La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 28 - 9 luglio 1961

LA FIERA . LETTERARI Anno XVI · N. 28 SETTIMANÀLE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 9 luglio 1961 SI PUBBLICA LA DOMENICA Fondalo da UMBERTOFRACCHIA * Dire!!o da DIEGO FABBRI QUESTO NUMERO L. 100 DIREZIONE. AMMINISTRAZIONE: Roma - Via del Corso. 303 - Tel. 687645 • Amminlst.razione Tel. 673015 - PUBBLICITA': Amministrazione. « LA FIERA LEl"f~RARJA r, - Via de.l Corao. 303 - Roma - TA.RU ,'b"A L. 150 a.J m.1U1metro - ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 - Semestre lire 2.150 Trimestre lire 1.100 - Estero: Annuo l!rf" 7.000 - Copia arretrata lire 150 Spedizione In conto corrente postale (Gruooo I I) • Conto corri-nte oostale oumero l/3t4. 28 ·Un'antologia e un saggio che mancavano * A spel i dell' ir(flazione Letteraria * Teatro traiico italiano Spunta un uovo "gene all'ombra della sessuolo I N poche zone. come in quella della nostra tra~ gedia. i luoghi comuni hanno pl'eso radice cosl salda. Esiziale fra tutti, l'opinione che la tragedia italiana non esista. che motivo di tale mancanza sia stata la schiavitl1 poli– ca e l'inguaribile ~celtici– smo del popolo italiano. che appunto perciò non avrebbe potuto coltivar~ questo genere di teatro, ne mai potrà coltivarlo. A nulla e valso citare. come qualcuno ha fallo. 1101.nie titoli. nel campo specifico. o riportarsi. per lo spirito tragico. all'lnfenio dant~– sco o al Giudizio della Si– stina: la citazione a~gra– vava il senso della povertà e il riferimento a Dante e a l\I ichelangelo. se non smussava le punte. era. per quanto riguardava il ~ram– rna. confessione preziosa. Ce lo ricorda Federico Doglio. in un volun~e a1~to– Iogico, Teatro 1rc1p1co 1ra– tin110. edito dal Guanda (1960). in cui con paziente sagaci:1 ha raccolto il m.e– f?lio della nostra trage~1~. nelle sue tappe essenziali. dalle origini all'età risor– j:!imcntale. Lo :-tudio in– troduttivo (ccutoscssanta· quattro pagine fitle. ac– compagnate da note) ree~ la data del 1958. ea è quasi la l'!sposta circostanziata alla tesi recentemente so– stenuta dal Chiaromonte. stando alla quale. dalla fi– ne del\'eta greca. si C avuto e poco teritro :t; ma ne C insieme la riprova, per quanto riguarda la. man– canza d'una tragedia mo– derna e il tentativo di ri– trovare un sentimento trn– iico. allraverso e il sensi> lucido della necessita dçlle cose e insieme della libertà dell'uomo>. Si trattava. per prima cosa. di fugare le tenebre dell'ignoranza. ripercor– rendo il lungo camm1no della t.ra~ eclia. dalle prime origini latine e dalle prime traE?edic e regolari :t in lin– gua~ sino al teatro della riforma caHolica o contro– riforma. alla tragedia ba– rocca. :::iilc dottrine e alle opere del Settecento. al Ri– sorgimento: si trattava an· che di corredare i risultati dell'indaµine con una scel– ta. che li chiarisse. L'una e l'altra cosa sono state fallé in nùmie:ra felice. Gli stadi orecedenti ave· vano limitato il campo a determinati periodi o. nel tracciare il panorama. ave– ,,ano perso di vista il n:1\0- re storico e sociale della tra~edia. il sun concreto sviluppo. Si sape,·a che a Seneca s· erano ri\·olti i nostri traJ?ici per un primo schemr1 dell'azione e tutto era parso risolversi nel– ]', orrore :t senechiano; si sapeva che l'ossequio alla antichità _e:reca aveva sor· retto .eli scrittori del Cin· quecento nell'espression~ dei temi contempora1.1e1. ma li aveva anche intimo· riti e respinti nell'enfasi. Si era anche accennato al– la parte che. nella struttu– ra e nel concetto della tra· ,ecdia. aveva avuto il dram· ma sacro; ma in .e:enerale questo elemento non ~io· cava in senso positivo. mentre si rilevava ma,eari efficiente nella trn~cdia di altri paesi (Spagna. lnJ?·hil· terra). Il Seicento era ~lato guardato con pieta: iJ S~t– tecento ria~s1mto n~I )laf– fei e nell'Alfiel'i (mqua– drato. com'era eius\o. il Metasta~io nel melodram– ma). Per citare l'esempio più famoso. l'onesto Ber– tana. iniziando il e:rosso panorama della tra,eedia. pur ricordando che l'Italia era stata prima a suscitare , le parve 11 ze e 1-e disusate forme• di questo ,eene· re. osserva che ,ill'ltalia , mancò la continuità. lo svi.tuppo. la caratteristica oriai11a-liui d'un teatro 1ra- 9ico nazionale :t. ~C ,e·li al: tri sopraggiunti. compresi il '.\'eri e il Croce. malgra· do alcune solitarie rivalu– tazioni. mutarono il ~iucli· zio d'insieme. Mancò l'af– fetto. in questi studi. Sola eccezione amorevPle. a tut– t'oggi. )Iario .'\pollonio. Sulla strada cli questo Wlico. sobbarcandosi alla rilettura di centinaia di testi. il Doglio non si e contentato di confermare * cli ,4.CHll.,LE FIOCCO l'origine senechiana della tra.e:edia. ma ha sottolinea– to l'innesto di essa sul tronco sacro medioevale e ha indicato le vie per le quali dalla cronac,1 si era passati al mito, dal mito alla storia e alla \e_e:genda. per tornare alla cronaca: e la funzione. che vi lrn ei-er– citalo 1a civiltà cattolica. l'impe~no etico, derivato da questo e ravvisalo pre– messa indispensabile della tragedia. Ne sono scaturiti nuovi giudizi: la vecchia Sofo11isba del 'frissino. considerata come un abor– to soporifero. ne esce ri· valutata (anche l'attributo di e regolare>. impostole dalla tradizione. conve– nietemente assestato): la Orazia dell'Aretino. troppo esaltata per la presenza di un Popolo giudicante. vi– vo d'una sola voce. C in quei.la sede e it riassunto idenle della ,rar,eclia colta dell'Umanesimo e del pri– mo classicismo•· suo e mo· 1111me11to massiccio>: l'ul– timo Cinquecento. riflesso di autori meno creduti dei classicisti. ma più finì. resi consape\'oli del ,·alare del– la vita e insieme sensibili all'inquietudine spirituale del tempo. sia pure nella forma al rovescio della fu· ga da questo; la Controri– forma. attraverso l'opera dei Gesuiti. strumento di ripresa e di diffusione del genere. F.', questa del tea– tro gesuitico, la parte più ori.einale e pregnante dell;i trattazione. La traiettoria, per cui. dalla fondazione dei vad collegi. sotto la spinta elci rinnovato fervore. la tra· geclia aggiunse ai temi mitologici. storici e no– \'ellislici i lemi clell'agio– .J?rafia ebraica e cristiana. è descritta qui, per la prima volta. con dovizia di particolari. cli nomi e di opere (a comlnciarc dHLla trilogia del Cllristus, dovu– ta al Tuccio. e dalla Ma· rian11a del Dolce). in un quadro icc1sticamente rias· sunlivo. E prende consi– stenza giustificata la per· suasione dell'innusso eser· citato dal teatro _eesuitico sul teatro barocco. non solo in Italia. ma dapper– tutlo in Europ Quindici drammi com· pon.e:ono l'antologia. E non mancano le scoperte: li Soldato di Angelo Leoni· co. tragedia. pressoch& ignorata e che. parlando di un fatto cli cronaca (l'in– fame calunnia d'un avven– turiero .respinto. ai danni d'una moglie fedele, e 1a stra_e:e di costei e del suo presunto amanle. da parte del 1i1arito). dà la so– bria trasposizione lettera– ria delle forme tragiche popolari: La peste di Mi– lcmo ciel. 1630 del Padre Benedetto Cinquanta, an– gosciosa rappresentazione un po' frammentaria del grande flagello. non ij?no– rat.a dal Manzoni. E alacri richiami al ruolo della commedia dell'arte nel più vasto ambito della trage– dia ( IL tradimento per l'onore del Cicognini), tut– tavia. a nostro avviso. insi– diata. perciò appunto. dalla meccanicità: ultimi lampi d'un'cpica popolare– sca molto ingenua nel d ram ma risorgimentale (Morie dei Fratelli Ban– diera di Vincenzo Bella– .e:ambi). Qualche stanchez· za o divario nel iiudizio estetico (l'Jppanda del– l'Alberi. qui riportata nei suoi cinque atti, in cui la azione. non sempre sorret– to da un verso vigoroso. tarda a stringersi. alcuni sentenziosi interventi di personaggi complementa– ri. certe insistenze del co– ro diventano involontaria– mente umoristici) non toccano la persuasiva or– ganicita della scelta e del criterio. che vi ha presie– duto. 1 ella prospettiva odierna lllJ/)Va luce acqui– stano anc~c le più note Reina di Stnia del Della Valle, Arislodcmo del de' Dottori. Merope elci r.Jaffei. Giovam1I cli Giscala del \'arano. Jì'!i.rra dell'Alfieri. Fra11cesca cla Rimi11i del Pellico. Ma soprattutto permane il convincente arco d'una parabola. che dall'Ecerinis del !\<lussato. ricavato da un cfrerato fatto di :,;toria contempora– nea e nuovamente tradotto con perspicuo stile da Li~ dia .Motta. va nl!'Arleldn ciel l\'ianzoni. poli ci.tremi cli una lotta elci bene e del male. conchiusa l'unn d,1!– la dannazione. !'nitra dalla salvezza. e eterno /alo del– ta persona :t. in cui sta e L'i.ntfmo senso della sto– ria. il fine della tranedia >, come scr~ve l'Ebel. citato dal Do.elio. Al cospetto di questa rassegna. s3rà difficile ne 1 LACONDIZIONE CULTURALE ITALIANA * l""o scritlo1•e disinlt~g•••tf IO * tli Ll.'CI.-\.M) l,Utl!!il Q UANDO ho fi11ito di leggere • Lo scriuore d!sintegrato ~ mi è parso elle la vista 1111 si /0S.)Ca!111~bbtata e che 1 quadri ..:he avevo intomo s11l/e pareti s1 fossero sfatti 11 1,1 cotori origmun, e I moli dei lihn 11eflo sca/Jale. tlt1Vc~11ll a mc aves.)ero scc1111biaro le loro lei/ere, 11111ta11dos1 1 1 pa!ole .)e 11 :.c; se11::,0.Era la suggestwne della le1t11ra c/1 qu~.)10. l!br_o che l'Auwrc 11ega.)Ìa 1111 pcm1plllct ma che 11elw ,I c1p1gl10 e 1 /i~;;,i~~ie:;: 0 cg~~~~'//i~ 0 ·• Gli acrobati" di Klee, G11i~lotti vuole dare, f//U/.)/ Ja .)/Illesi d1 que:.to .)t1gg10 sulla .)/(1,a– :.io11e delfG co11d1t.io11eleueraria ita~i'!1Ul. (Ma a pe11.)arc1 bene, 110 11 e già 1111_a prima co11tradd1:.to11~,cioè mi utto d1 ft!de i11 u11'11nrnagi11ei diM11tegrata qua11to s, yuole, ~11a~11111w: g111e, ttmtu che te s1 nCOIIO.)Co! Jd facolta_, _1I pote,e ,it .)/lg gcrire w1 vens1ero, di e.voc__are 1~11a e;omlrzzo11e. . . La premesse1 del saggio e 1111 wqwetante QI/C.)tfo d\ at111a– litti: si chrebhe che il giomalislll abbia de..<;flU0dal MIO_ le!argo_ il critico /etferario fJet' mdurlo a co11si~lerare con occhi ~1vers1 gli <l.\f)etfi della re,iltti cl.te nve,,a re.g!slrato: _ed ecco ~I que– :.110: • Si .mrebbe /'(lggw11tll la t/1.)·111tegrnz1onedcli ,1to1110 :.l!IIZ<l q 11 ella dell'Uomo e q11esfll sen::.a quella dello Scnttore~ Ov1mre /<1 cnsi della Le1te1ull~ra. è swra 11 11rod1;omo di quella defln Socrelcl di Clii lt1 . .)Cf.).)IO!le '!11cleare JJII(?esse~c de(i 11 ira u,; simbolo? /.,,a Stona ed 11 L1.111:;1ia~g10 s1 COJ1d_1· zjo 11 a 11 o ,mcom o si s0110 fatal111e11tedw1s1 m 11110s1enfe scpaicto destino?». Da q 11 e.,ta i11111osta;.ioi1e l'Autore parte per 1111a.c/lla t111a· /1s11wzio11a/e per co11cllldere .alla fi11e, co,! lit/Cl smtesr ge.11e– rale, come dovo w1 ciclo d1alc1.t1c_D: Egf! r!provoue, pr,111a ili lei 111111i .)l/ggeSlll'aJ/IC//(C sagg1s11c1, l/ 111.tl~ /t CO/l 11110 . s110l– gi111c11tongorost1me11te storiogrn(ico e ~nll_co, fç, ~011d1z(o111: cul111rale de( 110s1ro Paese rifacendosi ai JJl'lllll segm dt .)·provi1tciafi:.zame1110 e tli cofloq11i europei <jella ."'?sira cul– tura, quando vent1 11~1ov_i vql1ca_vm10le Alp, e ft m1'.·od11ce- 1,a11011elle nostre reg10111:st cl11a111avm10, questi venti, mtlt1- ralis1110 fra11ce'ie, realismo vit~or~ano, psic(?logi•m.10 msso' e iiiil tardi, ,,cri.smo, 1mvr<;ss101~1s11.w, 11111Ver.)a/i.)1110; solo ruialche decennio dopo 11011tafum1 po1e11111ro co111mvpor're il {11turh1110, ma lfia Ka11di11'>kiicm1ccpiva l'astra1w,frmttu– J1W;;:ionedell'im11_1agine e. B~rro~ q11el/a delle not~; e presto rtridnfò il s11rreal1~mo: Cf rn1c!1111_de1111110,a11cor!1 nr 101, pur co,i alibi sco11ert1 • a postenorr •, ,,ef/ erme11s11!0, ve: _fa– 'Jciàrci voi tràfOl/!ere, tltllla cott/ (1.rn 011data w11vµrsaltst1ca · e dal ricco ma eq111vocato neoreull:ww,. J?CrJe11tare le strade_ del 11eoesperi11ie11talis1110 ed al'nJndcrc,, m{i1if!l pur co11 fa!:.1 susmltt di reacionc, dall'attuale imtJ1ohilis11~0; q11esto 11111110· (conllmrn--;- pagina 2) * ,e-are la continuità di svi· luppo, la sfaccettata te– matica e l'accento incon– fondibile della nostra tragedia. Resterà da chic· dersi per quale motivo queste prove siano cosi mal conosciute, E la ri– sposta non potrà . essere che una: nessun istituto in Italia ne ha mai curato o ne cara la rappresenta- tli E,\"IUCO E',-IL(IIJI zione. La storia dei nostri teatri stabili e eloquente' in proposito. Per quanto concerne la noslra età. la assenza di un teatro di stato è certamente alla ba– se del problema. Non csi· ste nemmeno ne,e-li Atenei. e dovrebbe esset'e loro compito. un bene inteso or– dinamento. che assicuri vitalità. al nostro patrimo– nio drammatico nello spet– tacolo. Il giorno. in cui un simile prodigio potesse av– verarsi. la rappresentazio– ne trionfale d'una tragedia manzoniana. come quella allestita recentemente da Gassmàn. non sarebbe pi\1 un• evento sorprendente e sporadico da segnarsi al– bo lnpillo, ma la sanzione naturale d'una tradizione riacquistata. Una vecchia immagine di H cmiugway senza barba e H r oserebbe mettere in dubbio che. e negli Sta Il LTniti, il \"Cntesimo seco– lo ha dimostrato di esser~ un periodo di muta!""~nu l>traordinanamente rap1d1 e rh·oluzionari, in fatto di at– teggiamento e componamen· 10 sessuale•? Non solo per– ché lo affermano R. ,\L Ycr– kes e G. W. Corner, prc~i– denti del Comitato per le ri– cerche :,ui problemi ~c~:.uali dal 1922 al '47 e dal '47 ad oggi. Ma perché, per es-,emc cerli lino alla nausea, b.l!-.ta a,crc qualche conoscc:nza di libri e gioinali, cinema e tea· tri, come semplici l.!IIOri e frequentatori, neppure da :,,pccialisti. E tanto basta per cs~cre anche persuasi che la trasformazione nel compor– tamenlo :,,es:.uale, non c-,scn– do rimas1a limitatn agli Stati Unili, 1cndc ormai dovunque a raggiungere e a sorpas'iare ceni estremi di nevrosi e di ferocia reputali fino a ieri im·allcabili e quasi incon– cepibili. Il triste rcnomeno fin dal suo primo manifestarsi ha attirato 1'a11cn.1ionc degli stu– diosi, sollecitandola a ricer– che e a sta1b1iche di rigoro:.a ma , ischio.sa formulazione e dcs1inadone medica, estensi– bile e uliliu,abilc anche ncl– l'ambi10 del settore sociale. Ma chi non ricorda, nol)u· ::olantc la sc,crita sc1en1ilica !>!.>condo la quale erano rego– late cd esamina1c tali ind.1- gim e tali refercn.i:e. a quan– te difficoltà e rcstri71oni do· ,cllcro esse sollostare. an· cora pochi decenni adJietro, nel caso sia dell'E!Jis e <.ia del Freud. a,anti di poter essere pubblicale e diffuse? E chi non e al corrente del grandissimo successo, anche ediloriale, conscgu110 imccz dal famoso Rapporto K111.)ey sul compor1amen10 sessuale, non appena fu reso di pub– blico dominio. Tanto quello sull'uomo quanto qu•~llosulla -----------------------------------------. donna sono ::.tali editi in l1a- 1ia dal Bompiani e continu.1• no ad essere ristamoati. d: anno in anno, alla stregua dt un OUO\'O \/angelo. U.\'.\ SOTIZIA CHI.:: I.I.\ ~CO:\l\"OLTO IL 1\IONDO * Hem,ingway è morto D'allronde • mai, 11ella SIO· na, il contrasto f1a la r..:gi· slrazionc :,,cicntifico-biolo1t:ica dei dali di fatto e \'e5ir;enza di una regolamentazione :,,O· ctalc del comportamento 5.!S· suale è aprarso cosi i.:,•identc (garan1iscc Ht:lmul Schd:.kv in Il se.,;.)o e la soc1etQ: Gar– zan1i, 1960) come nei dsuilat! E RNEST Heming\\3\' si è anni or 5ono Alfrc•d Ka1.in - most1ar:,,i supi.:riore alle cott- gway all'origine della :,,ua ,,o- e negli intenti dei Rapport~ ucciso, la malti'l::i di ri\'clano l'allontanamcnlo del- tingc1m.:. dimo5trare cor,1g- ca1ione, in un mondo che Kinsey, pubblicati negli Stati domenica 2 luglio fui- la letteratura =imcric~111::i da gio, sprcuo di:] pericolo, cere-a di ca:,,tran: in 1ui Uniti•; 1an10 e ,.!ro che: miuato <lai proic1tilc ddl'al"• llcn-iingwa,· "· Solo da 1~0..:0, prendere la vita t.omc un l'uomo? Doh:vn ribi;:IJ.1r:.1, perduto il loro car-1llcrc di ma da luoco che stava pu• ma non pote\ 1 a C!>Sereallri- gioco atlidando:,,i e:,,dusl\:1- dicendo la verilà. resistemlo « assoluta inrimita pn,·ata •. lendo nella sua casa di Kat- mcnli con.sidcr:rndo il ·.•isto~o mente a se :.tesso.• 11 suoi al ~offocamcn10, facendosi :.u- sono di,,enuti, in con:segul!'n- ~~:~\cm~~li;lc~!10~na D~,1~~~~ :u·;~.~~ .. ~~cÌ1edh~ 1; 1 1,:i'i! 11 t s~-~~~ ì:·~~·a ~\·~~i~l~Z~~. s~ ~~r~~I~ rir;~r~~ia 0 ~.;~;•am~'ll~cld~~;;~ !au:~::,~ cc1~r1n~o~~~~!~.i~~ 1 i~ psichiatrica, nella quale era evidente quelrallontanamen- umana nulla può contro il pili folle e genuino. os:.ia fa- ,·ersale • e abbbognano di f~atoscri~~~:.~d!v!e~rtc;~;fc~,~ ·}~;.:,,~~7 0 q~~~:t~ ch;il;n 1 ~ 1 ~t•stÌ ~~~~;n:u~~ ~n~::p;e a~~~~~~ ccndo, della sua ,•ita, arte. ~ft:t': ;~~~~:~,a~:{e E~l;l~~; deciso di tormll'c nl suo si,ort lottorc. Hcnlingway• rhn<11H:-te, (tj..ttta l'opera, òi Hcmin- ~i~~i~•~~~ J~f~arii\(!~IÌc a~Hì~ • !,piegazionc medica O pi-Il.O· preferito, 16~ cacci~. Stava per ~; ~~l~IOP~;~~~oa1~\~ ~.~~~ii~~: ri;·~~~; ci~fa «~~~ttit'Eti~~~ do, ogni pompa: c-'crcarc la logi~'lross~girt~!~cit~· cs~~- compiere . an111. te, il Ta,-wn barbuto e ri- :,,ola ,•ia di !'.,l'ampo: premier ruas:.ima scmplicita, i.:hc è ~~aiee <k~jj1 cs:,,cri umani. n6 ro~~idJ~ 1 1\~ ~0~1~~~dàfdi1ai~~~ ;~ 1 ~;c :e'~ 1 t·ii~~~:.~ci~a~!~~ii~ :~~:: i ~~\~~J° .. clt~ 1 1~~. èic~~~d~ ~~:.,~~ J~f~ 0 st~~ 11 ;c;1~~~~. li- ~~i 'd 1 ~\~c~~~!u~til~t~g~(~~~: ~!~ifi~~t c~:~~~ri r:~:;~~~~ ;~,:.~,~'l,c,o~n"c,'o'~~c;o~,,",tn· ',"rpioco .'ai, 0 ,~iot_~~~: ~~1,~~~a :~ni~tic~\'i~~~~~!'.a, l~i; belfoj~lfl~:~:W·u~h~e~~j~~g,~~;. ~f{i:~:i~t~~r: 1 ~;: 1 ~1~ a~!E della morte di Hemin~w;1v "' ... ~ :~~!t 11 ~ 0 ~~cc~1onvi~l~~1.:lk~\; brulo del pensiero, i! a5solu- temporanea•. dal momento non sono chiare e che 1110)10 All'origine dd suo ;,cn:-;icro pili vita: do,·e c'è la ~ucrm tamcntc falsa: pochi scnltori che questi fcnomcm, • e non probabilmente :.ar~\ 1cnuHt c'è una :-;fiducia totale nella c'è più rischio, più ~ioco. hanno :.cntito come lui la re- più che sintomi. d1 un distor- un'inchiesia. La ,·.::rsione del società, nel mondo. L'indi\'i- E la naturn è l'ullima libcrtfl. ;;ponsabilità del meHicrc, to :.cnso dei \'alod•. che •per- suicidio, macab1am!,"!nl~ Pii.! duo è :,,olo. In una 50cicrà Dopo Thorenu non c'era stato hanno tanto la,·orato per 01- \'ade il no5tro pensiero socia- suggesth•a, e coperta nei che pare· sia preoccupa:a sol- :,,crillore an,c,icano pili fedele tenere I'• arte aut~ntica ,., le. inlorma di se ogni no:.tra commenti della :.tampa dalla tanto di schiacciare l'indi\'i- alla nntura. ai :,uoi dimi e ai quella che egli cercò :.in da· azione e ci toglie con ·me10- \ICl'~ioncdell'incidente latalc, duo. cmtui può resistere ~o/o :.uoi colori, più allento nel gli anni Jctrapprendistalo dica progressione la possihi• che oltrclullo dc\·c ri:,pclt,"\I'<! mantenendo la propria pPr- :,egnarc i minuti rarticoJlc1ri giornalistico, che tro\'ò e pe1·- lita di comporlarci Ja ..::ssed il mito occidentale dcll'incon- sonali1à. L'eroe di Hcmm- .della vita naturale. delle e ritro,•ò. di libro in li- umani :t, (Cfr. K. Wall..cr • P. ciliabilità della fama e della gwav è colui cui ne fanno bro, lungo tutta la sua \'ita Flctcher: Sesso e società: fortuna clamornsa con il dc• lii tlltii i colori, è la vittima. Come si poten, saharc lo • tumultuante, fuggiasca. !\fondatori. 1961). siderio di [a.da finita. Se Per resistere, egli deve cii- scrillorc, :,;i chiese llemin- * Ma • la vittoria del si:,tcm·a 1 ~\~':~urcri~a~~cce~~ 1 1.~ 1~~ 0~~~: .----------------------------------------- che sn1'à di un m o Il d o che pare sappia ~ voglia cre– dere solo al successo? La \'Cl'· sionc del • 1ragico incidente• blocca e :,,pci;ne il q11c:,1to pericoloso. Lfl notizia della morte. co– munque avvcnula, sia facen– do il giro del mondo. Hc– mingway è lo scrittore forse più lctlo. piu noto. Il Pre– mio Nobel, che gli \'Cnnc as– segnato nd '54. dopo /I 1•ec– d110 e il mare, non scrvl che a sanzionare una fama in– ternazionale gfa dcct\::lata da milioni di lcllori di lmte le lingue. l giorn::ili riponano e com– mentano la sua biog1aha e la sua bibliografia: inu,ilc ri– peterle. E' altre:,ì noussimo che Hemingway suggestionò con la sua vita e più con il suo s t i I e centinaia di scriuori, amcdCéHli e non americani. Da noi. un Vilto– rini e un Pavc:,e si :.ano • trovai i» lcggend::>e tmdu– ccndo i suoi libri negli annt del noslro medioevo moder– no. La sua inOuénza e giun1a fino a questo Jupogui;:rra. Molti giovani sono ripartili da lui. 11 suo stile e la su;1 brnvui-a tecnica :.egu1tarono ad esercitare un'at1rntt1va magnetica, anche dopo che era e:.aurito il suo valore di testimonianza. In lui, giunse infalli all'apk~ e si bruciò la concezione che del– l'arte e della società e della vita ebbe la « generazione bruciala "· Gia dopo il Tren– ta, m Am~rica, ci :.i venne accorgendo che il wrandc ro– manlico, il byroniano, l'uomo che, come è :.tato scntto, • non di,•cnne mai adulto o, per lo meno, non lo ammise mai •, il colossale • 10• av- - \enturoso e insaziabile d'e· spe1icnza, era la suprema C$pressione del ,succedersi degli eventi del dopo~ucrrn, ma non rapprcsen1ava un ponte ,,erso il futuro. Se– guendo l'idolo dorato. ci si sattbbc :,,marriti in un vi– colo Cieco, • L 1 in1ercsse per i pili vasti problemi ddla so– cietà .e la con-vinzionc che ncs:,,un uomo Csolo - :.cri:,,~c Jl)) Jl l-ì\ Jb\:. li O JUJJl'i:JL,JL,' A\ PPA\ Jbl:.TA\TO * I I rabdomanti della mediocrità D A quanto tempo mi si è affacciala in mente quc– s1a dclinizionc! Tutte le \'oltc che qualche atlcil'.gia– mcnlo della critica scmbr:na * fissarsi nello scopri1·e e ban- dcscri11ivi. per esempio al– dire, soddisfatta, ceni autori cuni scorci di ritratti fisici e valori nei quali non potC\'O femminili che, dopo i saggi fare a meno di riconoscere, · corri:,ponclenti offerti da Bac• invece, quel 1imi1e di l'f'!Cdio· ~~1~gfa~!~ 0 ~ 0 ~ 1 d~~e 11 i!c~iltt/~: ~~~~~Pfjc Cl~~~~n siiu~c~:'~ss! trnppo più scoloriti e troppo -moslrare tanto compiacimcn- meno rilevati: un Serantini 10. E non alludo alla critica che solo pili tardi riuscir:\ a meno responsabile e meno qualche cosa di più raro e autorc,•olc; alludo im•cce :.)la proprio. e che per allora ap– pit, ,q'ualific'a1t1e utlìcialc, a pare limitato a qualità e at– quclla che, in apparenza. ri- titudini che non <n>reisapulo suita impegnata a ri\'clarc e definire meglio che oleo~ra– prpporrc quanto di meglio e fiche). Già, llllO dei difetti di pit• i-aro venga espresso pili comuni all'nrgomcnlnzio– auravcrso la leqeratura. 1n ne critica nella media del caso contrari'o, quando ~i suo 111e1oclo pmtico illustra– tratti di cbi rifletta condi· tivo, è quello della scarsa 1.ioni e ambienti cli pili ri,- elasticità e ampiez:.zndi l'ifc– strcua provinciali1à, o un U- ' rimenti companitivi; il di- ~ vcllp d.i particol:1fe inespe- scorso. semb1-a richiudersi fra rienza. è imttilc' h-npegnnrsi pareti che lo riparino dai a indi\'iduare e generalizzare, 1 contatti più ,•h•i. da un suo 'fino al possibfl,c ·'cOnsenlitO, articolarsi possibile nel pri– vjii e 1 difetti del c'ri(ico: per- ma e nel poi, nel lontano ché saranno in qualche'· mi- e nel , 1 icino: un'opera singola sui-a scmpxc scusabili. l rab- cade di solito, in lal modo. domanti dclln mediocrità sa- in una specie di spazio vuolo. ranno dunque, a un dato mo- e si intende troppo bene che mento, Pancrazi o Cecchi o qui io non im·oco di certo, Dc Robertis o Bo ·o Macrl o n riempirlo. l'uso di formule Anceschi o Falqui o altri che cd c1ichette del tutto su– rappresentino Una tradiiiònc pcrrìciali, e che costituiscono o una tendenza, una respon- invece una notevole parte del sabilità particolare di indica• bagaglio strumentale della zione o una inclinazione sin 4 critica. Alla quale non si tomalica e rapprcsentaliva ·di , uolc qui rinno\'are le ob– un clima, di una a1mosfcra biezioni facili e scontate di entro i quali i valori che fi- una polemica abusata, di un niscono per occupa'rc la scena ribellismo romantico e prc• risultino di ·quella propor- ' sumcn1c una sua E?Cnialità zione; di quel' rilievo piul- creatirn, ad umiliazione di 1osto che di proporzione e una atti\'ità sterile ed antite– rilievo di altro genere. Quel tica; qui vorrei cogliere qua– Pancrazi che a 'un ce1·to mo- si i limiti 1ìsiologici cd umo– mento si ancora alla fonnula i-ali, le fatali cadute· interne, indicativa e rh 1 elatrice di le con1racldi1ioni fra l'entità qualche • scrittore che sa e il livello dei principi pro– scr.iVère• (e sarà magari Se:. fessa ti. e la mcèliocrit!l. effct– ramini, di cui si citano tratti Liva delle i:,tanzc pratiche. dei pratici riconoscimen1i di valon:. E polrei dire allora. u5,ando di una buona me– moria cronistica, che risale ormai alle origini di quanto ~i può oggi qualificare come letteratura contemporanea. che, cli tempo in tempo. an– che la critica pili esigente si concede la \'acanza del più facile e indulgenle ricono:-ci– mcnto .. fino al punto da du– scire irriconoscibile. Così. quando riscontrai che perfino Dc Robertis a\'C\'a cOn\'a\i– dato il successo cli un libro i~bi~ "io~~~artru~~~na s 11 cp~: tra1tcncrmi eia un moto di s1upore e di irl'ita1.ione. Le leggerezze degli uomini che professano. l'abito della gra– viti, sono qunnto di più fau10 e scnndaloso !-i possa dare. Cosi pure le tante smaglia– nll'c della pili orgogoil!-a cri– tica crmclica sono tali da indurre a considerare lino in tondo qu:ile peso e con:.i– stenza :ibbiano nel un tempo i suoi riconoscimenti pili nm– biziosi e più alti; e infatti. nd avere un 1>oco pili di tempo dn perdere, il li::.ul– tato di raie scandaglio l"iu– :,cirebbe di certo istruttivo e... distru1tivo di tanta parie di quello zelo e di quella indu– stria. Leone Piccioni scris:,,e un giorno che De Robertis può essere ritenuto infallibile, e unico. se bene ricordiamo, nCI possesso di tale privile– gio; è abbastanza chiaro quali conseguenze possa por– tare, nella vita concrcla della ditica e della letteratura, una è:onvìllt.ibnc come quella: sin– tonrn-tica di qualcha cos"ache non si limita ocrto a pun- 1 tualizzan.i in quella tanatica asserzione, ma che imcstc cd informa tutto l'abito morale cd intellcttualc di chi la pro– fessa. Mi pare di vedere, a questo pun10, la delicata epi– dermide di qualcuno vibrare di disagio e di irritazione al mio costante l'iferimcnto a nomi e fatti precisi; ma guai a chi moraleggia .istrnt1a- 111ente,salvo che non diballa di proposito motivi teorici e a,1ra11i dì loro natura. Vo– i;lio ricordare un particolare .iccadutomi e che po11-ariu– scire p~rsunsh•o di quanto mi premetto di affermare. Un giorno. durante l'ultima guerra, mi trova,o ad ascol– lclre un discorso di Pio Xl I. che \'Cniva 11-asmessoper ra– dio; ero in un locnlc pub– blico e vicino a me si 1ro– va,a, ugualmente intento a qucll'a:,,collo. un ufficiale del nostro ·csc,·cito, un capitano o un maggiore; assentiva si– lenziosamente, col capo, ai punti più vibrati del discorso che, per chi sapesse minima– mente intendere. condannava la politica e la guerra con– dolle dalle potemc dcll'A,;.se Roma-Berlino: i riferimenti ci-ano suflicientemetne chiari per non nutrire il minimo dubbio al riguardo. Ma il Pontefice non foce, a alcun nome; e per Questo accadde che l'ufficiale che mi s1a,•a accanto, rompendo finalmen- ~~cl~~~o cÌ;~ene~ ~~Cl~~r~:~· e che non poteva essere di~ \'ersnmente, che Pio Xl I si era pronunciato a favore del– l'Asse... Credo che l'ufficiale ~osss;_e\~1i~;rr~ 11 ;u~Ì~~n:ere~i~ e.rrorc: nel suo tra,•i<;amcn10. non ci ·sarebbe stato altro ·che un mezzo; cioé che il 'risultato di stupire utilmente (luell'ingenuo, che probabil· I I(-• (continua a pui:ina 2) di vita democrat1co (incalza Georgene H. Secward in Il sesso e l'orgamUJJz.ione so– ciale: Fcllrinelh, 1959) .;,ignifi– ca una nuo,·a definizione de– mocratica dei ruoli dei ~– si •, allo scopo di migliorare il rapporto Ira uomini e don– ne, nonché la loro utilità co– me individui. A tal fine, che coincide con il rilancio della riforma sessuale, Luigi De .\farchi (in Sesso e civtlta: Lalef7..a, 1939) imoca la ~ de– molizione dei pregiudizi ses– suofobici•· E· sua, infaui. la conia1ura del termine • ses– suofobia• •per indicare il ma– lanno in cui risiede la causa dello • scatenarsi delle ten– denze peggiori e più. crudeli che esislano nell'uomo: il militadsmo, il sadismo, il razzismo, le pcn,enioni ses– suali. il teppismo giovanile, l'omosessualità, i delilti sc.--s– suali. ed inoltre le delu:.iooni matrimoniali, la gelosia, i fi. gli illegittimi, la prost1tut.io – ne, i suicidi per dispiaceri amorosi. le psicopatie•• ~– celera: una ,era ira di Dio. {Cfr. Oc Rosa: Ctv1l1a callo– /tea. 6, maggio 1961). i\la non sposliamoci dal fi– siologico al sociologico. da.I clinico allo psicologico. Xon av,en1uriamoc1 a proporre giunte. varianti e correziGnt da inserire nei numerosi ca– pitoli che Francesco Saba Sardi ha dedicalo (in Sesso e mito: Sugar. 1960). alla sto– lia e ai 1es1idella lelleratura erotica. Oi!~i che dal M-1r– quis dc Sade ad Henn· .\til– Jer è tullo un rigoglioso. e lucroso. fiorire di traduzioni e interprelazioni intorno ai :.anioni cd ai filosofi dell'ero– tismo, spesso piuttos10 tetri. come Gerges Bata11lc31Jorchè lo mescola col senso della morte ( Ciro11s111e: nu:.. edi– tions de mmuil. 1951:JJ. In quanto alla giusta ,·alu- 1a1ione elica cd estetica da attribuire a questa fioritu– rn. converrà tener prcsemc la di!,amina di Alfred Simon su Le se:ce el l'icrn 1 a111 nel nu– mero unico dedicato a la sex,wlité dalla ri,•ista Espra nel no, embre del '60. Il bi– lancio è piuuos10 se\"er:, nel non incoraggiare la confusio– ne tra l'ancntura sessuale e il dramma dello spirito, non meno che nel distinl!uerc un Lawrcnce da un Miller. Di qucsli. tra poco, dopo Ple.ws e Ricrn.s e Nc.ms ( Longancsi). avremo anche Se.rns ( Longa– nesi ). nonche i due tremendi Tropici del Cancro e del Ca· pricoruo (Feltrindh): e_ già son cominciale le testimo– nianze a discarico, ir. vista dt complicazioni giudiziarie, data la scabro:.ità rude delle due opere, altro, e in circo– la1.ione dal 1~5-19.50. Ma per fortuna il parassita del Pa– radiso perduto (Einaudi, '60) resta personaggio. pur appar– tenendo allo stes:-o au101\?,da non confondere con la folla dei maniaci sosuali. Comun– que sarà meglio rim•iare il le11orc. che \'Oglia tarsi una cultura in mento all'e\'olu– zione nella Storta dc, cos1u- 11d sess11a/l, al saggio del Lcwinsohn (Sugar. 1959). che \'8 dalla Venere paleotica di Willcndorf alle .sex bombs di Broad\\ay e di Hollywood e ai bédés eprouvell~ (per i quali cfr. il saggio del Valen– sin sulla Feco11da::.1onearti– ficiale e nalurnfe della donna: Fcltrinelli. 1959). Tutta,·ia, sempre rimanen– do tra questionari orrendi e fialette sconsacrate, c'è da prender nota dell'affacciarsi poco meno che di un nuo\'O •genere» leuerario nell'area delle indagini e delle risul– lanze relati\'e alle inchieste mcdid1e. Nel caso partico– lare riguarda l'inchiesta scs– :,,uale corai;giosamcnte pro– mossa dal Kinsey, a1h-ontan– do e debellando scrupoli pu– ritani 1-ad1catissimi. Quale sarebbe il nuovo e genere» letterario? · Come ultima no, ità in ma– teria di e genere• letterario avevamo registrato la com– parizione di romanzi tratti dalla scenc~giatura di film, senza che l'esempio tornito da François D'Eaubonne con Les tncheurs (I bari: Lerici 1959) ci a\'eSse entus1asmatO o com•inlo, per la sommarie– ta del tulto esteriore con la quale la pagina cerca di sovrnpporsi e di sos1i1uirsi al fotogramma, a\'valendosi dello stesso dialogo e ricor– rendo a qualche :,utura sen– timenla[e tra scena e scena. Ma su segn::ila-zione di Gui– do Aristarco (nella Stamp,1 del IO maggio 1961)C ,mprag– giunta un'altra novita, M~m– pre a cavallo tra letteratura e cinematografia: costitutta da Quattro film di Bergman e da G/, spostati d.1 Artlmr Miller ( Einaudi. 1961), ossia dalla diretta pubblicazione

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