La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 17 - 23 aprile 1961

Domenica 23 aprile 1961 LA FIERA LETTERARIA Pu. 3 ANTOLOGIA ESSENZIALE D'UNA ESPERIENZA POETICA POCO NOTA IN ITALIA ll1·e11e stol'ia d'una rivoluzione culturale * * La ,:io'7ane poesia bel,:a Poeti inglesi del '900 dai Georgiani all'apocalissi RENÈE BROCK JJate1•11ità T'avevo portato ~r tre stagioni. T'avevo pensato per millenni. 1 el purn impudore del parto, ~!~ 1 !0 °i~~i~!sa~~l J~ 0 ve~f! 0 1:/ panno. semplice e santa. della Vergine. E ho saputo la mate1'11ita. T'U sei nato. La tiua piccola carne molle e rossa è scivolata dal mio co1,po e dal suo grido. E ho saputo la vita. Tu hai gridato nella tua prima notte. La tua voce mi ha ridestato in un frutteto [d'incoS<:ienza. Una nebbia bassa ondeggiava intorno ai meli come un dolore vago e consolante, come un dolore che da nessuna parte sarebbe giunto. Vedevo, sugli alberi, aprirsi, insieme, del fiori bianchi e luccicare dei frutti trasparenti. Ho passato le mie mani stupite sul mio vent.re stretto e piatto dove tu pili non eri. :Ounque tu Eri. E ho saputo la gioia. Tu hai teso verso i miei seni dolenti, gonfi di lattç., la tua bocca avida di giovane animale, i tuoi occhi ciechi di neonato. Una goccia pallida era rimasta sulla tua gota lanuginosa, un po' gualcita, la tua gota come una pesca d'autunno dimen1icata sul suo ramo e fiduciosa In lui. E ho saputo l'amore. Hai dormito sul mio braccio nudo. Volendo carezzare la tua fronte sotto cui già si saìdavano gli antichi e I nuovi unlversi , la mia unghia ti ha .gra.Df.iato. Tu hai gemuto, hai pianto le tue prime ]acri-me. Ed io ho saputo il dolore. Hai fatto i tuoi primi passi ~u;i ~~~o d~ll~ri~~!l~ ~fi1.1:ri;i~~~uilibrio. P11oditoriamente presto hai raggiunto il tempo della scuola. Te ne sei andato tutto solo nel piccolo cappotto del tuo destino. E ho conosciuto la sconiitta. Una sera. la malattia è venuta con sua sorella febbre. VAnge1o dolce del delirio ti ha strappato alle mie braccia, al mio sangue, al mio cuore a1 mio pensiero. ' Ho visto intessersi intorno a me tenebre colme d'occhi spalancati che mi guardavano con ossessione. Occhi, le viti brulle all'orlo della finestra in un sole empio; occhi glauchi, occhi morti, occhi dell'inesistenza. O l'angoscia della bestia nell'ultimo giorno del mondo! E io ho saputo la paura. Sei divenuto grande. giovane dio dei giardini e della foresta. Ho seguito i tuoi clamori, le tue cadute, le tue vittorie. Ho seguito i tuoi muscoli svilupparsi sotto la lol'Oguaina di peli~ bruna. Ho seguito la tua agilità di cerbiatto armonizzata allo spazio. Ho seguito la tua fraternità con l'~lbero, l'uccello, la neve, la luce. E ho saputo l'ol'lgoglio. Tu hai posato liberamente nei miei occhi angosciati i tuoi occhi che stavano per mentire: e m'hai detto le menzogne veniali. Ma non c'è menzogna veniale. E ho saputo la pena. E presto, uomo, tu partirai sulle strade degli uominì. E io &o che saprò la mia morte. LUCIENNE DESNOUES Colo1·0 e,· e non si curano delle stal;'ioni Si lamentano delle grandl meteore del caldo, dei venti, delle piogge e del freddo.• Ignorano l'inverno dei boschi e il primo mattino li ignora. Dio, come soffrirei nel mio cuore se il primo mattino mi ignorasse, se non conoscessi la foresta quando affronta orgogliosa la bufera! Si lamentano delle grandi meteore senza lasciar lo scalino di casa, senza curarsi mai delle stagioni, senza assistere mai all'aurora. Non alzate troppo le vostre musiche, solstizio, temporale, aquiloni! Si a lungo e sl forte si lagnano quando i climi si fanno più lirici. Di sordina han bisogno, di flauti, d'un bemolle all'estate han bisogno, di soli con cravattine, d'una rosa-dei-venti senza spine. Castrerebbero Luglio e Dicembre. Il lampo orirnai scoppi in bianco! E il Nord sul fianco s'arrenda e oro mite com'ambra si renda. A Ventoso, a Fiorile, a Frimaio, fan su gelo e disgelo lamento. gemono sul gran vento che eterno nos-tTa effimera fiamma fa viva la nutre, la squassa, l'infiora ' pi~ .-splend.lda ~a la sua luce,' :~i~~.o~~•m;:~a~l:~.~~:a!~:ie, Testimonianze dell' inquietudine * cli Al.,BERTO FRATTt.1·1 Della poesia belga con– temporanea (intendiamo qui riferirci alla lettura d1 lin– gua francese, ché l'altra in lingua neerlandese, nchi~de– rebbe un discorso a sé) sono noti in talia soprattutto quei quattro o cinque poeti - da Emile Verhaeren a Mau,·icc Maeterlinck, da Georges Ro– denbach a Charles Lerbcr– ghe - che tra O t tocco to e Novecento toccarono gli esiti più significativi ed alti, du– rante la grande stagione del simbolismo europeo, che con– ~ribuì a rinnovare il gusto c, m ceno modo. la nozione stessa di poesia (e si pensi alle suggestioni esercitate dai simbolisti belgi anche sui nostri crepuscolari). Meno note sono le vicende ~f:~~tf 0 ees!~N~~e~~1:gn~~i~~ ne antologica è stata recen– temente compiuta, in questo campo, da Gianni Montagna. U!, seco(o di poesia belga., Siena, 19:>8) dove pure emer– gono personalità di indub– bia importanza. anche entro una panoramica inlemazio– nale (da Thomas Braun a Franz Hellens, da Marcel Tbiry ad Anmmd Bemier a Edmond Vandercammen). Una scelta documentazione sul vasto e complesso qua– dro della poesia belga in lin– gua francese del Novecento ci è stato offerto dalla An– tl!~logie poétiq11e de l'Expo– st11on (Bruxelles, « La Mai– son du poète •, 1958), curata da Pien-e Louis Flouqueti, poeta anch'egli, nonché fon– datore e animatore del Jour– hat del Poètes e di quelle • Biennali Internazionali di Poesia• di Knokke che dal 1952 hanno avviato un sug– gestivo colloquio tra i poeti di tutti i meridiani. Fra gli ot1antot10 poeti raccolti ncll'Authologie un discrclo manipolo di essi (più di un quarto) rappre– sentano la giovane poesia quella cioè che potrebbe ca: rallcrizzarsi con il riferi– mento aµprossimativo - da noi ormai in uso corrente - alla « quarta generazione•: autori cioè, nati, all'incirca, tra il 1920 e il 1930, e che hanno cominciato a farsi co– noscere nel dopoguerra: ac– canto ad essi debbono pure considerarsi quei poeti della • generazione di mezzo» (i nati tra il 1912 e il 1920) che creano, anche come gusto di ispirazione e di forme. il tessuto connettivo tra i poeti affermatisi nel primo dopo– guerra e gli altri venuti in luce nel secondo. Su questi gravita l'interesse di una pic– cola Anrhologie des jeuues I poètes d'aujord'lmi, realizza– la da Roland Busselcn (Bru– xelles, 1959). Dei cinquanta– due poeti qui raccolti - nel– l'intento di offrire come un campionario della giovane « poesia media» belga 1956 - assai pochi ( c anche l'an– tologisla ne è pienamente consapevole) toccheranno in avvenire l'Olimpo poetico: anzi occorre rilevare franca- mente come diversi giovani o giovanissimi qui csemplati non sono rappresentativi che per un senso di faticoso im– maturo sperimentalismo· e suggeriscono piullosto l'idea d'una voce che si cerca, di una poesia più d'intenzione che cffcllivamente realizzata. Non mancano tuttavia pre– senze significative e ,•alide da Philippc Jones a Jcar{ Mogin, da Gérard Prévot a Frédéric Kiesel, da Lucien– nc Desnoues a Liliane Wou– ters (tra i più giovani se– gnaleremmo Rogcr Bruchcr). llJ~~~riv~io~tipe~~~~~~!{. ;i;~ siamo mcon1rarc nella Au– thologie de l'E:c.position, cò– me Jcan Tordeur e Cbarles Bertin (presenti, come gran parte degli altri sopra citati neUa Antlzologie de l'Audio~ thèque, nitida e accurata se– rie di ptaqueites contenenti una rigorosa scelta di testi e una essenziale noia biblio– grafica, con qualche fonda– mentale giudizio critico): ri– corderemo Paul Févricr Hé– lène Prigogine, André' Mi– guel, Miche! Lambiolte, Geo Soctens, Ma.rie Claire d'Or– baix, Carlo Masoni, Rénée Br~k (la quale non compa– re m nessuna delle antolo– gie citale). Abbiamo sopra allineato poeti di temperamento assai diverso, cui necessariamente corrispondono differenti modi e forme di linguaggio, di Ji- 1ica animazione: dai toni umanamente effusi o sottil– mente raccolti nel segno e nel gusto dell'elegia e della meditazione malinconica (do– ''e ancora operanti si rileva– no le suggestioni di un sim– bolismo provinciale e dome– stico), agli scatti di più ner– vosa incisività parenetica e ch 1 ile (la tragedia della guerra neppure qui è pas– sata invano). alle più raffi– nate e mordenti concentra– zioni analogiche che sembra– no legittimare qualche rac– cordo, su un piano di poe– tica e di tecnica, anche con l'esperienza del nostrale er– metismo. In complesso ci sembra che la giovane poesia belga possa segnare al pro– prio attivo questa sua com– plessità e varietà di tenden– ze e di registri, fuori da ogni soggezione a poetiche di scuola o di corrente: non si dimentichi, a questo propo– sito, la vitale presenza - nel ciclo operante della cul– tura belga contemporanea - della tradizione letterario– lin.guistica neerlandese, più svincolata dalle suggestioni ~~~lidi c~~1:s?1 in~i:;~~eda11: complicazioni o astrazioni cercbralistiche del surreali– smo, e più incline a ricercare le sorgenti della poesia nel– le intime ma dirette solleci– tazioni dei sentimenti, della natura, dell'uomo vivo e in– quieto nella misteriosa real– tà ove da millenni si svolge la sua affascinante impreve– dibile avventura. FREDERIC KIESEL Il tc1111»0 11011 è nulla 11 tempo non è nulla, né JI bruslo dei tuoi 6ognl, questo leggero moto del cuore vagabondo che in te batte, ad alcuna riva trova un approdo. Luogo non c'è per te su strada alcuna. Mai potrà orizzonte chiudersi sul cerchio del tuo 6guardo. E questo tempo è nulla. Tu sei piccola cosa. Ma sopravvivi, Infine: ché ogni lst.ante per!etto ognl lampo di mulo fulgore sfuggiranno alla morsa mortale. Trepida un chiaro sole tra I rami, dando senso a mille meridiane nella bruma, e animando l'erba mesta del prati. ll tuo cuore s'incanta a questo odor di terra ma Il dolce più profom:io di si gracile gioia dura nel tuo silenzio. I1 temPo non è nulla, né J'ombra ne la luce, ne il sole né lo spazio. I] tempo non è nulla. Ma ciò che tu ora ascolti, questo cuore raccolto, ogni gioia assaporata, questo vento leggero sulla siepe e sull'albero, ogni cosa è per te, ti chiama col tuo nome, dice vita oltre il sonno. E nulla è questo temp0. Son cadute le foglie. Vuoto sgomento e il cielo. Sulla terra ora spoglia già si leva un profumo d'antiche primavere. CARLO l\'IASONI Ca11zonc d'attPsa Le. mano avvinta ella limpida notte verrà il mio fiero cavaliere? A mezzodl berrò le sue labbra, nei suol capelli mi annegherò. A sera quieterò la mia pena in incant.ati ruscelli. L'attendo filando la lana e scorrono il filo ed i giorni. Il mio corpo d'argento gli si dona ogni volta che s'apre la porte. Il mio amore è un'acqua che brilla alle erbe d'attesa, e via mi porta. La città Incendia le sue case. Triste la strada appende il suo tedio all'insegna della follia. Verrà? Dalla mia soglia, in pena, tocco col cuore l'orlzzonte. Filo la lana, e filo e giorni se ne vanno. JEAN l\'IOGIN J a tcn·a alle suole L'amore s'incolla al cuore, Le. terra, alle suole, S'inco11a il vento alle ali. Tutto è rischio, pece, rete, Tranello, trappola, Inganno. Pesci, leoni, orsi, uccelli Viaggiano Dalla nassa alla prigione, Dalla fossa alla gabbia. Porte, chiavi, catenoccl, sbarre, Saliscendi, serrature e grate, Fa.nno dovunque risuonare Il loro strepito di prigione. Su, presto, reggiungele l vostri eremitaggi ! Siate tra verdi pascoli, O in fondo a stive nere, Tutti restate ostaggi D'un rude mistero carceriere. JEAN TORDEUR Quando si sarà chiusa ogni entrata, nascoste le chiavi e tirati i paletti, vecchia casa, sentirai il dolce piacere del vento agitarsi sotto la porta. C?uando si sarà vuotata l'acqua dello stagno, lirata a secco la barca,. puntellate le sponde, si sentirà, sotto il sole, la melma, lentamente, farsi terra ver,gine. Donna, io grido ciò che domani accadrà per la nostra paura e 1a nostra speranza: quando su di noi si sarà tirato il lenzuolo sotto terra sepolta ogni antica apparenza, ' liberi orrhai per sempre de. quanto ci serrava, Dio essendo, infine, il nostro e solo vestimento, quando sarà de. noi raschiata ogni impostura e affrancati saremo da ogni altro impedimento donne, credimi, quanto io dico è vero ' entreremo nell'unica avventura. ' Traduzioni di Alberto Frattinl Renée Brock Rappresenta q11i la generazione di meizo (è nata nel 1912). Non ha fallo studi uni– versitari. Sposala a 20 anni, solo a 31 ha cominciato a scrivere: e le !tanno giovato i consigli e l'interessamento del poeta Mar– cel Thiry, etti essa guarda come al proprio Maestro. Nella poesia della Brock, di modi Notizie biobibliografiche amère (/943) Mogin ha rivelato una decisa vocazio1_1e alla poesia-colloquio, alla poesia- h ,.confesswne, dove il pa1hos mi.stico tende a equilibrarsi in un clima di meditalo distacco ~~c~~~1rietlesspvj~{{!;,TÉ~uf;u~e 'jfg~ ~ Pàtures du Silence, Paris, 1956. ' ' ::t~~~ic~r:i,:u,':;J l~1;~~;;}0. er:%r1;c~si:i:t ,: m quel suo nalllrale respiro di stupore, di tenerezza,, di religiosa gioia dinanzi al mi– racolo della vita. Ha pubblicato: Poème du sang, Paris, 1949; Solaìres, Paris, 1950. Lucienne Desnoues Francese di origine: di antico ceppo pae– sano e artigianale (cui risponde il suo amore per la concreta realtà, it suo istintivo slancio per i temi semplici ed etenii della natura e della vita). Nata a Saint-Gratien (Seine-et– Oise) nel 1921,ha pubblicato riel 1947 Jardin délivré e, più recerilemen/e La Fraiche ( Pa– ris, 1958). Dominante nella sua poesia è il sentimento dell'effimero tn cui siamo tuffati, pur vivendo nella intimità con le cose eter– ne: le stagioni, le meteore, gli elementi. Frédéric Kiesel Nato ad Arlon, 11el1923,ha compi1110studi giuridici, esercitando poi per qualche tempo, la professione d{ avvocato; ma si è distac– cato presto dai tribunali e dai codici per dedicarsi interamente al giomalismo lette– rario e alla poesia. Nel 1956 e net 1957 è venuto in llatia per dei reportages. I.A sua raccolla di liriche Ce que le jour m'avait donné 011cm1e,nel 1953,il Prix Polak. CarJo Masoni Nato a Beaurai11g,nel 1921,da padre ita– liano e da madre belga, atllialmen/e profes– sore di scuole medie, è voce signi(ica1iva della regione più interna e diremmo più primitiva del Belgio: le Ardenne. La sua poesia - che più si riporta al gusto della tradizione, dalla provincia meglio difesa - pur oscillando tra modi di crepuscolare ele– gismo e moti più tesi e incisivi, si leva, in un ricorrente solco di animazione autobio– grafica, ad accenti di fresca autenticità. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Poèmcs pour l'Ardenne, 1956; Ccs Mains dc Cendrc, Pa– ris, 1957. Jean Mogin Nato nel 1921, a Briuelles, ha approfon– dito i propri studi nella S1oria dell'Arte e. nell'archeologia, e da tempo si ~ affermato anche come autore drammatico e critico lei/erario. E' attualmente capo del Servizio drammatico e lelterario della Radiodiflusio11e Nazionale Belga, SUw dalla raccolta La vigne Jean Tordeur Nato a Bruxelles 11el1920, è poeta mosso da un autemico sentimento cristiano che si afferma sin dalla raccolta Prière de !'attente (1947), non solo e non tanto per suggestivi riclliami biblici o prospeltive apocalilliche, quanto per t'intima coscienza d'una unità ~pirituale perduta, di una « privazione• da colmare, in una nuova Charitas fondata sul senso del limite e su una speranza strenua– mente difesa (di qui il suo linguaggio, so– brio, scarno, eppur lievitato talora da una ironia che non soffoca la pietà). Svolge at– tualmente la professione del giornalista. Ha vinto diversi premi le/lerari. Tra le sue opere ricorderemo anche: Le Vif, Paris, /954; Europa che ti chiami Memoria (scritta ni!l 1956 per l'lstituJ.o Belga di Radiodiffusione)! * di PIU.UO BARL'.CCA e J;::ie7~;~~~~deli~900 ~. 0 ~~~~ fR~ff:rd dA1J:~;:~n, Im;_&isà~ :i~: :e;i~d:~~1J: 0 Je n:::d; 10 recentemente presso l'Ed1- Flint, H. D., Ford Madox del metrononw. 11 movrmen- !,':s1 c!~7~p::"?ts~~::;1:r,/:,; :1~:dsoslf :~':ie::~r~er~~ ,it~:~ ~c::bc~r :t:::~to,/i l~og~r1! un corpus organico dei mag- e auspicarono una maggiore Guerra Mondiale ,ha grande giori rappresentanti della spon/aneil/J nella toro pro- importanza perché allraverso poesia inglese contempora• duzione. Il movimento si gli esempi di brevitiJ e pre.,- nea che resta, co11 quella sviluppa contemporaneamente cisione suggen/1 dalle poesie americana, la più vi.Cina,co.n ,n America e m Jnglulterra dei suoi rappresenlanll, si I propri dubbi e le proprie al/orno alle riviste Poetry e giunge alla definitiva distru- 'fJ:::na;i~~dde°/,1::,, spirito del- Thc Egoist, fincht nel 1914 ;%~! d~~~~ 0 ~1;~1ia !;,~pai::z la. poesia moderm..sla in- ~!f~f~ol~a o!sri~agia;1~~ 0 fi~ acutarmnte osservato L. Ber- glese ha assunto vari aspelli raia da Eua Pound, che olire ti nel suo saegio su « L'Ima- e subito complesse influenze. ad essere animatore del mn- gismo• (Cedam 1944),•l'lma- 1a11to che non e facile il cla.s- vimenlo ne ideò anche il nt>- Risma era l'inarginabile os- sificarla comp1utamen1e. 01- me. u finalitd del movi- salto che doveva cancellare tre alle corrent1, principali mento furono espresse dallo la cupa concezione d'una - la Georgian Poetry, gli .stesso Paund e da f. S. poesia romantico-tra.sanden- lmagisu, t • Trentis11 •, Il fimi nel marza del /913; e tale, spesso ridicola e sdolci- Nco-Romanticismo - v1 sono si possono sintetizzare in tre nata; che doveva riportare molte altre ram1/icaVom, piu punti: 1) trat1amento diretto nel mondo una poesia che o meno 1mporta11t1, du: reu- dell'oggelto, soggetlivo e fosse qualche cosa di ptù dono difficile la formu/azio- ogget1ivo; 2) non usare as- d'una lilurgia inlima ... ». ne di w1 <1uadro cumpfelo sollaamente alcuna parola I.A grande • rivoluVone • i 1111 Z~~9:"C:~1 f~~~';~'r°t:sm~ ~::se:~;io~~t1fui;~~ :~~~ della poesia inglese doveva per qua,uo si possano rro- che riguarda il ritmo, com- (Continua a pag. 4) ~~a',~,;!,;~::~;~~de'::1etd!,r;~: .--------------------- le il primo decemuo del se– co_lo in poeti quah O~·car r:;~~;, Eé:::::os Lcs~:1~:~ur~~: John M~efiield ed atm 1111- 11ori, la poesia iuglese pro– cede, nel periodo 1111media– tame1t1e precedente la prima Guerra J\.1011diale, ad w1a re– v1sio11esrrutturale che por– tera alla « rivolu<,ione • del– l'immediato dopaguerra. Ver– so il 1910 circa, si deli11ea w1 movimenlo di ritorno al– la natura: una poesia oriS!i~ naia da emozioni e modi ~~~';ff:td1i1à c3;;:;aG~J!i si:C~~ Sorge così il gruppo dei • Poeti Georgiani• che cerca di dare « nuova forza e bel– le_z::aalla poesia •· I legami d1 codesti poeti 110n sono molto pro/011d1 perché, co– me afferma Loms MacNeice ili rhe Arts To-Day, del 1935, ~:~ :e~ 1 ;fg:11~ c~~~~pat pr!~ fe,11:non ebbero il coraggio ~~oe::;;~di~~~ali;'i ;!'!~:I~~~ mtelleuuali; il timore di es– sere considerali ipocriti iuibì loro og11i interesse sia in Dio sia nel loro 11icino. Questo spauracchio della ipocrisia aveva reciso i tendini al no– stro itttellelto •· Se le criti– che al gruppo dei Gcorgian Pocts 11011 sempre possono essere giustificate, bi.Sogna ammettere tuttavia che lo componeva,w poeti d'indole tqlmen/e diversa che è diffi– cile poter stabilire la com– ponente logica che teneva assieme scrittori che 11111la o quasi avevano in comune fra di loro. Forse il solo legame di cui si, può parlare, e che poteva unirli, è nega/Vvo: reazione al wildismo. Ma an– che .questo è wt fi_lo1roppo SOltlle ed esile per giuslifi– care l'apparte11en;;:a allo stesso gruppo di uomini qua– li D. li. Lawre11ce G K Chesterton, R. G;ave.$ ~ Waller de la Mare l'unico forse e/te meglio aderì atlo spirJto. del gruppo; ~li altri ~o~~i~::,:,~~~1~: 0 /f~,~e r;~:~::;i: rie ormai passale nell'oblio. la poesia di Wal/er de la !~~~e /~;i;,r~: ::~z~::,~~t::!!~ i suoi motivi so110 piu//osto fanciulleschi, vaghi, a volte teggerme11te macabri. Il suo mondo poetico è simile a i:::!!io pfi)isq,d°Ji:'~ti;onil!~ di maggiore liricità. Death rimane sempre il tema ce11- lrale della sua spirit11alilà, per quanto descriva con in– finito amore e a volle con amara nostalgia le segrete bellez.z.e dell'/11ghilterra ru– rale. La perfezione formale della sua poesia non toglie tuttavia che egli rimanga at– taccato agli schemi 1radizio– nali; anche se si 11otano dei barlumi nuovi che fanno pensar e al metaphysical shuddcr di Donne e ai meta– fisici del Seicento. P:~ti C~~rgi:~ri~~~~r° Brt;! ke, uon è iucluso nella a11- 1ologia curata dal Sanesi. Non è una valida ragione lo averlo escluso perché morì durante la guirra, dal mo– mento che la sua poesia si era già affermata per la vi– goria e l'incisività dimostrn– la. Il Brooke infalli si di– st<:,cca dall'idillismo magico d1 \Valter de la Mare e i suoi esperimenti alla ,'nanie– ra dei seicenlisti fanno di lui w1 precursore della moderna poesia i11glese. _ (!11'allra assenza deg11a di nltevo è- quella di Gerard Manley Hopkins, considera/o il più grande poeta catlolico dei 1empi moderni, la cui p~esia. si avyicina come spi– ri/o a1 poe11 metafisici e ri– vela una tecnica modernis– sima. Non ci sembra valida la giustificazione del Sanesi ( • Hopkin.s fu e resta w1 iso– la._10 la cui influ~nza 11011 po– te essere avvertita che dopo gli anni della prima guerra mondiale •J a11che perché egli animelle nella « burodu– zione », da lui stesso curata che « Hopkills (...) aveva gid operato quella fusione di pensiero e di emozione che T. S. Elio! andava ricercan– do nei metafisici del dicias– s~llesimo secolo». (p. 17 J. ;~efc%~e~:~~ q:;:;:r ;1,~~iti~i meriti del poeta, avrebbe dovuto consigliare il curato– re dell'Antologia ad inserire una delle voci più autore– voli della modenia poesia inglese, in questa· raccolta che v110I fare il punto di Jutta ta poesia i11glese del novecento. Nel 191]. sorge il primo POES,A E NO IN CASA CROCE * La crestomazia delle omissioni * tli .IIASSl.110 GIUl,LA.\"Dl Elena Croce, figlia del ben Perché Claudel è escluso, e piu illustre Benedcc10, maestro tra i franc~1 si inseri..sce Char cui, in un modo o nell'alleo, e Mtchaux ignorando Pren!I e tutti dobbiamo qualcosa e, in Frencaud? Ha Cocteau, noi ne alcuni settori, la parie migliore dubitiamo, il diritto di essere delle nostre idee ed acquisì- considerato un poeta classico? zioni, si è cimentata in un com- lnterrogath'i simili a questi se pita che a,•rebbe fatto trem<1re ne potrebbero porre a d.Jecine le vene e i polsi a chiunque. e ciascuno potrebbe osere mo- Ella infatti. con questo gros- tivato da un saggio ~ sé ~t..i.nte. so e dal punto di vista edi- E allora e nece:..sano dire che 1oriafe, elegante volume (« Poeti nonostante. lo sbandieramento del Novecento•, Einaudi, To- d.ella class1c1tà, dei .cnten. del rino) ba voluto offrirci una sicuro, perché crociano, neo– scelta di poesia moderna tale nascimento della poesia, si ri– da distaccarsi, almeno neUe in- cade nel docUJJ?ento cult~e. teozioni, da tutti gli schemi nel tanto abomto ed empmco fin qui convenuti. « gusto•· La Croce, infatti, liquida il Ul'._l .cocktail ~i filosofia e di lavoro degli altri antologisti empmsmo presiede a una scelta quando avverte che « Antologie che ~ole_va_avere~e sotto aie~ di pura e semplice poesia si- punti .di v1s1a li. ha,. P':)Stulau nora non se ne sono dunque C:it:h.1~1vame1?te. sc1enuf1a, ~t- . faue perché si pensava non t1c1 .. impa~alL. Se non ~po– valesse Ja pena di farne• in nessuno di altn argoI?cnU po: quanto le antologie sino ad t~~o Po~re a. nprova di oggi sono state frutto ..di una ciò ) esclusione d! Sal~tore più O meno piena adesione O,u3:-imodo. ln1en.diaD_1~- .be: all'atteggiamento ri\loluzionario ~uss~o .IH:r . 1 .Ull! gli ttaham che sino all'ultima guerra si è u;1c\us1(1 lim1u d1 questa sc":c definilo d' avanguardia•· E c~ tm_pongono una scelta. e. n– quindi, per la scriurice, a ~1eg_h1amoper ora suglt tta- /'i'a'i\'~!i c e~~i~~l~glt cri~a haa;~e. dunque, per Ungaretti, terio che viene ad a,,ere la per ~a.ba , per Mo':1tale ((';1ache prevalenza, anche quando esso c,las~1c1so~o mat. il pnmo _e si definisce di « puro gusto•• 1 ulumo di quesu tr:e, se il è sempre di ordine storico_ ".alC?red~Ua loro P_OCSia~ .a.I: cuhurale •· t1ss1moltv~lo S?lo in te_nmm d~ Lavor!, p ~rc.iò 1 fa intuire la :~~zÌ<;n: 1 adn~Jt°~~~aj,•~ao~:~ Croce,. mfic1~ti. m. partenza .da daV\ero un Quasi.modo {Premio polemiche d1 ~1~mficato m~~1a- Nobel, per giunta, questo e ~e.nt~ morahst1co e pohui.=?, nccessano non lo si dimenti– vua;i,ta d;i. ~n ''.erQ e propno chi), non abbia, ove misurato rapporto di dipendenza con con parametri classici o no, cose che poco o nulla hanno gli stessi diritti di ciuadinanza a che ,•edere e~□ 1~ poesia:, in in questi « Poeti del Non:ccn: g!àn P.artc .af'!Zt d.1 estrazione 10•, di un Pavese o di un Gaeta nvoluz1onanst1co - mtellettua!e. ci riesce, anche per carità di Bene. . . . . patria e non solo per criteri li pres~nte .nonleg~o. c1uamo letterari, difficile capirlo. ancora l autnc~, ~ mvcce do- Ne' spostando il problema u□ vuto a un cnteno pcl quale momento sugli stranieri ci « Noi .ab~!an'!o cercato di re- sembra che la quasi.mediana stare Il Plll ngorosamente pos- « Vento a Tindari • meriti me– sibile: i:iell'am~it? ~i. ciò che: i~ no della « Rutas » del rapprc– tenmi:i1 ston7,1st1c1 crociam sentatissimo. e con ragione, P.ropnamente ~ mte.nd ~ per S!O- Rafel Alberli, di cui si include na dcll~ poes!a. C1 ~1amo cioè perfino questa canzoncina : an:estatl ~I ncon?~Ctm~nto - « Por alll, por allà - a CastiUa poiché è 1.n~efimttya m que- se va. - Por allà, por ali\, - s!o att? di ncono~c1mento che a mi verde pais. - Quiero ir ~.esaunsce !a s.tona del~a poe- por allì, - quiero ir por allà. - sia --: d1 ciò che !n una A la mar, por allì _ a mi epoca si .afferma come h1;1g_uag-hogar. por allà •. g10 creativo, nuovo cd on1pnale In sostanza. insomma, l'arbi– c al tempo st~so. c_lass1co e trio e la simpatia personale perenne:. colla .d1stmz1one, che prendono sO\'C□te la mano allo questo nconosC:1men10 compor- in sé giustissimo (ma Joveva t~, da quanto mv~e ha valpre essere applicato per tutti e in dt documento, e sia pure ml- lutti i casi) criterio del ri..::o– portante docum_ento, .di s10ria nascimento del linguaggio d~lla cultura, d.1 stona, ~•aie a creativo, originale e classico. dire! della società. - di una Altrimenti qui ci sowengono le ~~or!a, che. trova 11.SU?. verC?parole che il grande Benedetto s1gl"!1ficato ID un ~1udiz10 di Croce scrisse nel 1906 a pro– or_dme I'!o.n estetico, bensl posito di una polemica sul et1c? -yobt1~0 •. . . D'Annunzio: « l'unica spiegazio- C1 s1 scusi la lunga c1taz1onc. ne possibile è mi duole dirlo Ii:i tal modo tulle _leavanguar- !'~~stia me~talc, che si gl~ d1e sono state, di questo la- na d1 se stessa come di una voro, bell.amcn1e mC:5SC:d~ forza. e di un segno di nobiltà; parti? ed 1gn0f?1t~ e t smgoh I~ pigrizia, che rifugge dal mo– poeti presentali . m modo t~lc d!f~care e rinno\'are i già soli– da p3:rere. legau a un unico d.1f1cati schemi intellettivi; Ja fil?. ndollt, pe: usare un ter- ripugnanza verso la vita e ver– m!n~ matematico. aUo stesso so la pienezza e varietà della M.m1D'!oComun Denominatore. vita, onde molti non possono E chiaro ~he_Og!)i .antologis1a \'edere una lucertola sotto la può ~sare I cnten dt 5a:lta c~e gran. sferza del dl canìcolare meglio Crf:de, ma nC:mc1 senti- cangiar siepe, senza provare remn:,.o. ~1 sottoscnv~re tanta fastidio per quella mobilità e apod1tti.ct1à quand<? s1 ~cagano insieme non so quale nostalgia presenti alcune stn~e~ti forza: per le dignitose lucertole ìm– ture. ~he, PU':_' tra gh mnegabih balsa.mate, messe in mostra me:1~1 (ampiezza de!1a .scelta, nel!e. vetrine dei gabinetti zoo- ;:~~~~à iie~~~;r:d~~~~1J:/'P- t'ag 1 1~~. (B~~g)i~c Sparse•• Ed. .~he 1::lass1c1 tà. è ormai pos- E poi perché, in una visione ~abile nlevare m un Lorca o ortodossa di Novecento prc m. un Pav~e, in un Pound scindere da Pascoli e da,D'An: o m un Ehot? Quale metro è nunzio. ignorare Rimbaud e stat~ usat,o per val~ta~ que- Mallarmé, assai più attuali dal sto !potcllco ed. opmabile dç- ~u~to di ,-ista poetico e siili– nommatorc classico. se FranCJs h.st1co degli epigoni verlainìani J~m~es ha una prcs~nza 9uan- tipo Jammes e Toulei? Ha ~;~IV:l½f~~. ~~ftfical~ 1 C~~ ?;tl;U~~~C )~t~~ar~~ll~igc~~~: u~a sola poesia, _mentre Di c~e pure ha i suoi meri~i 9iaco~o (t.anto di cappello, (impostazione di un certo di– mtend1amoc1, al poeta napole- scorso cui si dovrà · tano) ne ha ben o~to? E poi per ridurre alle sue ghJt~~~~ poc sullo stesso piano Gaeta mensioni un estetismo ancora ~ ?mp~na. E se ~mpana, d~bordante, rivalutazione mas– ,erbigraz1~,. è 1!D classico, PC:r s1ya di ~.rge nei confronti di quah menti gh è stata atln- Rilke validità estre d' I b~ila tal.e classicità? E p~rché lradu~ioni), si sacrifl:a t~~~)~ sei poesie a Pavese e cmque un umanesimo drammatico · : ~~~~ili? tre a Saba e una ~~~/~d~~~~sicismo dj est~~

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