunità afferma che neppure la costitu– zione di una lega, o federazione, o alleanza, che riuscisse a racco– gliere tutte le forze di democrazia e di progresso oggi operanti nei vari settori! basterebbe da sola a risolvere la crisi di oggi, e che il ricupero democratico del Partito Socialista Italiano resta la questio– ne di fondo della nostra demo– crazia. Si può guindi iniziare senza preamboli la conversazione con la rivista milanese e trarre subito le conseguenze della sua e nostra af– fermazione : bisognerebbe che la lega o federazione o alleanza non solo non fosse esclusivamente o prevalentemente una lega o federa– zione o alleanza di democratici an- di OIACOMO NOVENTA cora operanti nel quadripartito e non decisi a separarsene, non solo non si proponesse quello che è stato giustamente chiamato un cam– bio della guardia all'interno del quadripartito, ma che in essa pre– valessero, senza settarie esclusioni di nessun ripensamento e di nes– sun ritorno, i gruppi e gli uomini politici più adatti a facilitare l' effet– tivo e definitivo ricupero del Par– tito Socialista Italiano. A dirla schietta, e senza false modestie, antipatiche, ne sono si– curo, anche a Salvemini, bisogne– rebbe cioè che l'iniziativa La Mal– fa fosse non solo corretta, ma ra– dicalmente trasformata e ripresa da Unità Popolare. Vero è che la Democrazia Cri– stiana ed il Partito Socialista Ita– liano potrebbero anche credere di fare a meno di La Malfa e di noi. « Se fino ad ora gli appelli che al Partito Socialista Italiano ha lan– ciato a più riprese la Democrazia Cristiana per una rottura dei rap– porti coi comunisti preliminare ad ogni possibile intesa o discussione, costituivano evidentemente - dice Comunità - piuttosto degli alibi che concrete prospettive politiche, non è improbabile che a un certo momento il discorso cambi, e che un punto d'incontro fra sinistra cattolica e Partito Socialista si tro– vi». Ma aggiunge, ed anche gui il suo parere è identico al nostro, che « un'intesa del genere avrebbe ben altro significato e portata se dov6Sse passare attraverso un rag– gruppamento progressista di larga base che ne costituisse il fulcro, il punto di convergenza e insieme la garanzia democratica, piuttosto che operarsi semplicemente con un sal– to sulla testa dei vari partitini (la cui fine sarebbe segnata) e un ac- cordo diretto con relativa sparti– zione di compiti». Dunque? si chiede Comunità. E a me pare che nel resto del suo discorso non ci sia oltanto l'espres– sione di un'identità di pareri su alcuni problemi essenziali o l'im– portantissimo richiamo sul modo di intendere modernamente il laici– smo o il semplice riconoscimento della nostra funzione politica. Ma un invito ad agire. Le vostre critiche ali' iniziativa di La Malfa sono giustificate - ha l'aria di dirci Comunità. « Una concentrazione di forze democratiche che volesse avere un significato e ridestare una speran– za... dovrebbe estendersi... a tutte quelle associazioni, gruppi, movi– menti di opinione, forze culturali, anche urganizzati con scopi non prevalentemente politici, ma inte– ressati al consolidamento e al pro– gresso delll democrazia :... non potrebbe limitarsi ai partiti attual– mente rappresentati in Parlamen– to... non dovrebbe essere sempliçe– mente un'operazione parlamentare. Crediamo che una delle iatture più gravi della situazione italiana sia derivata dal fatto che i partiti di terza forza, eredi tradizionali di molte aspirazioni democratiche, si sono adattati sotto la spinta di con– tingenze politiche alla funzione di partiti - cuscinetto. La creazione di un superpartito - cuscinetto segne– rebbe forse la fine delle speranze democratiche. Occorre invece che tutte le aspirazioni di rinnovamen– to, comuni alle maggioranze ope– raie e a larghi strati del ceto me– dio, siano espresse da una forma– zione politica che non si chiuda nel programma tradizionalmente puro della terza forza, ma si apra coraggiosamente alle esigenze pe– rentorie delle masse popolari, so– cialiste, e cristiane». Non si potrebbe dir meglio. Ma dopo di ·averci detto tutto guesto, Comunità ha anche l'aria di chie– derci : poiché le vostre critiche al– l'iniziativa di La Malfa sono giu– stificate, che cosa pensate di sosti– tuire a guell'iniziativa? O vi illu– dete che ciò che giustifica le vostre critiche giustifichi anche la vostra inerzia? E se invece siete già, se avete già costituito con Unità Po– polare il primo nucleo di una for– mazione politica che non si chiuda nel programma tradizionalmente puro della terza forza, come pen– sate di orgfoizzarvi, quale formula organizzativa pensate di adottare per permettere ad altri nuclei, (Hgu• a pagina 2)

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