Nuova Repubblica - anno I - n. 10 - 20 maggio 1953

6 NUOVA REPUBBLICA INCHIESTE E DOClJHENTI FIAMME A BUENOS AIRES Le9n,1, eldese lt1 follt1 E Peron le grld.> : "Fo,•se os11ettt1te el1e vl sl dla 'I ,, • 20 mlnutl ,lofHJ ,Il dise111•so ,lei ditta,tore, bruelav?' la se• de ,lei JHwtito socialista con l, 60.000 volumi ,leUn b·iblioteea operala • La poli:la lmpedi .,; ~ E difficile capire gli incendi del 15 aprile, a Buenos Aires, senza una certa prospettiva. Dalla morte di Eva Peron, ago– sto 1952, gli avvenimenti si sono svolti come segue : 1) Peron silura Espejo, il leader della C.G.T. peronista e !"a– mico fedele di Eva. Un dirigente oscuro del sindacato dei camerieri di caffè gli succede. Il generale si sforza di _riconci– liarsi con i suoi vecchi alleati: militari e industriali. I primi re– stano sordi. alle sue propost~ e mantengono la loro posizione di sottomissione senza attaccamento al regime. I secondi condizionano il loro appoggio futuro ad una presa di posizione con \Xlashington e al conseguimento di crediti ame– ricani che permettano di moder– nizzare !"industria e di importare materie prime. (Bisogna tener conto che l'Argentina è il paese più industrializzato dell'America Latina, il solo che abbia una bor– ghesia industriale di cui Peron fu, in qualche modo, il rappresen– tante all'inizio della sua carriera, contro gli interessi dell'oligarchia dei proprietari terrieri. Più tardi, la demagogia sociale del generale allontanò da lui la maggior parte degli uomini d'affari, che tutta– via non passarono all'opposizione). La scomparsa di Espejo come dirigente operaio è una specie di impegno di buona volontà di Pe– ron verso gli industriali e i mili– tari. 2) Le trattative con Washing– ton per ottenere dei crediti fai. I iscono. Per fare pressione sul Di– partimento di Stato, Peron fa co– stituire a Messico, nel gennaio 1953, una centrale sindacale conti– nentale, l' A.T.L.A.S., che rifiuta le offerte della C.T.A.L. comuni– sta, ma non definitivamente. Lo stesso obbiettivo ispira la visita a Stalin dell'ambasciatore argenti– no, Bravo, e l'apertura dei nego– ziati. L'ultimo tentativo per piegare il Dipartimento di Stato è il viag– gio di Peron a Santiago del Cile e la sua proposta di unire o di fe– derare l'Argentina e il Cile, ac– colta freddamente tanto dal popo– lo cileno che dal suo Presidente Ibafiez, malgrado il debito da que– sti contratto verso Pcron per l'aiu– to che ne ha ricevuto durante la sua campagna elettorale. Du– rante il suo soggiorno a Santia– go, Peron fu invitato da un grup– po d'intellettuali, fra cui il poeta comunista Pablo Neruda, a par– lare all'Università. Ma l'Universi– tà non confermò quest'invito. 3) Pcron si trova dunque iso– lato, insieme, e dalla massa ope- raia, scontenta per l'eliminazione dei dirigenti amici di Eva, per il blocco dei salari e l'aumento co– stante della vita, e dai suoi anti– chi alleati, che egli non è riuscito a soddisfare. Il suo potere diviene, sempre più, quello di una casta. Ma Peron non ha saputo, finora, rafforzare a sufficienza questa ca– sta per renderla onnipotente. Ha bisogno di appoggi. Ed allora, in aprile, cerca nuovamente l'amicizia delle masse di « descamisados ». li prezzo della carne è fissato a 0,80 pesos, ma è venduta a 20 pesos al chilo; il pane, da 1,40 a 5 pesos. I produttori agricoli non gettano la semente che su una parte delle loro terre, non ucci– dono che una parte del loro bestia– me, poiché il governo compra lo– ro il grano e la carne a prezzi molto bassi per rivendere questi prodotti all'estero a prezzi molto elevati. I sindacati, davanti a que– sta situazione, cominciano a pro– testare, annunciano degli sciope– ri; la direzione centrale è sopraf– fatta dai leaders locali, sotto la pressione della massa. Peron fa delle promesse : « andremo nelle " estancias " e porteremo via il bestiame e i proprietari con gli animali »; « bisogna tagliare la te– sta ai commercianti ». Confessa ancora : « il 95 per cento della gen– te che viene a trovarmi mi pro– pone affari disonesti », e minac– cia : « sono già stanco. Continue– rei solamente find1é avessi l' appog– gio popolare, ma parti rei un anno prima che mi si cacciasse ». 4) L'opposizione approfitta di queste condizioni di spirito. Si rende conto me Peron può essere rovesciato, se i militari e gli indu– striali si uniscono ai conservatori, ai radicali, ai socialisti e sindaca– listi, e me, se no, il regime di– venterà apertamente terrorista e totalitario. Ma i militari e gli in– dustriali non osano, gli uni prefe- riscono continuare gli affari loschi, gli altri il ricatto costante su Peron. Nel frattempo, Juan Duarte, fra– tello di Eva e segretario di Peron, dà le dimissioni ed il ministro del lavoro, José Maria Freire, anme egli amico di Eva, lo imita. Duar– te, con le valige già pronte per partire per -la Spagna, riceve la visita di una mezza dozzina di mi– nistri ... e si suicida, « sotto il pe– so. di ingiuste calunnie». La cam– pagna di protesta per gli affari losmi nell'amministrazione - me Juan Duarte non può più rivela– re - raggiunge il massimo. Pe– ron, sentendo me la massa è sul punto di sfuggirgli definitivamente, gioca la sua carte definitiva. 5) Il l O aprile e 1'8 aprile, egli pronuncia discorsi minacciosi : « impicmerò agli alberi i membri dell'opposizione», « portate in ta- 6ca del fil di ferro, per strangolare quelli che m'attaccano e mi calun– niano». Nello stesso tempo, · epura il partito e gli alti funzionari del re– gime : il ministro della guerra, il colonnello Mercante, tre deputati. Fa arrestare, in una notte, 75 bor– sari neri e decreta - per la terza volta dal 1949 - il blocco dei prezzi. :B tutto inutile: la massa si mostra diffidente, la C.G.T. con– tinua a reclamare aumenti di sa– lario; un ultimo passo nei con– fronti· del Dipartimentd di Stato, per ottenere dei crediti, fallisce. Si arriva così al 15 aprile. A metà del discorso di quel giorno, scoppiarono due bombe. :B impòssibile dire se furono lan– ciate da oppositori singoli o da agenti provocatori, ma gli avveni– menti successi:vi fanno sospettare che la seconda supposizione sia la più vicina al vero. Si levarono delle voci : Legna, legna ( « lefia, lefia »). Il panico si trasformò in furore. Legna, chiese la folla. E Peron le gridò : « Forse aspettate ,:, Tutti i nostri corrispondenti sono stàti autorizzati a 1>relevare le rese di Nuova Repubblica e a utilizz.arle coine materiale di propaganda. Chi non avesse rice– vuto la lettera dell'Amministrazione che lo accredita presso l'agenzia locale, deve sollecitarla con urgenza all'indirizzo: P.za Indipendenza 29. ,:, Invitiamo i comitati elettorali circoscrizionali a se• guire l'esempio di alcuni compagni e amici, che sfrut• tano le occasioni offerte da questa campagna per far conoscere N. R. Si può, ad esempio: a) segnalare- il nostro pe.=-iodico in ogni lettera a sinmatizzanti, o volantino o manifesto (su questa tracci~: LEGGETE NUOVA REPUBBLICA, quindicina– le di opposizione socialista, diretto da Caleffi, Codignola, Greppi, Vittorelli. Redazione ecc .., Amministrazione ecc.) h) affiggere copie di N. R., tabelloni, striscioni n·c·. per i comizi di « Unità Popolare ». c) distribuire copie di N. R. durante lo svolgi• mento dei comizi medesimi. o che vi si dia?». Alcuni minuti dopo il discorso ebbe fi_ne e dei gruppi di peronisti si sparsero per la città. Meno di 20 minuti dopo il discorso de! generale, gli edi– fici del Jochey Club - con più di dieci milioni di dollari in qua– dri e oggetti d'arte, - della Casa del Popolo - sede del Partito So– cialista - bruciavano, e le sedi dei partiti radicale, democratico na– zionale e democratico progressista erano assalite. I soli uffici politici rispettati furono quelli dei peroni– sti e dei comunisti. Da allora, gli incitamenti alla violenza, gli arresti di oppositori, i tentativi - fin qui vani - di creare un partito socialista fanta– sma, da opporre al vecchio partito di lunga storia combattente, non hanno cessato. Forse il più significativo di que– sti incendi è quello della Casa del Popolo, il cui sottosuolo ospi– tava gli uffici di « La Vanguar– dia », il quotidiano socialista fon– dato nel 1694 e sospeso nel 1947 da Peron, col pretesto me i suoi gabinetti di toilette non erano ab– bastanza igienici. La Biblioteca Ju– sto, con 60.000 volumi, un'eme– roteca operaia, che conteneva col– lezioni talora uniche di quasi tutti i giornali operai del continente, furono distrutte dalle fiamme. Una trentina di riviste e settimanali operai che si stampavano nella tipografia di « La Vanguardia », non sono potuti uscire, dopo il · 15 aprile, permé i tipografi pri– vati temono le rappresaglie dei peronisti se accettano di stampare questi organi di opposizione. La Casa del Popolo, costruita nel 1927 coi fondi di una sotto– scrizione popolare, si trovava a 500 metri dal congresso, a 900 metri dalla prefettura di polizia e dalla centrale dei pompieri. La poliz;a impedì ai pompieri di avvicinarsi, e così pure agli spettatori che ten– tarono di spegnere l'incendio. Es– sa vietò, anche, di prendere delle foto, allo stesso modo che la cen 1 sura aveva vietato di trasmettere all'estero le frasi incitanti all'in– cendio e ali' omicidio dei discorsi del generale Peron, le quali solo oggi cominciano a essere conosciu– te grazie a lettere uscite clande– stinamente da Buenos Aires. Censura, controllo dei telofoni, arresti, metodi di terrore della po– lizia, epurazioni ... Peron ha fatto il piccolo Hitler, riunendo insi(– me l'incendio del Reichstag e la liquidazione di von Rohem. Non si può prevedere l'evoluzione de– gli avvenimenti. Ma è certo che una radicalizzazione generale segu;. rà a questi incendi : da una parte-, quella della demagogia di_ Peron; dall'altra quella dell'opposizione, la cui direzione tocca già, automa– ticamente, ai socialisti. Un appog– gio costante, da parte dei sinda– cati, degli intellettuali europei e americani, fatto non solo di pro– teste, ma anme d"informazioni, può aiutare più che non si pen~i a sostenere il morale di quest'op– posizione che lotta in un ambien– te di soffocamento difficile ad in,– maginarsi. Vi è, certo, una grande lezione da trarre dagli avvenimenti di Buenos Aires, che può enunciar– si molto semplicemente: la dema– gogia mena sempre, presto o tar– di, al totalitarismo. Il meno che noi dobbiamo agli uomini i quali in silenzio com– battono contro il to!alitarimio del Jango, è di profittare di ques:a lezione. VICTORALBA CRONACHE delle libertà ITALIANE I clericali èontro Jemolo Un grave atto di intolleranza è sta– to compiuto da elementi ignoti per sabotare una conferenza del prof. Car– lo Jemolo sul tema: « La libertà re– ligiosa». J manifesti che annunciavano la conferenza sono stati lacerati e aspor– tati con cura e metodo, specie nelle vie secondarie di Cuneo; niente di simile era fino ad oggi avvenuto, neppure per i più astiosi manifesti missini o comunisti. I nostri compagni e amici di « Unità Popolare >> hanno così risposto: Molti di questi ma11ifestiso110s/?lti laceMti, specie quelli esposti i11strade seco11da.-ie. li fa11atismo e l'i11tolle– ranza (si spera non organizzata) pos- 101101pingere, anche chi Ji crede ga– lantuomo, a compiere, a cuore tran– quillo, '"' reato che comporta l'ar– resto. li prof. ARTURO CARLO )EMOLO. per chi non lo sa, è 1111 integro, in– t.-a11sige11te fie.-o cattolico. Egli è 1111 acuto 011ervatore rie/la vita spiri- 111ale del nou,·o paese; è docente ordi– nario di diritto ecclesiastico all 1 U11i– i-enità di Roma. No11 è ido11eoil p.-of. ]EMOLO a tratta.-, sul tema della li– bertà religiosa in llalia, in ques11 tempi? Noi di II Unità Popolare,, abbiamo Ì,emato che il 11ostro ]EMOLO tratti l'argomento, se non prop,.io come ,1 . ministfo Sce/ba, anche lui, ,, sine ef– j 11sio11e sang11iuiJ 11 • 1° Jlaggio · dispensa del magro « L'arcivescovo card. Sclrnster, ha rivolto ai parroci una lettera pasto– rale per ricordare che Sabato pros– simo 25 aprile, ricorre l'ottavo an– niversario della Liberazione e che ~ festa nazione/e. "Tutti i fedeli del– l'Àf'chidiocesi, dice il messaggio, ri– cordano com.e in quei trepidi giorni,· noi ,commettemmo la salvezza nostra, delle case e delle industrie della Re– gione, a Maria Liberatrice, e come dopo il prodigioso scampo istituim– ~o un'annua festa votiva di ringra– ziamento. Perché adunque la festa nazionale del 25 Aprile nei paesi non si risolva praticamente in una sem,– plice ricreazione prim.averile, è op– portuno che i Revv. Parroci ne fac– ciano la Festa votiva di ringrazia– mento, con orario quasi festivo, mes– sa solenne della Madonna, predica e funzione eucaristica vespertina. È dovere di gratitudine nazionale". Il Cardinale raccomanda poi che il I .o maggio, festa del lavoro, ven– ga consacrato n alla. memoria del Pa– triarca San Giuseppe, il patro110 del– le AGLI e dei lavMalori cristia11i, sotto il quale, nella falegnameria di Nazareth, lavorò lo stesso Verbo In– carnato". E poiché quest'anno il I.o maggio cade di vwerdì, l'Ar– civescovo dispensa i fedeli dall'ob– bligo del magro ». (Dal « Corriere di Informazione» del 20 aprile 1953). L'ECO. DELL! STAMPA Ufficio di ritagli da giornali e riviste Direttore: Umberto Frugiuele Condirettore: Ignazio Frugiuelc Via Giuseppe Compagnoni 1 28 MILANO Corrispondenza : Casella Postale 3549 Tclegr.: Ecostampa

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