La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 14 - 2 aprile 1961

Pu. 3 Doménica 2· aprile 1961 L~ FIER4 LETTERARIA ALCUNI BRANI DAL CAPOLAVORO DI MJGUEL DE UNAMUNO * ""IlCristo di Velazquez" Giov. XIV.19 Giov. )..'VJ.7 P1•ef11dio Parte I - Cap. 1 "Non mi vedrà. fra poco tempo, il mond ; ma \·01. sì, mi vedrete. perché io virn e voi yivrcte •- Tu co,;;ì dicesti: e vedi: ora nell'intimo detranima con gli oc-chi della fede ti vediamo, Per tal prodigio. ci fu vcr~a m~gica il pennello di don Diego Rodrì~uez Sìlva Vel.i1quez, e. per esoo. m carne Ti vediamo oggi qui: Te. l'Uomo eterno che fa di noi uomini nuovi. E' parto la morte tua. Al ciclo Tu volasti perché venis~e a noi, consolatore anima del tuo gregi:e, il Santo Spirito. c-!'te. nell"arte operando. la \'isione Tua ci portò, Ed ecco che. incarnata in questo verbo silenzioso e bianco che con linee si esprime e con colori. la (ede sua perennemente dice il mio popolo tragico: supremo n auto• sacramentale che ci pone, oltre la morte. al cospetto di Dio. Parte I - Cap. IV li mio amaro è bianco... (C. dei Can1ici. V. 10) Questo mio occhio ,•ede in que/Ui bianclte:.:.a 111croDio e1 tucro 1101110. la natura di,•it,a unita con la natura S. Caterina da Siena • Lctt. della Div. Donrina -.. Cap. CXI Cosa pensi Tu. morto. Cristo mio? Perché. qual velo di profonda notte, sopra la fronte ti ricade nera Luca h-VIII.20·21 la su-aripante chiomn nazzarena? c. dei Cantici 1.6 Dentro Te stesso guardi. dov'è il regno di Dio; dentro Te ste3so, O\'e è l'aurora del sole eterno delle anime vive. Bianco il tuo corpo sta. come lo specchio del oadre della luce che dà vita; bi.mCo è il tuo corpo. simi!P alla luna che. morta, ruota intorno alla sua madre, la nostra stanca vagabonda terra; bianco il tuo corpo rassomiglia all'ostJa del cupo cielo di altissima notte. d'un cielo cosi nero com'è il velo della tua nern chioma straripante di nazzareno. PerchC. Cristo. sei ì1 solo Uomo che volle il suo martirio, trionfando della morte. che alla vita per Te fu SO\'rapposta. E, da quel punto, per Te la morte ci si è fatta m;::idre. per Te la morte ci è dolce rifugio che iempera l'amaro della vita. per Te, Uomo che. morto, giammai muori, bianco qual luna della notte. Sogno. Cristo, è la vita, ed è la morte veglia. Mentre la terra sogna solitaria. veglia la bianca luna: veglia l'Uomo dalla croce, sugli uomini che so,ttnano; è in veglia l'Uomo dissanguato, bianco come la luna della notte nera. veglia l'uomo che d~tte tutto il sang~e. perché le genti sappian di esse_re uomm1: Tu salvasti la morte e apri le braccia alla notte ch'è bruna e molto bella perché il sol della vita l'ha ~ardata coi suoi occhi di fuoco; chè fu 1I sole a far la notte cosi bruna e bella. Ed è be1la la luna solitaria, la bianca luna di notte stellata. nera come la chioma straripante del nazzareno; candida la luna come il corpo dell'uomo in croce. specchio del sol di vita. di chi mai non muore. ~Iaestro .i rag,ti del tuo dolce lume nella notte del mondo ci son guida. c'infondono speranza vigorosa dì giorno eterno ... Oh. noue carezze\·ole, tu che sei madre dei soavi sogni. madre della speranza. dolce notte, notte oscura dell'anima, nutrice della speranza in Cristo salvator~! Oiea. VI.3 Eaodo. XIII 21-22 Affm, Parte I -- Cap. Xli Sei bianco come 11 cielo all"oricntc sull'alba. quando il sole è per spuntare dal limbo delle plaghe della notte: perché bianchezza di aurora dona!"ti a questa vita mutata in albore de11a morte, atrio dell'eterno giorno. Sei come la nube che ,ii!uldava durante Il giorno Il popolo di Dio ... Come neve di cime solitarie cinte dì cielo. da cui senza intralcio H raggio si riverbera del sole; cosl dal corpo tuo. che della vita è il culmine. discendono acque chiare, limpido specchio del lume celeste, per irrorare sotterranei spechi di tenebre che cingono l'abisso. Come altissima cima che di notte, simile a luna. annuncia ratbeggiare a chi vive ira rupi e cupe ,·alli. cosi il tuo corpo niveo. eh 'è cima di umanità. e di Dio fonte, annunzia albore eterno nella nostra notte. J.," 1,i"fl" ,t,,I t•mdttto Giov. XIX.34 EteQ. 1.27 Satmo CXXIX.1 Parte JJI - Cap. X.XH Poema del Cid. vv. J5Z a 356 Ecco la bocca che ti apri la lancia acciocché la passione tua con sangue parlasse. poi che )"altra si è serrata. Era cieco Lon1Zino dalla nascita: pure, il petto colpì. e di lì il sangue scorrendo lungo 1'asta, ambo le mani gli unse. onde, le palme In alto alzando, al viso le portò. e gli occhi aperse, si guardò intorno, in Te credè. ed è salvo. Vena di fuoco. jl rubino che rende Incandescente rambra del tuo petto: sbocco della fornace ove ogni scoria lasciò la tua passione c. insieme. getto a cui l'anima spersa nel de~ertc, potrà la sua sete di Dio placare; stillìo del Dio vh·ente e dell'Amore che penetra nel cuore più indurito. Spirò ... Luca. 46 Le bre1.ze ('he oggi sulle messi danzano imp regnand o di sole il no!>tl'O pane, che sciolgono le nevi delle cime e tra le fronde della ~elva cullano melanconici sogni. oppure cantano nenie vaganti sopra il curvo mare, furon sospiri del tuo petto amante dalle cui pieghe le parole vive erupperò a volar come da un nido. Tu, la Parola. senza alito. muta ... Con impeto affiuivano ai polmoni . come a lor propria sede. e raccogltendo del tuo sangue H vapore, ne facevano rugiade fresche pei fiori dei campi. Vultima ondata del tuo roseo petto si !ranse in fredda quiete, a te rimasero i polmoni senz'aria; il t:10 respiro si ricongiunse a quello d1 tuo Padre. ruscello entrato nelle acque del mare! O,•,.,zione /in,•fe Parte IV - Ult. caJJ, O Cristo. o Tu che taci per udirci. i singhiozzi dei nostri petti asc~l~a; accogli le querele 'nostre, i gemili di questa valle lacrimosa. 11 grido a Te, Cristo Gesù. si alza dal fondo del nostro abisso di miseria umana; e Tu. di umanità candida cima, donaci le acque delle nevi tue. Aquila bianca che volando il ciclo . . intero abbracci, il tuo sangue vermiglio (Continua---;;- pag. 4) Il celebre .Cristo• di Diego Velazquez. che Ispirò Unamuno QUATTRO TEMPI DL ui\A CRAi\DIOSA li\FO,\IA La vettadellàpoesiadiUnamuno .. II Cristo di Veld::que: a - co11templazio11e 111istica, meditazione e preghiera, che si risoh•ono in w, fiotto ar– dente di poesia - rappre.se11· ra l'opera ili cui fa liric~ di U"am,mo raggiunge l'api– ce della sua poren:a e della :ma efficacia. E, se è ver_o, come è ,,ero, elle nello scrit– tore di Bilbao pensiero e poe– sia formano t111 fflrto inscm– dibite e che la sua esisie11t.a stessa s'identifica totalmente con quel suo combattivo me– ditare (che fu ror111e11tnta incessante ricerca detl'immor– talit,ì 1·era,e cioè di Dio), di· remo sen:.'allro che it 110e,11a ,spirato a 0011 Miguel dalla famo:,a tela di Diego Veld:.– quez risponde cli U11amu110 r,au, intero, uomo, veu.sarore e scriuore. • Come s0110pochi gli ... pa– g11oli - scrisse Pedro Sali· nas - che ltamro espreuo co11 parole cosl appassionate e /}t;!,,~!~::tl~ 1 ~o;:'~~g~~c!e~j fronte alla 2rande partita della \•ita e della morte, del– l'oblio e del perdurare! Os- se:.sionato da q11csto trt!-111e11- tlo rischio, Don Mieuel rim~c. sempre seduto al suo scrll· toio come davanti a 1m tavolo da gioco, faccia a faccia co11 la morte-banchiera, tentantlo di far saltare il banco con le ..,ue carie. E carte sono per_ /11i, nel ,:rande tentatn•o d1 guadagnarsi l'eten_aa so11rav_– vive11:11, i suoi scritti, ch'egli, 1111 giornn dopo l'altro, butta sul tappeto tlel tempo, tenimi· tlo co,1 essi la sorre. quella defi11it111a -.. /11 que\ta 11osiz1011e di estre· ma frontiera, numtemua 5c11· ::a cetlere d1 w1 111i/li111e1ro durante tuua ima vita, tro· viamo la spicgazio11e della f)ersonalilt'I e dell'arte di Una– muno, inclusa quella . della diflere11z1a:.io,reso:,ta11z1ale e formale della sua po,,...u,.dal \lodernismn frmtcesi:.:arrte di R11bé11Dario, elle al 11rincipio del .\ccolo do111i1ta\'a il cam• pn della poesia in lingua ca– stigliana, e dalle_ sottigli_e;:.e tli puro lt11g11~gs10: la linea unamuniana, come affermi> lo stesso scrittore basco, ,-olta– ,,a le spalle al Modenusmo, pcrcht ,•ole,·a respirare e 1•i– i·ere nella .:ona dello • eter· IIIS1110 :a. E' noto cht Unamuno si ri\>elòscrittore di poesie mol·. IO tartli: ,I suo hbro di \'USI 111,par\'enel 1907, quando egli lOCCa\'a già l'elll d1 f1Ut1ranltl– trè. mmi e la stia fama era ormai cliffuça in Europa e_ ili America· 11e aveva circa cm– quanta {luando 1111;.iò• /I Cri· .çtu dr Veltf:.que:. -., e ,:,h oc· corsero sette am11ancora per scrivere, • retocar, pulir, po· dar y completar, ponie11do y quita11do a, i duemilacinque-_ centotrenlotlo e11deca.s1llab1 che compongono l'opera. le retoucltant san.s ces.s~. le riens beaucoup ti coeur de fmre de ce poèmi l'ocm:re la plus parfalle poss,ble; un long poème gra\.·e, solemnel, r:falr, pfein, et_l'expre.s.sion de la foi cltret1enne de mon peuple •· Um:numo, dunque, ,·olle che il suo •Cristo-. rimanes– se wcasronato nella trad1:.iot1e della grande poesia del suo paese facendone, sopraltutto, !:~·c;c:;~/'d~1l·~~~~ N~L 'l'l~UZO CEN'I'E,,ARIO DELLA. JIOR'I'E DEL" Pl'l'l'OUE DEL UE,, li poema si apre co11 due capitoli proemiali, 11011 bre,•e protasi ove l'autore 1Jre111le le mosse dalle parole con cw Gesù, 11ell'am11mciarela sua prossima !.pt1ri:.1011e da que– sto mondo, 1,rometre a coloro che avrebbero m•wo fedt 111 Lui, la co11tm11itàdella ·ua visio11e (Ev. di Giov. XIV. /9): parla quindi della v1rt11 miracolosa del pemrlllo di Veldzquez che ci consente di continuare a vedere • 111 car- 11e • fa persona del Redento· re, e, infine, enuncia aperti.ç la. E il solo fatto del suo: a,ta1icarsi per ben sene a11111 intorno a una materia aper– ta,,,e,tte cri.st, arra e cristolo– g,ca in tempi in cui quella temalica nella stessn Spa:l11a e m E.1,ropa (con le rare ec– ce:.1oni dei Cfaudel e dei Pt– g1n•) sembra,•a ormai sor;,as– sata e morta, è cosa mtera– mente e veramente spaj?nola. Tuttavia, • Il Cristo di Vdà.:"'.' que:. • n.sponde - e non po– te\•a essere di\•ersamente - al genere di religiosità che fu proprio di Unamuno, c1oe a w,a reli,:iosita che • crea 11 proprio ogretro-.; a11clre se, questa \·olra, don \11i:llel s1 pro11ose di far coincidere la sua • creazione -. poetico-,eli– giosa con l'ortodossia e la Scrittura (i cui passi egli \'Ol· ~i ,~~;:;::/é :t ~r~r ,ri;~:: Nacque con Diego Velazquez la pittura moderna ,li MAUUO INNOCENTI A Madrid, il 6 agosto J6()(}, moril•a m una camera del Pa· lazzo Reale, il pillore di Sua Maestà Cattolica il re di Spa– gna: Diego de Sihia y Velaz- ~~::z, ;:J~e asfiv;f~'a,~~:f;;r:o nella capilale dell'Andalusia, dal Portogallo, cot1 poc/11be– ni, prima della nascita del suo geniale figliolo, che fin ~fo,,~ffa~~~ j~ve~s~'::~ ~ccf~ pittura. Appena tredicenu_e e11trò 11ellostudio di Fra,1c1- sco de Herrera il vecchio; ma per il carauere impewoso e collerico del maestro, del re– sto privo di ogni talento, i~ giovane, dopo poco tempo, SI trasferì ,rello studio di f:ran– cisco Pacheco, u11 pittore cfassicisla e raffaellista con– vinro. li quale però, lasciava al Velazquez, negli anni fer– vorosi della sua pri111agi.o· ville:.z.a, la libertlt di seguire l'i11clinazio11e verista e gli co11se11tivadi frequentare, in Siviglia, il suo coetaneo! tli 1111 amw appena maggiore, Francisco de Zurbara11. I due ragaz:.i, poiché ancora tali ~~:df~v:,fg~~~p~~~it2f/~fG':~~ co del Ribera, degli imira• ro;i del Caravaggio; e il Ve· lazquez dipingeva II a tu re morte dal vero, ambienli del– la vira di ogni giorno, cuci11e, tm•erne, affollate di personag– gi che egli ritraeva co11 ima crudez:.a aspra. lu quel pe- ~~~~i ~if~;~;,~;i;:~r'!Jc:,';~i ;~~ prattutlo pensò all'amore. Nello studio del maesrro Pa– checo conobbe la figlia di que.st ~. Giovanti':' '!i Mirand.a e anc or giovamssuno, a dt· ciannO\'e awzi, la ebbe in sposa. sta, a tracciarne il ritratto, .'>apereche visse un'intera vi· ra, nel palazzo del re, sen:.a mai uscire dal circolo fatm· liare, e che morì, una setti– mana dopo il suo sposo, uel– la stessa camera, nel mede– simo letto. Vela;zquez "acque i11u11'epo· ca felice della nostra storia; suoi coe1a11ei, rutti nati in ~,~~~o 5f,~rt~itv:::iy~Jt}r!~= cesco Borromi11i. E' difficile trovare nella storia 1111 de· ~~~ 111 ! 0 c~!'.~tfgr:~';'af,° '~ qeuei/ '6IXJ. Nel 1594 nacque, in Nor– mandia, Nicola Poussin; nel 1596 Cartesio; a Napoli, nel f~ 9 ~p~~~~ :t:;~~t:c/Dtz:,r~ vita di Velazquez ci allto· ri:::.aa dire che, anche se'1:.a questi avvenime,ili la sua sto· ria non sarebbe mutata, 111e11· tre invece l'idea e/re il 11os1ro se ,ion fosse mai stato no· minato 11ittore del re, o lo fosse stato in 1111 periodo po– steriore, a\irebbe letteralmen· te cambiato la sua di111e11s10- [~~~j~i~~~a,~~11rick:i~~~e t'i viaggi ili Italia hanno servito al Velazquez per uscire dal circolo chiuso della vrta di corre e gli hanno aperto 1111 111011do che gli era pitì con· ge,iiale. Di qflesl1 tre falli, forse, l'i11co11trocon Rube11s fu il pii, importante: tir per– mise, oltre l'ineffabile com· mercio con w1 genio della sua qualità, tli uscire dal gu– scio di 1111 provincialismo che, sia pur di riflesso, dominava, conseguenz.a della vira spa– gnola, il .)110 lavoro. Velaz· que:. accompagnò il Rubens ogni giorno, durante la per· 111a11e11za del 'fiammingo a Madrid. R11be11sportò nella vita di Velaz.quez un soffio nuovo; e sarebbe affascinan– te immaginare le conversa· ziotri di questi due artisti, sa– pe.re che cosa si t!iceva,_10 nelle lunghe passe,e1ate cir· tadine, durame le visite alle collezioni reali, negli incontri con gli altri artisti. Di certo possiamo d_ire che dopo la partenza d1 Rubens, Ve/az– quez, lo stesso anno, nel /6'l9, intraprese il suo primo viag– gio in Italia. Probabilmente ve lo spinse il Rube,i.s, sicu– ramente ve lo attrasse il mo· do di vivere italiano, l'arie, che, a quel tempo, in Italia era una realtà pubblica, cor– re\1a le strade. rrib11i\ 1 a ad i11,:ra11dirla.Cal– dero11 de fa Barca, ricordan– do gli am11giovanili trascorsi a Napoli, esclamò: • la vita libera d'Italia!• ed era 1111 grido di mordente nostalgia. Quando Velazquez conobbe Rubens 11011 a, 1 e1•a ancora tre11t'a11111, era in1>estitodella carica ufficiale più alta, nel mondo ufficiale della pili/Ira, da più di 1111lustro. Era giunto a Madrid al seguito del Conte-Duca di Olivares, l'om1if)ote11te ministro di Fi– lippo JV. ';:e~~~- : ;~~tefi;;~f~~':e ~! quel • verbo silenz.,oso e bia11- co, che con le linee si esprime e con colori a, in cui la fede sua perennemente dice - il mio popolo traiicO: su· premo - •auto• sacramentale che ci pone, - oltre la morte, al cospetto di Dio. Fanno seguito a questo pre– ludio le qualtro parli di cui si compone il poema vero e pro· prio, quattro tempi di una sinfonia grandiosa che ab– braccia, assieme alla descri• zio11emistica del Sm110 Cor– po, contemplato ,rella realisti– ca evocazione velazquesiana, e alla esaltazione dei simboli e degli attributi biblici della Persona di Cristo (rimeditati ili 111odoanalogo a quello dei dialoghi di •Los Nombres de Cristo• di Fray Louis de Ledn}, l'e\•oca:.ione lampeg• giante della Passione, ricorda– ta 11eisuoi momenti s11pre1111, 11eìsuoi significati, nelle sue proiezioni umane ed eterne, co11w1'asce11sio11e continua dt toni, di sonorità, di emozione concitata, che, dopo rm grido_ supremo d'invocazione e cl, amore, si e/riude iu forma di preghiera. Con ciò, Unanumo realizza m. pieno il suo proposito dt aggiungere, concretato m for– ma lirica, un nuo\'o "auto sacramentai -. a quelli con cui la drammatica spa~11oln. del Secolo d'Oro 'nrriccJ11fa– volosamente la poesia religio– sa del mondo: proposito me– ditato e chiarissimamente prospettato nella mente del poeta fin dalla prima conce– :ione dell'opera, come risulra da diverse. restìnwnianze as– sai esplicite., simili alfa lellera indiriz.z.ata da U11an11moal f!:s~~a':}rtofthil 1~:f1~rj9ff ove si le&ge: • Adesso m'è venuto in menle di formulare la fede tlel mio popolo, la sua cristologia realista... In· tendo farne una cosa cristia- naÌ11 bij;~~':itr~sfe~f:~~la dt-u•a11· ma è quindi, pii, di quanto 11011 lo sia oani altra opera 1mamwtiat1a. 11 frutto della mesausta • ,•olontà tli crede• re• con cui lo scrittore miro a riscoprire il senso sopran– nattlrale del Cristo, unica speran:.a d'immortalità e/fet· ttva, secondo il suo concetto fondamentale che • La fede e fiore della volontà, ed è suo 11fl1cioquello di creare... La fede in Dio consisie nel crea– re Dio; e poichè è D10 elle ci da la fede in Lui, I! a11clre Dio che co11tinuame111ecrea ... e stessi ùi noi•· Nel dis correre 111lor110 a un qualsia.si libro dr Umwumo, 11011 è fa cile evitare di rimti· nere impigliati nella co11te111- f;~~~~:'etil!~~{kti e:f6!t' • ~~= ta/islici • dell'opera, a d1sca– pllo di quelli più propria• mente letterari ed este1ic1. fJerciò, b1101111ltw10, segnia– mo r/ giudr:.10 di valore della poes,a di • Et Cristo• m q11anto poesia. Valore alrfas1• "!o, non solo dal :iunto. di vista sostanz1al111eme lirieo. li COIICCIIO di 1111'a.sse1tza di preoccupazicne di forma, piu o metio completa, 111 Unamu– no, è quanto di più falso si possa immaginare. Pr!r cot1- vmcerse11e, basterebbe sfo– gbare 11carteggio dello scrit– Mre là do\'e si fa men:.ione del •Cristo•; ma, per evitare r/ lungo discorso che ciò ri– chiederebbe, cr limiteremo a co11cfudere con 11t1a 1111ova citazic,ne di quel se,tsib,le poela e critico finisji1110clic fu Pedro Salinas, il quale, ~:!ec1~~Pjf~J~!~1111!~ i,:S~/:,~ bile <ii problemi delle poelt· che, dice: • Nessun poela puo essere tale, e meno di 01:111 al– rro Unamuno, ossessionato dal ~~l~o/t;~ri s1e~~d:a;:;efa ~::: !.alvezza. Quello che .succede m lui è precisamente cii>che vede luis Felipe Viva11co cioè che la depurazione poe~ t1ca delle parole è ottenuta 11011 allra\'cno l'arriccllime11- ro sensibile, ma i11 virtù della nudità spirituale ... E la mae– .slria di Uuanwno l confer- t la ,•lta del Velazquez alla Corte del Re. Il pittore Jn questo grande dipinto ti•~~afs 3 5 ~ 1~ ar._. 1arla Teresa nella quadreria del Palazzo di cui era sta eseguendo ull~v~· 1i 1,~~e\~~lc~~c.Sullo sfondo I ritratti del re e della regina Fu la sola domin di questo straordinario pittore. Di lei si cor1osce ben poco, ma ba- baran; Calderon de la Barca nacque nel /6/X), in Spa~na, e nel lfiJI Alfonso Cano e Gar· cian; infine 11el 1606, a Leida, nacque Rembrandt. E con lo– ro si aprì l'epoca moderna in pittura, letteratura, architet– tura e filosofia. Velazquez era nato, comt:. abbiamo deito! nel 1599, al centro quindi d1 quel felicissimo decen11io.E.f)– pure questo ariista cui dob· biamo la nascita della pittu· ra moderna, vissuto in una epoca nella quale una civiltà nuova sorgeva ed una pro· spelliva spirituale diversa orientava fa vita, ebbe un'esi– stenza elle porremmo definire piatta e anonima. Se si ec· ceuua la fortw1a singolare di essere 110111i11ato pittore del re, a soli ve11tiquatlro a1111i, nel 1623, fl resto della sua vita è stupefacente 111onoto11ia. So· lo tre momenti, in qualche modo ne interrompono il corso: l'amicizia con Ruben.s, negli otto mesi che il pittore fiammingo passò a Madrid, nel 1623, e i due viaui in Italia, del 16'29 e del 1649. Se. pure è vero clte tutta la Sebbene fosse fimta l'epoca d'oro dell'arte italiana, il ge– nere di vita che allora si conduceva nel nostro Paese era il più moderno in Europa, e la luminosa libertà di un cosmopolitismo acceso con- Il primo vragg,o di Vela:.– q11ez a Madrid inviatovi dal suocero Francisco PacJ1eco, a1111codel Conte-Duca, non ebbe successo e di quel primo soggiorno 11elfa capitale non resla che 11110 straordinario ritratto del poeta Gongora, nel quale. l'asprezza del perso– naggio è evidente, segnata 11elleli11eedi quella gran te· sta di inrelfettuale 111cirrie11i– to. Tuttavia i geni si ricono– sco110 e il Gongora ebbe per l'opera del Velazquez poche righe, è vero, ma di piena lode. Chiamato, poco dopo, dall'Olivares a rapprese>1tare fa pittura nella schiera dei suoi clienti, il Velazquez ebbe l'occasione di dipingere un ritratto del re, che rimase co· sì entusiasta del aiovane da nominarU, suo pittore e da promettergli che mai avreb· be posato per un altro arri– sra. Da quel momento la for– tuna di Velazquez è assicu– rata. Ormat egli abita il Pa· lazzo, non ha alcun problema, 11011 dovrà accettare comandi, dipingerà soltanto quel che 1 1 orrà, oltre i ritratti del re. Mo ha inizio anche la sua dorata prigioma. Abbiamo dello che in tutta la sua vita non gli si conosce altro amo– re che quello per la moalie, possiamo aggiungere che non ebbe altri amici che il re e 110 successivo ( 31 dicembre.) a )acque Chevalier, a~!{irm– gc · • le travaille to11jo11rs mou "Cristo de Vcld:,qucz. ", :'~~1-~ 1n:er:iod~ra:,icgJ!~o d~i Vclu~quez," •. B

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