La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 38 - 24 settembre 1961

Pag. 2 alla tenesi dell'opera. Lo stesso dicasi per La tcn– tation dc Saint Antoinc, cui Flaubert diede ini1io nel 1846 e termine nel 1849. ma che. scom:i1diato dal pubblicarla. riscrisse nel 1856 e pubblicò io mi– nima parte. rh•edendone di nuovo il testo nel 1869 e dandolo alle stampe nel– l'aprile del '74. Anche qui tutto il lavorio rimase na– scosto e le varie fasi at– traverso le quali passò non costituirono altrettan– te pubbliche edizioni: il ]oro esame corrisponde perciò a Quello dello sta– dio più intimamente crca– th•o ed esprcssh·o della opera. e la loro datazione corrisponde a quella dello stadio cui oen·iene il la– ,·orìo di volta in volta. La datazione che tutte le com– prende le riassume è. na– turalmente. ouella del te– sto della prima edizione, anche se. per crnalsiasi mo· tivo. oubblicato più tardi. Da l:!SSa hit principio la vita o:ibblica dell'opera: e oeni \·ariante sovraopoc:ta alla orima l'dizione. co– ~titucndo modifica che ne altern il testo e la data. ri!melto all'autentiC'ità ori· mitiva. o,eni variante dun– aue non contribuisce a ren– dere più chiara e persua– siva !;:i $lOria dell'opern. ;il contrario la turba e la sc-r,nvnlgc. rendendo più difficile l'indaeine del cri– tico che vnsrtia ric"$truir· };i con eSllttezza ma che si trovi ruordl=li'l d:illo :-te!ò!-Ote!òto che do\·rebbe $ervir$!li di ,e:uida e di srn· ranzia. ... Soes.,o è a condizione di certi ramhiamenti, in· dice di indecisione e di in""ddi!òfazione. che un autore riesce ad es1'rimcrsi comoiut,mente? Essi do– vranno auindi venire rei.?i– $lrati sotto la dat::i ,c:iusta. !-en1a orrtendere di e$sere atlri~niti alla data orima– ria. \Ifa creano pur semore co•1f11!-il"'lne. se si adden– trano nella compae"ine del· l'ooerA, dànno Quasi orilri· ne ad una nuova opera: !òc,.-. .,. che oernltro 1::i ore– ced<'ntc venJ?a annullata. Ci?aoitn in'atti di 11·m·arne rirtr,rt~tc le ,·arianti in ap· P<'"rlice. La Questione è a,e:grovi– J?1iata \! critico ed autore sembrano avere opposta– mente ragione. :\la s'ag– Rrovi,e:lia ancor peggio quando l'autore. in consc· ,e:uenza del rimane~gia– mento. ritiene di dover scanccllarc del tutto l'an– tica data per sostituirla con la nuova. ~on rientra forse nel suo buon diritto, e che è 'Poi spesso un:1 necessità. di corre,c:.iz:ere.modificare o rifare Quanto ha .iz:iàscritto in anni ipiù o meno lon– tani>?: ci ha chiesto ulti– mamente Libero Bigiaretti al quale avevamo rivolto le stesse osservazioni che ora rinnoviamo al ;\Ioretti. Per l'autore in parola non sussiste dubbio. e L'ultima data e l'ultima stesura so– no quelle che contano. E lo diceva anche Paul Valéry: Une '>euvrc n'est jamais achcvée, se la memoria non mi tradisce>. La verità è che. mentre a un critico interessa po– ter disporre degli clementi necessari al raffronto e al controllo dei testi. e infine indisQensabili -per fissare e valutare l'itinerario per– corso dn un autore. all'au– tore interessa perfeziona– re. approfondire. rafforzare un tema che continua a urgergli dentro. anche do– po la pubblicazione. per ottenere una più aderente espressione artistica. )la giusto nel progressi– vo modificarsi della rispon– denza di tale adeguatezza alla fantasia e alla tenacia dell·auto:-e. le date di com– ,posizione e di revisione ri– sultano inamo\·ibili. Altri– menti Quale scopo ci sa– rebbe di avvertire il let– tore che. ad esempio. nella scelta di Tutte le novelle del :\iorctti (~londadori. :\filano, 1959) si e attinto ad una oroduzione inter– corsa dal 1907 al 1958. se la data e la stesura valide fossero realmente ed uni– camente le ultime? Possi– bile mai. per citare un al– tro esempio recente. che il Bie:iaretti ritenga davvero di pot~r se~nare la data del 1961 sotto la scelta dei suoi Racconti (Vallecchi. Firenze) dal '34 al '59. solo perché li ha e riscritti> ultimamente? Al Moretli è accaduto di non poter ristampare il ro• manzo / due fanc-iulli tal quale usci per la prima volta nell'/Ilus1ra..-ione ila· liana e poco dopo in volu· me. e Treves si valse per il volume della stessa com– posizione del settimanale. senza permettere aU-auto– re neppure di correegere le bozze dell'impaginato. con la scusa ch·io ave\·o Ji:ià licenziato quelle della rivista. Potevo. dopo tan– ti anni. rispettare. dirò cosl. la fretta dell'editore? Esauriti / due fanciulli (da trentacinque anni). esaurì· to Il pudore. ho ~ià pen– sato di dare una terza ver· sionc oiù vicina alla prima che alla seconda. che si vahta anche del primo ti· tolo, miJ?liore certamente dell'altro >. E in tal modo. L~ FIERA LETTERARI~ Domenica 24 settembre 1961 IlpoetadiRoma Piccola biblioteca (Continu.J~~ 1rng. I) stessi:t opera Bosco delle fenici - che il Gar~'iulo ammirava e per la concre~ tezza che vi assume una materia quanto mai rare· ratta>, pur non senza ri– ser\'e e per Quel suo carat· tere di mera "fantasia .. > - sì tra~pone qui in Il Palazzo dr campapna. Interessante si rileva lo studio comparati,·o delle due diverse redazioni del· le prose sopra ricordate. perche ci fornisce come un interno diagra:nma di sd– luppo dell·arte vigolina. In genere il processo che si verifica è di snellimento e di assotti~liarnento espres– sivo, una sorta di e sliri– camento >. di e riduzione di tensione>, per nstanza di una nuova modulazione narrativ:i in cui oiù vivo si fa il gusto dell'incisione realistica. La rielaborazio– ne non si limita pertanto a qualche taglio ed a so· stituzioni lessicali ma com– porta. in certi casi. l'ag– ,l?iunta di nuo,·i oarticolari concreti: amplificazione il· lustrath·a cui risponde la sem?liflca2ione stilistica. Si veda così come - rispet– to alla redazione primitiva - al notevole alleggeri– mento della conclusione nel Palazzo di campagna. possa corrispondere. per ragioni poetico•strutturali diverse. il considerevole sviluppo delle Notti roma– ne nella fase risolutiva dei prodigi, dove il favoloso magico si dilata e si po· tenzia in un accentuato re– cupero di sostrati classico• .pagani. su preziose tonali· tà barocche: mentre le oa– gine che rielaborano Ma– re in cammino reaeiscono al clima di alta rarefazione :;~~~::ndde~ src::!~:;ter:t 1~: do. !:On tono più familiare e con particolari minuti. la lucente condensazicinc di quell:i e lirica in orosa >. Radici antiche. dunque. si scoprono in queste Notti romane, che resterà un li· bro fondamentale per in– tendere i più se,ll"reti arric– chimenti e sviluppi di quc· sto singolare poeta e pro– satore romano del Nove· cento. limpido e sconcer– tante. musicale e plastico. concretissimo <' surreale che. sotto un barocco edu– cato dalrincandescente in· cisività del Belli e coltiva– to nell'humus primi,itenio. dal raffinato magistero tee· nico e melodico dannun– ziano. svela in filigrana una goethiana olimpicità fecon– data dal fuoco della Bege· isteruna di HOlderlin. in una allucinante animazio• ne di conpi e di ombre, di superstizioni e di memone. di incubi e di estasi. che hanno fatto chiamare in causa. magari per le più ipotetiche o segrete ascen· denze. anche Baudelaire e KafkA. Alquanto diversa è cer· to la materia d'ispirazione - non meno. necessaria– mente, che la modulazio– ne stilistica - dei racconti che concludono il \·olume e che sono. cddcntemente. più recenti: L'in/ernetto. Un invito a pran.::o. 1l no– me del luogo: dove le strutture del discorso. ,pili sobrie e snodate. mcJ:!lio si adeguano alle esigenze del c.iz: linon fa che riconosc<!re le gittime le lamentele del critico e dello storico di fronte a certi rifacimenti. ove questi non siano con· siderati per quello che so· no. cioè come opere nuo\·e. ~Ia in quanto artista non rinunzia al diritto di pren– d~rsi e tutte le possibili li– bertà>. Toccherà al critico e al– lo storico. che vogliano studiare sul serio un auto• re. il iravame di ricercar– ne sempre le prime edizio· ni. Dato che ne valga la p~na: perché non sempre le radicali revisioni cui certi autori - non i due citati. s'intende - risot– topon_gono i oropri scritti dopo la pubblicazione, di· pendono da quello che Re· mv de Gourmont chiamava il· demone del MeJ;::liO. A volte un po' della calpa non spetterebbe anche alla maledetta fretta con la quale. come suol dirsi, li hanno e buttati J?iù > e trasmessi alla stampa qua– si prima ancora d'aver terminato di scriverli. our di poterli presentare alla giuria di qualche premio? Corrado Testa. nel suo documentatissimo sa.~,e:io su L'e~erienza deali scrit· tori (Marzorati. Milano, 1959) ricorda. fra l'altro, che il Foscolo nel suo piano .e:iovanile di studi de!'>tinò il meglio di quanto anebbe scritto e alla cor· rezione e alla pubblicazio– ne dopo il termine di dieci :rnni >. Ed era il Foscolo. El\'RJCO FALQUI narrare. ma O\'e ritorna e si accentua in una più sno– data tecnica di montaggio - sdqµpiamento di piani psicologici. dialettica del· l'essere e del parere. proie– zione e opposizione del subcosciente nel coscien– te - un clima di para– bola esistenziale. che ri· porta alla temperatura esoterica dei più antichi e non meno sorprendenti racconti. Così. al centro della U'eltanschauuna su cui Queste i\"oUi romane risul– tano campite. si afferma la mcradglia e Io sgomento detruomo di fronte al mi– stero dell'Essere. che si in– carna nelle forme innu· merevoli del tempo e dello spazio, concrezioni in cui lo spirito é la materia reci· procamcnte si plasmano e si fecondano, ,per cui al proclì~io delle stratificazio– ni geologiche corrisponde l'arcano delle assimilazio– ni e ~trutturazioni psichi– che. ove nell'uomo e dal– l'uomo Si rifrange rimpre· \'edìbile sej?reta vita della natura e degli elementi: e la l•Jce ricorda>. ~folle prospettive sopra "J I violino,, di De Sanctis Due anni or5ono ebbi la \entura di leggere e di re– ccn"ire e Mia:liaia d1 chilo– mc1ri • di Gino Dc Sanctis, un giornalista ••ssai alT~rma– to, inviato speciale e rc-::lat– tore di un imp ortante quo– tidiano rom:i.no. Il libro co– stituì u n.1 p1aCC\"OlcSOfl)rc– ~a; ma ciò eh.: mi colpi par– ticolann!!ntc furono le pa~i– nc del rncconto- rcport:i.ge e Sorriso !'.lei re lebbr oso >: pagine ambientate in Jndo– cina nel periodo della gucr· ria:lia comunista; in quel racconto, con rara maestria, l'autore e inventò• un per– sonaggio oltremodo suggc– sti\'o: l'Apt! Regina, figura d~I tutto nuo, a per la let– teratura it.tliana odierna. La narrat1,a del O:: Sanc– tis (e lo conferma il suo re– cente libro e Il ,,ialino della quinta armata• edito da Fel– trinclli) parie sl da un fat– to di cronie.t, dal conlatro , h'o con la materia, ma non resta mai fine a se stessa. lcgnta al particolare momcn· 10 emotivo dell'attualita. Certo, non si \·uol dire che il giornalista non esca fuo- ri d;.1llc !)leghe del rai.:con– lc: e, nuo\'a sorpresa, quel che incontriamo, è un aior• 1181istacui non fa difc110 un umorismo sottile e succo– .,o: \'ediamo :1c • Il volto del nemico• (il racconto che apre la raccolta) e Mi piace essere preciso nel la\'oro. Fi– darsi dei tiooa:rafi e dei cor– rettori è bene, non fid3.r-;i è me_glio•; e .ancora: si par– lcr.t di Tacito come di un p,obabile composi1orc d1 canzonette: « l'unica canzo– ne di Tacito: una \·era ra– rità : e si potrebbe conti· nuare. A mc sembra che la particolare narrativa del Oc Sanctis stia sul piano, sug– acsti,·o e liric1u:ante, del rrande rcportag.! alla Oos P:?sEoo;.Si ricordino le ma– enifichc pagine dello scrit– tore americano sui funerali di Rodolfo Valentino e si i:-aragonino a quelle dell'ulti– mo racconto del libro di Gi– no De Sanctis, quelle ap– punto da cui ha preso il ti– tolo la ia!:colta. Valentino cntra nel mito come mister Spaldin, il grande violinbta dalla e liscia zazzera d'arti– sta già rigata d'ara:cnto •: ambedue cessano, nella pa– i;ina scritta, di rappresen– tare i pretesti per cui il iior– nalista è disposto a raccon– rare non già come furono quelle , Il\! e pcrchè ~i con– cluc;ero in qncl dato modo. ma i fotti e solo quelli. che ne hanno dc1crmina10 gli in– '41rini. P.!r Oc Sanctis (cil– me per Oos Passos) non è ~ufficicnte ricorrere al pre– ttsto: il clim,, lirico \'iene C"\-'OCato come un sortilegio maaico nel momento in cui il fascino del pcrso!la~gio '-Ì ina:randis~c per rontomi c:fumati. Di per sé non c31- ~1ono personaggi poe1ici: questo è quel che ha capito profondamente (fJ1cendonc mah:ria rli arte) Gino Oc S2.nctis; cos\ ha tralasciato il compiacimento per l'uo– mo-morale e si è preoccu– pato in\'ece, come l'autcnti· co narratore, ..::he il fasci– no dell'uomo \'enisse fuori solo dai fatti, dalle ,·iccn– dc, dal!: J.zioni: e che .:o:.l non potessero più ~ussis1crc dubbi sulla grandezza di lui. A me sembra che il rag– giungimento di questo nsul– tato sia già lii per sé una conquista dello scrittore. Ma la v:ra e più compiu– ta misum d~I narratore De Sanctis la :.i riscontra nel racconto • I fiori gialli del– la primavera>: episodio de.I– la guerra partia:iana nell'al– to Appennino: forse !'Emi~ lia, fon.e la Toscana. E' qu1 che lo scrittore, ri,;,,l!ndo un drammati::o fatto di cro– naca - l'eliminazione d1 qu3.1tro fascisti e un tede– sco -. trascende dalla s1as– sa cocente ma!eria per ra2- gjungcrc momenti di inten– sissima emotività. VERBA Pis. f..or, Ritti: Un sziudi1io? molla acqua è pas5ata ira la poesia che lei prende a mo– dello, e la poesia che -.i fa, si sente oggi, Ira qucll'illu– <,ioncdi csattc1za, misura. rc- 2ola, e l'auuale ,ituazione di ~misura, caos. Dica addio al pas<,ato, poi mi ri!tCri\a. /,uc. Per.\., Roma: la sua poc::.ia e bella e \·erra quanto prima pubblicata. in apposita rubrica. Aua:uri. li racconto, tutto intero, è cii un, bellcna raccolta c. penetrante: nella cosoicua p1odu1ione della no,;tr..t n&r– rati\-a ispinta'>i ai dramma– tici mesi ddfa A:ucrra par– tigian;:i. da Pa,·ec.c a Calvino, cm Ba,;sani a Casc;ola, que ~IO • I fiori_ •:ial_lidella P.,i· ma, era• si 1m,,!11,;cconip1u- 1~mcnte, con una ci\ ilta di contenuto che ne fa un rac– conto ccriamentc esempi 1rc. LUCIANO ANSEL.\11 Ro.~. \.11chel., Xapoli: '-=on parli male del Giornale al quale puo aprire la sua soli– GJ'l;O DE SA\CTIS il ,iolino tudine, sia pure tra,e~o della v Ann.ita •• ftltrinclli quC3ta sola rubrica. e <,ja Editore, L. 300, pure la.sciandola sempre in– __________ , ::.oddisfatto. Freni i suoi istin· ti pcgaiori, SCn7a con QUCSIO portarmi le caramelle dei suoi i,tinti migliori. C<1pisco le 'tue ragioni, che 30no quel– le di decine di migliaia di giO\·ani (non dispiJcci.d a nessuno qucsici • collettivo "• decine di migliaia, che sem– bra li,·ellare e tonfondcre. mentre , uolc e::.serc ri, cla10- re e moderatore ...).. \·li mandi ·'Cardinale., di Monlher]ant (Contlnu~ pag, I) VOLANT Fiera e lei ha diritto d1 es– ~n·i. Aua:uri anche a lei P. Vorsc.• Livorno. Perché mi manda tutto un libro? Vn po' di discrezione! Comun– que. ,fogliandolo e /CiJi!'.Cndo qua e la le quauro o cinque poesie che ,ono il riu..io per quc ..1a rubrica, non ho 1ro– ,ato ,:ran che da ~111arc. da ricordare. P1u a,anti si fac– ci"' \·i,o con piu umìh<1 ... quant11a1iva. Paolo Pùtolest, Frrenu: So– no stato triste con lei che <offre. non per un giorno -;olo mi ha ..eguito la tri· !:itcna della ..ua condizione. del rc-.10 riflessa esattamen– te. dramma1icamen1c, nella sua poesia. Alla quale nuoce solo un troppo e\'idente ri– chiamo Uniarettiano, del poe· ta cioc che lei s.::mbra ad– dirittura ricopiare. Se ne li– beri. a,col11 e 1rn-.cri\a '-Olo il suo dolore, la ..ua soffe– renza. la ,ua an<,ia inappa– aata d'amore. E non dimcn- 1ichi il suo amico CARO~IE ze attuali. '-la il problema de!l's1ione e dcJl·inazione non i? forse un problema esterno dello ~pirito uma- qualco3a d'altro. L'ullima sua ----:::------ ha co-.e dancro buone cd Erra fa -------------------------------1 no e, quindi, anche odier- !!!:~n~~uti~~:r~ed i~~pi~!~~~ cor-riffe ~~~ri~~li;Irt~i~;~~ Rassegna delle riviste traniere no? Siamo nel giusto. speriamo per il bene in· tcrvencndo oppure l'inevi– tabile compromesso del mondo non merita la spe· sa dell'intervento <"he di– strae l'individuo dalla sua interiorità e dalla sua sin~ golare perfettibilità? Il 1problema è o~gi più che mni vivo. E il teatro e en– gaste > non lo ha risolto. ma semplicemente eluso dandolo come già scontato. che si intitola • Prologo alla La poc5ia di Yukio HfJruJ;a- mortc •. caso mai se ne fos- ma appar<a sul numero -.cor– :.e dimen1ica10, toglierci da ,;:omanca\a di un \'erse e an– • Quando la , isione, .. • fino da, a letta· a e come un fiore laceralo•. . Un ba.5tone da hokeJ t O se preferisce, muterei di Una icr'1tura di vetro ' Sul parecchio cercando una sin- muro dr rose. U11abt11a d·nr– tcsl che riveli anziché con- gtnlo e l'na pi~ta da corM fondere quel che vuol dire. come un cucch1a10 e LA ,,,,. esso nelle supreme ra,eio· ni dell'E$sCre e del Dive– nire: in una direzione me· ttlflsica che anche nella rac– taflsica che anche nella raccolta cli liriche Canto del clesti110 (1959) è age– volmente riscontrabile, su toni di più desolata dram– matici!à. Nelle Notti ro– mane l'ultimo racconto. Il nome del luoaa. - in cui il prota,eonist8 perde per– sino la memoria del paese ove doveva recarsi ed in cui è itiunto - e quanto altri mai sif!nificativo per esprimere uno dei motivi cssen1iali (che ci riporta ad un vitale nucleo'clella filosofia di Heiddeger) pro– pri del pensiero e della poesia di \·iiolo: il moti\·o dell'esser gettato. il trovar– si in una determinata con– dizione. senza avere scelto: il e sentirsi chiuso> in una realtà sconosciuta e senza ragione. senza possibilità di contatti. dove l'unico ,(!.esto. runico esito possi– bile e e l'attesa dell'alba>, Siamo qui nel cuore del– la più µrofonda ed alta ispirazione della poesia di \·igolo: respinto il presen• te con le sue risibili vani– tà e le sue miserabili an– .iz:ust ic. sepolti nel sangue i dolci lieviti della natura e della terra tra i deliziosi mlra.iz: gi dell'infanzia. assa– por ato sino in fondo il ca– lice nmaro della solitudine e dei :dorni vuoti d·amo– re. ceco fiorire tra l'an,,e:o· scia detla prigionia e l'ane· ~i~o :: 1 ~~l~~:ra~~~:· ~i~~~ Che è anche il solo vero Principio: unico possibile varco Alla speranza del– l'Assoluto e detrEtemo. ALBERTO FRATTJNI E ' USCITO a i\fanaa:ua, nel Nicaragua, il pri– mo numero della ri– visrn di cultura • El Pez y la Serpiente • (e Il pesce e il serpente>), diretta dal poeta Pablo Antonio Cuadra e con un consia:lio di reda– zione nel quale figurano i più bei nomi della cultura ~~~acr::f~gns~rtl~sat 1o Pc;~de::,~ :1 J. C. Urtcco e Fernando ~~~~nt~l~~n!it~~dazig~~,~. ~1 sono intesi ,;imboliu.are la acqua e i monti, che confi- 1P1rano cosi cara11cristica– men1e il Nicaragua. terra di grandi lnghi, fiumi e ro,;si \"ulcani; e le sue due storie e le due culture. o-.3in l'in– digena e la spaRn~la, si fon– dono nella ,;imbio.. 1 tra Ouct– zalcoa1I, l'anticl1is"1mo dio indiicno rnpprc::.entato in forma di a1gantcsco serpen– te, e Cristo, il Pesce, che fu portato per mare dai con– quistalori. La rh i-.ta ha lo -.copo esplicito di illustrare e do– cumentare le due foccc del ~/cad1,i:io~/i dfi~~i ~~l~i:.; nel complesso ricca e ,nri,1, mn poco noia nclln stes,;a Americ;t del Sud (per non parlare dell'Europa, che co– nosce quasi solo Rubcn Oa– rìo) per essere sempre stato il Nicaraaua un paese eco– nomicamente depresso e dun– que deficitario di propulsio– ne cuhurale. 11 primo nu– mero della rivista conlicne articoli di arandc intcre1>sc per chi \calia a,•,•icinars1 al• la \ila sea:rcta del Nicara- f~aduz\~ni~0:;;flc}S~fmt!cubi~ ~. 11 i~tni 0 ~iÒ ~i~ ~: :~~b~ la cosa pili in1cressnnte. un luna:o saa:~io di Thomas Mcr~ ton, inedito in Europa, !.U Boris Pastcmak. e Come scrittore e come uomo - scrive Mcrton dopo a\'cr centralo i punii di for- 1.a del " Dottor Zivago " Pastcmak è un segno di contraddizione nella nostra era di materialismo, collclli· \'ismo e politica del potere. Il suo a:enio spirituale è e::.· scnzialmentc e poderosamen– te solitario •· Lo scrittore russo, per Merton, non è un ribelle ma un e rivoluziona– rio, nello stesso modo che Gandhi fu un ri\'oluzionario •• e- a lui si può paragonare. Non cerca e una formula per l'unificazione dell'umanit.\, o una panacea colle11h•ista per tutti i mali del mondo >! do che e lo a,•vicina alla aente e l'interesse per l'uomo, per la ,erità che è in lui•· La forza di Pastcmak è • l'uni– ca forza che ~In capace di produrre qualco!ta di nuo\o: egli e pieno d'amore•· L,. tes1imonianw di Pa– stcrnak è e:.::.enzialmcntc cri– ~liana •. seguita Mcrton: di una qualità ridotta alla sua • es:.enza più nuda cd ele– mentare: intensa compren– sione di tutta la realtà co– '>mica e umana come ", ita in Cristo " e conseguente im– mersione nell'amore Quale unica forza dinamica e crea– trice•· Per Thomas Merton, Pa– sternak è dunque un testi– mone: da qui la pa1C3e e nota diffidenza del politici comunisti. consen·atori dc-Ho "status quo", deliri riiidita idcoloaica, e l'entusiasmo fa– riseo di cui il romanzo ru fotto scano di qua dalla cor– tina di ferro, dove lo si è \·aiuto intendere non meno parzialmente, come un puro documento di rcsis1enza con– tro l'oppressione del fonna• lismo ideologico comunista, come un a:csto violento di ribellione e di denuncia. Per Merton. invece, l'impor1an1a del romanzo di Pastcrnak ~ altrove, è pili a fondo, e colloca il libro su un piano ben di\'erso, ad esempio, dal noto "Non si \'i\'c di solo pane" di Vladimir OudinZC\. e L'in1cn1ionc di coinvol2crc Pas1cmak nella gucrrn frcd• da e nel disgelo si è distinta per la sua inutilità>, ironiz- za Mcrton. La confu3ione di quel periodo e dell'insieme di malintesi, speranze c ac– cuse che lo carattcriuarono, è ::.cr,ila principalmente, sc- 11:uitaMcrton, a mettere in rilie\'o la distanza che se– para Pastemak dai suoi de– trattori come dai suoi am– miratori. La tortura psicologica che Pa3tcmak subi da quando il suo romanzo appan•e in lta• lia, e poi in quasi tutto il mondo, con un successo stre– pitoso di pubblico e di cri– tica, è riconducibile per Mcr– ton al senso di colpa di una -.0cietà umana, che coscien– temente ha tradito la , ita .-e \i è nindula alla fal::.ità, al formalismo e alla degra– da1.ionc 3piritualc •· Il "D01- 1or Zi,·:igo" impaurì i co· munhti, colti di ::.orpresa da questo improv\"iso ris,·cglio della \lita, della libcrt:1 - e tutti sanno come l'csis1cnza tisica di Pastcmak sia stata n!!tòl difficile in Russia. In Occidente In 1-ca1ionc fu dif– ferente, continua Mcrton: • Abbiamo ::.entilo la stessa colpa1 lo stcs::.o timore, ma in dhcrsa forma. La nostra rea1ionc è stata di correre Incontro a Pastcmak con Jcn•cnti !cllcltazioni: ammi– nrndo in lui il coraggio e la in1ci1ilà thc ci mancano•· Scm;i nulla rischiare abbia– mo potuto gustare una ope– ra pericolosamente rivoluzio– naria. • Pu aiustlficare la nostra condizione di scr\'itu e prostituzione spirituale, abbiamo creduto fosse suffi• cicntc di ammirare l'intca:ri– tà di un'altra persona•· Il sauaio di Mcrton conti– nua con un'analisi sottile e penetrante dell'opera di Pa– stemak, considerandola su– periore per quali1à spirituale e per carica simbolica aa:li stessi capolavori di Tolstoi e definendola l'opera più a1- 1ualc e piu distaccata dal tempo che la leitcratura con– temporanea abbia finora pro– dotto. P. C. Henry de Montherlant è rimasto .ltla premessa: in Ll' Cardinal d'Espagnc ha posto la questione pre~iu– diziale dei limiti, del sen– so e dei fini dell'impegno. Impegnarsi. sì l\ta perche? li punto centrale del suo dramma e questo. Ed esso corrisponde anche 3d una delle ra,21oni più acute e più dolenti dell'angoscia contemporanea. GIOVANNI CALE.NOOLI Dante nel '700 Mandi altro, dunque. ché be Ia1t1iw1orn e Gli scoc'· inaugureremo finalmente la sulla .\pia,:g,a Come tante rubrica dei e Gio, ani della tarme bianche •. NA RACCOLTA DI CASnIIRO FABBRI * «Italia n scos * di ICILIO PETRO,\"E V I E' REALMENTE un'ltall!l «naseo!ta:t nel !UOf valori um,ml e l<let1ll ? E' unA. domanda cui credo non 11òla dltflclle rispondere affermativamente. po:ché &0no tali e tante le storture e le rovrll.Stnltture uHlclall e a.mblentall. detenninntc da fattori di vario ordine e -'OprattuU.o da un mancato o troppo affretrnto pl"OOC!50storico dell'unna nazionale. che realmente dietro la facciata Italiana arde ~= dt~ 1 :1rf~j~~e 6 s~~~u~!~'1!,1~W~scJ~:fri1~~nf 0 ;1ù acrredltate. ma ancorn più racllmente a quel documenta– rlsmo COl'!!I superficiale e tanto di mocfa nel nO&tro tempo. E' un'Italia naACOSta cui però attil:ac etr•rn,1mente la fants81a degli artisti e del poeti. come a una fonte sicura (Conllnua da pag, I) g~a~~adJcf.~i' O ~lèe~~t>:1t~(s~\J~~tl f~~~~~e~~ll~~~~ Commedia c~lc n,edeslme ~ifr~i!~iri!~~~o~;~~~lt~ ~.i ,-~~,-~~~~ 1 ~e~. tutto. direi. riserve. prcven1ioni e anti- Il cogliere questo a.spett.o segreto della ll06tra umanità. patie. se non avessimo fatto nel suol caratteri essenzialmente Italiani. ~ ~tato l'oaaeuo tesoro degli errori settcccn- prevalente che si è posto Casimiro Fabbri con II .suo poe– teschi. nei modi che li Val. meu.o Italia ncm.. •osta, edito ln Roma dc.lla «ERS». Ione accerta e addita. Coslc- Il volume è per la ,;ua prima parte un vero e proprto che il suo saggio, che deve ~c~a~~o e ~~~~~-m~ 1 ~: ~!rit~~iatl':Cu!' g 1 ~er~~ort~t~f 10~ considerarsi integrato da I..a efficacia è rappresentato dn Fabbri. Il clima dl!lla guerra critica dante.sca nelt'Ottocen- 1n una luce veramente an,o.sci06a. con quel sussulti di pa-3- to (1957). può già ritenersi .slonl. quegli odi. quelle stanchezu dl!perate delle ore più. proiettato verso la conclu- tragiche deliR trlsusslma vicenda 1tallann nell'ultimo con– sione necessaria: un Dante. !lltto. tra. t-ed.C8chl, partigiani. bombardamen1I. soldati dt oggi. ovvero la confortante ~l~~:_a.11 e con Il .sogno comune d'una vittoria m1tJca. dimostrazione che il progres- In questa a1mO&fera pcsnnt"' H. volte lugubre. R volte so degli studi di critici cl lunare. piena di attese, di ,>ausc. che &flancano più della permette d'intendere la Com- .stessa !urla delln guerra. l'A. tende le sue mani tremtmti :~~iiio ~:~c~~i 1 :F' g~~~:: 11 ~~ r:are~o~d~i:~~~prr~n s~~r,~~r:g1f1ce~~t~u:!t:nl~~~~el{: ragione sembrano più lon- assaJ più come un Ideale che come una realtà 1n cui potersi tani dallo sforzo unitario ~~:~f~ a 8 !e~r~na':sa ~~~ l~~1~"f:~~~!. f!~a~~~ ----------------=--------------------------- del Medio Evo. Per la \'e- del mondo che lo circonda ,. che lo lacera senza pietà Esli UN TE TATIVO DI iETODOLOGJA CRITICA rità. il \'allone ha pubbll- sa che questa fraternità Immanente sul cuore del migliori, cato fino dal '53. La critica è ancora cii là dn venire e qunndo eun si manifesta. bCmpre Nuovi studi su Pavesi dantesca contemporanea. ma t~n ~~~~;Pi'!\~t•~: 1 \~:t ~r \)~~e fi'~o~nc~rs:e~~ dicevamo sopra. in qual sen- quasi come un contrasto troppo profondo con le ,•oc! che so egli potrebbe oltrepassa- gli urlano !r.tomo nella tempesta della guerf'k re i limiti della ricerca spc- In questo Kpathos11 muove nel .suol brani poetlcl li cializzata. La quale. benin- racconto del figlio sognato e cullato. per nove mesi. dalla teso. ha i suoi diritti. che ~~d;?o ed:if!. 1:n~r7Ccome In una fiaba di vita. in meu.o al sono anche in questo libro 11 commosso vlgoN '11 Fabbri Ri,Sume toni anoora più rispettati con alcuni capitoli, nit! nelle strofe In cui racconta la morte del bimbo. ucciso di cui offriamo almeno i ti- di fatto sul na.;cere. dn lutto Il clima. la miseria. la lotta toli alla curiosità del nostro fratricida. la follia della guerra. * di GAET.. 1.NO SAl,\'E'l'I l l su.icidio di Cesare Pa\·t.se destò. a suo tempo, mo,ta perplessità: ne risultarono addolorati gli am1cL attoniti gli uomini d1 cultura, incuriositl l cacciatori di cronaca ~~raa11!' drc "~~:~~:. ~~~~~OQ~~~t~u::s/t sr::r;:t/ 1 ::a e~~ indicare l'lmpossibilttà di ogni ultc.rlorc cammino. sorge ne– gli altri uomini un profondo stupore e la sensazione che qualche cosa sia definitivamente crollata. t·ansla, la solitu– dine. 11 continuo ondeggiare tra le diverse possibilità del· l'esistere. appaiono improvvisamente più Intensi. quasi istan– ze senza remissione. E si ha la sensazione che parre della colpa &la anche in noi._ che non abbiamo .1aputo trovare H tempo di segt1irlo {Pavese) più aa vicino (Lajolo, In Rina– scita - vn1. IX. 1950>. Sta di !atto che il suicidio è, come annotò anche Pavese. l'unica via di sal\"ezza per lo stoico~ non dunque solamente un fenomeno patolog:ico. il ri.,ultato di una introversione delrbtlnto ag&ress1vo. una storia che, per dirla con J. Fle– scher ... risale alrinfanzla di chi la compie ... Oltre la di– namica psicoanalitica. al di là della coazione a ripetere che ..costrina:e rlndividuo a ricreare le situazioni traumatiche sofferte nell'infanzia... ed indipendentemente dalle istanze morali. U suicidio è un gesto che ha la sua spiegazione an– che - e soprattutto - nella condizione di instabUltà del– l'uomo inserito in un gruppo sociale, nel con!Utto mentale che nasce dalla difficoltà di giungere - tra le molte posii• bilità - ad una .scelta che pienamente soddisfi. E che sia cosi è dimostrato anche dal caso Pavese, Intorno a CUIsi sono moltiplicali i tentativi di spiegazione. Tutta la storia dell'umanità è sempre presente ln un uomo - ln quanto partecipe di una società e di un costume - ed of,!ni storia individuale è immancabilmente seme e !rutto di una situazione più ampia e complessa. Su questa via si e messo Ruggero Puletti (La matur11d fmpou1bile. Ed. Rebellato, 1961), nell'intento di valutare come il pensiero dello scrittore-suicida si innesti alla cWtura europea del Romanticismo e del decadentismo. e ftno a qual punto il poeta piemontese simboleggi la .situazione dell'uomo che. affidandosi Interamente alla raa:ione e riftutando i miti consolatori della fede. "'è costretto a !a.r nau!rae:io allorcbè si accorge che la vita - senza una sple&azione trascendente - è un groviglio di assurde vicende,._ Una metodologia critica dunque di natura contenutistica che dovrebbe mettere a nudo, attraverso l'analisi fllosoftca dell'opera poetica e narrativa, ... i lineamenti per una com– pleta visione del mondo,. e&l.ste.nti in Pavese. Ciò spiega rarchitettura del saga:io. il soffermarsi anche sugli aspetti meno Interessanti dell'opera pavesi.ana. Jo stile spesso pro– lisso ed abbandonato. le frequenti ripetizioni. E .spleaa lo inserimento - in verità poco convincente - del due capitoll introduttivi che, sintetizzando il tema deUa «crisi .. nel pt'n– siero europeo dal RomanticLmlo al decadentismo e nella let– teratura contemporanea. dovrebbero fornire la chiave della. concezione filosofica riscontrabile nell'opera di Pavese. Sta. di tatto che PuJetti non vuole esaminare l'opera d! Pavese sotto il profilo estetico. sebbene "'conoscere l'uomo•· rico– struirne i pensieri cd i modi di sentire. dimostrare che esiste nell'opera dello scri ttore uno sviluppo contenutisU co che. strettamente legato al.le tematiche esisteD. zlalistlc.he e qua.si lettore (Nota sul testo e sul- Nella seconda parte Il poemetto è particolltrmcnte ri- ancorato al drammatico dubbio della scelta, 51 conclude con la pubblicazione della Com- \'cito alrltaha nascosta. a quella umanità Italiana che l'A. il tragico avvertimento che la maturità è impossibile. media. - Isidoro di Siviglia vedeT~tt~Netox:i~ ~~~~ nvsrr~\}~tlPri~~rtJ~·11:1~e~~~~l.parte Ne viene fuori un PavC"sc legato fino alla monotonia ad e Purq. XXVlll. 139-44. _ del volumetto. è ecrtument.e pi ù fervido di immaginazione. una tematica !acile ed intimista. contraddittOTio. pieno di li- lnf. XXVIII, 21. - Ancora di fantasia poetica. di armoni: esprcs.sh- e. e per certi aspetti miti cd incline - pur nella affermazione del valore della del Veltro e della preghiera più riscattato dal dolore. :!elle vent isei della prima parte propria soggettività - a cadere nel Quotidiano e nel banale. cli San Bernardo, _ Corte- Ma 1·assunto umano del pensiero di Pabbrl non l'abban- ~~o?t!:s~~~/,.b\ ~h:m,~~t:u]~ ~ftcasi~o~~o..~':ira~:~:ass~~ce~! sia e stile iri altri tre cantf ~i~a~1~\oi?el~~~:. l~I èsu~:dr:1~dld~ll~glrc\:ens~~à e~~:~ sante dove soltanto gli astuti. I lucidi. gli spiC"tati hanno fa. della Commedia. - Con all'amore dclii\ fratemltl\. che non .s'abbandona mal alla e.ile vittoria. e i destinati a!rlnsuceesso sono coloro che non Dante tra Lecturae e com- tentazione della natura felice. Egli in effetti ripudia ogni hanno voluto convlnccrsl che la vita - tenuto il giusto meriti d'oagi. - Aspetti e felicità che non muova da qucòt.o anelito ouperiore del ri– conto delle ammaccature. rovelli e stanchezza e maggesi - problemi di danllsti d'oggi). scatto dell'uomo. della fraternità come catarsi d'ogni e!-l- non è che un freddo materiale di speculazioni e :inaUsl stenza. E ~l man mano che vn avanti nel suo cRmmlno e doveri'"· VLADIMIRO CAJOLJ poetico e coglle esperlen1JCdrnminl e rivolte dt'IIR coscienza. Questi limiti. che df'rivano anche dall'aver preferito n 1---::Rc::E"N"'z-=-o-F:cE:-N,c'I_L_I -_-Uc-,-, ~ ,-,.-,,,-._-! Il pessimismo sulle um-'lne vicende del nostro t,mpo, lo metodo di esaminare successivamente le singole opere. di- e/uno nella sab1'ia _ Poesie riprende. e Il dolore risale nel poeta nella st~ft !el!cltà del ~~~n~fn:O!:U~~~~~~!io~:llf~~~ed'~;:~~~~g!~~Ju~e~o e~~~~~~ e racconti - Edizioni del llngy~gro°ndo l'A. accoglie nella sua M"nslbllltà esasperata nutistico fine a se stesso. una m:iniera di sentire il mondo ~rn't 1 i2c:iol.- )~i.lane - pa· l'anelito stesso d1?Jle folle olla distruzione .a una nuo\'a svincolata dalla espressione poetica e dal dramma della e plù terribile _ituerra che potrà ftnalmentf' dlstrug2ere creazione. Noi riteniamo che il compito della critica non C~~~ 1 °?,,a9d,9Rc°!~Oca;,/ 0 : ~~~~ar~ad!~~~~nl~~i:.;ri1:r!e~r~u!ft~:~~~co~l~~tl~ ~\~ ~i~!nffa~~[~'p;r~ 1 adl ~~:as~~!~/~al~~~e Je;be1 ~~;;~::!i ::F~~~.~~J':{~ic_ · J\~i1!~6n~ ~elt~~~tla~Jo':if ~ 0 \~ pdiov~u1~~ 0 da~~t'i!~a~~11~ 11 k=f:,~ :ie:~l~~S::en-:t;o~!u~~~a-inlee:ae~a:i:n~:: 1 ~~e:\7t:i 1 !u~:~i~ paag. 110 - L. 400. !\i:ssour:l:~: c~n~~ 7~re .spiritualmente In luce l'apporto Un tal modo di procedere è tipico dell'analisi e consentirà M:i~~ ~~ar~E_TifJc~~ _· Jidj: Fabbri ha finnato cosl. molto plù meditatamente e :~.,~a~:~m~fet~~~~o r!~:r!~~~i~~e:i~~zt~~~a~zl~\ 0 rli~;f~e~~~ zioni del Cavalluccio - M1- ~;f~~~~n~~md~ g~:n:;:uo~~~ ~~~: 1•ull sci:~~~cfe!mtf~ bibliografici, una maggiore intelligenza del testl al lettore lano - paa:ii. 80 - L. 350. un nulla che portJ. almeno !I principio dell'oblio. sprovveduto. Viene a mancare però l'esame dei ruultatl GIA1 LUCA CU !BERTI - Le (primo cd imprescindibile compito della critica) e la va- nubi spens:ano il Sole - lutazione dell'opera nella sua strutturazione poetica e filo- Poesie - Edi1ioni del Ca- logica. Quel tipico processo della critica. che è Ja sintesi. \'alluccio - Milano - pagine non trova luogo In una metodologia esclusivamente conte- 192 - L. 600. nutistlca che guarda allo svolgimento del pensiero del poeta 1.---------– pluttosto che al risultati cui tale svolgimento dà luogo. Cosicchè. a parte il \·aJore di ricerca e lo sforzo di chla– ri!cazione, un'analisi di natura tllosofica - quale ci propone il Pulettl - non potrà mai essere condotta su un'opera poetica: vi s1 oppongono da un Iato la impossibilità di ope– rare una disrinzione tra dato fantastico e dato razionale, e dall'altro la natura stessa della poesia (e la narrativa e poesia) che è un renomeno concreto ed indivisibile della unità spi.rituale dell'uomo. Quello dunque che e nramente valido nel libro di Puletti PUBBLICHIAMO I! LAN• ClAMO opere d'oanl ttn· denza e &cntrt a condltlo· nl vantaaa1ose. lnterpella– tcct. Scrivere: 4PPROL>O Luna:oteatronuovo, 29, Na• poJL llllllllllllllllllllllllllltlllltl10llllllllltllllllll'lllllll'110IIIIIIIIIIII• XVII SELEZIONE "SIA" (Concorsi 1:JUI) RO:\l.\~ZI - ~O\IEU.E POESIE - TEATRO Cldrtlr,·r iuunPtlio1,1111f'ttl~ il llf'r,,,lrunrnln n EDIZIONI "SIA n .. Bologna, Audlnot, 1O PONO-. A.TO Nltl.. I 1!100 - ri1lutato il metodo critico per le ragioni suddette - t la serietà della rieerca ed il tentativo di mettere In evidenza. attraverso l'esame di uno scrittore molto discusso. quale sia la effettiva condizione umana dell'uomo contem– poraneo. Massime dove. con una acuta analisi del '7le.stiere di vivere, pone in evidenza il problema della fede cd avanu il giudizio che ..benchè non si possa sostenere che l'evo– luzione pavcsiana si concluda nella fede ... tuttavia non si può tacere che. caduta oanl speranza di fellcìtà per il man– cato ritorno alla donna. venuta dal mare mentre egli (Pa– ve~e) si avviava al suicidio, sapeva. ancora clevare la pre– ghiera a Dio ignoto che non era riuscito ad attina:ere ... i,.. DIREZIONE CENTRALE E SEDE: Roma. Via del Corso. 173 TUTTE LEOPERAZIONI ED SERVIZI DI BANCA, BORSA, CAMBIO EMERCI

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=