La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 21 - 21 maggio 1961

Domenica 21 maggio 1961 LA FIERA LETTERA~IA Pag. 3 Dia-rio dell'appartato * Controconsiderazioni sulla poesia italiana * Quindici anni di dibattiti, in Italia, sulla poesia conside– rata in assoluto ma soprat• tutto nella sua relazione sto– rica, nella contingenza dei suoi riflessi cidli; di dibattiti !:iUI rapporto fra poesia e so– cicta, fra pol.'sia e n:alw; non m1 hanno ancora spento la curiosità di sc8uirc lo :i,\òl– gersi di questa problematica che sembra sempre illudere di aprire orizzonti, spazi nuovi e inc ,plor.ni \'crso cui dc,•iarc utilmente la linea di una diretta c concreta cspc– ricm.a pocllca, o almeno di segnare punti di ,;rcnmemo mar~inali a quel cammino. che interessino polemicamen– te la coscii.:n,_., di chi :.ia di· retto altro,c. Inutile dir-e che il mio pcr<;onale interesse , ie– ne acutamente ,t1molato quando il bilancio introspet– tivo od oggetth·o ddla que– stione siano i poeti :,lcs,i a tracciarlo ç prccbarlo. Ma, alla data d1 oggi, \'aqmmcn– tazione rclatha ha :,ubìto or– mai una specie di u,ura, un processo di estenuazione, , ia via che si è ,enuta al\onta- rii G-:ETA1\ 1 Q AIICA.l'GEl~I nando dal suo momento più m.'('c:,sitato e fatale, cioè quel– lo del pii.I immcd1a10 dopo– guerra. Oggi si puù a, ere il senso che quel comple:,~o- di ragio– ni e di impul:,i allora con\'O• gliali prc:,so che in una uni– ca direzione (le stesse rea– zioni polemiche ai temi, ai principi dominanti detcrmi– na,ano anch'c~se l'unicità di quella prospettiva) con tale prestigio di evidenza e di ne– ce::,sità da indurre a credere che il campo ne sarebbe sta– to ::,;.1turato per ben lungo spazio di tempo; oggi si percepii.cc che qualche cosa de,•e essere intervenuto a sfasare il ritmo di quelle pro– pulsioni, come ~e quel mo– tore a,•csse cambiato marcia. Dico questo sopra1tu1to per effetto di quel tanto che ho a,uto modo di sperimentar– ne io stesso in me; quelle ,·od alte, concitate e con- , inte sono cadute, ora si può a,•ere l'impressione che non si siano mai neppure lc, 1 ate e mai abbiano fatto lUmulto. Forse per questo le • Con· :,iderazioni sulla poesia• che intitola\'ano, nel numero 19 (domenica 7 maggio 1961) di questo sellimanaJe, un di– scorso tenuto da Quasimodo a Prato nel settembre dello scorso :1.nno, mi sono sem– brate più stanche, meno net– tamente scandite di altre sue sullo stesso argomento; a cominciare da quelle che il poc1a pubblicò su questa stessa • Fiera Lc1teraria • nel '47, poi ,•ia via in altre sedi e occasioni; con quell'ultimo sprazzo (se non ce ne siano sfuggiti altri successivi) più impegnativo e più riassunti– \'O delle sue ragioni polemi– che che diede vh 1 ide7.za di tono e punla mordente a un • Discorso sulla poesia • rac– colto, dopo i testi poetici di- La passione d'Israele nei versi di César Tiempo * ili n . .\l•'FAF.J,F. SPll\"EIA,J Salmo cle/l'i111.migr. nte is,aelita Noi cercavamo pace e La vita faceva schioccare il suo staffile sui nostri pelti. Crivellata dai pugnali ciechi dell'inverno gemeva ed ululava la bufera senza varcare il suo limite bieco, Correre si poteva sulle spalle dei fiumi in letargo, giocare con la neve che sorrideva mansueta, mentre dolci canzoni facevano vibrare la nostra allegria nelle ronde dei villaggi e nei cori delle città povere. Ed eravamo perseguitati. Eravamo perseguitati! Al tempo di primavera - che dà l'ebrezza come un vino forte - quando si può carezzare le guance alle fanciulle e benedire il tripudio dei cieli azzurri e dorati. E nell'autunno dagli occhi sereni, ed anche nelPestate, quando la nuziale terra del nostro ardore s'impregnava, rinascevano sempre le persecuzioni. Coi nostri vecchi, coi padri e le sorelle - quelli della razza decimata che attende ancora il M asciaj e sempre torna a raccogliersi varcando mari e montagne per risognare unita lo stesso sogno stupendo - fuggimmo la valanga di sangue dei progroms, ma non perciò abiurammo la Fede che i cuori abbruciava. In America, infine, il nostro affanno ancorammo ... Con braccia rudi e con mani soavi vi abbiamo guadagnato la nostra libertà. Piangendo e cantando Quelli che seminano piangendo mieteranno cantando. Salmo CXXVI, Un paese di latte e miele di colline e di chiari ruscelli lasciò il popolo d'Israele piangendo. Colonne di fuoco e nubi gli guidarono i passi splendendo mentre varcava il deserto piangendo. Prigionieri, costruirono città dalle mura eccelse e a Dio ne resero grazie piangendo. Le lance divennero z-appe, divennero aratri le spade, notte e giorno lavorarono piangendo.· Il mare dalle acque in fiamme coi loro cavalli passarono e le burrasche li colsero piangendo. Se ne stettero murati dentro i ghetti tenebrosi, ma ta luce ritrovarono piangendo. Il sabato a loro fu scudo, fu loro isola, fu candelabro, e benedirono il sabato piangendo. S Perseguitati e scherniti, curvati sopra la terra senza odio seminan sempre piangendo. Domani arderà il sole sui campi da voi seminati, ed allora mieteremo cantando, fratelli, cantando. (Traduzioni di Raffael.e Spinelli) César Ttempo (pseudonimo d'lsrael Zeitlin) occupa w1 posto di 110/evole rilievo 11et pa11ora111adella letteratura argentina co111e111porauea, sia per il vigore straordmario della sua perso11alità umana, sia per l'originalitd e il par– ticolare mordente della sua opera che mtrodusse ferme111i nuo,1i e temi inconsueti nella lirica sudamericana, arric– clumdola di una ,,oce che /i- 110 ai primi decemu del se– colo attuale era rima.sta 1111,– /a: quella degli emigranti ve- 11uli alle rive del Plala da ogni parte del mondo con il loro fardello di ricordi e di speran:e. Questo scrillore, che aveva dietro le sue spalle le piano-re e i fiumi del- ~:~!raj;'a;,1:;r~~i11~~~h~et~~':si america11i che la fo11da111e11-' tale omogeneità etnica pre– sen•a dai con/lilli e dai pro– blemi del meticcia10, la vi– hraz.1011e dell'amico pianto di hraelc e ne fece - con pro– cedimento analogo a quello dei poeti negri 11ordamerica- 11i e afrocubani - una pro– testa di razza che, nello stes– so tempo, è protesta sociale. Nato nella primavera del 1906 a Dniepropetrowsk, Cé– sar Tiempo fu portato a Bmmos Aires 11el corso di quell'anno stesso dai suoi ge- 1111ori,Greiorio Zeitlin e Re– becca Porter, emigrati in America per mettersi al sicu– ro dai • progroms » della Russia zarista e per cercare w1 avvenire diverso da quello che li attendeva nei • ghetti povui • dell'Europa Centrale. ~;J 11 iu c':c/iil~e a~~~:;~:;~e "~ii .!Jludi secondari, ma appena li ebbe termhiati presso la • Escuela Nacionat de Artes •• do,•etie preoccuparsi del pro– prio sostentamento ed itllra– prese im'intensa attività gior- 11alistica prima ancora di es– sere uscito completamente da– gli anni dell'adolcscen:a. Co11- tempora11eamenre, cominciò a freque,uare le • tertulias li– terarias" bonaerensi e ad im– peg11tlrsi nei contrasti che le dividevano, sc/11erandosi con gli av,•ersari dell'ormai tra- 111011ta11te • scuola moderni– sta • e della dillatura lelte· rana di don Leopoldo Lugo– nes e partecipando in pie110 aglt sforzi di coloro che, fra il 1921 e il 1924, iniziarono il nm1ovamento ab imis della cultura argentina. Cosi, quan– do le polemiche accanite e i comrasti (che ripelevano sul– l'altra sponda dell'Atlantico e i11 parte parodiavano le agi- 1a:ioni della culwra europea del dopoguerra) portarono alla vittoria della corrente • pos1-111oden1ista " che fu delta • della nuova sensib,– bilitd », il giovane poeta rus– so - argenlmo ne divenne uno dei capi phl autorevoli, as– sieme a lorge Luis Borges che 11'era Slato il fondatore. l'attività svolta da Cisar Tiempo abbraccia il campo della saggistica, quello del ~ee~i:oèia °:~~ 1 r::lio~ 1 ;,e;~:: tica quella che ci rivela gli aspetti pill profondi della sua personalità artistica Nei versi da lui composti lo spirito ance.strale del popolo perseguitato e quello dell'uo– mo del nostro secolo, pensoso del destino degli umili si fondono in modo perfelfo e vivono in un discorso poeti– co ili cui l'intonazione bi– blica, le • estridencias,. della satira sociale e persino cer– ti riecheggiamenti dell'elo– quen:a da comhio • legano • insieme e si compenetrano vicendevolmente senz.a con– trasto. ili lai maniera, Tiem– po, pur rimanendo lontano da ogni atteggiamento cripto– gra/ico, riesce a mantenersi interameme in armonia col gusto odierno, ed, a,n.. i, ci offre con un am1cipo di dieci anni nott pochi temi, forme e toni che precorrono quelli della poesia europea della Resistenza e di certi settori del recenlissimo realismo li– ri&o .. retti, a chiusura del volume di liriche intitolato • li falso e \'ero verde• (Mondadori, 1956). Il discorso di Prato ha impronta meno personale, meno accentuata e polemica; e sembrerebbe offrire in sin– tesi le lince consunth·e del– l'esperienza della poesia ita– liana dalla generazione del poeta ai giovani di oggi. Ed è questo passaggio da una posizione personale, coo tutti i diritti e le giustificazioni che le 3j possono concedere, senza di.re di certi punti che vanno a colpire certi bersa– gli con destrezza aggre,siva e che ci trovavano consen– zienti per una s1essa intima insofferenza del tanto spa~ zio e prestigio che certo pe– trarchismo sussiegoso ancora si arrogava. nel quadro di una realtà troppo mutata; è questo passaggio da tale po– sizione a questa indicazione oggettiva e pacifica di dati che il poeta presume evidenti e precisi, denunciabili • con molta chiarezza " tanto sa– rebbero incontrovertibili, che non mi riesce del tutto chia– ro e convincente. Anche stavolta, farò all'in– circa la parte di quell'uomo della strada che mi sen10 inclinato a rappresentare, che mi pare di sentire agitarsi al di là della cronaca lette– raria e dei dibattiti di stam– pa con reazioni che non coin– cidano sempre con le dichia– razioni pubbliche di tanti personaggi rappresentativi e prestigiosi, indotti certo an– che dalla coscienza di tale loro prestigio a imporre in– di1izzi o a tracciare pano– rami. Quest'uomo della strada dovrebbe, a mio giudizio, corrispondere all'incirca al miglior lettore della Fiera Le.tteraria; di un giornale cioè che raccolga l'eco dì tutto il vario movimento cor– rente, in una proporzione suHìcientemente equa, e sen– za ·accentuazioni polemiche in una sola direzione. Un uomo della strada ricono– scibile soprattullo per l'at– titudine a non lasciarsi in– gannare dalle apparenze, per la indipendenza dalle più co– muni inclinazioni conformi– stiche del momento; in so– stanza, un personaggio ca– pace di impersonare quell'an– tica e profonda, industrut– tibilc saggezza popolare che Jitro,a l'equilibrio proprio e del mondo in un s1cu1·0,di– rci infallibile per la sua sca– lurigine intuith•a, riferimen– to alla natura, alla propor– zione e al ritmo naturali; uoa natura che tuttavia scrivia– mo di proposito con la mi– nuscola, per meglio stornare il prevedibile sospeno di es– sere poi, magari in segreto, troppo stretti osservanti di un culto in disuso, di una religione defunta. Per l'uomo della strada sa– rà avvertibile qualche cosa come un vuoto d'aria là do– \'C Ouasimodo (non lui solo, tullavi'a, in questi atti di li– quidazione di certe figure che una più naturale e più semplice tradizione, che ose– remmo definire più concre– tamente popolare ,aveva fis– sato in tutt'altra stabilità nello spazio storico dell'età romantica e postromantica) stabilisce il rapporto effetti– ,,amente storico e vitale coo la triade poetica che occupa più di mezzo secolo fra Leo– pardi e i nostri contempo– ranei, cioè Carducci Pascoli e D'Annunzio. Soltanto se si consideri tale rapporto su– perficialmente, che sarebbe come dire secondo gli sche– mi a cui ha av\'czzato tanti la critica più ambiziosa dei tempi recenti, si darà la co– sa come scontata a fa,•ore di quella troppo secca e sbri– gatì\'a liquidazione, e si tac– cicrà di provinciale il sot– toscritto e quaoti ritengano opportuno insistere sull'argo– mento, perché avvertono con sicura percezione critica (che può essere anche quella del semplice • uomo della stra– da•) che la presenza di quei nomi a occupare un certo tratto dell'orizzonte implica ragioni profonde che vanno oltre il valore e il significato dell'opera di quei singoli: e sono ragioni inerenti a una più libera articolarione inter– na della cultura e del trava– glio specifico del poeta, se si tratti più propriamente di lui; e della cultura di tutti se di tutti si tratterà. A questo proposito, anzi, ,non mi risulta ben chiaro se il discorso di Prato sia di– vulgativo della posizione del poeta in particolare e in proprio, o divulgativo di orientamenti e concetti che debba._no informare la co– scienza e le tendenze ge– nerali. E credo di a\'erc già chiarito il percné, cioè quella certa ambiguità fra il riferimento personale, a cui tutto finisce sempre per vol– gersi e in cui tutto finisce sempre per sfociare, e il ri– chiamo a risultati che una retta interpretazione critica e storica abbia assodato per tutti. Ma l'uomo della strada avrà certamente il diritto di avanzare qualche protesta, di– chiarando di non riconoscere la reale proporzione dell'im– magine di D'Annunzio, sup– poniamo, nella definizione che della sua vicenda di artista trova esempio nelle auuali parole di Quasimodo: • D'An– nunzio ha preso da fonti lon– tane il suo lingua1ui:io; solo che la sua ricerca era di na– tura astratta. Infatti D'An– nunzio ha inventato un lin– guaggio, anzi una lingua che non si è mai né parlata né (Conllnua a paf, 6) JLA\. CUJL'JCUH.A NEJL MONJUO COMlUl"llSTA * In Polonia fioriscela satira * Alla produ:ione satirica dì qualità sono i11dispe,1Sl1bili due condiz.ioui: un ordine c<r stituito prerc,n.ioso, autorita– rio, Geloso della propria • ri– spellabilità,. ma al tempo restio a ricorrere alla for:a bruta per farsi risvettare, ed un'opinione pubblica stanca di pretensione, autoritarismi e e rispettabilità•. rii l.,VIGI DE ,IIAllCIII anche il pcnona2g10 ambi– guo del cos-piratore che, d'un tratto, abiura la sua fede e sposa fanaticamente quella del ree"Jme oppressore. E c'C la comica figura dell'ex aizcn: te provocatore che, ~atto_st incarcerare dal Comm1<;san'? per simulare la scoperta dt un nuovo presunto complot– to, ix>C:O a poco smamsce il -.uo ...:o r,ohz1esc.o»: Ciò spiega perché i periodi aurei della satira coincidano ~~ig~7;,~~nf 0 :u:g~1:~rli J;ff~ monocromo del quadrifoglio potrebbe essere sostirnit-::>da minuscoli ritratti floreali dei capi del re~ime o di lavora– tori modello. Immaginate\'i allora che cosa non sarebbe· ro i campi seminati con un tal quadrifoglio! Pensate, se ,,'aggrada, al tempo della fio– ritura! Naturalmente potreb– bero verificarsi alcuni errori. Per <'sempio. la oersonn ri– prodoua, pur avendo nella realtà una normale capacità vi,;iva cd es~cndo rasata. po– trebbe risultare alla fioritura, a causa di qualche errore tec– nico, con occhiali e baffi. ln casi simili. però. basterebbe falciare tutto il campo c se– minarne un altro.,. , "'Naturalmente - ci confi– dn il portavoce dell'autore - feci dei passi per sapere co– me l'inventore idealista fosse giunto all'estrema dipartita e scoprii, non senza tristezza. che era rimasto \'ittima del suo stesso zelo. • [n occasione d'una festa nazionale s'era denudato completamente dipingendosi il corpo con sene fasce oriz– zontali di colore. Poi era an– dato in terrazza, era s:11ito sulla balaustra e si era pro– dotto in un "ponte " ginna- ,;:tico si era cioe piesrato al– l'indietro arcuando il dorso finchè le mani non avevano toccato la balaustra dietro i suoi stcsc;;ipiedi. In tal modo il suo cor,x, pitturato era ap– parso come un arcobaleno simboleggiante " Il Radioso Futuro del Campo Sociali– sta". Malauguratamente, la terrazza era al terzo piano•· In questo racconto o nel– l'altro della stessa raccolta intitolata Il leone le allu~io– ni politiche sono più che tra– sr.arenli. 11 leone di Mrol.ck nfiuta di shranare i Cristiani, .!>C ne sta in un canto a ro– sicchiare una carota e al guardiano Caio che lo incita al fiero pasto domanda: e Non ~f ~f~d~:i~s~rc~r q 1 ieit~;~ trili non saltino mai nell'are– na e non divorino essi stessi i Cristiani im cce di spingere noi leoni a farlo•· • Beh - risponde Caio - mc,lti di loro ,;on gente an– ziana e probabilmente hanno l'asma, il cardiopalma e il fiatone•· Guardando Caio con com– miserazione il leone com– menta: • Non capisci proprio niente di politica. Esc;;i vo– glionc procurar.-i un alihi •. • I patrizi? E a chi dehho-. no render conto? • Alla novità: a quanto di nuovo va s\'iluppando,;:i. .\~el– la storia è sempre ncces,;:ario orientarsi verso il nuo·:o, il recente. Ti è mai ~anato per la testa che i Cri~tiani po– trebbero andare al po1.::rc'> •· • I Cristiani al potere?•· • Ma certo: non devi far altro che leggere tra_ le ria:he. Prima o poi Costantino ,·.:rrn con i,:iro a un compromesc;;o. E allcra che cosa capiteri'l? Revi,;:ioni. riabilitazioni'. pro– prio questo. Allora sarà faci· ~jJ;r ,,i J:ntri:la~~last~7ibu:C,~ a s~ra~are i Cristiani, ma i lco:11 ... •· _ . Ma sono. questi, racconti scritti nel 'i(,.'57: l'anno cul– minante del dis~clo. '-:cl dramma • La polizia,. il di– scorso si complica. C'è, s}, ne I.A. poli;:la, la sa– lira feroce dell'apparato po– liziesco, giunto a sguinzaglia– rr. agenti provocatori per <,calcnarc tumuhi cd a coc– colarsi l'ultimo cosniratore impc:nit'!nte nella disperata riccna di pretesti su cui fon– dare le proprie rivendica7ioni di nuovi s1an7iamenti e pre– bende ministeriali. Ma c'è .-Sono me ste,;:so quando sono priiioniero o quando fo– no poliz1ono? Un tempo e_ra tutto chiaro Comm1ssano, perché si era appena a (Z.li ~i- 7Ì.. Anche se, per es,;er sin– ceri le cose cominciaron:> a non' andare piu lanto lisce fin qu::lndo diventai aJente pro– vocatore. .. Ora capisco perché mi turbasc;;c tanto indossare ahili horilhesi Un poliziotto non don-ebbe togliersi mai l'uniforme•· E il dramma si chiude con una gra1;muola di arresti: il Commisc;;ario ar~ta l'c,: ~a– spiratore, ora divenuto am– tante di campo del generale. l'e:it cospiratore arre.sta _il Commissario a nome del regi– me e il Generale arresta en– trambi dopo essere stato a sua volta arrestalo dal Commis– sario Perché dunque aur<:·:1 nuo, a complessi la, ques1'in.-.i– diosa • pclivalenza • della vis satirica? Sem,a dubbio, ,·a tenuto (Contlnu'a ~ pag .. 6) tarda Repubblica all'Impero Romano alla Francia sette– cet1tesca all'Inghilterra vitto– riana all'ultimo zarismo alla Germania 110st-guglielmi11a. Ciò sviega auche vercl1é, alla crisi che ha scosso il mondo comunista dopo la morte di Stali11, non si sia accompa– gnata una buona fioritura sa– tirica se 11011 nell'unico paese, la Polonia, dove il regime ha eflt:.ttuato alcuni radicali cam– biamenti d'uomini e di meto– di e dove, al tempo stesso, la popolazione era giunta ad uno stato di profondo e dif– fuso scetticismo verso 11 si– stema. Nei paesi, come la Cecoslovacchia, dove c'è sta– ta tma sostauz.iale riconferma dei gmppi dirigenti ed 1111a sco11fessio11esolo formale dei merodi re1,rcssivi stalinisti, od in quelli, come l'URSS e la Ci11a, dove l'opitJio11epubbli– ca 11011 era giunta a posizio11i di smaliz.iata decantazione dei mili di regime (omripotem.a e 0111tiscie11;zt1 del Partito, fa- 11ati.<:1110 patriollardi, • ma– gnifiche sorti e. progressi,·e » e così 1•ia) la satira 11011 ha potuto fiorire né mani/e· starsi. Della fjoriltlra satirica po– lacca (che .~i manifesta 11011 solo nel campo 11arra1i,•o,ma anche in quello del dramma, del , 1 ariettÌ da tabarin e del disegno caricaturale: ogM,ila Polonia dispone d'alcuni dei migliori vignettisti europei), uno degli esponenti piii. bril– la11li,coraggiosi e pro/011di è Slawomir M'ro:ek. IJn racconto sa,tirico di Slawo111ir lllrozek Nativo di Cracovia, .llro;:ek ha trascorso a Cracovia e nei dintorni la matgior parte del– la sua ,,ira. /11geg110curio,;o ed irrequiteto, studiò pri111a architeltura, poi materie let· terarie ed infine filosofia orien– tale: e del pensiero orie11rale sembra spesso di trovar trac– cia nel gusto della sfumalllra e dell'ambiguità che caralle– riz_za tanta parte della sua opera. Iniziò fin da giova11is– S11110 la sua allivitd letteraria, pubblicando due raccolte dì racconti ed 1m romanzo che olle11nero però scarso succes– so. In quegli anni sbarcò il lunario facendo il gionralista ed il critico teatrale. Poi, improvvisamente, a 27 mmi, la notorietd: 11el gen– naio '.58, infatti, il massimo i~~~!~° K,;1 1 :~~~~. c!,~J;;f! ad un'altra sua silloge di rac– conti intitolata Slon f« L'ele– fante •J il proprio a111111nle, ambito premio letterario; nel giugno dello stesso mmo 1m suo dramma satirico in tre atti, La Polizia, riscuoteva 1111 successo clamoroso. I temi prediletti di Mro;:ek, come d'ogni satirista, sono il conformismo, la pusillanimi– tà, il fanatismo ideologico, il burocratismo: viz.i e difetti ~;,~u:r/::;!~7,~~ 'i:: ::bbi~';";',1,~ te vengono esasperati e pa11- demi;:tati dai sistemi autori– tari. /,a grandczz.a di Mrozek, ad ogni modo, sta 11ell'aflro11- tarli Je11;zaapparente violen– za, ma al contrario, con una sorta di mansueta compren– sione. Vediamo per esempio il ta– glio ed il tono d'un suo rac– conto della raccolta Slon. in– titolato • Un collabora!orc devoto•· • Guardando un giorno dal– la mia finesLra, ossen,ai un funerale che passava nella strada. C'era una bara nuda su di un carretto qualsiasi. trainato da un solo ca, 1 allo, e dietro venivano la vedo,,a in ~'iob!~lfm~nt[; g~~ :;,~IJ~l~ funerale non a,•rebbe mai at– tratto la mia attenzione se non fosse stato per una ban– diera I ossa che dccora,,a la bam e sulla quale nl!reggia\'a un'unica scrilla: Evviva! • L'\ mia curiosità ne fu stimolata ... •. .. Da una breve inchiesta presso la vedova - continua il racconto - risultò che il defunto era stato un funzio– nario governativo, esauritosi • in uno sforzo strano e non richiesto: e precisamente la im•enzione e la divulgazione di te_m~livi slogan propa– gand1st1c1•· Il cane A\·e,•o ap_pcna ordinato la mia seconda birra quando ,edemmo il cane per la prima \'Olla. La porla era aperta per ,,ia del caldo: e dall'interno della buia birreria si \'Cdeva chiaramente tutto quanto acca– deva in piau.a. • Chissà di chi è quel cane», disse il eapo-ma~au.inierc. Non che ~I iene importasse dawcro: solo per far due chiac– chcre da, 1 anti a un boccale di birra. La barista si sporse dal banco per \'edere l'o2getto dei nostri discorsi; poi disse: • Non so•· • Chissà di chi razza è•• continuò il capo-magazziniere, sempre con tono svagato. on credo che facesse quella do• manda per qualche moth·o particolare. Guardammo fuori di nUO\'O •. • Indefinibile - dissi - Forse è in parte alsaziano•· Il cane si aggirava pigramente per la piazza. li contabile s'infilò gli occhiali e si diresse \'erso la porta. Poi se li tolse, li pulì e l'inforcò di nuovo. • E allora?• Stavamo incuriosendoci, ma non eravamo allarmati. • E' un cane poliziotto•, disse il contabile perentoria– mente. Ci fu un silenzio mortale. • Sci proprio sicuro?• domandò qualcuno con una nota di estrema flebile speranz.'\, • Un altro giro?• suggerì la bansta rastrellando i boc– cali \'UOti. • No di certo! » esclamò l'impiegato. • Del resto, io qui ho tatto soltanto una capatina d'un secondo! Allo sportellO, stanno aspettando. Cameriera: il conto, presto I " • Ben detto! • sentenrlò il consigliere con faccia com– punta. « L'alcool è nemico del lavoro ctfioicntc. E special– mente durante le ore d'ufficio. Andiamo!• li nostro ufficio era dall'altra parte della piazza. • Se camminassimo ognuno per conto nostro?,. • on sta guardando», sussurrò il consigliere. • E' vero - ammìse ìl contabile - Cbe bestia furba•· Effettivamente, il cane stava sdraiato 1Jra accanto alla fontana, voltandoci il sedere. Tanta astuzia non pote\'a che confermare i nostri sospetti. Appena in ufficio ci mettemmo al Ja,oro di gran lena. .Non ~i scnli\'a altro suono che il ticchettio delle macchine da scri\'ere e il tonfo dei timbri. Verso l'una fui chiamato nell'ufficio del presidente. n presidente sta,·a in piedi accanto alla fincs1ra quando entrai. • Scnla - mi disse - Lei è un uomo di mondo, un un uomo che ha viaggiato molto e che ha visto varie cose. Come Lei sa, ci sono al mondo innumerevoli meraviglie della natura: cascate, pipistrelloni strani e cosl via. Ma poi, perché pensare a cose esotiche? Prendiamo i cani, per esem– pio. Creature intelligenti, non Le sembra?" • Molto•, concordai. •Sì: è un fatto. Eppure, non sono altro che cani. Dal • Pnckrof »: (Cracovia), 5 gluiJlo 1960 Ottenuti dalla vedova i ma– noscritti dello scomparso (• fogli di carta giallastra ri– coperti d'una calligrafia ni- tida e piuttosto antiquata•) Possono fare qualche scherzo, possono fingere, d'accordo. Ma l'autore del racconto comin- quando entra in campo l'isuuzione ... Per esempio, come se eia a famigliarizzarsi con gli la ca,,crcbbero in matematica? Non possono certo tar di sforzi creativi del suo perso- con.o, no? Acciuffare un coniglio e... hmm... acciuffare un na.gta°~e sarebbe bello - di- i~h~·c~~[.~ 3 1;? 0 eb;e d~\:c~~ser;P~!~~ fi~:z;~::1r;, l~b;t ,,contabili ... ~f,;i 0 ~; 11 ~~ ,ie~C:f/}~~ qua~t~~nqzl~e ..~~bbio - risposi - sono d'accordo con Lei, sero intelligenti come ~li uo- • Quantunque cosa?• mini Supponete che una mo- • Ricordo che una volta, al circo, ho visto vari .:nimali. sca opportunamente mutilata Via ,-ia che entravano in pista venivano loro mostrati dei delle ali venisse immersa nel- cartelli con ogni sorta di numeri che essi poi moltiplicavano, l'inchiostro e poi posta su sommavano e dividevano senza mai fare il minimo errore"· un foglio di carta perfetta- • Lei parla di ",·ari animali ": può darsi. Ma mi dica: mente bianca. E supponete c'era anche un cane tra loro?» - che dalla mosca ci si potess: • Non riesco a ricordamene: sono trascorsi tanti anni, auenderc che camminasse sul sono accaduti tanti storici eventi. Lei capisce bene, sia:nore, foglio in mc,do da scrivere che il nostro paese è stato spa.uato da un grande uragano•· f~ihf~s~ ~(;f~~: i~ 1?~i:~ un ~a~:? ~i deve assolutamente ncordare: c'era o non c'era ziooe " oppure qualche al- • Direi che c'era •. tro slogan altrettanto nobiJe! • Mille grazie•. disse il presidente, troncando la nostra co~~~~a~~a n~~:ilal~g~o re; conversazione. d Quel giorno giunsi a pranzo con quasi un'ora di ritanlo: r:~ocn~~ntge1!!m~~ p~~irirJ:: smettemm? di lavorare esattamen_te. alle tre del _pomeriggio. Ji1à del defunto, della sua Alle. cinque. una. ~elefonata. m1 mfo:"!ò eh~ _ti ~ane era sincerità e dell'intensità della stato visto agg1rars1 intorno a1 magazz1111.Oecm di andar• ~~~hi:!~~e c~nei 1~i~i sJ~f~i menpri~!et~Y·. cena arrivò il contabile: Sedette 3j piedi del menzionare, per esempio, la I letto senza dire .una parola. Era pallido e ansava. Tacevo. sua idea (senza dubbio uno aspeltando che _s1 sbottonasse. ~J~~ ~C:,~~~ab~lta P!~ie~t?fc~a~ : g::;iia H;:i~;nJ~t~tt~n~~:l~~~t!Crofa? • domandai sol- Clùturale) di coltivare un tipo levandomi sul gC?mito. . speciale di quadrifoglio con . • No: pari~ d1 quella scrofa dell'ufficio personale. E' stata la collaborazione generosa di vista nel cortile mentre lo abboffava di salsicce. E di ca- poeti ed artisti. Egli espone- rote (?) •. va cosl quest'idea: "Median- Ricaddi sul cuscino. M'era venuta un'Idea. te un'opportuna trattazione • E lui?•, domandai. delle sementi l'attuale fiorire 11 volto del mio collega passò dalla costcm.azione allo shalordimen10 più totale: • Che cosa intendi dire con "E lui?;,Bch, \'Oglio dire: lui ha accettato? Lui mangia\a?• • Mangia,·a •. • De,·o alzarmi•, annunciai, infilandomi i pantaloni. • Anch'io deve andarmene•• disse il contabile alzandosi d'un tratto. Ma da, ani i alla macelleria c'era una coda tale che quando arri\'ammo al banco non solo le .salsicce ma anche ogni altra cosa era esauri1a. • Non posso, non J>OSSO danero• ribatte, a ostmatamen- 1c il macellaio alle nostre implorazioni insistenti. • Dovete capire: de\'O metter da parte qualcosa anche per me, non si sa mai!• Il cane era stato visto in giro, di qua e di là. Era capace di aura.versare di corsa Lapiazza, poi di aggirarsi nei cortili: cosi. di qua e di là. 11 fatto più preoccupante era ..:be annusava ogni cosa. l peggion cominciarono subito a cedere. Era istruttivo. Vedemmo tulli la segretaria del presidente mentre tentava di accattivarselo: • Vieni qui, delizioso ca– gnolino - gridava - , ieni qui, o dolce, dolce, dolcissima cosa! " Che schifo! Una volta 11 cane, sparl e non tornò per una buooa mezz'ora. Fu un'attesa insopportabile. Era già l'imbrunire quando udimmo uno scalpilio di zoc– coli nella strada. Ci era, 1 amo riuniti tutti a casa mia e sicdevamo al buio, fumando. Scostai lentamente la tendina. In una nube di polvere due destrieri possenti s'arrestarono proprio da\'anti alla mia casa. Il vice-presidente della cooperati,•a • Bosco e boscaglia•, lontana almeno quattro chilometri dal paese, balzò dal carretto. • Non potrebbe far meno chiasso?• sussurrai irosamente mentre gli apri\'o la porta. • Vuole metterci tutti quanli nei guai?• li poveretto tremava \'erga a , erga. A quanto ci disse, mentre stava consegnando la paga ai giornalieri, iJ cane era entrato nell'ufficio con aria piuttosto eccitata e lo a\'eva annusato. • A noi, viene a raccontarlo?• gh domandammo con tono di superiorità, sentendoci alquan10 solle\'ati. • Ma questo non è tutto - soggiunse ncn osamente il nostro visitatore - Dopo di ciò mi ha voltato le tefia ...• • lnsianificante! • ribadl il capo-magazziniere. • ...e mi». Balzammo :utti in piedi. Ci fu un silenzio d1 morte . • Andiamo dal prete", disse il contabile. 11 sant'uomo ci salutò dalla veranda. • Siamo ,·enuti a C"hicdcrc una cosa "• diesse il contabile torcendo~i il cappello tra le mani. .-Senza dubbio Lei sa che cosa sta accadendo ...•. • I peccatori devono (!SSer puniti•, lo inlerruppe secca– menle 11 prete. • Ma la misericordia è il fondamento del cristianesimo - ribattè i~ contabile - e nosLro Sig-nore perdonò personal– "!~nte. Mana ~laddalena dicendole: • Và e non peccare mai p1u, sicché noi pensavamo che Lei, forse ...•. • Che cosa, dunque?•· • Vede, padre, quello sembra proprio un alsaziano ed anche Lei ha un alsaziano, uoa cara bcsliola. Abbiamo quindi pensalo che forse, se il Suo cane \'Olesse far due chiacchie:-e ~~~ti~u~~~t~às\ ~!~~6!~e•arfzid~~s1~~~~e~~lles;his~e~~na~ non abbiano le stesse idee ... •· • • Non se ne parla neanche - disse seccamente il prete - lo non mi occupo mai di politica•· Non ci restava nient'altro da fare o da dire. Tornammo a casa. Passò un altro paio d'ore. Tutto era tranquillo: del cane neppure l'ombra. 1 nostri nervi stremati si andavano lentamente distendendo. • Che fosse magari qui io forma non ufficiale?. domandò esitante il consigliere .. • Oppure solo di passaggio?"· • ~Ila malora il cane! ,. gridò il. capo-maa:azzinicre. • Dopo una giornata come questa, ci meriuamo una birra!•· .Fummo tutti d'accordo, entusiasticamente. La birrcna amica, col suo dolce tepore e i suoi aromi familiari ci accolse con m3terna ~encvolenza. Quell'atmosfera, come 'una mano frc5,c;i. e gentile s1esa sulla nostra fronte calmò quanto r~sta,•a dei nostri timori _e dol?ri. Sedemmo' rumorosamente, ~8~~dbo~ti~(i~c~a~~~òC1gi~~j,~~vjf1~o~~Ji~~e. a nostro agio. troll~~ljò q~;j1'f~~;to che la porta si spalancò ed il C"ane • ~ra-11-lra·li, tra-là-1.\-là • jodeleggiò il consigliere all'im– provv1so, come se non potesse fare a meno di sbottare in questo mo~i\'etto alleg~. Poi, tutto tacque. la ,~~td; 1 a~~~abil! ~;~òtft ~f::rio~ucchcro, per favore.: C~?1e ad una parola d'ordine. cominciammo a coo\'ersare ~:!,f~~o \i?ee~ra~eenn~~ \~i c~a~e sta,,a là, vicino al banco, •" Proibito l'ingresso ai cani'': è scritto ben chiaro sulla PC?rta;.eppure è entrato lo stes:,o, hai visto?. riuscl a bisbi– gliare _11 ~P_o-magazziniere, ammiccando. .G.lt d1ed1 una botta sotto il tavolo, perché il cane si era fi~~•!~~~\~. al nostro gruppo e si era accovacciato, guardandoci alta• i~I c~~c-%t~ga~~ic~~ellente, quest'anno•, disse a voce tant~ l\J~~r cài:C~no state anche delle inondazioni... • ossen•ai, • Qua!i inondazioni? Niente di notevole. Qualche pozzan– ghera qu1 e là ..... semilra~:~h~nrid~s~i~ioso con la lingua penzoloni, per cui del :!ns~t;::~~,ì'~c~~~oj; !~c!~~~ ~r: ~~ll~ff~~~rfarot~~t~~ rella. E 10 allora gli dko: "A me una bustarella? A me?" E patapanfet!!: so che è male picchiare la gente, ma quando ~~~f~~~mi~f:. 0 ~~ 11~; 1~ 1 ~ustarclla non riesco proprio a . • E' ''.ero: gli animali sono molto più nobili», concordò li, contabile. • Stavo appunto leggendo sul giornale la storia d un ~ane c~e ha salvato un ba~b1~0. Due treni correv.mo uno ,et'SO I,altro sull~ stesso b111ano a velocità fantaslica, !?dun bai:nbn~o stava giocando sulle rotaie. Il cane ha portato 111sal 1 \'0 11p1cc<;>lo proprio all'ultimo momento •. I? un tratto 111p1a~a s,'udl un fischio acuto. Il cane- s'alzò fulmineo e corse fuon. C1 levammo pallidissimi e ci avvici– nammo cautamente alla finestra. l~u1: 2:ii~~u~~a ~~~7:au~c°v'e~~hi1:; 0 ~~ st !Jita~~h!!un~l~ri 1 ~~ ~~s~!~:tb~~~~- guidato da un cane e appoggiandosi a un • EI"a: un cane-guida•, disse il contabile tnstemente. • Domam dovremo prenderlo a calci ».

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