Nuova Repubblica - anno III - n. 5 - 10 marzo 1955

N UO VA ltEP U BBL1(A 3 . ELB A SC ONO SC I U T A no aumentato di una lira It' 5000 lire di Leopoldo, Perciò si sente dire dalla gente delI'Elb,,: era Int'blio Leopoldo! zionare, gli opemi uscirono, lo ~tabili­ mento fu demolila e il terreno fu do– nato dall'ILVA all':unmini:.trJ/iollc (U– munale comunist:1 di Portofermio dove i (i sottoccupati )) dt:i l,lntieri J i 1.1- \'oro stilnno lO:.trul!ndo un at'roporto, ERA MEGLIO LEOPOLDO! Un'altra operazione a danno cldl'iSt)– la fu il « piano Sinigallia » I)er il quale furono demoliti gli altiforni dt'l· lo stabilimento siderurgico e la ce– menteria di Portoferraio,· Per impl-dire l'abbattimento degli altiforni gli ope– rai, guidati dalla Camera dci lavoro, occuparono lo stabilimento che fu cir– condato dalla polizia, In seguito, per iniziativa socialista, fu fermata anche la centrale elettrica, che era l'unico « reparto» efficente all'interno dello sta– bilimento. Quando la centrale fu fer– mata anche le miniere, che da questa avevano l'energia necessaria ai lavori, sospesero ogni attività. La società I LVA, toccata nel portafoglio, scese allora a patteggiare, ma dopo quattro giorni di trattative, i dirigenti sindacali comunisti dettero l'ordine di cessare l'agitazione. La centr,lle riprese a fun- Perché tanta magnanimit,ì. da p.lftc dcll'lLVA vcrso i comllni~ti ? Anche la cClllenteria fu ceduta :11 tOmune di P()r+ toferraio che si dice l'avrebbe H:nduta ad un'industria privata rom.lO:! per tren– ta milioni quando si sa che il suo va– lore reale si aggira sui 150 milioni. Perché l'IRI che gestisct' la « Cemen– tir» di Bagnoli non è intervenuta a Portoferraio ? La Cementeria sarebbe stata un ouimo affare per l'IRI. perché il sottosuolo elbano è ricco di buona « marna )) che è la mnteria prima per la fabbricazione del cemento, senza contare che nello stabilimento sono rimasti grossi quantilativi di scorit., di alto forno anch'esse utililZahili. l N questi ultimi anni all'isola d'Elba sì è sviluppato molto il turismo, ma non si può contare soltanto su que– sta attività per risolvere i problemi del· la miseria e della disoccupazione che regnano nell'isola. Oggi all'Elba si re– spira un'aria coloniale. l 'economia del luogo si basa sui trasporti, sulle mi· niere e sull'agricoltura. Trasporti e miniere sono appannaggio di monopoli privati e l'agricoltllra" è poverissima. Gli ahit..nti della città vivono con la beneficenza della Cassa del Mezzogiorno o lavorando saltuariamrote nei cantieri di rimboschimento. I contadini, quasi tlltti piccoli proprietari, coltivano con mezzi primitivi il loro pezzetto di ter– ra e molti di essi non bevono il vino che producono, perché sono costretti a vcnderlo tutto per comprarsi il pane, I grossi monopoli dell'Elba sono: la Soc, An, di Navigazioqe Toscana, la Montecatini e la FERROMlN, La So- , cietà di Navigazione che ha il mono– polio dei trasporti, riceve dallo stato un contributo annuo di 330 milioni: quasi un milione al giorno, La sua ta– riffa-merci per il tratto di mare (km, 25) che congiunge Piombino a Porto– ferraio, è di 440 lire al quintale, Se il servizio fosse assunto dallo stato, il trasporto, per lo stesso percorso, non costerebbe più di 70 lire al quintale, Lo stato risparmierebbe così un milione al giorno e gli elbani godrebbero di un costo della vita quasi uguale a queIlo del continente. Nell'isola esistono giacimenti impor– tanti di minerale di ferro e di pirite che, se fossero sfruttati con criteri migliori, potrebbero favorire il sorgere e lo svi– luppo di molteplici attività derivate. Invece per quanto riguarda la pirite il governo ne affida la ricerca alla sola Montecatini e per questo la paga pro– fumatamente, La Montecatini trova la pirite e la ricompra dallo stato, atte– nendola così praticamente gratis, In realtà esiste una clausola nel capitolato di appl!lto che vieta la ri(\,.l'ca e lo sfrut– tamento del minerale di ferro da parte di industrie private, ma si è trovato il modo di dimostrare che la pirite del– l'Elba è troppo ricca di zolfo per essere considerata pirite ferrosa e così la Mon– tecatini ha avuto via libera. Questa, che è un'industria « verticale », dalla pirite ricava per sé l'acido solforico e ri– vende i residui (ceneri ferrose) :\Ile in– dustrie controllate dalI'lRI, cioè allo stato, , L'escavazione del minerale di ferro è statà data in appalto alla FERROMIN che è un'emanazione dell'lLVA, ti ca– pitolato di appalto vieterebbe alla so– cietà di subappaItare ad industrie pri– vate, ma ciononostante la FERROMIN ha dato incarico ad un'altra società, la SALES, di effettuare i lavori di scoperta del minerale. Alle giuste rimostranze di alcune coperative di lavoratori disoccu– pati ; Ibani, che reclamavano per sé quel lavoro, la FERROMIN ha risposto che, avendo la. SALES un·adeguata. attrez– zatura tecnica, poteva svolgere 11 la– voro di scoperta per un compenso di sole 250 lire a tonnellata, Le coope: rative sarebbero state ben felici di ot– tenere quel lavoro perché avrebbero po– tuto impiegare 30 operai in più di quanti sono attualmente in forza alla SALES, ma non c'è stato verso, " subappalto è rimasto alla SALES che ne trae lauti profitti. Mi dicono che la FERROMIN non rispetti nemmeno gli oneri che il capitolato di appalto le impone: istituire in ogni ·comune di di PIETRO BiA.NCONI appalto una seconda condotta medica per la cura dei dipendenti e dei loro familiari; costruire impianti di la– vaggio' per le terre ferrifere di Calamita; manutenzione delle strade demaniali; riparazioni di ponti crollati nelle mi– niere t'c. M A nella storia dell'escavazione del ferro elbano c'è un episodio cht: merita di essere raccontato per la sua comica assurdità. Quando Leopoldo, granduca di 'Toscana, venne in pos– sesso dell'isola d'Elba si impadronì pure delle miniere che appartenevano ai comuni di Rio Elba, Porto Azzuzro e Capoliveri, ma in comj'enso, esonerò gli elbani dalle tasse e dagli obblighi militari e concesse al comune di Rio Elba un canone annuo di 5000 lire, Tale canone voleva essere il compenso per l'escavazione media di 100 tonnellate aM ue di minerale, Quando nel 1860 la Toscana fu annessa all'Italia, le miniere divennero di proprietà dema– niale e ai poveri elbani fu nuovamente imposto di pagare le tasse e di fare il servizio militare, ma il canone ri– mase sempre di 5000 lire, Nel 1918 l'escavazione di minerale all'Elba raggiunsè quasi il milione di tonnellate, Il governo affidava le mi– niere ad industrie private; queste in– cassavano enormi profitti, ma nessuno si sognò di aumentare di conseguenza le 5000 lire e di estendere il beneficio anche agli altri comuni del versante mi– nerario, Poco prima dell'avvento del fascismo, grazie alla tenace volontà del sindaco socialista di Capoliveri, Ezio Luperini, i comuni elbani di cui si parla ottenne– ro il diritto della partecipazione agli utili in ragione di una lira per ogni tonnel!ata di minerale escavato, e - fatto nuovo nella storia del movimento operaio italiano - una pensione ; ita– lizia di lire 250 mensili per i minatori che raggiungevano il sessantesimo an– no di età. (La storia di questa lotta condotta dal sindaco Luperini e dai comuni interessati, assistiti dall'on, Ma– digliani, contro la Soc. Mineraria Elba, merita. una trattazione a parte), Questi comuni avevano allora un bilancio an– nuo di 60,000 lire; una lira per ton– nellata voleva dire 250.000 lire annue da aggiungere nella voce delle entrate, Ma venne il fascismo. Purgarono i sindaci, bastonarono gli oppositori c: imposero i podesta. I comuni elbani persero ogni diritto; non solo, ma pa~tendo il fascismo dal concetto che le industrie andavano sostenute, negò ai comuni il diritto acquisito di sotto– porre all'imposta di consumo i generi che la « Società» introduceva nella cinta daziaria dei comuni stessi. Si di– menticò però di togliere le 5000 lire al comune di R:io Elba, Nel 1927 i podestà dei quattro co– muni minerari (strano ma vero) inizia– rono una azione penale contro lo stato perché il canone di lire 5000 fosse ele– vato in proporzione all'aumentata esca– vazione (da cento tonnellate a un mi– lione)! e perché si riconoscesse il di– ritto di dazio sui generi importati d..lla societ:ì. Ma intervennero Ciano ed altri gros– si gerarchi dc:l regime e i podestà !'i ritirarono in buon ordine; anzi, uno di loro, il meno remissivo, fu espulso dal partito e licenziato dall'ILVA. Oggi, le cose stanno ancora a quel punto: il comune di Rio Elba riceve ancora le 5000 lire e la FERROMIN non paga il dazio. Intanto mentre la Montecatini (che tra l'altro sta effet– tuando ricerche radioattive) e la FER– ROMIN succhiano dall'Elba minerale, pirite e miliardi, un comune elbano riceve ancora lo ' stesso « indenizzo ) concessogli. dal Granduca di Toscana, Un secolo, innumerevoli guerre, distru– zioni, svalutazioni monetarie, non han- Perche: tanto disinteresse per l'Elba? u . S. A. e A merica L atina D A B V O N I V I C I N I a B V O N I 5 O C I S E il 1953 fu per l'America Lati· na J'anno in cui si posero in tutta la loro crudezza il problema agrario e la necessità di riforme radi– cali nel sistema della proprietà terrie– ra (con le riforme agrarie della Boli– via e de4 Guatemala e la revisione del– la politica agraria messicana, che ten– de sempre più a distruggere J'« ejido » comunitario e a protegger:e la piccola proprietà), il 1954 ~ stato invece l'an– no in cui si ~ posto con altrettanta crudezza il problema delle relazioni in– ternazionali dei paesi latino-americani, praticamente le loro relazioni con gli Stati Uniti. Un esame superficiale dei principa– li avvenimenti dell'anno ci mostrerà co– me ultÌmamente queste relazioni hanno subito un'evoluzione, L'anno si iniziò con i preparativi per la IX Conferenza interamericana di Caracas. Il governo democratico costaricano di ]osè Figue– res, decise di non parteciparvi in segno di protesta contro il regime dittatoriale del Venezuela (colonnello Perez Jime– nC"l), Se la Conferenza avesse tenuto conto di questo avvertimento i risultati avrebbero potuto essere positivi. La Con– ferenza invece - in una città dove cen- governo del colonnello Jacobe Arbenz, La Conferenza di Caracas è stata il lo– ro strumento per tendere una trappola al Dipartimento di Stato. II Diparti– mento di Stato, anziché appoggiarsi sull'opinione pubblica, ha preferito ri– correre ai governi (la maggior parte dei quali dittatoriali) e accettare, se non appoggiare, la vittoria del colonnello CastiUo Armas che invase il suo paese e ne cacciò Arbenz. I comunisti riuscirono facilmente a confoncl.ere nello spirito dell'opinione pubblica la lotta anticom~nista con l'ap– poggio alle industrie monopolistiche americane (in questo caso r UlIiud Fmit Co" i cui considerevoli interessi nel Guatemala erano stati messi in peri– colo dalla riforma agraria). L'evoluzio– ne verso destra del governo Castillo Armas, sempre più reazionario sotto la pressione dell'arcivescovado, dell'Uni/ed Fruii e dei grandi proprietari - non ha fatto che regalare nuove armi alla propaganda comunista, Ma dove gli agitatori moscoviti han– no trovato la pappa scodellata è stato a Rio de Janeiro, La Conferenza Eco– nomica, convocata a Caracas, si è riu– nita entro un mese. Dulles non- si è de- tinaia di democratici sono tenuti in pri- I gnato di metterci piede, E la Conferen– gione, do~e i sindacati liberi vivono~:.iizit> a conti fatti, non ha preso nessun nella clandestinità, e i militari deten- J ~Jccordo di qualche importanza, Tutta- gana illegalmente il potere, dopo aver \'ia ha studiato alcune iniziative che perso le elezioni da essi stessi con· avrebbero potuto modificare l'evoluzio· vocate e controllate - discusse su una ne economica dell'intero continente, Per dichiarazione anti-comunista di Foster Dulles, Quest'ultimo, appena la sua proposta fu approvata, col voto contr~ rio del Guatemala e l'astensione del– l'Argentina e del Messico, abbandonò la Conferenza al suo destino, senza tratte– nersi a Caracas per ascoltare i sugge– rimenti dei paesi latino-americani sui propri problemi economici. Risultato ? Agli occhi del cittadino medio latino-americano, anticomunismo e appoggio ai regimi dittatoriali, san la stessa cosa, 11 compito dei propagan– disti della politica sovietica è stato reso più facile. E ancora più facile è divenuto, dopo gli avvenimenti del Guatemala del lu– glio, Si è potuto const,atare senza alcun dubbio che i comunisti erano riusciti ad infiltrarsi non solo nei partiti de– mocratici del Guatemala ma anche nel esempio il ministro cileno, M. Mont, ha proposto di creare una Banca d'Investi– menti latino-americana, con capitali di tutti i paesi latino·americani e anche (ma non indispensabilmente) degli Stati Uniti. Malgrado le speranze che ave\'a fatto nascere, il progetto è stato respinto dopo la critica dei delegati americani, Allo stesso modo è morta sul nascere una iniziativa che avrebbe potuto coor– dinare l'industrializzazione latino-ame– ricana e mettere i venti paesi ibero-ame– ricani in condizione di discutere da pa– ri a'pari con gli Stati Uniti il prezzo delle loro materie prime, Washington non ha neppure accettato di stabilire un prC"lZo di garanzia per queste ma– terie prime, La conferenza- dunque non ha portato niente di nuovo. La politica di \X/ashington nei rap– porti con l'America L11ina tende SCIll- pre di più ad abbandonurc - nei fat– ti, giacché le apparenze continuano ad esser le medesime - la tattica di buon vicinato instaurata dal Presiclcntt: Roose"elt e seguita da Truman, E' la politica dci buoni soci (nel senso cii soci in affari) che deve rimpiazzarla Giacché \X/ashington appoggia gli in– vestimenti privati americani nell'Ame– rica Latina scoraggiando nello stesso tempo gli investimenti pubblici (Point :V Banca Mondiale ecc.), N HGLf Stati Uniti si sono levate voci contro questa svolta nelle rcla– zioni tra s. U, e America Latina, l e grandi cenuali sindacali, i liberali, i so– cialisti, hanno protest:tto e mOSlCato quanto sia assurda una politica che permette all'uomo della strada di con– fondere il governo americano con l'Uni– tecl Fruit, l'anticomunismo con l'aiuto ai dittatori, il buon vicinato con i buoni affari. L'America latina si tro– va in un momento decisivo clelia sua evoluzione economica e sociale. Essa ha bisogno J per raggiungere l'indu– strializzazione, d'una riforma agraria continentale. Essa ha bisogno a.nche di indirizzare il lavoro, di coordinare gli sforzi di industrializzazione perché sia– no il meno pesanti possibile. Essa ha bisogn'o di capitali internazionali che ri– spettino l'indipendenza economica di ciascun paese (e del continente intero), cioè a dir~ di capitali pubblici, Per aggiungere l'industrialin azione, l'Ame– rica Latina ha bisogno di vendere le materie prime a prezzi convenienti, E deve essere governata da regimi de– mocratici che garantiscano ai contadini. agli Qperai, alla classe me-dia che l'in– dustrializzazione ~on sarà la base pt'r la fon.;jazione di una nuova oligarchia industriait', erede dell'oligarchia dci proprietari fondiari, Vi sono problcmi immediati urgenti, che in nessun caso potranno essere ri– solti senza il concorso degli Stati Uniti. ~{a se W ashington persiste ad igno– rarli, l'America Latina entrer,i in una crisi di crescenza le cui prime vittime saranno le masse miserabili di venti paesi, e le seconde la diplomazia ame– ricana e anche Sii investitori degli tati Uniti, ,'I('Ton l\ lInA

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