La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 19 - 7 maggio 1961

Domenica 7 maggio 1961 Quando la storia ha bisogno deUa poesia * Sei versi diVerlaine diedero ilvia lla battaglia * d I E,I 1' I (,'Q l<'tl Lt/ll l Ci dispiacerebbe che non ,·enissc effettuata una cu– riosa registrazione biblio– grafica vcrlainiana rica,·a– bile da un libro (Garzanti. )lilano. 19611. do,·e a nes– nmo ,•crr'ebbc in mente d1 andarla a cercare: dal– l'atlracntissima documen– tazione che. in dieci anni di la,·oro e con l'aiuto di un'infinità di ,:::ente, e stata raccolta dn Cornelius Ryan per fissare. di minuto in minuto. quello che per gli Alleati e per il Terzo Reich fu Il giorno pi11 l1tn/io. il e O-Day». corrispondente a quel 6 giugno del 1944. in cui. allo scattare del– l'Operazione Overlord. gh uomini della Cl e LXXXIII divisione aviotrm:portata americana. lanciandosi da– gli aerei nel chiarore lu– nare del ciclo dì Norman– dia. diedero ini1io alla vittoriosa invasione che li– berò l'Europa dalla schia• vitù hitleriana. Che c'entra il poeta Paul \"erlaine con tutto ciò? Il suo intervento fu decisivo. La \"tt. lun,:c:o la costa del– la Normandia. iJ?norò il fatto e rima:se a riposo. Poi il messaggio fu ritra– smes~o degli Alleati nelle sere del 2 e del 3 giugno. C'era stato un rinvio. 1m posto ad Eisenhower da ragioni meteorologiche. E ciò provocò incertez1.a e confusione. tra i Tedeschi. nel calcolo della :scadenza prevista. Ad ogni modo non c'era che da attendere la seconda parte: spettava ad essa di dare il \'ia al– l'Operazione Overlord. ;\la l'attesa era massacrante e diveniva insostenibile. Si sape,·a anche che l'inizio sarebbe stato pre– ceduto da altri due mes– saggi per l'esecuzione del piano di sabotaggio: e Fa caldo a Suez » avrebbe contrassegnato il Piano \'erde contro le linee fer– ro"·iarie e e I dadi sono sul tappeto> il Piano ros– so· contro le lince tele Co– curiostta inutile ed oziosa, tanto peggio per lui. Basta riflettere alla por– tata altamente storica d1 quel segnale, per conve– nire che l'utilizzazione di quei \'er~i merita bene, quantunque extracritica, una regi~1raz.ione biblio· grafica a tutto onore dcli~ Poesia. Chi avesse pre:sa– gito o Paul \"erlaine che In prima :strofa delln sua Chc111so11 d'Autonrne sa– rebbe stata scandita in maniera da tramutarlo m Tirteo. quale rispostaccia si sarebbe bu:scato? Al suo– no dei suoi \'Crsi si misero in moto cinquemila navi con un carico di armi e di uomini da far paura anche all'Oberkommando der Wehrmacht. Eppure al soldatino Robert ).Ianon Allen. della I Divisione, sembrò che quella !o:ssc una notte creata e apposta per scendere il ì\Iississippi in battello». niche e telegrafiche. Tutti ,-----------] erano stati avvisati. Le orecchie erano tese. E alle 18.30 del 5 giugno la BBC trasmise il primo dei due messaggi, seguito a breve distanza dal secondo. L'ora fatale stava per scoccare. E scoccò aUe 23.15. quan– do fu captata la seconda parte del messaggio Ver– laine. 11 dato era tratto. Dopo di che, per altre duecento pagine. il Ryan· registra e descrive, con au– tentica bravura. lo svolgi– mento dell'operazione sui due fronti. Pagine che dav– \'ero e si leggono d'un fia– to». per la minuziosa do– cumentazione che ne ~a– rantisce l'assoluta \'erità storica senza diminuirne la drammaticità. bensì con– ferendole una continuità visiva realmente eccezio– nale. Ma a noi è rimasta la voglia di sapere chi fu a scegliere, in campo allea– to. quei cinque versi di \"erlaine e perché furono scelti proprio quelli come segnale dell'attacco di ri– scossa. Fu un Inglese O un Francese o un Americano a suggerirli? Se ne cono– sce il nome? Uomo di let– tere o di armi? Quei me– lodiosi versi ( e d'une on– ginalité inouie - surtoul replaces dans le milieu fige des Parnassiens. Banville excepté - marquent en tout cas l'avènement de la mtlsique verlainienne et an– noncent les Romarices sa11s paroles ») gli ricantarono nella memoria d'impro\'vi– so. quasi per ispirazione, oppure dovette attardarsi a ricercarli e trascerglier– li in qualche manuale? E ci fu da discuterli? Per– ché? Con chi? E se a qual– cuno la nostra sembrasse Giro d'Italia * LETTERA TURA MILANm DEL DOPOGUERRA L'lnter.tacoltà dell'Unicers1- là deph rudi di Milano (Cen– tro L,'Uf"rario Unwf"rslrano). ha indt'Uo d Convepno sulla lf"ttt'ratura milanese del dopo– guerra (eenerdl 28 aprile '61) con rt>ln::ioni di: Gian.,çÌTo 1-'er– ruia. L11ciuno Erba. Giusf"ppe Bar1olucci e 1es1imonian::e d1: A111on,elli. Catiafi. Del Buono. Forlim, Gramigna, lsella. La S1ella, Pag,harant. Quintavat– le, Sala. Sereni. Soavi. Testor1. * PREMIO CINQUE B TTOLE BORDIGHERA A Bordighera, il Comitato Cinque Bettole indice l'XI edi– :;io11e del Premio con un con– corso così articolato: Premio e G. F. Natta,. per la Narratil'a, di L. l(XJJ)()() per w1 racconto inedito di tema libero che 11011 superi le die– ci cartelle dattiloscritte a spa– :;io normale; Premio .- Anselmo Bucci • per la Pittura, di L. /(J()J)()() per wta pittura di tema li– bero. Ai dw: premi possono con– correre i gio,•ani scrittori o pittori di nazionalità italiana elle 11011 abbiano :.uperato la eta di ,·entici11q11e armi alla data di pubblica:io,ie del Bamlo del Concorso ( 10 apri– le 196/J. Richi~ta di Regolamenti e iuforma:;ioni: Segreteria Pre– mi Cinque Bettole - Pala:;:;o del Parco - Bordighera (Im– peria). LA FIERA LETTERA~IA Dall'infanzia alle campagne d' ltalia e d'Egitto (1769-1799) * Il mito napoleonico nell'arte I All'E'sponzione Univer&ate di Parigi del 1867 i visitatori poterono ammirare un gruppo marmrJreo dat titolo assai suggestivo: e Gli ultimi giorni di Napo– leone». L'opera pi:1cque subito e venne acquistata per il Museo di Versai.lLes, ove ancora oggi si trova. L'autore era una scultore italiano Vincenzo Vela. il c1uale fu ur10 degli ultimi artisti che nel secolo XIX, dedicarono il loro in - geg110e la loro arte nell'esaltazione dt>l mito napoleonico. che conrmu6 ancl1c dopo la morte dell'imperatore. l!.' fu 11roprio rrn discendente di coloro che eremo stale le vittime di quella rivo– luzione dalla quale sorse l'astro del Bo– riaparte, a riconcl11rre in Francia Le ce- 11eri di Napoleone: e commovente fu la riunione della Camera dei deputati del 12 maggio 1840 quando il ministro dello interno chiese l?d ottenne l'approva– zione di un proqelto rii legge voluto dal re Luigi F'Wppo che s1anzia11a un credilo di un milioni cli franchi per il trasporto della salma in patria e la costruzione ::iella sua tomba nella chiesa degli Invalidi. E se lo storico avvenimento fu ricordato in numero– se litografie dell'epoca. un altro ita– liano. il Visco11li. coslrut il sarcofa– go che un autorevole critico fran– cese affermò e 11011 sembrare troppo pesante per la ploria che contier1e >. Ma wt terzo scultore italiano An– tonio Canova ,foveva unire la sua 1mmor1ali1d Cl quella dell'imperatore, ritraendo NapolPor,e. nel periodo della sua maggiore gloria trionfante, nudo come il Marte Borghese: ma la siatua non fu gradita e ritirata al Louvre non venrte mai esposta al pubblico finché nel 1815 divenne proprielà del duca di Wellingtort il quale la fece porre nel vestibolo del suo pala=::o in Londra. quasi fosse trnrz. preda di guerr.i. E iriteressante è conoscere H giu– dizio dato dal Byron che scrisse: cLa altezza della statua è tale che, vista di dietro, le parti basse del corpo di Napoleone si tTovano giusto all'al– tezza di Lord W!!llingion », mentre lo scultore francese Daiiid d'Angers. lrovandosi nella capitale inglese, si senti fieramente offeso nei suoi ~t.·11- timenti patriottici qucmdo s'accorse che la statua stessa de! Canova veni– va usata come portamantelli ai piedi dello scalone d'acce.sso att'apparta– mento del 1wovo proprietario, poco sensibile al fascino dell'arte. E furorio le laografie di Raffet, P. H. PhUJppotaux: • Bonaparte battaglia di Rlvoli • alla * cli Gl~FILIPPO C,UlCA~O Emlle Wlballle: • La vita di Napoleone• (stampa a carallere popolare, riassuntln del plu salienll episodi de.ll' ascesa di Bonaparte. Charlet cd Orazio Vernet a ritrar– re episodi della piovinezza di Buona– parre: il primo lo penso nell'inttmit<i della famiglia insieme aL padre. alla madre, allo zio sacerdote e a 1m fra– tello. pii altri. due celebrarono il suo sogr,iorno sia alla Scuola Militare di Brien11e sia alla Scuola Militare di Parigi, dalia ,,uale egli usci. nel 17&6. non ancora diciassettenne. cot grado di luogotenente in seconda d'arti– glieria. Ovviamente non esiste nes– sun ritratto di Buonaparte fanciullo eseguito dal vero: e il primo che ebbe q,iesto onore, senza sapere che ciO lo avrebbe 1tn gi.-Orno reso now, f1, tot sito compagno di Brienne c11e disegnò H suo profilo: e sotto il ritratto s~ possono leggere queste parole scritle a matita: e Mio caro amico Buona– parte. Pontormint del 1785. Tour– norie ». Sara poi il Rochet. at tempo della forluna amica. a scolpire un busto che rilrae l'allievo di Brienne già con la caratteristica posa della mano de– stra infilata nel panciotto semiaperto sul ventre. Appena nominato ufficiale, Buona– parte è inviato nella guarnigione cii Valence, e tale sugg,iorno ci è stato tramandato in due quadri, uno di Ageron e l'altro di Flarneng mentre è ancora Ra{fet n dedicare una altra sua litografi.a att'c Arrh·o in Francia della famiglia Buonaparte proscritta dalla Corsica»: P ranuo 1793. E La sera del 28 Luglio, Buo11aparte, clie parlecipa col grado di capitano alla breve campagna di repressione della rivolla dei mo11arcl1ici nel 1\lcz– zogiorno, trovandosi a cena nella cit- tci di Beaucaire con alcuni. negozian– ti del circondario, intat,ola con essi una disc,u!ione politica che gli forni l'argomento per esporre le sue idee sociali e militari in un opuscoleuo che appunto col ·rtolo di e La cena di Beaucaire > ~i a[fretlo a pubblicare in Avignone~ E al Salon del 1894 il pittore Le– conte de Nouu esporrei un quadro de– dicato a questo episodio. accompa– gnandolo con !e parole dette allora dal giovanissimo ufficiale: < Credete– mi: -,- egli disse - verrà un uomo che saprà riunire srtlla sua testa tut– te le sperarLZe della nazione e allo– ra... ».. 4.llora l'occasione per Buona– varre era più prossim a di quanto egli. stes!o non pensas.se: P(l ebbe un no.. me: l'assedio di T olone. che permise al ventiquattrenne maggiore d'arli– glieria Napoleone Buonaparte di cii– venire generate. tl più giovane gene– rale dell'esercito francese. E' del fatto. eccezionale ed insolito e che può essere considerato come lo inizio della meravigliosa epopea du– rata ur1 quarto di. secolo. approfit– tarono i. più noti illlt$lratori delle: vicende militari della Francia per farne oggezto di incisioni. xilografie e dipinti. E i nomi degli artisti si ri– peto110: Raffet, Clzarler. Orazio Vcr- 11e1. Trascorso il periodo di. forzata ina– zio11e, dopo gli. avvenimenti di Tenni– doro. Buonaparle riemerge nella re– pressiorie degli insorti che il 5 ottobre 1795 auaccaro110 le Tuilerie: e il san– gue. sparso per le strade di Parigi nella giornata detta del 13 Vendemmiatore gli permetterà rii restare unico c0- mandante militare della Convenzione. gridando ai !UOi soldatr: e Seguite 1 1 rostro generale'». Eg/1 a ·e a infa•, compreso che ,ma disjatra arr~',l;le signi.ficaro la fine della naa car.-cra mililare e poht1ca e duran..:e q1.1e la sangwnosa baaaglia durata setti1:i– tadue ore p1u colle nscflw la :.a 1n mezzo alla rruopa. Jra d :urb1n.....re della mitraglia. E H ;atto d'anne d'Arcale, con Bo– naparte lanciato all'attacco con uno stendardo al rento, cenne riprodotto in numerose stampe dell'epoca, ano– nime e d'autore. e cosi anche le a?tre battaglie di quei giorni eroici e glo– riosi. E rali inc•.sori furono Charles Vernet, \."ictor A,Jum, il nostro i·er!co ed altri ancora. Charle3 \.'erttet e Phtùppoteaux s~ no pure gli autori di. due quadri cele– bri dedicati. al combattimento di. Ri– L•oli. entrambi. 1?.sposri al .lluseo di Versaille.s. Fra le medaglie coniate in Italia e in Francia per celebrar e la Ca mpcgna d'Italia. spicca p'?r la poicn.za espres– sfra unita ad una straordinaria ras– somiglian=a qu.?lla eseguita dal Da– rid d'Angcrs iL quale raffigurò anche, ):"el gennaio del 194.4.. l'ammiraglio Canaris, capo dei :sen·izi segreti tede– schi. an•erti il Quartier generale di aver saputo con sicurezza che gli Al– leati a\'rebbero annunciato l'invasione. alla Resisten– za francese. radiotrasmet– tendo. suddivisi in due parti. i termini di uno stes– so messaggio. Bisognava captare tutti i messaggi, veri e falsi. per riconoscer– ,·i quello buono. La noti– zia fu comunicata al te– nente colonnello Hellmuth ~1eyer. capo dell'ufficio in– formazioni della XV Ar– mata e del controspionag– gio lungo tutto il fronte di im•asione. E dal gennaio, nel bunker adibito a1 ser– vizio di radio-intercetta– zione e servito da trenta specialisti poliglotti alter– nantisi all'ascolto ininter– rottamente. e non una pa– rola. non un balbettio in Morse lanciato nell'aria dagli Alleati» sfuggì ai Tedeschi. Finché la notte del primo giugno fu inter– cettata la prima parte del messaggio alleato e esatta– mente come l'aveva prean– nunciato Canaris. Non era molto diverso dalle centi– naia di altri messaggi in codice che la squadra i\Jeyer aveva captato du– rante i mesi precedenti. Ogni giorno. dopo il nor– male bollettino d'informa– zioni della BBC. venivano diffuse istruzioni alla Re– sistenza con frasi conven– zionali in francese, olan– dese. danese e norvegese. La maggior parte di questi messaggierano incompren– sibili per Meyer, che ar– rivava alla esasperazione quando non gli riusciva di interpretare frasi enigma– tiche come "La guerra di Troia non si farà'', ..Do– mani la melassa zampil– lerà cognac'', "Giovanni ha baffi lunghi'". oppu– re "Sabina ha avuto gli orecchioni e l'itterizia", ma il messaggio seguito al notiziario delle nove di sera del primo giugno lo capi fin troppo bene». SULL'EDIZlO 'E. A C RA DI LUIGI DE NARDIS, DELLE SUE LIRICHE E DELLE * UE PROSE E fu proprio '.n quei giorni che il generale accoglierido la preghiera di un ragaz;:o che gli ~hiedeva la restitu.=ione della spada di. suo padre, morto giii– gliottinato. indiri.=zO il suo destino ver– so la gloria: perché quel raga~o ave– va aricora una madre e quella donna, trentaduenne. era ancora bella e pia– cente. ambiziosa cd amica di Barras. membro del Direttorio: quella donna era Giuseppina Beauharnais. L'Assoluto di Mallar1né * Una voce aveva avver– tito in francese: e Voglia– te ora gentilmente ascolta– re alcuni messaggi perso– nali». E. dopo una breve pausa. aveva scandito: Les sanglots longs I des vio– lons / de L'automrie. Il sergente Walter Reichling balzò in piedi e. strappa. tasi la cuffia, corse ad av– vertire il comandante: e La prima parte del messag– gio. E' qui». Ne fu con• trollata la registrazione ed analizzato il testo: corri– spondeva ai primi tre ver– si della Chanson d'Autom– ne, composta da Paul Ver– laine nel 1864, compresa nei Poemes saturniens ed edita in volume per la prima volta nel 1867, coi tipi del Lemerre. a Pangi. Non c'era dubbio: stando alle informazioni di Cana– ris, si trattava della prima parte dell'atteso e paven– tato messaggio, che avreb– be dovuto essere trasmes• so il primo o il quindici del mese. Nella seconda parte sarebbero stati ra– diodiffusi i tre versi suc– cessivi ( Blesserlt mon coeur / d'une langueur I monotone): e quello sa– rebbe stato il segnale che e l'invasione sarebbe inco– minciata entro quarantot– fore, a partire dalle ore zero del giorno seguente alla trasmissione». Fu lan– ciato l'allarme, ma per una seriè di inspiegabili equivoci e contrattempi - dal Ryan illustrati per filo e per segno - solo la XV Armata si mise all'erta. Stabilire oggi, in un mondo tan10 mutalo, il valore della poesia di Mallanné, è come parlare di gioielli in una ba– racca di Slraccioni. Impura e povera sta di\'entar.cio non ut .IIAIUtl 1 0 JJIAZ'ZOLLA ~~~i~~o J'~~fj~~: ~Jli~esi~ avvililo Slrumento d; propa– ganda: facile evasion~ propo• sta da spiriti .>rmai corroui. Si dira subito che nella lirica di Mallarmé tulio è di· :.umano: la si giudica ccstrui– ta più che ispirata: artefatta o poco autentica; compcsita e non spontanea. Questa, non lo escludo, può essere ar.che una ,erità; ma è ,erilà che imeste la sola ,.pparu1za di quella poesia, sofferta since– ramente in tutt<! le sue parole, inven1a1a con :impido pudo– re: pura proprio perché li– berata per sempre da ogni trepidazione falsamente uma– na e romantica. 11 misticismo di Mallanné ebbe il merito di imporre al– l'arte dei limni, ma questi limiti furono la purezza e la liberazione evocativa della realtà ritrovala intera (IClia parola e nel simbolo. li romanticismo più ge– nuino attingeva la· sua !orza espressiva dalla vit:i. dei sen– timenti e delle passioni: il mondo del poeta romantico, si dirà. fu costruito dalla presenza del cuore nel canto, tu costan1e riferimento del– l'artista alle vicende dell'esi– stenza inlesa quale unica fonte d'ispirazione. Il poeta s'iniziava alla poesia gonfio del senso dell'amore e del– la morte; si csalta,•a enun– ciando il suo mcssaigio per collocarsi nella morie, con tutto il suo fuoco di uomo. commosso dal proprio de– stino e, soprattutlo, dall'ine– sauribile disponibilità della natura. Si chiedeva all'arte una fonte di turbamento. che do,·e,·a poi conciliare l'eva– sione con l'amore per la vita; l'antica mania del can– to do\'eva tendere a coa:lie- re la pienezza di tutti i contenuti per aiutare gli uo– mini a .!.perare in una vi– cenda più umana. Ma, in ,eri1à, tale prcsuppos10 ideo– logico non 9oteva nascere che da una liric.1 fondata sull'abbandono, priva di ri– gore per essere quasi ::.em– pre gonfia di oratoria. li poela, comunque, rinunziò alla mortilicazionç: sia mo– rale che lirica per esprime– re lutto se stesso con la mas– sima libertà, anche quando questa libertà conduceva l'c,asione al di là dei limi– ti dell'arte, dilatando il fat– to poetico in un'atmosrera di entusiasmo tanle volte in– conirollato. Ebbene, .Ma.Jlarmé toccò il fondo di tale clima spirituale. Da buon asceta della vita prima che della parola, ca– pì la ,anità di essere uma– ni in modo gratuito; e sof– f rl molto quando giudicò la poesia del suo tempo con– taminata da elementi che con l'arte non avevano alcun rapporto. Nacque allora nel ::.uo spirito inquieto la de– ci:.ione di isolarsi. Solitudine e meditazione furono le con– dizioni scelte dal suo estro incline, per natura, all'isola– mento e alla ricerca. Approfondendo, in modo altamen1e teorico, la genesi orfica della parola imm2.gine, dedicò quasi tutta la vita a decifrare le possibilità del linguaggio, senza mai rin– negare quel calore umano che, se nei poeti romantici \'eni\'a disperso in una sorta di canto illuminato, in lui in\'ece restava sot1erraneo, chiuso nell'aspirazione di rag– s;?iungere la lirica perfetta. Fu in tale stato di tremore che emerse, dalla sua intel– ligenza desolata, quella sin- tassi poetica piena di vibra– zioni, di ritmi difficili e di penombre. Pensò: nell'atto in cui il poeta sceglie libe– mmcnte la sua vocazione, a lui soltanto si impone, i:;er vie misteriose. la necessità di una disciplina senz'ailro ascetica. Il mondo morale di Mallarmé, si sa, era salda– mente fondato sopra c;,ues10 inalienabile rispetto per la poesia. Ogni paro:a scoperta nlla sua origine e nel suo più alto fulgore diventerà un per– sonaggio, non perché il poe– ta o abbia il culto della pura Jonna, ma per una ragione intrinseca nlla stessa crea– zione lirica, la quale, per sua natura, è scel!a di rarefatte emozioni: forza ma2ica che solleva l'uomo sul piano del– la con1emplazione. Ma.Jlanné adorava la vanità del reale; ricercavn con pazienza l'or– dine delle cose, viste illu– minate nella perfezione delle ~i~:Ìt~ 1 :ropl~~i~~a!~ f!~~ ineffabile, sen1ito come prin– cipio di elevazione e di pu– rificazione in un mondo di– venuto corrotto e fal~mente umano. Egli fu un aristocra• tico; e senti profondamente la qualità del suo spirito, poetico anche quando si li– mitava a vi\'erc. E infatti piena di pudore, di discrezio– ne, di bellezza morale fu la esistenza dell'uomo, cbfoso in se stesso solo per testi– moniare il suo profondo ri– spe110 per la \'entà. Mallarmé non fece mai ar– te demagogica, non si servl mai della poesia come droga esalla1oria; ma trattò il lin– guaggio lirico come una ter– ra d'anijeli. Rispettò dunque gli uommi isolando la poesia e collocandola al di sopra delle passioni, le quali, sca- tcnatc e torbide, l'ancbbcro certamente corrotta proprio per quel tanto di demagogia che le passioni, pur essendo rispettabili, fanno confluire nelJa creazione artistica. Amare e lunghe furcno le notti di questo poeta; e non dimentichiamo che egli de– dicò la sua carica un:ana, prù che al ritmo delle sue lerme elegie, alla stessa \'ila, dalla quale non attinge,·a che nuda pazienza e disperata solitudine. Alcuni hanno visto in Mal– lanné un poeta Slcrile, un cuore deserto, un prezioso letterato cbe disulla dal so– lo intelletto una poesia de– cisamente oscura. Nulla di più falso. Mallarmé, si :.a bene, conosceva a fondo Platone; e capl quel che do– veva capire delJ'idealismo di Hegel Preferì. la purezza del primo: e sognò, ccme un greco sopravissuto, la tri– stezz.:, dell'arte che si sol– leva al di là di ogni emozicne marginale. Per lui l'auten1ico sentimento consisteva nella grazia e nell'incanto della immagine isolata. 'on ama– ,·a profanare ciò ch'er.:i soa– ,-e per sé e per lo :.pirito del mondo. In lui con\'ersero, a distanza favolosa, le lucide ,•isioni pitagoriche e le cal– me misteriose stagioni del'– l'orfi.smo.. 11 mondo delle idee lo attrasse più di quan– to non facesse per lui il mondo delle cose e dell'uo– mo. Con questo non inten– diamo dire che egli fu un filosofo poeta, o vi– ceversa. Entrò nel regno ar– cano della poesia con la serietà drammatica di un sacerdote; e per tal ragione non mancò di suggestionare e di iniziare al lavoro di pu- rificazione i migliori scriuo– ri francesi del suo tempo e i più autentici poeti èell'Eu– ropa. La .!.U3 poesia ,•enne fuori come una costellazio– ne. iJluminala di luce pro– p1ia, io un tempo in cui quc:.ta scelta aristocratica rischia\"a di suscitare il 1i– dicolo di una società corrot– ta dal contenutismo demo– cratico e romantico. A rileggere oggi le sue li– riche e le sue prose (Aiallar– mé - a cura di Luigi De Nardis - Ed. Guanda), non C(:'perte da nessuna palina d1 \'ccchiaia, si riscopre quanto potente fosse la sor– gente umana che !e fissò :.ul– la pagina bianca, afl;dando ad esse il solo fine di con- sen:arsi belle. M2llarmé, :.cnza ombra di dubbio, :.copri questo mistero della parola; e consegnò al tempo liriche ancora .!.alde e ,alide per la loro purcua, per quel– l'incan10 che in esse si rac– chiude Nelle sue poesie , 'é, an– cora calda, l'amara solitudi– ne che ne fu il prelcdio: puro fulgore di immagini u:scite quasi fuori dal tempo, come la bellcua che si spri– giona da certe \"etrate bi– zantine. Come Ocbussy purificò la musica moderna da ogni sco– ria dell'ultimo romanticismo, ricollocandola al suo pesto di ane piena di suggestioni ~~f~;~i~i. eco~\ 1\~~~lu~! aoroso fino alla rinunzia, pudico fino a rendere carico di significato lo stesso si– lenzio, collocandolo al suo posto di penombra sonora, innalzò la poesia sul piano dell'Idea. assegnando 31 poeta la sola funzione di custodire quella bellezza che da mil– lenni lo spirito degli uomini ricerca, per rinfrancarsi forse del suo dolore o per accet– tare la marre come il mo– mento di un felice trapasso nel regno dell'Assoluto. E Giuseppina andò a ri11graziarc chi aveva esaudito il desiderio del fi– glio: e Buona parte volle rivederla. · E il e Primo colloquio del Buonaparte con Giuseppina» fu il soggetto di una piccola tela che il pittore Gervcx com– porrà molti an!li dopo il fatale in– contro nella casetta della via Chan– tereine. Poi, fra i. due, verme, rapido come 1l fulmine, l'amore: e il 9 marzo 1796 il matrimonio. con Barras testimo11c, Barras che corredo Giuseppina d'una dote tanto inconsueta quanto d'inesti– mabile valore: la promozione di Buo– naparte a coma11dan1e dell'annata ài Italia. E il generale, dopo auer mutato il nome in Bonaparte, due giorni dopo le 11ozze, parte per raggiungere quei soldati che saranno i primi. indispen– sabili. compagni net cammino verso il dominio d'Europa. E non ati·eva che ventisei armi. ... E la Campagna d'Italia con le sue vittorie francesi di t11ontenotte, Lo- 11ato, Arcole e Rivoli furono una ine– sauribile fonte Ji. ispirazione per pit– tori ed incisori che trovarono in quel– le gesta, colme di. episodi d'ardimen- 10 e di coraggio. uri materiale uma– no di indiscutibile fascino: e fra es– SC?, motivo predominante, l'audace giovinezza del vincitore. E se uno de_gli esponenti. mìgliori del neo-class1c1smo, Andrea Appia– ni, 11e, suoi affreschi. del Palazzo Rea– le di 1\lilario indulgerà in preziostt<i allegoriche a sca.pito della verità al– tr~ invece può mtingere nella r~altà cio che vuole ritrarre: è il caso del G:os che riesce ad ottenere, tramite G1_usepp1_na, che iL generale posi per Lu, a .Mtlano: ed oggi questo fanwso dipinto - < Bonaparte al ponte d'Ar– cale» - si trova al Louvre: e in esso Bonaparte è rappresenlato nel mo– mento ir1 cui, ti/ferrato co,i entrambe le mani un veuillo, si slancia incu– rante del pericolo, sul ponte i.4rcole \'ince.nzo \'eia: • Cli ultimi giorni di Xapoleone,. in modo veram:mte ammirel·olc. nuo– t.-amente iL Bonaparte nel frontone del Paniheon di Pariai. Conclusa con il trÒttato di Campo– formio. nell'ottobre del 1797, la pace cori l'.-1.ustria in llalia. Bonaparte. rtcn– trato a Partgi. pensa di attaccare ~-In– ghilterra in Egitto Ol'e sbarca nel lu– glio dell'anno seguente: cd ecco allora un abbondare dt stampe popolari che esaltano q11ella spedizione e partico– larmente la baltaglia delle Piramrdi p_rima della quale Bonaparte pronun– cio la famosa frase entrala nella leg– genda .. lta alle L'ittorie in lcr-ra ~e– guì la scon.fitra navale di .-\boukir, ad opera dell'ammiraglio inglese Scl– son: e Bonaparte, con uno di quegli art, di mtui:-1one che costiluiranno tl segreto dei suoi. successi. di sue i.ni– ::iatit·a, abba_ndona l'esercito e s al pa per la Francta, ,'ibarcando a Fréjus. Il suo arrivo fu accolto entusiastica– mente cJalla popola;:?one, minacciata ancora dall'incubo dt una nuoua inva– sione straniera: e Bonaparte fu const– derato il salvatore della patria. Incomincerà. da qui ll suo dominio elle soltanto lo ~contro di. Warerioo nel 1815 troncherà de/t1utivamente. . .\la il _ r.icordo della Campagna d E'gttto nL'IL"e oggi ancora. al Lou– vre, nella tragic:1, realistica, dolorosa composi=ione pntorica del Gros: < GLI appestati di Giaffa> ove t'alliet.·o dt Dav1d e il_ combattente detla Campa– gna d'ltaha se_ppe assai. bene espri– mere con la violenza del !uo rapido pennello quelle se-rtsaz-ioni di malin– conia che turbano L'aninw dd trion– f~tore di. fr<?nt_ealla cruda dispera– =ionc dct 1:inu, sensa:1011i che egli aveva. realmente provato dopo l'ansia Jeb_bnle della battaglia, anche se vu .. tortosa. (Continua

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