La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 46 - 19 novembre 1961

Domenica 19 novemhre 196] P_ag_._4 ___________________________ L_A~_f_l_F._•._TT_A _ l f_T_T_F_n_t\ n _I-"-----------------------------~- Sotto il solediDio r ì\\-'.IUBiJD A\. G LJ[ ON J[ A\.L L' Jl'JCA\. L J~A\.N A\. * Chi è questoLandolfi? (Continua_!'.!,_ pagina 3) Teresa, che mi segnò in modo dcfinitjYo; la scoperta poi di san Paolo, .- D';l !1~ro già invecchiato, mn per me ms~st1tu1~il~, del padre Prat, - del mistero dcli eucanst1_:1 nel Misteriw1t (idei di Oc La Taillc, della li– turgia. nei corsi di teologia litu~gica, in cui alcuni dei grandi nomi del mov1mento pro– fusero la loro scienza: Bcmard Ca.pelle, Bcr– nard Botte, Bruno Ryndcrs, Maieul Cap– puyns, Pierre Gillet, Joscph Lcbon,. R~né Draguet, Lucicn Ccrfaux, Frnns Grego1rc, Leon MOCI; questi o molti altri che nof! cito tutti sacerdoti e religiosi, con i quah prc~i contauo in seminario, al\'un\vers_ità. e altrove, m'introdussero alla tcologta btbhc~ e patristica e mi diedero i_! sent.imenl~ mai dimenticato che la teologia è mnanz1tutto un dato rivelato, che non si finirà mai di investigare, sia nei Concili, sia nella Bibbia, sia nella liturgia. Ciò che io chia mavo a l– lora ingenuamente « teologia de!l 'ogget.to •, me lo inculcarono questi maestn: grazie a loro non ho mai perso di vis1a che H fon– damento e l'anima di tutta la teologia de\'C stare nelle lon11 clella ri•Jclazione. . . Nel contempo, il mio , ccchio dcs1d_eno di conoscere gli uomini ai quali s'indmz: zava il messaggio, mi fece interessare d1 ciò che chiamavo « teologia del S<?ggcll?• e che indubbiamente sarebbe megho .ch.1-:1-– marc «fenomenologia•· Questo desiderio mi fece studiare il pensiero di san Tom: maso d"Aquino, al quale fui iniziato dagh studi di Lottin, la cui base era la conoscen– za dell'ambiente storico del ~III secolo~ nel quale visse il santo, prescmd~ndo d:u commenti posteriori. Questo storico della morale del Xlll secolo ci mostra'_'a mag!– stralmen1e sopratutto gli stupendi svolgt– menti della Sectmda secuudae, che formano com'egli diceva, una specie di fenomenolo– gia della vita morale concr~ta. Debb? so– pratutto ricordare uno studio che m1 f~e fare sul « desiderio naturale di vivere Dio• in san Tommaso: ebbi l'audacia nel tempo delb. più acuta controversia tra il padre De Broglie, James O'Maho_ney, La.porta, cd alcuni altri di tentare dt cavarmela c~n testi tomistici. Dopo ampliai questo. stu~10 con quello del cardì~ale Dechamps,. d1 Ma~ne de Biran, del canomco. M?-llet ~ d1 Maunce Bionde!, ma non ho ma1 d1ment1~ato la sem– plice audacia di san Tommaso m Url?- ma– teria che rispondeva cos\ bene a! m,o .~r– dcnte desiderio di scoprire « le pietre d in: ciampo e gli ostacoli. per la fede e per !I soprannaturale nell'uomo di tutti i 1emp1. Net contempo, la scoperta di ~ant'I~nco, di san Cirillo di Gerusalemme, d1 sani Ago- 3tino, mi rivelava alcuni aspetti dc!la • teo: logia speculativa•• in modo particolare 1 suoi aspetti orientali che mi son sempre in[){:~~~~ professore. dopo ess~rmi la_u– reato in teologia alla Facoltà d1 Lovanio, dovetti insegnare Orazio, Virgilio. Omero: Sofocle, Racine, Corneille. Uscendo ~a qua~t dieci anni di teologia, - quattro m semi: nario e quattro all'Università, più ~ cor!!,1 di liturgia a Lo\•anio, - mi domandai come "cristianizzare• quest'insegnamento d_cll«; lettere «antiche• in cui da molti secoh S! è soppressa « l'antichità cbraic~ •· No~ .s1 potevano proscrivere gli auton «class1c1• dal programma: non solo si sarc~be oppos!a l'ispezione diocesana e _govema11ya. ma, m maniera pii! generale, 11 « gaum1sme • no_n e stata mai una soluzione, perché proscn– vere gli autori •pagani• non significava a!· tro che \'Oler risolvere il problema soppn– mendo i dati. Quando nel 1914, l'lstit1110 s.11· periore di Sciem.e Religiose .dell'.Uni:'crs1tà di Lovanio mi chiese una sene d1 sei con– ferenze, presi come punto di partenza .il problema dell'uman_csimo .allo,ra molto .di: scusso fra i teologi; spec1fica1 cd aa:npha1! per i miei studenti d! Lovani~. le. ipotesi che formulavo nell'lslltuto Samt-P1errc dt Jette (Bruxelles). dove ero professo:e; _la ~intesi proposta in f!n~nism~ e Santit à {m cui il mondo precnsll<;mo, .11 mondo cl.as– sico e il mondo romanuco dialogano ne ll in– timo d'una prospettiva che aVC\'O voluto tet~f~~~!~ienza fatta nel 1946, a richiesta di istanze superiori, di non dare che con– ferenzc esclusivamente teologiche, pro,·ò! con j! suo mezzo fallimento, - due. tei:--1.1 di ascoltatori in meno, - che era ~1ffì~il~ a,,vicinare a quel livello gli ·studentJ la1c1. Fu deciso di ritornare alla letteratura, come « rampa di lancio• non. di p~oi~llili teolo– gici, ma di alcune ventà cnst1ane esscn- 7Jali. Mi decisi fin dal 1947, ad ab~rda~ gli autori moderni ed a confron1arh, ?gni anno attomo ad un tema. - Che cosa s1g11t· fica credere? Dalla spera11za wnana alla Speranza teologale, Dalla solitudi11e al,:amo_· re. Senso del sacro ed uomo d'og.g1, R1- chia111idel Signor~. ec«; ..:• - . con il pen· siero cristiano. Nei sed1c1 anm che queste conferenze sono state tenute, hanno provato che c'è qui una possibilità d'a~cesso nel• l'anima contemporan ea. per aturarla nelle acque della verità religio.sa. Numer?se ve– rità teologiche. ad esempio, la gra~ia. pos– sono essere illuminale in p_rofot~dltà con– frontandole con alcune 1cs11momanze mo· deme: penso a Du Bos. Malègue, Pé~uv, i:hc illuminano. rispc11i\•amentc, ~a grazia come luce, come libertà e come nlomo all~ sor– genti. Si potre~be fare le:>SICSS<.> d1~logo con le opere d1 arte musicale, p1ttonca .e scultorea; si potrebbe anche abbordare ti mondo dei films. Pie1·re L'Ermite A VEVO dieci anni. Dunque, 011antasei an– ni fa! I) Ero un diavoleuo, di ~est~ dura di cuore buono. l miei gemton mt ave~no messo presso i Fratelli delle ~cuolc cristiane. E lì morde\lo il freno con 1mpa- liJ'ìzar"ra1ello dircuore era un uom~. mas– siccio, tozzo, calvo. Si chian:iava Ar~mo per i genitori; Caramella per gh s~olan. Spesso ~~e t~vj~~o~sj\ffi~h~t\~;~~~~i ~~J~~~c~i! che coniugassi i partJcJp1.! Un n:iucch10 d1 ~~j!,.:1it~•o,,ian~j~ntate dai .\•~echi per. an- Fratel Caramella era ternb1le: Un g1om~ durante uno studio non sorveah.: :i.to, uno. d1 noi, per sgranchirsi le gambe, s1 ar~ mp1cò nella trave di ferro eh~ S?steneva 11 tetto. Cattiva fortuna. Propno m quel .momento entrò fratcl Caramella. Imme;diatamenl!! tut'ti i nasi si sprofondarono nei quaderni. Lo sfortunato scalatore, non ancora sco- fo~• d:?~~p~~a~r Ma~~0 sub?~. ~~~a p~~ tendo più sostenersi, si lasciò cade!""Ccome un sacco di farina. Plum! Immagmate I.i rcH~ 0 "!~cora nell'orecchio il 'tic-tac dcl- ~~~~~~gi~ Ioqu:~Ì~3p~~st~~~~he c~nilega;;,oett~ ne}r~~im~~i;·io, rigido nel dar castighi. era tuttavia. d'una tenerezza ma1ema, al!a fine della tempesta. Teneva nel suo studio uno scatolone pieno di caramelle nel q!Jale frugava per 'asciupre le nostre lag:ime, ~~p~iò cne s::i~~;~ d.i SF~:t~r:~:!~'"~~~vo; quelle caramelle! Una delle g101e della mia in~~z~iOmo Frate! Arsizio mi fece la più ina¼e:ia p~~~!todoq:!J1h~: volta a quello che voQuJ1~ f~~J avrei voluto fare? .. Confes~ai ~~ft~"rm~?c~::Ì~ J:.,~1!.toP~li~ti~~? ~~ ~~i~ir, I~~t~ 0 i p~~~i 0 g;~IT~ri )~n~atdi condizioni modeste. Tuttavia, studiando con accanimento. avrei potuto .otten1:rc una bor: sa di studio co~e 1ant1 altn .. Ma_ tutti questi propositi erano molto vaghi e mcon- si1~!\~i Arsizio mi lascia,·a parl;re, osser- \"andomi con i suoi occhi penetranti. Quan– do finii di sa:ranare il vago rosario dei miei !!.ogni, Fr..itel Arsì1.io mi prc.!.c la mano e mi disse: - Jnsomma tu sci « tabula rasa 11? - Non capisco, - Voglio dirl! che· non :-i,1i nessuna idea bc.:n chiara, precisa. - No, nessuna. - Non hai mai pensato di forti sacerdote? - Io? Mai! Rimasi s1upefotto della domanda. Ed era vero, non avevo mai pensato di farmi sacerdote, come la selce non ha al– cuna consapevolezza della scintilla che sca– turirà da lei quando ~arà percossa nel lato giusto. - Tu sai. o meglio non 3a1 - continuò frate! Arsizio - quale splendida ,·ocazionc sia quella sacerdotale ... la più bella di tulle, perchf.! si lavora per l'Eterno ... • - Per J'e1erno, comprendo ancora meno. - Ora ti spiego. E dopo qualche istan1e. con una voce chiara e profonda. il fratello mi spiegò il suo pensiero, con molla scmplicita, senza grandi frasi, come un uomo scrio che chia– risce ad un novizio una questione che, da solo, egli non potrebbe ancora compren– dere. Uscii di scuola ~convolto. La sera, a ta– ,,ola, raccontai ai miei genitori la conver· sa1.ione con frate! Arsizio. Mio padre, che non era pratican1e, scosse la testa dicendo: - Chissà! Non bisogna mai dire: Fonta– na. non berrò della tua acqua I Fratel Ar– sizio ha molta esperienza. Ti conosce. Ti vuole bene. Se ha dello quello che tu ci hai raccontato, ha le sue ragioni. Si vedrà ... Quella sera, nell'addonnentam1i, un nuovo avvenire, come un'aurora, si levò davanti al mio spirito stupefallo ·e scosso, incapace di rendersi conto e di far sua questa pos– sibilit~ di vede1mi divenire sacerdote. Mi dicevo: • Che idea ha avuto fratel Ar– sizio ! Sono fatto per essere sacerdote quan– to per essere palombaro! Anzitutto io voglio sposarmi. E poi. indossare una veste da prete, io, che ho l'avversione del nero ... •· Povero frate! Arsizio! E il tempo passò ... Il tempo grande pun– tualizzatore ... Quella domanda inane.sa, postami improv– visamente da frale l Arsiz io, non mi lasciò più. E a poco a poco fece il suo cammino. Incominciai ad osservare il giovane coadiu– tore: l'osservai nella messa, al catechismo. al patronato. Mi commossi mollo quando feci la Prima Comunione. E, una sera, lungo la strada, ritornando da un pelle– grinaggio a Longpont, dissi a frate! Arsizio: - Chissà? Forse. Allora mi abbr::i.cciò, duramente, sotto le stelle. - Che bella vocazione. Ma bisogna difen– derla. Al diavolo piace tanto ostacolarla. Povero frate! Caramella, morl due anni dopo, consunto fin nelle ossa da noi tutti. Ma mi vide entrare nel seminario minore. Fu lui che, prima d'ogni altro, m"ha posto quella domanda. la cui risposta fu il sacerdozio. Perché mi son fatto sncerdote? Perché la Provvidenza ha voluto cosi: • No11 ,1os ele– gistis me, sed Ego elegi vos •· 1) Pierrc L'E.nnile è in.orto nel 1959. Ranie1·0 Sci11111a11ni11i L Ac;u:r~~~~~a ~ .. c~:~~,!r:."~,~ca;~\'=~~ 3 tudente a Roma e frequentavo 11gmnas10 dell'Apollinare. La nostalgia della ca~a !on: tana mi riponava spess~. sulle ~h della faniasia fanciulla, ::i.Ila mm, !-}rryb~a vcrd~ e mi entusias1Ua\ 1 0 per tulll t l~bn che ml riportassero un lembo del suo c1elo, un. an- ~~:fa ds~~a ~°o~u~~~~~lità ~~~~~- uc~;èet~ ogni ragazzo, indugi~vo. più .che mai .s1..1:lle illustrazioni: davanti a1 suoi p~esa(,!g1 m– cantevoli al folclore dei costumi, alle sor: ~~~npdr~nt~1i 111 ~~t,~~~e0 ~~~la g~r o::1~i ~~iJi f.\no"~~~~Yie~;~~Òri~" 1 J~,\~ ~~cr~o~~I ~°1it1i~ sciate lassù. M'intercssa~•ano, tr.:i t~llc, I': riproduzioni dei santuan francescani, e. ~Ul colpito dalla maestà mitica della ~a1hca di Assisi, sonora nel suo canto a~cb!tcttp– nico variopinta nelle sue coloraz1oru p1t– toriéhc, suggestiva nel fascino delle sue t1e chiese sovrapposte, commovente nella po· ,ertà quasi catacom~a\e della. TC?mba d':I Santo. D'allora un bnv1do commc1ò a pc1: correre il mio spirito _oi:i;niv~lta che &:h occhi ricnde\'ano sulla v1s1one d1 quel sacro tempio, ogni volta eh~ I~ mente !ornava a ricordare ad occhi chms1 come nel grembo cullante di un dolcissimo sogno. . Mi innamorai di san Francese_'? e \'Olh conoscerne la vita attraverso le pm quotale ~~~~~fie d~l!\ 'c~~cip1f;; t ~~~.ra~t/;he~ 1 e N~\!~ estate successi\•a i m1e1 gcntton, 3: P~~10 della promozione. mi condussero in v1s1ta ad As3isi. li mio cuore non se ne staccò pi~~mato a Roma per proseguire g}i stud\ conobbi dei Minoriti, confratcll.i d1 quclh che avevo avvicinato nei chiostn del Sacri? Convento di Assisi e come quelli affettuosi e !~t~~~o concluso manifestai il mio se- ~~1distC:S~~~itnil1Jtf;~a1:e d~;~i~~a a~~ Superiori dell'Ordine, nella Bas1h~a dc! Santi Apostoli. Qualche te.mpo . ~op.o m1 ritrovai, lieto e sereno, tra I nov1z1 d1 qu~I convento che per primo mi aveva alfasc1- nato accanlo al sepolcro del Padre Serafico. Anche n.ell.l destinazione, per nulla .solle– citata, vidi l'intervento dc'!a _Provvidenza divina. Avrei potuto essere inviato ,altr«:ive, in qualche altra casa italiana dcli qrdine, cd invece ebbi la grazia singolare d'indos– sare il. saio franc~scano là ~o,,e .era _scatu· rita la mia scintilla del mio oncntamento alla vita religiosa. Le tappe successiv~ del mio curricolo: 1:~n hanno importanw _dt fronte a questo 1m210 spiritualmente bas1la~. Dopo I~ se11ennale pareotesi romana per .1I consei:Utmen~o delle lauree in filosofia e m sacra te1?l<;>g1a, noi'! appena ordinalo sacerdote, Ass1s1 era ~' nuovo ad accogliere i primi passi del mio apostolato tra il popolo. nell'uffici::ttura del antuario, nell'insegn~ento supenore, nel– la direzione della nv1st~ San Francese:o, nella rettoria del Colleg10 Teologico Mts· sionario, per otto ani:ii, in. esperien~e che hanno ampliato gli onzzont1 della mia ~etc sacerdotale, intensivamente ed estens1v~– menle. Da circa sedici anni lavoro a Fi– renze, presso la Basilica di _Santa ~roce, occupandomi prineipa_lmente d1 teologia per laici colti in un Isututo cultu.ralc ~llal!– dato dal più ampio successo d1 frutti sp1- ri~~liAssisi è, per me. insostituibile .. e. non per ragioni roma!ltiche o pseudorrus~ch.e. Se il francescanesimo ha .lt:: sue arte~e m tutto il mondo, è ad Ass1~1che palpita la sua vitalità come nel propno ccnt~ motore. Non dirò che il mio cuore è nmasto ad Assisi ma che Assisi è nel mio cuore. San Francésco d'Assisi. Assisi di San Francesco! Per questo, senza fatica, m't: ri.u~ito d! distogliere talvolta la mente dagh 1mpegn1 d'alta cultura speculativa per celebrare la gloria del mio amato santo e della sua città attraverso monografie ed innumere– voli articoli. Son·o sempre più convinto che la parola del Santo dell'universale f'?tel– lanza. irradiata ed ascoltata, potrc~~ nsol– levare le sorti della nostra umanna sfidu– ciata e smarrita. Il suo mcssaa:gio ha gli accenti della perenne attualità, in rispon– denza alle esigenze delle anime secondo le necessità ·dellf varie epoc~e. Il volume uscirà presso l'Editrice _Herder c'l Rom:'! ~~ .,,:..,. A VEDERLO tutto insieme * r.i. Oui, solamente qui, nella Landolfi spaventa e scon- ~j~~s~~~ 07 ~n1~ 1 ~ii!n~e,,r;~e~; grcss~;t•P~~~; 1;• 0 ;~~,a~~i. <li FJtAJl 1 CESCQ GR /SI :;•.,~:nf.' 1~0h,co;,u~•g:"t;~~ ~~~e uc1?te~1:~af~~~- ~~c~::d~ nella sua melancoma e percM, popca e sicurh;r.a, scn 7 .a r)~- (P~~ h,~t'Si~~u~1. 21 !e a!~~ fare colpo e di sottom~tt.el_"CI for~e,. .al .fondo della nostra ders, COf!tO e.e q~est~oiv~: cora non avéte capito chi è :.illa sua volontà .. E, all'm~~r a!111C!Zla, vien~ a ~ren~r\~~:= inov~~ l~i~~~ ~l ~l.dd: po averlO Maria Giuseppa, peggto per ~~~Ì~Yo s~oct~~f;,'a;!;~:~é ~1 co~ ;~~7,a~n sent1men o. . prcs~ 'in castagna, ad illude• i·~{fa :i diff~r.!nza di altn (i_l me indispongono i superbi e I La stessa tcnerer.za che ci re lui. . · l..;lnd lfi' primo nome cnc ci viene e prepotenti. Poi. lentamente, prende quan~ o. ::i.ss1s ten.dc :> i 3110 ~.a chi ; q~~~ na~livo Ouzzati) m quc:sto inventare ti~~oci a~icfi\I~~Jni!m~iv;i~ ~~~f~ 0 ~~1\~ 1 s~;n/~~ 1 giia s ~~~ lnnai,iiu~t~ lui st.cs~ . ~~~ ~~~i::• ;~~~P~~/ n~nlaeri, 0 ';;; lui nel convento delle ~more de ba.gagh ~eno e compassato, in· juol~ farci sapere . ch~f~ . Sulla del Re di Fr~ncia) o una fede te due zitelle, ci f?cciamo pren- volrn;ana~erte, per !lna .ros: s~h;df!lnaane~~u..rsv~1~o ~i suoi concreta. La:idolfi inventa sa: ~ae~; dJ~lia mcdi~;~~ei~,l~a :a~i :::et~ ~te c~e~e~~p~~u~ ~~- Raccdnri (e non solo aliquesto ~~o didi-i~rifi~~~re 1/ s~~n ii~ trasformiamo in personaggi iro-: nigtio di uscire d~I cappe.Ilo volu'?lc)., l, 0 h;~ uI'.:nf:,r/ sf%~: \·cn 7ioni: inventa per trastu1- F~n~iafa~~W~hiPanr1~t ;~:.1rivi~ ~of~!~ ~u:, P;~~n~u~ 1 n:f;edf :~: :; .j/ sr:,r;:ir!iai1ri1?ui~~ dai cri- ~i~isi n~fara b~::rs~~pl~i luzione.' al seguito di Ottavio trare nella ~me vi\,a. La tene- lici. (o alme'!o da_,PIII grosso- cc.e ue i giochi di prCStigio di Saint- Vi11cet1t. Diventiamo rezza che c1 prende per queS t O tam tra es s • e, '" ogm caso. so~dcndo in cuore suo per Ja amici perché scopriamo le sue prestigiatore che, ~on e.ssen- da C!'d poco j.<? conoJce) ladpati illusione che concede agli al· rughe, pcrch~ _ci accorgiamo ~osi acco:10 che 1 noi sappi~mo, ~~r'.~'fi v/r co~~;~;/dl,',~ sr:,f,_ tri e per la meravia:lia espio- della sua umidezza, perché impcrtcrnto e a acre. continua ri. . li d La dolfi cienle che desta. ,Tommaso Lnndolfi ritro\•iamo la nostra tnstezza a lavorare, con la sua preso· ~~!~a m 1•idi~o:C s\,:{Jccchi di La favola n~n vince la r~I~ ----------------------------------------- !Jd~~~~ed!1ft!!for~'.a'y~~ol~erir::!~ ~~s~a1:i:i 10 di 311 :J>P~~~~ v~/ ~E~ YOJRJK: ~:ri~to:.1ecle~ls~i~c ~~es~~s~~ ~~~ 0 -pro~~~~ 6 ~b/~~ra:r l~~ mosfera enigmatica: da castel- sfonna .m m1t~ ( Uuere dalta LE 'Jl''Jl' E RA DA * ~~irist~~zc~e pr1~~ 0 il d~ui~ec~~l ~;~:;f~~k 1~ 11 ;~~a~~~~e ~i America '' Deep • irnage,, quale nascondersi e fare .:.re- s~o1 personaggi al cospetto dcrc, appunto, come un pre• d1 tutti, C<?rampopulo, nascon: ~~i~~~i:t1fvhaeml;n~:\;~~ri: ~ ~~nd~~ =. ?1 c;~~o e~; ~a~~~l~c~~n~gt :0~ 0 s~t~ 01 ;,i ~~ 11 die~h1~~~ 1 g:PJi ~~= piace ma gli fa anche comodo ~onderc, non tanto d1 s:•elare questa canina fumogena dalla 11 perso!1agg10 quanto d1 col- S E PER la pro\lincia d'lta· lia vi sono sguinzagliati, e calcolando male, poniamo cinquecento poeti ululanti al– la luna la quale non possiede più il fascino stratosferico nell'universo della poesia mo• dema se non la si colpisce ~~~eR~ 0 a°m~t f~irb~~~~~~ numero di essi agglomerati lungo le vie lattee statun.i– tensi. Si dovrebbe mettere 111 moto un'operazione ma1ema– tica con una di quelle mac· chine I.B.M. complesse e do– cili che in pochi 'iccondi ci mostrano una cifra con una dozzina di zeri. E intendia– moci, questi poeti, che ~or· mano la cifra astronomica, hanno tutti, magari una sola ,·olla nella loro vita, la .spc· ranza prima e la sodd1sfa- d~on~.t?i ii ,lt;;~:~tnè c~·~~ l'Amcri<:!ldelle ré.venes non s1 permette il luss~ di ~bb?ndo: nare nel dimcnueato10 1 suoi geni. Jnfatti, per qu~n10 n<: sia al corrente, non esiste qui lo stato d'animo, colpevole co– scienza, del genio !nc~mp~cso. Se per la provmcm d Ita– lia cala ogni sera un vago movimento da caffé o da trat– toria, un'idea come lanciare l'ululato O come menare al proprio cani le il p oeta·cane, liguriamoci quel.lo che può scaturire da ogni a lba statu• nitense dopo che una mutn di CO}'otes si è crepata la gola \':.li;t~~~gius~al~,~~ Pb~~~~ in fondo \!all e. Da ì:.tinti,•o gcolo.go che. so– no, mi facci o un CS Cl;ll"'SIOne per una di qncstc valh, ~na-: lizzando d 'intui.to le 111etre che man m ano in contro; non a"endo con rnc qt\ella s.cato!a che si chiama Ge1ge!·•11mio superocchio la supplisce sca– tenando in me scossette lre: mo\ii e un brusio come d1 friggere: è l'uranio, non l 'o.ro e non il petrolio. Ura mo Quanto ve ne sia e di che purc7.2.a sia, non Sta q !11c dirlo Ci :.0110mineralogisti e fisici· che in continuo la\•oro f::i.nno pt'O\IC su pro\'e. La cava, desertica, è un_a s1anza all'angolo della Deci– ma Stradn e Terza. Avenue incessantemente trafhcatc da macchine e camion. Qualche :fi 0 ~~,a~ititc~·~~1~igu:;~~6nf In bianco e blu :,u~ muro d1 mattoni color del cinabro sta 'V~L";(y~f~~~i:e df ~~e BJ~ 1 !~ ~cet~o~~e~?'g~?P~rifte:rE l'uranio (non è .1l bue. blu), dov'è mai l'uramo. Vediamo– lo. In veuia a ~on o espo~te pietre d·ogni. vane.là e ql!aht.à con su i nomi degh s col?nton: e molti sassi con su I nol"i:1 1 di coloro che h::tnn.o contn~ buito a raccoghcrh un po do\!unq_uc. La cava desertica Entro. Guardo olle. P<.',~ti: ancora libri vo\ume~t1 n.v1ste ;.ippesi come falangi. N1entt? scaffali. Di facc\a, e !l,O~di ~~afi~~'. 1 Ri~~~~n\{P!d~s~~: mento. Due gio\•am, veden· faom~;;~~re s~;~/~~j. f~1~ co che l'accerch1a e c1 p1om- ~:sile~~st ~i\,fti~~ç1h 0 el~~;! dico. Non abbiamo P)U.copi.e, dicono, vendute. La ~vista,. in cui aiuto a sistemare 11prez10· so minerale, è stata v~nduta. La mia vanità è soddisfatta. Poi, sù una sedia scricchiolan– te, sto 3 scartabellare attraen.11 volumetli. a fiuto !1e a1;q~1- sto un paio. I dt_Icg1ovam, m: tanto, parlano, 10 ascolto. Iv11 intrometto nella conversazio– ne. E vengo alla <=?noscenza d'un gmppo di poeti che pa~ abbia scoperto çsecond9" .11 gruppo) un'equazione chimi– ca per usare 1'urni:ii0, diret– tamente nella vescica rossa dell'uomo d'oggi, ~ndizion~– lo ad avere at1acch1 repenti– ni e crollare nella pietà di se stesso senza prima aver pro· vata la gioiosa esperienza del– la nuova medicina. N,m è la morfina che mette sonno alla pena dei vari cancri; è l'~– sem.a dei cancri coagulata vi– sibilmente in ogni particella del nostro sistema animale– anima che fa intravvedere, aldilà 'd'ogni sofferenza, noi s1essi nel recupero della mor– te un istante prima che la si ragj!'iunga. . . . Mi danno hbretti di poeti mai letti, un paio di riviste le quali cominciarono a pub– blicarli e parlarne vagamen- * g~~~a¼': i ~~l~~1i~1~~ ~~rl1u~ogf~:llamfa:= ~h; di A.LFUEDO te. M'informano che la li– brcna int:ramente dedicata alla poesia {minerale, non mangiabile e impossibile per costruire ponti e scheletri di grattacieli, che segna lo zero alla borsa dei valori). è am• ministrat3 da un:'I coopera– tiva di poeli i quali non fan– no altro, per amore, che di– "idere le spese invece dei gua– dagni. I loro nomi sono: Da• vid Antin, Ceorge Economou, Robert Kelly e J erome Ro– thenberg (editore, quest'ulti· mo della Hawk's W.?11 Pre.:.s. che' pubblica ,·olume11i di poesia simili a. que!li .di Scheiwiller o altn. e mmut1s– sime an1ologie Poems from the Floati,,g \Vorld in cui , i ~~~i :P~fn~\n:s°e 1 ,ic~~Ie t~Ì~= sco, dall'arabo, dallo spagno– lo) immersi nel movm,e!l(O « deep ima$e • (profonda in,– magine.). Niente parentele con lo • lmagism • dì quaran1'an– ni ra. Dal sollosuolo di Rimbaud « Occp imagc •. che cosa si– a:nifica, per costoro? La poc• sia la vera. non dovrebbe css~re calcolata in «profon• de immmagini •? Ma no, non è cosl semplice. C'è dell'altro, per cos1oro. Nella poesia « deep image •. c'è una at– trazione riversata a risco– prirsi in parte in Emily Di– ckinson "per la sua economa e misteriosamente comples– sa • immagine._, e in parie in certa violcn7.a catadismica (dirci quasi romantica) che surgc dal sottosuolo di Rim– baud. Il lettore può interpre– tare come vuole la Dickinson cosi oscuramente scmplico e moderna. come, in resa let– tcmle: « Bandisci l'aria dall'aria I Dividi la luce se osi I S'in– co11treran110 / ,Hentre cubi o palli11e / iu una goccia di for– ma I Si adattano. I Pellicole ,ron possono annullare I Com– pleti tornano gli odori I Fia~w ;~abf:,~J:! / ~,;/;;' 1~ 11 ~~u:~:::: potenza / Volteggia il va- "0N~t·t959, Robcrt 8\y, forse senza rcnden.cnc conto, in un numero della sua rivista « The Fiflies 11(ora «The Sixtics 11), DE PALCIII pubblicò se stesso e un paio di questi poeti appartenenti al gruppo che allora non ave,,a nome né l'idea di offrirsene uno. fn questi tre, nella rivi– !!.ta che ospitandoli iniettò nel magma della poesia 3m1:– ricana ì gemli d'un movi– mento, se possiamo definirlo come tale. si notò un legame di affinità non ancora però ~,,i!uppato. Ascoltiamo ora Jerome Rothenberg. il fisico che valorizza l'essenziale, il ~uo perché della • deep ima– ge •, in due pagine della n– vista «Trob:ir • (in tutto una trentina di pagine di poesia). Scrive: • 11potere della "dl!ep ima– gc" è l'abilità di trasmellcre un senso di due mondi in uno: direltamente: con nes– sun concett.'.>di porsi tra la intema esperienza e il suo :,ignificato ... « Il vedere in ques1a ma– niera - tramite il se stesso (cmotivamen1e) - risulta if! certi necessari cambiamenti nel materiale che emerge dal– la poesia: un accresciuto senso dei contorni emozionali degli ol,!– getti {le loro oscure qualità, o ombre); la loro libera riassoci:-1- zione in una maniera che sa– rebbe impossibile in un pcn– ..,iero che è solo descritti\'o o logico, ma è qui quasi inc– ,1itabilc; il senso di questi oggelli {e l:-1poesia stessa) essendo ca– rico di un'accresciuta rilc:– \1:lnza, un suscitato senso di \lita; il riconoscimento della poesia di essere una na1urale struuura nascente dall'atto della visione emotiva•. Qua i - manifesto del « deep - image > Dopo aver letto RoLhcn– bcrg, non so se si è capita l'intenzione o la intuizione di questo metodo, che cosa in- ~~~rbili~g~bbf;~r eagii~~~ gcre il programmatico alla espressione dcli' individuo - ~frf~~n!; I~ .. 1 ~is1i~ 1 ~~eb__;bt~ la poesia • dccp image • da ogni al11-o genere? Rothen– berg, negli estratti del suo scritto quasi•maniresto, ce la riferisce. Ma più delle sue spkgazioni da programm~ <? delle mie proprie valu~az1001 su di esse (se lo fa<:C5SI), va: te di più la persuasione degh esempi da cui il lettore trar· rà la sua somma. . . Robert Ke/ly: (da Spm- ,,,~~? cominciare i prelimi: nari della geografia / sa~P! dove stano le cose / se Vl\'I in una stanza rossa / una stanza rossa nella cava / e il tuo corpo si muove con violenza nel tuo sanaue / e il ritmo è il ri\ 1 erbero del sole / e se ti trovo nella stanza rossa I vedi fuochi ardenti oltre le finestre / roseti fiorenti tutti insie– me / se ,,ivi in una stan;,.a azzurra / e sposti il sole dal• la mammella des1ra / e. I.a luna dalla mammella sm1· stra / e porgi il pube alla capigliatura delle comete e ai pesci / e se ti trO\'O flut– tuante nel tuo sonno blu / se vivi in una stan7.a bian– ca / il mio piede tonfa rug- i:inoso alla tua porta / ........ David Antin: (da / a morte del platypus) Nella mente del platypus ponderava il morbo di cri– stallo / Pesante come l'acqua e le semivite delle stelle / Sollo la pelliccia ricordava la pioggia delle meteore / E compiangeva le creature qcl– ta prima nolte tcrres~rc / 11 plat_vpus nella sua esile \'OCe di i.iiralfa / Il platypus si addolo~va per gli uccisori / Per le J.O· saziabili talpe e donnole af– famate / Per il seme dissi– patore / per la saturazione d'uova di salmone / . Oltre ai nomi succitati : ai due esempi. vi sono altri RiO\'ani coinvolti: Robert Duncan, Garv Snyder, James Wright, Michacl Benedikl, Diane Wakosky, David Oss· man, Milton Resnick (anche pi1tore: correntemente ha un vasto quadro appeso alla e– "posizione Astratta • Espres– sionista - lmagista nel nuO\'O Guggenheim Museum). Ma più che alla Dickinson e a Rimbaud, Jegw:cndo questi giovani, si è inclini a pensare ai surrealisti francesi, ai con– temporanei spagnoli e sud– americani, e a quei poeti che ricorrono all'immagine apo– calillica o sinestctica. com'è dalla sua preoccupaz.io- possa essere, e non fSSCrc nel• ne di nasconders i, non si rcn- IO:s~esso 1sta.J~· L Enne.o IV ~~e c~b~a~h; ;c~p;~~pir~~u~ ~~cr~~t~d~~ ;o~ 1 i53uodiff~~ carte? che mentre 11 prob!ema .J:?Cr E' inutile continuate a ri· P1ran.dello. è quello d1 stabilire mancre con Je tendine abbas- un. b1la:nc10- e se volete uno ìt~u~e~~éri;o~o~apt~:ov~~~ fÌ 1 ~~~~~tà;del ~r~=~~ ellij ~~lii ~u~ihrir 0 ~i~gi~ic~:~~ ~;tl~nd~lfi p~b~:1io_ drc::~ si s,, 0 Jge sul piano del sur- sc~mdcre al personaggi~ 11d~ reale. E sappiamo, inoltre. che suno· d_1 nsolvere, ooe, m vi è sempre csclusirnmente un commed1;..i e '!1 balletto que~ personaggio nelle sue Ombre: lo eh• solo il dramma pu ~t~ ss~lo,.;usifo!!m~'.g~~~~~df~~ daoitavio di Saint Vinccnt che maso Fregoli in mille altri entra nel, P~ d~.lla duches– conseanando a questi. però, la sa ~on Ian~1a dell att~ (una ~~f a unk:. e insostituibile ~~t~a dihevifl;Ja~a~~P~jrere~~ L;· ;bbiamo messi? s~alle al ~ e' 0 s~ton/%n~~~~to di~~h~ l!)ll.-O e, malgra~~ I a~1,ertenza attra\·erso l'amore _ si ri– aelb ~cheda. cnt1co-b1ografica, trae e non accetta di compie– non ci casch1am_o. E. allora, a re la propna esperienza, Ot- ~Ìi~Sldi ~~ri 0 J~re cich":~~~; ;g~ ~1~('ma è au~::Oi1~ do/~~olfi~ 1 g1ochett1 e che è ora d1.fare E Ottavi:> se ne va via dal 11.!ce.Ma non ce la. sentiamo castello incantato e rifiuta Il d1 cedere 3:'la tent?z1o_ne. Non deslino non µer un impulso L~n~~l~ ..e~t1~~re1~~m~:~1f:::c~ ~~stii~O,nt~~si~'ì3~nao r:z~:!: f;irlo rimanere nel buto e d1 lità cosi Ju::ida e alogica da f~~s~!~~~l.~n~~~iJ~:nt~ _:oni! ((}~~~~~e ,/,,~li~~!~ ~cl!~! !}: gioco d1 .ques1.o diavolo d1 non può neassariamenle ptù Landolfi Cl amra maledetta• avve,iire [le ripetizioni non mente, a_sa_nguc. . conrano) e, 11er dir cosl, non Ecco Cl dice che 11011 _capiscesi aspelta più nulla: il guaio ru//e quelle cose che dicono e è app1111ro qui). cli.e fanno d'Art_agnan e Ara- Ln speciosa /avoferla che si m,s? lo sono s,curamettte w1 legge nei libri fantastici di idiota mo ho sempre creduto re.luno che balestrato dalla che la vita sia qualcosa di di- sorre in dorare sale e avendo- ~~r:t:;. 1,{1a~f~ Ci~ ~:!~·a/i più :ii1fr~rt:::t~1 ;;:0°~f~o ,~! Proprio l~i ci. dice .queste ro volo,irariamenre ritorni alla cose .. P~prio lui .che 11)\'ent~ sua oscurità è una speciosa fa– i.i v11.a tn. una J?ir:otecmca d1 voletta perché per 011avio, r~~~~ 1 g~ri~ 1 Jt:i~·n/n eugt l~~~! d~~fngern!:c~d~~Ùail ~:i~ 0 et Proplio !ui si fi,:ige picc?lo, fettual~: da qu~lla re:iltà im– con le mezze maniche da 1m- prendibile e incomunicabile piegato. ~i gruppo. C addetto che è quella dei fantasmi che lf:. arch1v1~. e c1 ~ice, co n la non hanno un destino ma rap• p•u splendida faccia 1osta. c.he presentano un mondo di pos– h_asempre c~~to ~~e la v11a sibilirà attuabili. Il personag– s1a qualcosa cli g11g10! Altro gio Ouavio e l'autore Landol5 che qu:ilcosa di grigio! concordano, alla fine, che la L;i vita per Landolfi è leg- cosa più ::o::weai~nte è quella gcnda, è pezzo da concerto, di rimanere nel buio rifiutan– è cffert,a fav<?losa di soa:ni, è çiQ l'OCC.lsionc del vivere. una. lez1on_ed1 altezzosa filoso- Ma la vita, 3nche quando fia m a~hca. prosa, è un. cer- la voaliamo rifiutare, ci impo- L~r\i~1 ènr~~l~~t~t~~a n~c"e~!r~ ~~i I~ ~~d~1~~i n~o al~s~~~~ la d1 fantasia con la quale d1- sottrarci. E 31lora non rcsta– stn1ggcre il mito e la realtà e no che due soluzioni: o rima– ricre.!re spazi e silen1.i. suoni n1.:re comodamente a fare i ultrasonid _e girandole ~oloi.-a- giochi di prestigio o smetlcre te nella giostra delle 1llus10· per entrare n~lla • calda vita •· IL· Fll,iU DELLA. Si!;Tl'JiUA.ì.\'A.. * E Landol6 accetta - è owio - quesia seconda soluzione e rimane assolutamente enigma- 11co, nel mistero. Con questo non diciamo che qualche volta Landolfi non sia Vanina Vanini costreuo a vivere ma quando deve farlo, lo ta come un ri– pieflamento taai::o e neccs– s.;.rio, come una fatalità non desiderata, con la boc-..a ama- ~a e P~~s~m~~ sfu%~;i~:a; Vediamo prima di tutto l'assunto: Vanhla Vanini. è un racconto breve di Stendhal compreso nella raccolta intitolata Chroni– ques ltaliennes. Si am– bienta negli Stati della Chiesa. nella seconda de· cade del secolo XIX e, con deciso realismo, oppone carbonari e patrizi, pa– trioti e codini. Abbiamo volutamente scritto <deci– so realismo>, perché Sten– dhal. che molti chiamano e considerano romantico, nella sua prefazione all'in– tera raccolta delle Ch.roni.– ques Itatiennes, aveva te· nuto ad avvertire che il lettore non vi avrebbe trovato cdes paysages co~ poses, mais des prise d'après nature> dato che <la tw·ité doi.t tenir lieu de tous les autres mérites>, aggiungendo che lo stile di quelle storie gli piace– va perché era ccetut du peuple>. E' dunque con questo rispetto di cronista, con questo gusto delle cose considerate cd'après na– ture> che Stendhal ci svol– ge il suo racconto pur mettendo mano a passioni violente e a intrighi san– guinosi: da una parte c'è Vanina, principessa Vani– ni, figlia di un principe, dall'altra c'è un giovane carbonaro romagnolo, Pie– tro Missirilli, che, sfuggi– to a11e segrete di Castel Sant'Angelo, trova asilo a di GIAN LlJIGI R011JDI palazzo Vanini, grazie al– la benevolenza del prin– cipe, spinto a quel gesto da un'amica intrigante. Vanina scopre il carbona– ro in soffitta, lo cura, lo ama. ne è riamata. Dopo un po', quando lui - so– spinto dalla sua passione politica - torna in Roma– gna cpour détivrer t• Itali.e des barbares>, lo segue con una scusa. In Romagna. però, l'idil– lio non fiorisce nello stes– so clima tranquillo che aveva protetto il suo sor– gere a Roma: qui la lotta contro i carbonari è nel suo pieno sviluppo e Pie– tro si trova presto di fron– te al dilemma: Vanina o l'Italia? Lo risolve quan– do in un senso, quando in un a]tro, ora trascorrendo lunghe ore tra le braccia dell'amante, ofa sguscian– do da quelle per correre a capitanare i compagni e a organizzare la ribellione contro le forze del Papa; ma a Vanina che è donna. che è innamorata e che dell'Italia non sa nulla, quella costante alternati– va del suo amato tra lei e i carbonari non garba. Così un giorno si risolve a tradire i patrioti, facen– doli tutti arrestare con una spiata. proprio neU'ora in cui Pietro è con lei: illu– dendosi che Pietro, rima– sto solo, pensi adesso sol- tanto all'amore. Ma Pie– tro, disperato, e temendo che gli amici lo credano un traditore, va a conse– gnarsi, chiedendo a gran voce di poter condividere la sorte degli arrestati. Vanina. che ha capito troppo tardi l'errore, cor– re a Roma. Patteggia la grazia del suo amato, la ottiene ed organizza subi– to uno stratagemma per farlo fuggire. Quando pe· rò Jo incontra di nuovo, ancora in catene, e gli propone la fuga, lo trova cambiato, distante, senza amore, votato solo all'idea di patria, solo desideroso (come più tardi il suo suc– cess1Jre J ean Sorel) di ve– derla legittimamente spo– sala ad un altro. Delusa e infuriata, Vanina svela allora il suo tradimento di ieri, pensando di chia– rire meglio il suo amore, ma la reazione di Pietro è un'ira tanto violenta che la ragazza, lasciandolo al suo destino Una vicenda nitida, per– ciò, precisa, sottile, che Stendhal, oltre a prospet~ tarci in poche pagine con dgore di cronista, ha sa– puto anche illuminare di uno spirito ora maliziosO, ora interiormente mordace, che ha spesso rivestito i suoi spigoli realisti di un humour venato quasi di satira, kOS'l!a !~I.Q, i.l.lleg.. il film? Ha preso il testo ~n1~,i~~ ~imd~~a z,:;lleToc~; realista di uno Stendhal viene uccisa a freddo e cosi vissuto in tempi romantici punita in nome di una em– e lo ha trasformalo in un blematic:t legge di ifiustizia. dramma, anzi in un dram- t.:niversale che domina e det– mone romantico. molto più ta la sentenza come un me- vicino allo spirito di Vit- ~~ta:ii'::Oo~~~i~6/~~ ;~~~~d~;: toriano Sardou e della sua si di immaaini jmpastate di Tosca. Là dove c'erano dei surrealismo e di favoloso. personaggi sfaccettati e on rimarrebbe, a questo compositi, dalle complesse pun10, che <..-oncludcre lacen– sfumature psicologiche. ce <io rimanere Landolfi nel buio ne sono cosi degli altri e noi consap~voli della sua il- tenuti tutti su linee su- ~h~ 0 7~i i_l.:udL~~::,dort 1:. ~cr~~: perCiciali ed esteriori, da sua. M. :i.un dubbio ci prende Vanina, che è diventata e deside riam o conressarlo su• soltanto una sospirosa ra- bito, su d'.le piedi: mn forse gazza innamorata. del tutto Landolfi non sa che noi 30,p– codina (e persino predica- ~fs~fi~~i~~e?on'lsce la nostra toria), a Pietro, che finisce Un du!Jbio legittimo che per atteggiarsi unicamente nasce non a caso ma prende al cliché scola.stico ~el car• ,:alo~ e causa dai suoi pseu– bonaro fanatico, violento, oorag1onamenti (una ci1azione :r~~zodo!:n~~er~i~~~sc~/;~ !~½~~~~;{. d~~li°gli~~nd~ass~:~ m_a ben congegnata e iro- ! ~~ni:f 0 .~t'J1~11! 0 ~~f~~ 0 f: 1: :~ mcamente conclusa con , le quah si pavoneggi;;i per i un'abile moralité finale. c·è I neologismi e si scusa per gli ~~,v~~e0 uan~e~:;!a p~~~r!r:~= l~~;~m!; 111~al 1~~~•:;~~e eca~ 1 t salire sprezzante i! pati- lfor~~~si~ alti!~~~tipci-g~v;~~~= b~lo .. dopo aver .rifiutato boli e eufemismi; dalle pre– di ch1ed~re la _graz.ia ..men- 7iosità delle par:,le da museo tre Vamna. scann1ghata e seppellite nella pagma come avvilita, corre a chiudersi una provocazione (come dice in convento: come in ogni Debenedetti): e.alla mcravigl.ia fe-uiUeton-che si rispetti. con. la. quale c1 co rysegna sii- Un film. perci?, _sbaglia- ~~~'.s1J1~d:Zi~!e ii~~~~t~~ti~el; to e c~e Ro~e!lm1. (~Jme- aulica e accademica intelaia– no le 1mmag1m gh s1 po- tura del racconto. tranno attribuire dato che, Un dubbio lcgntimo che tro– quelle. è solo il regista a va tcs1imoni!l:1za. appunto, .in crearle) non è riuscito a ql;lel suo mie provocatone. nobilitare neanche con ~umolante e scom 1 o!gc111e ~ ur:i~ 1?8rvenza di impegno ;~~~~ 5 5 ~~ 0~~ 0 co~~ 6\ilist!CI). dito pi ironica baldanza; i

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