La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 28 - 9 luglio 1961

Pag. ~ LA FIERA LETTERARIA JRA§§EGNA D[ ILE1f"fERA'fUlRA §'flRAN!ElRA * Orte;:a • * di ELIO TALABJCO Circa trent'anni fa. la critica americana scoprì che la chiave di volta della filosofia. di Ortega. y GasseL è la. parola «vitale»: lo scrittore aveva pubblicalo a queil'cpo~ ca un volume di saggi. Il tema della 111oder11ità. in cui esponeva. Il suo punto di vista sull'essenza dello spirito moderno. Le due ironie (era. questo II titolo di w.10 dei c11piloli più imporl..antl del libro) sono rispettivamente l'ironia di Socrate e l'ironia di Don Giovanni: Socrate rappresenta la ragione, Don Giovanni In vita. Socrate - afferma.va l'Autore - fu il primo a comprendere che la ragione C ,in nuovo universo, puì perfetto e superiore a quello che ci è rivelato dai se11s1, cioè spontanca,nente i1t ci6 che c1 circonda. Dev'essere stato con illcom,parabile emozione cd entusiasmo che gli 1tomini scorsero per la prima volta gli aiLSteri linea111.1mtidelle idee, o « raziona– lita », profilarsi nelle loro 1ne11ti .... Tale esperienza im,pose a Socrate e al ~uo tempo 1m atteggiamento ben definito. quello secondo 1l quale la mfaslo11e dell'unianità era di sostituire il razionale allo spontaneo. Il rovescio deila me– daglia è facile da capire: la :razionalizzazione dominò ,11 sforzi umani per secoli. finché venne 1n scena Don Giovanni a scuotere la fiducia deil'uomo nel solo intelletto <:Ome strumento sufficiente per dominare il mondo. Don Giovanni fu una creazione dcJl•immngtnazlone medievale. no11: di quella. rnz.!onalistlco-aristotellca. bensì r:leJ paga– nesuno med.ievale. Don Giovanni si ribella contro ln mo- Rassegna delle rivistedesche .-[t valore dt tutte le 1 cose per voi s'innovi. Perciò do– vete essere combattenti. Pcr,– ciò dovete essere creativi,. Nietzsche: ,.,Cosl parlò Zara– wstra ». Ancora oggi si sente tutta /'attualitO di queste parole. Instaurare un ordine nuovo per H bene dell'umanità. 1l progresso celebra i suoi. trionfi su.Ila terra e nel c-ie– lo: ma i problemi legati al– l'umana esistenza, invece di -risolversi in esso - come qualcun.o pur s'illude - si complicano. E ruomo conti– nua ancor sempre nell'aspra lotta per la libertà e la pace. per sé, il superamento dct male. forza distruttiva. Cui molH soccombono: molto spesso per un. irresistibile desiderio di andare in rovi– na. Quesro è il drammn det singolo. Ma il conflitto del– l'uno con se stesso può di– ventare ingiusta lotta del– l'uno o degli uni contro gli altri, di molti. ilUULmcrcvoli: la oucrra: folli.a collettiva, pe11erale ma,1ia di vicc1«1e– ~ole distruzione. E g1tcrra. ai nostri giorni, significa l'ince– nenmento del genere 1u1t1mo. La tec11ica celebra i suoi trionfi: ma in tanto splendo– re alcuni vedono stagliarsi all'orizzonte 11uvole nere mi– naccianti il piìl 1erribile, L'ul– timo uragai10. In numeri recenti delle ri– viste ., Unil.lcrs!tas,. e .,Geist 1111d Zeit,. ci sono alcuni im– portanti articoli che posso,10 illuminare .sulla condizione dell'umanità nella presente era atomica. Ne riporto il contenuto essenziale. Nella prima. ..,. La situa:ionc del mondo d'oggi e le sue conse– guenze.., dello storico A. J. Thomas Jllann scrisse alla noti.:111 della morte di quet grande . ., Ciò elle in lui ho amato. ammiralo e sempre terrò i,i grande considera.:io- 11e C stato il suo contegno morale ... C'è da dubitare che la struggente angoscia per la sciagurata piega presa dal mondo cui una scienza. ave– va offerto innocentemente la 111ano ha inasprito e•insiemc causato le sue sofferenze "fi– siche accoroiandogli la vita? Nella stessa rivista .., Guer .. ra - Destino o peccato ori– ginale?.... di Walter I-lage– man11. . Gli. uomi11i. per domirwre ra.:-ionalmente le impressio– ni. che su di loro esercita lo nmblc,ite. si. servono di c!t– clié me,ttali che essi acce/J– tano acriticamente. "' Uno di questi cliché suona: la guer– rn è una legge di 11atura, in– fatti ci sono sempre stat.e guerre"· Ma le guerre come movimenti di distruzione or– ganizzali.. dalt'alto presuppon– gono gli Stati che sono jn,,. fatti comunità orpani..:--zatc.e nessuno Ila 1nai affermato che l'esistenza degli Stati è una legge di natura. .., E' possi– bile clic venga il tempo in ·c11i gli Stati si Tisolveranno ili una superiore 1111it<i .... Si passe, quind.j a parlare, tra l'altro, dell'attualità che oggi llSS11met'opera di. Kant "'Vom eigeu f'rieden.,. (Del~ Ili pace eterna) a suo tempo criticata per il pregiudi:iio, tuttora vigente. che le guer– re so,10 11ecessnrie e ,, -volte giuste e perfino comandate da. Dio. .., Non C trascorso 111olto tempo da quando i pacifisti ve11ivm10 scllemiti quali vi– sionari o messi. al bando col.. me pericolo nazionale. Oggi sono essi i realisti. pere/te essi' solo traggono le 11eccs– sarie co11seg11enzeda u11a si~ tuazione completamente nuo– va. da pochissimi uomini a– nalizzata fino in fo11do. J po .. Utici dell'imposizione della forza però lavorano con idee che app11rtengono irrevoca– bilmente al passato ... FRANCESCO TORSELLA ralità che s·cra pr1111a. rivolta contro la vita. Ancora una volta. dw1que, Don Giovanni raPPresenta e lncarnn il vi4 talismo. Il tema della. modernità è la soggezione della ra– gione alla vttalita. il suo localizzarsi all'interno dello scltc– ma biologico, il suo arre11dersi alla spontaneità. La mis– sione della nuova era e precisam.ente la co1mersione di tale relazione, e la dhnostrazione che la cultura, la ragione, l'arte, l'etica devono mettersi al servi.zio della vita... Que– sta è l'irriverente ironia di Don Giovanni. l'enigmatica flg1Lra cui la nostra era, dopo molto lavorìo, è riuscita a dare un significato preciso. Impreciso. però. resta il concetto di vitalismo: anche se si Intuisce che. nel clima di Freud e d1 Lawrence (siamo allo Ecnnd,~lo di La.dg Chatterley}, il discorso potrebbe concluòersl nel modo se– guente: la ragione. che ha usurpato ln tot.alità della vii.a. deve ritornare ad e~erne un elemento. Vitalista può ben definirsi. anche oggi. Ortega y Gasset nei saggi (1925-1930) che l'Editore Born,piani presenta nel seoondo volume de Lo spettatore. commento quotidiano. quasi un diario, alla realt.à. vale a dire ella vita. Non c'è argomento che sfugga. all'abtenzionc del fllosofo, uno degli spiriti più acut:.i dell'Europa. odierna: dalla politica alla. letteratura. dalla musica all'arte plastica. dalla pedagogia all'effimera cronaca.. dalla guerra alle « avventure per– sonali» dell'Autore. Né potrebbe qunlcuno insinuare che il libro sia falsalo dall'etichetta di vitalismo: ,perehè Ortega, coerente a se stesso. non piega le idee ai suoi principi. ma quel principi studia. disnrtlcola e ricompone con rìgorosa logica. con lucido intelletto. Dai Fogli d'almanacco stralciamo una pagina che cl sembra. olhremoclo 1llumi– nant.e: « Se il fisico avesse rifle~tuto meglio sull'attributo dl indivisibilità che dava all'atomo quando lo battezzò così. sarebbe arrivato subito alla fisica attuale infrn– atomica. Perché si sarebbe domandato: - Che cosa si– gnifica in fisica indivisibilità? -. In fisica non cl sono qualità morte e puran~ente geometriche. Ogni attributo geometrico pone alla fisica im problema dinamico. Ciò che rende impossibile la divisibilih\ dell'atomo non è la sua grnnde-lZtl ma le for..-,e che ln lui si oppongono alla divisio– ne. Il carattere estento dell'indivisibilità postula un ca– rattere interno e dinnmico e perciò una pluralità interiore. A ragione dice Bertrand Russe! che Ja cosa. sorprendente non è essere arrivat.1 alla fisica attuale ma bensl non es– serci arrìvaLi pnma ». Nelle stesse Edizioni Bompiani vede la· luce un libro di Kesteu. Pootì al caffè. Hennann Kesten. romanziere troppo noto perché si debba ripresentarlo al lebtore ita– liano. co::lfessa 1n w1a. breve prefazione: « Ho trascorso buona parte della mia vita al caffè. e non ne sono dlspla– ·ciuto; per me esso rappresenta un'anticamera della poesia. Sua caratl.cl· lst1ca principale è che uno vi si sente libero: vivo in società mentre !lessuno mi .conosce; la. gente parla. e non occorre ch'!o nscoltl. Guardo i presenti uno dopo l'altro: questi volt.i mi sono familiari. Per me è tutta gente che recita ima. parte ..... Talvolta. penso di fare al caffè una. visita a me stesso. Cosi ml succede di girare per tma mezza dozzina di locali prima di riuscire a ritrovarmi.... Se avverto di essere in vena. cavo di tiasca un vecchio quaderno e una mn.tiitn e mi metto a scrivere. Dimentico tutti: camerieri. cllenti. anche me stesso. D caffe diventa allora. il mio Parnaso e io mi sento Apollo con la cetra ». Confessione preziosa perché. senza volerlo. l'Autore vi traccia I limiti della sua fatica: che la v-1ta letteraria e culturale di una nazione possa ricondw-si. quasi sempre. attorno al tnvolino del caffè. nessuno oserebbe metterlo in dubbio: e unn storia - iprecisa. !J)oetica e patetica - del caffè letterari doveva ancora essere scritta.. Kesten si è m~ all"opera. con grande entusiasmo e con mano leggera: da Parigi a Roma.. da Londra a. New York. eia Vienna a Berlino a Monaco. la «civiltà dei cafl'è >> prende a poco a poco una i;ua forma. una sua inimitabile flsìouomla: celebri personaggi. del passato e del presente. sono davanti a noi con 1 loro segreti. i loro dTrmuni, le loro ambiziorn. le loro delusioni e compongono Wl quadro quanto mai seducente. Libro curioso e, in genore. af– fascinante: dove storln. vita. romnnz:ita. lndnglne psicolo– gica. informazione. pettegolezzo. cronaca e fantasia. ven– gono Insieme mescolati - ma con quale eleganza e eome amabilmente! - per metterci a contatto di colorÒ che fu– rono, o sono. i veri protagonlst.1 della cultura e dell'arte. Con lncredibUe garbo Kesten ci consente di assistere al dialogo che svolge con i suoi interlocutori e di parleci.pa, .. re al loro incontri. La parte plù debole del libro cl sembra quella dedicata a Roma - dove. oltre tutto, Kesten 1isic– de -. spec.ie le pagine ccattuali»: finché si parla di Goethe e di Stendhnl. di Marforio e di Pasquino. di Go– ~ol e di Byron. di Thorwaldscn e di Shcllcy, di Taine e di Nietzsche. tutto vn be.ne: ma non fare neppure wi cenno di Cardarelli e di Trilussa. che la loro vita trascorsero al e:nffè, ci _sembra una dimenticanza. imperdonabile: quando, mvece. s1 parla di NeJlo Salto e di Giancarlo Vlgorolli. non trascurando Flora Volpin1: geni.e, intendiamoci. con le carte in regola. e amict carissimi per giunta. che da. soli ~1lct~~t1-:- ?i~t!~~a~~: 1 ~~1r:r1an dP"Jtrtt'tra ~~~~ della. clvlllsslma Europa: al quale qualche neo - diciamo– lo in francese, grain de bea"té - 5emmai aggiunge non toglie fàscino. ' ALBANO SEGURI - "Dh•agazionc » (Disegno) « LA SBARBATO» DI UMBERTO SIMONETTA * Ancora gioventù bruciata * di TEltESA HlJO!l'GlOlt ì. fl L A SlTUAZroNE di cri– si della nos1ra gioventù, cui né la famiglia né la scuola sembrano saper for– nire ideali validi verso cui indirizzare la proprio cre– scita, è slala in questi an– ni ampiamente dibattuta, sia a livello di inchieste gior– nalistiche che in studi spe– cifici di caratlcre educati– vo. Né la letteratura ha igno– rato il problema. Basta ri– cordare, ad esempio, le mol– te opere narra1ivc che, nel giro dell'ultimo anno. hanno cercato di dare inierpreta– zionc artistica alla questio– ne: da a; La parigina,. di Manlio Cancogni (Feltrinel– li), che cvidenzia\!a le ca– renze della cosiddc11a edu– cazione liberale, a " Fcsia di laurea» di Sergio Saviane (Parenti), che illustrava il mondo dei ,,i1clloni di pro– vincia, a " Cecilia o In di– sattenzione• di Elemirc Zolla (Garzanti), tendente ad identificare il problema dei giovani con l'incapacità di rapporto umano insita nella moderna era delle macchi- ne, a • Una pas~ione per \ i– vere • di Domenico Mnmcl– la (Ceschina), ove la man– canza di ideali Operanti si faceva sollcr10 1entali\'o di 1rovarne uno sbocco; e quc– st..:: per non citarne che al– cune, tra le più signific. .1.ti– \C. Dbcguali ne 11a man1- rità stilistica, interessanti alcuni romanzi più per il contenuto polemico che per la trasfigurazione poetica cli una si1uazionc sociale, mi– gliori altri per aver saputo cogliere gli aspelti più vivi e maggiormenle legali alla ctema s1oria del c,-cscere dell'uomo. • Lo Sbarbato», il primo romanzo di Umberto Simo– nella, che esce nella colla– na "Solaria • dell'editore Parenli, viene a collocarsi in maniera personale e nuova in questo "genere». E' questa la storia di un ragazzo se– dicenne, figlio unico di un ingegnere milanese. che dis– sipa le proprie giornale in cerca di qualcosa di stra– ordinario, di un pizzico di eccitante novità, passando da un bur all'altro, tra un •juke-box• cd un biliardo. Cos\ conoscerà « il Mangia», un rai,:aao tarchiato e ,•io– lento, che gli affibbia il no– mignolo di ,.Sbarbato• e si aueggia a suo protettore, in- 1roducendolo in un gruppo disparato di ragazzelli mi– serabili, rotti a tutte le espe– rienze, Jcsli nell'adoperare il coltello, in cerca di facili av– , enturc. To~:te!;ondo diviso d'oggi. Comunismo e Capitalismo si prestano il perfido servigio di accusarsi vicendevolme,i– te per scusare i falli causati dalla propria ins11Dlcie11za. L'occide11te in genere non te.- 111c u,~ attacco militare da parte d.ci comunisti. Troppo forti sono gli Stati Uni.ti nel– la loro fiorit·ura industriale. e il Cremlino non è cosl folle da tentare il suicidio . ... L.:ar– ma del comunismo che ren– de tanto -nervosa i'Amertca C la macchina invisibile della propaga11da. E il nemico ci ·minaccia seriamente in quan– to egli pilÌ, elle attaccare con violenza i nostri pregi. pre1. ferisce rHevare ri nostri di– fetti. E perciò la provoca.:io- 11e, in ultima analisi. parte da nqi stessi, dal 1iostro stes 4 so gigantesco dominio tecni– co, e/te ha Taggiunto tre fi► ni impreveduti . .., La tecnica ocoidentale Jia infatti unifica– to tutto il mot«io abitabile e attraversabile ed. lta trasfor– mato in fatali. sventure le istituzioni della guerra e del– la sperequazione sociale, le due malattie ingenite alta so– cietà. Esse non sono state eliminate dal progresso, an,.. .::i sono state da esso mo– struosamente ingigantite. In– fatti tutti sono d'accordo che un'eventuale guerra. al pre– sente, significherebbe il tota– le stenninio della specie 'ti\. mana. Nel passato, l'iriade– guata distribuzione dei beni di questa terra poteva esse– re considerata rm male ifie– vitabilc. Oggi che la tecnica ha potettziato la produ:ione al punto che tuui. potrebbero vivere agiatamenie, essa è diventata u,i•..,ingiustizia fil.– sopportabile .., una --mostruo– siià morale». Dove Tlvolger– ci per cercare S"alvezza? - Secondo l'autore dell'articolo essa non viene né daU'Est né dall'Ovest. .., Nei nostri. gior– rli gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica sono due opposte incarnazioni della stragrande potenza militare dell'ur..11n► tà contemporanea.-. APPUNTI PER UNA STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA * Gli ideali dello Sbarbato sono generici e limilati: di– \Cnil-c un durn, e fare sce– na,., liberarsi dall'impaccio della sua formale provcnicn– :ca borghese. Così ,,ia via egli si inoltra con leggerez– za sulla strada di una p1-c– cocc dclinquenzn, passando dalla falsitìcazione della pa– gella a [urti sempre piì.1con– sistenti, intrapresi piì.1 per provnme il brh 1 ido che per dfcuiva necessità, finché, nell'.1:,salire una coppietta su untt strada deserta, la ma– no 'ijli trema e partono due colpi. eppui-c l'omicidio ric:,cc a scalfire la corteccia della sua insensibilità, e con imperdonabile cinismo lo Sbarbato lascia accusare un innocente, partendo per un "college» inglese in cerca di una folice evasione. li taglio sicuro del ·raccon– to, la vi\!acità delle situazio– ni, il susseguirsi dei tipi, la analisi del costume borghese e del lento corrompersi dè! protagonista (già disponibile, del resto, al male fin dall'ini– zio), rivelano una capacità indubbia di raccontare una storia. Il romanzo, in prima persona, riporta in un lin– guaggio parlato, intriso di elementi gergali, le superfi– ciali esperienze di un tipo oramai divulgato dalla cro– naca nera, riuscendo a crea 4 re uno stile personalissimo ed inedito. Oui si scopre la mano del creatore di alcune rubriche comiche di grande successo infatti il nome di Simonetta è noto al grosso pubblico soprattutto per « La signora Cipriana », "Poer Nano•, "Alvaro cd Aclalgìsa •, mentre solo un pubblico più ristretto e maggiormente in– lcressato ai falli culturali lo conosce per le sue critiche cinematografiche e teatrali su « 11 Popolo di Milano•, c per le sue collaborazioni alla RA1, ed alla Radio Svizzera. .., Valore orientativo ha per n<M ancor sempre il messag– gio del cristianesimo e delle altre religioni superiori e le parole e le a.:ioni di salvez~ za possono giungere da par– te inaspettata .... In .., Geist und Zeit , . .., La mia visione del mondo,. di Albert Einstein. ..,Ciò c/1e H singolo è e si.. gnifica, non lo è tanto come cratuTa singola, ma come membro di una grande co– munità umana ..... .., I miei ideali .sono .sempre stati la bontà, la bellezza e la -verità....... .., I 11ostri beni più alti si basano sulla libertà della convinzione e della dottrina, sul principio che l'aspirazio– ne alla verità dovrebbe es– sere posta innanzi ad oa11f altra aspirazione .... "'Quanto volgare e sprege .. vole m'appare la guerra. Mi vorrei far tagliare a peui piuttosto che partecipare ad un'azione tanto me.schina ... Segue un trafiletto che Grafico delle .a1Janguardie Il Q UANDO si parla oggi di arte d'avanguardia (qualche volta capila di ascoltare simili strambe– rie) si tiscWa almeno di es– sere anacronistici: diciamo subilo che le avanguardie so– no passale, finite. Ci fu un momento, un lungo momen– to della nostra stona nel quale le avanguardie svelsero una funz.ione di rottura; e questo è il significalo este– riore, la ragione visibile del– le avanguardie. C'è però una g1m,tificazione più profonda del valore più allo. In un'epoca di ~randi crisi r.clla quale i 1radizionali ~o– s1egni di una centenaria or– ganizzazione sociale comin– ciavano a cedere, le avan– guardie sono state i sismo– grafi sensibilissimi di quei ri\'olgimcnli. Pochi, nel mo– mento pili acuto di quel fe– nomeno. si accorsero del \ e– rn significato dei movimenti d'a,•anguardia, e ancor in meno capirono che una ri– voluzione nel campo dell'arte, accan10 al rinno,•amento so– ciale e industriale, significa- ì':1el1~ft:~f:,nc':;i~~ia_1~0~~e~ preservava la socicta dalla squallida dominazione del tecnicismo. Le stra,aganzc, le follie, 1alvolla, degli uomini delle a,,anguardie ci .rese_ro. fuo– mo spirituale, 11 mclu!Jsmo distruttivo, corrosivo di D~<la nascondeva la possibililà del– la preghiera; e Jean Arp, a:1- che al 1empo in cui Hugo ~~~I~ ~~~;~:a;r d:b~~:l Ycl~ taire avvolto m mantelli di lamiéra, era animato d~. spi– rito profondamente rehg1oso. Perfino Ma,:: Emst, negatore di ogni credo religioso, nella sua accanita repulsa dimo– ~tra una profondità di sen– tire che è molto vicina alla fede. Più di recente, fra que· sli due artisti, durante un soggiorno di Arp nella casa di campagna di Max Ernst, per tre giorni l'oggetto della loro conversazione fu la fede. E posso testimoniare che dt * di 1'IA.URO INNOCJENTI rado ho inteso più alta af– fermazione di spiritualità, più profonda professione di fede, anche nelle parole di chi quella tede negava e allon– tanav.i con pervicacia. Avanguardia quindi non è sinonimo di stramberia, di novità a tulli i costi. Diciamo piuttosto che avan– guardia ha significato ricer– ca di nuovi mezzi e~pressivi, adatti ad e!>ercilare su 11a realtà quella pre~a concrela che il ~nicismo e l'indu– strialiaazionc mè.\•ano al– lentato. Ci si può domandare se di neces!>ità un rinnovamento dell'arte doveva portare ad una rivoluzione, come quella cui abbiamo assistito nei decenni tra la fine del secolo p.:u,sato e il principio di que– sto nostro, con~idcrando che anche in altre epoche l'arte si è evoluta ma senza le scos– se e i rivolgimcnli che han– no caralleriuato questo no- stro. • Giotto fu un innovatore, e Masaccio, cosi il manierismo del primo cinquecento. Ma non si deve dimenticare che la civiltà,. in quei tempi non traversò una crisi di o!'dine ideologico e sociale quale noi abbiamo subilo, drammati– ca, sconvolgente, profonda. Nel passaggio da ciascuna di quelle epoche alla see:uentc si salvò l'uomo, che nmase, integro, al centro del creato. La nostra epoca ha crealo un uomo nuovo, in qualche modo ha incarnato l'insegna– memo di San Paolo: " bi– sogna che questo nostro cor– po corrnttil?ile si rivesta di incormuibihlà ». Cominciamo, quindi, a considerare le ~ì~~~~~ii\t~ti~:c~ff 1~ ~~= ment.anec, come movimenti di rinnovamento e non di di– struzione. Oggi viviamo, è indubbio, un'epoca nuova, in un mon– do nel quale il rapporto tra l'uomo e la realtà, trova spie– gazione soltanto su un piano ~pirituale. Abituiamoci a credere, pur tra le molte contraddizioni, che la nostra epoca è forse la migliore tra le molte che l'han– no preceduta. Un mondo nel quale la realtà non è sol– tao10 la prova deij'essere, ma che nasconde affascinanti sorprese. Per ritrovarlo, per riconoscerlo, per ricrearlo, questo mondo, abbiamo do– vuto disLruggcre, sradicare, tante abitudini tenaci: ab– biamo dovuto ridere di tan– le cose considerate sante e inviolabili, sbeffeggiare "no– bili sentimenti " abbattere idoli dorali e immoti; abbia– mo dovuto accettare e ren– der valido sul piano ope– rante, quel che le avanguar– die hanno fatto: le avan– guardie che si son sussegui– te distrutlrici come onde di un maremoto, per un quar– to di secolo, sulla nostra ci– vihà, prendendo denomina– zioni diverse, nei diversi pae– si. ma comunque tulle so– spinte dalla medesima for– za centrifuga e centripeta al tempo stesso. Sarebbe stato utile, al fine di una maggiore chiarezza, fare uno schema figuralo della sequenza dei movi– menti d'arte in Europa, dal 1906 al 1925. Ma in questa sede è assai difficile, per cui ci limiteremo ad un elenco, chiaro per quanto possibile. 11 leuore interessato, da que– ste indicazionl potrà tirar fuori un grafico, che gli da– rà un'idea esatta della cro– nologia delJc scuole è dei gruppi. Per necessità di lettura ci dovremo limitare questa vol– ta ad un puro schema, ri– mandando ai prossimi nu- meri, via via che dei vari movimenti parleremo, un di– scorso informativo e iliu– strativo. Le grandi matrici dalle quali sono scaturite le di– verse tendenze dell'arte sono state tre: ll P.ost-imvrcssio– smo, i Fauves, e il Simbo– lismo; dal Post-impressioni– smo è nato il Futurismo nel 1909, dai Fattves il Cubismo nel 1906, dal Simbolismo è nato l'Espressionismo nel 1910. Dal Fut1~ris111-0 (Umberto Boccioni, Gioo Severini, Rus– solo, G. Balla) derivano il Simultauismo nel 1911 (Um– berto Boccioni, Robcrt Delau– nay, Otto von Rees, Sonia Terk); la Scuola Metafisica nel 1918 (Carlo Carrà, Gior– gio De Chirico); il Neo-clas• sicismo nel 1918-1919 (Pablo Picasso, Gino Severini, Mct- zinrS:{• ct 1 fs~!r;:, 0 ( ~Xit~lJ~s- so, Giorgio Braque, Juan Gris, Albert Gleizi.!S. Je.an Mctzingcr, Francis Picabia) è derivato l'@r[tsmo nél 1912 (Robert Delaunay, Francois Kupka); il Neoplasticimo nel 1915 (B. van der Lcck, Piet Mondrian, Thco van g~~t~fo n~in191lc(IFJ~ncf~ Picabia, Jean Arp, Max Ernst. Man Ray, Haussmann), il Suprematismo nel 1918 (Ca– simir Malevitch, Rodschenko, El Lissitzky); il Neoclassici– smo francese nel 1918 (Pablo Picasso, Jean Mctzinger); il Post-cubismo nel 1914(Archi– penco, Survage, Fcmand .Le– ger, Hcllesen,. Lipchit'.t, Co- j~a~~b~i!ra~u:~atcfege~~~~~ la, la fucina più incande• scenle e dai gruppi nati dal cubismo, che abbiamo ora citati, altri ne derivarono e precisamcnie: dal Neoplasti- fJis'10(1·h1;!lei~~ntDotb~rg"e! Rietveld}; dal Supremati.Hno il Costruttivismo nel 1918-1919, (Tatlin, Gabo, Peri, Moholi– Negy); dal Post-cubismo il Purismo nel 1917-1918(Hzen- . fant, Jeanneret); dal Dadai– smo il Su.rrealismo nel 1923 (Jcan Arp, Max Ernst, Mirò); d;il NCQclassismo il Nè0/o- 111smo. L'altra grande sorgcnle dell'arte moderna fu lo Espressio11ismo, come abbia– mo già detto in principio, cbe presto si suddivise in du~ branche: Espressionismo n-01t figurativo (Kandinsy e Klee) e Espressionismo fi~ f:!urativo (Mare, Chagall. Maldzahn). Dalla prima di queste due tendenze dello Espressionismo ebbe origine il movimento Merz wul " I » nel 1921 (Kurf Schwitters, Bonset) e dalla seconda il Verismo . nel 1917 (Georges Grosz, Dix, Schulz). Queste le vere avanguardie dell'arte moderna, quelle che hanno esercitato una [unzio– ne rinnovatrice e profonda– mente spirituale nell'arte e di conseguenza nella socie– tà. Altre potremmo citar:ie, ma che non hanno avuto una funzione primaria, come ad esempio il Compressioni– smo (1922} di Baumcister e Schlcmmer, senza contare le diverse scuole che dopo il 1930 ovunque in Europa e in America, si sono alterna– te dichiarando programmi, e definendo scelte: ma hanno operato nell'ordine estetico, sono state quindi conseguen– ze di minore importanza, non for,:c formative e direttive. 1 gruppi dell'arte figurati– va hanno esercitato una pre– cisa pressione anche sulla letteratura, e molto spesso, parlando di questi ci verrà il richiamo a tendenze e a scuole poeLiche che in quel– la direzione hanno operato in Italia e .in Europa. La storia di questi movimenti è la storia della formazi..me del secolo ventesimo, la storia dell'evoluzione della nostra società. Ci troveremo a rac– contare aneddoti, e avveni– menti, gli uni e gli altri e le reazioni che hanno susci– tate nel loro tempo, saran– no lo specchio della società, la loro avventura sarà la cronaca di un'epoca ricca e appassionata. Ma se pure questa storia rappresenti un felice ing·res– so nella letteratura di un particolare genere satirico, in realtà è qui pure il suo limite, poiché la figura del protagonista, via via che procede l'azione, si mostra legata ai caraueri esasperati più consoni alla macchieua che al personaggio di un romanzo, a scapito di una più cd'mplcssa umanità. Ciò appare cvidenle soprattutto nella figura dello Sbarbato, mentre più riuscite sono le figure marginali, appunto perché il loro essere mli at– tenu:i una cerla carenza in– teriore e la tipizzazione non nuoce, anzi dà scioltezza e coloritura al raccon10. Così il padre severo che nascon– de sotto b verbosa autorità una propria debolezza di impiegato e gli intrighi in- I 1essu1i a danno della ditta, la madre querula e vacua, i fatui compagni di scuola. i ragazzetti corrolli della stra– da. Soprattutto la figura del Mangia sembra essere la più riuscita: una certa pensosa maturità pur nella sua cor– ruzione, un vero attacca– ft!Cnt? ai vecchi _dissoluli ge– n!ton, un tentativo, se pure distorto, di inserirsi nella società lavorativa, danno a questo personaggio una di– mensione umana di cui è invece privo lo Sbarbato. Domenica 9 ·luglio 1961 UN POETA DIALETTALE Vittorio Clemen odell'anima abruzze * tli C.tlSJJllltO FAIIIJTll I N quarant'anni di attività \'inorio ~lem.C:nl_ch.a ri.uniU? solo alcuni titoli. I suoi pnm1 vcrM sono m lingua. gh ahri nel .suo dialetto abruuc.sc • Pnme canwm • e del 1924. " Madonne addolorate• dal 1925: Fin .da fues:~ sue poesie è fuori della s1i:3da comun_c .11 poc11 aia etta 1~ nùn accoglie la catcgori:. d1 una. ~-ia popolare !) popo. ~~~ffiia"cJt:i·~~ifa~~~di~~a11uac innt~,z-~~'ìgi~anf: ~.1~~ rct},!lcal.925 \a ~ua bil,lioi:rahca di poeta tace. _Dopo ~n lungo sallo esce il suo !-ludi~. " ~I S9nctto. del Belh • ( 194-). Questo la,·t>ro ci procura un tnd1caz1one: il poeta ha pr1:50 ~~lacs:u~e a~?~~r~md 1 caun~oc~rr::r~i~. ~ti.s~~ 0 é :1~r~o~u~°n/~~~~ pcd;i~~cap:r::a r~~:raufi~~a o!r q~~!a deeei:nio, ceco al~rsi di nuo1-o il canto di Clemen.tc. " S~IC?Cch11'" • ( 1948) e la raccolla di sonelli, in cui e p1.u sens1b1lmcn1e _co,:icre~to senc;o lirico della poe.:.ia in drnlell!). La. ~ua 1sp1raz1_o!1e . cosi radicata che non manchera d1 raggiungere verue1 si– curi il primo dei qual.i e il pocmc.tto ~ Acqua de magge • (19Si}. Non per riempir~ dello. pa_gmc Clem~nte uni~ lfl: quSt(? lii,~ ~n grupf>? d1 sonetti d1 • ~locch1~e •'.·e ai altn nuovi senili success1vamen1e ad ess,, co~ 11 ..aolo • Lu sangue». L'im,icmc delle liriche che preccac,r,o 11 ~met_to tcslimoniano di una line:J poel_ica fin dal_ suo pnnc1~10. Essa far'.i rilc, are delle indecisioni csprc~s1,-c e delle m– cer1e7.ze formali. pero non manca di puntnre a un rag- giu1~fi:ii:tl0 <c,c~!~\h~3nno tutt\ un legame j,pirali1-o, (IUindi contengono gia un accordo linea che &ar.? reso sii:ifomco in "Acqua dc maJge •· Anche il motivo centrale ma_111fes1a una sua pcrcnnit;\ della pocsia di Clemcr.l~. p poela e a1tra1to e an•into alla uatura e alle sue mcrav12he. , lr /erre mc se 1è forte abbracciate. - _me nàz.z.ede, me cante.. e ,• duven,– te - na creature che s'e cc;lecate - 11:;me alle mamme se, ttato c11111e11te ». Il poeta si sente abbracciare da_lla terra, essa lo culla, Io incanta con il !>UOcanto, cosi e tornato creatura in grembo alla madre. Ques10 è :1 punto focale della p~ia cbmentiana. Così ~~~ \riad~~~!~icn~in.~ i dfi~ri c~~~er~r c~~i;t~~~n~::nb~~~tg \'OCi con le :,tcllc, ora pare che rida e che pianga come fo.!i.!IC un essere \ ivenie. Le mc~a,·iglie cie!J'alba montana .si ri\'clano. con un'aria odorante d1 mcnla e di limo, che chia– ma le rose. Il rosaio si è cosi a\'·dlato d'una luce d'oro, a un sonio mi~terioso le rose sono scoppiate bianche e rosse a centinaia. Le ragazze sono spesso soggetti della poesia di Clemente, fanno parte viva del suo amoroso incanto. Nei due sonclli, « Gh sclocchite • (i papa,·cri) e "Le can- :~a~nac i r~nr~h~c~!rcl~~::i~r;a~(':~tr!"\t~~~t~ri:!i~c:gi~~d~ 0 locri e odori. La loro fatica ha un altro fine, da nulla però si manifesta. Dietro i continui canti ardenli l'aria fiorisce di gigli, maggio ride <: splende di più luce. Tullo e godimcnlo nella na1ura. Anche in " L'estate• il campo di grano pare per essere incendiato (avvampate), tanto for1e e il caldo e t.tnto ferma è l'immob:lità delle spichc Ma ceco rom– persi e tramutarsi in fostoso IT'omento qucsla atmosfera ossessionante. " Na S?10Va1te che te' lu .!>Ole ardente - deri– tre agli 11occhie e alla carne, scamiciate, - a gambe nude, se 11c va c1111tente - tra fu grane cantènte: "Ecche l'Estate"•· C'è :stato un criltco, GiO\'anni Pischedda. che ha definito tra l'altro poesia :rnche panic.:1,quclb di Clemenle. lo penso che essa sia poesia umana con .:1ccen1idi gioia e presa in tulio il suo insieme d'un amore pure rcli~ioso non conCe:.– sionalmcn1c, con calore mistico. Que:,10 suo scntimcn10 è ~/;roillo~~~ai;/~~· 1 ti ar~~f~n~~lodcift!ri~°uadc:.Ct~i~~~~àso~ra~~=:.~ !~~~agc~.rc~°Lura~~~~~c~o~~~an°t~ i~Oll~~nc<:l~O 1 ;,t~ì!t d~ qu.:1le , i sono tennini e nomi. ma in scmo spirituale per un certo abbandono a un rilmo e a una tegola della crea– zione, come nlla pro\'Videnza che ci soprasta. Dalle perenni co111poncnti della pccsia di Clemente: na– tura-amore, gioia-1·cligiosi1à, misticismo-pro,,vidcnza. in una fu:,ionc artisticamente annon\ca è stato formalo il pocmet- 10 "Acqua dc .maggc ». (Per non poter trattenere un inciso di cronaca letteraria. debbo dire che di e.!.so non si sono acco1·1i i fomnici scrittori del clo ut cles, ma sohanlo qualche scrit tare che da solo vale quanto tu lii loro assieme: per primo P.P. Pa~olini. che vi ha dctlato un:i prefazione che può far tc:,to; Franco F'lnini che nel Menabò 11. 2, avrebbe imrn-cssionato i pocli che valgo11-0e clte contano ( ?) inclu– dendo "Acqua dc mag~e • tra le poesie migliori "in asso– luto• dcll'uhimo quind1ccnniQ ilahar.o; Giovanni Pischedda che vi hu dedicato una monografia, e qualche ahro). Clcmcnlc compone con una quarlina scorre\·ole un idil– lio, esso è impostato nel tempo della sua infanzia, ne segna la fine e ne r1pre un nuo,•o mondo. Vi\'O sul filo della mc– mori:i l'idillio ha una sua cnncrctizza2.ione sinfonica. La nalura non è più rc~a nella sua profondi1à. non più come m<;raviglin, splendore, incentro. è· e:,sa stessa \'ila, mondo, anima. lvi l'arte hn toccato il fondo della poesia idilliaca. La composizione ha per protagonisti il mese di maggio, l~ulor~cl~~n~g1~~ ~ir-~;l~cs~oc~~1~·re'.a cifi~ggegi:ro~~~ ;n~i~s: come rubini. li fanciullo è anch'esso protagonisla di primo piano, oltre che poeta che canta se stesso riportalo a quel determinalo momcnlo. Egli venne sorpreso davanti a un r! 1 1i~goe~~~i~c';e 1 : i~~e,~ in~~~iav~~~~ 1 ~a ech~s~~oir!~ l:::,,~'éi;~;lr~1~~,~~h?1 u~ ~'~,al~r:Ztb~a leda ce~~~ce?ocMp ~ ~~i l111011c! 11. E. da qui l'id~IH~ spiega le ali. Prima che il ragaz– zo avesse 11 tempo d1 dire una parola, poiché non s'ac– corse delle due ragazze, queste gli saltarono al collo come due furie_: tul~i assiei:ne cascarono ira il trifoglio in fiore. La pnma Jmpress,ooe che ne provò fu questa: "Me parì de casca n/onne a nu mare - de lucia verde e rosee addo senteve - ride ride e vedeve u.occhie chiare - men– tre me sprufwmeve spruf11w1eve •. Nel trambusto dei corpi egli lìnisc~ sot~o un~ di q~elle dt!e belle ragazze, c!ella quale seno,,a gli occhi luccnh puntall su i suoi e la strena delle braccia. Dalla prima impressione che lo aveva fallo quasi mancare, ora entra una S€nsazione calda: "A me pari tucctl la carne vive, - liscia come le fronne de le rose, - quande pc lebberarmc l'abbraccive - ed essa m'ab– braccì come na spose - e me strignì chiil forte ... •. rid,n siq~~tl~~~r~n:g J!i c~~~6mci1:c~~orieia ss~~\i~cs~ibi~~~~~~ un bacio sulla bocca. P_oilutto, _come per magia, si trnmulò: "Da da lu.,1ghe ua vocia canterine - s'alzi a canttl quan'ére bel_le magge. - Tutt'ére luce, addure, cante e suone - pe qu1fe monne d'ore, tante belle ... •. La fine dell'infanzia era salutata da un canto lontano, un canto mitico svelatore di un ~ist~ro, in lode di m:\ggio. Per incanto sugeva un mon– do d1 viva luce, di odori, di canti. di suoni, 1anto bello. Il momen~o temporale e , fi~ico è remoto, sepolto, ma d~II<! memon_a, potcnz.."t.èell amma e della poesia che sa d1sp1~garla, nernca10, rievocato. Cosl esso ritorna ad ogni ~aggio con la visione di quelle due ragazze dcnlro la luce d1 un arcobaleno, con un sc>nso di nostalgia dolente ~on questo gioiello di poesia, come è stato definito: Vit4 ~ono C.lcmente a.oche se non impegna cri1icamen1e ancora 1 nos1n n«;>nmai peci? ciiffi.denti critici, dh•enia op:getto di una_ attenzione fatta d1 apprezzamento. P.P. Pasolini include f~~~~~ dtc~~oave~~11:~~gJ~nc"ocllCo~ti~~lo~~aal~e~~a if 0 :d:m~~f~ ~ffe~~~ "ch~r.s_c~:~'7:iem~'i;~~naa i~•,t~~!~~~ •~ ~ilj~i~iit1~~~ccl~~ nca, n~ll3. rm artica, dellé. n!)Stra 1radizionc lenerana, ché non è r1pet11ore dt formule e .n,,angatore di immagini...,. (Di :d~~~~~}.de magge • ora s1 Sia preparando una speciale J_ capolav~ri anche: se piccoli non si possono produrre a ntmo conl!nuo: •.T1cmpe dc sole e fiure» (1955) è molto lonta~o. da quals1as1 paragone con il poemetto. Tolta qual– che hr1ca (per me una sol~:.(' La bricce ») ques10 volu– metto è forma_to da ~ole ~ncctche. Sono impressioni, sfu– mature d1 .certi 1!,ioghie d1 certe ore, nel complesso niente altro che mdefimte puntesecche. Clem_enic .- non è una scoperta - è poeta non spon– tane~. 1. salti della sun bibliografia lo attestano. Si potreb– be nc~mmar<; Pascar_cll~ per la sua lc>nte-aa nel portare f~v~~~~~.~:a 0 ~/M~irf~ 3 n~11~a\~·te~~i~~~~ niclìt~ta~ d~i 1 v!~~ tic1\a•;i~g~:l~g~~p~ognnaJ·!';;v~ ~~o u~i°a'b~gz~~Se geaerico, ha la, sua ongme nella gente pchgna. la sua valle di nascita E_ una parlala lent_a, colori1a, calda nelle lunghe pause deÌ d1!<ic9rso.~on v~ direttamente al fatto, si 1rn11icnc sui con– torni, essi stessi lo compongono. du1~f1~~~~tr~u~~blto 0 ~iP~~;e·t1i d~ 1 ~e èun~i\c~~~~~i~·aJ~~ della sua .Pescara. Per Cle~e~1te _il discorso immediato l! troppo forte, .non può piec:.ip1tar~1 nell'eloquio. si rifà al tempo, costnusce con _la memor!a. deve seguire passaggi a gra_do a ~rado. In ciò lo sentiamo più vicino a Cesare De T1tta, gh vJ anche oltre e talvolta eccedendo . Il suo caf!tO ~opo la prova bruciata del lirisnÌo essen– ziale. con "T1e!"Tlp1ede_sole e fiure •, si alza solo nel poe– mello, nella distesa d1 l;'n motivo inserito in un suo cir• colo. Se " Acqua dc magg1e ~ è il suo ~infonico idillio "C<>n zune ad allegrie.~. ». (1960) è il suo concertato milo. C,e: mente scava nel_lamma profonda del suo popolo fa can ~~j 5 ~~ !~o~o~o~cl~~n~~e~i~~~• ricrea per lui la' lcggend;

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