La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 46 - 19 novembre 1961

LA, FIERA LEITERARI Anno XVI . N. 46 SET.TJMANALE DELLE LETTERE DELL ARTI E DELLE SCI NZE Domenica 19 novembre 1961 SI PUBBLICA LA DOMENICA Fondato da UMBERTOFRACCHIA * Diretto da DIEGO FABBRI QUESTONUMERO L. 100 DIREZIONE E REDAZlONE: Rom a • Via del Corso. 303 . Tel. 687645 • Amministrazione Te!. 673015 - PUBBLJClTA': AmmiDJ&trazlone: • LA F1ERA LETTERARIA» • Via del Corso. 303 • Roma· • TA.RJ.FFA L. ISO al m.1lllme.tro " ABBONAMENTI: Annuo \Ire 4.000 - Semestre lire 2.150 - Tr1me~tre lire 1.100 - E;.tero: Annuo lire 7.000 • Copia arretrata Ure 150 - Spedizione In cooto corrente postale (Gruppo Il) - Conto cornmte po.stale numero 1131428 Be tocchi. 'Carlo Betocchl Carlo Betocchi ha dedicato • Alla Fortu– tta " questa pdcsia scritta sul finire dell'ot– tobre scorso, vachi giorni prima di essere ricoverato d 1 urge11z.n ii, una clinica fioren– tina per esservi Of)Uato di peritonite. re– st~ndo poi q11alche gioruo i11 pericolu di morte. Al poeta t. all'amico 1!iw1ga110le nnstre fcl1citaz,011i per lo scampato pericolo e gli au;:uri più fervidi di completa ,:uarigione. Affrt. F11rl1u1rt, Dura fortuna, sorda allettatrice, che meco hai fatto il tuo gioco felice e poi non m'hai• voluto, cosi ignudo a' tuoi occhi com'ero:. e hai scelto a caso, e ti sci fatta attendere e mi hai dato ciò che potevi, la furia del tempo. le,·andomi di mano la pazienza, adagio adagio. mio soJo peculio: fortuna somigliante a ciò che avevo di men sicuro. o scimia. che m'hai dato facendomi moderno, se non ciò che non mi serve, e che reca alla morte? Altro è di là il paese: e in questa terra' tu la regina falsa. cd io il soldato. Anima corri: lascia qui il cadavere, la gloria mercenaria, e il senza senso. PER UNA STORIA DEL NOSTRO GIORNALISMO * La"terza"e le altrepagine ,u NA bibliog:afla sul!~ tt terza pagina >1, se c1 fosse chi volesse cu– rarla .. s·accrescerebbe ogni giorno di nuove voci e sempre più opposte. dalle positive alle negative. dalle avventate alle documen– tate. Ma sempre. a consi– derarne gli autori. si as– soderebbe che le più pes– simistiche. nonché ingiuste, appartengono a nostalgici o mancati o impazienti o im– meritevoli o maltrattati collaboratori della stessa " terza pagina)). E ciò spie– ga. se non giustifica. certi atteggiamenti e certi giu– dizi draconiani. Perché negare che la «terza,, dispone oggi. ri– spetto a Ieri. di lettori Più numerosi e più variati? Non tener conto delle loro esigenze. pur adeguandole alle proprie. sarebbe stolto e dannoso da parte di qua- . lunque giornale. Senza che le une immeschiniscano le cli E1l'RICO FALQlll !orme e con spiriti diffe– renti? Perché negare l'utilità della ,1 terza i,. o restrin– &erla al vantaggio econo– mico e pubblicitario da es– sa offerto ai singoli scrit– tori .. in luogo di accettarla anche nell'agevolazione di un più frequente e diretto e reciproco contatto fra so– c:età e cultura? Perché negare che la "terza 11, come istìtuzione. non lesina e non menoma che la libertà di pensiero e di espressione di coloro che son disposti o che s1 rassegnano a rinunziarvi? Peggio per chi non sa farvi rispettare la propria indi– pendenza; ma di solito son quellì che non ne dispon– gono o che non l'apprcua– no. Nell'àmbito della ri– spettiva ideologia. ciascuno deve sentirvisi e mantener- visi libero e fedele, senza scadere al grado di scrit– torello di corte o di acca– demia. e senza esservi scambiato per un qualun– que funzionario di partito. E forse non è del tutto esatto l'asserire - come Ca Ravegnani (Gionrale d'Ita– lia. 14-15 ottobre 1961) - che « esiste oggi una specie di divori.io tra giornalismo e cultura (quella auteoti– ('a). in quanto l'attuale ci– fra di buona parte del giornalismo quotidiano pre– tende d'esplicare nel cam– po della ctùtura. non tanto una funzione formativa e di giudizio. quanto una · funzione di sapor crona– chistico e mondano; e quin– di noi assistiamo a una ci– fra sJjrovvista di veritieri problemi di fondo. e di più succuba di una pianifica– zione, la quale. a onore di altre; bensì facendo in mo- ,-------------------– do ohe si nobilitino a vi– cenda. Perché negare che la « terzo )• ha esercitato ed esercita e può continuare ad esercitare anche una sua precipua {unzione cul– turale? Le prove sono agli atti da un pezzo. Per la co– noscenza e la stima della letteratura e dell'arte con– temporanea in nessun altro luoi;o. dn principio. si è combattuto con più dedi– zione. Borghese. Cecchl. Gargiulo. Prmcrazi. Rave– gnani. Tilgher lo attestano con le loro raccolte criti– che. Né rincremento lette– rario Impartito dalla tt ter– za 11 nel periodo trn le due guerre ultime può esser li– mitato. senza errore (c. se consnpc\fo)mcntc. ienza do~ lo) al r.woretglamento di una sorta di manierismo e pre1.iosismo elzeviristico che sarebbe srociato In un superflcialismo giornalisti– co. quand'è invece gi;\ stata riconosciuta cd apprezzata e orm.'.I! ratalogata l'origi– nalità del reale contributo apportatovi dnlla collabo– razione dei nostri più egre– gi scrittori. E non è cosi ancora oggi. per quanto In In un'opera diCecov una parola per oggi * rii Gl011Ai~1l 1 1 CALEi~DOJ;J S CATURISCE dal Gia,– dino dei ciliegi di An– ton Cecov un insegna– mento attuale? La punti– gliosa e sensibile rappre– sentazione di una società al tramonto. che lo scrit– tore ha offerto nel dram– ma. è tuttora viva nei rl– rerimenti che se ne pos– sono trarre e nelle riso– n;:mzc che se ne raccolgo– no nnche ascoltando dalla riva nssai più tempestosa del nostro tempo? Questi cd altri consimi– li interrogativi sono stati un'altra \'Olla riproposti dalla nuova edizione del– l'opera che è stata allestì- la nel Teatro Eliseo di Roma dal regista 1'-'1ario Ferrcro. Il Giardi.rio dei ciliegi, come tutte le opere estc– tièamcnte valide, ha un contenuto assoluto che si. rinnova di, decennio 1n de– cennio, pur rimanendo sempre identico a se stes– so. Ed in questa epoca di rivolgimenti improvvisi e violenti. dal quali sono po– ste in (orse - almeno ap– pnrentementc - le !on– dnmenta stesse della so– cietà. il celebre drnmma cecoviano scopre partìco– lnrmcnte un aspetto che non può non colpi re nella sua 'perretta .costruzione. E' il senso del tempo, quei benesseri materiali (d 1 altra parte. legittimi) che una quasi magica civil– tà meccanica a tutti offre, dimentica che l'uomo non vive di solo pane». Un particolareggiato esa– me distintivo di alcune tra le più effettive a. terze pa– gine» contribuirebbe ad una più equa distribuzione dei meriti e dei demeriti. rispetto ai differenti propo– siti segnati in programma e \'ia via realizzati da cia– scuna. E contrìbuirebbe anche a mettere in luce di– fetti e manchevolezze ripa– rabili. imprimendo alla 11 terza )1, con sempre mag– gior decisione. il tono ed il prestigio di cui abbisogna per sottrarsi alla decaden– za. Essa sta attraversando un periodo di trasformazio– ne e di riassestamento. Adopriamoci tutti affinché ne tragga nuovo vigore. senza estraniarsi « dalle vive correnti del sapere e dell'intendere» (come ri– conobbe C.E. Gaddn nel presentare una nostra !n– cl1iesta sulla « tena pagi– na)) ( 1953) e senza rima– ner « sorda al fremito delle idee)) « naturalmente nuo– ve 11 (come oggi il Rave– gnani stenta ad ammettere ed anzi esclude che sia~i verificato). Per questo e per tanti altri motivi (cfr. Chiaro- Un messaggio di libertà e di respoasabilità * I della gradualità. del pro– cesso che ogni trasforma– zione socinle impone per– ché lo spirito dell'uomo , monte: Tempo presenrc. lu– glio 1961). già in prece~ denti occasioni detti e ri– detti. riteniamo che sia nel giusto chi, come N.F. Clm– mino (ctr. Dialoghi. luglio– agosto 1961). ben sa: « che la terzn pagina attraversa un periodo né tacile né fe– lice. che non sempre esso è bene artlcolatn. che I pezzi non i:.cmpre corri– spondono alle esigenze del pubblico. che In scle1.lone spesso non è Intta con Il rlgo:c necessario l1. Ma, pur non Ignorando tutto questo. sa anche che ciò -i: deve indurre ad elimi– nare I difetti. non n consi– derare superata la runzlone della pagina»; e aggiunge che appunto nella ((crisi generale della cultura. nel– la superncialltà cui molti tipi di pubblicazioni vanno abituando il lettore. una terza pagina ben redatta e meglio scrlttn è quanto ogni quotidiano deve offri– re al suo lettore i,. Ci rie– i::ce? Non cl riesce? Con 1 Quali me1.1.i? A qual flne? Opli testata sventola un differente programma. Sa– rà quindi da esaminare e giudicare come ciascuna tenga fede al proprio; e bisognerà farlo non con– fondendo il riconoscimento tecnico con l'apprezzamen– to Ideologico. ma ricordan· do che la « tet'7.a 11 è scm· prc meno un salotto e sem· prc più una tribuna. Cosi potesse affluirvi. e diffon– dersene. un maggior nume– ro di voci. Cultura e lette· raturn non avrebbero che da guadagnarci. E fn(attl dove e sempre che si ve– rifica. sfa che ottenga ade– sioni e sia dissensi. il van– taggio ribadisce fnnegabil~ mente l'utilità e l'origina– lità dc1la « terza pagina n italiana. Bito,•no di Biixley possa consapevolmente as– similarla, facendosene il portatore e non soltanto il succube. l personaggi del Giardi– no dei ciliegi, a incomin– ciare dalla protagonista Liubov Andrièievna Ra– nièvskaia. sono tutti do– minati da un'indecisione costituzionale, riposano - pur con i loro tormenti e le loro ansie - in una felice incoscienza preago– nica. In essi i germogli di una vita nuova traggono la linfa necessaria al loro sboccio dal sottobosco di una vita in lenta decom– posizione. Et sebbene tut– ti tentino disperatamente di derinirsi. nessuno è ca– pace di cconsistcre>. come direbbe Lu~ Pirandel1o, al ~' .Nuovo niondo ,, * e ON Ritorno nl monrfo 111101'0,· Alclom, }luxlcv m,,,,·i~,a~~~md;tt~;;:i '~~~d'.~i di ~~l!!!il!:HO CR1<;i1ust·u1 ~.~ 0 x~.\~." 11 , ~;}id' 0 ~~9.~;~. -~~it um.tnit!I, che aumcnt3. 1\la la luce dctli a,•,"C11imcçtiiuon- vit.t nt'llc ~ra.ndi cìt1!l non dì~li degli ul1imì t1cnt".umi. c\!l luoao ,al\a salute menta- I Be1;1,cs:.éri :,ubumnni 1111- \c... : né sollecita Quel tipo di scrabill t.' tclici. 1otalmc111c libcn~ responsabile entro un schia, iuati d.t \,tn:1 ,·olont.J ji!nippo c.1pacc di autogo,·er- supcriorc: i:lì ,\Ifa e gli Alta- n~r:.i. che è 1::i condi1.ionc pii.i; i grandi capi Jclla ~o- prima del1;1 dcmocr."tzi::i ef- cictà dd VII sc.:olo dopo fcuh•a. La ,,iia di citt!I è a- Ford, essi ,tessi ~m:cubi dì nonnna e pci· cosl dire . .1- un potere. \:hc )i lrn:-.ccmlc: :.tr.1}1.t Gh mdiv1dm entrano tutti rh·i\'OllO ìn quc-.10 nuo- in rnpporto l'uno CO{ll'alt10, ,·o libro, usd10 negli IJ.S.A · non conu.- pcr;onalilrl 1otrili. nel '38, e ora pubblìé:uo in nrn come incarn.t1ioni dì .tl- Jtalia d:i ,\londadori (• Ou:1 trcttanlc funi.ioni, cconomi- dcrni dcli:, 1\ledu~a"). che: o, -1uando sono foori del Hu:de, not;t ... "Omé molte !a,oro. come ..:-acc\atori irrc- ;i\i~~~en;it'!l~-1~t~irini~chi L~e~\!~~!~ ~ll~~Jl\~:~co~t~;~ di:,tanza di quaJ.chc scc_olo, condo Huxlc", cessa<di a,·erc come preconirta\':1 m.i di uno scopo e un senso. Nel qualche decennio. Gli orrori I tcrmì1aiò • le Pnrolc chi:l\'C dei cenelli-pagina-bianca. dei o;on0: adaitame11to,~rondotta • dh·ertimcnli" :i comando, çocfal1m:111eorirutata, appar- dclla pcr:-onalit. um.lna in- tc11c11:.a,rquisi::.fo11c di ca11a- 1egralmentc dbintcgr:na, :.e- cità sociali, la,-orò di ,<q11a– condo llu,xlc,. sqno'già m1- firn. vita di gruppo. leàltil d1 sfatti dì o~gÌ, COf!1mc:.!>\ dal J!rnppo, dinamica dt gmJ?/10, ~l~~is~rtd~11tGrf:d~ 1 I~: :wm;~~p;%, 1:çii~~l{,~~:t'cd~ L~cs:ra~~f!· ~::~:j1~c~~ftd1~~~: gruppo": : 1 ' ~~ g~~~e~~t ~:;~~od~I ~~~~= SaIva re ~~cnc~,/e~lijS~o~~a~~~ro~~~~: In liber là nenie, crc:,ce a ritmo ,orlt- L3 proÌ,aji!;nda -ha-la parte eo~o. e in prog1·cs:,ion; ~~o- più massiccia/ insieme· alfa metrica: cffeltc dell'ec C.):.('I minaccia lar\ala {a diffcren– di popola1ionc sara il gra- d di tiò che· pré\·ccteva Or– duale 1mpo1cri'7!cntu dei wcll, prorcta di una socic1à meui di :,ussi~ltnza pe1 IJ. b:tsata sulla punizione e non strai;l'randc mag~ioranz.-1 dc~h stilla persuasione occulta): uomini; da qui. scoppieranno poi: il la,·aggio del cervello; dir;ordini )pcc;c;t,cnicnti e, d1 le droghc che interferiscono con\c)!i1~n1a. il potl'l'c delle con l'.tz:ìone delle sostante autori1,1 cht" dispolk,11ncn1c chimiche del cencllo: le pro rcprimc:r.i o~ni tenlathc, J1 ic;doni ,ubliminali integrate ribellione; na-;ci1a, perciò. dc· dalla persuasione • per asso- s;?liahu~i di potere, dei rel;l'.i- cinione.. con clemcn1ì 5;;i:O mi totalitari (hitlcri:..mo "'. no1i e graditi al pubblico, so- s1alinismo sonu gli c:.emp1 no altrt:tlante anni che per- co'ilanti I. fino al dinbolico me1tcr:rnnc ai dittatori di 1raiuar<lo dclL1 ,uprt"m,, ,u- piegare indiri1.za.re, diriger-= pero11?ani~1,.-,:urie_..~ ~n:c:-.·n ai loro fini !a volontà dell'in- puntn ~li ellt"rn 1c:.,,.1 d.:I tcro gcnen: umano. ma'i 5 imo mqu;;dramen:o ,1 L'ullimc. capitoio di Ri- .sommano a quelli del!.t ,o· tomo al mondo nuovo pro- :~~ra~~~~:one ~l;;~i;du~;;r; f~~·~a~!~~~~t" sr!iib~~tà: 1i~ grandi metropoli una porzio- l'educazione dei gio,·ani alla ne sempre più ~de della analisi del linil,laggio e.della propa~a~da. in m~do da po– ter distinguere s1stcmn11ca– mcntc • fra affermazioni vere e false, significan1i e insigni– ficanti•; 2) l'abbandono delle grandi città, pcrchè sia dnta vita .t piccole comunit!l pro– dncfali; 3) il ritorno all'indu– r.1ria di ,,ilJap.gio su scala lì– miiata; 4) il deccn1ramen10 del potere 5) la suddh·isionc dcll.t proprict:'l Huxlev con• elude: • Per .td~so qu.tlchr libertà resta ancora nel mon– do. Molti gio,•ani, è \Cro, sembrano non darle \'.tlorc. Ma alcuni di noi credono che ~cnza libertà le cn:ature uma– ne non -.aranno mai piena– mente umane e che pcrtan10 la libcrt~ i un \t;'!Jorcsupre– mo. Può darsi che le forze oppastc alla libertà siano 1roppo possenti e che non ~1 potrà resistere a lungo. Ma e pur sempre nostro do\'ere ra– re il possibile per re.\>isterc•· Come r.i ,·ede, Ritorno al mondo nuovo rappresenta uno dei più appa:..s1onalì e intelligcntì messaggi in diks.'.1 della libertà: una specie di \'adcmecum per gli uomini responsabili del nostro tem– po. Ma c'è, [r,1. il rom::mzo Il 111011do nuovo e questo Ri– torno, una di,·ersi1à di fondo che non è da1a unicamente dalla differente forma esprcs– Si\'a (ìl Ritorno è a carattere saggistico). ma piuuosto. m1 pare, .fallo spirito con .:ui Huxle\· affronta l'argomento. Nel .\fondo nuovo il processo di condizionamento non , 1 io– len10 della coscien1.a era eon– c;idcrato con ~ufficicnt(! iro– nia, e con un notc\'ole baga– jZ!iodi fiducia sulla possibili• tà di rcsis1erc alle manìpola- ~fìì"! ~bnJ~~ ~~~~~~I skt .tdnio, im;cce. 'mancata la mc– .di31iione artistica, una visio· ~feg~u;1t~~o !~~ eo~~/g~aog~~ rra. Il !ibro- e una Soria da _1iassanto degli studi compiu– ·ti-finora sul tema, una sinos– si dciii orrori \·ia via esam; nati da Simone Weill. ·d;i Adorno, da Packard (l'autorc i1~mf~sziìi~~irrict!'~lti it 1ri. cc·~:~·~~g~chi~/i i~~~l,~~ti.:ì! nelle denunce di Huxlev, un tono di vaga 1ipeti1ionc. di profetismo didascalico. e per– fino un ritardo :,ul tempo e :.u ciò che il tempo ha por– làlo. Possiamo proporre al– cuni appunti sia pure frctlo– lo!>i, in a11esa che gli stu– diosi sottolineino i vari aspet– ti del troppo grosso pro– blema? (Conclm~glna 2) (Continua a pagina 2) Il decennale del premio cli Rebellato * ABiagioMarin il .. Cittadella,, C fTTADELLA è un pae– sotro veneto chiuso tra mura duecente– sche, intersecato da due strade nazionali che si sa– lutano iulla piazza. negli attimi rossi del 1!il!mafo· ro. e poi scappano vi.1 usce11d11 dalle quattrri porr~ turrite e scavalcando gli antichi fossati d'acqu,1 eterna. Intorno, a perdita d'occ/1;_ la campagna ve– neta. l'ossessiva malinco– nica distesa di verdi sot.to 1111 cielo novembrino gon– fio di piongia. Celebrato ufficfalmente a Padova, il decimo cPre– mio Cittadella, è venuto a concludersi in famigtia nell'aula magna d'una scuola di Cittadella. Era– no sul palco della giuria Diego Voleri e Aldo Pa– lazzeschi, Uao Fasolo e Giu:feppe Mesirca. Gli al– rri• i,iudici. o non erano venuti c-ome Bo e Betocclli. Q1tt>M'utrimo cOn,.ale.,:;c-pn– w, p erano subito ripartiti da Padova. come Cameri,. oiovinezza entu.siasfo-, il no. E-' stata una piccola, sogno ventenne da cui non intima festa della poesia. dovevo più risvegliarsi. Il vincente, Biagio Marin, Non era un discorso, non ~h/asne~:g ~ 0 ~~°ncf:::e1~ :~a ~~;~i~ci:~~r::;t~~ e:r~ beLla truppa dei grandi · rotto dal cuore d'un poc– triestini, da Svevo a Saba ta. e l'uditorio ne .ha sen– a Stuparich, è stato. pre- . tito l.a .tacralità e la pu– sentato da Valeri e ha let- rezza. ha a.scottato in si– to sue poesie eOme p0teVa · lenzio · e infine ha applau-· ··are un antico poeta a dito. Il presentatore di '1raccio, esaltato e commos- Solitàe, u.na specie di. an- ,:;o,comunicativo e di.stan- tologia della produzione te, come la fiamma è di- ,liaietu,le di Marin, ha ben '-Lante e sola nel. camino, l'isto, ha crudamente de- anche se tutti .le sono at- finito l'animo e il fuoco di torno e se ne scaldano. questo soli.torio poeta. Non Prima di leggere' i· suoi 1! certo la primo volta che versi, tratti dal · volume· · Pasolini chiude in un per– premiato, Solitàe. Biagio fetta giro di frasi la nu• Martn ha pOrlato di sé. ditd interiore d'un •a-rtista. delta sua terra_, .soprattu.t- Anche con Marin ~glt e to dei suoi ricordi. 1 • ,riuscito --un ritratto defini- Firenze, . {a,. prettigiosa . tivo. Esatta l'identyjeazio– citt0 del primo novecehlo, · ne del poeta con la sua era presente aL !uo fianco terra. e le cose della sua ;:~t i½~~sl~N~;;:;:;,::~;'!w~ "·terra; esatta la deftnizio~e e beffardo. Marin evocava del .craptua~e lo coglie gli. ami.ci lontanii La sua (Continua a pai:lna 2) Gli "arrabbiati,, m URSS * Poesia e protesta del figlio di Esenin Alessandro Sergeyevic Esenin-Volpin A LESSANDRO Sergeyc- 1•ich Ese11i11-Volpi11, fi– glio naturale del gran– de poeta russo Sergey Ese11i11, che insieme a Mayakovsk)' e a Pastcmak interpretò il dramma della .,uova Russia all'indomani della rivoluz.io- d:ut v~~;°b;Z-; ~ig~1~~~a~i'i~ dei giovm1i arrabbiati so– vietici. Arrestato nell'immediato dopoguerra per la spregiu– dicatezza con cui osò, i11 vic110rc,:ime swlinithro, cri– ticare aperta111•11te le 11e– sa11ti restrizioni imposte ~u~ ~~,~~~;~~ic! :i~~oraazi~"{,~ delle idee, f11rilasciato te111- pora11ca111e11te i11libertà do– po il XX co11gresso, nl 1e111- po del famoso • disgelo•• ver essere n11ova111e111e im- 1,rigio11ato circa mr n,1110 e me;:::;o fa, in seguito al w10- vo irn'gidi111e11to dei ra11vor– ti Est-Ovest. Nato nel /925, vachi me– si prima elle il r,adrc si 1 tagliasse le vene in 1111a stanza dell'Hotel d'Angleter– re a le11ingradot Alessn11- dro Ese11i11Vofpm scmhnr m 1 crnc idealme11te co11ti1111a– to nella vita come 11cl/'ar• · te In tormentata csper1e11=:.a, .,vccie ,,er ciò che rig11artla la sua 11igorosa imlif1e11dc11- za di pctrsiero, e il s110sen– so di trngica de/11sio11er,cr la dcformazio11c operata dal ::.istema conumista rispetto llll'origi11ario 11tor,is1110 111cs– sim1ico dell'anima s/a11a. Per q11anto l'attiviul voctica di E,\et1i11-Volpl11 sia stata i11- lcr111i1tc11te ili certo sc11- ::.o marginali!! rispc110 111 M1qi interessi matematici e f1/osofici, fa ::.11a Urica rive/" 1111 acce11to straordi11aria- 11,e11te ori,;inale 11011 tanto in 11irtt'1d1 w1n particolare 11atlro11am,adel lin~uag,io o artifici tecnici d1 stile, quanto per la immediata iu– trnsitrl di 1c11time,rto, ''trt ~ st fi" 1 ,~,ci:/,.~~~~,d"t,.~~~~~.'"~'i /I/S0/11///Q 1111a J}OCSfo, cli,:, }}rima ancora che clll 1111,1 1 tradÌtionc letleraria, nasçe dalla i11so1mrimìbile r,rofon– ditrl di 1111'esperie111.a, da 1111a 11cces::.ith vitale di chia– rificazione i11teriore. Alcssmulro Esc11in-\folvln, che adcs::.o ha 36 mmi, ha f,U::g:;~;;t/ drr: oss::,:d~ll~~= I gcmlo fino ,11/e soglie della libcrt1 cloce11(.a.Pur avç11c~Q tenuto qualche corso di lo– gica matematica iu q11ef– l'Ate11eo, 110,r ha poi po111- to, a Cat/Sll del suo t1tlli– co11for111ismopolitico, otte- 11ere la cattedra. Prima del s110 ultimo arresto avve,111- 10 nel 1960, è vissuto scri– vendo articoli e traduzioni, Sebbene r,er CIÒ che riguarda il suo lavoro stretta111e11te tec11ico e scic11tifico egli 11011 abbia trovato ostacoli a/– Ili 1mbblicazione nefl'U11io- ;~et1g;i~ti},/~s:flc~u~ ~f,i~c~ sta inedita, ed 1,a visto la 111ccper la prima volta in 1111cstostesso mese in ln– ,:ltilterra, dove è apr,arsa per le edizioni di Tliames mrd Hudso11 nel u~sto russo con la vcrsio111:a fronte di George Rcavey, che è stato a11che il traduttore tli Boris Pasternak. Sebbene 11011 ne sia 111ai stata permessa la pubbli– cazio11e, la poesia di Ese11iu– Volpi11 è largamente cono– scillta nei circoli intellet– t11ali sovietici, dove è cir– colata .::la11d.:.sti11amen1e, ri– scuotendo generale ammira– zione. Considerato da molri come w1~ dei pitf ,originali pensatori sov,et1c1, sotto certi aspetti dotato di w, talento s"periorc anche a quello del padre, Ese11i11- Volpin è. stato definito « la voce più importante giu11ta d'oltrecortina dopo la sco– perta di Milo,)an Dijlas e di Borii Pastcr:nak "· Nella breve nota 11ttro– d11ttiva che egli scrisse nel 1959 prima di affidare il manoscritto ad alcuni ami– ci con la preghiera di' p11b– blicarlo all'estero 11cl oaso {11 cui, come poi avven11e, fosse arrestato, Esenin-Vol– pin dice tra l'altro: « Dal 1947 ho scritto pochissimo, .soltanto quando /'atmosfera di oppressione spirituale mi ha scosso al punto di 11011 poterne fare a meno Nel /959 sono stato nrres1ato perché lt! mie poesie "Non ho mai messo· le mani al- • l'aratro" e "/1 Corvo" erann state denunciate agli orga- ~~llgr~~~- ';J!,j ;:~~{:!:~ "irresponsabile" e rinchiu– so in w1 manicomio cri111i- 110lea /.,enin;:rado. Nell'at1- t1mno del 1950 sono stato FRANCESCO MEI BECEHHIHIITHCT ,\.1elica1Up Ccpretllll'I ECEHlffl-BO.U,mm ··Thtrtlsnofrc-edom .9 Po·cc"M ""uo6o1w 1f the orua in Ruuia. but ne"l.1T" - OIOero CU)l(tT, "ho un 1•Y thcrc 11tt> ~ .,,~ "" w no6o1-.. "no(r«domof thouEht?~ ... wr,111?- Lo copcr1lna dè!Fcdldonc tna:lc~e del libro di Alcunndro ~enln-Volpln ' Schizofrenia 4 T1',ESI che i dottori smettessero di bor- (bÒttare po\ andai da lei. Imbruniva. Ehtrai e dif?Si e Non mi sento bene >~ Essa rise :forLe, · dd io le dissi tutto (io più pallido d'un ca- (davere) dalla fine al ,principio; essa rise e ,rise, come_ se non, si aspe,ttasse altra. conclusione da me ... Ma nella strada la luna brillava tranquilla' non brillava solo pei- i poeti; e in quella notte di luna esplose una gu'erra <li luCe e' d'ombra, ed ella (se quest 1 o fo'sse in_'un sogr\o, il sogno sarebbe ipocrita) parlò a lungo, e sempre della guerra ... Io stavo ziLto, senza credere che stessero davvero bruciando Varsavia, Parigi, Mosca, per un pezzo di terra o di moneta:·· doveva essere un gigante schizofrenico che mordeva la terra in un accesso violento. 7 Settembre 1941 Ofelia ~ ALIRAI con fiori selvaggi su un salice, sotto il quale rotola un torrente, e seguirai un suono inconsapevole, che un angelo appena potrebbe intonare ... Folli le tue parole, e anche più vaneggiante sarà i1 tyo canto, finché, senza accorgertene, scivolerai nella tua scia, cadrai dal salice a testa in giù, mentre i' tuoi fiori saranno dispersi a caso; ed anche il salice piang'erà allora la sua malinconia per l'uomo che il tuo amore ha colmato ... Ma si dovrà farti colpa della tua bellezza, o sta nella sua mente il motivo del suo errore? 17 Febbraio 1944 Non c'è libertà I\' ON C'E' LIBERTA', non c'è mai stata •... Scherza, figlio mio: io ti reggo la mano: abbatti il loro potere! Questi giochi divertono e sbigottiscono la mente di un padre ... I bambini robusti non temono la frusta e gli adulti li chiudono in prigione;• ' ma questo non serve a nulla; a coloro che sono a,ncora fanciulli, . non gli i,:nporta mente. Scherza ancora, figlio mio! !1 tuo ·è soltanto urlo e furore, eppure io amo la tua fresca e tagliente ironia ariche se il nemico desidera i tuoi lazzi. E gli amici, essi ormai hanno cessato d~ p~eoccuparsi- per quel che non possono più giustificare: la rabbia di un adulto \)ambino! 3 Febbraio 1950 ;(Poesie e tetto continua-no tn aeconda paoina)

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