La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 38 - 24 settembre 1961

Domenica 24 settembre 1961 DlARIO DELL\PPARTATO * Foce delle Radici * di G.-\ii;'l'A;'\'O AllCAì'\-Gf<~l..1 Un edifizio basso e lungo, chiaro fra le nevi. aggrappato al lungo culmine del Passo. apparve infine a te incredule di raggiungerlo più, se anche il giorno si estenuava in un trapasso diafano di coscienza pura, accennante - da un suo bianco delirio di morente - cli non turbarlo; agonia di creatura sfuggita ad ogni vista di vivente ... Da quali mai radici, allora, in quale più lieve terra affondale. o svelate - docili capovolte - a un occhio astrale di monti, o di una luna che cercasti già sorta. eppur non scorta, fra miraggi di riflessi irreali, all'alto culmine ti chiama,·a da sempre il nome unico, che mai sentisti pronunziare ad altri? ~ Foce delle Radici•-- puro e solo rimasto nella mente ad incantare l'anelito di ascendere un versante solo oggi raggiunto in tanto adulta età tua, che dispera, ma pur sa - sempre non troppo tardi - che un valico ancora attende chi ha serbato un occhin chiaro e fidente a conoscere un cielo libero e mite come un Paradiso ... J\lla di là. il paesaggio era consueto di forme prevedibili, eludeva l'ansia di altro orizzonte, di altra ascesa; e una voce di donna. nel modesto albergo in cima al Passo, mai più calma su labbra umane udisti, mai più docile a ignorare lo slancio di un'attesa .. Ti chiamava - ora vedi - sol la diafana plaga di cielo indugiante su cumuli di nevi, al lungo morire di un giorno filtrato dal mistero di radici sempre credute, sempre intravvedute anche dal piano avvilito; a una foce dove non scende e muore, ma risale il fiume aerèo di un'eterna luce. Febbraio '61 LA FIERA tFTTERA~IA Jl Gr J~A\. JJDJ[ SCJRJL'JC'JC'OJRJL JDJL 'JCU'JC'JCO JLIG .MLON JDO * Upton Sinclair: Alhert Einstein come lo ricordo Upton Slnclalr, nato a Balllmora 82 anni or sono, che Dio esiste ma che non è cordati che sarebbe stato no• mia moglie gli riferì questo di \"OStro marito, ma se mi tal Radio•• ~he Einstein ave- è uno del più famosi scrittori americani. un Dio e personale•. Mia mo· stro ospite durante il suo sog- episodjo_ Non ricordo che co· invit~rete. e mi farete cono!>ce· \3 _!cito; sc~ssc _anche la pre- Fra le sue opere principali ricordiamo Il ciclo glie si arlischiò a replicare giorno a Pasadcna. Ci recam· sa egli abbia dello in propo• re Einstein, prometto d1 _per· fazione _dclicd1z1one tedes~, e Lanny Budd • Iniziato nel 1940 e pubblicato In che forse sarebbe stato meglio mo all'istilUto con la macchi- sito, ma ricordo vindamcntc don_arlo per tutta J'ctcm1ta ~- c~c 1crmma,a ~ol _se~ente giu• Italia nella • Medusa •• • Manassas •• • The Junglc •• dire che Dio è • supcrperso· na e, finita la conferenza, an- quel che fece. Cra1g, che appre-ua _molto. 1I d)ZIO:_ e Ou~nll si interessano • Samucl lhe Sccker •• • Sylvla,. e e 011! ,._ nale •• im·ccc che • impcrso- dai a prendere Bertrand Rus- Lasciava P.i~;:1dena e m'ero sc;1so dell_'hu_moure il sa,01~· d1 ps1colog1a, non dovrebbero •. _ . _ _ . nale •, in quanto dovrebbe scii. Ma il Or. Millikan mi fece recato da lui per !".alularlo, rairc, lo_ m,·110 e J~sé_ Rodn· assol1:1tamentc trascurare que· A LBER~ Emstcm giunse tn tamcntc; avevamo le, <.tcs~e1de~ comprendere tutte le persona- informare che aveva deciso di Stavamo c~iacchierando, quan- guc-.r !i'iCTl~SC un beli ar11colo s_usto hbro •· . ~:~~~a 1~.~~a:r1~ ~f\~: ~•~du\~lld~~ fi~a~\/19~J:t~n:~ g~~; EJ!i ~~tl~al~icteqn~~\c~u;~ rcc;'tì~ent1c~1~bfeti~z:~:1: 1 mv:~= ~rt!u~~i~K~~s~!~~aEc,I~~ e~~ 1:~ ~~l~t~u ra:~~tto uda a~~b ~o~= diu~~fl_:f~~o"c~t Èi~!Tn,sa:~ fcssore presso 11 • Cahr?rn1a m cw Stalin 1_mz1òla guerra potesse contraddire le parole dano) per la colazione e si poco dopo, fece un cenno .i.I ma- gner. _ _ . a~c~lta1 ~uonarc le sonate per lstìtute of Technolog)' • di Pa: fredd.'.l:co~tro. Il nostro J?aese. del suo eroe. Da sola essa ri• portò via il mio ospite senza rito e gli disse, a \OCC bassa, L'unica coc;a che ncordo d1 v1ohn(! d1 Mozart. ~uonava co· sadcna. Da una do1~ma d'anm Per _Eins_temsi. tr.:uta,·a ~1 u_n~prese l'ospite dicendo: e Mio nemmeno una parola di scusa. •Il Or. Millikan•. Capii che aveva quel ~ran70 fu quel che ace~~- mc ,·1veva tranqu1llamery17 e era celebre, avc,a già ottenuto patna_ d1 adozione e q~md1 1 marito è la più grande mente Più tardi Io fece accompagna- condotto il nuovo \"iSilatore d_e p~ma che ~!>SOa,esse m~- serenamente,_ con la ~:ec1s1_one il premio Nobel ed era stat_o legami erano m~no strelt1. Ne!• del mondo•. al che Craig ri- re a casa nostra. nella sala da pranzo che si 1.10.S1 teneva m una sai~ pn- del_ matemall~o._ Anch 10 a\-C\O nomin3.to dottore_ . "honor:i~ la nostra cornspondenza d1• spose: • Certo, ma non può Io non feci caso all'episodio trova,•a sull'altro lato dell'in- vata del Town Hotel d1 Los fat1c;ato sul \"lolm?, n:1a_ tr?PPO f~~6ar:a~~i ~uJ!-~~~f;r le~ 11 ~,g~~ iJ ~~~:m 0 co~~;ssorif~~~ò ar~f~ safic~ap~utd~j· Ca! Tech era il fii~:è d~~v~ 0 ~~:,e~e~r. i~/ 1 1 ~ ~~t!~~ ~rf;i :C~~~cpcchre t~~~i~~~ :;~~~~s.E~on ~ st ia "l~lt~t~!~ ~~~~~r:ua~~:rc~t ~~n m;~~et~ do. Il suo arri,o al Ca! Tcch avanti. ma rimanemmo amici. Dr. Robert Millkan. grande l'istituto ed era completamen· la corda. Ma Hcrr Doktor non del primo invitalo, quando dd1 tare. ,·enne annunciato con settima· Né Einstein né sua moglie scienziato ed amministratore. le alla mercè dei milionari di ne volle sapere: mi prese fer- cntra~e la nota figura dc.Ilo Einstein fu poi ~ommato ne d'anticipo e suz,citò imm_cn- eran? felici a\ C:al Tech. Non Era uomo di opinioni molto Pasadena. Non sarebbe certo mamente per un braccio, mi sc1c~z1a_10~oi suoi capelli m- membro a ,·i1a_dell'~st1t~te For so scalpore. Accorsero sch!ere \'aglio e~sc.:reJngmsto c_onuno conscn·a1rici sia dal punto di servito alla sua causa portare pose un braccio dietro le spalle colti e 11 piccolo ~ppe!lo nero. Ad\'anced S_tud1cs d1 Pnnceton di giornalisti,, usciro~o gioi:-· ~rande _1st11uz1?ne .m? _11 f_att~ vista economico che politico; anche uno scrittore socialista e mi portò nella sala da pran· Porta\'a sempre 11 s0!1to cap- e t_rasle>:<=ò m 9~ell~ Cllta. !':el nali con le pnme pagine ded•· e che m tutti gh 1st1tull dt non so se per caso o di pro· al Vallev Hunt Club. Ma mia zo fino alla presenza del di· patto nero e parc,·a ignorasse 193:> feci due gin d1 conferenze cale alla cronaca ~cl suo ar• cultut:! esistono ~eg_liattriti e posito non ci era,amo mai in• moglie, ·che tiene alle conve- rettore del Cal Tech ... Dr. Mii• il _fatti'::! che, in tutti gh albcr• che mj porta_rono attraverso rivo e la scuola of1rì un han- de:llc _mcomprens_i6m. Le mo· centrali. Una \!Olla accadde che nicnze, si indignò. Quando Ein• Jikan,. disse egli, .. ,aglio che g~1, esiste un guar~aro_ba dove tulio il C(!ntm_ente per due che;110 in suo onore, per par- gh dei P:rofesson. soni? spes~~ Bertrand Russel\ venne a Cal stein seppe che io non cono· conosciate il mia amico Upton si depo~gono oggem d1 tal ge- ~-olte. Portai ."'!10 fig!10, fisico 1cc1pare al quale una dcli~ gelose d1 quelle 1 cm m:i.nt1 Tech per tenere una confcrcn• sceva personalmente il Dr. Mii- Sinclair ,._ Ci stringemmo la nere. S1 fonno sulla porta e m erba, a v1s11are 11 grande molte milionarie della citt_à si ricevono stipendi maggiori e 7.a al mattino. C 'erav:i.mo ac- likan, rimase molto sorpreso e mano, scambiammo alcune fra• cercò un auaccapanni. Non maestro nella sua nuo,a resi- prh·ò di ben IO.~ dol~an. stanno .sempr~ n:io)to a~tentc si di convenienza e poi io presi Nel bel mezzo d1 tanti av,:c· a scopnre ogm m1_mmodifetto commiato. nimcnti mondani, un umile o colpa o modo d1 fare che si Einstein ritornò anche l'anno ~ft•;i~to~~ ~~e a~i~r•asc~iss~u~~~ Ncisirb~ali1gron~~:~noacsct~'~i':.- t~:i;~~- e N~in \~~~~';; 0 n:::i~ forse l'illustre do11orc gh ro ven,ga ad appropriars_i _di meno con precisione se questi a~•r_ebbe_potu!O procurare la tutt,o I onore della pub~hc1tà. miei ricordi appartengono alla g101a d1 un incontro. Uno o C 1.:ra un professore dt eco- prima O alla seconda ,isita. due giorni dopo accadde quan- norma,_ un ceno Grah_am Laig: La prima fu al tempo della to segue: una sor~lla della mo• prov~me!"!:te_ dall,a Scozia--:- oggi grande dcpres:.ione con1ro la glie di questo scnuorc, uscen- non e p1u m ~•11a_, gumd1, pos- quale Franklin D. Roosevelt, do di casa, nolò un ometto so permcllenn! d1_citare il su~ combatteva con la forza della dall'aspetto st~fO, che _cam· c~so senza _nsch)O d1_ fargli disperazione. Un settimo della mina,•a su e g1u da,'.anll alle ndu\rc lo st1pea:id10- 11_ qua- popolazione della California tre 1:asc della_ propnetà'. con le d1C~\'a :• Ou1 non_ m1 _tcn· era senza Ja,·oro e in stato di fare incerto, S1 IT?-ttava ~1 case gono , m molta c~ms1deraz1o_ne sofferenza e le espressioni del 2enza_ pretese, situate m un perche, qua_ndo f!!l hanno _ch1c- m ~; \~ ._ radicalismo sociale che :,cm· quartiere mode_sto: un~ era l_a SI~ che st1pe!"1d10volessi, ho brano eccessive oggi ernno casa del~o scrittore, I altra. 11 chiesto_ una ~1fra _troppo bas• allora molto diffuse. Eins1ein suo studio e la terza era OCCl!·sa. Om lo _s11pend1_0 sen·e ~O· desiderava esprimere la pro- pala dalla _~agnata, una s1• mc coefficiente _dt valutaz10- l pria opinione su non ricordo gnora mcnd1or:i :i.lc _che non ne_,.__E lo scopritore della re• , bene quale problema del la- ~t~~e ~~~~~/~~6~~~anh~ae;o '! !~~~~~\r~\~~aGJic~~ms~~st~ o~~ ; J Ì~r~-tr~fri!1~~u~heJrt~~~~~. \~~ b°(,~a;~o~ 11 ;0~~~\.,P 0J~~gh~ ca- ~~~~o :-:,~oe~Yf1~a~~~vam~/h~t~~~~ ~eta'~ riJj~~~i, Rff erip\-ei!iJ:~~~ pclh gng1, un cappello d1 fc!· ~..i~ ~Isa _Emstem, che _c1nre· dcl\';i.genzia di New York. Egli tro n_cro,un C?PJ?Oltonero p:1- r! I ep1sod1<:~. non menzionò I~ -..,...~ mi rinviò la copia del tele· ~·~ t c~i~;r:;~f~\b~r~aE?~st~i~·, ~i;~~-fto~~h~ 1 ~v~bg~r~~e11i: f·~11?i'cioa ~re t~t·~~;;•i:s 1 , 0 ~li ,ienne subito fatto entrare nd- • E _troppo. Prenderò_ 1~ .• 000 quale diceva al dirctlore che la mia _casa e sono molto do· dollan, non un ~oldo d1 p1u•- tutto quello che Albert Ein· lente dt do, 1 er confessare che (Sono cerio cbe 11_ lett'?re cor:i1• stcìn aveva da dire faceva df\u~lco;t: _d\;s~. ~~~h~a~~a ~;;~!erà P~cr~k~1~~aJ;Ìia ea,~{:: ~~:t~~-;ll~r~h~"~~/~~~~a'?o ~: p:cs1 appunti. Ma la sostanza dei prop': am1c1 allraverso !a ridicolo sull'Uni/ed Press. d1 q~cll'm_cor:itro è_ questa: ~a conv'?rsaz1one dcli~ pr?pn_a ,,.,•=-- Una \'Olta raccontai a Ein· mo!t1 anni s1 con~1dcrava mio moglie con la m,ogl~e del\amr• z,lcin che qualcuno ;l\e,a dch- am1co ._:spera\"a d1 cs<:crlo an· co, che non dall amico stesso). - . :l d"gnità ia mia cara per_ altrcttan~i. E lo fu Elsa era una , 1 era "."HausF~u• ~:-~~e,_-,~c~;~iak'.La·;rim'a , 0 1: per ,,cnl!duc anni, fino alla tedesca, dolce e gentile, affcnO• 1• 1 0 - nne d:i. noi mi morte. lo riuscii a capire solo nati~sima al proprio grande ;;~i-~òle u~a 1 .. ~~a bella fot0&.ra· un~ parte della_ su.:\ !"cnlC ma m_arn~. Una volta, a c~sa_l~ro, tia del formalo 18 x 24, sulla e&h, penso, m1 capi compie- Emstem espresse I optmone Upton Slnclalr quale a,·e,•a scri1to di suo pu· UN IMPEGNO DI CRITìCA MIUTANTE ASSUNTO COME * MJSSJONE gno sci versi, in di~!Ctl(? ber: linese. La sostanza d1 tah ,•crs1 è la seguente: Chi colpisce il mondo sul suo dente guasto? Chi non si preoccupa di es– sere • senza dianità •? Chi di– Falqui e la storia del Novecento Albrrt Einstein spre1.1.a il presente e ha fede nel domani? Costui è il corag• afoso Sinclair cd io sono pron– to a provarlo se ~essu~ altro trovandolo, si 1olsc il cappot- dcnza di lavoro. Faccn una lo può fare•· lnuti_le dir'? _che to, lo pieirò con cura e lo dc- strana impressione il pensare tale trofeo è sta!O !~corni~iato pose per terra, in un aniiolo che egli cseil-JiSse ricerche sul e ap~cso_ e ~e I visu;i.ton te- dcll'eleaante sala da pranz.o. e sca:reto ddl'atomo in una re· d~schi mi chiedono sempre una sopra vi pose il cappello. Dopo sidcnza antichissirria, di stile :',r!a j uno ,~gabello per esa- di che fu pronto a ricevere ali aotico. Ma Einstei.n mi assi• D ELLE sue e opere gio• vanili ,. Enrico Falqui non parla, e ne scrh-e sulle schedine editoriali so• lo come rimando bibliogrn• fico. Se non le ha, come suol dirsi, ripudiate, certo non h.: vanta. La su:i. opera succez,• siva è cresciuta intomo aJ esse, chiudendole dentro. na• scondendol~ agli occhi <Ji chi guarda da fuori e da \onta• no. Ma nc1tli smilzi !ibrctti deili anni Trenta sono chiu– si l'orig1nz d.:lla sua voca– zione e l'impegno del suo mcsticr.:, da allora prnscgui• to metodicamente sino alla identificazione della persona col compito. L'opera di Falqui, da come ~ stata a\'viata cd è condot· ta, dimost.n di essere di qurlle che empiono e, anzi. fanno la vita, uno di quegli atti di pre.;cnza che in par– te mettono 3j bordi e in parte escludono ogni allra ~~Uct~iti~ca~~l~c:~u:ra~\~; tale vita di critico lene.rano come per un luogo di mis– sione. gi'.Jnti al quale n,m si conteranno più i giorni. dal qual: non si tornerà oiù indie1ro. Ma questo ra1-si massimamente disponibili e la prima prova di onestà, im· pcgna una coerenza che do– wà resistere a tulio. Se gli artisti sono gli apparenti .!-ciuponi delle loro fantasie, ci \"UOleben qualcuno che ii !-cgua e ordini le cane di• sperse e in tal modo, quasi, fenni il tempo. A un certo livello di re- !firi!a~i~~tic~ s~in/~C::n::~ sa sola. Considerato in se stesso ogni scritt'ore C unico, irri– petibile, incataiogabile, e ogni tentati\•o di rkfinirlo è una ~ffrsa diretta alla sua au– tenticità. \fa presi nell'in– sieme, tutti gli scrittori d"un periodo, o se non tutti, quel· li che di stagione in sta· gione affiorarono e impose· ro la loro presenza, fanno la storia di quel periodo, trattengono e restituiscono le sue caraueristiche. i suoi pregi e i suoi difetti. Ordi– ncrli insieme, ,·aiutati e •sco– perti • significa comporre con e~si un capitolo di storia delle lettere. E non ~ che, nc-lla cal:tlogaz.ionc ragionata, essi perdano di autenticità: piuttosto, nell'insieme l'uno s'affianca all'altro, e l'insoli· to finisce per essere giustifi• cato e compreso tra,·crso il solito, i! grande più che mai giganteggia, il J?iccolo, non più solo, partecipa al pae• saggio pianeggiante o :ippe– na cle, 1 ato che completa l'in· sicme del qu3dro, che addi– rittura giustifica le monta· gne e i burroni. Una tale missione; che di– remo di recintai.ione d'un periodo e d'una geografia culturali, e di definizione egra• òuazionc delle distinte per– sonalità; necessita del senso. piu che mai c;otlile e CO' it.ln– te, delle propo?7:ioni. <=;he_ è poi un senso dei valon, m· fine un fluidissimo senso dei tempo, att:nto e cntico del momeni::,, fiducioso e sospet– hJz,o dell'impressione, entu– siasta' e gu'lrdingo, perché il ,ero compito del criuco è quello ài offrire una imorcs• sionc pura, p.!1· quanlo pos· sibilc pura, di quelle che servono a concedere una cit– tadinanza artblica e non un accasamento lcmporaneo, di quelle che deboono far odo– rare: il richiamo uni\'ersalc di ogni ~iudilio critico. E questo, se:1za montare in c~ttedra, perché la purezza e il rigore non sono ancora doti artistiche ma doti che scn•ono l'arte e l'artista. on s! diffidcr.l mai suffici.:-ntc· mente della • critica creatri..– ce •, sia che (::areggi nella lonna con l'op.:ra d'art~, di– ,entando un'aben-azione, sia che precostitmsca liricamc'l· te una cittaJinann defini- * di PIE'l'ltO CUIA'rl'l operante del prima e del do– po, che ha dunque, e il no· stro discorso torna su se s1esso, un , i\'O e sicuro sen– so storico. L'opera unica ùi Falqui, eh~ dà il titolo ,1 tu.ti i volumi usciti o ancora d, uscire, è il e Novec~nto letterario• ila· liana. T suoi interessi non vi si limitano d~finitivamente ma. certo, collezionano al– trove esperienze ed appro– fondimenti che ritornano, co– me lumi di scoria, a servire il suo inlercsse fondamen· tale. E quella che Falqui sta scri\•cndo ~ una stona del No,·cccnlo, da D'Annunzio ad oggi, a dom:>ni, foltissima di nomi, abbondante di pole– miche, tiera di molti rccu· ,,cri e :i.nche di alcune, per– sino scand.1lizzanti, docce del suo :-agionamento per ~\t~i~~f~~~d2~l 1 eumi~~~~~ la propria pazienza di sche· datore; m:l quelle o~inioni conduce al suo propno ra• i:ionamento; e ne adopera non per farsi sostituire ma per dimostrare, e qui l'umil• t:\ di\iene nddirittura orgo• elio, che a tirare i fili dei ,ari preceden~i pareri critici .si aniva al suo parere, ed tccone le prove tra. virgo– lette! Anche qui l'intento e 11scn· :-o stonco sono evidenti, e in una dupli~e direzione: da un lato, infatti. Falqu1 com• pone 1essera per tessera, in· ten•ento per intervento, il mosaico del nos1ro Novecen• 10 quant<:>alla narrativa, al· la poesia e a quei generi che stanno tr::i quella e questa; dall'altro lato, egli ricapi• tola, rias$ume, organizza e assai spesso salva dall'oblio la produzione critica contem· paranca, indirettamente trac· dando il quadro d'un No• ,ecento della c1itica suddi– ' iso per au1ori ed argomenli e, per ciascuno di essi. com· prendente i pareri piu puri, controb:i.ttente gli impuri. Tanta è la forza e la preoc– cupazione dello stile che, certe volte, Falqui sembra ibbia scelto e citato un'opi• nione •inn::tnzi tutto perché ha consentito ad essa pi;:r co· me era fomtulata, per ;3 forma con cui il giudizio era espresso. Ma questo è na· tur.:tle, che quella sua spe– cie di stonografia critica per araomenti vada anche, come tutte le cose del mondo, per simpatie. Enrico Falqul Un importante uso della ci– tazione è poi quello che per– mette a Falqui di dialogare con i:li awcrsari ribattendo colpo a col;>o senza che mai si possa rlire che ha inven– talo le ragioni dell'avversa– rio al fine di dimostrare la bontà d:lle sue: ancora una \'alta ci sono le esatte cita• zioni che, anche assente, rap– presentano fedelmente il con– trnddittore, lo garantiscono àella buona condotta della polemica. ti,·a e da questa tragga mo• tivi anziché giungen•i alla fine d'uno scoperto proces· z,Odi valutazione. E' poi impossibile una cli– tica solo positi,,a: la !un• zione negativa è indisp~ns:l· bile e insostituibile, un mo· tivo di chiarezza che si espii• ca nella • polemica• teoriz· zata da Friedrich Schlcgel, quell'operazione critica fon– damentale che consiste nel rimuovere il falso, 11postic– cio ossi:1 infine nella crea• zio~e di spazio per l'auten· tico, i1 genuino. Ci troviamo, è facile :.c· corgerscne, al limite ultimo della missione critica, dal quale si Ycrifica la sua s1cssa autenticità cd uti– lità. Una .::ritica che div~dc falso da ,·ero è una cn11ca che possiede un meu-o_ ~ lo adopera, c-.h,;:: ha una vtStone fredde, falte piovere su li– bri cd opere che avevano scaldalo l'ambiente fino a temper.ature sospette. Il tovccento cammina e Falqui lo segue; si è per que– sto fabbricato un linguaggio poliziollo. insinuante e ma• gari pernlante, i cui interro• gaton panano, per chi sap– pia intenderli, sempre alle piene confessioni. Sono noti, e anche malin– tesi, i prestiti cui Falqui 1i· corre, nel aiudicare un auto– re, prestiti di opinioni criti– che altrui che tli siano par– se partico!:lnnente centrate. Le sue sched: sono fitte di simili cicazioni, e questo può se-mbrarc un alle\•iarsi dalla fatica, un cercare sostegno, un nascondersi dietro le pa• roll." altrui; ma lo sguardo della buona fede dimos1rerà che Falqui non storce il filo Si diceva avan1i della for– za e della preoccupazione dello stile, che è in Falqu.i costante e influenza, se an· che non determina, le sue scelte artistiche. La rico· struzione del corso e della struttura d'un'opera lettera· ria, espressa con parole de• finite, appropriale, che rive• !.-no nella nettezza della scel· ta la neltezz:i del giudizio da cui provengono; è questa proprio la misura di auten– ticità del critico; e si deve aggiuna:ere che si può \"cde· re daJlo stile, con cui il cri– tico riveste i suoi pareti, l'intenzione e la capacità di tenersi lontano dalla gene· ricità e dalla specificità ec– cessive. Un giusto mezzo il critico deve cercarlo in se stesso, in quel che scrive e come lo scri\•e, p1ima di cercarlo nel· l'artista che si presta a in• tcrpretarc in profondo. Tra risposta di gusto e impas• sibile automatica applicazio– ne di anatomista, sta, in un centro di equilibrio utopi• stico ma sempre ricercabile. l'esattezza del mestiere del critico, la garanzia che la sua opera sia utile. Chi disse che il etilico deve farsi scm· pre perdonare I' ora:oglio che sottostà alla scelta d'un s;mile mestiere, non ha fai• to che invitare i critici ad cs:-erc almeno, e prima di tutto, utili. La storia del Novecento letterario ::he Falqui sth. scri– Yendo (ne sono già apparsi cinque ,·obmi, o •serie,. come le h:1 chiamate, pres– so l'editore Vallccchi) viene pima e va oltre le varie, anche onnai numerose, rac– colte di rilrnt:i contemporn· nei, di profili monografici, come il più ampio e agile e severo strumento di consul– tazione e di studio, come una storia • aperta ,. verso il futuro, sensibile al nuovo, nella quale chi oggi non c'è può domani esserci, e chi vi è anche solo annotato par· tccipa al quadro d'insieme, 1e.,;1imoniato sino al limite del suo personale contributo. ( , 1 ari capitoli che la co· stituiscono, nati sull'acca• sione delle uscite librarie e destinati innanzitullo alle colonne dei giornaJi, hanno dell'articolo la misura e la stringatezza, conducono al• l'autore tra,·erso l'opera e mai viceversa, perché una storia le1terarin è fatta di Ji. bri: l'an?ddotica pub e deve ,enire do90 a colorire e va• riare e romanzare, per altri usi di lettura. (I metodo ,!elle distaccate monografie ha una sua fun• zione, cd anche però una sua limitazione, perché un pe– riodo storico vede uniti gran– di e oiccoli autori, veri e falsi. (urbi e innocenti, va• lidi per il tempo d'un'onda o destinati a durare, e sia questi che quelli conttibui– scono a formare il quadro, portano ciascuno il suo pre– gio e il suo difetto, danno ~ai~~ci~n~~~ndeM~fzi~~~ un contrasto, una similitudi– ne; il metodo d:lle schede è un atto di presenza che tiene conto di questa realtà culturale mentre avviene, colta allo sgorgo, valutat.1, scoperta, incasellata e dispo• sta in modo da rispondere a o~ni curiosità, a ogni stu– dio, a ogni amore della cul– tura come cosa viva. Falqui è un testimone; la sua pazienza è una testimonianza resa dal mcuo della mischia, dove egli ha trovato il suo si– lenzio. rn q•Jest'oper:i. di critica militante c'è più che mai bi– sogno del senso sottile e co– stante d~lle proporzioni, che è un senso dei valo1i, tra quelli del passato da mante– ner vivi e opcran1i con– tro i tentativi di so\'\'er• sione, e quelli che sa- 1 onno del futuro, da i neo• raggiare e ,1dditarc ::antro l'inquinamento e la mistifi– cazione delle mode. li criti– co responsabil'.!, oggi, ha que– sto pnmo compilo: di sorve– vaa:hare partecipando, fìdu· doso e sospettoso nello S1es• so tempo, soprattutto allen– to a non perdere di ,•i!<ita, nella confusione, la conti• nuilà della tradizione genui· na. Che è poi il compito che: T~r1t q:<:~fi·~!1e cono~c~vamo ~~;e d:!niilt p~:."itc~tti~ ebbe ~~r~~fefi~c~r°è~;~sc~~~ist~~ nella Cah_fomrn mcn~ion~le Princecon perchè a,e,·o , issuto volevar:io 1r:icon1rare . Emstem. _ . per tre anni nei dintorni della per cui dc~1demmo dt dare un QUE~LA che Elsa_,Emstcm cit1à cd ero ricorso alla ricca pranzo. S1 SJ?ar~e la \'<><=;e_ ch 13 mava "la PIU ara nd e documenlaz.ionc dell'Uni,·ersit.a ~:s~~le as;h~•a~~ri~~,a Cl~~\~~ :,i int;r~~~~":c~oi':'a 0 n~~o ;1 r;r~ fit}:~ M~'::'\S';~~i~~ ~~n~sc~,!~ e Scnpt ! _ d1 Rob _Wagnc1:, fcr· mule _matemat1c~e e d1 fisica l'ambiente, che era socialmen· ~~e~~~~,t~ira <:;S 1 :rcmoi~~•itt~ ~,;re~~:• ry:0~,od~ ~\'~~~fic~~f!~ :r f!~~:n~~/ nnoonn fu~~o~~~= • Ma 10 , non v1_conosco•• _n· Mm maghe fìn da raaa1;za, S) mamentc cambiato in 32 anni ~.?1~~~ ~~b :r,r~·;n:c~:•ei~pl~= ;~~chsi~lt~~ 0 i;~ ;dc, ~e~~t~~ ~~~ ~idf;ci: ì?c~o~~~àdf~~~ rò ~gh, • essi si fan._nno g~· gu_no p1~1 eh 250 espcnmcn11 ed io Jo assicurai che a,eva ran11 pe_rmc•· e Ma s1~mo_già coi quah avevamo provato la esallamente le stesse idee del• !n tan11.. •: c~i:5. S1!1cla1r10, rc~ltà della telcpalJa_ e della lo studente col quale a,c\"O m1cr111ppe 11 cn11_co, • 10 sono c~iarovcgg!!nzad OiflJpersona discusso i problemi del mon• Falqui si è a::;sunto, l'opera di ogni giorno. ~~g~\•~~~- rdd~~bl;~~~o l~ ~d~~ ~i 1 on~es~~~~! 1 ~n ai~r:tbro1:'3 .. ~~~= ~~conc~r.! 0 ~~~~~o. 1 9!3~ ~in~t~t~ ------------------------------ stava in prima fila cd io ero CURIOSITÀ LETTERARIE * Un inno all'unità d'Italia fu letto a Boston nel 1871 contento. Fu Quella l'ultima ,alta che lo vidi. Da allora la nostra amicizia continuò per corri– spondenza, per aJtri vent'anni Ricevetti da lui altri ,·crsi __: gli piaceva scriverne. Una si• gnora pacifista, Rosika Sch• ~vimmer, fece un gran chiasso 1i:itorno ad una storia che ave– lN ON so se durante le celebrazioni del ceutenario dell'1111ità d'Italia siano state messe i11 riliei•o le simpatie de– gli americani per la lotta soste11uta dal popolo italiano durante tutto il periodo ri• sorgi111enta/e, nè mi propongo q11i di ifllt· strarle. Voglio soltanto offrire ai lettori w1 docume11to che 11011 credo sia molto noto e che indica come, almeno tra i letterati, le .>impatie per l'Italia dovettero es:.ere in quel tempo molto vive e sincere. vo raccontato nel libro .. Wil– liam Fox •· Raccontavo che es· sa si era recata da lui con la proposta di finanziare una • ~ve della Pace,. da manda- r~ m Europa e che egli ave\'a giorni tra vecchie carte, ma 11011 accompa· nfiutato. Rosika asseriva che gnata dall'origi11alc.. la storia era falsa e si rl\,olse /11/ia Ward Howe nacque a New York a~ u_n ~vvocato per chiedermi il 27 maggio 1819 e morì a Oak Glen, Rhode ~1 d1ch1arare, nell'edizione del ~f/:' 1 !bt~ 1 ~•0~1~~:r~i 19 ~tp[::e/,~r! 01 :1/1c~:~ ~~rotu~~; r!is~~i~t!~~à\~~ ~~~ demia Americana di Uttere e Arti. Scrisse essa nca:ava il fatto, ma come m1111erose poesie, raccolte nel /898 nt.l va· po1e,·o dire che fosse falso lume From Sunsct Ridgc: Pocms Old and perchè era frutto della ,ctità'. New, e si adoperò molto per il migliora- detta tra due persone, anche mento delle co11dizioni sociali della donna se non avevo altre prove? Ro• americana. Divenne famosa per w1 i11110 sika mi citò per diffamazione pubblicato 11d febbraio del 1862 sulla ri· - l'unica volta che mi capitò vista Arlantic Monrhly: Thc Battlc Hymn ton si trattava, era ovvio di or thc Republic, ed è per questo elle ella diffamazione, poichè la st~ssa e soprattutto ricordata, essendo stato que· offerta era staia da lei fatta st'im10 efficace nell'infiammare gli animi anche a Henry Ford, col risul– defla gente del Nord dura11te la Guerra l~to che tutti sanno. Essa por- li documento in questio11e è ml 111110 che la poeressa americana /11/ia Ward Howe aveva composto e lesse davanti a w1 folto pubblico nella Afasie H0ll di Boston il 23 febbraio 1871. Parecchi an11i or sono ebbi occasione di leggerlo e, 11011 ricordo più per quale occasione, ne feci wra 11er· sione in italiano, che ho trovata in questi Civìle. to la causa davanti alla Corte Ed ecco l'inno dedicato all'Italia: Suprema dello Stato di New Lasciate che un inno s'innalzi sui monti e sul mare, dovunque pei vasti orjzzonti, a cantar la vittoria di là dalle antiche barriere. Lasciale squillare la gioia di libere genii rinate alla gloria. Lo vuole il Signore che vince ogni avversa fortuna. Ei vuole che l'Italia sia una. L'Italia è una madre che triste per secoli è stata. e sola e silente: una madre che solo pei fibli strappati al suo cuore dolente si è spesso lagnata. Ma or che s'è cinta di nuova bellezza. i perigli obliando, i figliuoli esultanti d'intorno raduna, perch'ella oggi è libera ed una Non guerra. non sangue, non fra le han dato tal dono; non sfida di ~rmatl, non onda di fieri conflitti; fiorito è nel santo giardino di Cristo ove sono cresciute l'eterne promesse per tutti gli p!flitti - promesse di pace che l'uomo, a sua eterna sfortuna, di rado nel cuore raduna. L'Italia è risorta. 5uonate le trombe. lasciate che i grandi suoi morti si levin dagli umili avelli, che l'ora per cui da molti anni l'lta]ia ha versate 1e amare sue lacrime scocchi, e riveli agl'imbelli che questo lo volle il Signore. Gioisca ciascuna creatura or che l'Italia è già una. Gran madre c~e hai pianto I tuoi cari, che a lungo rinasci alla gioia novella; sia l'inno che sale pci cieli qual balsamo dolce pel cuor lacerato. fin quando la terra diventi ~an madre Immortale hai penato, per tutti i suol figli, ftn quando ogni cuna sia ciota di santa fortuna. GIUSEPPE ZAPPULLA Y?rk e perse completamente. S1 ~ppcllò anche ad Albcrt Ein– stein cd ca:li, amico di tutti i p_acifisti, mi scrisse alcuni ver– si, suggerendomi bona1iamcn• t~ di ~ceglicrmi nemici di maa:• a1or_ 1mpl'::!rt3:m:a.Risposi con altn \'ers1, m cui ali facevo presente che me l'ero presa ~~i~c~~n gente tipo Franco qH mandav? i miei libri ed egh _trov~va t! tempo di Jeg• g7rh ~ dt s~n':"cnni a propo– sito d1 molta d1 essi. Gli piac– que . I~ _ s_crie e Lanny Budd • ~he 1m2.1a1nel 1940; penso che 11 suo elogio al terzo volume • Graaon's Teeth •. abbia avutO a_ che vedere con la conces• s1one del premio Puii1zcr. Con– servo le sue lettere ma non sono tutte accessibili. Ecco, però, quel che mi scrisse ri– guardo il quinto volume· • Vi rin~zio, di cuore ·per Il V?stro ultimo hbro, • Presiden. ual Aaent •· Sono convinto che state compiendo un lavoro im• portante ~ apprezz."lbile offren• do al pubblico americano una acuta visione del retroscena economico e psicologico della traaedia che si e\fol"e nella (Continua a paE:, 4)

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