La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 32-33 - 6 agosto 1961

Pag. 4 BARBERI SQUAROTTl E LA POESIA DEL OVECENTO * LA FIERA LETTERARIA GIOVANI SCJR.I'.ll''.ll'ORJf Jl'.ll'AJLllANJC * Astrazione ·realtà Materada di Tomizza * di ALBER'l'Q FRATTI,l'I I U NA delle piu gra\·j tenta- fra il 1913 e 1915 e raccolto .crisi del linguag1io nel Car- 11 Ma1erada •, il romand,<? zioni della critica lene- in Rim_a11e11~e - _ed al. quale ducci?_ Ma sempre un poc::1a che è stato o: ora oage1to _ 1 di eia~ra~~ilac fos~~ut~ 1 ~ ~~it 0 e ~~~i~ 1 ~~~~~co~~ :~.tc;t~~~ ;ro ;:;° li~ht:rs~t ~~:"!S:~?ci~!'°Ceh!'~:cs"Y~i 1 l~ una ricerca verso la dirne- fermando l_'ìmportan1.a di ,e una situaLione dj crisi. l(?n, e_ l!JPC!"'a:Prima d1 l!" straz.ionc di un assunto prc- Q~~II<:; !:ioluz.1onì p<_>etiche e E uno _st~to _ ii •crisi. nel- g10, 1 ~mss1mo 1str1ano~ Fulvi~ bi~~~;~~~temos~~ti~~~ndoat~ ~•~t~c~he -;or~~ii~~c o hJt ~iicfC:: 5 ~j ~ 1 i~a~:m~;~ 1 ~e~~~ ~°:dfin ~~;vr~~i~ 93 di 3 ~~=: un libero processo di discus- struzione della realtà - co- e la sua form,u:ione anche go, già \:mc1tore nel 19.)7~ 1 ~~o~~~l~s: 1 t~~~~nzà~rc~n~~~~ ~~;r1~~fc~~f?~~~~d~~~~~~ ~~~a~~l~~ip~rs~~,~~~r~\"~~: ~r .Pc7n~~o~ rc~1~i1:. ~fcB~~~ e dell'ars esplorati, una mec- ZI un _cscmp~a~ n~upero, m t1 11_cammn'!o dcl\a nostra d1ghe:a- _ _ canica verifica di tesi fissate un chma d1 hmp1da collo- poesia: convinto s1 che la Scn110 a soh \'enlidue an- in partenza - si finisce per quialc elegia. Si "~da, del rige'!crazione Jo\'essc_ I?ro- ni il romanzo unisce ad una forzare il testo e i complessi ~to, con _q~an1_a~ne~a o durs1 per _trasformaz!om e sicurezza narrath 1 a una pro– \'ettori della reallà in esso sicurezza d1 mtuito 11g10\·a- metamorfosi che mediassero fondità di esperienze ed una mediati e trasfigu~ti, a ri- ne critico ~-a saputo mettere nuo,·i spiriti in nuo\"i me- complessità di motivi che è scontro di astratti canoni a_ f1:1oco I ,!mportaraza e la tri, ma escludendo che l'as- raro trovare in un giovane. ideologici cd estetici. Da quc- V}tahtà dcli mn0\'lU.lonc rebo- sunzionc del Icale, nei mo- Si tratta di una storia am- sto pericolo era insidiato _ n_ana, come • ritrova!llento duli e al livello che i ro- bien1ata, negli anni intorno per l'angolazione ~tes~a degli dt una concn::1ezza, _d1 un~ mantici e soprattutto i tar- al '5-4, in quell'esodo dei con- mteress1 e del metodo - ,t realtà,•:_ pre_c1sandos1 PC:ro doromantici avevano comin- tadini istriani seguito agli ac- lavoro saggistico che ora qucst ultima m _una ac<:ez,o- dato a indicare, fo~se pos- cardi che restituivano Trie- Gior~io barberi Squarom ne non esterna _cd u_nl\"0<;a ~ibile al di fuod del limi- ste all'Italia lasciando la .zo- raccoglie nel volume • Aslra- (tu~tora causa dei mo_lt1equi- ta10 campo Je!la poesia sa- na B• alla Jugosla\•ia di Tito, zione e realzti (Rusconi e \'OC1) m~ totale, ont_,ca: "'.' l_a lirica e polemica. Di qui l'an- sal\'o il diritto per gli abi- Paolazzi, Milano, 1960, pp. rca~tà di tn. ti:a\!agli1ospin- ~•~:l~!m~ui t~~i~i~~lro~e\!~ 1anti di optare liberamen1e ~Ja d;~pa~zi~~:°n:a·ac~~~ ~ri~f d~i \!lori_ s~•~~~zi~~~1i ci spostiamo sul ·erreno con- ~;r ;;~;:c;h::alti~di%t{! 1 ~e~~~ sensibilità, il problema della d~ad~tt a rctonca,_e dcnun- c'reto delle realizzazioni, il motivi autobiografici: To– crisi del rapporto parola- c1_ad1 un~ s~ato d1 rottura, \"igoroso contrappunto rea- mizza, proveniente da una fa– realtà oella poesia italiana Ira d1 scomolg1mcnto •· _ Solo lis1ico che anima aicunc miglia di piccoli proprietari lo scorso secolo e il nostro, ent1"9 _que~ta angolaz1onç e delle più felici .:ompo~izioni terrieri, passalo attraverso da Carucci a Pascoli a Sbar- possibile m1cnderc ston_ca: del Carducci, ~ia pure in diverse vicessiiudini e svaria- baro a l{ebora, da Saba a men!e, ncl!e . su~ pccuil!111 strutture e ritmi che non li mestieri prima di compic- Ungarctll, dai crepuscolari a qualità e ,,1rtu, I aspro, \'1(_)- si discostano dalla tradizio- re gli studi (la maturità clas- Pa\'ese. Una problematica, lento,_ fermentante Ju:iguagg10 ne. Che poi .1 rc:ilc sen,prc sica a Capodistria, l'Univer– dunque, ben ardua e com- rcboriano: _ •_cssenz1almc'!,tC nel Carducci migliore \'ibri sità e l'Accademia di arte ples 3a che· \tia via nella ri- non comumcal1\'0, n:on socia: e ~i trasponga in milica lu- drammatica a Belgrado) ab- cerca, articolandosi e preci- le, ç se _rrca~n~n~1~ _e am.1 cc, come trasfigurazione c!cl bandonò nel 1955, definitiva- sandosi, si infoltisce e si ap• cspi:,mc _1 da11 m1~1ah della contingente cd estrazione mente, il suo paese natale profondhcc, lie,,ita nella cns1 sociale del p~mo nove- del profondo, è problema assieme all:l maggior parte probabilità sfuma nell'ipate- cento, I~ f?,_ sul piano della che riguarda la sostanza della sua gente. Eppure in si: sì eh~ disposizione più rott~ra md1v1dua.l~,come po: stessa della poesia·. questa narrazione le perso- conveniente di Ironie 3d essa lc:m1cacontro le 5trutturc dt A queste ragioni di fondo nali esperienze sono filtrate e quella assunla dal giovane un. mondo apparentemen~c rimandano, variamente, si cd oggellivatc, e dominata critico, fuori da un piano di sohdo C: conte!"uto, _ma in: può dire tutti i -.aggi del con distacco la materia. metodologia cristalhzzata e realtà g1~ colp1to dai segm Barberi Squarolti che, ap- li racconto, che intreccia aprioristica. L'interesse che dell_a ro\'~na..-•- . plica nd0 la sua "0nd a ad le par1icolari vicende di una le_> gui~~ n~llc sue i'"!lpcgn~te m~ 1 ~tl~ 1 • .":~~~~o ~\a~~ 1 : ~-~~n~~:~~~ d~e~~i~~~a, iiJr;'f; famiglia contadina di Matc- ri<,::'?Sl~lz1~01 è si d1 _or-chnc a cawlllo tra i tluc secoli. il lingua e sullo stile (né mai rada, in lotta attorno ad un ~uli~Lico_. ma. non già nel Carducci - il quale pure si distacca dal concreto dei pezzo di !erra, con gli a\'\'e- sen~o d1 gravitare _cd esa~- recò il suo innegabile con- testi: di qui le citazioni ab- nimenti che portarono nella r:irs1_entro una ~ffmata dr.:· tributo al rinnovam,·nto del- comunità locale il dissidio * di 'I'Eltl~S.\. HUONGIOICNO to di regime, è narrata in prima persona da un conta– dino nel pieno della maturi– tà, Francesco Coslovich, o Franz, i cui sentimenli e la cui vi1a sono di\'iSi tra l'Ita– lia e la Jugoslavia. Frodato assieme al fratel– lo della legittima proprietà della terra da uno 7,.ioavido e senza scrupoli, Francesco cercherà invano soluzione al proprio problema senza tro– vare chiarificazione né pres– so i notabili di un tempo né presso i nuo"i rappresen– tanti della cosa pubblica. Nella sua ricerca di risoh"e– re la conlro\'ersia egli si ,·e– drà portato, dalla forza stes– sa degli av\tenimenti, a do– ,,er scegliere il suo destino: restare in quella terra cd in quel paese che raccolsero i momenti migliori della sua giovine1.za e che detengono i ricordi dei morti, sollo un regime che è sì apportatore di una nuova e sognata giu– stizia ma anche mo1h-o di \"iolenze e soprusi, e che po- 1rebbe restituirgli la proprie- 1a a patto di calpestare le remore della propria coscien– za, o lasciare la patria, as– sieme al meglio della propria gente, in cerca altro\'e della fortuna, di un a\'venire per i figli, sotto un vecchio or– dine che se pure bacato sem– bia ancora sicuro argine al marcio sotterraneo di ognu– no. Difficile è la scelta, e so– lo lentamente si maturano i motivi del rifiuto al nuo– \'O sistema: • Noi non siamo per questo regime. Forse ci vuole altro fegato. Oppure ci si fa un poco alla volta, ma io questo non lo \'oglio, io di questo ho paura.,. •· Cosi partirà egli assieme alla maggior parte dei con– tadini, in un finale che ,·edc riuniti nella chiesa ormai senza prete i partenti. nello estre~o saluto ai propri mor11, nell'ultimo rinnovarsi di una tradizione depositaria di \'alari comunitari, forse non appieno capiti e vissuti, ma tuttora 1acitamenle ope– ranti in ciascuno. La mentalità contadina for– mata a diretto contatto del– le ~1agioni della terra, a1tra– ,·erso cui \'~ngono ricreati gli a\'\!eniment1, 1oglie ogni \"C– lalura di in1ellettualismo al racconto, e la problematica complessa, la conoscenza acuta dell'animo umano nel suo articolarsi in rapporti personali e civili, viene di– sciolta in figure e situazio– ni a tutto 1ondo, colte nei tratti essenziali e più inti– mi. espresse in un linguag- tfa cl~~\~~ Ce~r:g~~ ~~I~~; non si ritrova quel clima e quella tradizione narrativa propria della nostra let1era– cura 1riestina (per fare rife– rimento solo a un gio\"ane quanta differenza di taglio in questo • Materada• dai rac– conti di Renzo Rosso). ma si av\'enono le traccie di una diversa cultura che viene a nutrire la storia di una di– rella comunicazione con i problemi reali e comunitari del vivere. E però il roman– zo è carico di moralità at- 1en1a e di un impegno che in parte lo accomunano alla letteratura tricstioa pur nel– la differenza dei moduli nar– ralivi. L'amore per la terra, l'one– sto desiderio di legittima proprietà, in cui sì mescola– no motivi di interesse con un vitale attaccamento ai luo– ghi dove si è spesa la pro– pria vita e con cui giornal– mente si è \"enuto intessendo un rapporto, viene ad assu– mere una dimensione più hbaz1one della . forma come la poesia italiana non fosse (contlnuO pag. 5) connesso ad ogni mutamen- ~~:~~tc~~~o~~f~~~~J~~t~~nl~ :l~~ c:cfi~nJ!, ~Ì\~,~~i~~~ ----------------------------------------- ~~*~ri~u~g~1~0~chtcr\~t1g~t bac:;~ca_op~~~!\ocorn1e,u•iBari: SIJ ..; TII.IST,;111 1 0 E ilLTl»I RACCO,l'Tl .. i~;n2 ~~~u~e~~ed:i\ 1 -~~f~: ~~ng~anrir c~0 f!\ic~ire qi~~~~ * razione della struttura,_ de_lla esterna, la polemica contro ~Y1':11~n!io~ 3 i~lc~:~ a~:3r~~~ !\t~~~c~-~e~gcL~h~a~~~':1o g~= ma,. form~nte,. 1_llummando ticamcnte fatto sonoro e ful– ~dl ller IT?Hopoietico - dal- i!Cnte d'esempl:lrilà: stato I ethos _al! e,dos, d~I • c~mpo d'animo ingu.uiblimcnte no· ~:tnc!w: •risu)~~~~t~~:~~'ì~ ~taJ!iC~jpg~:a~~l:em~a~iO t~~ stru~ tura.lc (e viceversa: ~cr sferisce ncll'cofficina scgre– u_n 1dC3:Jceppure concrcus- ta • dell'artiere, quella sua simo cc1rcolo dcpa_ conosccn_- insistita ricorrente tendcn- ~i3•Ja1~relad:i'ì~c~i~~ra1ten, i~ic:11adclo~~11~~io~~ll;ings1::; Metodologia, come 3i ,cde, poe1ica assunzione, che il vigile e aperta con la quale Barbed-Squaro11i '1a anali- non sembra agc,•ole concilia- ticamcn1c acccr1ato e i\lu- rc l'• intenzione ideologica• strato nel primo di questi - attribuita all'autore nella saggi. 'cl quale, se mai, mc– presentazione del volume sul no ci com"ince il contrasto risvolto di copertina - • di troppo reciso con cui enu– indicare nel progressivo af- clcano e si configurano al– ficvolirsi della presenza del l'interno del linguaggio poc– realc, dell'oggettività della ra- tico carducciano - almeno '1'.ionc,in puri fantasmi \'Cr- in una certa fase e in certe bali, in simbolo, in grido li- occasioni - due strutture rico entro un unh·erso inca- dissimili: • legate l'una a nosc1bilc, popolato di mo~tri, una salda fede nei \'alori Ja sorte esemplare della poe- creativi della retorica, cor– sia contemporanea partecipe rosa l'altra da •.ma crisi pro– della • distruzione della ra- fonda della parola •· 'on gionc •· Possibile interpretare a,·eva lo stesso critico 2ssc– ancora )a vicenda della no- rito altrove che • la rcto– stra poesia del No\'e~ento con ri,ca .come fede d~i valo_ri ~~~}}fev~J?:;:~o c::3~~al~e~~ f ~~dJ~:g~uS~i'~o~~r~~~1~~ ~l ~~F~~~di;n~1 f=~~ ~~lt;a~uc~;~~;tàin defsCar: Le brevi storie di Consiglio * <li l<'ICA1l 1 CESCO GIUSI Queste brc\·i storie raccolte sotto 11titolo • Tristano e al-: 1 11 raccout 1 • pubblicata da\l'cd1tore çancs1 nella collana di narratha moderna (una collana dcsunata_ ad affermarsi ~e continua co~1) hanno ccrtameo_te un pregio: _ql;lello d1 s\C– larc senza mistero il mondo d1 AlbC?rtoCons11:h?- Anche nelle sue opere precedcnu non s(ugg1\a, è. ,c1-o, questo mondo ma Consiglio ~\·e,·a cura di_nasconderlo ~1et1-o !~~~~ 1 (: ure~~~ii: g~ffact:~\;~)l~~~f~~ hln c~l~~:wa ctµ}~n~ qualche \0ha, lo ammantava de!)a_ cunosa t1m1d1tà dl non lar apparire le tcmatich.c essenziali del suo_ lavoro: e que– sto non consenti, a subito l'esatta o~scrvaz1onc e la com- plclt \~~~~af~ 0 ~~csti 1 :-icconti, Consiglio non_ fugge piu: si ~ arrc 3o e ci d~ la po.!.s1b1h1adi ana !1u.ar ~o, d1 collocarlo e d1 fissarlo com~ si fa con un quadt_'Od1 un illustre antenato eh.e, po~to nella galleria d~I ~ccch10 castello, non si può p1u spoN~~:~l~~~~~a~~n ~~~t'~· non \'0~liamo dire_- o a~ei:c la presunzione di dire - eh~ .tutto ti i:non~o _d1 Cons1aho è ~~~~~t~~cf:!1t~ ~ec~~q,~c!~i:~~io~1Yfcft~:a~ri~ !i~~~ ~~~I~~~; Alla ricerca ~elle o~scnazioni e alla _m_inuziadelle analisi (qualche \·01!.1 il ~n31c10 corre alle mm1a1ure persiane del XVlll secolo) mollrc, là riscontro una esecuzione nella quale, ad c~empio, la dcscri.done del giorno e della none, dei vicoli e delle ca~c si libera quictamen1e e ~1 Ja~cia andare complice come una noia cantala da un emigrante nella nostaJgia dcl_la notte ... Entrava l'ombra del cluostro, mentre ancora l'ull1ma luce tlel .!>Ole indorava gli aranci (Don Giovanni). Lasciata da parte la , 1cenda, come susseguirsi di falli. ~raduaJmentc, Consiglio, a11ravcr~o 11 colore, il simbolismo Il naturalismo concentra la sua preoccupazi_one e la sua tecnica ,·erso il fantas1ico. Ma quc~to lanta.!.l.ico è raggiunto progrcssi\'amentc, senza ncs3una esplo.!.ionc a sfondo ~ur– realista e sem.a ricon.1 mitologici. Consiglio, infatti, non ha bisogno del surrealismo o della mitologia perché tenia cd insegue i suoi sogni con la diligenza del giardiniere e con la commozione del fanciullo: trova la dolcc1.za del– l'infanzia cd estremamcn1c s'mcanta divenendo come Circe anche inca.ntatorc. Il fantastico dopo a\'Cr fallo all'amore con il biuan'O, si ~posa con il meraviglioso, ~enza furia e frc11a e soprat– tutto senza scgrete7.ZC. Il gioco si analiua come un dia– gramma e s, osscn•a come una lavorazione a catena: Con– ~iglio non pe~c una bauuta e non ammette scherzi perché ~i~o d~jn~~~~c~ d~tn J~ e non dc\·c essere originato dal complcs'§a dal contesto degli awenimenti locali. nel men– tre la rivoluzione mancata, sfruttala dalla genie più me– schina del posto, impastoiata infine nella burocrazia viene ,·ia ,•ia meditata in una so– spensione di giudizio che r.orta a vagliare il huono ed 11catti\'o di ogni soluzione, in cerca di una sccl1a obhiettiva e ,eracc. Tutta la figura del prota– gonista si muove sotto il se– gno di questa attenta consi– derazione di ogni fatto, do– minati i primitivi impulsi del cuore in un più maturo giu– dizio, c;e pure questa duttili– tà umana, che non cede mai alla passività, conserva an– che il dubbio ed il rimpian– to d1 soluzioni più nelle, e 1uttavia aliene inguaribil– mente da sé. Attorno al protagonista vi– vono, stagliate nella loro in– dividualità, una miriade di altre figure, ciascuna intrec– ciata in una rete di rapporti pluridimensionali. Gelmo, il furbo proprietario d'osteria; il ,·ecchio Barba no, meschi– no e scaltro: Barba Nin, il rappresentante del tempo an– da10, dai sentimenti italiani; Berlo, il fratello impulsi\·o; Fcmia, la ragazza amata un tempo, che si è lasciata bu1- 1ar ,•ia. fino a • dh 1 en1arc co- 3a comune•; Olivia, la mo· glie stanca di lavoro ingrato e liti domestiche, tutti han– no un loro volto vivo ed in· timo. MORAVIA POETA Una gustosa riesumazione ci ha messo in contatto con un Moravln sconascluto e Insolito: wi Moravia poeta imprevedibile per I lettori d'oggi. Essa cl viene offer111 attra\"erso un sngglo di N.. F. Clnunmo pubblicato sul nu– mero 1n corso della Rivista «Dialoghi». SI tratLa di Wl opuscolo edito nel 1920 e llrmnto Alberto Plncherle, <Diciotto Liriche di Alberto Pincherle m memoria di Bianca Pescntf Il 13 novem– bre 1920). nel quale è dato incontrare lm giovane vo– cato nlle lettere con animo aperto alle bellezze delln na– tura ed alle dolcezze della vita serena. Riportiamo una tielle liriche nella quale 11 ri1~~~e ~la ~~~fu 1 : a~~~ « Qmmdo. mia sposa, e ti SC'lltirai madre io lo saprò da un bacio; conr~ral nr~ndo pudica e ti ri– sponderò con due, uno per uno; ma quegl'lnesprlmibi• Il tuoi occhi / non Il potrò fissa.re . // Cl metteremo al– ropcra entrambi / per ndor– nnre In culla. I lo dl versi agili come trine / morbide, sorrldenU rnrczu,,,011. I tu di SOU\'I llnmnglnl e di parole pie: pcr-guardnnc!olo-nmar– cl sempre di plù,. .(Agenzia). Domenica 6 •l'osto l 961 LETTERA D.\ XIIU.\0 * Letteratura del lavoro? * di l.llSEIW CREJIASCIII 1\/J ASSL\1O Grillandi. sul l ll n. 28 della .. Fiera •· at- tacca un suo breve arti– colo con una di quelle frasi– decreto che. quando sono az– zeccate e spiritose com·c in questo caso. centrano In tre parole un bersaglio nuovo e stimolante. una faccia di real– tà che fino ad allora era rima– sto vlsibilC' ma in ombra. La !ras<' di Grdland: è: .. Ora è (ii moda il lavoro... Sentenza perentoria. violenta qu:1n10 è necessario p('r colpirci ~enza darci un senso di disa~io nel caso non ci trovi consen– ziente. Dove. secondo Grillandl. e di moda il lavoro? Nella società, nel costume e. d1 conseguenza, nella lettera– tura. Grillandi s1 riferisce ad una mterc,sante mizta• tiva dell"Edindustrla Edito– riale di Roma. una raccolta d racconti di Leonardo Sciascia. Mario Tobino. Michele Pr:sco. Vasco Pratolini, Antonio P1zz11to, Michele Parrella, Beppe Fenogho, Lu1g1 Davi, Carlo Ca~sola, Italo Calvi– no, Dino Buzzati, Carlo Be– tocchi, Carlo Bernari e Gio– vanni A rptno: racconti di lavoro e lavoralori, hbr-o dcstmato a lavoratori d1 due grosse imprese industriali (non so quali). E l'artico– lhta si domanda se, 1n fu– turo, non sia cons1ghab1le proporre un accostamento fra letteratura e lavoraton su un piano di maggior li– bertà di fantasia. anzi dice • di una certa evasione•. Non so decidermi se es– sere d'accordo. I • problemi del lavoro, vi!iti anche con gli occhi della narrativa o della poesia, mi interessano (dirò, meglio, sono fon.alo a interessarmene, e in que– sta sorta di obbligo trovo un'adesione spontanea che mi fa temere, qualche vol– ta, di e,;i.cre anch'io etero– dire110. e proprio sul punto Il\ cui p1u grande è 11 mio impegno di vedere e ,;iud1- care :.,..mprc con le mie for– ze e pos1bilità, cioè: con slrumenll autonomi). Può darsi che per invo– gliare alla lettura gh im– piegati, 1 tecnici, gli operai srn ncce"sar10, almeno sulle! prime, ofTr1r loro una let– lcratura che più h alletll, h appassioni, h comvolga m un processo d1 a1uv1tà 1mmagmativa <li cui !lentono il bisogno non soltanto come ...-evasione,. (che può. cd ha. aspetti negativi per il carat– tere di irresponsabilità), che Insomma Ii liberi - per un palo d"ore dall'o!l:"es"i"a pre~enza dei tabù lavorati– vi. Da questo punto di vista l'aria di Milano è: molto spesso 1rresp1rabile. Ovun– que, al chiuso o all'aria aperta, s1 urla contro i sim– boli del lavoro, deliberata– mente amplificati, miticizza– ti. 1deallzzn1i a supremo ordine di vila: tanto che pare di vivere m una bar– zelletta (neanche tanto spi– rilosa) fattasi realtà: quel- la dell'eterno commendatort' cosi indaffarato da non aver tempo da perdere neppure quando, !.trappo alla regola o biolo'tlca percezione, p1u che mai dovrebbe dimcn– care il tempo e gli impegni e dedicarsi, con nobiltà o vol,:aritct secondo I pareri, alla d1~interes~ata contem– pla7,.1one del tempo che &corre Ma per la maggior parte delle opere narrative. o cine– matografiche, o poellcht>, de– dicate al 13,.•oro {e a Milano 1n questi anni ne sono uscite a m1traghatrice) noto molto spesso come il tema .. lavo– ro • in 5.è, anche nei ca i d1 maggior partec1paz1on~ dello scrittore, ~1a d1 eva– ~1one. Ho letto da poco Il nuovo romanzo di Castel· !aneto (Una lungu rabbia. Feltnnelli ). 1n.s1eme ad altn • milanc~1 •, che m1 pare re– i;tmo m una s1tuaz1one pre– natale dei lavoro, o perlo– meno 1n una sorta d1 hmbo • lavorativo• in cui non vengono affrontati al v1\.0, se non sporadicamente. 1 mit_i dell'uomo che Ja,.·ora, c1oe che Co3tru:sce. che la– borat. l complc"si industriali, nella loro vera \'enta, re'-la– no estranei: e li i1o~t1tu1~,·e una Vb1one d1 mameril m cui entra piu la d1stors1one a~tratta di 1deolog1e incerte o malintese, piuttosto che la vita degli uommi. O meglio. resta e~lr.inea I mterpre1a– z1one dcli uomo che lavora. C'è più intcre,,,,e per la po– lemica, oppure - dall'al:ra parte della barricata - per il ricalco in ,11:esc;o della real– tà. In tutti e due I casi, a parer mio, si tratta g1a d1 eva.s1onc ne' Non sappiamo forse che <lucci• (una moralità, dun– qu~sto fenomeno ri(P..larda que, eh<-;si _ t:3duce in • as– solamcntc l'arca cosiddetta ~cnza d1 ct1c1t!t come lotta ermetica dove l'esasperazione interiore, dramm:t della di istanze storicamente lcgit- scelta•)? Come _p~:>tcv-a dun– timc e 1ccnicamcn1c vi1ali ha quc quella • cns1 profonda portato, nella maniera dei ~elJa pa~la • gcn~ra~i in più o meno scaltri epigoni, ~, squalh~o ~ d1sanunato alla disintegrazione assoluta paesaggio mtenore? Ma for– del discorso ai fatui di\'cr- ~e questa mtcrprctaz.1onc Limenti dei 'collages \erbali? • moi:-alc• ~cl çarducci pec– E' del resto sìntomatico che ca d1 un ngonsmo un 1an– proprio in $barbaro, uno dei 111:10 puntigli_oso e_ gians1:ni– più autentici novatori, un Sl!co, con nsuilall cl~e _im– puntuale raffronto, condotto P_hchercb~ro 11na dm;unl!~ dall'A. fra Pianissimo 1914 e 21on~ dcli uom~ e_ del! a1t1- la nuova redai.ione del '54, sia 111 proJ?Orziom t~h che chiarite. Non pos3inmo e ne voglrn_mo_, dirlo perché per uno spirito bizzarro e ncco - c per d1 pm napoletano - come quello di Consiglio non pososno ~13tcre a lungo_ ~barre <:: prigioni: la vita per lui è sempre un~v\'entura da v1,ere ogm iliorno o meglio da co_nsumarc ogm !11omento. Ma, con ~e riserve dovute al caso in ogg~tto, abbiamo_ una ceri:\ poss1: bilità di intravedere quelle !mcc prospctllchc fondamcntah ,---------------------------------------- che fonnano il mondo dello scnttore. _ . Ho letto i racconti de~li autorl citati. ho letto molte altre cose di quegli stessi autori. E pos~o ossen·are lpur con la coscienza d: non d:re mente di nuovo! che la p.>le– m1ca .. v<Jlteriaua - d1 Calvino è un elemento umco. !i nto– matico, Irripetibile: che la umile adesione di Betocch1 ai semplici gestl di chi lavo– ra è quanto di più riuscito s1 posisa oggi trovare: ma di cia– scun autore st può trovare un lato positivo. cioè di aderen– za e successiva riinvcnzione del tema .. lavoro-. Ma è nel complesso che la narra11va < e anche. per forza di co~e. la poesia) si n!ui;1a nella duplice evasione dell'eufemi– smo pobUco, o Ideologico. e dcll'invenz1one da !euU1e1on rammodernato. Le ragioni del mancato assalto alla realtà effc.ttlva, che esiste in sè ma che ,,a interpretata con i mezzi dell·artc e soltanto con quelli. credo d1 averle i;uffl– c!entemente definite in un ar– t1colo apparso sul .. Qua me– re .. del gmgno 1960, m cui scrivevo (parlando d1 poesia delle zone industriali l : • ...Promesse non mantenute. d1ffcrenzlazloni spesso 1rri– le\'antL mancata liplcizzazio– ne dé'I tema uomo-Indu– stria. Ma la favola dclruo– mo industrializzato può co– mmciare ora ... A distanza di un anno. che cosa è av\·e– nuto? Un anno è poco. d'accordo. accerti un la\'oro di • ag- nc~meno i_J Barbcn-Squa- giornamenlO• sostanzialmcn- ro1u ny~llcrcbbc. Quan10 al- te sterile appunto pcrc.he la • cnst proft?t1da della pa– quel procedimento di rare- rola • lo_ studlO;SO vede fçr– fazionc, di • riduzione del ~e nel lm~.uag_g10card1.:1ccrn- ~~~ti d~ip~ba~ ~;ta~~ fe~tfo~e :~~ ~ 1 c~~;;~~d~~ief; gorosa e quasi impeccabile un'idea di autonomi? svil~p– coscienza critica si arena in po_ d!!llc forme_ ~11che, hn– una condizione di esemplare gui~tichc c ~llhs_u.::he (con– ma innaturale e omiai ana- cez1one che. 1_a ncordare_ 1:1n cronis~ica e purezza"· ~rr~tce~ri~tpd~~ ~~l:1,,~1,~~~ sl:.!. =~a~~rt~ri~~a \"~~= ~~ric~isi 1 ~ 11 ~':ilii 0 ~a~~leri'"J~: tcnmo_ del _ secolo, insomma te da un naturale d.iagram· non ~I _configu~ tanto <:<>me ma biologico). Non che sia la stona d1 un attenuazione, illecito _ anzi è compilo nella parola, dcli~ • pres~~za specifico dello storico della del reale.• e dell • oggettiv11a letteratura - ricercare nel della rag1o_ne •, quanto,. come Carducci ciò che si muo,·c un_acçresc.imento e un mtcn- \"Crso il No,•ecento: il peri– s!f1c~1one dell~ realtà cl~c colo consiste, ~e mai. nel s1 nscoI?re. e ~1 appT?fond,- forzare questa ricerca., po– se~ al d1 la_dei PQ\'~r:1 _sc~e- stulando li poi rial prima, m1 della _ragione pos111v1st1ca: attra\crso u~a poetica e una euden;ion_1st1ca, '?orsh~se. E ermeneulica oroieltata à rc- ~~f~o ~s~;e~:n~n:a c~~!~ bour.s. Crisi° della poesia, li contenuto delle sue opere è scr_nprc intessuto d1 f!lonç– Jogo in1criore non abbando,yno mai alla sequela dcgh ep1- sod~t~~·~,~Tir~~::~ di 1 ~/::?trtoJParlarc (un gusto che ogni ~iorno di\1enta più retorico nella leueratu~-a cont~mpor:3nca) Lascia il posto al piacere della cont~mplaz1o~c ~et sentimen– ti la vicenda intesa come cronolog1a e contmmtà scompai:c ~r a~f~~6rii~ 1 'cl\~· s'I'i~~i~f~~~oi~a1'ì: 3 r1i~:tu 1 &._i~f~= laiatura e la ~celta degli argomci:ti, s1 r1\·olgo!10c al ncordo e al tempo mcdioc\·a\<; e Cons!gilo _ "'?ll: esita a~ al~cr: i.rc pcT':>onaggie sensaziom, mo\·cnt1 ps1ch1c1 e~. ambienti sto– rici per rendere più commO\·cnte e,_forse_ p11:1 sorprendente artisticamente, l'oggello delle ~ue. ln\'C!lZIOm. . . li colore con il quale procede e palmato d1 serenità e, malgrado la dialc11ica che fJ. da :'ubstra_to all'andare d_cll~ pagina, i par1icolari, le trovate, 1 _modi e le conclus1om narrath·c sono pr<l\'ocatc senza tensione. _ E auando \·iene il simbolismo a prendere consistenza e a muo\·cre massicciamente i sentimenti. Consiglio, in quel suo fissare il moth·o segreto, tende sempre a sfuggire e a diventare un segno perduto nell'infinito crescere della \"ita, nel nspetto della magia e della serenità.. Basta tenere presen1c, ad esempio, quella i_mpt"?vvisa ro11ura che compie nel racconto lungo lu11a: 11 g1oyanc se ne torna stanco \"Crs0 casa, \"Cf"SO una casa sconoscrnta, dopo il colloquio con Michele e _il du!=a deg_li Al~emo~c: ~~ne~ ~ e~~~ n~I ~-~f~~d/~ ,~~r;},~ 0 : ~rÌc;i ;~~~bt':1~f1~ composto d'1111a,·ariclà i,!finit!' di coloro c1,e gr_adatame.nle. trascendevano in una s111tes1 ve.rfelta: nel bianco della luce solare.. Infatti, di contro alle grigie pareti del vicolo brillava110 spalliere di crisantemi, d1 giunchiglie., di garo– fa11i. Accanto ai loro banchi, i fiorai lega\'ano i me:.:.i avvol– ge.udo cdu ampio gesto lo spago ... Non era facile precisare. se fosse. mattina e tramo111O. E Consiglio, con questa rottura poetica, riconduce il discorso nel suo naturale ah·co: in un colore delicatis~imo nel quale i pallidi toni della 1ristc7,7.afanno annegare il simbolismo della \·icenda. solana crosta delle apparen- ------------------------------ ze, l'inganne\'olc euforia dcl– l'• età della sicurezza• la nuova infatuazione nella • magnifiche sorti e progres– si\"e • ammantata in un'etica d1 comodo Scoppia il dram· ma della realta segreta e profonda dell'uomo e i poc– tj danno senso e \'OCea que– sta nuova condizione dello spirito, che non elude la realta ma 101almen1.e l'assu– me, come punto fermo d'ap– plicazione, a penet..rarc e il– luminare l'Essere. Ecco Mi– chelstacdter, ecco Boine e ra~ ~e~~a~~;gi~ri s'?in1~it'i: scc. le voci si distinguono, dh·erse e risentite: decise e Yigili: ecco Cardarelli. che in certo modo nasce nel '13 ~u Urica, e poi Campana, e Vi– jì'olo che in quell'humus af– fonderà sensibili radici desti– nate a dar più tardi fiore e frutto. Altro che • puri fan– tasmi verbali • s'incontrano lungo questa traiettoria, co– me vorrebbe un'interpreta– zione e.steticamen1e defor– mante. E non c'C bisogno d1 allegare Saba o Cardarclli o Rebora: lo stesso Sbarbaro, con 1I suo lal"oro, maturato :\lARTIN BRADLEY - ComposWone (Mostra Arte _e Contcmplatione ~ Venezia) t;_\I' RI Il 900 nelle scuole E ' UN !atto consolante constatare che la. Jet- • tera tura del 900, bene o male. è entrala nelle scuole rorr.pendo quel cer– chio di gioco solitario e compiaciuto del pochi per dh·enlre oggetto d1 atten– zione da parte èle1 glo\'anl. s•è detto che tale ingres– so è avvenuto bene o male e. !orse, più male che bene: non potendo una materia cosi scottante stratificarsi 1n lstampl rigidi e deflnlu,,i: la letteratura degli ultimi cin– quant'anni essendo ancor troppo vlcL,a a. no!, ancora sommossa da. risentimenti polemici e da &V\·entatezze di assensi o dissensi per po– lerne dare una rigorosa si– stemazione. Cosl è scontate., che ogni lentativo di !are storia su tale argomento ricada di– sarmato nel limbo àelle in– tenzioni. Ma intanto. come negarsi. chiudersi alle :.ollecltazionl del presente? E' cosi che, da qualche anno critici e studiosi si danno da fare per scegliere catalogare e, per quanto è possibile, slslem.tre gli avve– nimenti letterari, le corren– ti .;li uomini e le opere del nostro 900. Che tale lavoro si rempia anche con fini spe– clflca.tamente sc-:.lastlcl e ~a veramente E'.ncomlablle. Fra I testi in circolazione cl sembra ben rfu.scito quel– lo di Mario Apollonia - Let– teratura dei Contempora– nei - ora in 2. edizione presoo « La Scuola » Edi– trice Bresc1a. « Questo volume sul Con– temporanei. come elle si col– lochi secondo della Storia della Letteratura Italiana e quarto dell'Antolcg1a, vuole !are parte per se stesso». si divide In ò parti: Annali. La Lirica, La Nurrativa. Drammatica.. Critica e Sag– gistica, La Pubblicistica; avendo l'autore catalogato la materia. in gC'ne; 1 e ben Sapendo che una :.ua casi- * di l'IE'l'llO ACE/CHI stica per generi ogni crltlco è costretto a disporla, da poesia e non-poesia di Cro– ce. n lirica, cmb1emat1ca. ~llegorlca di GundoJ!: 1101 restnngeudocl al tre tcrml~ nl della tradizione, c.he cosi bene accompa.gna,10 JJ vlag– g"io della parola nel mondo. Urica. narrativ~. dmmmati– ca. Ma vi agg1u.it ,ercmo, a studiar megh,, qi..:~t.a for– tuna delle parole. la lette· re.tura critica ~ Ja stessa pubbilclstica ». Sappiamo quanto 3pe.:;.s,o queste opere siano accom– pagnate da scarsa simpatia e come. a \'OI te ingenerose. cadano le parole del recen– sori su di esse. Sempre !a– cile e ovvio e parlare delle Inevitabili omlssloui. delle t"ventuall super!Jultà o ecce– denze anche solo quantlta– ti\'e. Ma evitiamo. qui. di proposito le parole pramma– t1camen1e elogiative o pun– genti perché. convinti della bontà di certi lavori e del– l'entusiasmo da cui nascono. 11 di.scorso si dilati in osser– vazioni di più largo Interesse. E" evidente. infatti. che sl- 1ml1 repertori rt:.ulUno trop– po spesse, insufriclenu e vi– ziati. soffrendo, com'è natu– rale, dei hmit.I di una per– sonale slmpaUa degli anto- . !agisti I quali. d'altra par– te. non possono valersi di appigli sicuri per una ma– teria cosl flulda e per mol– t! aspetti ancora opmablle; ma si a!flàano. Invece. a criteri selettivi diversi. quel– li appunto a loro stessi più congeniali. Cos) accade non di rado dl os.servare collo– camenti o sistemazioni non :i"Jr~~~~nv~~n~ 1 ~a~~ da testo a testo la dissonan– za di uno stesso poeta o pro– satore inserito ora in que– sta ora m altra ascendenza. Il !atto è che per 1 con– temporanei non si è ancora fermato. per cos1 dire rag– gelato, quel glud.1zio critico che con.senta, s.l di là di una positiva o nega.wva Infatua– zione. li de!inJtlvo inqua– dramento storico. Lavoro rischioso. dunque, quello di chi tet1ta il pre– sente e ne è tentato. di chi s'munerge In un mondo vi– vo di suggestioni e di rlchls.– ml con queJl"entuslasmo che nell'arte chiude il melodioso cerel\lo del dare e del gode– re. ma anche vela l'occhio e l'appanna. sl da non ren– dere sempre sicura la cerni– ta di ciò che. vnlido. si stac– cherà dalla fiumana delle ef– fimere occnslonL Potremmo ricordare, a questo pro~lto, come nep– pure al De Sanctis e neppu– re agli altri fu possibile az– zeccare giudizi ogni volta fe– lici e lnfalilb111. !are centro Insomma. parlando del con– U'mporanei d'allora. che per noi ;;.desso sono Idoli di den– sa Incensatura. Con tutti I rischi che si porta dietro questo e. co– munque, un lavoro meritorio perché serve ad un più equo dispendio degU Interessi cul– turali, dal momento che cul– tura è partecipazione e apertura. non assorta ne- . ghlttosa coniemplazlone. La quale contemolazionc rerma. com'è a lung0 rima– SL8, sul rispeuo mecceplbl!e di accer'<ot.l VJtlort. sul culto di an:fohe c1:1()nlzzate gran– c,ezze. non può gettare n pre– sente, ln cui cl muoviamo e slamo. per Impigrirsi In un ossequio che tn:Ho più è razionale quanto meglio rie– sce ad evita.re l'lrrigldimen– to su cieche formf! di ldola– ·t.l la la qua!e S"'mµre compri– me la possibilità di una one– sta valutazione dl quanto, Intorno a noi vivendo. solle– cita dalla nost.ra attenzione una risposta d'amore Il presente non è un tem– po d'assenza. di vuoto o lo anello che non Uene; e nep- ra~1: !,d 1 1~ 0 ~!~ ~~p~: dente predilezione o ripulsa L'at.tunlltà eslstenZ1ale. in– fatti, acqc!sta storicità solo 1nscrcndosl nel tessuto vlvo della tradizione per cui Il passato sempre si riconqui– sta e si costituisce nel pre– sente; e li pre~nte. a sua volta. sopra quello sl misura e si rlM:atw. SI de\!e evitare che Wl chiuso amore, preconcetto Cd esclusivo. ci Induca al ri– fiuto dell'oggi come di un tempo non ancora redento· ma frequentarlo con appas~ sfonata fiducia. vivendone le ansie migliori e I germi sa– lutari. non estraendo l"nttl– mo daila continuità. ma la– sciando che es.so viva e s'Il– lumini !ru i due infiniti di pussaLC e dl futuro. Il pre– sente e tempo dl milizia e Far~~~lt:O~c~or~;r~r~~! che cade nel mondo e ne ascende tutU i cal\'arl. Giacché il compito e la dlsr:i.Jtà_ della cultura sta, c.ggl plu che mul. nel con– vmccre l'uomo n non !arsi esule da un mondo urgente dl problemi e di !ermentl. ma a misurarsi sul terreno ~:u;~ge~~hiug~~dd:'a~~j ~g: mc indi\'lduo ma si afTerma come umanità. Non cl sono adesso più t.orn d'avorlo e chi e<:c~lvamente si ama rischia di perdersi . Ciò detto. dobbiamo guar– dare con occhio amico al la– voro di chJ si muove u sor– rc~gere quelle opere «pur mo nate» uel lungo o effi– mero cammino cui s'avven– turano. di chi si dispone ri– flessivamente dl fronte al nostro tempo con Il lodevole scopo di abituare I giovani alla lettura di clò che vale in ogni epoca. perché « la scuola non deve coltivare CJClusivlsml: deve otrrlre la posslbllt..ì di un più va.sto e forte dominio sulla n:-altà, la realtà dct vecchi tempi e la realtà del nuovi, anche della cronaca d'oggi ». Ma qualcosa è avvenuto. an– che se non nel senso Indica– to dagh eterni estetolo.nh Ed è avvenuto che. spec1~ nella narrativa, 1>i è avuta una fioritura immensa di opere sul mondo ruotante attorno all'Industria. ma sem– pre dJ sfnso. di lato, di sopra o di sotto. mal al centro. La realtà della Breda o della Pirelli, ancora. non la cono– sciamo, e questo sarebbe ,1 meno. offrendo ben poco, quell'ambiente. al v1slbùe e al rappresentabile. Abbiamo avuto la continuazione del gioco populistico (che è di evasione) e la rappresenta• z1one )!raniul$[nolesca di aberrazioni d"altronde poi.:o cre<iib1li'. che è un·allra eva– slonC'. Ed eccomi al punto. Io penso che una lelteratura considerata entro !"orizzonte del •lavoro• ma che ne sap_pia a_pprofond1re. s1~nifl– cat1 _e misteri, che c10C con– vogli su d1 sC tuna la ric– chezza umana d1 cui l'e!ll– stcnza dei lavoratori è pur 1mpr~gna1a come quella d1 qualsiasi altra creatura d1 oggi o del passato, possa ri– sul!are :1ello stesso tempo • d1 evasione•, cioè di arnc– ch1mento morale e mtellet– tuale, c10è:di poliedricità, di varietà. e - perchè no - diDue• ~~1\urJ,mcSi'ad:vo~~;- cihare, forse. Ma che sareb– bero ur:i r1mcd10 a tutte le evasioni, . compresa _quelle delle variaz1on1 hngu1st1st1- che d1 comodo. Per questo m1 sembra che 11 • cons1- i-;llo• di Grilland1. c1oe d1 non req:alare martellt al fab- ~~'n e~,afr°us~~er:c\a_coQc~~~~~ alla s1mpat_1c1 che prova Gril– land1 per I terrazueri e E!ll spazzacam1111, posso essere d'accordo con lui (benchè non sappia neppure bene che cosa siano 1 terrazzieri) Senonchè 10 non vedo at: t~rno a me ni! terrazzieri ne '-PUZaC'amini: vedo tor• mtor1 e contabili. comme~~t e g1ornallsti, tutta s:ente che lavora e che chiede d1 e,;~~re rappresentata, nei SUOI : l_'llOdelli p1\J rappre– sen1auv1.., PUBBLICHIAMO E LAN– CIAMO opere d'oi:nt 1co– dcnza e genere a condi.do• nl vanlaS?g:lniie. lnterpclla– tccl. Scrivere: APPROllO Luniintcatronuovo, 29, Na: poli.

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