La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 27 - 2 luglio 1961

Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA Domenica 2 luglio 1961 LA POPOLA.':UT À INTERNAZIONALE DELL'EROE DEI DUE MONDI * Lincolnoffrìa Garibaldi un comandonel suo·esercito * cli .110.WAllD Il. illAlrRAlfO L 'EX-PRESIDENTE degli Stati Uniti Dwigllt D. Eisenho– wer, prima del termine del suo seco11do ma11dato al potere, fece 1111 proclama esortando tlltti gli americani n svolgere una serie di celebraz.io, 1i per commemorarff- il cenu.nario della Guerra Civile. Questa sembra una occas1011e appropriata per ricordare /'arteggiameuto di parecchi Go~ ver,;i europei verso la lotta che minacciò seriame11te l'unita degli Stati Uniti. L'ostilità degli inglesi e francesi - co11 poche eccezioni de.g11edi nota - alfe forze dell'Unione è molto nota agli sllldiosi - di storia americana. I due paesi nutrivano aperte simpatie ver la Confederazione e spera– vano che la guerra fi11isse con la caduta delle de111ocrc1- .::.1a d'oltremare. Ciò che 11011 è altreltanto 11oto è il vero e genuino inte– resse degli italiani, sia in Italia che negli Stati Uniti, alla ?::rie p1:t1a di~~~~~,:~i~n!'a~~t?J:,~ 01, 1 :~teriale e morale. of- Una scorsa ai maggiori giornali italiani del periodo del– la Guerra Civile dimostra chiaramente che gli ltalia11i s/111· patiu.ava110 con Liuco/11nei suoi sforzi per preservare l'Uuio– ne, 11011 solta11to perché vedevano i11 essi un'analogia co11 i loro stessi sforzi per f'1mifica:.io11epolitica del loro vaese, ma a11che perché erano convinti che la vera questione i11 ballo fosse quella di schiavitù contro democrazia. F111n.io- 11ari del Governo italiano, giornalisti, e scrittori erano i11sta11cabilinei loro sforzi per dimostrare agli italiani che la Confederazione degli Stati del Sud era in realtà in armi co11- tro la libertà in tulto U mondo. E' quindi facile renderci con· to perché gl'ltaliani offrirono appoggio materiale e morale a quelle for1,J!le cui mete erano la vittoria del Nord e la preservazione dell'Unione. . Gl'/talia11i manifestaro110 ,I loro i11reresse nel futuro de– gli Stati Uniti in molti modi. Nei primi aimi della Guerra Civile e d11ra11te il conflitto, 11wnerosi italiani si recarono presso le missioni diplomatiche a Torino e a Fire11:.e,e pres· so i ,iari co11solati americani nella Pemsola per offrirsi vo– lo/Ilari di sen,i:.io delle forze dell'Unione. Queste oflene divennero tanto 1111111erose che in alcune cittii fu 11ecessa– rio da parte dei rapprese11ta11ti diplomatici e CONSOiari america11i avvertire il pubblico attraverso fa stampa che gli arr11ola111e11ri dei volontari erano chiusi. vor(a11do con sé a11che la risvosta del Re, che Trccchi gli ave.1·aaffidata. Purtroppo la missione di Sa11ford era senza :l'a!~: 1 'f:. :~p: 1 ~;~~?e.sZ~'i:ta1J;1//1,~~f /;~i;t'Q~:~~,; f,C;;n::11~ richiesta impossibile poiché la Costituzione stahilisce che il Preside11te degli Stati Uniti è il capo dell'esercito. Per q11a11to a Garibaldi fosse staro offerto 11n alto grado, esso rimaneva, tuttavia, quello d'un subordi11ato, e ttttti e d11e, Sanford e Marsh, be11 presto i11formaro110 il Segretario tli Stato che Garibaldi 11011 aveva del tutto torto a rifiutarlo. Essi facevano notare che, i11 qualità di comanda/Ile militare Garibaldi ere1 abituato ad agire su piani s11oi propri, e che perciò essi d11bitava110che egli avrebbe avuto, o pol/lto avere, successo ili ,m'a:.ione militare a carattere còoperativo. Garibaldi, inoltre, aveva chiesto che gli venisse accordato il diritto di proclamare, a sua discrezio11e, l'emancipazione degli schiavi, mentre que– sta determinata fase della questione 11or1 era ancora entrata a far parte del programma di U11col11. Il ministro Marslt faceva notare al Segretario di Stato ( 16 se1te111bre 1861) che tutto concorreva ca rendere difficile, per non dire impossibile, per lui (Garibttldi), anche per il dovuto senso di rispetto verso sé stesso, accettare quel grado militare e q11t!ipoteri che il Presidente può costit11ziò11almente e legalmente of· (rirgli •· Frattanto, Garibaldi i11for111òQuiggle del risultato delle sue co11versazio11icol signor Sanford. Nella lettera da Caprera, IO settembre /861, Garibaldi dichiarò di 11011essere allora nella vossibilità di intrapre11dere il viaggio per gli Stati Uniti. aggitmge11do " 11011 ho dlctm dubbio che la causa dell'U11iont! trionferà, e pro11tame11te;ma se, per 1111a sfort1111ataeve11ie11za, la guerra dovesse co11ti1mare 11e.lvostro paese, supererò, allora, r11tti t;li ostacoli che mi trattengono ora, e accorrerò alla difesa d1 quel fJOpolo che mi è tanto caro•- L'offerta a Garibaldi fu rinnovata nell'estate del 1862, dovo che egli stesso fu ferito ad Aspromo11re. Il I. settembre, tre giorni dopo l'arresto di Garibaldi, il Console america110 a Viem1a, Teodoro Canisiur, senza autorizzazio11e dal governo americano, scrisse n Garibaldi per assicurarsi se egli fosse disposto ari p!frire il s110 e valoroso braccio 11ella lotta ver la libertà e l'unità de.Ila nostra gra11cleRepubblica•· Nella sua risposta datata \larignano, /.l settembre, Garibaldi informò Conisiur elle egli er!l 1111 prigio11iero e, per giunta, gravemente ferito. Co1111111que, se lo si fosse rimesso i11 libertà e se le ferite si fossero guarite, egli esprimeva la speranza e/te si sarebbe presentata l'occasio11e ,,rovi:.ia di soddisfare il suo desiderio di servire la grande Repubblica a111erica11a. « di cui sono cittadi110, e che oggi combatte per la libertà 1111i– versale •· UN AVVERSARLO DEL RISORGIMENTO NEL FILOSOFO DELLA MISERIA * Proudhon c tro l'Unificaz A Pa11IGuichot111et,sto rico di 1·ari interessi, co· me può a11che te:)ti1110- 1tiare l'articolo che di 1111 q11ipubblichiamo, si deb– bo110 importttnti studi sulla storia degli Stai, della Savoia in ordine agli av1•e11ime11tiitaliani. Per la conoscen:.a delle cor– renti politiche e dell'm· fluen:.a elle ebbe il Ri– sorgime11to, in quei ter– ritori, fa fede il suo sag– gio famoso: Le Faucigm en 1838: Genè,·e., /9-18. A CENT'ANNl dalla nascita del Regno d'Italia, c'è sempre da lamentare la mancanza di uno s1udio d'in– sieme sull'atteggiamento del– la cuhura e dell'opinione francesi di fronte al Risor– gimento. Nell'attesa di un quadro sintetico dell'argo– menlo, dobbiamo acconlcn– larci di 1estimonianze e di giudizi sparsi in una ricchis· sima lcttcratllra. finora ben poco sfruttata. Fra le reazioni più originali appare, senz'altro, quella del Proudhon. Nel periodo deci– sh•o del compimento dell'Uni– tà, il robusto pensatore so– cialista era quasi sul finire della sua vi1a operosa - mo– rirà il 19 gennaio 1865, a soli 56 anni - e si era finora poco occupato di politica in– tcrna7ionale, tutto immer<-o in studi di filosofia generale, di economia teorc1ica e di polemiche sulle dce.ndc in1cr– nc della Francia. A dir vero. Proudhon. umanista di for– tissima tcmpr::i cla!>Sica, ma ignorante delle lingue moder– ne, difettava di una cono– scenza diretta e pratica del- ,li PAlJT_, * Gl.JICIIOJ\ 1 1~Erl' l'Europa. Lavoratore bisogno· so, a,·cva sempre vissuto in patria, sal\'O la parentesi del soggiorno giovanile in (sviz– zero o dell'esilio nel Belgio, dal 1858 al 1862 - entrambi, no1iamolo per inciso, piccoli Paesi di struttura federatl\a o plurinazionalo - e la sua visione dimorava nella linea a:,tratta del suo pensiero. Fu la campagna m1iitarc del 1859 a turbarlo profon– damente e a segnare una s,·olta decisirn nelle ~ue preoccupazioni, ai-mai rivolle al problema delle unit:t e del– le nazionalità europee che ~cmbravano smentire in mo· do assoluto la .sua dottrina del fedcrali~mo. Nel 1861 puh– blica,,a La Guerre et la Pai.'(, suo libro più discusso e spes– so mal capilo, Vi era esprc'-· im. con esaltazione lirica. una riabilitazione della guerra, "fait dc la vie morale•. uni• ca creatrice di un nuo\·o or· dinamcnlO giuridico. fonda10 !>lii"droit dc la farce .., sans lcqucl ni le droit dcs gens, ni le droi1 politique, ni le droit ci,·il n'on1 de vraies et solides bascs •· L'aspetto cri– tico del saggio, a:,sai irritan– te ne)tinncggiarc alla ,•iolcn– za. in pagine di una cupa ri– sonanz:i maistriana. ha folto dimenticare la parte opposta, 1·011imismo col,truttore so– gnando l'ahol!zione dei con– flitti armati. figli del sis1cma capitalistico e delle contrad– dizioni sociali e J'a, ,cnto dcl- 1'an1agoni,mo del la,·oro, del– l'emulazione produ1th 1 a, gc– ne_ratdce dcli'« ordine econo- Ncl 1862, all'indomani del– la famosa Dichiara:ione di Vlaaini del 30 magilo nella quale il leader repubblicano rompeva coll'indiriv.o perse· guito da Viuorio Emanuele e dai moderati. usciva il bre– ,·c saggio La fédératio11 et l'Unité en ltalie seguito, l'an· no dopo, dal &rande 1ra11a10 D11 principe fédératif. Oltre a numerosi articoli di pole– mica sulla stampa francese e belga il Risorgimento ispirò ancora al Proudhon la bros– sura Si les traitb de 1815 0111 ces,é d'e:cister e, nel 1864. poco prima della sua scom– parsa, l'ultimo dei suoi scril• ti, le Nom•elles observatio,1s s11r l'Unilé 1talie1111c. Altra· ,crso queste fitte pagine, fol– lt! di moti,i ricchissimi e non privi di ripcti7ioni o di con– traddi11oni appariscono pur· troppo vigorosamente i temi del pensiero proudhoniano sul movimento italiano, dcri– y37Jone logica dei suoi con– cclii fondamentali. Sin dall'inizio vien espres– sa la recisa negazione: • Je n'ai )amais cm à l'Unité de l'llahe; au poinl dc mc des principcs, comme à cclui dc la prntique et dcs 1ransi1ions. jc l'ai toujours repousséc •. Il processo unitario è giudi– cato un tradamento dei ,,cri in1cressi della Penisola. e La ~ationalité et l'Unité. voila quelle est auiourd'hui la foi, la 101. la rabon d'Etat. ,·oila qucls sont Jes dicux dc la dé· mocratic •· Orbene e l'unité. aujourd'hui et dcpuis 1815. c·csl tut simplcmcnl une for– mi! d'cxploitation bourgcoisc, sous la protection dcs baion– ncttcs •· La questione pri– mordiale è. invece, quella economica: e la politiquc. au– jourd'hui est dc l'économic politiquc •. 1 capi del rinno- rnmcnto i1aliano de,·ono ri- mirava sinceramente nel con· cercare per prima la aiusta dotticrc nizzardo il • dé,•oue- ripar1izionc della ricchezza e meni chcvalcresquc et la non la soddisfazione del se- hautc probité, le pa_ :rio te et dicente desiderio d·unità. I le soldat • ma ne n.npro,c- prcsupposti di tal movimento ra,·a la poca coerenza doltri· ":,Onoassai dubbi e falsi. La nalc. • Il a \'Oulu cornpléter na1ionalità e. infatti• un prin- l'unita italiennc sans le roi. cipc soi-disant nature) et en malgré le roi. tcrut cn cri~nt tou~ cas sin&ulièrement équi- plus fori quc jama1s • v1\.e ,oque, sujcl à une foulc d'ex- le roi ! •. Deplorava di ,·cderlo ccplions et de contradic- instrument d'une fac1ion tions •, accoppiato a • celm. doni un autrc est 1'3me ... pro- bien plus louche encore. dcs digucr l'insulte à l'Empereur frontiercç nalurclles •· La ,e- dcs Français dont la protec- ra, ba~e della ,ita dei popoli 1ion scul emJ)CChc le re.tour ; i_.!ajJ~~~~-zi~o~mi! l~irirt~r i:~a~~é 1 ~~~iE~ìi'.s/~i'~~~~~ gion, est au-Jlcssus de /a Jan- prétrcs Cl moines dès qu'ils gue, du culle et de. /a figure; se joigncnt à -.a cause•· .\la ce qui fail la patrie, bien il ,·ero colpevole non era plus que Ics accidents du sol tanto il soldato che l'ispira- et la rnriété des races. c·cst tore, MaZ7ini: non lanto il le droit •· Il diritto europeo combattente e qui •·ai1 se c;a- ' igcntc, che non conviene ro· crifier paur une idée • che ,·esciarc per fa\'orire la for- tutta e la démocratic ilalien- mazione di potenti Stati, e ne. présomp1ucuse autant quello derivante dei trattati qu'impuissantc, i a I o use del 1815, e ébauchc dc la Con- d'aizir scule (qui a) manqué stitution de l'Europe e.I pour a la solidarité européennc et Ics pcuplcs. le scul gage de fait actc d'c2oisme-•. lcurs libcrtés •· ~lolto para- 11 libello ..-uscitò nel Bcl- dossalmcnte, i ragionamenti gio un enorme scalpore. del propugnatore del fede- Proudhon riprendendo il .so- ralismo europeo porta,ano lito argomento delle perico- acqua al mulino dei conser· lcxe concentrazioni statali ,atori. Proudhon, aspramen- ammonha i suoi ospiti che te criticato dai giornali li- • <:i par une inconcc,·ahlc bcrali, le Siecle. le Temps, cond{'-...:cnd:incc dc l'cmpe- l'Opinion 11at1011ale. ,enha rcur dcc; Français ccttc fan- imece altamente elogiato l~i<;!e italicnnc ,enait a se !>Ulla stampa b')napartis1a e reallser •. la Francia. a no- rcazionaria. Questa era stata mc. del principio delle na7io- !>Cnsibilc alla denuncia prou- nahra e dei cn.1fini n;o11,--.li dhoniann del pericolo cagio- sarebbe gius1ifica1a ad anncl- nato dalla nascila di ,;,tati tcrc tulle le terre ad o\e:,I unitari ripctulamcntc espres- del Rt!no. Al gri.do d1 ,, >· sa, in tono profetico. e Cha· ba,,;o Fil annc,::.,..,,on1,u•. di- cun sait quc dan, le._ E1at, mo")tr'..mli popolari :,i -.cate- monstres, l'esprit de conqui:te narono davanti alla sua ca• rencon1re bit!n mo111,d'ob,ta- !>a e, il 1.7 settembre. Prou– clcs que dans le.i. pctit, ... Jc dhon la,cia,a in fre11a' Bru- ne ,·eux pa!>plu, dc l'Hcrculc x~l!cs. per tornar..cne a Pa- plébéicn qui! dc l'llcrculc gou- ng:1. Un'altra prova deffmteresse italia110 nella Guerra Civile st ritrova 11efpro,!to ed entusiastico responso degli italia11i in America alfllppello del loro paese di adozio11e. Attraverso l'iniziativa del Colon11ello Luigi \V. Tinelli ve1me organizza– ta nella città di New York la « Garibaldi Guard •• che com– pr1:11de;va uomini cli e solida e robusta rau.a, rotta ad ogni pnvaz,oue, che promette di dare eccelle11ti soldati•· /11 segui– to altri gruppi 11azionali otte,mero di potersi arruolare ,:el– la ~ qa_ribaldi çuarcl •. le cui file s'i11i;rossaro110con tanta rap1d1t~ che d1ve1111ero. una orga11izza:.io11edi gra11de for:.a I 11w11enca. Verso la f111e d'aprile del 1861 la "Garibaldi G!1arcl • 11enne affiliata al co111a11do del Co1'o1111elfo Fred G. D UtaSfY· I~ Tene11te Colo1111e/lodel Reggime,110, Alessandro Repett,, e 1/ Maggiore, Luigi \V. Tinelli, erano veterani che SANO COi\CETTO OELL'UTII E NELLç> SVILUPPO * INDUSTRIALE ,crnemcntal •: r. L'unite cn Accenniamo rapidamente ai ltalie :,ignitìc la France au moti, i dcll'antiunitari,mo Rhin. dt!puis Bàle jusqu'a prodhoniano. Es!>i non sca- Dordrecht... La France au luriscono dalla situazione Rhin :,ignifie Ics Ru,;;,cs 'à particolare della Penisola. avevano combattuto co11 Garibaldi in Italia. Un'ulteriore prova dell'interesse italiano nella Guerra C11!1erica11a ~ co:)tiwita dalfi11teressu11te eJ)i.:)odio in cui L111col11 offri 1111 comm!do al Generale Giu.:)eppe Garibaldi, che _avel'a avve11a ter11111w•o con succe:.sc la ca111vag11a per la flberazfoue della Sicilia e dell'Italia Meridio11ale. Per po– ter meglio apprezzare questo episodio bisogna te11er pre– sente che le brillanti imprese di Garibaldi dura11te la sua conquista delle Due Sicilie, gli a11evano guadagnato la sti- ma e l'a_ffetto_di llltti i popoli amanti della libertà. D0111111- Healis,no di Cavour *· que cgh vemva acclamato quale campio11e del suo 1111esc e della causa dell'wnanità. Forse in nesswi'altra vartc del LO chiamrHano. gli a,,cr· -mondo _l'e1!tftSi~s1110 PC( i_s11oi atti d'eroismo e per i suoi sari, Milord Camillo pcr- di GIAN FHA1'\CO VENE' romanzi ora a l"O\'inar le cau:,c più J;:ra, 1 i dell'umanità-.. s~iccess, 1111lttartera cos, smcero e travolgente come in Ame• chè stra,·cdcva per \'ln- n_ca.N_o11 e.u11a esagera:.ione dire che il solo suono del nome ~hil1crrn e per il ":,UO J)()de– d,_ Ganbald,, negli Stati U11iti.scuoteva il cuore dc,:fi 110111i- roso :,viluppo capitalistic?. e 111 •come 11110squillo di tromba•· E' importa/Ile rilevare c~nc:ur ckll'c._pitt"IO l\l1✓1c-hc elle, durante le celebrazio11i per l'lndipeudt:11;.a dcll'A111eri-. sdc&natsi. c;c ne vanla.\"a. ca, _nel 186(), Garibaldi, e il \Vaslliugton d'Italia•, come cf- Quando Riccardo l , '"n. fett,vamente. lo si c_:hiamava,condivise gli 011ori che, clap- l'industriale cotoniero inglese pert11ttto, gl, oratori rendevano al Padre degli Stati U11iti Il il cui nome è Jci;ato al trion· fatto e/te Gariba~di, dieci a,111iprima, a seguito della ca;l11- fo del liberalismo ingle,e ta de{la Repubblica romana, m•eva cercato rifugio e asilo i 11 contro le lep:gi protczionhtc A!11enco, be~, naturalmente co11tribwva al ge11erale e,uu- dd grano e dei traflici marit- ~1r;:r0u,~f:i. ~ia~~~d~oi;~~ ea!~1,s;~~Oi,~:1~;::1: 1 1:,~:::,;;\;;;:~IO"~~~! g ~.~l~1~1 1~ea~c~•i:~l~~l l~\~a~f: ~:,.;fi~.a~fe1,,~:,roi:~ir~~;~· '~~lb8:::b~,d~~a1::i~~::~ ,:i ~:;;,~rpo:1i SCOI so ulliciale chi! ad un g1ornalt e _rivtsfe 11t;mva110pubblicando numerosi articoli ~f 1~ 1 C" 11 ~~ml~~u::~~;t:d~lf~~~~ .:)llllifsu~. 111ta, 1 suoi volonta~i. la _sua cora,ggiosa lolla per stria non ,•cggono che l'utilt!. la libera,:.to11edel suo paese, r suoi s11cct:ss1,la t1obiltil del sono piccole menti, e non in– suo carature. tcnòcrnnno mai il loro utile L'ini:.iatfva. d'i11vitare Garibaldi a 1•e11ire in aiuto della \·ero •. Sembra una frase re1- causa_ del/ Umone fu f)~esa da J.ames l~. Qaiggle, console torica, eppure è un ammoni- amen_cano ad Anversa, ,J quale, 111coragg1atoda rece11ti iu- mento alla borghesia indu- co11!n co_n l'l_talia110, 1'8 gillg110 186/, gli indirizzò ,ma lelfe• striale italiana. che p~up- ra III cm egli a~ce111_1ava a delle 1•oci( ripo,:tare dai gioruali, pone unn diagnosi minu7iosa secondo le qualt eglr avrebbe a1111romre11:.w11edi e11trarc a dei problemi che anda\ano far_ parte dell'esercito_ del Nord. e Se 11 oi lo farete•, scrisse sorgendo intorno all'indu– Qmgg/e, e I~ fama di La Fayette non supererà la i•ostra •· stria. L'anno della ,,isita di J:,. 1 ella sua nsposta da Caprera, Z7 giugno, Garibaldi assicurò Cobclcn era il 1847: pochi 1!, suo « am~co • che le 11oti:.ie apparse nei g~ornali era110 mesi manc,nrano alla tcmpc· « mesalte •• 111 quanto che pur des1dera11doegl, gra11de111e,1- sta europea del '48 ~~"~::~:~,~~• ~,:~o~: Qt~~~eg[t., v~,j~o i1~gri~~~~11o~l ~!:~ a;J!,~~:~i'. cliL'iniius~~1~!~!~ ~l~l~op~Ja1~~ avesse af?f?l~ratoc_:he colcl 11 suo 111te1ve,1to~ra ruem.uo cl'w,a opc~ia c~scientc e forte: tut• ~%t~m::~::~~'o e;,~~. ~!~?f~a;f:,~t::. ~~ia~~1:"s/i~~;~cair;1~!','~ t~a~;~-u~J;i è c:~~~s~i~a ~h~ E''! 1mpeg11ato nella ,!,fesa_ 4e.1 suo pase. Prega,ul'?lo di (ar- , ~c~ita ancor più gli :rnimi f:~n~ap:;r ;:_g~i. ~ rib~1S/"!~~i:1:·:;i: Qi~;/ ,~v~h~ e:' ~ C:Cb~ dh\l~er :~~c ai:~~ta;~~io \.~~= stato feilc1ss1111?d av~rlo a compagno 111 1111~ gue,:r"aa c111 ~ubo della gigantesca rivo- avr:Ìbbq~,:;'i~re~:,~:g.Q~,i:;re <lr,:::r~ò cJ~o:,r ,1~7;,:a~,1~/_· corri- ~l~!~-:1~ti• 0 tc~i\r.1d:~I: rf~~ spoudeuz_a con Gar,~ald_1 .al Segretar,o d, _Sfato W11l1am tl. dustdalismo·gcncra le prime St;i~ard, 11quale.le r1cevc 111 1111 mon,1e11~0 cr111codella Gt~erra. awisaglie della rivoluzione ~!;/'le.R,1;::, Y/021'~:~1~:ll!v~~:zevr~~!r~nd;~e 1:el~~e~:;t~!~:bf;~ ~~~~~i,:e [~À~~~~'; l':{~~ stata lwyga e duramente ron_rbattuta.. Furo11? queste tetre sulle dvoltc operaie e conta- ;F;0~S1~:/~~,j:f,1a1!'~~~7'doc/~~l '''f~:;,~!:~:e°''fi,,~ol~~'!?~v~Z= ~/,~~i:C\,~1ia~~:zzai1: 1 Gat~f; lers, dell aruto. d_1Garibald!. E, per farlp, ess~ scelse /-le11ry sobilla i contadini contro i S: Sa11for1. Mt~us~ro amenc_a,10 a Brt~'f:elles, rl _ Q(tale n~•eva proprietari terrieri polacchi. ncewuo_ rstrn;.10111 (Z7 111~110 l~I) d, mettersi 1111med1ota• ccl agita davanti agli occhi 1~1.c11t_e m C{!ltl~lfo _con « ! eme~1to S~~dato della Libertà •, e della borghesia liberale Jo at ~ire ~ Ganba/d1, cl!e , suo, servr~t era110 « ar~e11te111e11r!! spauracchio del comunismo. des1dera11 _e soll1:c1tat1 •• e che ef/' av_rebbe ,:1cevu!o ": i_l Larghi SIrati dell'opinione Bre.z:t ~~a~:,! 1 aff,f, 1 :ri~a~:"_e;;:1t; • l~e~lle;e:,~'~ii,~,~gl!,,S,::~:,a~f~,~~ ~~~~~c~ello~ 1 6d1~t{, Au~~~~n~ detroffe.rta. fatta a Gartbaldt. Paragon?ndo _ questa, _offerta_ una rivolla operaia e conta- ~e~~ceµ~r( l:Cl!f ;r~i~t sls'~gC:,';,: Ps$1 ;1~:1r~r;:,a~:~0~1~ti:~ Il~! ~inuastr?itano scnz'allro per ;:i;u~~:1~ 1 ;11fd~ dre:s~;;:~t,~,t~~~~: 11 :11: :,::v;~~:,~i 0 s: :z: ~Il po' inc'?rag~iali ~all'Au- be stata 1111 gra11de acquisto•• perché egli avrebbe « inft1so slna, un po stimolali dalla II0l'e.1/a vita• nll'illtero corpo dt:i soldati dell'Unione. e /I f~n:ie !!. dal\<: mostruose_ con- s110 110111e solta11to •, esso co11tiima1•a, e sarebbe stato 1111 d11.1oni_ m CUI .s?no_ tc!lut.1. an: J)0le11te bal11ardo per q11alsiasi esercito che l'avesse posse· che gh opcr~i ita_ham di_cci· dtcto •· li New York Hcrald ( /3 agosto /86/) aflerma"a che la le z_one !11lllacc1a~_o nvolte r:1:~~Z:esllj B1~i7ta~!~rdpri~v1~às&!,::ti!":1~g~?g~~ict fe1Z: 1 ~~= ~~; 1 \~~ 1 •sne~ 1 iiti.V\sr~.~;fic~ berta 11ma11a,in rutto il 111011tlo, e che qual 11 nque /oro ili- qua e _là qualch<:_episodJO ~1 Ierfere11.::.a /al'0re del Sud li avrebbe esposti a se1•ere rnp· «Luddismo•: gli. oi,_e,-a~ di- presaglie da parte di quelli•· st~uggono a <:Olp1d ascia le Tuttavia, appena ricev11Io il dispaccio di Seward, il mi- pnme. macchine. In . realtà i~s};fr~i~fir~i si;~,~~/ 1~~~:~~/f;'e5 1 :! Z:: 1 i;:i~~::• c~~fuir:i~ f~ 0 r°. c~d~~'..tadi ~on~cms~s~~d 0 1 g11orGeorge. P. March. mi11istro amer,ca110 ili Italia. Insieme dl ig_r,o~nll che si _r"jllad-~ ~~ci:~is;;,~erta::~a,~daT~r~:i,se~péa~;!~~ 1 ,ì, c~~t':,~,/eJ;:7;•:~ ~~~~f<?n~ d~l~g~=~~hio: ~ u'.o confide11:.iale, datata Torino, 30 agosto, tendente a sapere allo di ~ro•csta_ che soSl)IUI· « se egli (Garibaldi) era incline a discutere col Sanford le ~cc lo_sciopero m_un pcn<><!O co11di1.io11i dell'offerta •· m cui la pove_ria proletana Nella sua risposta in data 3/ agosto, Garibaldi esprime 1•a no_n concede d!, Pr?trarre !o Id sua gioia di servire « t/11paese per citi Ilo tanta affezione S~IOJ.>ero_ per piu di un paio ~o~/ r~:,~:iia u;~1~f !~:1;:;~e.t~~ 0 :f t~~;,· ~ 0 :~~~~Qldi; 1::/gt'~ O ! d~ o~~r;'~· proprio m_cntr<: in bfigfti verso l'Italia•• egli 11011 poteva dare immediatamen- Piemonte Cavour identifica nello sviluppo dell'indùstria la rcdcll7ionc della nazione e negli induslriali i veri co-. :,tru1101i ili'!\la dignità nazio– nale. Ogni''forrn che In qual· l,iasi n-,odo· ostacoli gli in– dustriali è dunque, per lui, una for1.a negatrice della na– scita della na7ionc. I veri amatori del progresso civile - dice Cavour - devono combattere n :.inistr3 come a destra. A ,ini,tra con1ro tutti coloro che minacciando l'iniziativa privata tolgono al– la nazione l'unica da di :,al· \'C7.7.a;a destra COllll'Ogli an– lichi regimi che limilano col protezionismo \' ampliamento <.'ci mercati. L'ulile vero che il Cavour indica nello sviluppo indu– striale non può, dunque. in quelle circostanze, essere sol– tanto il guadagno. Ouell'uti• le è il r.1ggiungimcn10 della diJmità nazionale e, nello stesso tempo. l'argine contro un sovvcrsi\ 1 1smo dcsl,inato a ..ìcuro insuccesso. E' infine, la formazione di una nuo,•a classe dirigente capace di mantenere l'ordine cont1u ogni a,•ventura dvoluz.iona– ria. TI syo realismo politico gli dice che una d,·oluzionc. negli ultimi anni del decen– nio '30-'40 non può essere soltanto una rivolw:ionc bor– ghese, fatta da borghesi co– :,cicnti del valore della pro– pria classe. L'indusldalismo inglese e francese gli dice che al primo cennc di ri,•olla anche gli operai e i contadini si muo– ,·eranno, e che il loro movi– mento se dnpprima seguirà i passi della borghesia ri– volu7jonaria, successivamente continuerà contro la borghe– sia, contro gli industriali e i padroni. contro coloro che, secondo la sua conccz.ionc, sono gli unici depositari del– la sorte della na1.ionc. Ca– ,our non ignora affatto che la condizione proletaria è disperata. così come non ip:nora che lo sviluppo indu– striale può assumere (anzi de,·c) caraucristichc feroci per le quali il pit'1 forte in– goia i più deboli. Commentando lo s,•iluppo industriai<! del riemontc. Ca– , our dirà: • Sul campo di bauaglia sono rimasti molti cadaveri: sono stali sotterra– ti. Vi sono 20 industriali che hanno guadagnato quello che altri hanno perduto e il com– plesso della naziooe ha con- 1:nuato sulla via del pro– gresso•· Questi ,,cnli industriali vin– citori sono l'incamaz.ione, sul piano pratico dell'uomo superiore di Alfieri e di Fo· scolo, di quell'Eroe che fa– cendosi largo con ogni mez– zo fra la massa si impane a simbolo della dignità nazio· re una risposta affermativa. e Pt:rò •, egli aggiungeva, e se ___________________ _ Sua Maestà, Vittorio Emamcele, crede di 11011aver bisogno dei miei servizi• voi mi avrete immediatamente a vQstra disposizione•· Co11tempora11eame11te Garibaldi mandò il Colo1111elloGaspare Trecchi, che agiva da intermediario, ad informare \littorio Emanuele dell'offerta america11a. Trecchi, che aveva accompagnato Anro,ii nel suo viaggio di ritorno da Caprera, e che s'era incontrato con Sanford il 3 settembre, informò l'Ambasciatore americano cJte Garibaldi gli m•eva dt!tto di comunicare al Re che se entro 24 ore 11011 avesse ri– cevuto alcuna risposta alla sua leuera, egli (Garibaldi) sa– rebbe partito per gli Stati Uniti. Nella sua risposta che fu posposta firlo al 6, il Re i~1formò Gflribaldi e/te egli era li– bero di andare. Nel comw11care la rtsposia a Sanford, Trec• citi affermò e/te ora non c'era nulla che traflenesse il Gene– rale in Italia. Il Premio "Unità cl' Jtalia" A questo punto le nego:1aziom si complicarono per la questio11e del grado che Garibaldi avrebbe dovuto ricevere nell'esercito dell'Unione. Per chiarire l'intera situazione, 1'8, il 9, e il 10 settembre, Sanford visitò Garibaldi a Caprera, li ministero degli Esteri,_ ne! quadro delle manifestazioni celebrative del primo cente· nario dcll'unilà d'Italia, ha stabilito di conferire un pre– mio per una monografia ine– dita che abbia per argomen· to il Risorgimento italiano n~l periodo 1848-1861. Lo studio potrà anche riguardare singo– li momenti. aspetti e fi~ur~. purché nell'insieme cost_it.1..11- sca un ripensamenlo cnuco degli avvenimenti imemi cd esteri, che in queali anni per- misero agli italiani di rendere cffeu.iva sul piano politico l'unità del Paese. Il lavoro potril essere redatto in qual– siasi lingua e dovrà pervenire al ministero degli Esteri, di– rezione genera.le delle relazio– ni culturali, UCficio l l, Roma, in cinque copie dattiloscritte, e dentro il 30 giugno 1962, a mezzo posta raccomandata. Alla monografia che sarà ritenuta migliore sarà confe– rito un premio di due milioni di lire e una medaglia d'oro. nate, lui solo mt;ritando il li• tolo di ciltadino di una libcrn nn;oionc. Ma e proprio pcrchè non ignora che il r..>ggiungimcnto della di5'0ilà nazionale esige le sue vittime, siano es.se pro– letarie o pia.."Oto-borghesi, e poichc non ignora che le vit– time J}()l,sono ribellarsi, Ca· ,our è cosi ca1cgorico contro OJrnì \orma rivoluzionaria che, nel marasma, possa tra• :,dnare con sé il proletariato. Non è questo l'atteggiamen– to d'un uomo indifferente al– le soffcrcr\ze del papolo. E' l'at1eggiamcnto di eh-i non crede, poichè la realt~ non glielo \ascin credere. che lo :sviluppo sociale possa avve– nire in altro modo. Ecco pcr– chè Cavour non propone al– cuna \'era soluzione per ri– mediare alle condizioni del prolclnriato: a primn vista i suoi deboli consigli di alimen– tare la bcnelìccnza, di diffon– dcrt lé pérè di carità. Sono di una banalità sconcertante. del \LIila indegna della sta– tura rlcll'uomo. !Afa non bi– ~ogna dimenticare la sua convinzi11nc che, una , olla raggiunta la dignità na7io– nalc pc!' mezzo di indi\ idui eccezionali e audaci che im– pongono sul vecchio artigia– nato le nuove industrie e i nuovi nu• 7.zi di produzione, anche i. singoli componenti le masse gradualmcnlc si C\'OI• , cranno. Ma ceco che in que– sto secondo aspetto del pro• ~ramma cavurriano rientra lulla la cultura dei moderati, dei manzoniani. quella che ir.segnava al popolo a pa- 7icntarc. a rispcllarc nei pa– droni gli edificatori della fc· licità futur.1. Ecco come nel Ca\OUr. e nella sua azione politica rea– lbtica, si riflettono le cor– renti letterarie apparente• mente opposte: quella eroica che partendo dall'Alfieri e dal Foscolo accende l'animo del «democra1ico-. Guerra1.zi; e quella elle partendo dal neo– cattolicesimo di Manzoni em– pie di buoni propo,iti i C,n– lÙ. i Tommaseo, i Rosmini. Quasi trenl'anoi sono tra– scorsi dall'epoca del Couci– liatore, e quasi vcn1i da quelli della Antologia: le ri– \'islc che, più contarono per la (ormaiionc di intcllcttualt– porlati a intendere nella sua portata il problema dcll'in– duslri3"'ismo, e ancora una d~::~o~~racheers 0 oit: 1 crn::~a~ siasi altro contribuii ::ilio svi– luppo dell'indus1ri.-. e al for– marsi d'uoa coscienza capi– talistica, le correnti letterarie che corrispondono a forze op· poste sul piano politico rive– lano non solo un'ispirazione comune, ma un comune pro– posito, sia pure espresso con modi dissimili: L'odio di Cavour per i ri– voluziooari e per i e sociali– sti• non è solo il manifestarsi della coscienza di classe bor– ghese in vista di pos,sibili sovvertimenti della società a danno del nascente capitali– smo. E', in quelle particolari circostan1e, qualcosa di assai più meditato e ragioocvole. A proposito di Giuseppe Mazz.ini e dei suoi tentativi democratici - operaistici, Ca– vour dà un giudizio di esat– tezza esemplare per quel periodo: • In Italia una ri– voluziooe democratica non ha probabilità di successo. Per convincersene basta ana– lizzare ili clementi di cui si compone il partito favore,-o– lc alle no, 1 ità politiche. Que– sto partito non incontra ,im– patic ne.Ile ma<,Se in gcn('rc Msni auaccntc alle ,ccchie i<;tituzioni del pac,c. La :,ua fon.a risiedi! qua<;i c:,clusi– vamcnlc nella classe media e in parte nella cla.,sc :,u1>erio– rc. Ora l'una e l'altra hanno molli intcrc:,,i da conhl!n·an.: e da difendere ... ,u cla")!>ico– :-,l fortemente intcre:,:-atc al mantenimento clcll'orclinc lt! dottrine SO\'\·crsivc della Gio– vane Italia non hanno pre!>a•. In altre parole; Ca\'Olu· ac– cusa i democratici d1 non a,•crc oc hi per la rcallà: li ac~u\'a di c.<:scrc borghesi s,,mt1, gente che non avendo ancora appreso appieno i propri intcres!>i si illude di po_tcnziarli ~llravcrso una po· Ji1ica sbagliata. e Gli uomini dalle mi:-urc energiche, seri• , e Cavour, gli uomini davan– ti ai quali non siamo che miserabili moder-ati non so– no già nuovi al mondo: ogni cpoc;i di rh 1 olgimcnti hn avu– to i suoi e la storia ci inse– gna che non furon mai buo– ni :,e non ora ad acco12are Qucsraccu:,.\ di \'ellcitaric· ta, di prt!:sun1.ionc, di irrcal– ta, :,cagli1ta dal Cavour con– tro i democratici trova una. ~~~~!~is~h~cl i!i!~~~::S~o"lie Sancth da degli scrillori del• In scuola dcmocra1ica; i Guerrani, i Niccolini, i Ber• clwt "E' un mondo ideale. ar– thitettato nel ,ilen,io del t,;.1- bmcllo :-,ugti istinti buoni o pcncrsi del no:,tro cuori!, è un tratto dell'umana super• bia, al quale la natura oppo– ne costantemente o l'impos– -.ibilità mQmentanca, o la puni7ione del disinganno•· Ora l'.! chi.,ro che da una simile cultura non po1c,,a u:,cire alcuna opera che rap– prc:,cnta")se la realtà indl1- ,;1rialc. Anzi, proprio l'assillo politico di Ql1cs1a cultura. ;';;~~~~i ~~Il a~~\01~: Jc~ 1 i!ii~ colpo la rivolu7iOnc naziona– le borghese impo11çndo alla rcalta dei fatti l'ideale, im– pedisce che QUC.'>lacorrente generi l'opera di genio, l'o1>e– r~ che :,guscia fra le maglie del do11rinalismo e approda alla rcalta. •11111111111111111111111111111111111111111111111111111111111,111111111111111111 • ••• ,, ... ••• ••• j ••• " . •• Olivetti Lettera 22 La corr1spot1denzo pr,vat• scritta I rn•cch1"• parla bene di voi. parla per vo, COI\ 1ccenlo preciso ed e una cortesia verso di chi legge Ad ogni parola la Lellera 22 da chiarezza eleganza ordin&. Abita con discrezione la casa ~d ognuno sa subito lrnp1egarl.a E· un regalo che drce l'intelhg1nu d, chi lo fa e di chi lo riceve. Se 91:t non l'avete. compratela & porta!ela a c.asa. sara 1,ri regalo per- tulli F" alene dono al più cari. ai ptu •'"1c. 1, olfrita~c1;,, a cuore Prezzo i1re 42.000 .. , c. t R.volQ_etev, a, negoz, Q1,..e11, e " ouen, d1 m-,cch1oe per ulf1c10 e•eurodomesl,c;•e c.at1olerus che "Jngono la Lenva 22. oppwre. 1t1v r,00 r ,moono. dtt'elldmenta e nre.n, O M P ...., Cr'!;,-,c• <1. Milac,o Coslantinoplc, l'Autrichc au ma ,i ricollè'l,!ano. con una Balkan cl a la ,\lcr ~oire. lO..'l"ènl\' ,a/dntnra. alla ...,,:i l'Anglctcrrc en Eg\ pte ou ail- · · ir1• "• ::ç-, ' lcun,, l',\!lenmgnc unita ire•· ma europeo e ri:,pccchiano Patrio1a lrancc~e. Proudhon I.i na1u1.i m11ma d1 1uu,,1 . .i scnti\'a il do,·crc d'ammoiii- sua filo:,olia. Gius1izia cd re l'opinione del suo Paese e equilinri,) sono i ,•ardini dcl– rcditorialista della go,cma- la socic1a. La giustizia con· th·a Fra11cia gli face, a calo- scnie ali'• uomo sociale. il rosamcnte eco: "Nous pcn• pieno !>\iluppo della :,ua per– \On!> comme lui que l'unite· .so11alita. l'eqmlibrio ccono· italicnnc, patronnéc p.ir J'An- mica e sociale, frn gruppi e rlc1crrc, c,;;t un pt;ri! oo·n· l:1 stati di media importanza. Frnncc Cl qu·appri:!s en a,·oir garantisce la libcrta: • l'état blilme toute, le, tentau,c,. rcsultc dc la rcunion ~e plu- ~,.~~~,~;li~,0~~~r:;c 1 ~os 13 :~~~~ ~~r:::: e~r<l~t~1~:~1~~·~ h~= rCis· pohtiqucs et rcligieux et cun pour l'exercice d'uric au m1 1 oris dc notrc influence fonct10n spécialc et la crea· cn Eumpc •. Fu c;ues1a con- tion d'un ob1et particulicr ,·cr~cnza di ,edule, benché pui'i rallié,; ~ous une loi com-' derivante nel Prnudhon d:1 munc et dans un intèrét icicn- . una tntt'altra ,aluta/.ionc del tique •· Proudhon difende i prol,lema i1aliano, a farlo piccoli paesi, le confedcrazio– tacc:iare dai :,uoi a\\'Crsa1i di ni. o,c "Ics at1ribut:, dc rau- sini!>tra, di fabo rivoluziona- tori1é centrale se: :,peciall:,enl rio e di • rca1ionario •· cl se rcstrcign.;-:nt, climìnucnt In questa luce appare mol- de nombrc, d'immed1ate1é et lo critico e "cvero il giudizio <:i i'osc dire. d'inr,•n,itC .\ espresso dal Proudhon Slti mcsurc quc la confédcra1ion grandi :-.rtcfici dell'Unita. Ca- ,.,. ckn·loppe, pa, l\1l· , vou:-. tipico esponente della dc nouvcaux é1a1s •· L'Italia borghesia al potere, uomo Kli '"rni:-ct· numero.,, , dell'odiatissimo "giu:,to me7- menti per le sue ripetute di- 70 •. as<;crtorc dcli"• ere- dc-, mos1ra11on1. t.~li :,i 11lc:n- mys1ifications constilutionncl- ·scc all'autotita di Giuseppe lt!.• non ,t!nha multo rm,- i\ln!1tanclli. di GiuM:ppe Fcr– p1an10: • La mori dc ,\I. dc ran e del generale Girol:!mo Cavour est certainemcnt une Ulloa. A,cva conosciuto il pertc pour l'llalic. Jc ne crois primo, esule a Pari&i. dopo pas ccpendant qu'cllc coJrai- 11 '48 e, del ,ccondo, a,·i;,·a ne aucun rccul sur 1'c.,,cn1it'I letto e meditato l'/-Jisroire dc._ foits. Jc eroi<: ,me l'nm- dee; Rél•ol11tio11s e11 ltalte nion cn France, dc mi:mc pubblicata nel 1858 e il di: Qu'cn Angle1crre .. Belgiqui:. i;:corso parlamentare dell'S e etc. ne pcrmcttra1t pas quc Il otlobrc 1860. contro la l'ltalic retombf11 sous la pub- politica di Ca,our, subito sance au:richìcnne; jc le croi'i tr.idotto e ,1ampa10 in bro<1- d'au1an1 mons que l'Autriche sur.i dal libraio Ocntu. Ma cn ,e constitulionnali,ant· non ~embra e:,scrsi giornto s'cst faitc ellc-mC.me svmpa: dall'c:,cmpio e dagli scri11i di thiquc. à la cause dc l'ltalic ... : Carlo Callanco. Tutti e cin- ce ~lii reste ~n doute. c·e:,t quc gli clementi che. ,secon- tOUJours l'Umté. Or M. de do P~o~dhon, compangono [;;ì~o,~:-dJ;fil!ltg~su•:/~:lr~~- ;'ran~,ht!~~~ia~e~~~~~i/t~~= Ma, fu Manmi il be,-...a 11 n,.; litica e diritto intemaziona– predile110 dei suoi attacchi. le.. dimostrano che "l'appli– Vcdc\'a in lui il gran tiadi- ~a110!1 de .J'unité politiQue à !Or~ della ,·era rivoluzione I.I ~alle cree une impos 3 ibi- 1!ahana. "Tou1c son origina- luc 1cllemcnt radicale qu'cllc !1té ~st dans le dogme dont ne pcnnct mémc pas l'hvpo- 1! s_ est. <:ons1i1ué l'apòtre: thèse "· Tutta rivolta vel"So il I .Umté uallcnn: ... E1 qui Pro· mare e "cstro,·ersa • per na- fitc dc ce régime d·unité: le tura. "l'ltalie est une lcngue pcuplc? non. Jes clao;;scs su- presqu'ilc. partagéc dans sa péricurcs •· Nel saggio !>LIiia l?n~ueur par une chainc con- F,édùatio11 et J'U 11 iti en Ila- tmuc dc mon1agncs, dc la– I,e Proudhon dclinca,a con quelle s'étcndcnt. jusqu'à la fosche tinte il quadro del mer, une multilu le dc ,al– futuro regno unitario: • ccttc lées sép:_1recs par des c1Ctcs monarchie constitutionncllc et parlauement indépcnclan– do_nl Victor•Emmanuel est le t~s. 9n dirait le squcleue pnncipal bénéficiaire, qu'cst- d u~ munc-nse cétacé. Consti– elle autrc chose que l'unité tu11on la plus •:>riginnlc e• ]a gouvernemcntale substituée à pl~s ~écidémcnt fédéralistc !'autonomie provinciale et qm so11 au monde, puisque, municipale, au profil de la autanl ccs pc1ites dh bion classe qui porte I habit con- :,ont rapprochécs 'es um;_,,. dcs tre celle qui porte la' blou- riu1re<: et ,à portée dc ,·en- sc? •. Il mito unitario ha ino- · tre:sccounr, autaòt cllcs sont culato in Italia il despotismo mdcpcndantcs et déga~ee, ,ic "il a établi !>Urelle le regn~ toutc. en11-avc mutuclle •· La ~~~~::~~ ~èngnef~~~~ jult ~;~"s~\ff;,1ct/ 0 ~~i'ì;' ~~~g~1L1~ 1847•; e Pour gouvcrncr\•ingt· dato che appa~ difficile di six millions d'hommes à QUI creare "une capitale dans un on_a ravi la possession d'cux- pa~•s d_ont !a mcr est 17 vrai mcmcs, pour faire marcher c~ntrc, QUI par conscquent ccttc immense machmc il n cn. peut admettrc aucune. faut une bureaucratic pr~di- préc1sémen1 parcc qu'il y cn gicusc, dcs Jégions de fonc- a pla_~e pour soixnnlc •. Fin 1ionnaircs... Des employés dai pm rcm:n_i tcmoi. • on ne des sold:its des tributaircs' pcut pas dire dc l'ltalie, ~r.~~~r~~~~~l~/! qui rem: Ji:a~~c,ded~a ~auJ~~n~inl~~:~ Poco dopo la tr:igcdia del- dc. la Aloscovic, c1c, qu'il y l'Aspromonte, il 7 settembre e_,:istc un novau de popula- 1862. in un articolo apparso tio~s au_toch1one, formant sa a Bruxelles, sull'Office dé nat,onahlé. _En ltalic, il v a pttblicité che aveva &i~ ospì- des populat1ons dc laute pro– lato lo scritto su Ma4~ini et ,cnancc:. al~ fond. il n\• a pas l'Uniti c11 Jtalie Proudhon se te. '"?c1. llallcnnc. La nationa– la prendeva c~n Garibaldi. ()~I 1:a iennc est une fi~tio~ •· r;,n,~~~s!ii 1~11~i a~~~i~~ 7 ~~ segna an~~ s~~a~~a~~~~t~ e~~= italiana al trionfo dell'unità tbnteé della_ Penisola "à scs e principe esseotiellcment m~~ 1 . e 11 s régiona\es et muni- narchiquc, militi!,risie et bour~ f,:;let··i• sans cedsse o~pos.a~t &eois • col rischio ,. que le • au1rc ans I tnlcret résulta't le plus clair dc toute ~i. se~ franchiscs, empire, celte utopie scrait dc fairc h:,aumc, papauté et cher rétrogradcr Ja réformc éco- ~ ~nt au-dessu-. d.cs nuogcs, nomique Ct sociale, par lOUtC n:rs uC:: antag~msn:ic éler- l'Europc, dc dix ans et pcut- · w~sc impossl- Ctrc dc cinquante ans •· Am- (continua a paalna 6)

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