La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 29 - 16 luglio 1961

/ Pag. 4 La colonna dei poeti * Renzo Laurano Una memoria T RASCORSA in atmosfere di sott'acqua fra inabissati specchi - chiuse stanze - oh adolescenza tra luci di armadi in fondo al mare. Arredi e madreperle. Aquiloni raggi unsero traguardi di soffitto: smaglianti orate morte, o rondoni che annegano. Acque calme. Qui senza grida il mio naufragio è fermo. Giorgio Umani La tentazione D OLCE vecchiaia, ultima stagione. Caddero ad uno ad uno tutti i puntelli dell'invasatura che ci aveva fatto caro dimenticare che eravamo tutti, in attesa del varo 1 . intenti a sperperare l'unico oro nostro: l'invecchiare Oggi sono cadute, ad una ad una le velleità, doice vecchiaia, ultima stagione. tentazione di santità. Marcello Laudi Discorso S ENTI, mia Norma, quella poesia sugli e assessorati >, è sempre in casa? Guarda in salotto o, in quel fascicolo dove sta scritto e poesie>, nello scaffale. Perché non posso raggiungere il numero di [venti per pubblicarle. Non ho più nulla da dire ed oggi una poesia è un tesoro per me mutilato di nervi e di cuore. Non voglio dire di che cosa parlavo nella mia età più fresca. Di amore e dolore, ideali e stanchezza, sapute cose per folgoranti endecasillabi. Ma il e guaio» resta nel cuore, ha fatto la gremigna e tu corri per giungere dov'eri senza più fiato. Il mondo è così tondo « a volar vidi le trote, a nuotar vidi le rondini, vidi tan'te cose idiote che or vi voglio raccontar» Capito, Norma, le trote non volano, non nuotano le rondini, è inutile correre con gli occhi dei pazzi, ti sciupi la pianta dei piedi, perdi la vista e il cuore si stanca e cova la gremigna. Questo ora accade a marcellolandi, marito del «sedici•· Si, ho detto: è nel salotto la poesia, accanto alla radio, un fa,,5cicolo [bianco: non farmi ingoiare un amaro boccone, dolce mia Norma. E' un tesoro la poesia anche se parla degli e assessorati». Vengo questa sera, compra il prosciutto, ho corretto un sacco di bozze per mantenermi in vita. E le trote non volano, almeno per oggi. Forse domani, nella misura di un canto più saggio, ritroverò la musica. E tu aprirai la bocca guardando le montagne che diverranno azzurre, Norma, mia Norma, è ancora d'uso chiedere musica e amore. Alfredo De Palchi Inverno n. 2 P ILA di neve sull'ormai informe città: un'arcata cadaverica con incertezze di macchie, H selce nero, ruote ingranate, benzina che non vapora e i:n,elma di sali su cui affannano gli alati il becco di fame. La neve in me cresce: solidifica raggiere di piume strappate ai voli confidenti, mani adunche di gelo e animali candisce in questo dolore vasto che mi strozza e mi resta bianco, misto ai miei sali aguzzi pungenti d'arie sommosse dal nord violento (il nostro dio) che sconsacra me e amici maciullati di piume e pelli ... Mario Visani Frammenti N EL lento J:>Omeriggio in p!ccionaia i colombi non tubano, ristagna ' ogni voce nell'aria e come opaca si crogiola negli animi una noi~ . in cui vorresti scioglierti, svanire. Muore nel nulla il gioco del fanciullo e la vecchia, la maglia sul grembiale abbandonata, sembra assecondare l'invito della siesta. A TTENDO ai bordi della lontananza il fluire del nulla e il suo destino. (Tutto ritorna a me come una volta, il ricordo, l'affanno ... E la speranza è una perduta immagine di pace). LA FIERA LETTERARIA Domenica 16 luglio 1961 QU.A\.SJL UN 00 N§ 10 N 'J['J[VO ilARRA'l'IVA OPERE PRl.1/E * * Cineraccio di Sinisialli Diario diuupension * * di GAE'l'A1VO SALJlE'l'I <li IJJIBETl'l'O ,1/ATIVALIJI Q UANDO Sfoisgalli, rotto l'indugio surrealistico ed erme· tico, si affidò al canto spiegato dc « J nuovi camvi elisi», ci pan•e che la poetica dell'indifferente fosse definiti– ,,amentc attinta e che il "naturalismo» avesse trovato un ìr 0 ve~~t~?e~i f!it~ 0 :t:{1ou~ad~~~~~ l~a1!1~i;ii~aa~~~:~~~ il campo alla descri_zione, l'o~:getlo .- non più meramenJe riguardato - era dwenuto « 1mmagme ~ara che v~ruva m soccorso». Giù si presentiva l'avvento d1 una poesia mate• malica, geometrica, liberal.a. dal _sentimci:a-to. l: nasccrite da quell'estasi che lo Stesso Sm1sgalh aveva 1.nd1~1duata m « ~m cerchio che muove da noi e del quale rmsc,amo a sentire il contorno». Quanto infatti era rimasto di quel mondo•pre: senza che il poeta aveva corrotto e disincantato, q~~nt1;>d~ frammentario e di doforoso urgeva nelle compos1z1om d1 e Vidi le muse 21, si era andato laboriosamente ricomponendo attraverso il plisma della memoria e dell'ir.idi[fcrenza ne. ~ esempio la poesia: (Le Ser~ az{t1rre.sci. tu I <:Ileasv~ttt. t ft!~~os:t:isf~r;acle ~i~;~~~~Lnie i ~~~~it fi~1i,tE~ 1 i~fi~lg~o?t~ l'apparenza discorsiva di un realismo attinto direttamente alla terra natale, superato iJ dissid.io interiore, cd all'occa· sione si sosLiluiva l'immagine•pens1ern, al quartetto ed al diario la freschezza di una cadenza ora di madrigale ed ora elegiaca, misurata e libera da interessi intellettualistici (ri· cardo le· belle maiuscole, le eterne I parole, e un solo nome, Prisca / che dorme gioviuella co11 le Muse). . . Ne e I nuovi campi elisi» compariva per la pnma volta ti ripiegarsi del poeta di fronte aJ!'impeto di una soffert~ voc.a· zione poetica che si era, attraverso una ~nsapcv~le nnunc1a, epurata dalla ric<:rca. sper!men.tal~. Ceri-! attacchi ( Al pelle· ,:rino che s'affaccia ar suo, valichi), (Not percorremmo rutto ~dp:l~ent~:~o;t ~0~ 1 ::fi~rt~~~~c~~in~~ti~f 1 (,~1i~i~fia~~C,le,~~~i~ stò tra le we carte / stette a lungo a cercare i tuoi qua· derni...J stavano certo ad indicare un dcfiniti".O .distacco dalle formulazioni apriori (surrealistiche e simbohstiche) caratte· zani,\ i~u~~~de~~~::c~J~\tclla poetic~ .di _e Vidi le J\i!use» fu· rono riprova le metafisiche compos!Zlom de e La v1g.na vec: cbia ». Il mondo, che il poeta aveva C':)rroso .e reso du:uto, s1 ricomponeva in mosaico sotto la spinta d1 un s~nllmenlo vivo ma continuamente contenuto e represso. Riprendev~ forma il paesaggio di favola, la gioia di viver~ nel. mezzo d1 una natura panica e poliedrica, si tornava a risentire. att1:1ale l'uomo di grazia ( souo w1 uomo che torna a casa fuil~croso e pensa elle ha dava11til'inverno intero per ra~c~glter~t,pc( chiamare pochi amici intorno alla lucerna [Fiori pan fiori dispari, 19451), riappari,•a" la r!cerca di un. mondo originario cd incontaminato (L'albera d1 rose: poesie lucane scelte e trascritte dai dialetti indigeni). Spento l'urlo, la luce ammor• zata il quadro composto in limiti chiari e persuasivi. Era ;vv~nulo che una soffusa malinconia guardasse ~utle le cose, che la vita assumesse valore, che nascesse I? nVol.ta contro l'immobilità e la noia: da un lato l'osservazione d1 una so• ·stanza retrallile, carica cli dolore e di f1=:rmenti; dal.l'altro la contemplazione metafisica di un paes.agg10 ~~e con.tinuamen– te si modifica e si ribella alle forme 1mmob1~1, al ntor!1o al!~ e lastre senza gemiti"· Due poi.i ed una po_hvalcnza ~1 spazi diversi entro cui H tempo « immola v1ttJme,. e s1 fern1a - sosPeso - per l'implacabilità dell'i11differe11za che nasce e si sostiene in ogni siruazio!1e. . . . Un discorso su Sinisgalli s1 potrebbe qumd1 c~mdere con la costatazione di una purificazione dal .::.un:cahsmo e del conseguente rinnovamento del mondo poetico m una espres– sh•ità più consapevole e più aderen.tc all'urgenza. della ".0· cazionc. Poiché la critica ha tuttavia non solo 11 compito ;/i~eis~·a~di~\ ~~ 1 Ttu~:rt~~~rue;~f; s~~?i1~i d~~~h~rr~tnf;~~ - come altro\'e accennammo (Crisi e Lc1teratt1ra, ,giug110 i~ 9 ~jrché \1~e::en~~~~!ti~~), 1 /1 ~Jf,!~ce(ijn~~~~e d!si~~s~~~~). il dove (quali sviluppi sono prevcàib~i), occorre di~ eh~ la poesia di Sinisgalli ci appare ormai conclusa e pnva d1 sbocchi se non nella p1osa. Già in altra occasione - ritrovati i poli di attrazione entro cui Sinisgalli si muove al fine di risolvere il « dram– ma dell'anima,. chiarite le categorie spazio·temporali che delimitano l'imPulso alla poesia, cd individuato ncll'indiflc– re,u:a il moto fondamentale che dcompone il mondo poetico traducendolo da trammentario a elegiaco - avanzammo l'ipotesi che l'mrvcnire della poetica di Sinisgalti fosse nel– l'ironia e nell'ideazione metafisica, ossia nell'annullamento di ogni scnlimento a favore di. un.a i111111af.!in~·/J~llSiero co,!– cluso in se stesso e nel suo ~1gmficato. Il nch1amo al d1• vino (Cristo risorgcril dal sevolcro di iris), il dpiegarsi n~lla contemplazione di un mondo ansioso e consumato ( Il c11do . di fulgido sasso I si è consumato in polvere 11ellc.ma11i I Tutto quello eh ho toccato / è avvizzita. Nou dovevo guar– dare), l'amarezza che nasce dalla vanità del viycrc (Si cor- ;~,11f!~~: :r ; : ;:!~°o ~i d~~a'ri:~ 1 ~~~::ttI ~f!::Ss~es,~~II~t:~~ nità), il tentativo di scrivere una storia del sangue in cui rintracciare la calma ed il compenso alle patite sofferenze («Gli mmi duri sono finiti I per Sinisgalli, i nostri figli avramid paglia per cento cavalli»), dovevano lasciare il passo al pensiero, centrato e filosofico, della impossibili– ta di qualunque salvezza. Anche l'indifferenza, che pareva possibilità di vita, era da annuJlare, da rinchiudere nel sc-- f~~til~in~~°mod11i, ~~~st!~~~so~~ttilcs~att!io~i;,m!1~~~~~ cio di vecchi scntieti • la vila, « polvere che bolle" la na– tura. Di questo stato poetico e di questa estrema condi– zione umana, di cui « Quadernetto alla pol\'ere,. fu la pri– ma intuizione, CINERACCIO ( Pozuz i!dttore, 1961) r:i.pprc– $Cnta la denunciél e la ricostruzione. E si ha la sensazione che la poesia nasca dal dichiarato intenctimenlo di rendere assimilabile e sensibile - com disse Tolstoi - ciò che po– trebbe 1101tveuire assimilato mediante la forma dell'argo– me11tazione. /Qu'est-cc. que l'art?). In CINERACCIO infatti non "i è più il quadretto, non l'autobiografia, non il soffermarsi sulle drammatiche espe– rienze dell'uomo "immobile" nella vigna: sotto l'aspetto del frammento, dcll 'abbo1.zo e dell'annotazione, sta una vera e propria cognitio qua talis, l'aspirazione ad una co• noscenza che nasce - per Aristolile - dal pensiero di co- nascere la prima causa. Quanto ~ segnato, sviluppato e ~}iii~~~~~~e f~ d~~8u~~ c~clf.~~s~~o c~n~~;~\;ra~<;!~iri1 ":~ S E LA POESIA si potes· dioso ciclo della vita, l'incessante avvicinarsi periodico dei ~e racchiudere, per co- fenomeni, l'arroventarsi del sentimento che continuamente si dire, in schemi prc· scade in noia cd ebetudine, trovano la loro espressione in fissi come generi dettati cd un verso rauco, asciutto, prosastico, che continuamente astratti dall'csperien,.,a esle· ritorna in se stesso in un'accezione di epigramma e di sen• tica, potrei dire a priori, lenza. Si vedano, ad esempio, e La macchina inutile», senza nemmeno aprire il li· e Oleografia», « San Leonardo», e Nella valle non passa bro magari. che, dal solo pii1 il vento»; ove appunto l'orrore del mondo si manifc• titolo, questo Diario di un sta in tutta la sua essenza. e dove il 11aturalismo è trasmu- pensionato - Carpena edi• tato in realismo carico di amarezza e di dramma conte· tare - di Giovanni Pctro• nuto ( Attizzò tm fuoco di paglia / coprì ; vetri di fumo, nilli, non è narrativa, ap- la stauza di sbadigli). punto perché è un « dia- Si sente il poeta che guarda il mondo circostante non rio•· Ma tali schemi sono più con indifferenza ma con ironia e disprezzo. Niente più astrattamente indicativi e si corrode: il dato è oggellivo, la contemplai.ione imme· quindi non assoluti, anche diata, il pensiero circoscritto e compiuto. Sinisgalli, che se nella maggioranza dei ca· :r:v; c1fcer~:~ ;:~nltc~ìì!a~~~~~cm~Fd~~o~~mi~dWre~~~~ Jg1r; ~~ h;e~n~i~Ji~i:i~~~varaes::~~ natura e della coscienza; che da segni Sllrrcali era pcrvc• all'ese~csi critica. Per cui, nuto ad un atebmo successivamente annullato e superato; sempre più è prezioso l'aut- varca con Cineraccio il limite della poesia, si fa geometrico. aut crociano di poesia e di pensoso, meditato. Scava nella materia alla ricerca di un non poesia applicato caso dato originale e significativo che esprima -;- pur nell'appa• per caso, ancorché la di- renza del limitato - l'etica dell'ucmo in dbsidio con se stinzione non sia che l'im- stcsso, continuamente dolorante tra la ricerca di una ,•e• piego in sede estetica di un rità e la consapevoleu,a del futuro annientamenlo. Valga principio logico vecchio al- per tulli e Ieri il 01ondo "• dove ad un attacco che si di• meno quanto Aristotele. se 1-ebbe del primo Sinisgalli (Ieri il mondo era iu festa I e non quanto la filosofia. non come in sogno I io colgo t111arosa) corrisponde una iro- certamente quindi scoperto nica e mar1cllata condanna (All'hOlel / d11Miroir cambiano dal Croce. Infatti, questo il gesso I delle sp"tacclliere. Stracci / e ba11dicre). E si Diario del Petronilli, a par• vedano « Versi per il mio compleanno», °' Lunga la ,;icsta •, te la sua forma esternamcn~ e Sabato Santo a Manfredonia,., dove dalla cadenza tro• te di genere psicologico, per caico·anapestica di e Vidi le Muse» e dal classico esametro cui, conseguentemente, do· de e I nuovi Campi Elisi» si perviene al verso battuto in , 1 rcbbe essere documentario, s~di pari, anomalo, cadenzato di emistichi che si direbbero è un raro libro dt poesia, ncavati - per (luci giambico che continuamente si inceppa poiché, cd è evidente, anche in irr~zionali allung_amcryti :- dag!i scazo11ti di lpponalle. , la forma_ generica è in\'cn· Cosi questa poesia d1 Cmeracc10, appare come la coe- , tata, ossia fa costrutto li• rente espressione di una linea di sviluppo poetico e come rico. con l'intenzionante sen· mèta di un viaggio in cui si ritrovi l'incarnazione di una timento che muo,·e la fan• nuova i11111tagi11e-pe1isiera. tasia. Letto questo Diario, vie· ne subito in mente, da un punto di vista largamente stilistico, il nome di Nicola Lisi e, ancor più alla lon– tana, quello di Alessandro Manzoni. Ma non vorrei es– sere frainteso: senza con– fondere le diversissime per– sonalita, assolutamente ini· dcntificabili; piuttosto, per quel lento fluire di una pro· sa tutta reminiscente che trabocca da una pacata con· templazione della vita a scrutarne, fenoml"nologica· mente, le ragioni più intnn· seche, gli sgorghi più ina· spettati. E' un pensionato, infatti, che trascorrendo alcune me· ~~~n ~~ ~u~gs~r:i ev~l~f~~= care la salute, abita il pie• colo paese di Nobile Cas•el· lo situato sulla cima di un colle, in mezzo al vcrdcg• giante paesaggio di aIX,rte campagne. Ed egli nota ili avvenimenti, pcm;icri. riflc-s· ~ioni e magari le massime della sua lettura, ricaman• do nella trama ordinaria dei piccoli rilic,,i cotidiani, la leggera fiirurazione dei suoi eventi spirituali alternali da• gli à rcbo11rs di una vita passata onnai, ma prcsen1c come lievito e dell'oggi e del domani, in un minuto con• trappunto che, apparente– mente occasionale. si co– struisce in una polifonia sgorgata dalla profondità di uno spirito pensoso a inte~– prctare la st~ssa moltepll· cità delle voci che la com· pongono. Naturalmente. .a costru· 1ione diaristica impone cer– te rinunzie e certe facilità che dal di fuori potrebbero anche sembrare deficienze. Per esempio. l'apparente frammentarietà del discorso, l'avere evitato per ne.cessi• tà costruttiva li libero sian· cio delle linee fondamentali e delle grandi arcate narra· tivc. la bravura troppo in luce dell'cp1sodio, della fa– voletta, della descri71oncel– la, o la condensata spiritua· lità della riflessione, o la conceftosita -.ia ourc volu– tamente buttata ia del r,en· siero; ma, ripeto. il lettore che leg~a al di sotto di que– sti limiti o di queste age– vole?.7..e. facilmente troverà l'unità spirituale di un di• scorso lirico che e \"aria manifesta7ionc di una ben sintetica pcnon::ili 1 a. di una ben caratteristica , isionc di mondo. In dcfiniti,·a. la fonna dia• rislica è 'ilata usat.a dal Petronilli con abilfssima tee· nica a ricuperare alla me· moria rcminiscente ist.anti rapiti. cosi, alla ~abililà del tempo, per un presente che si allarga ohre i confini del cotidiano, in un'apertura che !-a di ele,,a1ione dal caduco e di presentimento dall'eter· nità. Né, dirci. una reclter• che, poiché la reminiscenza "IL RE DI SARDEGNA,, E ALTRE POESIE I non rimane imischiata nel tempo perduto, nel ricordo come goduto ritrnvamento del passato in quanto pun• * tuale presente, ma come in• dagine di un mistero che L ' . . d . ,e;,, ., • • . ironia, i i 1 ra,1;ini ha il <:uo più grande miste· ro nella sua ragion d'esse– re: Dio. Cosicché, pensieri, conside· razioni, 1cmi di medita1io– ne, spunti di ,·ita empirica sono ele,·ati all'altezza di conquiste filosofiche. di ri· flessioni edificanti. di certez– ze fideistiche, ma senza di· \·cn1are pesante s1s1ema, presuntuoso decalogo; anzi, L ' 1DEAZIO E lirica che è a fondamento de lf Re di Sardegna di Gaio Fratini (cèlilo all'insegna del :eescc d'Oro - Milano'" con stupendi disegni di VesJ)igoa– ni) è tesa a ricostruire due aspetti della realtà quotidia– na: (luello che g"iustifica la evasione del poeta nell'ironia (una sorriclenle riflessione sul gioco delle impressioni auten· tichc) e quello che, atlraver• so il gusto di una surrealtà domata, si fa moti"o per evo• cazioni lievi, colle da una memoria che evita il dramma per farsi allegrezza. Gaio Fratini è un po' come Giano bifronte: Jm due volti, che poi sono due maschere di un unico spirito. Si tratta di un temperamento che si cor• regge nella esperienza e, qua• si mortificrito da un'eccessiva cautela, diwnta piglio lirico trallcnulo da un'altitudine espressiva, illuminata inie· riormen1e dal rigore e dal– l'humour. in questo poeta, l'abbando· no è subito smorz.ato da una immagine usuale, ma carica di verità e di riflessi giocosi. La poesia circola come un ve• lo luminoso tra verso e verso, tra strofa e strofa, ora co· gliendo la presenza delle CO· se, ora liberandosi in un commento ironico sulla con– dizione umana. « Dovremo amarci i11sile11- zio, così, I come incantati alberi I che da tltl giardi110 all'altro I con nomi e grida di fauciulli si chiamano•· ln questi versi incontriamo un Fratini allo stato naturale. il poeta che, pur restando legato alla sua umanità pre– sente, riesce ad inventarsi in un tempo lontanissimo, che è della memoria e della real• * d itJAIUNO l"L'":.-:;zoLLA tà. Qui l'ironia si fa tutta na· scosta, si lascia vincere da una sorta di spontanea se· rietà. Tn!c condizione tutta Sllrrealc, ma di una surreal• là msiurala dal rigore e dal· 1 'ordine delle cose, la ritro· vercmo in altre liriche dì que• sto poeta che sa es!>erc si– multaneamente aristocratico e popolal'e. Aristocratico quan• do scava nei suoi fi-eschi fantasmi o nelle vibrazioni tutte interiori; popolare quan– do, confidenzialmente, accen• na agli oggetti. 1111·om1a I labile tra le foHì• li I asterie di A11seda11ia ,._ L'l \'er-a poesia registra qua· si sempre il processo dì ,•a· nificazione sia delle presenze umane che delle cose senza anima. Questa condizione co· stituisce l'altezza o la profon• dità nccessaiia per definire la precarietà drammatica e an· che ironica dell'esistenza. Fratini vuole, nnzi si pre• dispone a sentirsi, in modo inequivocabile, contempora• neo. Vi è nella sua sensibi· lità, controllata in modo di– dattico dalla intelligenza. una dimensione che la lega alle immagini, agli evenli di una cronaca normale e assurda insieme, la quale si solleva al piano della poesia in virtù di ritmi segreti e di scelte fi. lologiche, di fine7.Ze quasi :!~~~~~ri~i ~nill~!:S~:;~ J;! oniriche e di tro\ ate umori• 10 o per accenni o. a \'Olte, stichc. descritto con la mim;zia Occorre infine dire che in ~hftr~ !~~~f~~·.at~gm~~~i questo poeta è forte la pro· esis1cnziali colti come sbal• pensione all'umorismo, un zate figure della ,·ita circo· humour che colpisce senza stante. fioriscono in una poe-:: ferire, un'atmosfera di CO· sia che su dell'accidentale micità che scaturisce dalle si umversaliu.a nei simboli condizioni del reale e da di :ma prf:_carieta che Ira• quella dose di disperazione luce l'etemità spirituale del· 1ra11cnuta che. rinunziando la vita stessa. Tanto che !a all'abbandono, si fa scopri• formula del diario va. per tricc delle situazioni gl"OIIC· questo .. romanzo», capo\·ol· sche e li1·ichc insieme. ta, poiché la notazione dia- Ed ecco le sue e Ultime no• ristica i:. un pretesto strut- tizie '"· turale ad individuare !elle• e Due critici 11ccisia Lupa· rariamcnte il Ja,·oro di una ra I 11elPalermitano. I Una I faniasia che sublima la \'i• ba11dacli lirici I ai•vistata e la in un ambiente s~ntim~[!· (Continua-;-paglna 5) i~~~it~~tto traslato m spm· Si direbbe che una forte esigenza elica si collochi co· mc il SOttofondo di ogni nu• eleo lirico: presenza df un amore che non si confessa e d'una felice attitudine a ren• dcrc tra::.parentc il bianco giuoco delle apparenze. Jn realtà Fratini penetra in quc· ,-----------------------------– slc apparenze muovendosi co· mc LITI regista sorridente e clivcrlito. preoccupato solo di •dosare poeticità e ironia. Sta in codesta studiata grazia la modernità di Fratini. Una modernità che ha come suo diretto antenato Montale, il poeta che ha saputo, prima di noi tutti, scoprire l'esatta comunione tra il ritmo e lo oggetto, tra la memoria illu• Sire e la presenza delle im- magini credute, per errore, banali e lontane dall'arca del– la poesia. Nella lirica e Jean• ne Moreau o dell'insonnia» Fratini, famigliare al fascino delle apparenze (le quali si legano a meraviglia al suo istinto poetico) c-onclude: « Per la pioggia i111111111en– te I corre wi ragazzo a chi11• dere I gli ombrelloni, ha raccolta ora il tuo telo / arou· ciane, 1111 paio di zoccoli, uua cuflia / di gomma. I Altro 11011 sei - ricordala! - che Uasseg·na ;:·iap1tonese; di JIAHIO 't'E'li I * L'esteta Tanizalii llna nota di FERRlJCCIO lJLll'I '* I giapponesi - non va ta• ciuto - vedono in Tani• zaki uno scrittore che ac• coglie assiduamente quanto si accorda alla sua natura; le sue opere spesso nasce· rcbbero dall'incoot1·0 con personaggi a lui congeniali enLrn i quali verserebbe li• beramente i suoi temi predi• letti. Egli si mise per una strada in cui tutte le sue qualità potevano essere im• piegate, e i suoi libri dicono molto sul loro autore: un gran voluttuoso, un raHinato. Sen1.a dubbio Tanizaki pos· siede in raro grado un senso peaeu--ame e e al correnle • delle corruzioni moderne, cd in lui la langoureuse Asic si sposa con le forme dell'alto dandysmo (ecco un capitolo non ancora scritto!). ln for• ma amabile, egli farebbe ope· ra di corruzione dei costumi, introdurrebbe cioè vi1.i curo• pei. O non è piuttosto Tani• zaki una presenza letteraria preziosa, uno specchio fedele dell'epoca, e soltanto un ac• cenno di un costume inizia• tosi prima di lui con il pas• saggio in Giappone di tutto un vasto flusso di decadenti• smo occidentale? cui diagnosi sommaria è la 1mlnç;mz.a di carattere, Ka· namè - il protagomsta dc Gli illsetti - è mi e11fa1tt du siècle, un incidente che non vuole conseguenze, ha il sentimento dei composs1• bili, è un patetico, un attcn· dista, e la distrazione è dav• vero la sua occupazione su• prema. Quella sua punta di cinismo, di sbiadita crudeltà verso la moglie non può trar· ,·e in inganno, anche se in ciò e nel sacrificio del Idro bambino è l'unico elemento drammatico, odioso, o per• lomeno triste. " Uno o due anni dopo il matrimonio, al tempo in cui cominciava a rifuggire i rap• porti in,i-imi con lei, era stalo investito altre volte da quel pianto che denunciava lo sconforto patito da un cuore di donna: ma quanto più ne comprendeva il signi• Kanamè è sedu10, sfibrato, il vecchio viaggia e comanda. Massimamente riconosciamo il suo vigore nel tentatl\'O di far perdurnrc la passata con· dizione del Giappone. ora squallidamente ruzzolante. Egli si reca in antiche cit· ladine per ritrovarvi l'imme· diato godimento estetico di passate stagioni, alla ricerca di case, di suppellettili, di rappresentazioni e spettacoli che dell'antico caro tempo sepolto possono conservare l'aroma. E proustianamente egli costringe la geisha O•hisa (tra i due vi è una muta intelligenza) nell'impac· cio di costumi che conobbe nel loro splendore. Ma il pel· lcgrinaggio ai • 33 luoghi di Awaji • non può non essere deludente come quello di Costanti110 Costa11ti11ius. Ta– nizaki sa che quelle dell'arci– pelago estremo orientale non furono poi delJe isole felici nel buon tempo antico; sa che II Giappone avanti l'Era Meiji non è un paradiso per• du10. bens\ chiusa forma di cui ci si è spogliati per sem• pre ma che ci si deve non• dimeno sforzare di riafTenna– re nella memoria (cfr. Ta• nizaki: e In lode delle om· bre » • 1934). Nuove poesie di Piroinalli In. un esile fascicoletto, An• tonia Piromalli stampa i 11 questi giorui a Rimini delle Poesie, e il discorso del Pi• romalli critico così accessi– bile alle attrazio11i del gusto e delle atmosfere culturali (e se 11erammenti110 gli Stil· di sulla lirica ferrarese del Ri11ascimento, e sul Pascoli) sembra immediatamente ri– fiorire nel richiamo a illustri poetiche dei nostri temvi, tra le quali è subito eviden· te quella di Montale. Ecco infatti l'altrazione montalia· 11a versa coaguli, o sigilli, verbali di loutana ascenden– za realistico•pascoliaua ma· turata nel particolarismo pa– ra•dialettale del poeta nove• ce.mesco; ed ecco soprattutto l'altra -vena del particolari– smo a fonda narrativo che ambie,11acosì spesso Montale in un'episodicità strettamen· te personale, a tinta alluci· nata ( e si veda, tra le poesie del Piromalli, specie e Il ccr– dame che stride»). Ma detto questo si è reso omaggio, per cosl dire, al ceppo il· lustre a cui il nostra lirico attinge; perché immediata· mente dopo, il Piromalli ne devia la memoria in una ri· cerca di soluzioni proprie, e comincia la spontanea avven– tura delle sue poesie. Chi apre il fascicolo, troverà in– fatti subito una e Cinzia» introdotta da wi inciso pro· perzia110;dove sono presenti, sl, ancora e la memoria di vetro franto», la « darsena che riflette i pali», l'«ossario colorato di polpa» o la e tri– ste cavedagna •, ma è pre· sente a11che quel mitologi• smo postermetico che ha le sue radici specie in Rilke e in Stefa,i George, e che fu sfruttato in modo sugl{estivo· specie dal primo Luz1: mi• tologismo che nel Piromalli s'impronta di una speciale grazia neoclassica, e finisce per trascrivere più che sug– gestioni lato sensu, con tutta il sontuoso inventario am• bic11tale inerente, dei rapidi e delicati profili, o meglio, delle Ombreggiature di senti• menti a fior di penna. L'al· teggiamento più vero del Pi• romalli è proprio questa, tma cautela, wz ritegno nel• l'atto di concretarsi poetica· mente, che adottano, al di là del magismo 11eodecadenti– stico, un magisma lineare neoclassicistico, come praie· zione ideale dell'affetto inte• 11erito e disilluso e dell'inti· 1110 contrasto tra una natura fervida e accesa e un'espe– rienza di distacchi e di co• strizioni tradotta in forza morale. Ed t qtii, i11fondo, che si rivela il temperamento stesso del critico, al di là e al di sopra dell'intellettua• lismo e del razionalismo, per• ché l'arrivo al porto della esperienza poetica è dovuto a u1z risultato morale auten– tico, sofferto, di cui sono p r o v a gli accenti migliori delle poesie. Il libretto co· mincia con una « Ninna nan• 11a,. che poco manca alla confessione diretta. Ma quan.· do l'autore ne raccoglie le fila, domitumdole, l'a,nalga• ma c1te ne esce è, appunto, tra la decisione e fissità del ~isolvi111e1110 montaliano, lo acceso diarismo, e le varie forme di wz'a,motazione tra cui si è sottolineata quella neoclassicistica. E oltre le ca• denze del gusto, ecco il vero risultato di queste pagi11e troppo rapide (qwptdo st deciderà il Piromalh a rac· cogliere tutte le sue Uriche?): tm'annotazione esperta, rapi– da, elegante, che ha la du· rata di un'c iStantanca •, an· che se trabocca da uu com• plesso d'interventi, e si ri• salve nei e piani• della scom• posizione visiva come in Poi scendemmo nel sole ( vi si vedano il catalogo degli ele· menti, e la conclusione ama· ra e sorridente, « Brindiamo a te, a me che ci perdiamo») o, meglio, nel ritmo vaga· mente ironico e crepuscolare (la linea è quella Palau.eschi– Saba), di Antica fiaba. e Cre• puscolarismo » di mi moder– no che ha passato tutte le esperienze che si sa11110, e elle conclude in ironica sor– dina (110/l tanta ironica da non rievocare il be11eimmi• nente, e perduto): e Ogni alba è spenta a chi vuole inve11tare / la vita all'ombra di malinconia; / passa rapi.• da l'ara, non rimane / che 1m frullo d'ali, trepidi re• stiamo / ma è ,:ià passata la felicit?J ... •· - Tra l'Olla e il Novecento, vi furono al· cime poetiche elle s'inventa– rono un'ideale zona e mino· re• per nascondere col di– simpegno e la nonchalance certa furtiva eleganza (poe• tielle, per intendersi, che po· trebbero andare da un Bet- ~~;~ in u~a~~C:dit·Jo~;st}l caso di fare troppi raffronti, perché quelle poetiche ser· bavano questo di ottocente• sco, il desiderio di brillare proprio in virtù della loro modestia. Non co11sentiro110, quando avrebbero potuto far– lo, neppure al Crepuscolari• sma, perché avrebbero assun– to una polemica co11tro ,l'arte e maggiore•• dove il clima era dannunziano, e se di una cosa furono gelose, fu della loro privata aute11ticità. Di· rem1110che si trattava dav• vero degli ultimi romantici. Ai tempi 11ostri una simile. posizione, a declinazione sen– timentale, 11011 sarebbe neni• meno concepibile, e il solo clima che potrebbe satten• dersi a un impegno control– lato potrebbe essere quello delle esperienze etiche e in• teIIettuali in sé e per sé; ché se l'ideale delle vecchie poetiche, umanamente par– lando, era il personaggio del ccamvag,wolo,. solitario (che trovò tm compiuto esemplare nel Pascoli, o almeno in cer• to Pascoli), oggi il nuovo potrebbe essere data dal cri· tico. Non vo"emmo aver la aria di avanzare proposte troppo impegnative e e cicli· che» per nessww. Ma pro• prio per queste liriche del Piromalli ci sembrava giusto riferirci a una particolare si• tuazione rappresentativa, e legittimo chiedere una volta di pitl all'amico di voler portare avanti il suo discor– so, o di darce11edelle testi• monianze più globali Un suo libro, io particolare, ha incontrato molta simpatia fra gli scrittori italiani: Gli i11settipreferiscono le ortiche (Medusa, Mondadori). EccQ uno, di quei titoli felici e meno stravaganti di quanto possa sembrare, molto più difficili a trovarsi di quel che si pensi. Riassume, sotto la forma breve e poetica di un proverbio indigeno, le idee generali del libro, e indica le tendenze dei personaggi. Non si pensi alla spregiativa enunciazione shilleriana (poi anche nei Karamawv): e La voluttà fa dell'uomo un ver• me•· Il titolo non suona condanna. non sembra alme• no: nessun didatticismo: semmai, gidianamente, volut• tà qu~ direbbe benessere, o semphcementc essere. Forse insetto non dice vile, sprege• vole, bensl diviso, segato da divisioni, con allusione alla struttura spirituale del pro• tagonista. E questo titolo è pure una spia del rispetto dello scrittore per tutto ciò che è lontano dalla perfe• zione. La storia dell'Occidente successiva alla Grande Rivo• luzione ha fatto apprendere a Tanizaki, tra le altre cose, quella generale malattia la ~~~:~ ~iùsesin!e~~am!lli~~~:~ narsi dalla moglie, e senza neppure una parola di con• forto a11endeva in silenzio che il pianto cessasse. Il pcnsiern di dover passare il resto della sua vita con quella denuncia che si sareb· be ripetuta notte dietro not• te chissà per quanti anni. gli fece desiderare d'esser libero e solo•· (pag. 105). Se Kanamè sacrifica la compagna, se la induce in una sorta di corrompimenlO, resta nondimeno un piglia• mosche più che un vcrn im• moralista. Forse l'inerzia del person~g~io avrà persino po• tuto 1rntare l'autore ma 1ant'è ,l'immoralismo, Per la piena arditezza che compor• ta, sarebbe stato un prodigio nello spirito giapponese. Sebbene l'intreccio non debba contare per elemento protagonista in siffatto ge• nere di narrazione, qui vale ~ottolineare la molla, che è ! 1 ,,~Ci~rtdi tKyo~!~~~a cdl! verso da quello che possia• mo ritrovare nel Do11Chi• sciatte o nel Do11Giova,mi, Il vecchio e Kanami! sono due fronti, non antitesi, di uno stesso tabù estetico. E' significativo cbe il secon·do (il quale soffre per cosl dire di una exacerbatio 111e11tis: amerà l'amante che no11co· nascerà) non sia mai vern interlocutore del vecchio: questi soltanto lo erudirà salutarmente sulla riflessione quale sciocca impertinenza. Ma de Gli insetti prefert• sco,w le ortiche quale è la soluzione? E' come una com• media intorno ad un nulla? Qualcuno non si contenterà della mancata definizione conclusi\ta, dirà che il burat• tinaio ha chiuso scatola e burattini mentre ancora sta calando il sipa1io. No, nel fi. nate non si voglia \'edere un'interruzione. Senza dub• bio dobbiamo stare in guar• dia dai tiri di una lettura costringeme, dobbiamo sape• re che si tratta di un libro delicato. Allorquando il dc• stino mo.raie del protagoni• sta è pei:1colosamente in gio• co, sta cioè per essere deciso da altri, Tanizaki chiama la nostra attenzione sulla scena del e bagno di garofano» (pag. 203): un episodio - quello appunto della batta• glia di Kanamè contro le zanzare nel gabinetto di toi• lette - che è stato più volte lodato e che per nulla è in• feriorc a quello riferito al ·patetico Amédée Flcurissoire di Gide. Alla fine, ecco una cortina trasparente, di so-.. gno, che rivela appena qual- (Contlnua a pagina 5)

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=