La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 21 - 21 maggio 1961

Pag. 2 LA FIERA LEIIERAKIA Domenica 21 maggio 1961 - '.'iccondo quanto abbiamo letto nel titolo e nel con– tes10 di un articolo di Ar– l!Cnta. apparso nella rampa del 19 luglio 1960 - che e non ,·cdremo più alle can– tonate manifesti con imma– s;?inilicenziose». E quello sa– rà un gran bel (!:iomo, perché tutti quelli che ancoro con– servano un senso del pudore e della decenza, hanno 3\'Ulo disgraziatamente laf'l?.hiss\mo modo di accertare fino a qua– le .1bcrrn10 grado di licen– ziosità e di pro\'oca1.ionc sia– no venuti scadendo e prcci– pilaf!dO, di anno in anno, i manifesti pubblicitnri cine– matografici. Mai proposta fu dunque più opJ)Ortuna, piì.t ncccs,aria, più urgente, sem– pre che si ,·og\ia continuare ad attribuire qualche giust:i. importanza a sconstumatezze del genere e che, non essendo q uindi d isposti e rassegnati a subi.le e patirle con in– d ifferenza , si ritenga dove– ro~o cercar di oppon:isi. rc– spmgcndolc e condannandole. per e\'itare che s'andasse a impantanare in compiacimen– ti realistici e 5candalistici sempre più viscidi, riuscendo così dannosa allo stesso let– tore cui per programma. in– formandolo, dovrebbe in\'ccc ~io,-are, non potrebbero an– che i direttori di case cdi• trici fare altrc11an10 e ac– cordarsi per il ripristino e per la salvaguardia del de– coro e del buon gusto nella scelta e nell'accettazione di opere irriguardosc e sprc1.- 1.;.mticontro ogni residua mo– rali là e d'altronde destituite di autentica serietà artistica? Ricordo di Ettore A Ilotioli RASSEGNA DELLE RIVISTE I ALIA~E L l BRI ricevuti * di PAULA H!INI FlllLLINl Ventiquattro anni di un'amicizia sin dai primi incontri sincera e confidente. Mai e poi mai sul finire del '36 quando pubblicai con Tre,·cs • Il cuore c;ulla bilancia• n\lci pensato che un barbassore della cri1ica si in– teressasse d'una sconosciuta. Ed ceco l'« Aral– do della Stampa• mi trasmette due recen– sioni di Ettore Allodoli, l'una di qua11ro pagine sulla Rivista Scuola e Ct1IWra di nO\cmbrc che riporta interi brani di una mia no\!ella; l'altro, una mezza colonna sulla Na1.io11e di Firenze. Un'indagine sottile con• sacra\'a con e\'idente compiacimento la nuo– \ a scrittrice. Trasecolai. Qui bisogna andare subito a Firenze: della persona non a\'evo la minima idea ma non ci penso due \'olle, e busso alla sua porta. Fu come ci fossimo conosciuti, meglio, sti– mali, da sempre. Quando mi trattene\'O nella sua ci11à veniva a rilevarmi all'albergo con la sua \'ettura: farmi da cicerone era andare strone la scrivania della segretaria. Non adibito a uno studioso i.olo sembra\a quel– l'ambiente sc\iero razionale e Jun1.ionale, ma addirittura a qualche istituzione. Allodoli critico, i.crittorc, !Saggista, filologo, linaui<.ta, professore lo capivi Il. Quella lindura, quel– l'ordine, quella lucidi1à acula - il suo mar– chio - erano maturate li. Per una sorta di fenomeno di osmosi il succo di tutti quei libri !:iiera trasmesso in lui a tal segno che pote,•a dettare di getto i suoi forbiti articoli alla segretaria. ~cll'ultimo numero di Jlu- 111a11itas E. Falqui pubblica un importante saggio '>U l'in– llucn1.a del dialetto nella nar– rativa italiana contempora– nc.i che meriterebbe un piu \·Jsto commento che non q1,.1ei:,te frcttolo!:iC righe. con~pc\'olc di c;é J')l."rchèsi J)OSSaamar l,1 Chic!:ia!:iOloin quanto in eS'-a si e nati •· La d\·ilta moderna ritiene di po– ter dare m11lc<.;picga;,iomdi– \ er<.edi una sola cosa con la consc:gucn1.3 che l'uomo p1.:r nu,cond('rc la .. u,1 rragili1~1 adopera l'or-'oglio innal1.<mdo a dei la '-CICll/..1, l'arlc, e 1.1 tec:nka d1mcnti'c.rndo che ,i , i\c limitati nel tcmf)O per 1cndcrc \er!:iO l'eternit., che, Jicc Jemolo, è l'inesprimi– bile (ai:,cino dell'umano . lnfo rmaziom culturali, una ri \ii.ta che <,eguc con )lrcci– si one i rapporti culturali con J'cstc::ro e i \"ari istituti di cultura, pre<-enta un saggio di J. A. Scoli -su • la •·ita e la morte nel 1ea1ro Ji UiO Betti•· Belli crede\'a cHct– ti\·amcntc che il teatro dO\CS- se av\'icina~i sempre p1u a conC<!ltl crb,tiJni. ,elle <.UC commedie gli uomim cc.•rca– no, nelle loro contr..iddi.tiom. di anicin;.m;i il piu po,-,ibik .•----------• a Dio. Nd suo '><tgg10Si.:ott cerca E'.\:RICO CATT A. ARO: ,lspet- appunto di dimo-.11..rc t:om• Ii p,icologici dell'educn:.ione le commedie di q~.h:,tQ.n.clO· cldl'adulto. Editrice S1u- rc \iano popolate di ?C,·cca· d1um Rnma. pagg 130. tori, che ric<.icono.qua.,i item· L .300 prc in pmH:::> di morte, a coi:-- ALDO \'ALl.0'.\t, {,a letttra \ert1rs1 ~r '-O;,ra,,1wr..: in tllru ltoltana del Secolo un .ilio 1dca!c. <!_1 ~IU!'!tlLIJ. ~e',~]. P~~~tritlo. tu~m - Della ri\ist.1 1-0,!tt: Ca,a, GlliLTO COLESA,TI. IA di- :~;~i~n~. i:c~,ifi"~ 0 nn~h~ i ti~ ! ~~,~~l'.w;:g;. 5 ì'Ji~t. - 2~ ta, po1remmQ dire M.lo che \' ARI Cinc poc.tc.1 ltaltan.s, non u al di 1a di un ,o lun- ir.aidt>ttoda Torna:, Garci,; - tcroso d1le11antior;mo.cercan• Quadcrns de poe:,ia - Bar- do di lanciare dei aio,ani cellona. paag. 6-1. 30 pti;;. natra1ori e nd pre:<1Cnlarc G J ACO B BE .\IARINELLI, ras!:ieane di .trii e letteratura n 0 ,, 11 e .tssionn, Scorriban- GIANFRA.'JCO .\IEZZAS0.\1A dc - L'Approdo del Sud, S'a– poli. paia:. 320. L 800 GAETA'wO S..\\'ELLI Crrra Ma, una ,•alta approvata, la lep:i;:enon sarà di troppo semplice applicazione. Nel pnmo dei due articoli di cui consta si c;tabilisce che: • Chiunque fabbrica, intro– duce, anigge od espone in luop:o pubblico od aperto :li pubblico disegni, immagini, fotografie od oggetti figur:ni comunque destinati alla pub– blicità, i quali offendano il pudore o la pubblica decenn, considerati secondo la parti– colare ,;cnsibilità dei minori degli anni diciotto e le esi– genze della loro tutela mo– rale, è rispcllh•amcntc punito a nonna dcp:li articoli 528 e 725 del Codice penale •· Da cib la difficoltà che i giudici si tro\·eranno a do\·cr affron– tare sempre che c;;:iranno chiamati e tenuti ad appu– rare • la particolare sensibi– lità dei minori degli anni di– ciotto• e a difendere • le esigenze della loro tutela mo– rale•· Nulla di più arduo, perché nulla di più mutevole, in una materia pur cosl deli– cata. A quale criterio si at– terranno i giudici per non dh·entare dei moralisti? Ma c;cnza una conp:nia dose di moralismo si potrà evitare In condic;cendcnza, la cede\'olez– za, l'equh·oco, l'errore, il dan– no di çontinunre a lasciar imbrattare i muri con certe subdole sonurre? I • mino– ri• di 'oggi, in materia di sen,;ibiliti1 e di moralità. che cosa hanno in comune coi •minori,. di ieri? E i?li stessi • ma5?giori•? Il nodo della questione non si a11orciglia e non si restringe sempre più e sempre pcgiio intorno alla pericolos:1 specie di « li– bertà• di cui ,,icn fatta loro clarl?izione nella società pre– sente? Come conciliare tanta ostenlata e trionfante « liber– tà • con la sever::t • punibi– lità,. che appunlo a quella presunta libenà \"Uol metter A noi pare ch'cssi do\!rcb– bcro afTretlan,i: la loro si– tuazione non è meno bb,o– gnosa di un se,·cro rimedio urgente e, se si mcucssero una mano sulla coscienza e dessero il bando all'ipocrisia, l'intesa sarebbe piesto rag– giunta Con la rinunzia al i!'Uadagno attra\·erso un certo brutto tipo di !:iUCCesso, che tutti conosciamo e deprechia– mo, si ga.ran1ircbbe il riac– quisto e la consen·azione del– la stima e della fiducia e della grolitudine da parte di quelli che, tulio sommato, continuano ad essere i lellori più sicuri, più fedeli e quindi più meritc·1oli di rip:uardo. Da anni mi ave,·a scritto, pregandomi di ,erbargli il segreto d'un suo la\'oro di gran– de impegno. un ritorno al romanzo che a\·c,·a disertato dalla gioventù, dopo il fortunato « Doma1ore di Pulci•; in sostanza la sua storia segreta. « Im·ano, im·an l'anima già doma / dai casi e fatto rigido / il senno dall'età ... •· Irridc\·a se stesso coi ve~i del Parini, ma era soddisfatto dell'opera i.ponta– nca. fre:sca. • C'è tu110 il mio mondo anche Paola \·i passa•. Dopo qualche annO il se– greto non è più un segreto. • Molti attendo– no il libro•· 1\ilidice Cicognani l'allro giorno: « Le stroncature, le invidie che li \'erranno addosso 1 questi gio\':lnetti' e di mc:uaeth. !ntci:1ti a farsi. réclame per cose da nulla, mez1e, non \'Ogliono vedere un \'ecchio ancora l,Ulla breccia, stare in gara con loro e ma– gari vincerli•· D'un !ratto del romanio non mi scrive, non mi parla. Alle mie domande t.,iglia corto, abbottonatissimo. • Ho rinun- Si !:i:I,infa11i, come il con– flitto lingua-dialetto ,1a -oggi 1cm~tdi molte discussioni let– terarie. Falqui mette in dub– bio ciò c:hc fu affermalo in un recente convegno di "Crit– tori to.!>Canie cioè che la Toscana rappresenti tulla la tradizione spirituale e ar1i– slica itatiana. E Raffaello e il Tas!tO? E Leopardi e il Manzoni? si chiede Falqui, l)()Slcnendo che l'olimpo ar– tistico è <,par.;o in tulle le rea:1oni della penisola. Egli esamina poi alcune dichiara– zioni, non certo comergcn1i, di Mora\ ia e Gadda po5tc a gius1ificare l'impics;o del dia– letto romanesco nei loro li– bri. Per Gadda questo dia– letto non i.: che • un tributo di simpatia \ itale• mentre per J\lora\'ia è • l'espressione del disfacimento della nostra società•· Dunque non si trat– ta di una riccrc.1 filologica ma di una c;i1ua1.ionesociale. Ma Falqui è dcll'opmione d1 Montale che ritiene che il soltolondo regionale e socia– le pub manifestarsi anche i.crivendo in lingua, come fu nel caso di Pa\·C!:ic, con i personaggi delle Langhc, o di Verga con quelli della Sici– lia. Concludendo il suo ar– ticolo Falqui i!: dell'cpinione che il dialetto sia accessibile • solo a chi ha poco o nulla da dire ma quel poco o nulla \ uol dirlo con arroganza •. Premi letterari alfa/ba - Liriche - Ca,;;a Editri,e Lia-uria. pa3g. SO ... p. Ma è da sperare che il mi– racolo accada? La lingua batte dove il dente duole: ma che il no– s1ro non sia un dente isolato, lo dimostra il follo che cor– ruzione e prostituzione, ero– tismo e pomografismo sono all'ordine del giorno, aura– ,·crso inchi~te e denunzie. così nei quotidiani come nei periodici. Alcuni dei quali, tulla\'ia. finiscono coll'occu– parsene senza troppo mc11erc in sah'o quella autentica se– ,eri1à, che è la sola f:?aranzia contro il pericolo di scivo– lare nella più perfida ambi– s;?uità. Non invano. dunque. i di– rettori dei giornali si sono accordati e impegnati per cercar di bonificare e mora– lizzare la « cronaca nero•· Perché tardano a fare altret– tanto i direllori di case edi– trici? Certamente non è com– pito facile, per le malintese ragioni di concorrenza che, cor.disccndendo al malcostu– me del momento stesso in cui l'avversano e lo vitupe– rano, inducono e persuadono e costringono a non lener più abbastanza conto, ripe– tiamo. di determinati limiti di casti~atezza, con l'iJ>OCrita e subdola scusante di denun– ziarne e castigarne il crollo. Non sarà facile opporsi e ri– nunziare a un simile andazzo; ma neppure è impossibile. se a riprevalerc sarà un senso di ritrovala dignità nell'esem– pio di responsabilità cui nes• suno de,·c presumere di sol• trarsi senza disdoro. ENRICO FALQUI Ettore Allodoli a nozze per lui. Gli itinerari del suo bel libro • Firenze e dintorni,. (testimonianze dello storico passato, bellezze naturali ,,ivi– ficate, carezzate da uno spirito di artista, da un amoroso filiale afflato) li abbiamo per– corsi insieme. Anni ~d anni passavano: ritrovavo sempre sorridente la chiara onesta faccia, la per– sona atticciata tenuta con cura, con lindura estrema, l'incedere spedito, autorevole. La parlata semplice e schietta schiva di prezio– sità, mai t'avrebbero fatto sospettare che !>Ortadi cmdito egli fosse. Bisogmwa vedere il suo studio, in quel quartiere silenzioso e qucto verso Piazza d'Armi al primo piano della casa, comprata dall'amico fraterno Gio– \lanni Papini. Un gran salone re1tangolare, alto. luminoso, un gran ta\'olo che occupa in lun&hcn.a 1utto il salone (libri, riviste, carte a josa. ma distribuite in bell'ordine): libri da terra nl soffittto negli scaITali che tappezzano le pareti: nel \·ano di un fine- jjrn::~~~ic~~\JÌ1tiatrifiuc~~'.are •. Ma si scorge\·a Che cosa mai a\ rà moti\'ato la rinuncia? Pud(?re di ri,•elarsi? Autocritica? Dell'ope– ra cui aveva dato il fer...-ore d'un amore segreto. resterà traccia? Un'ultima citazione, e reputo onC!>tofarla. Furoreggia\'a la propaganda del • Gatto– pardo•· Il libro non mi com ince del tutto, se ne parla con un calore che roi par so– spc110. Vero è che il mio carattere ha del Bastian Contrario. Mi riconosco il ,·izio d·animo, diffido di mc e chiedo confidenzial– mente all'amico di darmi il suo parere. Su– bito mi risponde. • Il libro \'3 per tulli i ,alolli; '>C ne parla molto specie dalle Signore, lo leggerò per far\!i piacere, e \ e ne scrin-:rb •· A un anno preciso dalla sua fine, una diffusa relazìone. « Mi dà l'impres– sione che manchi qualche cosa e che gli ultimi due capitoli sieno stati messi per compiere una \'iccnda che risulta incomplctn dopo il capitolo VI. Fino al termine di codesto capitolo la \iiccnda risulta abbastan– za logica e in qualche punto interessante. C'è però solo una figura di un certo rilic,•o e di una no1evole potenza narrativa: quella del principe; ma gli altri personaggi mi ap– paiono abbastanza convenzionali. Lo stile è efficace e carico di immagini e simboli spesso penetranti. Quello che urta un poco è il tono qualunquista del libro e la svalutazione del– l'imprec;a garibaldina; ma questo non sa– rebbe un moti\'O di deprezza.mento delropera '-e essa fosse \Cramcnte di un cccc1ionale livello arlistico. 1 cl 1952 uscl un romanzo che a mio credere doveya essere conside– rato un capolavoro, il "Sette e mezzo" di Giuseppe Maggiore che a\'eva per sfondo :,nch'csso il tramonto dell'epoca borbonka in Sicilia; qualche cosa che poteva dirsi \'cra– men1c manzoniano, e do,·c c'era una pittura flumamtas !ratta inoltre problemi che investono più direttamente la coscienza del– l'uomo. In un suo studio 1co– logico, Robcrt Gleason esa– mina la ~egregaz;onc razzia– le che considero l'uQmo sol– tanto con criterio biologico. Ma l'umanit:l pro\iicnc da un comune denominatore che la diversa appartenenza a grup– pi etnici ditfcrenti non Potrà mni essere gius1ilìca1a come presunta inferiorit~. Possono esistere inferiorità di cultura ma l'essenza e la natura del: !'~omo ~ono unich~ e, .ig– giungc Gl!!ason, il pr::tticare le ~cgrcgazioni raniali cqui– \'alc 1mplici1amcntc a rinne– gare la \'Crità della fede cat– tolic.1. A.C. Jemolo prende ~punto da un ,•olume di Mons. Gua– rini per occuparsi dc « li !:iCOSO della chiesa •. Egli a, - ,erte che la pcrsonalitl del– l'uomo è divenuta troppo Xl Premio Cinque Bellole perla narrativa A BordiQhcra il Comitah.l Cinque Bettole indice l'XI edizione del Premio col i,e– gucntc concor:.o al quale po:s– sono partecipare i aio, ani scri1tori di nazionalità ilalia– na che non abbiano i.upcralo l'elà di \"Cnticinquc anni alla data di pubblicat.ione del ban– do (20 Aprile 1961 }. Il Premio. inti1ola10 al ri– cordo dello scrittore G.F. NATTA, è di Lire Centomila e sarà assegnato a un raccon– to inedito di tema libero che non superi le di cci car telle dattiloscritte a ! :ipaz.io nor– male. 1 concorrenti de,·ono im'ia– rc non oltre il IO luglio 1961. con le1tera di accompagna– mento con nome cognome e indirizzo, tre copie dattilo– scritte del racconto alla: Se– greteria Premi Cinque Bet– tole _ Palazzo del Parco - Bordighera (Imperia). «Puccini-Senigalla» Allo scopo di onorare la memoria dello !>Comparso scri1tore Mario Puccini, \ iene bandita a Scniaallia, sua ci11à natale, la qunrta edizione del premio letterario intitolato • Premio Puccini - Scniaallia • sotto il patrocinio dell'Azien– da Autonoma di Soggiorno e Turismo. L'importo del premio, indi– , isibile, è fissato in L. l mi– lione. Il premio sar.ì conferito al– la migliore raccoha di rac– conti o no\·cl\c, di autore ita– liano, pubblicata nel periodo 16 Hiugno 1960-10 giugno 1961. fs~~ a~c~g~~JzaE~f~~~;·~ar• ci dal seuorc dcll;;l carta stampata a fine pubblicitario, passiamo dai manifesti cine– matografici alle copertine di certi periodici in rotocalco, non le tro\'iamo affatto meno ~racciatc. E i rec;ponsnbili vi conresscranno che alla loro piacevolezza è legata la for– tuna o la sfortuna della ,·en– dita. E siccome quella è roba manipolata solo per guada– Due biog~rafie di • sov•--an1 inglesi li premio verrà assegnato, durante una manifestazione artbtico-lcttcrarin. il 12 luglio 1961 a maggioranza di voti, da una 51iuria composta da: gnarci ... {Contlnu~ pag. I) verrebbe in mente di di· menticarll. Una fortuita circostanza ha riunito sul nostro tavolo due volumi che per ragio– ni diverse meritano di es– sere menzionali, letti, e magari anche tradotti. So– no assai differenti fra di loro per l'impostazione ed il tono me hanno in comu– ne di presentare un ritrat– to vivo convincente ed al– quanto diverso da quello tramandato dalla tradizio– ne di due sovrani d'lnghll- terra fra I pili discussi cd enche aspramente criticati nel p::issato: Giovanni dei Plantageneti, detto Senz.e Terra, e Carlo II Stuart. li primo morto nel 1216 cl ri– porto in pieno Medioevo al– l'epoca delle Crociate. il se· condo al Seicento inglese nel suo massimo splendore. Le ragioni determinanti lo scarso favore che godette• ro presso gli storici dello Ottocento non sono le stes– se. NC apperenteti furono i loro caratteri o simili i lo– ro destini. D'altronde il malcostume si va diffondendo cd inaspren– do. Ricordate le copertine dei • libri di gialli• di prima? Erano anch'esse « gialle•. in ragionc\·ole accordo col testo. Date una i:uardata, nell'edi– cola dove acquistate il gior– nale, alle copertine dei • gial– li • di adesso e, a parte il senso di schifo e di ridicolo dal quale sarete colti. non e~itercte a domandarvi se il 1-------------------– giatlo, mescolandosi al rosa della carne e nl ilrigio dello sporco, non abbia trasforma– to i « libri gialli• in « libri neri•· E' un sopralluogo che ciascuno può fare alla svelta e senza spesa, deducendone che ci troviamo di fronte ad ~~:ru~~cla~ $~~~~ ;:: 0 ~fu:! ta. imbroglionesca perché li– mitata, stando alle informa– zioni assunte. all'inccnth·o della c-opertina. Al!rimenti starehbl."ro freschi quelli che. dianzi. comprovano i « libri ~ialli • per ICi!'iZCrscli a letto, distrarsi, stendersi e conci– liarsi il sonno. Di grave, di triste. di allarmante c'è la persuasione che anche per \"endere un libro sia ormai consigliabile ricorrere alla bassa lega di simili espe– dienti. Né a ripon·i assegnamento sono soltanto gli editori di scttimannli in rotocalco e di • libri gialli •· Anche al ri· guardo, basterà un'occhiata alla vetrina e al bancone del libraio per persuadersene squallidamente. Un lettore di altri tempi, di fronte a tanto pruriginoso esibizionismo, si domanderebbe a quale scan– dalistica razza di produzione sia in"itato e sollccita10 cd attratto, e insomma condan- ~!t~~:I f:~f{cla 1 e~~~~s1~~g~ lei!gerc bisogna mettergliela sotto il muso ravvolta dentro copertine meritc\'Oli di essere esaminate e valutale e con– dannate alla stregua della proposta di legge n. 1644. Ma dir questo e farsi com– patire, oppure sprezzare. co– me quacqueri, fa tutt'uno. Percib non lo diremo? Ter– remo in corpo la rabbia e l'offesa di essere trattati co• 01e gente che cammina, aru– folando, a quattro zampe? 'o di cerio; e anzi lamenteremo che, per esempio. un'opera non dozzinale come la qua– drilogia di Lawrcnce Durre) \'enga presentata in italian<? con le sopraccoperte che tutti possono già co!'trollarc nei primi due tomi: Jusrme e Balrltaz.ar. Do\·e andremo a finire con ali ultimi due: \fountolive e Clea? In com– pen,;o, sia det~o J?Cr bl!rla, Picasc;o ha fornito 11partico– lare di un suo castigato qua– dro arlecchinesco per il lercio romanzetto elaborato da Mo– nique Lange su I pescigauo. Qui giunti, ci sia lecito a\'anzare una domanda. Allo stesso modo e per le stesse ragioni che i direuori di p:iornali si son trovati d'ac– cordo, ultimamente: nel. rico– noscere l'urgenza di -.1rm)lert i freni della , c,, nera • Il sai•to tlell,i J\ienii (Continua da pag. I) tcraria come si dice\a, èambicntato in Liguria, in una pro\'incia di tii:,i au1ent1ci.ognuno col segno deUa sua personale follia; anche Il sorto dipana una ad una quelle immagini ormai obbliiatc: l'ironia coabita senza litiii con la m1\J~ 0 fi~"'e PJi~~:~!-:,cg i:~lail ~~~desimo piacere Fantappiè e la madre, la zilclla e Dio!:iOride,il giornalaio e la stramba famiglia dei King - e gli squarci di natura vh·a che tra l'uno e l'altro di questi personagii la scri1tricc ha lasciato sco– prire ai nostri occhi. di un;t natura !:iilenzio~. beJla e indifferente. La curiosità delle CO!:iC e delle persone, nella Ncmi, è unita a una più segreta ,ocazìonc. di scomparire nel pae– saggio. E' l'ironia a salvarla dalla tentazione. La curiosità che cerca di scoprire il segreto del personaggio apparso nella realtà o nella fantasia, di scoprire Ja sua \'icenda umana, d1 leggere dietro la fronte, vince ogni ,oha la tentazione del– l'inerzia contemplativa, dell'abbandono alla natura. L'iroma è il reagente d'una latente voluttà romantica. La fantasia della Nemi ,•i\'e di questa tensione, che balle il tempo del suo stile. insieme allucinato e minuzioso. DALL'IRONIA ALLA PIETA' N'e ll sarto ha dato via libera all'ironia, fin do\'C le è riu– scito senza snatura.ria. Ha preso dalla città Diosconde, leuerato a\•anguardista, e l'ha portato in provincia, con la sua finzione e la sua recita assurda. E l'idolo da caffè let– terario non resiste al confronto. Questo è il primo strale della Temi: i personaggi della cillà sono manonette; ap• pena fuori del loro ambiente dimostrano tutta la loro di– stanza dalla natura, dalla realt3, dalla \"ita. Le loro belle frasi sono le battute d'una recita ridicola. Ma lo strale più puntuto e appariscente è un altro: esso è indirizzato contro I falsi \lrofeti del modernismo a oltran– za, i falsificatori dell'arte, 1 posteggiatori di caflé let teram che trinciano giudi7J e sparano accuse e lanciano luoc.hl pirotecnici di no, 0 ità sensa.1.ionali, tali da cancellare tutto il passato e da inaugurare inedite dimensioni della cul– tura. Costoro incalza la Nemi, ma sempre sorridendo e più pietosa che maligna. Contro chi illude e corrompe, chi promette false mete, disegna falsi traji:itti sul cammino dell'arte. Contro un costume triontanle, insomma, di critici in cattedra, di parole critiche in libertà. di premi letterari prefabbricati, di ambizioni. e di miti. bugiar~i. Cont~ un~ innaturalezza. una assurchtà, una 1mmorahtà dommanu, infine che in Dioscoride hanno il loro sacerdote ridicolo, che i'n Fan1appiè trovano la \•ittima innocente, che paga troppo cara la sua solitaria mania letteraria, al prezzo d1 uscire da se stesso, di passare all'inferno una stagione della vita. Quanti gio\·ani, quanti innocenti _non sono . traviati oggi dai buralllni della \'Oga, allontanati e traditi nella loro autenticità; quanti sarti non sono invogliati e persuasi a scri\·ere • capola,·ori •: quanti • capola\'ori • non sono che i pani mostruosi di sarti o contadini? La satira della Nemi, a tirarla per il verso buono, può tendersi ancora può arri\ 1 are a colpire altri personaggi del– l'odierna recita' culturale: e sono quelli che conosciamo tutti, che scrivono sui gros_si giornali, dirig~>no l'orchC:5t-ra cacofonica della cultura impegnata, e c1 amareggiano og~en~or;:~so tempo la Nemi, più pietosa che maligna. ci dà )'occasione di considerare i buratlini della fregola mo– derdnistica come po\'ere vittime d'un calcolo sbagliato, che li pub arricchire, ceno ma non sah 1 are. La loro fama costa Ja loro autenticità. Cambiato il vento, cadranno come vele flosce. Finché c'è \'cnto, volano sull'onda. ~ Ncmi ci invita in.somma a compianac-rli. I Fantapp1è nescono ancora a sal"arsi i Dioscoride sono degli infelici che si nutrono d1 parole, 'possono "i vere solo mcnt~ndo. . . QuelJo che pote"a essere un hbello. d! saura ca)?O\'Ol– gente ci acc.orgiamo _infine che ~ un cns11ano e som_denle im·ito alla comprensione, alla p1c1à. Anche questo s1 pub impa:rarc, dalla Nemi. PIETRO CIMATI! Lo nostra epoca è con– traddistinta da un continuo bisogno di rivedere I glu· dizi del passato, di corrc2- gerli In base a studi più accurati, o.d una assenza di pregiudizi ed a nuovi do– cumenti venuti Qlla luce, dimostrando a volte che la virtù era meno fulgente di quonto qualche storico del passato volle far credere e più spesso che il vizio era molto meno nero di quan– to lo evcssero dipinto cro– nisti animali da odio di porte. Basti citare per tut– ti il caso famoso dei Do– dici. Cesari considerati du· rante secoli dei mostri In base o quanto ne scrisse Svetonio. li secolo scorso per effervescenz.0 romanti– ca, per un generico odio del tiranni, e per un'ingenua cd un po' grossolana (ede nel progresso dell'umanità peccò in un modo speciale in questo senso. Più il pas– sato era fosco e più puro e splendente doveva sem– brare Il presente cd il pros· simo avvenire. Carlo I1, cui Hesketh Peorson, biografo, troppo fecondo ma a volte eccel– lente, he dedicato un vo– lume scritto con eccuratez– za e con molto brio dove ne ritraccia dalla nascita alla morte le movimentate vicende cercando di de(i. nirne il carattere: Charles II, His Li/e and Likeness (Heinemann edit. London) è per comprensibili ragia. ni) uno dei sovrani d'In– ghilterra che ebbero mag– giormente a soffrire della animosità degli storici ot• tocenteschi. . Ciò si spiega facilmente. Carlo II rappresentava tut– to ciò che nel periodo vit– toriano Intriso di ipocrisia puritana, pudibondo ed avido di virtù purché non concernessero il portafogli o la cassaforte, più si odia– va e si intendeva combet· tere. Egli aveva ristabilito la monarchia mettendo fi· ne alla tirannia calvinista settarie di Ollver Cromwell. Nel contempo però la Chic· sa Anglicana aveva ripreso il sopravvento, e con essa ritornarono specie a corte e nell'alta società norme di vita più libere opposte In tutto al rigido puritanesi– mo dei ce.lvinistl, trionfan– ti con Oliver Cromwell e poi disfatti anche perché suddivisi in innumerevoli sette. Oggi il giudlz:io su Cer– io II ed il suo regno, che !u uno del più festosi e brillanti, per quanto non privo di drammi e di mo– vimentati incidenti, è mol– to diverso. Ove suo fratel– lo, il caparbio ed orgoglio– so Giacomo 11, non avesse voluto forzare la mano agli inglesi ristabilendo d'auto– rità il cattolicesimo con- tro lo volontà della naz.ione quendo le ferite della Guerra Civile non erano ancora rimarginate, la for– tuna degli Stuart dopo li brillante regno di Gugliel– mo II d'Orange e quello opulento della regina Atl· ne avrebbe potuto essere diversa. Hcsketh Pearson disegna colle. sua solita abilità un ritratto convin– cente dell'uomo e del ra accennando anche al nuo– vo Impulso dato alle lette– re, le arti ed il teatro sot– to il suo regno. Delle nu– merose biografie di He– sketh Pearson Charles 11 è una delle più intercssentl. Il caso di Giovanni Sen– zn Terra, (lgJio di Enri– co l'I, il primo dello. stirpe dei Plantageneti una delle più. illustri che abbia re– gnato sull'Inghilterra per la forte personalità del suoi sovrani, e padre di Enrico Hl, il cui lungo regno come quello del non– no lasciò la sua impronta sulla nazione, è molto di– verso. Re Giovanni fu an· che il fratello minore di Riccardo I Cuor di Leone ed il suo successore sul trono d'Inghilterra. Sotto ogni aspetto il contrasto fra i due fratelli era com– pleto. Avventuroso, gene· roso, cavelleresco ma an– che leggero e quasi irre– sponsabile Riccardo 1, particolarmente caro al romantici per la sua par– tecipazione alla Terza Cro· ciata, i tornei e le sventu– re; arrogante, violento, am– bizioso e calcolatore Gio– vanni Senza Terra disprcz.- ~:t~ra~:1J:0~1:e~at~u~~~~ ché considerato infido, vi– le, crudele, traditore del fratello ,assassino del ni– pote e poi perchè colle ignominie e gli intrighi non riuscì mai ad imporsi né al sudditi né al nemico. Carlo Bernari. Arnaldo Bo– La sinistra riputazione di cclii, Marcello Camilucci, En– Re Glovannf è dovuta, se- rico Fnlqui, iccolb Gallo, Va- ~~~~dl~tt~~~t~:·;l~lo~;lin:u~ Ì.~n:l~toltim~~i~,f.'u~~!: tempo quali Matthcw Pa· t~'.en~!lc~o s1:1·pi~t sc i::,~ ris e Rogcr Wcndover che Z;l\·attini, Sergio Fiorn, se• lo odiarono come Svetonio gretario. odiò Tiberio ed accumula- 1 concorrenti do\lranno in- rono particolori' veri, sup- ~hJ~ ~s~g 1 1~1~~d:c!A~~: posti od In ventati, sulle sue no ma di Soga iorno e Turismo nefandcz.ze. Gli storici del- di Scnip:a.llia , entro il 20 giu– l'Ottoccnto, trascurando gn o 1961.6 c opie di ciascuna ogni altra fonte. si basaro- opera, in phco roccoman• no sui loro scritti aggiun- 1 _da_,_o. ______ _ gendovi la riprovazione morale cui dall'epoca vit– toriana ad oggi gli inglesi volentieri ricorrono quan– do qualcuno o qualcosa non va 101·0 a genio. Il libro di W. ,L. Warren è vivo, interessante, e va col– damentc raccomandato. GIACOMO A TQNIN( ARTI FIGURATIVE OGGI INITALIA Organh:.aro dal Ce11tro U11i- 1•er.)itario d'Arte presso Il Teatro Atc11eo tli Roma, il 12 maggio ,cono si è .svolto tm dibattito .ml tema: • l.,'at– rnale mo111c11ro delle arti figurat11·e iu Italia•· V1 hcmno partecipato Far- VERBA vor ANT Dino Sorrentino, Messina: Curi la sua grave forma di me.gaJomanla.. potrebbe di– ventare pericolosa. Per ora è petulante. Rob. Milan. Chiasso (Sviz• zeraJ: A eo5e ingenue fino a farmi sorridere. si mescolano cose buone. pensieri e versl che toccano dentro. seppure Wl let.tore scaltro senta la presenza. di alcuni grandi poet.l del passato, che le han– no offerto soluzlon.1. La brevi– tà d'ogni sua compo51zione è buon segno d 1 capacità di sintesi: perc.hé in breve lei dice tutt o. chiud e li gjro del– l'lntulzione lirica. Le rimane d1 gua.rdarsl come dalla pe– ste dall'lngenultà. dal temi di cronaca e di infatuazione pcht.lca. In se stesso hs qual– cosa. che aspetta di uscire. Ant. Battistich. Venezia: Le sue traduzioni sono sen– z'altro buone. mi dice li re• daLtore che si occupa di let– teralurn tedesca, ma un po· all'antica. sanno di dotta ap– plicazione più che dl poesia. Non se ne ciolga. Non p06Sia– mo pubblica.rie. J\fara Reb., Trieste: Perché 1~:i. a;:1 ~ f e 8 e dJir~a~ \~ 1 sue poesie <mano.scrlt.te e In ct"rti punti p OCO leggib!U . ma. passiamo sopra a questa dlf. flcoltà) sono almeno sincere. ~e non grandi neppure pic– colissime. un po' rornantJche. un po' Ingenue. senza molta invenzione 11.ngulst.lca. ma oon qualcosa di puro dentro ohe le salva. li finale di «Pri– mo a.more» non è male. Sia• mo lontani dalla poesia. cer– to. ma non deve disperarne. L'arte è lunga. Intanto studi e stia serena. Ricc. Bianc .• Pistola: «Pro– gramma» non è male: nelle altre due poesie c'è del bene e del male. molta Intelligen– za e poca. poesia. cioè poco abbandono. Ma c'è un alone personale. Indubbiamente. CARONTE M,'lBOSESSI, INTELLET· TUALJ, aspiranti carriera giomallstlca scrh•ano: AP– PRODO, LungotcatronuO\'O, 29 - Napoli. Re Giovanni fu il monarca ,--------------------– cui gli inglesi estorsero la Magna Carta mentre il so– prannome gli venne dal– l'avere perduto in guerra le terre avite in Francia. Un giovane storico di grande promesse per la serietà degli studi e del– l'impegno, ed anche per la chinrezza ed il brio delle esposizione, W. L. Werren, ha tentato ora ln un am– pio documentato volume King John (Eyre and Spot– tiswoode edit. London) di rendere giustizia a cotesto troppo calunniato sovrano. Resta assodato che Gio– vanni Plantageneto non fu una figura simpatica ed il suo regno, a prescindere dalla Magna CaTta, non tu fra i più felici che l'In– ghilterra abbia evuto, però fu anche sfortunato e cer– to non tanto nero d'animo e perfido di propositi quanto venne poi dipinto. (Continua da pag. I) artigianale) documentano un e amore :.confinalo per la vita• e • il bisogno di e!:iprimere questo amor.!•. Del resto è lo stesso Seve1ini a chiarire ogni equn•oeo allorché - !emendo che il suo manifesto sulle Analogie plastiche del dmamismo possa essere frainteso - ha recen– temente aagiunto questa dichiarazione: • L'l "iOpprcssione dcll'oggcrro è in questo manifesto espressa in forma dia \etti. :a e polemica. Ci vuole una bella ingenuità per credere c.hc si f>-0\!:ia Ji~truggere in noi l'oggetto, e cioè il mondo esist enzia le nel quale l'uomo è immerso e che fa parte. di lui: dìstrug• gcndo la realt à esi stenziale si distruggerebbe noi st essi. Piu preciso è dµ-c c.he l'oggetto, per mezzo di una tra.- .cenden.ta e di una int umon e poetica, è d1stru1to apparen temente nell'opera, ma fa sempre pane dell'opera la quale prende lo ~lancio creativo da lui. Pretendere di partire da una hnca e da un colore presi in sé, è un errore fondamentale. Questa è la linea dell'ornamento, delJ'art.lgianato, la cui bellezza non è quella dell'arte. Fabbricazione di una cosa bella e creazione di un'opera d'arte, sono due attività ben distinte che non !:iiescludono, ma sono di\'erse •· ' Quanti, tra gli astrattisti e compagni, in1endernno o in1cndono servirsi della mos~-a cli Se,,erini per la solita spccula1ione settaria, sono incqui\·ocabilmc11te stigmatiaati (e ridicoliaati) dallo s1esso SC\·erini. La mostra rimanga un caloroso omaggio a Gino Severini e un ano di fede nella ùtalita dell'arte. GIUSEPPE SCIOR'f!NO ltmato Btllon;.i, t·olerio \la- ;~~~é As~~~~:i!~o.pif:~ar5p;~,'/~~ Il lavoronell'arte « Puccini-Senigallia » Una prUlosa collt:-,one cU dipinti. denominata « Ii lavo– ro neJla pittura contempo- Xe~a•· ~~!a~~iaa?lr c~,r:°':i; Forlt. dopo un lungo giro dt esposmone nelle maggmn citta d Italia e d'Europa e venuta a coshtUtre una nuo– ua e sezione d'arte moderna» nella Ciu1ca Pinacoteca. QUASI UNA POlEMICA L'JncJ o chf' ria11ardat•a ... Ja ~1~rc·t 5porca " Lu101 Br:r– tollni - con,..,n,,10 nf'ff1nlt>r- 1•i&ta d1 An1on10 Corte a Tanibun •F:f'r~ L<'tt<'raric1 df'I 20 apTilf' .scor,o} - na ~f11og110 al nQ:o:tro rrdnttorr il qa,alt' till"nt a r,cordarll" cl1r Bartollni I' un nrutro attii-o collaboratorf' , un rf'c– cn10 amico. '::>lah Roma 11r,,.,v1dhd, 1 i--..•--~ Via IV ,,nc•1•"•~ 1l XVIISELEZlONE "SIA" (Couc•oi·si l!WJ) 110:u.\~Z• - ~on-:u,E POESIE - TE.\TRO ('lair<iere immrdiut<uu,•utr Il ltrr1olnmruto o EDIZIONI •SIA" - Bologna, Audlnot, tO CREDITO ROMAGNOLO S. p. A. - 6b' esercizio SEDE SOCJALE E DIRE21U 't Gt~l:.KALE IN BULUGr,..A Capitalo soclalo versato o rl!!iicrvA L. 2.172.000.001\ BANCA REGIONALE I a J DIPENDENZl': 2 Rlcevttorlc e Caue Provinciali t l-orn e Ravenna) 42 J::sa1torle e Ce.orerie Comunali TUTTE LEOPERAZIONI ED SERVIZI DI BANCA Depositi e Capitali amministrali L. SO miliardi ASSEGNI CIRCOLARI DELLA BANCA emeui nel 1960 L. 110 miliardi GU Assegni clrcolorl del Credito Romngnnlo •mno paaabLU a vtata e arntultamen1c ln cu110 IIAlht •••• ••••• ••• ••• •••• •••• •••• •••• • ••• •••• •••• •••• ■ o,,.,., Olivetti Lettera 22 la corrispondento ~• 1...a1., ~cr11\aa macr.h,na parla bene di voi, parla per voi con accento preciso ad e una cortesia verso di chi legge Ad ogni parola la Lettera 22 dà chiarezza eleganza ordine. Abita con discrezione la casa. ed ognuno sa subito lmplegarla. E' un regalo che dice l'lnlelliganz, df ehi lo fa e di chi lo riceve, Se già non l'avete, compratela e portatela a casa; sarà un regalo per tutti Falena dono al più cari, al plU am1c1 offritela a chi vi sta a cuore ' ?rezzo lire 42.000 ~ 1 G.f. Rwolgetev,ai negozi Ohveltle a quelh di macchine per ull1c10. etettrodomeslici e cartolCNeche espongono la Leuera 22, oppure. inviando l'importo. d1N1t1amonte a Ohvoui. 0.M.P .. via Clor1cl4, Mli.ano

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