La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 17 - 23 aprile 1961

Pag. 4 LA MACCHINA DELLA VERITÀ * Italianità e canzonette * cli ELIO TAL11lllCO Mentre i giovani sono tanto stanchi, i vecchi danno segni d'improvvisi e insoliti entusiasmi: Ja crisi del dopo– guerra non disarma e !orse ha ragione Greenc quando af– ferma, non rammento più dove, C'he- al contrario di quan– to si crede - il dolore non sempre fa invecchiare: spes– so, anzi, rende l'uomo più giovane, liberando?o da ogni senso di responsabilità e restituendogli il disancòrato aspetto dell'adolescenza. Che significa ciò? Che la paura. l'angoscia, il cedimento morale degli anni appena trascorsi, agiscono in modo diverso sugli uomini maturi e sui ra– gazzi? O che i primi. a dirterenza del secondi. hanno una visione più chiara della vita? Qualcuno mi accusa, non a torto, di far troppe domande senza curarmi delle ri– sposte: la stessa deplorevole abitudine, Insomma, che Wolfango Goethe rimproverava a Madame de Stael. E al– lora cerchiamo di stare ai !alti. Per ognuno di noi è tempo. ormai, di penitenza: nella arte, nella vita, nel costume: un malinteso cosmopolitismo prima o poi bisogna scontarlo, in fondo si può dire che. da Gabriele d'Annunzio in qua, degli ita1lani autentici si è persa la razza. Le posizioni ambigue sono sempre insta– bili, artificiali, pericolose: basta un nonnulla e accade il finimondo. L'« italianità• dell'Imaglnifico era legata al fatto d'essere abruzzese, Inconfondibilmente, talora gros– solanamente abruzzese: senza una dose di cattivo guslo non c'è grandezza che tenga: cosi come l'italianità della Deledda si ricollega alla Sardegna, Pirandello alla Sicilia. Alvaro alla Calabria, Svevo a Trieste. Non si tratta di un paradosso: il nostro è un paese di!ticlle nel quale la pro– vincia domina incontrastata: la società italiana è ancora di là da venire, !iguriamoci - dunque - quanto stona una vernice Internazionalista. In altre nazioni è molto semplice raccapezzarsi: pren– diamo, a esempio, l'Inghilterra: secondo Harold Nicolson pochi potrebbero negare che Chaucer è Il più «inglese» dei poeti che abbiano mai scritto nella lingua di Shakespeare. Infatti, le sue doti peculiari furono humour, curiosità, pia– cere di sentirsi e di mostrarsi eccentrico, notevole spirito d'osservazone, amore della natura ma. soprattutto, l'lnvi– dlabllc capacità di potere ridere di se medesimo. Questo si chiama essere Inglesi: e, per ritornare un attimo al già citato Nicolson, la .. inglesità » di Chaucer, come la « !rancesità » di Racine. possono spiegare il tatto che en– trambi questi poeti furono generalmente fraintesi dalla critica stTaniera. Da un pò di tempo. a questa parte gli italiani (ten– denzialmente autolesionisti) si divertono a contaminarsi in ogni modo: prima la Francia, poi la Russia, e ades– so l'America: hanno diretto la nostra cultura: nel tea– tro, nella narrativa, nella musica, perfino ln quella delle canzonette: ci vergogniamo d'essere noi stessi, parliamo di noi in terza persona (gli italiani sono cosi, gli Jtalianl sono coli;), ci sembra di buon tòno pendere dalle labbra dell'ultimo venuto, purché venga d'oltre confine: e pensare che l'Ilalla è stata grande ogni qual volta lo studio del classici, incominciando da Dante Alighieri, ha fatto un decisivo passo avanti. Gli innumerevoli fans del jazz, caldo o freddo che 5ia, i pallidi, esangui fans del ritmo sincopato, vanno in delirio per un sax-tenore, come sembra che ac– cada negli Stati Unili; ma ignorano che quei baldi giova– notti, prima di recarsi a una seduta del genere. fanno provvista di 1nar1juana: dunque. l'esaltazione arti!iciale di oltre atlantico si nobilita, quasi, e si concreta di fronte alla composta, soltanto teorica febbre nostrana. in un equivoco gioco di specchi da baraccone, in un inutile girare a vuoto di guasti meccanismi. D'altronde, almeno per il momento. Il problema è quasi insolubile: se. intatti, andassimo alla ricerca di ca– ratteri tipici dell'italiano medio, rischieremmo di !are il solito buco nell'acqua: un veneto e un lucano, un sardo e un romagnolo, un emiliano e un lombardo, hanno cosi pochi elementi in comune da non permetterci d'individuarli sotto un unico denominatore. Dal punto di vista stretta– mente psicologico, e delle tradizioni. delle abitudini, delle superstizioni, del comportamento individuale e collettivo, il noslro paese è ancora diviso in stati e statarelll. princi– pati e granducati. piccoli regni e Piccole repubbliche: dav– vero si può dire che 1 se l'Italia è fatta. bisogna lare ancora gli italiani, bisogna cioè mettere ancora in mostra le no– stre virtù e i nostri dl!etll. Non è una condizione d'inferiontà. tutt'altro: da tan– ti, e cosi diversi, lermenli, potrebbe - domani - lievitare un uomo senza tema di confronti: si prendano l'Intra– prendenza e l'intelllgenzn dei sitiliani, la forza di vo– lontà dei calabresi, la versatilità dei napoletani, l'operosità del pugliesi, lo scetticismo dei romani, la furberia degli abruzzesi. il sangue caldo dei romagnoli, la sotllglieu.a dei toscani, la gentilezza dei veneti, il senso pratico dei lombardi, la disciplina dei piemontesi, e via di questo passo: si plasmino insieme, a poco a poco, eliminando ec– cessi, smussando angoli, favorendo gli eventuali sinergismi. e il e prodotto• di tale combinazione non avrà da invi– diare proprio niente a nessuno. E' storia vecchia: per arri– vare all'universale, non si può non partire dal particolare. La donna del mare, di Ibsen. se !osse nata a Capri certo si sarebbe comportata in ben altro modo. e in modo ancora diverso se fosse inala a Parigi: ma proprio dalla sua inne– gabile e norvegesità • trac i motivi che la giustificano in qualunque meridiano e parallelo. LA FIERA' LETTERARIA lO ..r• ,,.'1\ CUT.ll JlNDA\GllNJE: ClhtllTllCI! * Domenica 2.3 aprile 1961 01[ <G1- Il l\\ :::"IJlCOLlETT.X. La Bellezza di Baudelaire * di ~:!AUI.'.\'O PJAZZOl,L\. des facult1s ... qui a cinscgné a J 'homme le sens morale dc la couleur, du contour, du son et du parfum ». non ricono!licc bensl conoo;ce, cioè 1iasce e vive insiemi.! alla sua creatura •· Per ques1a via sarà sempre il poeta o. illuminare ali og– gl!tti con la fona della ~ua imm,1ginazionc crea1ivJ, la quale fa compiere al poeta Baudelaire .. la rivoluzione copernicana della poesia mo– derna•· Soltanto la fantasi., e un soucrraneo amore per la Bel– lezza spingono Baudelairc a r~vh'ere, soltanto simbolica– mente, !e terribili cadute nel \·iLio. Il male, per questo poc· ta che ordino. in ritmi solen– ni li suo dolore di uomo tra- mutandolo in gioia contcm• platha, non 3caturiscc da una di sarmon ia cggettiva. Non è il ma.le la lontanan/.a assolu– la e dualistica dal bene; esso quel 1imorw che in lui era a ,olle pentimento di credente c. a ,·olle. attitudine alla cn.-a- 1.ione poetica. i salvò dalla monotonia terribile dell'esistenza in ,·irtù di un paziente lavoro di co– struttore orfico. I <;;uoibas– !>Orilicvi sono infatti mobili. pur rimanendo P.reqni di quell'atmosfera acc1d10-.a eh uno stanco am< re, mai con– :,umato fino i n fon do. F. non -.i sa se fu il \' iz.io oai:ettivo a creare il suo genio ,ma-etico o se fu il rimorso di esser nato a proiettare fuori di ,e la Bellezza. essuno fu piu con1emporaneo di lui d'una epoca matura per es:,cre esal– tata in una lingua armoniosa, ~"aes~~~i fi~TTnei.desra~~i ~i non se ne rammaricò, pre– d~tinando-.i. tn 1al modo, a comporre cl~si:icper gli amori perduti, per le. ca.5tità scpol: te e per l'ordine proprio d1 tutte le utopie. Come uomo fu convinto di trovarsi nello stato di una <,pavcnt::vo lc at– tesa: seppe cioè che l' un.ic~ rimedio s1a,·a nel costru1r,1 l'uni\·er-.o ,;cml?rc aereo e plastico delle \1llabe. in cui corre l'altra vita: il fluss,:, della Bcllcua. E arri\'o alla conc;apevolC'lla di sca\are nella propria linl'ia il suo ,ero paradiso. Na~quc cosi la ..ua poes\a, mortificata ~ltanto dall.'l il– lusoria presenza del "'izio e del dolore. ma rallegrata da una luce fenna. In tutta la sua poesia affiora la nostalgi.i cristiana in toni di seren.J musica, dO\'C' il senso della natura 'ii scioglie nel gusto amaro di ..,oflrire per tutte le creature. Enzo Faraoni: .. Ritratto » · In nessun poeta moderno come in Baudelairc poetica e PoCSiasi fondono in una uni– lana visione della vita come arte e dell'arte come vita nel– la Bellezza. Ma quale fu, per qucslo poeta ,mento a tutte le 3copcrtc del gusto, o della fonna considerata. in senso assoluto, la sorgente stessa della vita e della Bellcz7.a? Gianni Nicoletti, nel suo acu– to e dotto S3JZGiO Poe.sia. in Baudelaire (Ca' Diedo Edito– re in Venezia) è riuscito a di mostrare che sia « L.::s Fleu– rcs ciu Mal • quanto <1 Lcs Pelits poèmcs cn prose» sono il fiore di una fantasia per– folta in sé. « Ciò che ci intro– duce abbastanta bene, mi sembra, a mostrare come tut– to ia Baudelairc sia Bellezza, - e la Bellezza il simbolo del suo tu lto ». Alla racticc del poeta.re, dell'atto poetico per ecce llenza. noi troviamo quel– la immaginazione creo.liva che per Baudelairc è .. l:l reinc In Baudelairc. osserva il Nicolctti, .. la Bellezza svinco– lata dai lini estrinseci di\'en– la a1tivi1à unificalricc, m.:\s– sima libertà: ovvero. l'uni– versalità dell'io si concrctiL- 1.a come lei,islazionc morale, siccome il gusto è atteggia– mento originale e personale. Baudelairc realizza questa sua visione con il simbolo degli occhi, con il guardare: « tu contiens dans ton ocil le couch~nt et l'aurorc ;). La Bellc1.za,perciò, contempla :,e stessa: gu.:\rda il mondo con i suoi occhi, che sono poi gli occhi antichi e s\!mpre nuovi del poeta. Infatti: .. Nulla c'è al di fuori del poeta, - non il dolore, non gli stracci, non le piaghe. non i vizi, non il male: tutto è poeta. Tutto è la sua coscienza, tutto è la sua esperienza. Baud:laire è im·ccc il riflesso di una co• scienla che, attr.werso la Bellcna, si è posto al di la del bene e del male. Come tutti i puri che app3ren1c- -.orgerc di certi ri1mi, wlen– ni come gli addii di una crea– tura in esilio, e le apparizioni irreali di una vita che, pure ap parentemente in i!ifac.:lo, !lii immobili.aò nella Bzllcv.1 Infatti, da questi fiori ma– ledetti e dai suoi PoCmi in prosa si sprigiona un solo profumo: quello dclJe prima– ,·erc non piu umane, ma som– merse nel paradi,;o ritrovato della Bellezza. 8,1udclaire a,·– \·ertt inoltre l'abis..,3le distan– za fra qu.:I che 'ii e CJUagg1u e quel che c;i può o si po– trebbe CS!licre in un mondo che soltanto l'immaginatione o 11soi;i:noannunzia con l'ac– cento disperalo di chi lo rim– pianJZC m uno . stato quao;i ineffabile. E eah non fu co– me Dante che ten10 di sosti– tuirsi a Dio. Amò im·cc:e ri– manere suddito nel ~rone di terra. F. volle disper.1rsi coi propri simili, accomunando-.i ad essi fralcmamcntc, offren– do lero il dono piu alto della , ita: la Bellezza. NARRATIVA OPERE * JPRI..è\V\.E l mente sembrano disgrcaan.i ncll'allcsa di un'esistenza adeguata alla propria purez- t:n,r~~d~~~~ni~~~n~1 1 ::~~ BauC :elairc conobbe dun· quc tutti i segreti ddl'ombra e della luce e non dimenticò mai che il sogno pili vi\'O -.i rl!a!i1..zain un perpetuo dor– mi\'Cglia dello spirito. Co!ltl poté liberamc.-nte, e con 1'e– .-.1rema di-.ciplina del ,isiona– rio consapc,·olc. ordinare le :,i1c donne dannate e i suoi tramonti gocciolanti ango-.cia sui muri appassiti della me– tropoli. Ecco perché i suoi cicli 3ono lontani; in essi c'è: un senso di distan7a, un'as– -.cnza dcll;a banalità quotidia– na. I :,uoi \Cr'ii. archite11a1i nella loro am,onio-.:i o;olitu– dinc. sono quasi permeati di :,anifue e di ricordi. Baudcla1- re, infatti, ebbe la csa11a in– tui7ionc di ciò che il poeta rappresenta fra gli ..iomini: e colpa non commessa. ma d1 cui senti la presen.-a li:,ic,1. Un borghese all'inferno Come i solitari, abituati ai penosi e consolanti soliloqui sul proprio dcs1ino in ~ue:,lo mondo, Baudelairc dt.-cifra POClicamenle la nause., cd e3primc sempre un desiderio di vito nella Belll;."'ua. Come i più ricchi di castità oriiji– narfa, sembra dire il ico– lctti. questo poe1a partecipò idealmente a un'ingenua cor– ruzione, salvandosi in ,•irlu di una <;0ecorre,·0Je ma'1'.Ja che gli sale dal cuore. ma :,o• prattutto gli nasce do una immaginazione libera. e nello DI lntere.ssnnte. nel primo romanzo di Olan Piero Bona (sin qui noto e seguito come poeta, dal primi Giorni de– lusi nll'u!Llmo Flauto pelle– grino) c'è 11 tents.tlvo di mc– contare un fntto. di svol– gere wrn vicenda In « classi– ca» linearità, nella sus. nu– dltù di eplSOdlo della vlln d'ognuno staccato dal temJX) e deJX)6to compostamente ~~~a ~~iv~~~~~~~ enti e uno stile più t.lmto vin che accarezzato. come In vita tira via sul pn.rtfco– lnM e bada aJ sodo. si dice Il romanzo. apparso con Lc– ricl. si lnt.!tola IL soldato nu– do e vorrebbe essere scot– tante. sln dal titolo. vorreb– be essere un realistico squar– cio nella rete d'omertà che circonda. la. vita militare. quei che vi succede e non si dice. in regola con un rudt' rituale virile .soprawlssuto n tempi ben più barbari del nostro e ostinatamente In tenzlonato a non scomparire e a. non comunicare. Ln vita militare ha trulli lati Incongruenti. è si può dire l'ultimo baluardo. su– perato nella storia ma. non nella psiche. d'un feudalesi– mo di baroni. vassall1. bravi e servi della gleba. ossia. di ufficiali alti e basst. di sot- ~fu:~~fc~1:~· EJd~- tere di&J>OUCO fino all'ob– bedienza lncoudlzlonata at– traverso t.uttn una scala di l.nslndac abilltà. di violenze menta.li rinviate sempre più bass o s ino n spegnersi nel « signorsi » obbliga torlo (! de– flnll1vo della recluta. La ca– serma è un mondo nel mon– do: nl s olo entrarvi. anche per ca.so. si a,•verte w1'atmo– sre rn dl \· ersa.un ordine dJ– verso: l'l nd1vi duo insaccato nella divisa perde di siugo– larità e ucqulsta. deve ac– quistare. I caratteri deJl·ano– nimo. La sun vita di bor– ~'hcse è rlm•iata. la Ubertà e metodlcrunentc non previ– sta e dw1que. da un lato. valortzzntn. La vttn militare: dlvi.sa. marcle. ordini e contrord.inl. vita colleLtJva: taglia In due I 'esistenza del giovane. gli insegno In dura neeessltA. lo impegna In una coabita– zione dnlla quale possono 60rtire infinite vio lenze. ma anche miracolo.se rivelazio– ni. E' unn vita che la:;cla t.n.ccln nella misura stessa di quanto è irreale. fantoma– tica, mondo a purte. mondo * cli PIETllO CI.1IATTI di soll uomini e dunque uperta alla pericolosa sco– perta dell'uomo solo. Come scuola. di violenza (nel senso non solo dispre– giativo deJ t.ermlne) può ap– pnrlre una vita reale sino nl concentralo della realtà. e come tale è sentita e, spes– so. consigliata. Per esseri normali. non è mal grave lo scotto. non è troppo forte lo chock. dalla condizione di borghese n quella. di mlll– t.nre: ma per temperamenti senslblll. almeno fatti sen– sibili dn un'educazione ncl– l'ovnttn borghese, fatti acuti e morbos i nell'osservare e re– gistra.re intimamente cc.rt.1 us. surdl. certe de!onnaz!onl. per costoro la vita militare può divento.re una tort.urn. w1a .c rudeltà. ll soldato nudo di Bonu è appunto la storia di qu<'s to ehock. forte mn saluta.re Un ricco borghese, Filip– po. ,,a n servire In patria quale semplice soldato, ri– fiutando anche i gradi per !-!ugglrc completamento ru ~uo amb iente e trovare un contat.to diretto con In real– tà. T ra accettazione e ri– bellione diventa un soldato Sili gcnerLs. che tenW. di adattarsi e comunicare mn. nl culmine di dolorosi e pa– zienti approcci col suol com– p.'l.gni di dlv15a si sente dire quel che sperava proprio di dimenticare: e tu sci dlver– .so ». Ln divisa è una ma– schera che non nasconde mlll del tutto I redditi e I llneru nenU lnd Jvlduall. Se andln.mo ad o.sservarll. za del perché della .scon– fitta. dello st.esso perché del– la. rivolta che ha portato Filippo alrln!emo poJX>lare della caserms. Anctle l'impegno procla– mato sin dal titolo. dl dire tutto sullo vita milltnre. ml oare manchi. Per questo ge– i1cre di rivelnzloal (perché non dirlo?) bisogna lasclnr pnrlare gli americnn1. In nuo– va leva degli scrlttorl dn Mn.ller a Jones a Condon. che hanno portato nd n.lU – Ludlne di dramma e di t.rn– gechn. o almeno di g ran– de spettaoolo psicologico ad nmpieu11 corale. la farsa del dovere e delle lll06trlne. li romanzo di Bonn è m fondo a un solo personaggio. an– cora un romantico Bildung– sroman, un romanzo dell'e– ducnzlone. per li cut mezzo seguitiamo nd assistere al tentativi di sortita dell'indl– vidunllsmo dalle sue contrnd– dlzlonl, dnl suol comples.si di colpa: esiti s emp re. o qunsl sem1>re. di volente– roY-O. ma nulln più. velleita– rismo. ri~~te d~uf~:rrf1 1 13~ scorso sulle generali va. det– to che Il soldato 11udo è un romanzo elle si l<'gge bene. un ix>' più nella prlmn che nella. seconda parte. stesso tempo controllala dal,--------------------– rigore e da! gusto. E ~cll'innoccnza , igile del– la noia, Baudelaire non ccs:,ò mai di fis:,arc la malinconicJ prcscn,a della Bcllc1.za. In– ventò infatti suggcstin: p!:· nombre per collocarle :,u ciò che corre allo 3facelo. Si di– :,tcndono, nel panorama di una bclleu.a umana e immo– ta. donne che si accasciono nelle_ ,·oluttà proibite: pae– :,agg1 che \1 annebbiano, p.1- z1enti ,·t.-cchine, s1ordi1c da una forma di dimentican,a, Jn una co:,tan1c riccLione vi– !lti\'a:olfa11ha e auditiva, Bau– dcla1rc accolse i risul!ati del– lo s1ordimcnto lerrcstrc e ìl male come un manicheo riapparso, sollo le spoglie di un sonnambulo delicatissimo, nell'epoca della lu:,suria più fluida. e del culto per J;.1 Bel– Jcn.1 m se. Sembra allo1a dte i -.uoi -.corci riecheggino u11.1 danna1.ionc non del tutto scomparsa. E il poc1a si ag– grappa a se 3tesso, a quella esi3tenza che sembra :,cnz.t 3alvcua, rna che in realtà è redenta dalla innocenza. Si di– rebbe che lo spirito di ques10 poeta :,ia quello di un maso– chi\ta, candido per un ecces– so di terrore infantile e che la sua :,cnsualità si neghi ai procCSl:iinormali della matu– rità. Pertanto, occorre dire che il suo cattolicesimo non fu dogmaticame,nte rigoroso. Perdute le esigenze moralcg– llianli. di\'ennc a11i1udine 1L fì.Lm della settimana * Fantasmi aRom * tli fàltl/1 1 L..,'JGI 1-eo.,n, I fantasmi - specie quelli allegri e galanti - non era– no in voga nel cinema 11a– li;mo: Fautasmi a Roma, m– \t.'CC, l'ultimo film di Anto– nio Piclrangcli, ne h.1 inau– aur:-a10 in questi giorni la serie e, c'c da crederlo, non restur;l :,enLa imitatori. I lanta::,mi del titolo l.t fanno da padroni in un pa– lnao principesco di Roma in cui hanno abiiato da vi\ i nel Cinque, nel Sci e nei Scllccento. e che ade:,so abi– tano i loro aristocratici di– scendenti: l'ulrimo di costo– ro, però. un nipote abbastan– La degenere. innamorato d1 una ballerina, pensa di far demolire il palaz1.o per una \ 1:,tosa speculazione e 1 3uoi avi irrequieti da un giorno al/'ahro non saprebbero piu clo\'c andare; essi, cos\, prc• gano un loro... confra1ello, celebre pittore nel Seicen10 di a_flrcscare un'intera pare: te; 11 p,1lazzo sarà dichi.1ra10 nè ,•cnduto e tutto andrà per il meglio. Cioc... qualcosa sulle pri– me non andra. ma poi oani mtoppo \'Crrà superato e il n.ipotc degenere arrl\ era pcr– !ltmo a me!lcrc la t\!:,la d Posto: con Kran gioia d1 pa– renti ,·h i e defunti. La fa,ola - :,e ,ogliamo potc\'a essere piu s, cita e :,ottile e, forse, con più di– !ltinvoltura potc\'a far tesoro delle precedenti e:,pcricnzc del cinema inwlcse (Spmro aJlegro, tanto per fare un tllolo) e di Rt!nc Clair (quel– lo del Fantasma galante), ma bisoana m.:onoscere che con q_uel suo bonario sapore In– tano (o romano. o ... roma– nesco), quegli scherzi che anche sent.a din!nlarc mai balletto, non rascniano mai ~ueflfi~~~::~..tapg~~~ol~~rs:ol~ Gala Scrvadlo: « Collcgfall » I cs1c1icn nella scclla del pro– plio destino. Bnudclairc fu infatti cattolico fmo ;i quan– do non giunse alla scoperta della Bclle1.za: occorreva cioè dimenticare, nella malinconia, ~~~~fl~[~ssc7~~ind 1 :~on~; un po' prolis~o aali tml.i (sperso in minuzie, in detta– gli, in :shuazioni :statiche e non di rado \·erbose) riesco– no a tener dc:,ta con amena vivacità l'allenLione degli spelta1ori. Una DI 11/0T'l'E,. IJI AIJIU.'-1/1 1 A ZAIUU * na1·ratrice cattolica * di /i'lf11,,;c1:,·sco GRISI I ten tati vi d el ooldato di Bona, di confondersi e uml– llnrsl. sortono da. un roman– tico umanJtartsmo. più vel– leitario che Ideologicamente m.lllllràlo e sofferto: agisce soprattutto In lui un istin– to di ribellione a.Ha fam1glia. nlla. madre desolatamente borghese e raf!!nal(I.. che lo porta a volersi conf ondere col suol commi li toni me.no Cortunati. ma sentendo tutta In loro bestlnlltà, la loro ag– gressiva (Jlrim1tiva. nnturn– lczza, da cui è attratto e nauseato Un legame più for– te tfesce a .stringere con U.'1 patetico sog natore che scopre condanna.lo a morire. che Infine gli muore accanto: ma è un sentimento fatto soprattutto d.l pietà. Ne! complesso non riesce a e le– gare». per quanto si app11- ch1 a fondo. lnflne. al punto 1n Cui lo sconvolgimento ri– r.chla di travolgerlo. sopra!- -------------------------------· ~!U:1 dlo 1~re~1f1 =~ ~fù nbblet.to. la morte, FlllpJX> lascia che la famiglia Io U– ri fuori dalla caserma e Io rtportl alla sua regola di vita. Adriana Zarri con .. L'ora di notte• {edito in questi giorni dalal S.E.I.) c. giunta ormai al suo tcrz.o libro. Cominciò, infatti 1 con l'indi– menticabile « L arcobaleno delle ore» nel 19-17, continuò con ..Giorni feriali • nel 1955 e, puntuale, si presenta. oggi, con questo volume nel quale l: possibile trovare una con– tinuità narrativa, stilistica e ideologica con le altre sue opere. Ma, in questo • L'ora di notte», forse, alcuni temi. già abbozzati, sono portati creati. aprioristicamente, nel~ la luce della sofferenza e nella accctta✓.ionc che la creatura compie « davanti agli ocelli del Signore •. La storia di Campana non è se non .. w10 sguardo immobile come lo specchio di uno sra– ~110. Uno stag110 e den1ro le 11m•olc, le stelle o forse nulla•· esistenziali e nelle nebbie freudiane indaga e analiua, fino in fondo, alla riccn;a del solido terreno sul quale elevare il cal,lello della cer– tc.-.za teologica e cri:,tiana. Il personaggio, qui. non parte da una astratta concezione morale ma, imccc, attra,cr• so una analisi di fatti inte· riori {analisi nella quale hanno ben poca imJ)Ortan1.a glj eventi esterni) lentamente si svela, si risolve, si dichia– ra in una :i.scctica che Ji– vcntala racconto, in una teo– logia che si muta in dram– ma. in una mistica che M liriciaa in poesie. E, alla fine, dopo il cammino di una , ita vissuta con il !iato sospeso, Campana si ritro,a libera da lutto il suo dram– ma, in una dolce felicità (•aveva camminato per ltm– glre strade, lunghi dolori e gioie brellj ma chiarissi111e nologo interiore, della scena complice, della J?rcziosità lin– guistica e cos\ via) ma quel– lo che desideriamo rilevare è. il fotto che questi temi scn·ono esclusivamente per portare il personaggio e, con il personaggio, il let1ore ver– so una meta di obbligo nella quale l'uomo si unisce in Dio _acquistan~o, in questa mi:,t1ca, matuntJ e comple– ta umanità. I pcn.onagg1 - sopra11u110 quelli dei trapassati - son caratterizzati !ltcmpre con ghiotta malizia, i loro difet– ti, le loro manie, le loro cu– riosita hanno :,pesso un gu– stoso sapore parodistico (quel fantasma damerino, ad esempio, sempre pronto .1 farsi intenerire il cuore quel- 1~ principcs<oa svene\01~. sui– cida per amore e sempre pronta, anch"cssa, a palpitare per qualcuno, quel fratone ~onano ma autorevole. come tn genere i religiosi usciti da casali patrizi. e quel pittore cara,·aggesco. dannato all'in– ferno per blasfcmic e atei– smo, con quel suo carattere c~lliniano e arctineggiante, nssoso e violento) e i loro dialoghi si accendono non di rado di maligne. colorate al– lusioni. in un clima in cui festosamente 3j incontrano la fantasia e l,1 realtà. Poeti ing~lesi nel '900 (Continua da pa~. J) veuire tuttavia da w, poela americano, T. S. Efiol, na· wraliua10si suddi10 bri1a11· nico nel 1927, che isp1ra11- dosi a quelli che egh ha de– fimto i tre momeut1 meta– fisici della trad1::.io11eeuro– pea - lo .. st,l UUO\'O ., _la maniera di Donne, la mame– ra di !-,aforgue - è passato dal mclrilismo pess11ms1ico della ~ua prima poesia ad wta visione organica d1 umo~ ne.simo moderno, basato sm valori religiosi cr1st1am (Eliot ha aden·to al ramo anglo-cattolico de.Ila Chiesa Anglicana). Parllto dal de– ierto spirituale di Thc Wa:,tc Land. in cui è mostrata una civili:.:.az.ione che non Ira al– cw1 credo ma sol1a11to w1 passalo, egli tro1,.•ache il ri– torno ai metafisici pub rap– presentare mt ri10mo alla ragione giacchi il 11uovo mo– vimento poetico ai•rebbe de– molito le roccaforti dell'in– dividualismo roma111tco e avrebbe permesso la ricerc,a di un nuovo equilibdo 111 una fede universale. Egli ir, fatti se11te che l'umanità ha bisogno di credere ~ s1 acco sta aJJa fede cr1>tra11a con Ash-Wcdnesda·:, Thc Rock. Murder in the Cathcdral, ecc. Uentre T. S. Ehot tornava alla fede cristiana, m1 gmp· po. di potlt. gioi•ani, che ~, cluamarono m segwto .. trt11• tiui. (\V. H. Audeu, Ste· phcn Spender, Cccii. Day U· ,v,s, louts .\tac Nt1cc, Wal• tcr James Tumer, Dorothy 1relle.sley, MacD,armid), si w1i auorno alla r,v1.:>ta New Verse cercando di dare 1111a vi.sio11e più realistica alla poesia. Afcwu ostentaro110 w,a fede .. C0IUUlll.!ila • giac– ché, come afferma Caudwelf 111 Jllusion and Reality, era questo il penodo della .. crisi del capitalismo•· I .. trenti· Hi • danno pili valore al cou– ttnuto che alla forma, talllo clre la poesia diventa a ,•olte. 111comw1icabile agli altri, come nel caso d1 Audeu. De11clu!11111i cercassero di ri– soh•ere poeticamente il pro– blema dei rapporti sociali. i .. tre,itisti • fuoro110 piutto– sto isolati. Si face1,.•aurfalli sentire .. il peso della psi– cologia freudiana, vagliata e resa lelleraltlra dal Surrca-_ fismo che commciava 111 /11- ghilterra a trovare i suoi ammiratori (tiepidi, in ,•eri– tà) grazie alfe pubblica1.io11i di 1/erbert Read, di David Gascoyne e di George Bar– ker • e .. il marxismo si ri- 1•tlò non più che una sem– plice sfumatura • (p. S8 Ju. 1rodul.ione del Sane.si). Dalle radici del .. tre11ti– smo • nacque il Neo-roman– ticismo inglese: una deno,,11- 11a:.ione alquanto vaga per 111dicare la ricerca ansiosa di perso11alitd, re.ligiorre, mi– to, sentimento e, sopral/11110, per porre iu rilievo le in– certev.e del mo,rdo nel pe· riodo post bellico. I .. Neo– romantici• pro,•e11go110 da 1111 gruppo chiamato la « nuo– ,·a apocalisse•• elle face~·a capo alle riviste The New Apocalyp:,c e The Whitc Horscman. il cui scopo era di dissociarsi da A11de11 e dai ~urrealisti (il primo consi– derato troppo es1emo e .so– ciale, i secondi paz.z.iJed a,·– l'icinarsi a Freud e a D. H. lAwrence. Essi cercarono di unire il co11scio e l'inco nscio per pe11etrare, altrm• er.so immaguu .scelte, il .. pa es ag– gio psichico». J maggiori e.spotte,11i sono D. Tlromas, Barker e Gasco)'ne. Per qua11to 11011completa l'A11tologia curata dal Sa– nesi è tullavia i111porta11te. perché cerca, come dice l'Au– tore 11ell'Avi•erte11z.a, 11011 « di definire iu ogni suo a:.pello la storia della poesia i11gle– se co11tempora,1ea, ma di co– gliente lo spirito auraverso l'esemplificazione della poe– sia di alcuni poeti elle rtte· niamo rappre.senta1ivi •· Pec– cato clte il Sottesi 11011 abbia rite1mto .. rappresentativi» poeti quali Hopkins, Brooke, Hardy; ma ciò è dovuto ai suoi criteri di 11alutazione clre ha cercato, non sempre riuscendovi, di spiegare 11el– l'accurata e penetrante lt1- trod11zio11e.Nonostante code– ste lacune, per noi impor– tanti, e nonostante la poco felice scelta dei te.sii - la raccolta di • Poeli inglesi del '900 • ha una sua funzione srimola111e e assolve, in de/i• niti\•a, anche se non comple– tamente, il compito che il .;uo curatore si era propo– lt0. PRIMO BARUCCA Certo. la parentesi della vita in divisa gU è servita. ha scoperto molto dl nuo– vo. ha dato corpo e argo– menti a eerte sue vaghe 1n– SOO.dlsfazion1 nel confronti del suo Mato. d ella sua clas – se: ma rlmnne fondament.al– mente se· stesso. anzi inti – mamente contraddet.to. con la cattiva coscienza della. sua gratuita agiatezza e. insieme. incapace di non ammettere i vantaggi d'essere nato ric– co. Per concludere .si sente quasi deluso. che una forza più forte di lui. più vera di lui. non sia riuscita come sperava a iochiodarlo a una responsabllltA. a una scelta. Non è più un ribelle e non sarà mal un SOO.dlsfatto. for– se soltanto ripercorre la via ::~tfn 1!flo!.r~~a~ ba~~ dlera del1a rivolta morale all'ordine nel quale sono stati pasciuti ma fin1.scooo J)000 dopo, domaU e scon– U>ntl. nel \-"eri ranghi, nella vera. divisa che loro compe– tono. que111 borghesi. Que– sto succecte a FilipJX)-Bona. per quanto è legittimo .so– spettare l'implloazione auto– blog-raflca. La scrittura te– stimonia il pas.,aggto dall"il– lw;ione alla. delusione. J'nf. !losdarsl del sogno di rin– novamento. dh,-entando da netta e realistica all'lnlzlo. via via. 6empre più ango– &elata. esagitata per finire in Wl llrt.smo survoltato. qua– si Isterico. E' la metamorfosi tentata che grld a. il suo ! al– llmen to. E qualcosa dl am– biguo, di taciuto. rimane nel lettore: &entiamo che e man– cata una piena confessione, Wla netta presa di CC6clen- ~f~~~- scc:~lt~~~ !~~!r~~ ~~~ scienza tecnica dei risultati che si ,·ogliono raggiungere. Pro,•iamo ad esaminare quali sono. a nostro avviso, questi cardini fondamentali sui qu<1- li si impernia il romanzo Il pnmo aspetto che im– mediatamente colpisce è la rottura della cosidetta regola temporale che !à da filo conduttore - cronologico nel romanzo attuale. Una donna (da giovane, Mariarosa, da ,·ecchia, Campana). assiste in un cimitero contempora– neamente al suo presente e al suo passato e a.I suo av– venire compiendo il miracolo di rendere tutto fuori dalla cronologia dell'accaduto. Cam– pana vi\'e in un tempo senza passaggi, in una solitudine popolata da morti che non precedono e non inseguono e la sua storia non ha tempo anche se il romanzo, per lo strutturarsi, si svolge in ca– pitoli (..Ave Maria dell'alba• «A,·e Maria del giorno• «Ave Maria di sera• « L'ora di notte»). Campana e la sua fanciullezza irrequieta e la morte dei figli e la pazzia del marito e il suo lavoro in canonica e la sua attività di becchina sono episodi che si s,•olgono sulla stessa li– nea d'oriu.onte, contempora– neamente, senza conseguen– zia_lità _temporale perchc!, pnma d1 vivere nella sua vita di donna, ~no a:i:l stati Ma questa rottura della re– gola temporale per Adriana Zarri non è solamente un mezzo tecnico di rappresen– tazione. Ad esaminare, infat– ti, nell'interno, questa sua ultima opera cmrcge eviden– te l'anima che sorregge il movimento e l'episodio. Una anima contemplante, incan– tata nella meditazione e nella quieta fantasia luccicante di smerald_i, che, nell'anali:,.zarsi, ferma 11 tcmJ)O raggiungen– do cos} il momento eterno nel quale conta la preghiera, il crescere di Dio nei pen– sieri e il confondersi della morte nella vita e dello vita nella morte a tal punto di coincidenza che, alla fine e difficile distinguere tra il 'vi– vere e morire. Ed allora quel– la tecnica di immagini pre– senti e contemporanee non è soltanto un mezz.o strumen– tale (come può essere nella Manzini o in Proust) ma quella tecnica na-.ce nella Zarri da un'esigenza mistica e ascetica nella quale, ne– cessariamente, scompare la cronaca e i fattarclli della ,,ita e appare sfolgorante il segno. l'esscn1a, lo spirito che hanno motivato la stes– sa \'OCazione. Da questo ne deri\'a un altro aspetto della narrath,a e del mondo della scrittrice: il secondo aspetto già riscon– trabile in un altro scrittore cattolico: Bona,•entura Tecchi. Si tratta della psicolo~ia del personaggio la quale, senza cadere nelle angoscie ~~;;e 1,fJf~~ f ;':so c~~i ~';,',i ~g~~m!r"tic11~oi~,fta~d::: 0 •ce:! sala la tempesta e sui ma– rosi era solo il richiamo del– la spuma. Vivere era staio a volte triste, a volle fa1i– coso ma l'avere vissuto .1ra una gioia ormai compitlta: un frullo che sapeva d'eslate di rugiada e· di tu1ti i pro: fumi de.Ila terra•). Questo secondo a~petto del– la narrativa di Adriana Zarri tiene evidentemente conto dei risultati raggiunti dal co– siddetto romanzo p~icologico (e soprattutto della lezione che viene da S\'e,o e da Joyce) facendo, però, un di scorso elle non si ferma alla psicologia ma che si serve di questa scicnta per giun– gere al personaggio che :,i ritrova, alla fine, pienamente nella morale cattolica Altri aspetti certame~te so· no presente nell'opera della Zarri (ad esempio: del mo• li romanzo si ::,\olgc at– traverso brc\i capitoli somi– ~dianti stranamente a brani di un libro di ascetica: ca– pitoli sumcicnti e autonomi che, scn1.a cadere nel fram– mcntario, rispondono ad unn economia generale di resa tt.-cnica e di impegno morale. Non è solo un libro scrio ma anche fascinoso per il gusto delicato della minia– tura; per la dcvoLionc stupi– ta con la quale l'anima si distende dolcemente in Dio; per la umilt3 candid,1 con la quale Campana ringrazia gli altri perché l'hanno posta nelle condizioni di perdona– re; per la malinconia colo– rita, come un rosso 1ramon– to, nella quale il rimpianto non dh·enta crudele e non si trasforma mai in rimprove– ro. Adriana Zarri, con questo :,uo libro, è de(mith·amcnte entrata nel regno delle .. Jct– tcre • e, con coraggio. sven– tola un.e. bandiera nella spe– ranza di far uscire dal tor– po.~ del consueto, dalla pi– gnL1a, dalla noia decadente e dalla smania psico-sessuale il romanzo contemporaneo. Ed è cos,1 significati\'a che questa bandiera venga agi– tata da una scrittrice catto– lica - anzi a pensarci bene non poteva essere che un cattolico -'Perto e non • biz– zoco• - che, con nitri ami– ci, vuole opporre alla cosi• della letteratura della erbi una letteratura di v,1lori ca: paci di fare crescere umanità e _carità n~lla vita dcali uo– rnm1 d'oggi. An1onio Pictrangcli, certo, pote\'a aver qua e la la mano piu leggera e con piu sottile ironia po1cva 1·iccrcare occa– sioni di satira o di parodia all'interno delle situ3Lioni ncll'\ntimo dei carattcri pro~ J}OSIJ,ma anche se con quc~ sto film non :,i inscrira fra gli au1ori umoristici italiani il suo stile. piu incline. it; genere al dramma o comun– que, al clima teso e' \f1olento. h_a dato prova qui di sa per nc.crca_re I~ leg~ ere1.za. ti bno, 1allea:nn e d1 impostare con buon successo anche i temi comici :,enza calcare la mano. con uno spirito e, spesso. una muJizia più che soddisfacenti. ~oncorrc alla buona riu– scita del film (nei limiti tranquilli di cui s'è detto) la prc~c~za di un gruppo di mterprcu particolarmente di– ,,~~tenti quali Eduardo De Filippo, un vecchio patrizio savio e b~ntolonc, Vittorio Gassman. Il pittore • male– detto• .d<:I Seicento, Tino ~uaaclh. •.1 fratonc che tutti 1 fantasmi considerano un po' loro w:uidn spirituale Sandra Milo, la prlnelpcs:,i~ na suicida e infine Marcello i\fastroianni in tre parli Quella del fantasma galante'. quella del suo di~cendcnte degenere c. quella di un al– tro suo d1scenden1c, questa volta, però illegiuimo. Al suo fianco la compian1a Belinda Le~ "!elle vesti dell'amica d~I pnnc1pc.

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