La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 29 - 16 luglio 1961

Domenica 16 luglio 196]: LA FTERA LETTERARTA Poa,. 5 Le Mostre d'arte in Italia * Le ultime battute del Festival Cinematografico di Befljno * Ceramisti a Faenza L'Orso d'Oro alla ''Notte,, * * cli GilJSEPPE SCIOR'I'I1VO di GIAN LUIGI ItONDI S !AMO alla XIX edi· zione del Concorso Nazionale della Cera– mica: Faenza .r: la città madre delle ceramiche - scrive Giuseppe Liverani in catalogo - porta in tal modo il suo contribu– to al rinnovamento del– l'arte ed alla sempre più larga e proficua dii!usio– ne della conoscenza degli artefici: artisti e tecnici>. Ma non è vero che gli ar– tisti tutti abbiano anche questa volta accolto l'in– vito cordiale: mancano parecchi che gli anni scor– si hanno vinto i princi– pali ,premi: il che non depone - ci sia consenti– to di dirlo con tutta fran– chezza - a favore degli assenti: Leoncillo, Mattuc– cl, Zauli, per es., hanno fatto male a non parte– cipare; la mostra di Faen– za è una vetrina sul mon– do, sul mondo della ce– ramica, e bisogna esser presenti. Perciò ci ha fat· to rpiacere vedere che Guido Gambone, la ipiù alta espressione italiana dell'odierna arte cerami– ca, abbia partecipato con un buon numero di grés dalle forme originali e dalla materia t,attata con una sapienza singolare. A prescindere. dunque, dalle lacune, anche que· sl'anno Faenza allinea quanto di pili si~niflcati– vo viene prodotto nel campo della ceramica ar· tistica: dalle estrose for– me di Gaetano Baglier,i al gustoso progresso sul cep– po tradizionale di M. G. Casalini. da.I raffinato pri· mitivismo di Federico Fabbrini alle trovate astrattistiche (con molto nero) di Franco Mene– ~uzzo. dalle saporose dc· rivazioni di Cesare Ronchi al disinvolto folclorismo di Gnvino 1'ilocca. Poco 1)ersuasivo ci sem– bra l'apporto metalHclzza-; to dei rperugino Edgardo Abbozzo: da non coni.idc- rarc i buchi di !onta- niana memoria finiti a costellate le !orme ovvie di Renato Bassoli: Nino Caruso non riesce sempre da una colorazione di cat– tivo gusto, ci sembrano quelle esposte dall'lstitu· to di Bari. Urbino è un po' troppo tradizionale, Venezia si affida solo al·· l'eleganza; non brilla per originaLità di forme e di smalti Pesaro. Tra le scuole. non -riesce ad ave· re una fisionomia quella di Avellino: discreta è quella di Castelli e si sen– te molto in~egno ira gli allievi della scuola di Co– miso; non è esagerato qua– lificare geniali alcuni pez– zi della scuola di Gram· michele (Sicilia), mentre i lucidi all'antica di Lore· to e i due allievi della scuola civica di Genova non erano da esporre. La sezione estera, che qualche volta ha avuto un largo e interessante sviluppo, quest"anno per motivi contingenti - comprende alcuni esem– plari di servizi, realizzati con accurata freddezza, di una fabbrica svedese e una scelta di opere degli artisti della scuola di Ber– na: notiamo , le figurazio– ni evangeliche di Geiger. le forme pure di Renfer. un fantasioso pannello della Wafler, un vaso pi– cassiano d'un allievo del quale si tace il nome, ecc. Ci auguriamo, ,però. che dal prossimo anno la se– zione estera venga Ta'gio– nevolmente potenziata. Una novità è l'aggiunta di una mostra-mercato di ceramiche antiche. Anche questa manifestazione è troppo ristretta: e meri· ta di essere sviluppata: nella stessa mostra. accan· lo ai ceramisti di Oggi, far comparire alcuni ceramisti del passato. vuol dire in primo .luogo collegarsi al- l'opera del Museo faenti– no ed attirare a Faenza quanti, antiquari e colle– zionisti, si interessano al– l'antica ceramica. Magari procedendo a un'asta. Forse. ,per sviluppare certe iniziative. abbisogna– no' i grandi mezzi. quei grandi mezzi che Faenza non ha e che non desi– dera avere per noR cade– re in mano agli speculato– ti ed alle cricche interna– zionali. Faenza ha fatto sempre da se, con mode– stia ma con fermezza. mantenendo e Tinvigoren– clo la grande tradizione ceramistica italiana, edu– cando e incoraggiando le generazioni di ceramisti che si succedono con cre– scente vitalità. Al meglio, non c'é fine: ma c(uel che Faenza ha fatto e la è, nel suo complesso, ben fatto. BER LINO. luglio A NCHE se su circa tren– ta film, solo tre o quattro erano degni di considerazione, il Festival di Berlioo si è, chiuso in bellezza: soprattutto per il cinema italiano che. grazie alla Notte di Michelangelo Antonioni. si è visto attri– buire il massimo premio, l'Orso d·oro. Anche il cinema tedesco, però, e quello ftancese (onorati con premi secon– dari) si sono imposti a:ì migliori consensi, soprat– tutto con i film presentati negli ultimi giorni de1la manifestazione: il cinema tedesco. con Das Wunder des Malachias, di Bernhard Wicki. il cinema france– se con Une /emme est une femme, di Jean-Luc Godard. ll film di Wicki, a parte le reminiscenze evidentis- GIAN BATIISTA VALENTINI, vincitore del 1>rcmlo !Il Pln Ilo• sime con La dolce vita di Fellim e L'asso 11eLla ma· nica di Billy Wilder, è un'opera di felicissimo im– pegno che certamente ver– rà accolta coH simpatia non solo dalla critica. ma and1e dal pubblico. Si co– struisce tutta sulla spe– culazione cinica e a[fari– st.ica che un gruppo di·atei i~ga::i\~~~ol~ 11 ~c:tJ~~~ f ~ una città tedesca di oggi. Il miracolo si è verHicato grazie alle candide pre– ghiere di un fraticello che voleva convertire le folle con l'esibizione di un alto esteriore della potenza di– vina. Se non che le !olle di oggi sono così avide e incredule che, pur di fron– te ad una evidente mani– festazione dell'invisibile, non si fanno convinèere ed anzi trovano subito modo di profittarne. se– condo i loro meno nobili istinti. ricchi) e un po' di Asso nella manica (per la po– lemica contro le piccole speculazioni del popolino): ma nel film c·è anche qual– cosa di nuovo; intanto una profonda Cede e una rigo– rosa intenzione morale. in secondo •luogo uno stile personale che consente a Wicki di trattare tutta la complessa materia mesco– lando dramma e polemica, ironia e commedia. sen– timento e caricatura senza mai commettere errori di gusto e mantenendosi sem– pre. anzi, in un'atmosfe– ra lucida e ispirata, dove anche i termini più con– trastanti trovano sempre U loro più felice equi– librio. Con l'aiuto. oltre a tutto, di una interpretazione che, se in ogni singolo atto1·e è sempre particolarmente convincente. è addirittura per!Ptta in quella del pro- tagonista, Horsl Bollmann, un ometto alla Rasce!, dal viso colmo di bontà. di cordialità e. soprattutto, di serafica interiorità. Quanto al film francese Une /emme 'est 11nc /em– me~ ci trovinmo di fronte a un tentativo - riuscito e piacevole - di innova– re nel campo della com– medi~ cinematoirafica. In apparenza. infatti. unR storiella sentimentale ;i. tinte allegre. imbastita. per cli più sull'ultra centena– rio triangolo amoroso (lui. lei e l'altro); in realtà una avventura so[istìcata che partecipando ora del bal– letto. ora della [arsa. ora del fumismo pili colto e provveduto si serve della musica, del colore, della stessa recitazione per da– re ·il via ad una girando– la di situazioni comiche del tutto originali, soprat– tutto dal punto di vista visivo. Prendendo gli at– tori per il naso (e anche gli spettatori). ricorrendo a certi ~istemj del vecchio cinema muto (le didasca– lie). a certe svolte del musical, a certe cadenze dell'operetta. riuscendo a dar vita ;i.d un clima umo– ristico che oltre ad essere cinema - e nel più dina– mico e disinvolto senso della parola - è anche spettacolo. Uno spettaco– lo amabile e brioso come pochi altri. E uno spettacolo. soprat– tutto. che nonostante certi suol di!etti di impostazione e, se volete, cli immaturi~ tà (come sempre negli in– novatori) sarà presto imi– tato e St!guito. E questo, per un festi– val che lo ha tenuto a. battesimo (nonostante i tanti. troppi film medio– cri di contorno) non è merito da poco. n !ilm. così, ci !a assi– stere a una grossa mon– tatura pubblicitaria che presto, sulla scia del mi– racolo, la dà ~inta in pie– no affaffarismo, all'orgia, al peccato. [ino a quando il fraticello, pentito di quello che ha !atto in per– fetta buona !ede, non ot– tiene da Dio un secondo intervento miracoloso: que– sta volta cosi deciso e vio– lento (oltre a tutto repc– tita iuva11t) che nessuno, neanche i peggiori, resta insensibile. Mostre d'arte ro1na Un po' di Dolce vita, si è detto (per la satira du– rissinrn della società dei PITTURA VUOTA Alln • Snlitn • durante il corrente mese si potranno ammirare alcune 1e\e che vor· rebbero essere ori11inali col non dire nulln: ecco un me– todo per poter dipingere scn• zn essere affatto pillori e senza a, 1 cr appreso Il me– stiere, com'è necessnrio pei– ogni nttivit3 umana. Un certo Klcin, illudendosi di snperln lungo, presenta unn supel'ficie cnmpìtn i11:n- Il teatro europeo nell'età barocca VIEN A\ luglio Con il terzo \!Olume della sua Thtate.rgeschichte E11ro- f.~~~7?e~/~~or~;1,~~àh~~1f~~~: reoliz7ato il capolrivoro dcltu !'òUU sto1fa teatrale europea. Sòprottullo colpisce il singo– lnrc. viw:orc on cui l'illustl'c studio~o viennese è riuscito a dominare una materia cos\ permea di sé tultn In vita dì un'epoca. t'Autore trnttn In storia 1cntralc dei sina:oli Paesi eu– ropei leanndoln streunmcnte ,11\0 svolgilllcnto degli rwvenl– menli politici. 1.urro compnuo, cioè s'illude di poter far crcdel'c che sin opera d'nrte l'npprctto che alcuni pittori danno alle tele prima di dipingerle. · Lo Savio, rispet 10 a Klcin, hn unn soln diffcrlcn~n: ado– pern il nero al posto del blu: si vede che In sun angoscia dev'essere più profondn. Piene è in gmndc progres– so !>Uidue precedenti: uno sfondo rosso o bianco e nl centro un tondo nero. Pec– cato che non si abbia la calma necessaria per form.ir– .;;i a lungo su simlll pro– fondit:l .ibissnli. I buchi di Fontana tro• vnno un con1inuntore in Uccker. R1\PISAROI Troppo colore e fontrismn– goria narrntivu confondono ~~1~ti~;~s~~ct;/~?llcilÌ~~~tÀ~: FENOGLIO /\Ila G:lllcria Stavni la pit~ :;~ceru~t: dr~~~g~~cre~~~ lo Si quattro anni di lavoro. L-. Fcnoglio, sorrena da un incontestabile amore per la pitturo, non è mai perve– nutn n una vera e propria m:1turnzionc: ha qualltb., che !>O\'ente disperde; e non ha quasi mni In p:lzicnza di de– purare il primo empito sino n raggiungere un'espressione pienamente valida. Tu1tnvin, in buono parte delle opere presentate, è evi– dente il gusto impressionisti– co del colore. Sono, inoltre, dn nmmfrnrc certi toni sfu– m:11iche scr"l'ono 011imamen- 1c n creare l'utmoslern; ed è, In Slm pl11urn, un modo di com11nic:1re azioni e reazioni deliri sun nnim:1 di fronte al mondo della natura. Noi non diciamo che i qua– dri dclln Fcno~lio siano tutti. ~j1Ì•cJ~j:i~j~~~o S~,l~lf\ at~~i~ :: thlle ,ono nddiriuura spR.– ,,c111ose. Mn cl sono alcuni f:~r~si~,fi~nJci~~nl~ 1 ~i ,,~~~ di"ff~ a liberarsi delle forme pi– casslane ohe ossessiona– vano il Mcli di una volta: Nunzio Lucenti, invece. riecheggia le forme di LETTERA .M..USJCCALE * DA JPA.JRJCGJC vasrn cd a presentarla in fol'– ma ora.-inica in un libro dl oltre sellcccnto paainc. Non è già uno narrazione loaica o cronologica di avve– nimenti teatrali ma un'acutn penetrazione nello spirito di un'epoca che ha avuto nello spcllacolo il suo mezzo di espressione più vivo e forse di maggiore importanza. La pl'lmn n:1;,ione ad es• sere sottoposw nd esame è l'lnghlllcrrn. Klndcrmann se– gue 1u110 il percorso compiu- 10 dnllo spcltncolo ingle~ dal Rinaschnento rii Barocco, pene1r:rndo In 1u11i gli am– bienti dove sin stato una for-– ma qualsiasi di teatro: dai teatri i;:colnsticl e delle uni– versità a quello di corte. Un Jcnomeno di particolare in– teresse - e di grande irn· portanza poiché Seinn una fio Rnplsnrdi nlln • San 1\llar– eo •· Mn, n osscrvnr bene le tele, bisogna riconoscere di trovnrcl in prcsenzn di un nrli,tu che si lascia :i volle un po' 1roppo prendere dal· l'emozione cromatica, che d:\ eccessivo rilievo ai valori or-– nnmentali, nrn che hn, nel contempo, mezii espresi,ivi 1urwldl cd efficaci, che 11011 esita nd n(Jrontarc temi om– plessl e in tutti porta il sc– M:110. distintivo di unn perso– nrili1tiche dnl decorativo pns– sa facilmente al drnmnrntico. rl nssni delicato, un nu1ori- 1rn110pieno di spirito; e del– le figure modulate con pe– ri1.iu. COLLETTIVE Al •Torcoliere• delle belle litogl'afie a colori di Franco Gcntilini. Bruno Caruso e C:11npigll.L'attività di questa gnllcria, aristocratica e divul– gntrice nello stesso tempo, merita di essere sot1olinca1a. Zauli in unn più tormen· tata o forse meno sicurn plasticità (alt.rn flliRzione di Znuli è Ivo Sassi). Ben nsscgnati i due più importanti premi: ìl pri– mo a G. B. Valentini il cui pialto ~n grés è di una purezza che potrebbe ri- DaStravinskya Janis Klndermann è un po' sem– pre portato a considerare il teatro come un aspe110 es– senziale della virn dei popoli. Ciò spicin perché al barocco ci,li abbia dedicato la pnrte f~~!\~ 11 è h: 13 na~~\~~ 5J'e~\j allori di professione. Rapisnrdi non è uno elci soliti furbastri, è un istinti– vo: crede nella pltturn, \'UOlc aurnverso cli elisa rendersi conio dei MLol sentimenti e di quelli del mondo in cui vive, Un mondo dinamico eccessivo, che perciò non con.: scn1c all'nrtisrn di adowiarsi Al • Vantnggio • Casorati, Ceracchini. Mcnzio, Pauluccl, Ccliber1i, ccc, In \'etrina un piccolo quadro di Bartolini che è un Incanto poetico. cordare lo e stile compcn- dlarìo ,.; il Premio Bal- lardini assegnato a Sai- PARIGI, lugfio valore Meli i cui piatti NEL 19/J, si sa, .la crea· specialmente. migliori dei z.ìonc a Parigi della boccnli, lo caratterizzano .Sagrt1 dtlln Pnmavtra• artista in possesso di 1.mn /u ,ma frn le più belle bai- buona tecnica e di una rnglie artis1iche del X.X se- vivace !nntasìn. Tanto il colo. Parigi i11dig11ata, si di- primo quanto il secondo, visc i11due /az.io11i una delle !orse Mcli più di Valen- quali era violeutememe con- tini. dimostrano di aver ~~~sk~ a~;{,!it~~,;,~:o !!~aj Rltinto uno stile e di sa· Balletti Russi. Dieci 111111ut1 persi ~iovnrc di un pro· dopo l 'iuiz.io dello .i,pettaco- :~~0~,cì~.1cf:1r~~i~1\~il~re1~r~ !~~,:~ ttl~~gll e:'t J~!~cf.~ :J 1 /1~ del concorso per un pan· udire la milltma 11ota mu- nello ispirato al concetto sicale, il ché però 11011 im· e Assistenza a.ll 'artigiano,. pedi ai critici di com11um· è toccato al giovanissimo ~~:~ 11~!'sr::~1'ò;;:~ll:~~•';J;'7:':.i= Salvatore Cipolla: premio i•olm.iouc •• cli audacia incre- senza dubbio merilnto. dibilc, mentre un sagf;'io poiché Cipolla è riuscito pro/eta decre1a1•a che. • il a svolgere il tema senzn tempo avrebbe agito iu fa- venir meno - anzi raf- i•ore del~opera •· finandoli -ai modi del 1 ~~i %';~// 0 ','~e~':sfi~:sis~1~ suo pili spontaneo cre 3 re. degli Champs Elysée.s o,•e la I -pannelli degli nitri con- • Sagra della Pn·mavera • n- correnli sono in ,2enerale cevette il battesimo, un pub· di basso Ji\lello: e sareb· blico altretta11to 111011da110 be stato opportuno - da- d'allora si raccoglie ili silen- ta )a serietà della mostra :.io prima d'applaudire /re- faentina _ eliminarne al- 11eticame111el'interpretaz.io11e meno una buona metà. :,'f:::;:'J~e i 11 ~ 1 ,~care~~ ~,~~~ Anche quest'anno alçu- raie: questo è il più bel con- ni istituti e scuole d'ijrle certo tiella sragio11eparigina. hanno partecipalo al Con- Quel che conia, ormai, è la corso di Faenza con gli i111erpretaz.io11e., poiché l'ope· elaborati di alcuni allie- ~a fe~:aua~[:, •v'lc~~lu~~',',~i vi. La ,:>arte del leone è accettata in a111icipo. Ne.s- del e Ballardini > di Faen- sima dama sognerebbe oggi za. che ha pezzi bellissimi: dì offuscarsi come lo fece la ricordiamo una ciotola in Contessa di Portales che, de- blu, alcune !orme origi· /ineudo la •Sagra• una vol- nali anche per il calore, f.~~e. Q~s~f:Zf~;e;,r1,~~!u'~l~r un vaso grigio, le !or· ta, ;,i sessanta anni dì vita, meIJe di una Via Crucis, che si osa mancanni di ri- ~folagr:~ie n::t~o a~~~~i~~ ?a~:::ls:· e~~id;/;';;~~:!tt, ,,!: siamo in presenza d'una da che? S1ravi,r.sky s'i sem- tradizione che si rinnova pre ribellato all'epiteto di instancabilmente, <limo· ~~r:l~~~,~~7/J;ca~hf, 1 =~e,1iv,ri strando una grande vita- ritrovano in essa le armonie Iità. fondamentali classiche, e se Non ci piace il e nordi· i ritmi appaiono rruovt, i smo > dell'lstituto d'Arte compositori m.ssi avevano di Bologna, brutta è la f~à ~fttgu::~osf~l;, 0 1 ;~a sf:t;, materia che adoperano ~li ,rettamente impreenato d'o- allievi di quello di Mode· rit:ntali.smo. na: sono trite e senza scat- Jn effetti, la nostra Con- to Je forme -presentate dal· tessa non accellava il bai- , l'Istituto di Lucca; ci par- lei/o - i.spirato da uno fra i Jano di un ingiustificato più antichi riti dell'umanità Titomo archeologico i ra· /etf'a~'~e~~'; 1 ;d:,~;~~~r~ 0 ~erj iazz! di Lecce; son? belli contrasti e gli sviluppi me– soec1almentc i DJatti a I Iodici atte idee essenziali sfondo bianco dcli' Istituto del sOnet10 siesso. LA con- d'Jsernia; forme presun- cezione e la ragion d'essere tuose. mortificate da una della e Sagra ddla Primave- tecnica approssimativa e ra •, fanno si elle es.sa debba * di ELISAHETII IIAlJSSER 1!::~c p~;cc;i~;::~IIC~~~~le~~;~~ 7~~%~!i g;~,e1t!~~!1 e1d,~;.s"a~;:~:rc~~~;;~~,,~~a~~~~:f:t~la.tJ;'~ ~~nu=~1:'~";"cra~clla sua ili/atti, sia la :,ua auclìz.io11e è al suo secondo recital pa· camc,ue, Chopin. Si temette Dalla vivacissima Il Comme- i11 coucerto, 11011 si può uon rigillo, In realtà uou ,n può elle Ja11iscarica.ss,, wi po' dia dcll'aric" fino ai ro1.zima riferirli a delle i111111agmi v - variare di •rivelazione• po,- come tanti allri pia11i:,ti .so- originali iniz.i del teatro po– si11e; fossero a11cllequelle di ché lo avevamo già 0.)COl- glio//o fare, di111e.11tichi che polare viennese, dal teatro Fantasia dì \Vali Dfalley che, tato 11c.l seco11do concerto Chopin 11011 suonava mai polivalcn1e dei Gesuiti e dei mutalldO le vergi11i sacri/i- tli Rachma11i,io/(, e all 'i11i1.io e /orle •, bensl tutto racco- .BenedctOnl fino alle sfartosc c,mde con dei bro11tosa11ri, della stae10,1e m wt recital glimento e co11/idem ..a, de- e feste,. delle corti ea:li prc- 11c ha acuito il carattere vri- riservato a pochi illiz.iati. usta11do l'oltranz.a dei suoi scn1a il divenire dello spet– mitivo. Verosi111ìlmet11e· questi com11- contemporanei. Anclle que.i,la tacolo europeo come un'unità E' proprio l'età barocca, infatti, :t sottolineare l'esi– genza di un professionismo teatrale soprallutto per I cnn- 1an1i lirici e per gli inter– preti della danza. Naturalmente in questo ca– pitolo dedicato al 1cn1ro in ~~fl:1 11 ~rsh~1~:~~:n!-:. rer~~i singole opere vcnaono so110- poste ad acuta indaaine psi– cologica. V'è poi, paralJela– mentc, l'n11ento studio della evoluzione della tecnica ten• tralc. Dopo Il teatro lnelese Kin– dcrmann esamina esaurien– tcmenle il teatro spnjnolo, che pone a ra/lronto con li precedente, anche sulla base degli avvenimenti storici: • Se il teatro inalesc dell'elà ba– rocca - scrive IO sJudioso viennese - fu l'espressione di una eccezionale forzri poli– tica cd economica, il 1eatro barocco spagnolo, che poté nascere prnticamenle soltan– to dopo la perdita del gran– de impero coloniale, si rivelò piu11osto come un surrogato della potenza perduta. B. CERDON!O !~nz,~ 01 i~;,~~sntilrll~hf p:~b1~1~t Unn pittmn, questa di Ra– pisardi, se vogllnmo trovare dei precedenti, di natura cu• riosnmcn1e espressionista; ma di un espressionista na10 sulle 1·lvc del Slrnèlo non dell'Elba. ' Da Chiuru1.1.i, in vetrina una bn111a testina di De Pi– ~is; nella sala, fra l'nltro, notiamo un bel Macct.1ri,Fu– ni. Fnilla, Vnngclli. Cesettl, cd ,nltl'i. VICE AGATA i'ISTONE: • Monll di Leucade • Confessiamo pure ohe i 11icaro110 il loro euwsiasmo volta, il nostro concertista s10rica continentale. E mal– q11ara11tami1111tidella parti- e fu ,ma sala stracolma che 110/le sbalordire. il pubblico grado la vorict.h. delle mani– t11ra,sarebbero 1111 vo' 11111- accolse questa volta il piani- adattando il suo stile allo Jestaziooi Klndermann sco– glietti se 11e.ss1111 (ilo condut- sta americano. Dire.mosubito S/Jirito di Chopin. Nel /04° pre cd addita un'unica realtà tore ve11isse a ricordarci la che gli elogi non ha,mo csa- 011et10del Petrarca di Utz., teatrale di cui i molteplici da11z.adegli adolesce11ti, la gcrato la realtà. Unicp al- egli mostrò una compiuta aspetti non sono che varianti. evoca::.io11e degli avi, o a11co- Iie.vo di Horowit::., Ja11is è nawra poetica, 111e11tre 11Clla Nell'età barocca tutta la ra la danz.a dell'Eletta che della medesima tcmvra del Sesta Rapsodia Ungherese vita è teatro; il mondo stesso si av,1iaal sacrì(izio. Se Stra- suo maestro e possiede 1111a eguagliò il grande Gyorgy finisce per essere un immen– vinsky avesse voluto com- tecnica s1raordi11arìa, 101 111 e- Cziffra iu w1 delirio cli vir- so palcoscenico dove rcais1a, porre 1111 poema sinfonico raviglioso frasario, e, cosa 111osismi. , autore e direttore dca:li jUi riti primitivi del Re11011- rarissima, 1111 vensiero che Come 1Vil11elmKempff, che eventi è Dio. Sono questi i i•eau, la • Sagra della Pri- domina iu ogni istante l'ese- conquista la sala prima 011- concetti che ha chiaramcnle mavera • sarebbe stata di c111.io11e. U sue couce:.ioni cora d'essersi st:tl11loal pia- espressi Francisco Gomcz dc gra11 l1111ga differente da so110 personalissime, per no/orte, Byro11 Jani.s gioca Ouevedo, l'au1ore spaa:nolo quella che ci ha dato. Stra- 11011 dire arbitrarie, quale ad w1 po' sulla sua prestanz.a dei Sue1ios; è qucsla la con– vinsky, a nostro parere, ha esempio quella della Sonata fisica con degli attcggiame11- cczione di Caldcron dc la composto w1 ballello, ri- di Beethove11 opus 53, (che ti che ha,mo uu grande e/- Barca, che dice: • Dio pre– spelliamolo come tale. i11 Francia si ostinano a /etto sul pubblico, proprio para per sé e la sua corte de;: "i:, fa,~;:~e;;~~~a~l~ci';; f,~ 11 ~;::r:,t,~·1~~:a; d,1::it,~: ~fa~;;~md;':;,,.v~::;~r- t~~~,f 0 :; ~~ 1 1~:cc~1c~1:"~f ~g~~a;_ 01 :1i ,------------------------------- musica dall'az.ione. Basta che Il 1Valdsteitt •J che Byron si vuol paragonare 1111 con- uomini sono gli attori e T • k • l' • la musica d'un film sia 110- Janis interpreta CO/I 1111 Iem- certista ad un attore di pro- quanto viene rappresentalo è an1za I esteta o-1apponese tata, che immediatamente il /JO a.ssol11tamer11ediabolico sa che ha bisogno di stabi- la vita umana. Quando cala -.. suo compositore ue fa una acce11tua11do a volontà i con- lire un contatto con gli il sipario per l'ultima volrn, <..:.:J sinfonia lunga e barbosa. trasti sonori. Ne deriva quin· spettatori per poter darti. il la morte toa:lie gli auori dal Abbiamo l'esempio d'w1 tale, di ,m'interpretazione ben meglio di se stesso. P!3-lcosceaicocd il a:randc Re– che avendo scriuo wl com- lungi da quella tradizionale, Un dettaglio ancora su gista procede all'ultimo giu– mento musicale per 1111 film dando ai ptlri.sti motivo di questo piani.sia la cui car- dizio •· di caccia sottoman'na ,·olle lunghissime battaglie pole· riera europea è appena ini- Non esiste, indubbiamente, presentarla in concerto: let- miche. Ma la polemica è su- z.iata. Egli ha trentadue an- una concezione più a:randio– teralmente si navigava fi,io scitata da coloro che hanno nì e un aspetto fisico che sa del teatro e, forse, neppu– alla nausea fra arpe e ar- talento e personalità, meutre ricorda il celebre attore ita- re del mondo. Non v'è popo– peRgi. la mediocrità è la madre lo-americano Frank Smatra. lo, non v'è ceto che non ne Quella elle adattata alla tiella noia e del so11110. Un'ennesima •chance» di sia fortemente suggestionato fmmagille era una buona Dopo questa esallata inter- successo. ed in tal modo lo spettacolo r::,~wr:i-/:n~!:'a ~~~ st:,~i~~ 1------------------------------- dete.stabile. ù partiture di Proko(iev che com111e11tano i film di Eisenstein sono me– ravigliose se unite all'imma– gine, delu.sode se isolate da essa. Colui elle compone il com– mento musicale d'un lavoro teatrale, d'un film, d'un bal– le/lo o d'uno spetlacolo te– levisivo, deve nece.s.sar1ame11- te piegarsi alle esigenze del– lo spettacolo stesso. giacché la musica 11011 è in questi casi che 11110 componente dell'insieme. Spesso si parla di • capolai•oro del nostro secolo• a proposito della • Sagra della Primavera•; siamo d'accordo se ci si ri– ferisce al balletto, se si vuol sottindendere e capolavoro sinfonico• ci .sia permesso di 911bitame mergicamente. Una rivt:laz.ione, un trion– fo, w, talento eccezionale? wi nuoi•o • .,\fo,isue sacré »: L'ironia di Gaio Fratini (Continua da paglna 4) dispersa net--rinfigiano I da. cani poliz.iolli. Fiutato, scoperto tra i gi1m– chi I di una palude Vlad.imir Majakowskii. Tradotto in cellulare, a Ro· ma, interroeaco / se11z.apie– tà. / Dai sicari del suo traduttore I messo Jutro a verbale, flash-back I sul 14 aprile del 30. lntemo. Luce artificiale. LA produzione. dell'Ulisse cresce I del sei per cento. Prousl-partout. Ld. Noia I di Moravia anche a rate. I Otti– mismo, benessere, I ,1iaggi interplanetari, ogni éott/orl •· Sono ,·ersi da farsa doll'a, una farsa che comprende la nostra vila di alienati e la speran7.3 di vederci traditi da una realtà che si allonta– na dalle nostre giornate. Cro· naca inventata dal poeta, ma che la realtà deduce da se stessa come il segno del suo assurdo. E nelle poesie di Fratini circola proprio il sorriso maligno dell'assurdo che aspira a farsi parola e ritmo. -===-=- - ~ ~ - - Iniziando questo discorso ho accennato alle due ma– schere di Fratini; si tratta in ~~~~ ~~;;~ail s~~~ ~~c;i~~: to fissi nel simbolo greco che mette\'a a nudo il comico e jJ tragico della vicenda umana. • !..o so, t'ho persa! Scro– sciano nel ve1110 I deluse sarabande. Con la CretaI bat– te il poeta uu tempo ormai remolo I sui gradini che tu scendesti licia,._ Cosl finisce una delle ulti• mc liriche di questa deliziosa raccol1a. E' una vecchia poe– sia, come ogni vera poesia nata vecchia sull'antico dolo– re del mondo. MARINO PIAZZOLLA (Continua d __ ~ __Paglna 4) cosa, e una rana - ovvero quasi un insetto - che per mczz.o di essa giunge al de– bilitato protagonista. 11 me– nage., la vie amore.use di questi avrebbe potuto conti• nuare ancora, per sempre, dopo la fanciulla intravvista da ra;azzo, Misako la mo– glie, Louisc la briccona eu– rasiatica (che fa un riscon– tro graziosissimo con Jean Duval la mulatta di Baude- ritmi della nostra iantasi~ ma l'il'onia è a volle indub~ biamentc dello stesso Tani- 1.aki. L'eroe de Glf insetti preferiscono le. ortiche mo– stra ad esempio tanta pru– denza o tanta disaniman1c pondcrate;,.za, che ci pare di j~~:~1~e:il sorriso del suo • Se. dovessimo separarci, la pnmavera sarebbe il pe– riodo migliore. Fors'anche l'estate potrebbe fare al no- stro caso ... solo che mia ma– dre è morta proprio in lu- gliE, :n m~or~cd~1 <~-;:; 611: dicato alla Aus1en (l'influenza d~lla leueratura inalcse in ?aaaro;hee c;~~i~:::o drif~rir~ a questo sorriso di modestia. di Tanizaki: • Inarca delica- 1amcn1e le sopracciglia e in una sfumatura di frase co– munica la sua quieta iro- nia •• MARIO TETI !f!~c,~!11~a~~ra~r::~d:uiilg~~= ,------------- ------- poncs1 da parte delle donne L • b • d'aspetto occidentale, già l r I, ricevuti presente nell'Amore di uno sciocco del 1925).e forse do– po 0-hisa. Mn non è nel– l'oblio di se stesso, la realiz– zazione più perfetta, la più ambita po.ssibilicà del pro– tagonista? 011ni sua infeli– cità non derivava forse dal non poter viver da solo? Ma che meraviglia, se una persona di notevole cultura ri.csce a farcelo sapere senza dircelo se la sua voce sa farsi intendere al di là di ogni pretesa <.."CO letteraria. E lo stile ci sembra che debba racchiudere uno dei motivi del fascino della sua narrativa: varrà occuparse– ne in sceuito. Forse leggiamo la sua opera con spirito eu– ropeo, e la spostiamo sui LUJG~ fALLACARA: Il Fron-' Editore Boringhicrl Tori.no teapmo - Antologia - Colla- Pagg. 286 . L 2 oò'o .. f~cl~~~eL~!Jlskcdlt~:~la_nin~ NA'.r~LIA GINZ.BtiRG·: Le vo- 2.lo4~5oÒ.aldarno .. Pngg, 580 - G1u11~''~1nSne~~I Ed~~~a~z;o: GIANSIRO FERRATA: La Vo- rlno - Pag~, 152 - L. 1.000. ce - Antologia _ Collana del- BRUNO FONZI: Un duello aot~ le Riviste ltallane - Luciano ro H faJclsmo - Roman:z.o - Landl Editore _ s. Giov.inni Giulio Einaudi Editore _ To• Valdarno _ Pnag. 740 _ lire rlno - Pagg. 240 - L. 1.200. 5.500. . VARI: Poeti e noucllfcrl di oa- TORQUATO TASSO: Ce1'usa-· fJI e di domani - Edizioni del lemme Liberata a cura dl Cllvrillucelo - Milano - Pa11:l– Euaènc Bcnnan: Editori La- no 170 - L. 1.500. t'.1~o0. Bari - Pagg. 728 - DIEGO FABU'RJ WILRELM JENSEN: Cradiua _ Dlrcllore t·csponanbUe Racconto, con uno Studio Stab. Tipoarafico U E. S [ s A analltlco dl Slsmund E'reud - Roma - Via 1 v Novembl'c 149

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