La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 21 - 21 maggio 1961

Le richieste di giudizio che giornalmente ci pervengono tro,•eranno risposta nelle apposite rubriche • Verba Vo~ lant •• • Scripta manent. e • La Fiera risponde• secondo l'ordine dì arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti I 1JA FIERA LETTERARIA I URARIU DELLA KEUAZIO, E 11-13 dal mercoJedl al sabato Manoscritti, foto e disegni non richiesti non si restituiscono L'INFLUSSO ITALIANO DAL RINASCIMENTO Af NOSTRI GIOH.Nl * JLJETTJEJRA DA JBRlUXJEJLLJE§ * L'architettura inilese e l' talia Gliscultoriitaliaitimoderni * L'architettura inglese. come quella di molti ahri paesi europei. deve molto all'Italia fin dall'epoca del Rinascimento. In certi pe– riodi l'influsso italiano !u tanto Corte. che alcuni in– glesi tentarono di traspor· tare in lnghilterni uno stile puramente italiano. Anche allora. tuttavia, vi si apportarono modifiche per adattarlo al gusto in– jZlese, seppure non neces– sariamente al clima ingle· se: altri architetti. pur ri– conoscendo il prestigio dell'Italia come patria del– l'arte antica. svilupparono uno stile personale e nuo– vo. E in un caso almeno. l'architettura inglese di questo tipo finì per avere influsso nella stessa Italia. e dei trattati di Serlio e di \'itruvio: ma la sua for– ma mentis sperimentale gli permise di prendere da molte Conti. francesi e olandesi oltre che italiane. e. ,c::iunto verso il 1700 al culmine della sua lunga carriera. di fonderle in una architettura di j?rande di– _e-nità e grandiosità. Nella Cattedrale di San Paolo egli combina elementi ri– nascimentali e barocchi (questi ultimi ricavati da stampe. perché non si recò mai in Italia); a Green– wich. pur non essendogli stato consentito di costrui– re la j?rande cupola cen– trale da lui voluta. l;i sal– datura da lui compiuta di un grande complesso di edifici. fortemente accen– tuati. ha in sé una lar– _e-hezza di idea che rientra nel Barocco. I suoi seguaci. Sir John Vanbrugh e ).I i eh o I a s Hawksmoor. sono fra i più originali architetti in· glesi. Vanbrugh amava la vastità. I suoi enormi por– tici. spesso di colonne raggruppate. i suoi pro– fili interrotti da comignoli o torri di strani disegni. pur derivando i propri ele· h1enti dall'antico. fanno di lui il più barocco degli architetti inglesi. Hawk– smoor C più austero: la sua venerazione per gli antichi era profonda ed i suoi particolari spesso stupendi. Ma. come Van– brugh. egli amava la ,{?ran– diosità: sia pure la ;1?ran– diosilà della massa pura e delle semplici superfici murali. e non fa mai uso della ricca varietà di cur– ve del Barocco italiano. La fase semi•barocca. però, ebbe vita breve. Verso il 1715 l'Inghilterra fu percorsa da una forte reazione verso il Palladia– nesimo. reazione che fu capeg,J?iata da Lord Bur– lington. Le case. grandi e piccole, divennero adatta– menti delle ville del Pal– ladio o dello Scamozzi. oppure di disegni su temi analoghi fatti nello studio (architello Robert Adam) gantc C fatta di motivi tratti dalle recentemente scoperte decorazioni di Er– colano. o da pubblicazioni su Palmira. e soprattutto dai vasi greci trovati nel– l'Italia meridionale. e al– lora chiamati e etruschi>. Il principale rivale di Adam. Sir \Villiam Cham– bcrs. fu archiietto più ac· cademico. e a Somerset House si accontentò di servirsi di idee tratte da edifici universalmente am– mirati come per esempio Palazzo Farnese. ma prese qualcosa a prestito anche da Piranesi. per la gloria dei comuni belgi * di lt. iU. UE A-'1t.l!JLl!S Bruxelles, maggio ln occasJone del 100" anniversario della Fondazione del Credito eomwrnle belga, Wl comitato di almeno trecento perronnlltà In evidenza ha concC,j,S() n' ouo ap))Og1{io.sotto l'alto patronato di S. M. il Re. p<:r la riuscita di questa esposlzlouc al « Pttlal~ des Beaux A~t.6 ». Tutto 11 Belgio ha prn.t1cnmente partee1pn.to all'orgamzzaz!one della mostra. dal conservatori del musei a.gli archivisti. al membri del– l'Aecademln reale. alla città. le banche. le Chiese. gli istit.utl d'arte. l pri\'atl. i convent.l, iu nobile gara nell'offrire quanto ài meglio conserva.vano nei più gelosi ripostigli. No:1 meravigli 11 fatto che un lstltuto finanziario abbia ~~\~~-n~1/1 !vcC::~i ~~~t~ J'::vec~c~tlto)~ d~b~~t~ ché questa mostra documenta il ruolo che giocano I co– muni. da .secoli. nel creare. arricchire e conservare 11 pa– trimonio art1St1co nazionale. Pr:lma di essere aggregati al– lo Stato. I MuSP.IReali di Belli? Arli. nel Belgio, a Bruxelles e ad Anversa. erano. forse come pochi sanno. Lstltut.1 mu– nlcipa.ll. E bi.so~ na premettere che neJ Belgio esistono cento– venti musei provinciali e comunali. significando questo nu– mero davvero straordinario di centri di raccolta artistici l'Interesse e l'amore che i mercan1l e i bancluerl. gli indu– striali e I noblll hanno :;empre dimostrato per non disper– dere I segni di una ci\'iltà che ha fatto grande il Belgio nel mondo Insomma. pruna dello St :i.tn. è Il comune bt-..lgache si :.acrlflen e tasta i propct cittadini per as>Jcurarsl m1a glo– ria 110?1caduca. reperendo te.:.orl d·arte - dal messale al– l'annaturn. dal vnsellame al quadro. dalla st.atuta policro– ma al crocifisso in smallo o avorio, dall'incunabolo al bas– sorilievo da conservare - e orn una mostra del genere <che ha fatto accorrere da ogni paese d'F.uropn gli amatori) precisa con scrupolosa esattezza lo spirito che ha animato nei secoli una ricerca ~ mu1 csempllfleuzlone nltrettHnto preziosa che culturale. Venti secoli di storia belga sono illustra.ti . dunque. nelle snle che visiteremo. e ciò è stato possibile n. danno di una certa unlt:\. ma col compJess,:, di una varietà. di una f'lntn.:;la senza le qua.li la mostra avrebbe corso il rischio di apparire soltanto dldattJca.. s·1nte11de che. dn parte nostra.. non mnncheremo di sot– tolinenre l'apporto dell'arte ltslinn'\ che. In venti secoli. ha scavato un oolco facilme.nt.c re~rlblle anche nellP arti del paese piii. artistico del mondo. <Chi Ignora Jn glorln lnt.ra – montnbile della pittura fiamminga?). Le funzioni ctelia giustizin. l'organizzazione delle mili• zie urbane sono un punto di partenza. la spina dorsale di questa mostra - e ciò si concilia rol bisogno di Insegnare - o far r1cordare - ni belgi l'attività originarla del comuni intesa a difendere I cltt.adlni nll'lntemo e all'esterno. con quegli esempi n voi te orripilanti. di cui « I.o scuolamento del giudice prevaricatore». opern di Gérard Onvld, è docu– mento di hnpresslonanto, drammaticità D soggetto di tale quadro (In due pannelll) è tr,1tto dalle storie di Erodolo. e rnccontR del giudice Slsamnes ~~=~o ~ile ~e~zl~; ~i1o 1 ~~a~i'°~:! scuoiato vivo. La sua pelle. più tardi sarà tt.:58 su una ~l~d~e af~~ fe~~ri~ figlio d.1 Slsam.'le.s, nomi- bU~. ~~ ~nel~t~:)1~0.a~tr~==i~ d~ ~~ lfsm? racca.pricclant.e che riva1egg!a con la. Lezione di ana– tomia df Rembrandt. - alme:::10 nella perizia dl un me– stiere senza dubbio magtstrnle. L'orlginaJitA della mostra consiste nell'aver d.lsp(l6to dalle pietre g3:llo-romane all'ultima pittura a.stratta dl Hartung. alla Sibilla di Pericle F'azzln.i. a Giuditta dJ Ma~ rino Martn.l. aJ Pa&&o di ballo d.1 Gla.oomo Manzu Sul filo del t.empo - pe:- adopera.re un'lmma.g{ne con– venzlonale ma esatta - la stona dei oc,mun.1 belgi s.J lden– tlflca con quella della civiltà e dell'arte. o almeno coo una presa dJ posizione più C'06Clente - e meno attratta dagli elementi dldatUci e dalle estgenz.e e p:-ocedurall » - nei riguardi degli artisti che opera.."10 !.n sempre maggior li– bertà. Ognwio sa che il Belgio - e le m..t.gUor:I storie rac– comandano simile deflnlzion: - ~ un Paue di città.. cioè a dire tonnato di città che godono di un'ampia autonomla e si 1sct1vono con libera aut.onomia nel panorama più va,. sto e organico dello Sta..o. E sono città legate <specie quelle del gruppo intorno alla Mosa.) al corso di un fiume. a questa naturale via di comunicazione. dt traffici. di circolazione dJ Idee. usi e costumi diversi. di apporti inaspettati e che a volte deter– minano svolte sensazionali e In apparenza cont.rastantl con le tradizioni della città stessa. Non vorremmo ,mpartirvi. s'intende. wia lezione di geo– grafia. ma come tacere che U Paese mosano e ricco di caverne. grotte. speloncha che spesso sono servite di rifu– gio o di abitazione agll antichi progenitori dell'epoca pa– leoliUca? All'epoca romana spet.ta Il merito dl aver valorizzato quelle regioni. Dlmodocché ognuno può immaginare quanti ricordi prez1osi i:;lnno stati recuperati dagli archeolcgi di ogni tempo e ammassati nei sottenanel dei palazzi munici– pali - e che ora fanno bella mostra di sé. dal grafito al bassorilievo ail'arme rudimentale. alla cotta pesante. al fermaglio. alle pietre sacre di confine. scolpite come un·ar– mn. alin maschera. e i!lsomma a tu~lo qu1:tnto po;;.sa rap– presenta.re e raccontare la vita d'antan · Il frn.mmento di monumemo !Wlebre. - scena bacchica con suonatore di flauto e danz9.trice - et riporta lilla prei– storia della. scultura. ma con qu&le aur&z..one magneuca! Dagli utenslU a Brueghel il Vecchio. dalle lampade di argilla ·ane !!culture di Henry '.\'loore; dalle c;tatue policrome al bronzi di Alberto Giacometti. alle terracotte di Artu– ro Mnrtlni.. ... Né mancano Kokoschka. Peruecke. Magrlne. Né. 11 ma. gnlloquente Rubens. Le :;ezioni che docum"ntan:> la mo– stra si possono ridurre a quella dello viu. urbana. an·ane gallo-romana. olla pltturn nazionale dal XVl al XVlU secolo. alla. scultura nazionale dello stesso scorcio d1 t.em– Essendo la tradizione go– tica ancor viva nel ).lord al principio del secolo XVI. non sorprende che in In– ghilterra. come in Fran– cia, i primi elementi ita– lianizzati compaiano nella decorazione. Il Cardina– le Wolsey ed il Re Enri· co VIII si servirono en– trambi di artigiani fioren– tini. e alcuni lavori di que– sti artigiani sono ancora visiliili nel Palazzo di Hampton Court. La rottu– ra del Re con la Chiesa di Roma portò tuttavia ad un indebolimento dell'in– fluenza italiana, che fu so– stituita prima da quella francese e poi da quella dei Paesi Bassi; ed è sol– tanto al principio del se· colo XVII che si può sco– prire nell'architetturn in– glese qualche reale com– prensione delle teorie del Rinascimento .. La profon– da ammirazione dell'archi– tetto Reale Inigo Jones. sia per l'antichità che per il Palladio. è ben nota. Inigo Jones comperò "101- ti disegni del Palladio. e fece uso costante del suo trattato: ma è interessante òSservare· 'come nessuno dei complessi espedienti Manieristi - impiegati· dal Palladio compaia negli edi– fici del J ones. e la Ban· queting House del Palazzo di Whitehall e più vicina ai seguaci del Bramante che alla Vicenza degli anni intorno al 1560. Una delle poche dichiarazioni scritte del Jones sull'ar· chitettura italiana dimo– stra Ja sua scarsa simpa– tia per i particolari archi· tettonici manieristi. se non per la decorazione inler· na. ed il suo desiderio che l'esterno degli edifici fo~– se e mascolino e senza af– fettazione•. L'avventura dell'uomo di Inigo Jones. Le loro facciate austere sono tut– tavia curiosamente diverse dai ricchi interni. li -prin– cipale collaboratore di Lord Burlington. William Kent. da giovane era stato pittore nello studio del Luti. e in cuor suo ern rimasto un artista baroc· co. Per di più. gli stuc– catori italiani erano attivi in Inghilterra. e molte e :i se palladiane hanno splendide decorazioni ad opera di questi artisti. La più ricca è forse quella dclb Stone Hall di Hough– ton. nel Nor[olk. costruita per il _grande Primo Mi– nistro Sir Robert Walpole, ove gli italiani collnbora– rono con \Villiam Kent. ----------------'----------------, po, l'arte del tappeto negli anuchl Paesi Bassi. l'ore!icena. la ceramica. l'arte del vet."O, In stampa. la pittura del XIX secolo. la plttu.r'l del x.., .secolo, la scultura moderna. (continua da pag. 5) re con l'incon1ro dell'amore. Di fronte questa reaha Scan– z.iani non ammcllc discussioni né confusioni: afferma dcci– ~a'menle che 11011 si deve co11- foudere l'amore co11 la ses· sualità. L'una deriva dall'altro e uon 11icrvcrs,i ... qua,ido l'ar– dente lttce dell'amore giunge sul 1iia11ucorporeo si traduce dai 111ov1111c111i di tutti gli al– tri. dall'avan:.are o dall'imlic– treggiare della gente del 3t10 mestiere, dni progressi o dni reg,·essi del 3UO vlllagJliO o della sun città, della provin– cia, della 11a:.io11e, del co11ti– He11teo della ra:.:taa Clii av– partìene. La fase pall'ndiana dura fino al 1769. benchC in quell'epoca la Grecia e il l\ledìo Evo ~ià sfidassCro la supremazia dell'Italia. Robcrt Adam ebbe l'in– telligenza di rendersi con– to che la novità aveva probabilità di successo. Amico di Piranesi, vide tla antichità con occhio più romantico che archeologi– co. e benché la sua pub– blicazione sulle rovine del Palazzo di Diocleziano a Spalato sia nbbastanza erudita. molti suoi dise– gni. e le avventure da lui corse nel farli. sono di vena decisamente romanti– ca. La sua architettura rispecchia. in modo più chiaro di ogni altra cosa in Inghilterra. la comples– sità di gusto del terzo quarto del secolo XVlll, Dietro esterni di notevole semplicità. egli poneva se– rie di stanze di molte for– me. Questo. di per sé. non costituiva una novità. in quanto Lord Burlington possedeva i disegni di ter– me del Palladio e se ne era servito. Le proporzio– ni di Adam. però. si disco– stano dal Palladio. e la sua decorazione leggera ed ele· ~Iostre d'arte romane Non è poco. soprattutto !.e si pensi al valore e alla scel– ta di t..all testimonianze eh~~ abbracciano rnnu secolt: I e docile! proverbi» di Brueghel Il Vecchio (che alcuni attribuiscono a Brueghel n, !le sono una riprova Brueghel anticipa. qui. li Goya dei carto:11 dedicati a.Ile feste cam– pestri. con quel tono di ballata che e certamente l'intro-– duz1one a.Ile Kerme3ses hcroiques di b:iccanall e corteL sce– ne e grotteschi di clima e aooento più sc.hleLtamente popo- Il Palladianesimo modi– ficato di Jones. tanto rivo· luzionario nell'Inghilterra della sua epoca. fu una delle cause della riluttan– za con cui venne accettato il Barocco. Altre cause si possono trovare nella sto· ria politica e religiosa. Sir Christopher Wren. che aveva avuto addestramen– to scientifico. imparò gran parte della' sua arte dallo studio delle opere di Jones ~~i 1 ~1ofc1!~~~:~r:e.''e! 1 :~;o, s~;~ tanto w1 aspetto. Non v'è bi– sogno del sesse per amare: anche il bimbo ama, auche la ,·ecchia. E conclude: llltti amano e nessuno vivrebbe senza amarsi. DoPo il dramma: dopo l'i– dillio che di\!cntcrà. po1, par– te essenziale dello spettacolo a cui st1amo assist~ndo (e che Scanzfo.ni. liricamente, con un impeto di fantnsia, proteso nell'indagine psicolo· gic.,. enuclea intorno nlla , i– ccnda di Tristano e lsottn ). viene, finalmente, il giorno della .!-ocictà e del rapporto Ira noi e gli altri: in qucs10 giorno la vita. questa unica e jl'.rande protagonista, ci pro– pone di essere un personag– gio i: ci impegna .id avere una maschera. Non possiamo rifiutare di essere lm perso– naggio e di a\'erc un.i ma– schera: entriamo nella \'ila :.ocialc, attr.werso la gente perché l'avventura dell'uomo 11011 è.mai singola, è sempre cotletti,•a ... Percile la sorte di ogui singolo non dipende ta11- to dalla sua brav11ra quanto M::t lo spettacolo non lcr– mina: restiamo. ancora, a guardare. Ed ceco che ci ap– pare - come un marinaio che, seclu!o sulla spiaggia, racconla ai nipoti le storie elci suoi naufragi e le sue avventure nei porti toccali dalla nave - ecco che ci ap– pare l'uomo di 50 .inni. il quale interpreta la esistenza da giovane soltanto vissuta, E siamo nll'ultimo tempo: lllllo precipita in una scena di morte che si ripete per SO millenni: da quando l'uomo è app..irso .!-Ullnfaccia della terra. Lo spcttaco!..1, sembra dire Scanziani. è finito cd io vi ho raccontalo una favola: una fa,·ola somigliante ai pro– digi i quali,, poicl!é si ~\·c:,1- gono. davanti a 1101, quot1drn– namcnlc, ci appaiono tanto consueti da perdere il \oro potere di meraviglia. Ed io, con1inua Scanziani. con quc– :-10 mio libro dcdic.,110 a chi mi Ila imf)edito di disverare, ho ,oluto fan•i assistere ad uno :ipettacolo che voi, abi- 1uati a vi\'crlo quotidiana– mente, non godete più, a,·en-1 do perso il gusto e la mor:i– lità del mcra\'iglioso. FRANCESCO CRISI Cenlilini Franco Gentilini continua nel :iuo la,•oro di pittore di un sapore fra l'archeologico e il fiabesco, e nello stesso tempo originale cd estroso. Nella personale auualmen– tc aperta in una galleria di Pia1.za di Spagna, sono in mostra alcune opere realiz– zate con la nota bravura e che ci riport::1110a un mondo suggestivo a noi noto. Vi so– no, però, alcuni quadri in cui il colore è più sobrio e nello s1esso tempo più appropria– to: un colore che conserva le caratteristiche dcll'aITrcsco. E' in base a questi quadri, ov,•iamente, che possiamo parlare di un Gentilini non lermo, non a mezza strada, non di maniera: ma sempre impegnato nella ricerca di nuove soluz.ioni in obbedicn– Z3 a uM inesauribile problc• malica, preso nella suggestio– ne di nuove immagini forni– tegli dalla fantasia. Alta rdi La mostra di Ugo Attardi alla • Nuo,·a Pesa• ci pone di fronte a un'esperienza che, a,•endo alla base il cosidctto realismo, giunge ai maggiori rischi dell'espressionismo; e in questo senso adesso si polrà parlare d1 Attardi uni- C,ontroconsiderazioni sulla poesia e possibile, perché la poe– sia pascoliana non do,•e,•a, proprio lei, ammettere con• tinuatori? D'altra parte lo stesso Quasimodo. nell'impo– stazione del discorso. parla di e una posizione spirituale specifica• dei poeti nel loro tempo, precisando che e la posizione spirituale è quella che indica in ogni secolo la personalità d'un uomo, d'un poeta •; dichiarazione del tutto ov, 1 ia, e tradizionale al naturalizzato e divulgalo concetto roman1ico della poe– sia. Ma la posizione del poeta nel tempo l:. poi d– solta nella più semplice e diretta equazione: • Se io dico Saffo. penso al tempo di Saffo, perché nella lirica della poetessa di Lesbo c'è anche il costume del suo 1cmpp. E considero Omero costruttore della ci,•iltà gre– ca: Omero non poteva gio– care con le tecniche o con le poetiche•· E dunque an– che con i linguaggi, aggiun– go ìo; ma è già qualche co• sa che almeno quel primo padre della poesia sia stato esentato dall'impegno di ga– rantirsi presso la critica esi– bendo gli indispensabili do– cumenti di riconoscimento; che sono per l':::i.ppunto le poetiche, le tecniche e lin– guaggi. Ai quali Quasimodo aggiunge ora Il costume del 1empo. Ma ora in1erpello di nuovo il mio e uomo della strada•, per sapere se anche lui, di– cendo Saffo, pensa di neces– sità al tempo della poetessa, e se ne ricostituisce un co– stume. Rispondçr.ì di no, non perché ligio ai dettami di un idealismo di cui non è mai stato schiavo neppure quando tutti, p1ù o meno, nelle alle sedi e posizioni della cultu– ra, lo erano: ma perché il costume di un tempo gli sembra cosa più definita e corposa dì quelle \!aghe om– bre e pan•enzc (che so. il lembo di una • tunica bian- chissima • o poco più; l'eco, ma ebbra e delirante nella tragica solitudine di Saffo, che la dilata e àltera sog– gettivamente, di qualche rito. la linea appena evocata di una danza} che gliene pos– sono trapelare dai versi del– la poetessa. Chi dice Saffo, anche se vada libero ed esen– te dal fastidioso lcopardismo del nostro tempo, di cui già toccammo su queste colonne, credo dica ancora il solilo– quio di quell'anima nuda n cui Leopardi ha dato ìm• maginc e figura ' universale nei versi dell'•Ultimo canto•. GAETANO ARCANGELI (Continua da pag. 3) scritta in nessi.io secolo della nostra storia. Un linguag– gio letterario nel :.cn:io più astratto della parola •· Beati i tempi in cui non ci si impiccia,·a di • linguag– gio• e di poetiche! In cui 11 tra\'aglio ,'Ì\·o e compie:.· so ,animato eppure segreto e inconfessato della poesia, ave, 1 a il pudore di non alie– narsi in ques1i specchi de– formanti ed esteriori;o.zanti! Che differenza pas:i;cr.ì. infi– ne fra dichiarazioni di quel genere e quelle di giO\ani ambiziosi dilettanti che dan· no sempre per :iupcrala l'ul– tima cosa propna, con ali– bi sempre di \'olla in \'olla dilazionato a giustificazione della propria costituzionale incapacità? e E' cominciato quindi un lavoro di altalena, una lolla contro il Iinauaggio d1 D'An– nunzio •· Coalizzata la so– cietà dei poeti dcll'inlcra na– zione per combattere gli ef– fetti di un mostro che, a ri– gore, avrebbe dovuto risul– tare morio al -suo stesso na– scere, come prodotto mai riscontrato di un simile pro– cesso di astrazione. Le cui espressioni particolari do– vrebbero consuonare nel con– testo medio della lingua na- L'inquieto lJmberlo Saba dicl),~ofti1~ii\~i~e~~;s,~uc~~~ contesto della pagina intro– dutti\'a del Manzoni. Altro\'e, ancora: • Carducci era già lontano... Pascoli è quello che sembrava piu d– cino per le sue ricerche su un piano europeo; ma anche questa poesia non ammettc,·a continuatori •· Credo che di nessuna poesia si possa dire che ammetta continuatori: ma nell'unico senso concreto (Conllnua da pag. 4) finitiva il cuore del\~omo scisso in due dal 11ascere, ma che il poeta vuole fare uno, ricolmando di rose un abisso. Sono i due registri intimi dell'esperienza affettiva e con· cettuale del poeta. Sono !'or· ditura metafisica della vita subconscia, che la sensibilità creatrice assume nel suo gi– ro fantasioso - dove il fan- 1astico si commistiona• e si armonizza con un patetico robustamente sillabato -, cd immette con frequenza nel dominio suggestivo di un li– rismo teso felicemente ad un es1remo di mobile colorazione e di figurazione su spunti an– che stagionali, anche paesi– stici, nel gioco metaforico cd analogico scandito aalla le– vigala lucentezza di una pro– nuncia poetica civilissima: Troppo scaltra I tu mi ri– suoni, e troppo antica; io tunno. Amo i paesi strani, / i mari a:.zurri d'isole fioriti, I dove, come qui il sole, arde fa ltma. / Ed io le nebbie e la deser1a duna. / Se un'isola è tra quelle, cui nessuna / nave approdava, ad essa io ,•aglio giungere, I ad essa dare il mio nome. V'è presso / alla duna un fanale: tutta notte / risplende solilario, e al navigante / il pericolo ac– cenna. Or quello sono / io \'eramente: un monito a chi stanco / rincasa; nella notte un lume rosso / acceso fra le brume. Ma nelle e fughe• ultime - a partire dalla settima - le dialogate insorgenze dell'in– teriore contraddittorietà, i due modi di esplorazione e di resa dei recessi dell'in– souo / l'acerba primavera. Ed fo l'autunno,/ il tardo au– conscio tendono a confonder– si e a identificarsi in misura sempre più avvertibile: ora nel segno unico e nella com– plessh•a appercezione della pena di \'ivere (testimonian– za efficace ne sono la settima e la decima e fuga•); altra \'Olta invece nel tempo com– mosso di un radicale sedarsi del male in distensioni con– tcmplati\•e e pensose, le qua– li potrebbero essere assomi– gliate alla felicità: una ma- 1ura felicità d'uomo che re– ca l'ombreggia1ura meditati– ,·3. della dolorante memoria, la quale di quel pacificarsi l:. la ragione e la matrice es– senziale. Ma al di là del placarsi e riunificarsi del– le antinomiche inclinazioni in una medesima tessitura tut– ta d'ombra o tutta di luce, la quale sembra riproporre e dilatare sul piano di una più spaziata orchestrazione e continuità discorsiva la do– Jente dialettica degli opposti, Saba ha sorpreso in sé la persuasione estrema. E ce la consegna come una lezione fed; ~~~~:~r;~n~\a~!~eiou~~ che la vita, oltre il dolore I è più che uu bene. E' ragione di sorpresa con– staiare come Saba abbia tra– dotto un siffatto materiale d'ispirazione, così vincolato ad una condizione di inquie– tudine e di lacerante contrad– dizione tutta modema, nelle cadenze e nelle torniture di un linguaggio discorsivo-sin– tallico, ma anche lessicale, della più qualificata e spe– rimentala tradizione nostra– na: quella linea di una poeti– ca tradizione a volta a volta ipota11ica o bruscamente pa– ratattica, comunque sempre costruita su una unità logica più o meno compatta e fusa, la quale si stacca da Petrarca ed arriva a Saba a Cardarel– li a Sbarbaro passando per Foscolo e Leopardi. BORTOLO PENTO to da qualche legame, per esempio, col milanc:.c Guer– reschi. Ma in Attardi ogni residuo intellettualistico o di cultu– ra ci sembra bruciato da un empito tutto siciliano · di guardare ali' essenza e non all'apparenza delle cose, ciac fuori di ogni confom1ismo e di ogni compiacimento estc– listico. Siamo in presenza di una pittura che, salvo qual– che richiamo piuttosto insi– gnificante, 1endc a darci nel– la sua interezza un.i perso– nalità :.enza dubbio lorte, consape\'olc che l'unica real– tà accc!labile è quella creala dall'artista e in cui egli crede. li legame lirico delle so– \Tapposlc immagini. l'umnno richiamo della tematica, la 1cmpestosi1à con1cnuta del colore documentano il fcr– ,ere d'un mondo interiore che n1olc prepotentemente attingere la luce. l_udovisi La :iquillante cromia di Fe– lice Ludovisi (alberi, cavalli, bipedi) prim:i o poi non po– teva l"ifiutarsi all'allargamcn'– to di una ricerca i:, cui il colo,·c avesse soprattutto funzione illuminante e la luminosità non fosse fine a :i;c stessa. Donde una m:::i.g• giorc l'icchcu..a di cspericnz.c nella personale in corso alla • Barcaccia•; senza per que– sto rompere o comunque in– crinare quella coerenza che è s1ata sempre propria alla pittura di Ludovisi. Oltre alle tipiche immagini degli adolescenti, noteremo fiori e paesaggi di un nuovo delicatissimo incanto; senza. per ahro, trascurare la per– sonale e ideale interpretazio– ne di alcuni momenti silani. La mostra, ricca di tren– tadue tele, presenta un in– sieme di opere non tutte riu– scite, ma quasi tutte inte– ressanti, poiché testimoniano il continuo vi\'O travaglio dell'artista, la sua costante e amorosa fatica di portare sul piano dell'arte le sue esperienze di vita condotte sempre più in profondità. Brancaccio li napoletano Gio, 1 anni spesso non mancano di una loro nobiltà e, quel che più conta, di una vitalità. Wauters Jcf \Vauter, pittore belga maturato nel clima di Pa– rigi. fa la sua prima per– :ionalc in j talìa ali.i nuo,•a galleria « Anthea • e presenta :ioprattutto delle figurine su sfondi astratti. Però, mentre gli sfondi sono trallati con gus10 e perizia, le figurine hanno quasi tutte la s1essa espressione generica (non ,,i– vono) e non legano con lo sfondo. Di Sit e11fm1ts coutro-jour potremo ammirare (sebbene un po' troppo maiolica) il fondo azzurro, ma non le figure: migliore, per la cro– mia castigata, Composition verticale. Ma le figure in ge– nere presentano gli stessi di– letti e generano un senso di monotonia. Giuseppe Selvaggi, prescn– lato in catalogo, dice che « la qualità della pittura di Jcf Wauters è meglio giu– dicabile forse nei paesaggi •; cd hd' ragione: troviamo, in– fatti, significativo Via dei Cappellari (sebbene lo sche· ma sia tradizionale) ed è bello Pa)•sage. Vangeli i Antonio Vangelli, dopo la mostra alla • Fontanella • di qualche tempo fa. viene fuo• ri con una raccolta di qua– dri e quadretti al e Giardino delle Arti•· Vangelli è pit– tore assai noto e stimato nell'ambiente romano, ma la :iua mostra, pur conlenendo alcuni quadri interessanti. non offre gli clementi neces• sari per un discorso che co– munque modifichi la corrente opinione sull'artista. Vangelli, difatti, presenta opere di diversi periodi, in– serendovi molte ripetizioni stanche di alcuni motivi al– tra volta freschi e sca11anti. Poi fanno capolino alcune esperienze che sono e non sono infonnalistichc, ricor– rendo ai grovigli di un Ve– do,-a e di un Montarsolo; ma non raremo a Vangelli il torto di giudicarlo e con– dannarlo per codeste sue uscite. VICE ~~~~O. ~n P=~r~nr~r fo~?~e~i~ ~~lclspin~~ glne - ed è divertimento sapido. dl un gu..<:tO burlesco e privo di qualsiasi pretesto reverenziale Ci meraviglia non trovar~ alcun quadro di Antonello da Messina - che ni filammLri.ghl rnbò patine e vemlcl. ln cambio di altri trucchi e diavolerie della materia pittorica: era una nostra gelosa speranza. Ma forse il maligno An– tonello niente di suo ha lasciato tra le nebbie dei fiumi che illuminano di una luce ghiacciata le prospett.l\·e nor– diche delle città sulla Mosa? Come abbiamo accennlit,, nnèhe sul titolo. gli scultori italiani partecip3:no alla gloria dei comuni belgi. Nessun pitto• 7e. nessun ceramista: e. se e vero che rartc del vetro vi è stata m parte Importata da Venezia, molto più 11 Belgio de,·e alla v_lclna Colonia .. Ma ben presto l'Inghilterra farà scuola. e Ieredità vcnezrnna r:!.marrà un ricordo storico anche 1n questo mlrnb1le anlg1nnato. Persino la tecnica a punta di diamante dei veneziani sarà perfe?tonata dall'Olanda. che ,i raggiungerà. splendori meguagllabl!L ml~~~-i1\~~a~i':i~~ ~n~nlsd~ J~= ~:~~:r{~ rimprovero ai responsabili che. nel tempo. non sono riu– sciti ad attrarrt _ l'nttenZl.one del Belgi sull'Arte ltàllanA. I poch~ esempi d_lsctUton ammessi a! banchetto. lo so.,o per meriti person:ih. e non per effetto di propagR.!).da. Per ~~~~~/J! ~~'f;;~t~r,.d~ ~~ge~~~n~n~~~t~ed a~nrs~\t~ lianl. L'~pio deU'Ambasciatore Vltetti a Parigi, forse persuaderà 11 Ministero dell'Istmzìone e degl! Estcrì ad ~1 '!~~~t! 0 =ri~i:u~[~~nl~~- qualche elemento di più Questa mostra risponde a un particolare impegno. eh-e è quello di dlm~trare !•illuminat.a ingerenza degli istituti di credito nel fatti della vita comunale e in quella dell'arte f•~p:gn~e~~r cc;r:::c~::nifts~ ti_u1d~Ì~rcri~oereAl~i~~ cas!oni non mancher&nno per mostrare altri te50ri nasco– s~I. A noi non rimane che prendere atto di quanto abbiamo visto e ann~tato. sot.tol_lneando che le visite dei magistrati e dei notabili ~gli atelier _dei maestri di ogni epoca hanno ~Y1~n!~i~~tam~c~~irfrafl~~! d~ 1 1aina?~!~~unka~ci rl_conoscluto senza eslt.azioru l'importanzn di un Van Eyck. d1 un Brueghel e di un Rubens - In cui scuola ad A::iversa. protetta nel comune - consenti al mae:.:tro e ai suoi di– scepoli di acquistare rinomanza universale. (Qui. l'Influsso Italiano. all'epoca della Rin9.scenz.a ri– sponde a un ideale più unlvers:lle. e. non tosse stato· per Brueghel che, ispirandosi a Boch e all'antica pittura fiam– minga. riesce a evitare lo scoglio della grande pittura ita- ~l:i~ :fdt~~fca a n1 1 ~:Fra~io~e ~i°r!:òtt:rz~ie~;:~ R~~ bens da solo non basterebbe alle esigenze più aperte dei contempornnei. nonostante la sua incredibile produzione. calato come egli è nella suggesUone del ricordi venezl.anJ nell'opulenza delle cnrn.i e delle sete. degli ori e del velluti di sicura tspiraztone Rlnascimentsle). Si. res~ da. segr:alare l'opera di Antonio Van Dyck, che resisterà oa par suo alla sirena classicheggiante. In opere di forte impianto e dl sicura originalità. I migliori pezzi della mostra rtsult.nno acquistati diret-– tamente dai comuni. e questo è l'Insegnamento che vlene ~~~ir i~ c~~s:~r1ia!c~fr~ir~ ~~~~~. 1 ~n~<lJ10~~ creare un rapporto sociale tra. artista e comune. atelier e municipio. a scanso di responsabilità in npparenzn. ma. con Il proposito marufesto dl sentirsi respom;abili in comune delle sorti dell'arte. Brancaccio presenta aJ • Tor– coliere• una serie di disegni, r~~ti~t~~~; i~~~io;i~~,:cc:::~: .------------------------------- stra più che dignitosa. in L" a sat,·ra .-,. Polo111·a cui generalmente non di- fetta il buon gusto. L'impostazione delle figure, sempre con le gambe corte e nell'insieme tozze, oltre a certe soluzioni picassiane, ci ricorda i nudini di quando J\fafai dipingeva con impe– ~no; i soggetti da e circo•· mvece, compositivamcntc si rifanno a un gusto popola– resco di origine partenopea (ma, s'intende, un napoleta– nismo scaltrito e fattosi ele– gante): le nature morte, an– ctie se q~alcuna ha impianto p1randelhano, sono forse le cose più riuscite della mo– stra che. dopo tutto, docu– menta un Brancaccio minore. Questo « Brancaccio mino– :e •. tuuavia, ci sembra pili mteressante dell'autore dei grandi quadri e dei mosaici. Nel bianco e nero l'artista contemp~ra gusto ed amore; e le piccole composizioni (Continua da pai:, 3) presente che nel 'SS (l'anno della presentazione di la Po– li:,ia} il regime di Gomulka, forse allarmato dalla possi– bilità d'unn esplosione criti– ca • a catena • di tipo unghe– rese, diede un giro di \'ite alla relati\'a libertà d'espres– <iioneconquistata dagli artisti e dagli inrellcttuali durante gli anni del disgelo e le dram– matiche giornate dell'• otto· brc polacco •. Ed è sicura– mente anche per questo che al copione di 1A Polizia Mro– z.ek antepose un'•avverten1.a» in cui diccv:i tra l'altro: • Questo dramma non con– i iene nulla che esso non con– tenga, cioè non rappresenla un'allusione a checchessia, non è alle:J:orico. 11 suo si– gnificato non dev'essere cer- cato tra le righe•. ecc. ecc. Eppure. sb3glierebbc chi considerasse ques:te insis1enti precisazioni di Mrozek com~ cspedien1i puramente tattici per difendersi dall:i persecu– zione dei bonzi della cultur-.1 e della politica ufficiale. Anche se, dapprincipio. il timore delle rappresaglie può a,·er consigliato a Mrozek di rendere irriconoscibili i luo– ghi, le persone e le situazio– ni trasponendoli in un mon- ~1~ms~;t~i~e<lcfi~ti~~t~n~a~~~: vinto c-hc,gradualmente, J\.lro– zek dcv'essersi reso conio dei vantaggi obietlivi che que– sta trasposizione 3.SSiCUra\·a sul piano artistico ai suoi la"ori, conferendo a situazio- f~ndfe~~i~~~!lì~~.3 E!~,f~: dazione politica, inoltre, co- stringendo Mrozek a colpire non solo i fautori del e siste– ma •. ma anche ceni tipi di cospiratori. ha aggiunto un maggiore mordente alla sati• ra, consentendogli di mettere a fuoco i fili sottili ma te• naci che lc_gano troppo spes– so oppressori e ribelli alla :.tessa sterile ruota: la fede fanatica in un ..sistema per• fetto • 1 on vorrei che qualche bonzo nostrano scambia,c;sc queste parole per un'apologia del to1alitarismo come .. ,•i– vaio d'arte•: il tolalitarismo perfetto uccide ogni forma d'arte (hitlerismo e stalinismo !nsepnino). Semmai è ~olo 11.s~mi-to!alitnrismo, l'auto- 11tar1smo tn crisi a favorire qualche 1ipo d'arte, e in pri– mo luogo la satira. LUIGI DE MARCW

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=