Nuova Repubblica - anno III - n. 5 - 10 marzo 1955

8 PLAUSI e b o t t e .... J lettori ricorderanno, (orse, quanto abbiamo scritto su c Nuova Repubblica» del 25 settembre dci– lo scorso anno sul caso Toaldo. Do· po tanti Illesi di misterioso silenzio intorno ad esso pensavamo di ripren– dere l'argomento per rivolgere alle competenti autorità qualche indiscre– ta domanda sulla sorte riservata al dotto l'oaldo, quando abbiamo appre– so che il caso Toaldo è stato fi– nalmente deciso. ]l caso Toaldo, dun– que, è ufficialmente finilo, ma è fi– nilo male. Ragione maggiore, per– ciò, per tarnarci su brevemente. t finilo male perché, aperto cOllle questione chiaramcllw c dichiarata– mente politica, nonostante le pudiche reùcenzc della sede centrale delh, INAM, è finito come questione bu– rocratica. Il dotto Toaldo, direttore della sede dell'INAM di Trieste, è stato trasferito, dopo quasi otto mesi di permanenza a Roma a disposi– zione della Direzione generale, ma in realtà senza alcuna mansione tale da giustificare il richiamo a Roma, ad altra sede. .I aturalmcnte il tra– sferimento passa come provvedimen– to di normale amministrazione, nello ambito dci periodici avvicendamenti di funzionari, consueti in tutte le am– ministrazioni. Ma la realtà è ben di– versa poiché il T oaldo è stato sem– plicemente vittima di una discri– minazione politica. Avevamo già messo in rilievo a suo tempo la montatura politica del caso. Bene, potremmo continua– re ora a elencare tutti gli clementi che confermano quanta parte abbia ;)vutO in questa faccenda la faziosità dei cIerico-fascisti triestini e dei di– rigenti nazionali dell'INAM. Potrem– mo ricordare gli insulsi attacchi dei sindacalisti gialli contro il dotto Toal– do; potremmo ricordare la disonestà de c La Prora :t, organo democristia– no di Trieste, sul quale è apparso un articolo degno dell'c Asso di Bastoni :t ; potremmo ricordare la di– sonestà di quantj, giornalisti o no, non hanno voluto prendere atto delle smentite c rettifiche inviate dal dotto Toaldo, secondo il democraticissimo costume di ribadire le proprie Jllen– zogne tante volte finché saranno ben entrate nella zucca dci lettori. Po– tremmo ricordare come la sede cen– trale dell'lNAM, contrariamente alla prassi in uso presso tutte le ammini– strazioni che difendono a spada trat– ta i loro funzionari nel giusto e nel torto, non si sia minimamente Curata di rispondere alle accuse cosidette tecniche che un sindacalista giallo, degno di menzione soltanto per la sua mala fede, ha rivolto al Toaldo, il quale, trattandosi di materia coper– ta dal segreto d'ufficio t non ha po– tuto replicare, pur sapendo benissi– mo che i rilievi mossi erano, per quel poco di vero che contenevano, da imputarsi non alla sua persona ma agli organi centrali dell'INAM. Venirci a parlare dopo tutto questo di normale trasferimento dci dotto Toaldo fa semplicemente ridere. Ma non basta. Nel mese di no– vembre del 1954 il ministro Vigorelli si esprimeva, in base alle risultanzc totalmente negative di una inchiesta promossa dal suo Ministero, per il rientro del Toaldo a Trieste. Da Trieste, naturalmente, le locali au– torità di governo, valendosi dei lo– ro onnipotenti poteri c t'videntementc preoccupate di non turbare i rap– porti con il partito di maggioranza, si opponevano al ritorno di Toaldo. Alla fine del gennaio scorso il mi– nistro Vigorelli si recava a Trieste per inaugurare il nuovo poliambula– torio dell'INAM, organizzato e attrez– zato per opera del Toaldo. Non ci consta che il ministro Vigorelli ab– bia chiesto come mai non fosse pre– sente all'inaugurazione il dotto Toal– do, tuttavia direttore della sede di Trieste dell'lNAM. Di Toaldo evi– dentementt· non si doveva parlare pill. 11 c Piccolo » di Trieste, beH'esem– plare dci più velenoso fascismo no– strano, trovava sfacciatamente il mo– do di ('saltare quella bella istitu– zione cittadina che è l'Ostello delln Gioventll di Trieste, senza fare nep– pure cenno 'del benemerito fonda- NUOVA REPUBBLICA tOf(', che è per l'apPuJllo il dott. Toaldo, il quale per tutto ril\grazia– mento è stato allontanato da Trie– ste come un malfattore, proprio a causa dell'Ostello. A metà febbraio la signora Gruber– Benco, consigliera comunale social– democratica (indipendente, per for– tuna!)~ interpellava il Sindaco di T rieste per sapere se non ritenesse opportuno C invitare le autorità che sottoposero all'inchiesta il dotto Toal– cio a dare pubblica notizia dell'esito delle stesse con un comunicato, af~ finché non si dica che soggiornare a Trieste significhi essere in un céntro da Klu-Klux-Klan anziché in una città d'Europa >. 11 Sindaco natural– mente, tanto per non turbare la quiete della giungla triestina, dichia– rò l'incompetenza del consiglio co– munale ad occuparsi delle faccende'" private di un uomo che ha portato il bilancio della sede dell'INAM di Trieste da un passivo di duecento milioni a un attivo di venti milioni di lire. Due parole ancora sui nostri c lai– ci :t : il c Mondo », c La Giustizia >, c La voce repubblicana », l'c Avan– ti ' . il c Corriere di Trieste :t, hanno controbattuto inizialmente la campa– gna della stampa fascista, appoggia– ta non soltanto tacitamente dai D.C., contro il dottoToaldo. Senonché, do– po due mesi di polemica tutto è finito; come sempre accade da noi, passato il momento tdi maggior cla– more la cosa non interessa pill, ci si sfoga i primi dieci giorni c ' poi tutto svanisce come una bolla di sa– pone. Una stampa che si stanca cosl presto, che non è capace di soste– nere una buona battaglia, è una stampa inutile. Il dotto Toaldo non tornerà a Trieste ma i nostri c lai– ci" i quali ormai non danno pill prova di vitalità se non quando siano in gioco i loro cadreghini, hanno perso un'altra battaglia. ,. Nel consueto commento che vie– ne fatto se-guire al giornale radio delle 13, il 14 febbraio è stalo trattat.o il provvedime'lIto del Governo md-afri– cano in merito al trasferimento for– zoso dei negri abitanti nel quartiere negro di Johannesburg, provvedi– mento adottato in conseguenza della linea politica rauista seguita da quel governo. Il commhtatore anonimo della RAl ha tenuto a rilevare che: I) - Il provvedimento è .. stato adottato più che per motivi razziali, per demolire le catapecchie del quar– tiere negro, e per allargare con nuo– ve costruzioni, la cittd dei bianchi. 2) - Che il Governo sud-africa– no ha provveduto a costruire un vil- . laggio modello fuori della città, prov– visto di ogni conforto, mettendol() a disposizione dei negri di Johanne– sburg, che, oltre tutto, pagheranno tlelle nuove case affitti molto mi– nori di quanto pagavano nelle cata– pecchie in ciUd. 3) - Che i negri, in considerazio– ne di questo, sono molto contenti del provvedimento, t1.anne alcuni, sparuti gruppi, chiamati c berlinesi :. perché durante l'ultimo conflitto par. teggiarono per Hitler, credendo alle sue assurde promesse di edificazione di una repubblica neg,.a nel Sud– Alrica in caso di vittoria della Ger– mania. Dunico addebito rilevato a tale provvedimento, concerne le modalità di esecuzione, un po' troppo severe (sei mesi di carcere) ai negri cile si oppongano al trasferimento. M a an– che questo, in fondo, non può essere troppo criticato, pens{lndo che ogni nazione ha i slloi problemi partico– lari, e li risolv6 com6 crede meglio. ..... Una specie di«: parabola dell'ub– bidienza , è quella che si può leg– gere nel numero del 2 gennaio 1955 nella Gazzetta dei Lavoratori, Assi– stenza Sociale di Fabbrica, a cura della Confindustria: c ... prima di entrare in chiesa sono andato fuori porta, in campagna e ho visto un alveare c ho riflettu– to sulle api che ubbidiscono all'ape regina ... ho visto un cane ubbidire, testa bassa c coda penzoloni, al pa– drone... ho visto un povero ciuchino trascinare faticosamente un gran ca– rico e persino dei pulcini accorrere pronti al richiamo della chioccia... e allora mi san detto che tutti gli esseri C'reati debbono ubbidire... è la gran ruota che muove il mondo, l'ingranaggio dell'ubbidienza ». Ed è anche l'ingr:mnggio del fa- !cismo. OONDNO L ' I M P O R T A N Z A • d i f a r s u l s e r l O (ovverosia l'importanza dl chiamarsi Ernesto/ A suo.modo. I\llIISolilli ci Japer'lI ftl- ,·e. Prolll Ile sia che, menlre la– $(iar'(/ cftll1pare Irtlnquil/amel/le o qllllsi filosofi in cOllleml,/tlzione dello Spirito o t'eechi Irombolli libt'rali e socittlisli, Itlcelta ammaZZdre JfrllpolOSftlllellle 1111- le le persone come Malleolli o Rosselli, che gli at'rebbero POIUIO dllre del filo • da lorcere sul serio, e Itlppa'va la bocctl di Emesfo Rossi, chiudel1dolo il1 g(tle– rtI per tredici (lI1I1i. La claue dirigenle italitllia di oggi, gli alll/(lli "padrol1i del r)(/pore", come direbbe il IIOSlro Erneslo, si S0l10 dimoslrtlli di ml'illCll– PdCitt; addiriJJ"r(1 pie/osa al COllfI'OIlIO. E om comincia ,Id esserti daVI/ero il ri– J(hio cbe prima o poi siano coslreui a pagare cara la propria mal/CDIIZa di liulo. III qlltllui s'era a leggere i libri di ETIleslo Rossi, all'indomani dell(1 Li– beraziolle? Qllal/ro galli di aziollisti e di amici persollali, credo. Abolire la miseria, per esemllio, ebbe mello lello– ri, probabilmellle, degli opuscoli clan– deslini del fII par/ilo d'Azione. E Ira i Soloni della Cosli/ueme ci si guardò bene daJ prenderlo suJ _serio. Che 110· le/e? Si erll neJ 1946 e IlIlIa la gellle ert' lì coJ naso per l'aria e la bocca aper,a. a vedere scendere daJ cielo il Regno di Bengodi o il Diluvio Vlli– versale, che i pllr/ili di deslra e di si– nis/ra le al'evallO promesso a gara. lA miserid, c'era: eccome: quel che mall– cava tIIICOra 'era J'abi/lldine o la capa– cilà d disc"ler Jul urio dei modi COli bal/agliolli del Froll/e Popolt"e e dei Comi/tlli CiIJici, che aI'el'tl vis/o sfilare fl passo di p(lTrlltl nelle eleziolli dell'all- 110 prillur. AI/cbe quelli che amllliraIJll1lo EmeSlo Roui e Ile co"di"idel'allo le idee 11011 p01evallo fa,.e a mello di Iro– l'are 1111 po' dOl1chisciollesca quelltl Sila bal/aglid da Orazio sol cOllIra Toutma IIl1/tl. E' br(l/'o, è coraggioso, è ill/elli– ge,ae, Ilùlce mI ,,;ol1do e mezzo - di. cevano - 11/(1 che "olele che f(/ccia UII– za 1111 parlito dielro di sé? E poi er(1 l'OM di De Gasperi, il grande ipllo/iz– zalOl'e di serpm/i, il grallde t",eslesisltl della 'tlit(1 Pllbblica ùalùma: come fare a dare la CtICCÙI ai Itldri ed agli imbro– glioni, se c'era talllO, "III/O da pellMre alla paur(/ dei com/misli? Ma Ire dlllli dopo, ilei 1952, Settimo non rubare, COli quell(1 !/la dedicli SCtlIl– zOlla/a ,,1 presidente della COllfindu– siria, coslÌ/llì ollre lullO 1111 formidabi– le JIIcceuo ediloriale, C011 qual/ro edi– ziolli esaurÌ/e l'ulla dopo l'IIl1ra iII breve leml'o. Ed oggi il Malgoverno 1 eiCe iII III/ paese ove /t, gem; che com– pera il. Mondo sollanlo per andare li cercare COli /'occhio se t'è l'arlicolo di Rossi è dii/eli/aia legione. Perché ormai ai grossi baraccolli elellorali la genIe flon guarda più a bocca aperla come 101 lempo : è J'l.ula d" morire di pa– slelle democristiane, chiacchiere a 111'010 socialisle e par/igidni della pace comu– !llsli: è dh·et1/ala adullll polilicamenle rispel/o a quello che era lilla decina di anlli l" ed ha sempre pil/. voglia di cui abolirla. avere discorsi seri, d{l uomilli adulli, Tre alwi dopo, usciva Banderillas. anziché lavole e babau per i bambini. E slavolla 1101/ si Irallalla Più di UII In. Erneslo Rossi, quest'uomo solo e disar- libro lello unicamenle da quallro g(llIi. malo, oggi è ;'1 reallà lilla pOletlZIl. Se P(lfecchi(/ geme avetltl imparalo che là i cOlJlunisli vogliollo Irollal'e IIn modo dOlle comparillll la firllla di Erneslo perché Itl geme dia dIlCOrt1 loro rella, Rossi, sull'Italia Socialista o suJ Mon· debbollO scilll1l1iollare Erneslo Rossi e do, c'erti qualcosa da leggere, che dil- padare di 10lltl cO/llro i monopoli d" ficilmenle si sarebbe /,.ovalo allrol'e. lui meSIi al/(I berlina. Se Scelb" e com- O meglio c'era qllalcosa, di CIIi al/l'Olle 11011 r er(1 nemmeno !t,lraccÙI. Vn eco- 1I0mis/,,~ di CIIi lIeSSU!lO erd rillscilo ti cOli/es/are la serielà e la compelnrza, che riusciva a retldere chim'i, immedùI– /lIInellle afferrabili allche "I lel/ore più impreparalo qNegJi mlrusi problemi, che slllo ad (II/ora Umb,.a'MllO deSlinali ti reSltlre pascolo sollanlo di pochissimi illiziali ai misteri eleusini: lilla pellna d'lIn brio, lilla fes/evolezza, IlII'agilità dll res/are a bocclI aperld, che li dI/va IIn gllJJO mal/o a seglllrla, ,ulle sue stoccale e lIelle sue dfgomelliazioni, più che se avessi 'V'ulo Ira le Illani la pitì arglila del/e !IOllel/e 1I11l0risliche e nel– lo slesJo lempo li coslringeva a pell– ~are qllasi IliO malgrado, e li obbligalld a lare i cOllli COli 1(1 reallà, bill/alido al– l'm'ù, spielaJalllellle oglli maschera/lira ipocrila ed oglli orpello relorico. E sopralllllo IIn'/lomo di coraggio, che seflza /allle pose gJmiialorie e senza far– si parare le spalle da IlesS1ll1 parlilo e da neSSlllltl mafia, alfrolllal'a a viso aperlo IIII/e le buie pOlellze camorri– sliche, cbe fanno il bello ed iJ cal/i/lO leml)o lleJ 110slro paese, dicendo l'alle al paue e I"dro ai ladri. Chi IIIId tlOlla IIveva comincialO ti leggeme gli serilli, 11011 riuscir'a pùì a dimem;carseli, né a slaCC'lfsene. TII/Jat!ÙI, neppure Banderillas di;le!I– Ile 1111 libro popolare e suscitò cOllulIsi ed iII/eresse ill Ulla cerchia rela/;'I"mell– le riurella. Si era fui 1949 e la gellle lf4 ancora roml ipnolizzala dai g'fOU; l'aglli ce,.C(1Il0 di gillslilicare iII qualche modo la propria presellZ(1 al gOllemo, lo fallllo prolllel/endo di Itlre cessare lo s~l1dalo dei conirollori-collirol/ali, parlalldo di rilorma della burocrtlzùl, trrmeggialldo alla meglio (o al/a peg– gio) ill/omo tll problema del petrolio. E Ftllllmli, qUlllldo 11110le dt"si del/e IIrie di piccolo )\fendès-FrtllICe i/l diciol– lesimo, 11011 ftl che dire che se lasciallo fare tI IlIi, risol-verà prop,.io quei pro– blemi che Emes/o Rossi ha ìmpos/o al– J'allenziolle degli ilaliani. Bisogna tlivere iII ,ma cil/à di pro– vincia' e di prollil1cia sicilialla per di più, come lo' io per buol1d ptll"/e del– l'anno, per vedue che cosa abbùl vo– IUlo dire Itl petilia di Ernes/o Rossi lIel– la formazione di IIIId lIaJCellle 1/IIOI'a leva polilica iII llalid. UI l'ecchiu classe dirigellle meridiol1ale, diciamolo frall– camell/e, è per nove decimi dd blll/a,.e al/'immondezzaio: ed iII rOllj,la fillirt; difalli per alldare. a grado a grado, ill– sieme a IlIlIe le proprie camorre loca– li, per la sila congenita illel/Ì/lld;'Je ed imbecil/ilà. Ma qU(l e là, allCOfll lIel– l'ombra, ci SOllO giovtlnolli che 1-'ellgo- 110 su: che erallo bambini o adole– scellli quando il fascismo cadde e che si SOIlO lalli le ossa in/ellellualmellte e moraimellle lIeJ clima di questi scorsi dieci atllli. Per lulli (OsIOrO, l'm'licolo di Rossi od il libro di Rossi 10110 slali una Jcuola per avvezz4rsi 4 pens4re ed 4 (4pire: ,d ì inutil, (h, l, veccbi, call1orre prelendelll6 più di arruolarli sol/o le loro logore btllldiere. H flIlIlO l'oglùl di 1lIlI'allro: e lalora III !lallUrl -del ,Ie((hio mOlldo PIIÒ essere lale dtl bUllarli ;'1 brtlCcio tll !umilo COlllllllisl(1 o più sempl;alllellie ad 11110 scellicÌ!mo scol1forlalo, lal"IIm l'illlp.lzieIlZ(1 co– mincia a morder/i. E quando l'edele '11/(lIIro mgtlzzi di IIIUl VaJJelappescd di SOJlo qll(/Isitlsi, che il1,.ece di mellersi li lal'e il gtlloppillo elellorale per J'OIlO– ren)le Tizio od il selwlore Ctlio, prele– ,.iscollo slldMe qllal/ro camicie IlIIre di (reMe il circolello di cullllra !)oliticai " o il maes/mccio elelllelllare e Nmpie– gtl/o, che lIell'aloflia sepo/cmle deJ !)ro– prio borgo si gUdrdmlo d'allomo aspel– lando COli impazieJlza che 1411 IlUOI'O giortlo sorga e ill/(11110 cerC(I1IO di farsi delle idee !"'oprie e si ribellallo da– l'allli ai soliii Ilfoghi COllllllli della re– lorica paesa/w, sltlle pllre sicuri che die· /ro a qlfes/d genIe ;'1 ferlllelllo, t'è l'esempio e l'ùlsegll(/!ueJllo di ETIleJ/o Roui. L'a!Jro giorno, mi htl Irovalo che leggel/o il Malgoverno 1111 amico d'in– lanzia: 11011 è qllel che si dice 1111 ill– /ellel/utlle, 11e1'ché ilei leml'o in clfi io facevo il liceo, Illi facev(/ il ((lIlli01li. slll : né si occupa poi 1110ltO di polÌ/ica, anche se Il S1l0 lempo ha lallo il parli– giano e senza /(/11/0 chiasso Ile S;.I 10"/(110 COli 1111 pi,dc mezzo scaJ!alo da Ima gralUrla /educa. Dico la verilà,. IlOII l'tlt.'l'ei "iti; credulO 1111 leuore abi– luale degli arlicoli di Rossi. E invece lo era. Mi htl deJlo che allche Illi se li t'ti sempre a cercare, perché di ETIleJIO Rossi, iII queslo INlese ce Il t è 11110 solo : o l'ammazzllllo a /e1llPO, qllesti Itlzze– rOl1i che ci slallll0 SIlJ grol,polle, o prima o poi iII Ilalia bisoglll'rà che si decidallo a dtlrgli rella. N on io so se a lare il Ctl!lIiOllis/tl si (/Cquisli (IIlche il dOlIO delltl profezÌtI. .1\1" - tllll!lUIZZtJlIlellli lempeslùli a prlT– le - me Ip tlllgllro di gral/ Cllore. GIORt:aO SI'INI I) Ernesto Rossi: Il MalgD1u rtlo - Laterza, Bari 1954. NUOVA REPUBBLICA 911.&,D. (: 'N &I.. POI.'T' (: O Esu ilIO e il 25• tpi lIae iutt, o più ,arde Comi,••• Dir.lli...: P. CAUffI - t. CODIG"OlA - P. YlnOAElLI S.,,,Ulr;' di rH.si.,..: G. fA'ATI R.d'.... n.1 F'"-e. Piuaa d.ll . Libutil, 15 (50998) Amminl"ralwn.: Pi~,Pl .... Illldipmd......29 (.183207_08) Abb. annuo (h alia e Francia) : L. 850, semestrale L. 450, trimestrale L. 250 (Eltero, rupettivameate. 1100, 600, 3(0). Abb. sostenitore: L. 5000. Souoscriz.ione mensile: L. 200. Un numero ordinario : L. 35 (Eltero, 45) Uo numero arretralo : L. 40 (Estero, 55) Uo'annata arretrata: L. 1000 (Eltero, 1200) .'.'-taJ. S/6l6. (L. Nu... llall_) Far-. A~I.,III. 4.1 Trl' . .. Flr"'.. I• •1. 4.1 .0.11·1162 Stabilimenti tipolitogralici Vallecchi Firenu, Viale dei Mille, 90 Responsabile: Trislano Codi,noltl

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